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Autore: LadyNorin    18/06/2021    2 recensioni
John Watson si era allontanato quanto più possibile da Baker Street. La decisione che lo aveva spinto a fare le valigie era molto semplice: Sherlock Holmes.
Dopo la morte di sua moglie Mary, John decide di allontanarsi da coloro che lo hanno fatto soffrire e iniziare una nuova vita. Ma forse il destino prende le sue decisioni, e nemmeno un uomo razionale come John può contrastarle.
Genere: Angst, Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Lestrade, Mycroft Holmes, Rosamund Mary Watson, Sherlock Holmes
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 31:


***


Passarono degli interminabili minuti. John non aveva toccato o parlato a Sherlock. Ora sembrava un po’ più tranquillo, o meglio, erano diminuiti i singhiozzi più forti.
Mi vuoi raccontare cosa c’è che non va?” cercò di usare un tono rassicurante e comprensivo.
Non lo controllo…” rispose Sherlock, riuscendo a stento a pronunciare quelle semplici parole.
Non voleva costringerlo a parlarne più del dovuto, si capiva che faticava, ma non stava capendo il significato di quello che voleva dirgli.
In… In quel parcheggio, quando… Non potevo controllare più niente, del resto… Avevo solo la mia mente, mi era rimasta solo quella. Era l’unica cosa che potevo gestire come volevo e non poteva portarmela via, ma il resto… Io non controllavo niente del resto. E anche adesso…. Non controllo il resto...”
John aggrottò la fronte, non era sicuro di aver compreso quel discorso. Forse una parte di sé si era messa a fare supposizioni su cosa significasse ciò, a volte odiava aver imparato a dedurre. Rimase in silenzio per un po’.
Sherlock tu hai mai… Avevi mai… Prima.” pregò che Sherlock arrivasse alla conclusione da solo perché non poteva essere più specifico di così. Non c’è la faceva nemmeno a pensarlo.
Sherlock gli sorrise, il sorriso più triste che avesse mai visto.
No. Mai.”
John chiuse gli occhi e prese dei bei respiri. Quando riaprì gli occhi si ritrovò il volto circondato dalle mani di Sherlock, i loro nasi si sfioravano per quanto erano vicini. Il dottore deglutì.
Vorrei dimenticarlo. Vorrei poterlo cancellare per sempre dalla mia testa. Privare l’unico posto che mi è rimasto, di quello. Avere almeno una cosa che mi appartiene. Puoi aiutarmi?”
John deglutì di nuovo. Quella giornata stava prendendo una piega sempre più assurda.
Sherlock posò le labbra su quelle di John, solo per lasciarle a sfiorarsi. Come una carezza delicata. Poi John sentì freddo. Sherlock si era alzato.
Lascia stare. Fai conto che non abbia detto nulla.” ma prima che il detective si allontanasse, il dottore lo afferrò per un braccio.
Ehi! No non faccio finta che tu non abbia detto nulla. Che cosa voleva dire?”
Niente John, ti ho detto di lasciar stare.”
No ora tu me lo dici!”
Perché devi sempre essere così testardo?”
Ah io sarei testardo? Da che pulpito!”
Sherlock gli sorrise amaramente.
Sono sicuro che la tua mente brillante ci sia già arrivata.”
Rimase sbigottito, il braccio di Sherlock ancora stretto nella mano.
No che non ci era arrivato! Però, riflettendoci un attimo… Rimuginando sul significato dietro a quelle parole.
Spalancò la bocca come a voler dire qualcosa, ma cosa c’era da dire?
Non importa, non ho alcun diritto di chiedere una cosa del genere.”
Sì! Sì diamine! C’è l’hai!”
Ma tu non vuoi me…”
Prova, magari la risposta ti stupirà!”
Tu… Vuoi?”
Per la miseria si!”
Ok forse stavano andando un po’ troppo veloci, ma tanto ormai viveva già nell’assurdo, quindi un assurdità in più o in meno non cambiava.
Ma tu non lo hai mai…”
Non ti preoccupare di quello, è un mio problema. E poi non lo definirei nemmeno problema. Ti ho giurato che avrei fatto tutto per aiutarti no? Bene. E’ quello che intendo fare. E se serve per stare meglio, ci sto.”
Ora era Sherlock quello che non sapeva cosa dire. Per la prima volta nella vita aveva fatto ammutolire Sherlock Holmes.
Però tu ti devi fidare di me.”
Ma io mi fido.”
Voglio dire, che non possiamo fare nulla se non impari a… Fidarti di me quando siamo insieme. Ti devi lasciare andare, non cercare di controllare cose che non puoi controllare. So che per te è difficile.” John si ritrovò nuovamente zittito con un bacio. Forse gli aveva dato un brutto vizio, perché se ora, ogni volta che discutevano, Sherlock provava a chiudere il discorso in quel modo…
Lasciò perdere ogni tipo di ragionamento logico, e si spostarono sul divano.
Quella fu una lunga, estenuante, ed intensa sessione di bacio. Ogni tanto spostava le mani, ovviamente mai andando oltre le braccia, lo toccava sul viso, infilava le dita tra i ricci, o lasciava una mano semplicemente appoggiata sul collo. Mentre era in quella posizione, con la mano sulla gola, provò ad infilare il pollice sotto il bordo della maglietta, giusto per sfiorare più pelle.
Sherlock mugolò nella sua bocca, poi John sentì una mano sulla propria, e l’altra mentre afferrava quella che aveva lasciato libera, ed essere appoggiata a fianco all’altra. Si ritrovò con le mani spinte verso il basso. Non poteva fare altro che starsene lì, a guardare con aria imbambolata. Ora le mani erano sul petto del detective. John e sentì il cuore andargli in gola, poteva sentire chiaramente i battiti accelerati, e ora che era riuscito a fermare le rotelle fumanti del cervello, anche i battiti del cuore di Sherlock.
John strizzò un paio di volte le palpebre. Non poteva smettere di fissare le loro mani unite in quel modo. Era la cosa più semplice e al tempo stesso più intima che avesse mai avuto con qualcuno, più di tutti i baci che si erano dati per tutto quel tempo.
Sherlock si chinò in avanti e posò le labbra su quelle di John, che era ben contento di venire distratto in quel modo. Ora il cuore di Sherlock aveva accelerato, ma giusto il tempo per il dottore di rendersene conto, che subito le sue mani venivano spostate ancora più in basso.
A John girava la testa. Per fortuna le mani si fermarono sul ventre. Era completamente piatto e teso.
Poi Sherlock lasciò la presa e usò le mani per circondare il volto di John, e approfondire il bacio.
Fu il turno di John di mugolare.
Sentì Sherlock sorridergli contro le labbra.
Ormai John lo sapeva, gli aveva dato il potere, il permesso di rigirarlo in qualunque modo volesse, e Sherlock lo sapeva, lo aveva capito, era uno che le cose le apprendeva subito. Poteva essere totalmente inesperto sull’argomento, ma imparava in fretta. In pratica John era consapevole di essersi fregato con le proprie stesse mani.
Fece scivolare le mani sui fianchi di Sherlock, che fu ben felice di quel contatto perché aumentò l’intensità del bacio.
Alla fine smisero solo quando non avevano più la forza. Le labbra bruciavano, la mascella tirava e scricchiolava a causa di quel movimento continuo.
Sherlock si era appoggiato con la fronte sulla spalla di John e stava ridacchiando.
T-tutto bene?” balbettò il dottore massaggiandosi la mandibola.
Sherlock annuì, ancora appoggiato contro la spalla.
Di questo passo… Possiamo recuperare tutti questi anni persi, in una settimana.”
Come prospettiva non era male. Interi pomeriggi a baciarsi.
Penso che l’ultima volta che mi ha fatto male la mascella per baciare qualcuno. Sia successo quando andavo alle scuole medie ed avevo appena iniziato.”
A me mai.”
John si irrigidì completamente.
Non… Non avevi mai baciato nessuno?” il terrore nella voce, e anche Sherlock se ne accorse, perché si sollevò da quella posizione per guardarlo.
Si. Ma non così.”
John sospirò di sollievo.
Perché, non avresti voluto essere il primo?”
Il dottore si maledisse, perché non se ne era stato zitto una buona volta.
Sì, no, cioè. E’ complicato, è una bella responsabilità essere la prima cosa di qualcuno.”
Non ho un grande metro di paragone, di cosa hai paura?”
Non è questo. Però deve essere una cosa fatta bene, con qualcuno che desideri.”
E il tuo è stato fatto bene?”
Uhm… Più o meno. Poi si impara anche con il tempo.” Annuì.
Allora avrai molto tempo per insegnarmi.” Sherlock gli sorrise, e John si sentì morire. Lo abbracciò più forte che poteva.
Lo riprendiamo l’argomento vero?”
Rise.
Sì Sherlock, lo riprendiamo l’argomento. Ma magari prima facciamo una pausa, non sento più la mascella. E tra poco Kirsty riporta Rosie.”
Sherlock continuava a sorridergli. Sembrava quasi che non gli avesse appena rivelato la tragedia che gli era accaduta alcuni mesi prima.
Ehi, riguardo a quello che ti è successo…”
No! Va bene così, ora tu lo sai. Non voglio più parlarne. Ti prego. Aiutami solo a dimenticarlo.”
John lo fissò intensamente, ma poi sospirò.
Se pensi che ti faccia sentire meglio, ma se vedo che non ti aiuta...”
Mi aiuta. Tu sei l’unica persona di cui mi importa.”
Va bene. Ho capito.”
Sherlock gli diede un ultimo bacio e si alzò, prese le scale per salire di sopra.
John rimase fermo, con lo sguardo perso nel vuoto.
Cosa aveva fatto? Come ne sarebbe uscito? Si sentiva impazzire.
Sherlock aveva delle aspettative su di lui, e lui gli aveva promesso che l'avrebbe aiutato a qualunque costo. Ma quello… Quello forse era troppo. Eppure, c’era una parte di se stesso che lo voleva, lo desiderava, e lo bramava.
Chiuse gli occhi per un momento, e si alzò.
Doveva sistemare tutto prima del ritorno di Rosie.




I commensali seduti alla tavola della cucina stavano cenando in assoluto silenzio, gli occhi puntati ognuno sul proprio piatto, non si erano più parlati per il resto della giornata. Eccetto la piccola di casa, che se ne stava nel suo seggiolone a buttare metà della pappa in giro e l’altra metà spalmata sulla propria faccia. Però sembrava molto soddisfatta della cosa.
Dai Rosie.- John lo disse ormai rassegnato, passandosi stancamente una mano sul viso. -Adesso sei tutta da lavare, di nuovo.”
Rosie agitò le manine, emettendo gridolini acuti.
Non sei stanca? Eh? Andiamo a fare la nanna?”
Ma la bambina si stava divertendo ad usare la pappa verde come una tavolozza per dipingere il vassoio con le dita.
No, no!” John cercò di bloccarla prendendole le piccole mani, ma lei era furba e scivolosa a causa del cibo di cui era ricoperta, così riuscì facilmente a sfuggire alla presa, prese una manciata di quella pietanza verdognola e gettarla dritta in faccia a suo padre.
John rimase congelato sul posto, cercando di capire quello che era appena accaduto, di realizzare che sua figlia gli avesse appena tirato di proposito del cibo addosso; finché un suono strozzato non lo distrasse, sollevò lo sguardo su Rosie, ma lei se la stava godendo, pienamente felice del suo gesto.
Poi si voltò verso Sherlock, le sue labbra erano stranamente sparite, strette all’interno della bocca, ma comunque bastavano gli occhi, stava cercando di trattenersi dallo scoppiare a ridere.
Ti fa ridere?” chiese il dottore, con tono mortalmente serio.
Cosa?” Sherlock ancora che si sforzava di sembrare indifferente.
Ti fa ridere?” ripeté nuovamente John.
No.”
Perché a me sembra proprio che tu stia ridendo.”
Non lo farei mai!”
Ah no?” prese un po’ del cibo rimasto nel piattino.
No! John no!”
La tirò dritta in direzione del detective, ovviamente colpendolo in pieno.
Così impari.”
Rosie saltellava seduta sul posto, agitando braccia e gambe ed emettendo gridolini acuti.
Sherlock si ripulì il volto con il dorso della mano.
Sei crudele.”
Oh mi si spezza il cuore.”
Sherlock gli rifilò un occhiataccia, ma John lo guardò con un sorriso soddisfatto.
Il detective aveva ancora un po’ di cibo sulla mano così lo portò alle labbra per assaggiarlo.
E’ disgustoso! Che roba dovrebbe essere? Come puoi pretendere che lei voglia mangiarlo?”
John roteò gli occhi.
Sei viziato.”
Avere buon gusto non è essere viziati.”
Invece si, lo sei. Sono semplici verdure frullate.” nel frattempo stava cercando di dare una sommaria pulizia a viso e mani della bambina.
Sanno di tutto fuor che di verdure.”
Non voglio nemmeno sapere che vita hai fatto da bambino.”
Mia madre ci preparava tutto fatto in casa. Ed è molto brava in cucina.”
Anche quello è un piatto fatto in casa. Ma se credi di saper fare di meglio.”
Saper fare di meglio?”
Sì. Visto che sei convinto di saper fare tutto meglio, domani le prepari tu il pranzo.”
Ma io non ho detto-”
Ah no no. Ora è compito tuo. Vediamo cosa sai fare.”
Sherlock dall’espressione che aveva all’inizio, ora sembrava quasi spaventato, ma il dottore sapeva che aveva un istinto da competizione che poteva scattare con una semplice provocazione, che era esattamente quello a cui stava puntando. Doveva riuscire a farlo lasciarsi andare, anche se sapeva quanto sarebbe stato difficile, non aveva intenzione di mollare la presa.
Se ne sei convinto.”
Sarebbe fantastico, si.”
Faccio io i piatti, tu sei vuoi puoi occuparti di lei.”
John gli sorrise. Prese Rosie, che ancora si stava agitando, dal seggiolone. Prima di salire le scale si fermò a dare un bacio sullo zigomo di Sherlock.
Vuoi dare anche tu un bacio a Sherlock?” Rosie, tra le braccia del padre, si sporse in avanti, per posare un bacio sulla guancia di Sherlock.
Sherlock arrossì, e John non poté fare a meno di sorridere.
Faccio presto. Ci vediamo su?”
Sherlock annuì.
Sistemo qui e arrivo.”
John prese le scale per andare a lavare la bambina.


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Note d’autrice:

Volevo fare un piccolo annuncio che poi rifarò più avanti. Ormai si sta per concludere anche il mese di giugno; e così già da un po’ sto rimuginando su alcune questioni. Per me i mesi estivi sono i più difficili. Soffro terribilmente il caldo, non riesco nemmeno a pensare appena le temperature si alzano più del dovuto. Davvero è proprio una tortura fisica, inoltre ho la pressione bassa, e spesso e volentieri faccio anche fatica a stare in piedi. Anche per controllare e correggere un capitolo di nemmeno dieci pagine mi ci vuole più di un ora. Quindi sono giunta alla conclusione che, pubblicherò ancora la prossima settimana e poi mi prenderò una pausa estiva. Tranquilli che non vi abbandono. Ne approfitterò per fare le cose con più calma, sistemare e finire le ultime cose di questa storia, e magari sistemare anche altri progetti che ho in mente per questo inverno, così a settembre ritornerò a pieno ritmo con la pubblicazione.
Vi prego quindi, non abbandonatemi, giuro che non è un addio. Vi lascio in pace solo per questi due mesi, e poi non è detto che non pubblichi una volta o du
Ma comunque ne riparliamo alla fine della prossima settimana. Poi come sempre ho il link a tutti i miei social qua sotto.


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Capitolo 32
Lunedì 21 giugno Ore: 15-16
   
 
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