Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Felpie    08/06/2021    3 recensioni
Come si riconosce un eroe?
Certo per i figli dei Salvatori del Mondo Magico non deve essere facile reggere il confronto.
Possono definirsi eroi?
Alle prese con la Scuola di Magia e Stregoneria più famosa del mondo, genitori oppressivi quanto distanti, amori adolescenziali, segreti e tradimenti, anche la loro vita non è poi così facile. Però non c'è nessuna guerra, almeno non di quelle con incantesimi e morti.
Come possono trovare la loro strada senza rimanere nell'ombra dei genitori, i figli degli eroi?
[Long che fa parte della serie "I Figli degli Eroi"]
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Malfoy, Famiglia Potter, Famiglia Weasley, Nuova generazione di streghe e maghi, Nuovo personaggio | Coppie: James Sirius/Dominique, Lily/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'I figli degli eroi'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Vedi caro amico cosa si deve inventare
Per poter riderci sopra
Per continuare a sperare
E se quest'anno poi passasse in un istante
Vedi amico mio
Come diventa importante
Che in questo istante ci sia anch'io
L'anno che sta arrivando tra un anno passerà
Io mi sto preparando, è questa la novità
(L'anno che verrà - Lucio Dalla)






1° Gennaio.

Primo giorno dell’anno.

Com’è che si dice? Anno nuovo, vita nuova.

Sì, però, chiunque abbia inventato questo detto – che in questo momento a James Sirius Potter sembra alquanto stupido – forse avrebbe dovuto specificare, magari anche solo come nota a margine, che non è che tutto ciò che succede nel vecchio anno, magicamente sparisce nel nuovo. Uno, i problemi, se li porta dietro, che lo voglia o no.

Tipo il bacio con Dominique.

Merlino, il bacio con Dominique. Non ci avrebbe scommesso nemmeno un galeone su un bacio al matrimonio eppure, sorpresa, sorpresa, era successo. Oh, se era successo. James non sapeva se dover ringraziare sua sorella che era comparsa dopo qualche minuto perché, d’accordo che si erano fermati, ma il ragazzo non era sicuro di quello che avrebbero potuto combinare. Che avrebbe potuto combinare.

Godric si sta divertendo un mondo con lui e con i suoi sentimenti, ne è sicuro.

Si erano a malapena salutati, quando la famiglia Potter era andata via ma la cosa gli era sembrata comprensibile: non aveva visto Dominique un attimo tranquilla – sì, certo, trascurando i cinque minuti che avevano trascorso insieme, in pratica – a quel matrimonio e non aveva fatto altro che correre di qua e di là. Ma aveva un sorriso bellissimo ed era raggiante. Molto più raggiante di Victoire – cosa probabilmente non possibile – dal suo punto di vista, ma lui forse è un po’ di parte.

No, lui forse è un po’ fuori di testa, sarebbe meglio dire. Si è ritrovato ad essere geloso di Lorcan Scamander, per Merlino! Si può essere gelosi di quel ragazzo? Tralasciando il fatto che abbia tredici anni e che sia di principio adorabile solo per come tiene le mani in tasca, autoironizzando la sua vita da persona considerata stramba. James schiocca le labbra, come incredulo dei suoi stessi pensieri – quelli su Lorcan adorabile, ovviamente, non quelli su lui geloso del Corvonero. Avrebbe voluto esserci lui al fianco di Dominique e ricevere tutte quelle occhiate entusiaste da parte dei parenti francesi.

Non aveva pensato ad altro che alle labbra di Dominique, per tutta la notte, e quando all’alba si era alzato il primo posto in cui voleva andare era solo uno: Villa Conchiglia. Ed è proprio in quella direzione che sta camminando.

Sì, camminando, anche se si potrebbe comodamente Smaterializzare di fronte alla porta, come ha fatto un milione di volte, ma in quel momento deve camminare perché si sta effettivamente presentando a casa di Dominique senza avere un piano né un discorso preparato. Una mossa non molto geniale, presentarsi di fronte a sua cugina – la persona precisa e preparata per eccellenza – senza avere un buon piano né un discorso preparato.

Per questo si è Smaterializzato in riva al mare per camminare un po’ e ha cercato di distogliere i suoi pensieri dalle labbra di Dominique per concentrarli su qualcosa di più pratico al momento. Tipo cosa dire. Perché è sicuro che se si presenta con un sorriso malandrino e un semplice “avevo voglia di vederti” sua cugina è capace di sbattergli la porta in faccia e tanti saluti. Oh, non dubita che sua cugina sia sveglia in quel momento, nonostante sia presto e ieri sera siano andati via a notte molto più che inoltrata. Se lui non ha dormito nemmeno quelle poche ore pensando a lei, è sicuro che lei abbia fatto lo stesso. La conosce troppo bene.

Mentre cammina in direzione di Villa Conchiglia ripensa alle parole che Teddy, nella confusione della mezzanotte, degli invitati che cercavano di congratularsi ancora una volta e dell’accoppiata nonna Andromeda – nonna Apolline, è riuscito a sussurrargli.



“Me lo vuoi dire che c’è che non va?”

“Va tutto alla grande, Teddy” esclama il ragazzo ma, conscio di non poterlo ingannare tanto facilmente, aggiunge con un sorrisetto “Sono solo triste che il mio compagno di malefatte preferito abbia deciso di ingabbiarsi in una cosa così stringente come può esserlo un matrimonio.”

“Farò finta di credere alle tue parole, ma sappi che con ‘compagno di malefatte preferito’ ti sei giocato la credibilità. So benissimo che è Fred a ricoprire quella carica” sogghigna Teddy, afferrando due bicchieri di Champagne – gentilmente offerto dalla parte francese della famiglia – e porgendone uno all’amico; sono riusciti a liberarsi della folla di gente che ha letteralmente circondato il ragazzo dai capelli blu allo scoccare della mezzanotte e Teddy si sta godendo qualche minuto di libertà e di una simil-solitudine per la prima volta da quando quella giornata è iniziata.

“Quanto sei malfidato, Lupin.”

“No, sono semplicemente oggettivo” ribatte il neo sposo “Come sono oggettivo nel dire che tu hai qualcosa che non va e che molto probabilmente in questo tuo malessere c’entra la mia nuova cognatina.”

James assottiglia lo sguardo “Non sai di che parli.”

“Sì, lo so” replica il ragazzo, con un sorriso “Vi ho visti…”

James si ghiaccia sul posto “Che cosa hai…”

“Non smettete di guardarvi” continua Teddy e il Grifondoro trae un sospiro di sollievo silenzioso, mentre l’altro elenca ciò che ha notato “E non vi guardate come si guardano due normali cugini, no… tu hai un rapporto da cugini solo con Molly e Lucy, probabilmente. Roxanne è la tua migliore amica, Rose è come una sorella, ma Dominique… Dominique è molto di più.”

“Ti sbagli, Teddy, Dominique è la mia migliore amica.”

“Dominique era la tua migliore amica quando avevate cinque anni, Jamie” dichiara a bruciapelo il ragazzo, con uno sguardo serio “Ora sicuramente no. Hai lo stesso sguardo che avevo io quando guardavo Vic… ti ricordi che mi hai preso in giro quando stavo baciando Victoire in stazione e tu ci hai interrotti? Mi hai detto che ero ridicolo e che tu non ti saresti mai innamorato, né avresti mai baciato una ragazza.”

“Ero ingenuo, a quei tempi” ridacchia James.

“Dopo solo sei mesi avevi ricevuto più inviti di uscire di me, a quei tempi.”

“Sì, perché tu eri fastidiosamente impegnato. Con tua moglie” gli fa notare James, prima di sospirare con fare sapiente “Bei tempi quelli…”

“Comunque stai sviando il discorso.”

“Che discorso?” chiede fintamente ingenuo il più piccolo.

“Dominique. Te e Dominique, se devo essere più preciso” dichiara a bruciapelo Teddy, sorseggiando lo spumante.

“Lo sai che i capelli blu sono un’ottima scelta? Facevano pendant, per rimanere in tema francese, con tutte le decorazioni e…”

“Ti piace Dominique, James?” lo interrompe bruscamente lo sposo, stanco di girare intorno alla questione; il Grifondoro, invece, sembra molto interessato alle bollicine che scoppiettano contro il cristallo e non risponde.

“Per me non… non sarebbe un problema, Jamie” aggiunge allora Teddy e in quel momento James alza lo sguardo e, tagliente, ribatte “Non sai di che cosa parli, Teddy.”

“Io credo…”

“Io credo che oggi sia il tuo matrimonio e apprezzo che tu voglia vedere l’amore in chiunque ma non è questo il caso.”

“James, non sono tuo padre, cazzo” risponde bruscamente il ragazzo dai capelli blu “Non c’è bisogno che usi questo tono con me. Sono un tuo amico, certe cose puoi dirmele.”

“Davvero?” sibila James, con più cattiveria del previsto.

“Certo” risponde Teddy, con una decisione pari alla cattiveria dell’altro “Certo, James. Non sono un vecchio bigotto e la famiglia di mia madre avrebbe visto deliziosamente lo sposarsi tra cugini per la purezza del sangue e quelle altre cazzate lì…”

“… siamo arrivati già al prossimo matrimonio…”

“… e penso che di tutte le stronzate che hanno fatto, quella sia l’unica che non lo è. Certo loro lo facevano per altri motivi, ma... L’amore è amore” conclude il ragazzo, ignorando James, che invece lo sta guardando con tanto d’occhi, ma senza dire nulla.

Così Teddy sogghigna “Ora me lo vuoi dire che c’è tra te e mia cognata?”

“Quando passi da Auror buono ad Auror cattivo sei inquietante, Teddy” commenta James, toccandosi i capelli e, a quelle parole, la smorfia dell’amico aumenta anche di più, ma precipita un attimo dopo quando il Grifondoro aggiunge “Quasi quasi lo vado a dire a nonna Andromedra.”

Lo sposo finge una faccia spaventata e sbuffa “Questo è un ricatto.”

James scoppia a ridere, più rilassato: Teddy è sempre stato bravo a metterlo a suo agio, qualsiasi discorso dovesse fargli. Quand’erano piccoli e James si arrabbiava con i genitori o con qualcuno della famiglia, spesso Ginny e Harry sguinzagliavano il figlioccio per capire che passasse nella testa del loro primogenito.

“Sul serio, James. Puoi dirmelo. Puoi dirmi qualsiasi cosa” sussurra serio il neo sposo e James esita.

“Sono innamorato di Dominique, Teddy” sputa fuori poi, veloce e rapido, come quando Albus confessa ai genitori di aver preso un Desolante in Trasfigurazione.

Teddy, però, non mette su l’espressione accigliata che generalmente mette su Ginny alle parole del Serpeverde, ma, al contrario, ha lo sguardo serio e attento, come se non si accontentasse solo di quelle poche parole.

Probabilmente non si accontenta di quelle poche parole.

E James lo sa benissimo, solo che sarebbe troppo lunga da spiegare e lì ci sono parecchie orecchie indiscrete. Senza contare che Teddy tra poco sarà richiamato all’ordine dalla moglie, dalla nonna, dalla suocera o da qualsiasi presente che voglia congratularsi di nuovo con lui.

Quindi il Grifondoro opta per svuotare il suo bicchiere – e forse ragiona che ne dovrebbe anche prendere un altro – e fa per allontanarsi, quando l’amico lo afferra per il braccio.

“Ero serio, James. Per me non è un problema. Non sarà mai un problema.”

James fa un sorriso incerto, nonostante le parole così decise e determinate dell’amico lo rassicurino. E anche il suo sorriso storto, familiare.

Fa per rispondergli qualcosa, ma in quel momento zia Fleur lo viene a cercare per presentarlo a un qualche parente e Teddy, con un sospiro sconsolato, saluta il Grifondoro, allontanandosi.



Si porta le mani dietro la testa ed osserva il cielo azzurro e senza nuvole: sarebbe un bel primo giorno dell’anno, se lui non avesse tutti quei pensieri.

Teddy ha affermato che per lui non sarebbe un problema.

Per lui forse no. Ma per il resto del mondo?

Alex è il suo migliore amico da sette anni e non si sono nemmeno salutati prima che lui partisse dal castello. E ora ha baciato quella che a tutti gli effetti è ancora la sua ragazza. James ha sempre sentito teorie contrastanti sui tradimenti: c’è chi dice che a tradire si deve essere in due, chi dice che si tradisce in tre e chi dice che si tradisce da soli. Qualsiasi sia la verità, lui, in tutta questa storia, sicuramente una parte di colpa ce l’ha.

Però sta comunque camminando verso Villa Conchiglia, con tutta l’intenzione di parlare – e per una volta di farsi ascoltare – da Dominique. Di che altra prova si può avere bisogno, se non l’essere geloso di Lorcan Scamander? Non basta questo a capire che vuole disperatamente sua cugina nella sua vita, non come semplice amica, ma come quella con cui può ballare davanti a tutti, rendendo il resto del mondo invidioso di lui?

Forte di questa convinzione, si ferma davanti alla porta e bussa.

Quando però Dominique gli apre, l’espressione sorpresa di chi non si aspettava minimamente una visita – soprattutto non una sua visita – e una maglietta lunga fino a metà coscia delle Sorelle Stravagarie, le certezze di James vacillano nuovamente e capisce che lui non può e non potrà mai imporre niente ad una ragazza come lei.

“Jamie” lo saluta stupita la Corvonero “Che ci fai da queste parti?”

“Una passeggiata in riva al mare” risponde solo James, entrando dopo che Dominique si è fatta da parte per farlo passare “Sai, per respirare aria buona dopo l’alcol di ieri. Il mal di testa ha inaugurato l’anno nuovo.”

Si guarda intorno, nella casa tanto familiare, mentre Dominique torna in cucina; un attimo dopo, James la segue.

“Dove sono zia Fleur e zio Bill?”

“Da Victoire e Teddy, per aiutarli a sistemare.”

“Non li hanno lasciati in pace nemmeno dopo la prima notte di nozze, eh…” commenta malizioso James, dando un’occhiata ai tanti ingredienti e utensili da cucina disseminati sul tavolo di legno.

Dominique ridacchia, risporcandosi le mani di farina e riprendendo ad impastare una poltiglia marrone.

“E Louis?” si informa il ragazzo, rubando un po’ di impasto.

Dominique lo guarda storto “È di sopra, dorme ancora. Ci sono anche i gemelli Scamander.”

“Come ti senti?” domanda James, a bruciapelo.

“Casa è davvero vuota senza Victoire…” risponde la francesina “Mi ha fatto strano non trovarla a fare colazione, stamattina. O non dovermi lamentare perché aveva finito l’acqua calda per farsi una dannata doccia. E si è sposata ieri.”

“Forse è proprio perché si è sposata ieri…” commenta il ragazzo, guardando dolcemente la cugina, che si è rimessa ad impastare “Ti ci abituerai. E poi, tra un po’ si torna ad Hogwarts e poi…”

Lascia la frase in sospeso e Dominique annuisce alle sue parole, prima di far calare il silenzio; il ticchettio dell’orologio tiene il tempo e James non sa ancora da che parte incominciare. Nel dubbio, sta osservando un boccolo dorato che scivola sulla guancia della cugina e che si muove a tempo con le sue mani che impastano.

Dopo qualche minuto, Dominique si ferma e sospira.

“Perché sei qui, James?” domanda.

“Perché penso che dobbiamo parlare. E non solo perché ieri hai tradito il mio migliore amico con me, anche se potrebbe essere un buon punto di partenza” risponde in fretta James “Sono qui soprattutto per assicurarmi che tutto ciò che è successo non sia stato dettato da troppa Acquaviola.”

A quanto pare il discorso gli è uscito più spontaneo del previsto.

Il Grifondoro guarda la ragazza, che ha l’espressione seria ma non sorpresa: ci potevano essere davvero pochi motivi per i quali si sarebbe presentato alla sua porta così presto, soprattutto il primo dell’anno. Anzi, forse il motivo poteva essere solo quello, inequivocabile.

“Quale parte di Louis dorme di sopra con Lorcan e Lysander Scamander non ti è chiara?” dichiara stizzita la ragazza, afferrando una ciotola “E poi, ora devo fare dei brownies per loro, ai gemelli piacciono.”

“Tu odi cucinare, lo fai solo quando nonna Molly te lo chiede o quando vuoi evitare persone e situazioni” ribatte James, avvicinandosi “Ti conosco, Domi.”

Dominique, per tutta risposta, lo ignora, iniziando a mescolare con un mestolo di legno.

“Avevamo detto che al matrimonio di Teddy e Victorie avremmo detto tutto a tutti.”

“Non stiamo insieme.”

“Certo, questo è come il “siamo solo cugini”.”

Dominique lo fulmina con lo sguardo, ma James, questa volta, non ha intenzione di cedere e le appoggia delicatamente una mano sulla sua, interrompendo il suo mescolare. La ragazza si ferma e il Grifondoro ne approfitta per appoggiare anche l’altra mano su quelle della cugina e stringerle leggermente, così da farle lasciare il mestolo e da farla girare leggermente verso di lui.

“Che cosa c’è, James?” domanda Dominique, prima di ripetere “Perché sei qui?”

“Che cosa vuoi da me, Domi? Prima fai la bambina gelosa, poi diventi la ragazza del mio migliore amico, Lucian Sharp mi dice che sono cieco e che gli dispiace che le figure geometriche in amore non gli piacciano o avrebbe partecipato sicuramente…”

“Cosa ti ha detto Lucian?!”

“Questo speravo me lo dicessi tu. Come mi ha gentilmente ricordato, quelle brave in Aritmanzia siete tu ed Elizabeth” sbuffa James, sfiorandole i dorsi delle mani con i pollici “Io voglio te, Domi.”

“Anche io voglio te, Jamie” sussurra la ragazza e il Grifondoro sente all’istante un calore piacevole all’altezza del petto; le si avvicina ancora un po’, arrivando a sovrastarla con quei pochi centimetri che hanno di differenza.

“Non sarà facile, anzi sarà molto difficile. E dovremo lavorarci ogni giorno, ma io voglio farlo perché voglio te. Io voglio tutto di te, per sempre. Io e te, ogni giorno della nostra vita.”

Dominique si mordicchia le labbra, guardando le mani di James che ancora le stanno stringendo le sue.

“Io non so cosa fare…” ammette “Non so come affrontare tutto. E mi spaventa questa cosa, perché sembra così… reale.”

“Prova ad immaginare la tua vita fra trent’anni, fra quarant’anni. Come sarà? Se la vedi con Alex, vai. Te ne sei andata una volta, sopravviverò anche alla seconda, se è quello che realmente vuoi. Ma non scegliere la strada più facile” continua James e Dominique lo fulmina con lo sguardo.

“Quale strada facile, non esiste una strada facile. Comunque finisco per ferire qualcuno. E non si tratta solo di Alex… tutta la nostra famiglia… lo sai anche tu, nessuno la prenderà bene. Non lo hai detto nemmeno a Fred, tu. Come mai potremmo dirlo ai nostri genitori? Ai nostri nonni? Loro… hanno dei progetti per noi. Sicuramente molto diversi da questi.”

“Smettila di pensare a quello che vogliono gli altri. Non pensare a quello che voglio io, a quello che vuole Alex, a quello che vogliono i nostri genitori. Tu che cosa vuoi?” ripete il ragazzo, infuocato.

“Te l’ho appena detto, James” gli fa notare Dominique “Voglio te, ma non voglio nemmeno ferire le persone a cui tengo.”

“E non ti importa di ferire me?”

Gli occhi scuri di James sono fissi in quelli color ghiaccio della cugina e sembra quasi una lotta, una sfida a chi abbassa prima lo sguardo. Ma sono entrambi troppo orgogliosi per farlo e James ha sempre amato le lentiggini e gli occhi di Dominique, potrebbe rimanere a fissarle il viso per ore, senza interrompersi.

Le stringe le mani con un po’ più di forza e appoggia la sua fronte su quella della ragazza.

“Non c’è bisogno che rispondi” sussurra.

“Ma certo che non voglio ferirti, James. Non l’ho mai voluto fare. Non… intenzionalmente almeno” risponde Dominique, chiudendo gli occhi.

“Non sono disposto a dividerti con Alex. Né con Alex né con nessun altro, in realtà” precisa James, come se ci potessero essere dei dubbi. Le sposta una ciocca di capelli biondi dietro l’orecchio.

“Sei bellissima.”

Sarebbe stato bello vedere Dominique arrossire. Avrebbe significato avere il controllo su di lei, per una volta. Ma Dominique non è la tipa che possa essere controllata, è più un piccolo tornado in un corpo incantevole, e il suo viso resta perfetto come al solito, senza gote rosse o imbarazzo. Sa benissimo di essere bella – bellissima – ma James negli anni ha imparato che le fa piacere sentirselo dire. Il Grifondoro è intelligente, sa osservare le persone e sa che tutte le ragazze amano i complimenti, che lo ammettano o no, e Dominique non fa eccezione. È da quando è piccola che ripete – probabilmente riportando parole di Bill – che certe cose non devono mai essere date per scontate. Quand’erano piccoli glielo diceva dei “grazie” e dei “per favore”, ora James lo applicava ai complimenti.

“Non vedo l’ora di averti al mio fianco alla luce del sole” aggiunge il ragazzo, accarezzandole una guancia con l’indice “Saremmo la coppia più splendente di tutta l’Inghilterra.”

“Voi… cosa?”

Un Louis in pigiama e con l’aria assonnata compare in cucina, mentre James sente il sangue ghiacciarglisi nelle vene e l’espressione di terrore di Dominique non fa che confermargli che sono di nuovo sul filo della guerra.

Dominique si allontana di un passo da lui, afferrando la ciotola e riprendendo a mescolare.

“Buongiorno, Louis” lo saluta, ma il fratellino si avvicina con un’espressione stupita e perplessa.

“Che sta succedendo qui?”

“Vi sto preparando i brownies.”

“No, intendevo…”

“Li devo infornare e sono pronti. Sveglia i gemelli, farò un incantesimo per accelerare i tempi” lo interrompe Dominique; con quell’espressione e quel tono, a James ricorda molto zia Fleur e tutta quell’aria decisa la rende ancora più bella.

Louis fa per dire qualcosa, ma non aggiunge nulla, si tira su una manica che sta scendendo da sola e torna verso la sua camera; Dominique sospira, afferrando la teglia.

“Forse… forse questo è un segno…” mormora James, avvicinandosi di nuovo a lei.

“Che dice cosa? Che la nostra storia è totalmente sbagliata?” sbuffa la ragazza, infastidita del nuovo problema che si è presentato, mentre prepara l’infornata.

“No, che possiamo iniziare a dirlo a qualcuno.”

“E questo qualcuno sarebbe mio fratello di tredici anni?” domanda stranita Dominique.

“Sì. E tua sorella.”

La Corvonero si abbassa per mettere lo stampo nel forno e chiede “Perché dobbiamo iniziare proprio con i miei fratelli?”

“Perché Albus è un Troll e Lily è distratta in questo periodo. Non reagirebbero… come reagirebbero normalmente, insomma. O almeno Lily, da Albus non so che aspettarmi” spiega James, prima di sorridere “E poi, ammettiamolo, i tuoi fratelli sono più svegli dei miei.”

Malgrado tutto, Dominique sbuffa divertita, mentre si rialza.

“Non riesci mai ad essere serio” commenta, senza cattiveria.

“Io sono serissimo. Ma senza un minimo di risate non andremo da nessuna parte.”

James le si avvicina, posandole le mani sui fianchi “Era questo che ti piaceva di me quand’eravamo piccoli, no? Che ero simpatico e che ti facevo ridere.”



“Sei buffissimo, Jamie” dichiara una Dominique di sette anni, mettendosi la mano davanti alla bocca per non mostrare i denti mentre ride.

“Io non sono buffo” protesta l’altro bambino, spazzolandosi i capelli pieni di terra; è inciampato in una radice, mentre correvano nei campi intorno alla Tana e si è sporcato tutto.

“Sì, lo sei” ribatte la ragazza, avvicinandosi per togliergli la terra di dosso “Ma mi piace questa cosa. Tu mi piaci James, lo sai?”

Il bambino fa un sorriso enorme e sdentato “Lo so.”

Dominique sbuffa.

“Anche tu mi piace, Domi. Sei la mia migliore amica, anche se sei mia cugina.”



“Sì? Non lo ricordo” commenta distrattamente Dominique, con un sorriso dolce. Dopo un attimo torna seria, però, e aggiunge “Io… posso provare a prometterti che ci penserò.”

“So che ci penserai…”

“E che ci proverò” aggiunge la ragazza.

James sospira “Anche io ci proverò. Non so se riuscirò sul serio a parlarne con Albus o, nemmeno riesco ad immaginarlo, con Lily. Ma proverò a fare un passo verso questa storia. Perché voglio dimostrarti che ci tengo sul serio, ci tengo tanto. A te e alla nostra storia. Te l’ho detto, non voglio rinunciarci tanto facilmente.”

“Lo so. Però, James… dammi un po’ di tempo” dichiara Dominique e vedendo che il cugino sta per commentare aggiungere “So di avertene già chiesto tanto e so che tu sei stanco di aspettare, ma… devo affrontare questi giorni da sola. Louis, Victoire, Alex, quello che provo… devo cavarmela da sola. Non ci puoi essere sempre tu al mio fianco, devo affrontare i problemi da sola.”

“Non ti lascerò mai da sola, Dom – Dom. Mai” replica il ragazzo “Ma… ho capito. E lo farò. Però promettimi che qualsiasi cosa farai… poi me la dirai. Credo di essere una parte importante nella cosa.”

James alza l’angolo destro delle labbra e la cugina, involontariamente, scoppia a ridere.

Quando smette, James la guarda – non ha mai smesso di guardarle le labbra – e le sorride, prima di dire “Credo di dover andare. Tra un po’ sarò circondato da Corvonero e… voglio lasciarti il tuo spazio.”

Dominique annuisce e il Grifondoro si sporge per darle un leggero bacio sulla guancia; non ci giurerebbe, ma crede di vedere le guance della ragazza colorarsi un po’. Quando guarda meglio, però, vede solo le sue solite lentiggini e pensa di esserselo immaginato: sua cugina non arrossisce per un semplice bacio sulla guancia.

“Salutami Louis. E i gemelli.”

“Sto per chiudermi in camera” replica Dominique “Lascerò i brownies sul tavolo e sparirò.”

James sorride un’ultima volta, prima di girarsi e di lasciare Villa Conchiglia, accompagnato dal timer del forno e dai passi dei tredicenni sul pavimento di legno.

Questa volta si Smaterializza a casa, dove trova Albus intento a fissare il soffitto, sdraiato sul divano.

Gli si avvicina e gli dà una pacca sulla gamba “Ehi, fratellino. Che ci fai qui tutto da solo? E già sveglio, per di più.”

Albus alza le spalle “Mi sono svegliato. Non avrei dovuto bere anche la Burrobirra che mi ha portato Fred.”

“Ho delle pasticche per la sbornia.”

“Davvero?”

James ghigna malamente “Come sopravvivo ad ogni festa, secondo te?”

“Fratello, stiamo iniziando a parlare un po’ troppo, sappilo” ridacchia il Serpeverde, mettendosi una mano dietro la testa “Dove sei stato?”

“A proposito del parlare troppo” replica il maggiore, senza rispondere; si sfila le scarpe con un calcio e appoggia i piedi sul tavolino davanti al divano “Dove sono tutti, piuttosto?”

“Mamma da nonna, per aiutarla a finire di mettere a posto, papà al lavoro.”

Uno sbuffo involontario sfugge dalle labbra di James e Albus esita, prima di cambiare discorso “Comunque pensavo di uscire, ma fa un freddo Mannaro e sembrano tutti impegnati a dormire al calduccio o rapiti da parenti misteriosi per pranzi all’ingrasso.”

Il Grifondoro scoppia a ridere “E Jodie? Di quale categoria fa parte.”

Lancia uno sguardo al fratello, ma Albus guarda verso il muro mentre gli risponde con quella che James reputa una finta non curanza “È con la madre, oggi non lavora, finalmente.”

“Che lavoro fa?”

Albus storce il naso, prima di rispondere “Non lo so, Jodie non ne vuole parlare. Credo sicuramente la barista o la cameriera in qualche locale notturno, ma non so di più. Ha una cosa come quattro lavori.”

Per un attimo, James si domanda da quanto non parli con suo fratello. Forse, seriamente, non hanno mai parlato, sempre con la scusa che sono maschi, che lui è più piccolo, che non c’è mai troppo da dire. Forse, qualcosa da dire, entrambi lo potrebbero trovare. O forse James sta solo facendo questi pensieri perché è un po’ provato – molto provato – dalle ultime sedici ore e perché Dominique, in qualche modo, in tutti quegli anni lo ha cambiato e lo ha fatto diventare più empatico. Non che non lo fosse anche prima, ma… con lei si è dovuto esercitare parecchio.

“Perché non… vai a dormire da Jodie, quand’è sola?”

Le parole gli sfuggono dalla bocca e il Grifondoro sa di avere esagerato quando Albus lo fissa stranito; così si affretta ad aggiungere “Non hai capito. Non ti sto invitando a fare… quello, per Godric sei mio fratello ed è imbarazzante parlarne con te…”

“Guarda che sei tu che hai provato a farmi il discorso” gli fa notare il Serpeverde, ma l’altro fa un gesto con la mano come a dire che non è un dettaglio importante.

“Voglio solo dire che… magari a lei fa piacere non stare sola in casa la sera. E tu puoi dire che vai da Scorpius o una cosa del genere… io ti coprirei, se ti serve.”

“Credi mi serva?”

“Credo che tu sia il peggior bugiardo nella storia di Hogwarts” commenta James, con un sorriso, prima di allungarsi per scompigliargli i capelli del fratello, che sbuffa divertito, ma che si lascia comunque andare a un sorriso.

“Ti confesso che mi andrebbe…” sussurra Albus, come se stesse parlando più a sé stesso; James sbatte le palpebre, ma non commenta ed è il più piccolo a continuare “Ad Hogwarts… cioè, per carità, abbiamo appena iniziato ad uscire insieme, ma… al castello Jodie è più fredda. Come se… volesse mantenere una certa facciata, come se si vergognasse di stare con me… l’altro giorno, quando abbiamo guardato il film è stato… diverso. Un diverso bello, però.”

È il turno di James di fare una smorfia “Non credo ci sia nulla di cui vergognarsi nell’uscire con te. Certo, dovresti davvero rivedere il tuo guardaroba babbano…”

“… farò finta di non aver sentito…”

“… ma sei un bravo ragazzo. E sei spiritoso. Cioè, sicuramente fai ridere. Io, con te, rido da quando sei nato.”

“Tu mi prendi per il culo, da quando sono nato, è diverso” ribatte Albus, schiettamente. Suo fratello è sempre stato schietto e diretto, non è il tipo che gira intorno alle cose. È la caratteristica che più gli piace di lui. Non ha segreti, perché non è capace di tenerli e perché gli sembra una cosa sciocca averne. James, invece, di segreti ne ha tanti e più passano i giorni e più ne accumula. Tra un po’ lo affogheranno, i suoi segreti, più pericolosi degli Avviccini nel Lago Nero.

Mentre guarda quegli occhi verdi come lo stemma dei Serpeverde, il Grifondoro pensa che quello sarebbe un buon momento per parlare ad Albus del suo segreto. Potrebbe dirglielo in quel momento. Potrebbe raccontargli di Dominique, del fatto che capisce come si sente e la voglia che ha di vedere Jodie. Lo sa perché non si è alzato prestissimo quella mattina solo per fare discorsi impegnativi, ma anche per iniziare l’anno vedendo lei come prima persona, le sue lentiggini, i suoi capelli e il suo sorriso. Dopotutto Albus l’ha fatto, si è aperto con lui – più o meno. Potrebbe fare la stessa cosa.

Ma per qualche motivo le parole non riescono ad uscirgli dalla bocca – alla faccia del celebre coraggio Grifondoro. Se le pronunciasse, è sicuro che suo fratello lo guarderebbe con occhi diversi. Non hanno un rapporto così tanto profondo, ma James sa benissimo che Albus lo ammira e che lo vede come un modello da imitare e da raggiungere.

Questo non dimostra forse quanto poco Albus lo conosca? Lui un modello da imitare? Lui non è nulla del genere.

Però gli piace che Albus lo veda così, non vorrebbe lo vedesse in altro modo. Per questo non può dirglielo, anche se dovrebbe. Glielo dirà, prima o poi, dovrà farlo. Ma non adesso, adesso è troppo presto. Adesso è Albus che sta parlando di sé e lui vuole ascoltarlo attentamente, senza perdersi una parola.

Suo fratello blatera in continuazione, ma di sé non parla quasi mai. E per una volta che lo fa, James vuole essere lì per lui.

“In ogni caso… penso che Jodie sia una ragazza fortunata” commenta quindi, prima di aggiungere con un sorriso “Certo, poteva capitargli molto di peggio.”

“Farò finta di non aver sentito” commenta Albus, prima di mormorare “Senti ma… lei a te piace?”

“Penso sia una bella ragazza.”

“No, no, intendo… sai, la questione Mangiamorte e compagnia bella.”

James serra le labbra, guardando gli occhi chiari del fratello che lo fissano incerti. Per nessuno era stato un problema quando Albus aveva dichiarato, senza mezzi termini, nelle vacanze di Natale del suo primo anno al castello, che Scorpius Malfoy era il suo migliore amico e che voleva invitarlo a casa loro. Per nessuno è un problema trovarsi Scorpius Malfoy in casa, ormai praticamente come costante, nei pomeriggi d’estate. Per nessuno è quasi un problema quando suo padre lo viene a riprendere e tutti fingono di non notare che Harry e Draco fanno finta di non vedersi, mentre Ginny e Astoria cercano di instaurare una conversazione normale – come se le famiglie di entrambe non fossero sui libri di Storia della Magia. E forse i Malfoy sono stati molto più sulla bocca di tutti, mentre la madre di Jodie è sparita dalla circolazione, quindi no, perché dovrebbe essere un problema – dopotutto, il Bombarda, Albus l’ha già lanciato con la notizia del suo migliore amico.

James sa che nonna Molly storcerà il naso perché con l’età si è un po’ irrigidita su questioni che il Grifondoro probabilmente nemmeno capisce e che il pensiero di Jodie come la copia di Pansy sfiorerà le menti di ognuno dei suoi zii e dei suoi parenti, ma a lui, sinceramente, non importa. Lui ha fatto cose ben più gravi che uscire con una ragazza senza padre e con l’aria un po’ arrogante. E se suo fratello è felice così, buon per lui.

Così si limita ad alzare le spalle “A me non importa, Al. Personalmente, visto quanto ci stai appiccicato, pensavo ti saresti messo con Scorpius, alla fine.”

“Ma che Salazar…”

“… sul serio, ho anche in ballo una scommessa con Fred, ora gli dovrò dare cinque galeoni…”

“… ma perché scommetti sulla mia vita sessuale?”

“Però se tu stai bene così e Malfoy non è geloso… hai la mia benedizione. O quello che ti serve, insomma. Il mio appoggio. Il mio supporto. Il mio…”

“Ho capito, ho capito” lo interrompe Albus, alzandosi dal divano con uno scatto “Direi di aver fatto il pieno di confessioni, per oggi. Per tutto l’anno, in realtà, e oggi è solo il primo giorno…”

“… questa è una battuta decisamente alla nonno Arthur…”

“… e io ho fame. Una gran fame, per la precisione, e voglia di tanto zucchero. Waffles a North End Road?” domanda il Serpeverde.

“Stai cercando qualcuno che ti faccia Smaterializzare lì?”

“Esattamente. E che voglia prendere un frappé al cioccolato.”

James ghigna “E primo dell’anno babbano sia, allora.”

Afferra la mano di suo fratello e cinque minuti dopo hanno davanti entrambi un bel piatto di frittelle fumanti e ricche di cioccolato e panna.

E mentre Albus si sporca e insulta le forchette, James pensa che sarebbe bello se Teddy avesse ragione e se il cioccolato avesse davvero poteri magici.






Felpie's Corner
Bentrovati a tutti, spero che qualcuno dopo questa pausa sia ancora qui ad aspettare la seconda parte di questo anno scolastico alquanto impegnativo per tutto il Clan Potter - Weasley. Purtroppo vi dico che la settimana prossima (il 15) non riuscirò ad aggiornare: non volevo fare una pausa così lunga quindi oggi ci tenevo ad aggiornare, ma il prossimo capitolo arriverà il 22 Giugno.
Il discorso di James e Dominique è un po' melenso, lo ammetto (okay, forse io e il mio cinismo siamo un po' di parte), ma un po' di serietà a quei due la dovevo pur dare. Comunque alcune frasi che si dicono non sono mie ma le ho prese da "Le Pagine della Nostra Vita": mi sembravano troppo adatte a loro per non inserirle.
E Louis ha scoperto di loro. O meglio, più o meno. Tranquilli, questa volta niente scenate, Dominique proverà ad affrontare la situazione di petto, prima di tornare al castello. 
Tengo molto sia al pezzo di James e Teddy, perché credo che Teddy sia un po' un fratello maggiore per James, anche se non ho molto modo di mostrarvi il loro rapporto, che al pezzo di James con Albus, perché qui James è effettivamente suo fratello maggiore e gli piace essere visto come un supereroe. E sono convinta che quello che James pensa di suo fratello, almeno in questa storia, sia vero: Albus è una persona sincera, non è capace di mentire e non riesce nemmeno a vedere le differenze tra i figli dei Mangiamorte e i figli degli Eroi. Forse è quello più buono della famiglia (superando perfino Lily) ed è quello che, in quanto a gentilezza, assomiglia di più ad Harry.
Inauguro questa seconda parte con Lucio Dalla, anche se noi siamo praticamente a metà anno, e spero che vi piaccia come e più della prima.
A presto,
Felpie

 
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Felpie