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Autore: Evil Daughter    04/07/2021    10 recensioni
Durante una festa, Bulma esprime un desiderio. Il Dio Drago la ascolta e poco importa se lei non intendeva sul serio le proprie parole, lui obbedisce.
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Ultimo capitolo pubblicato: 7. NESSUNO TOCCHI LA REGINA. (illustrazione di apertura all'ultimo capitolo: FASTIDIOSA per i fan di Bulma, di Radish, di Vegeta, il capitolo stesso è insopportabile, ve lo sconsiglio.) / Storia illustrata/ PG che aggiungo qui oltre a quelli giù segnalati: Dodoria, Freezer.
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Nappa, Radish, Vegeta, Zarbon | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Dopo le note troverete una seconda illustrazione, intanto sorbitevi questa ad inizio lettura.

Attenzione! Questo capitolo ha contenuti discretamente forti ma che potrebbero disturbare la vostra sensibilità.

 

Chiedete e vi sarà dato. Ottenete e vi sarà tolto.



5. Nasconditi: ossa rotte, non v’è pietà.

 


Fantasmi. Non ci avrebbe scambiato una parola con loro se non ne avesse davvero avuto bisogno. Doveva andarsene, prendere Bulma e scappare da F. Zero Uno con un paio di navicelle prima dell’arrivo di Freezer; successivamente, con calma, pensare ad un modo per poter tornare nel tempo presente.

Era la soluzione immediata, ma non la migliore, Vegeta lo sapeva. Perché se lo avesse fatto avrebbe corso il rischio di vedersela abbattere davanti agli occhi, di ammirarla, inerme, esplodere in aria, disintegrarsi in mille pezzi prima ancora di essere riuscito a farle superare la stratosfera. Alla torre di controllo una navicella in partenza verso una rotta non programmata poteva anche passare, ma due, sarebbe stato impossibile. E dopo quanto accaduto con la missione Yardrat, Vegeta aveva certamente guadagnato un bersaglio sulla testa e tanti occhi addosso: all’ennesimo passo falso gliel’avrebbero fatta pagare, non era tanto stupido da non prevederlo.

«Aspetterai il ritorno di Freezer per portarla da lui?», chiese Nappa.
«Ovvio. E per il momento, lei è sotto la mia sorveglianza.», che significava: l’ostaggio rimane con me.
Bulma fremette a quelle parole, le si strinse il cuore. Continuava a star seduta e non alzava il capo, lo sguardo non le andava oltre la punta degli stivaletti bianchi. Se non ci fosse stato lui a proteggerla, non aveva il coraggio di immaginare cosa avrebbero potuto farle e quanto avrebbe potuto rischiare di perdere.
«Perché non l’hai affidata a quelli della prigione?», troppe domande dal vecchio Nappa. Vegeta detestava essere scandagliato, odiava i ficcanaso, di più se erano suoi sottoposti che inopportunamente parlavano dimenticando il rispetto e il distacco che imponeva la differenza di grado.
«Perché lei coglierebbe l’occasione per fuggire e chissà, magari potrebbe ucciderli tutti. Però ti assicuro che se continuerai a curiosare in questa faccenda metterò a tacere te e chiunque altro ci provi. Intesi?», disse imperioso e raggelante. Non aveva pazienza per tenere a bada anche i fantasmi inutili.
Nappa e Radish rimasero basiti, l’ostaggio sembrava essere più importante e pericoloso delle apparenze. Velato di mistero. Iniziarono entrambi a pensare che sotto c’era qualcosa di grosso che il loro principe non voleva rivelare.
«P-perdonami, non era mia intenzione mancarti di rispetto.Te l’ho chiesto perché stiamo organizzando una nuova invasione e non possiamo affrontarla senza di te, ma te ne parlerò in un secondo momento. Per ora anche noi abbiamo bisogno di una pausa.»
«E questa nuova missione è un ordine di Freezer, o di qualche suo subalterno?» chiese Vegeta, senza fare nomi.
«Uh, no, no... Cioè, sì, ce ne sarebbe una, ma questa di cui ti sto parlando è più appetitosa: abbiamo trovato una stellina durante il nostro viaggio di ritorno e pensiamo ci farà guadagnare bene. Però non sarà facile da conquistare. Tutto qui.» 
«Be’, questo sarò io a deciderlo.»
«Ce-certo Vegeta, certo! Ci mancherebbe.»
Nappa terminò lì la conversazione, il suo principe era vistosamente irritato, strano. Non lo aveva mai visto tanto impaziente, come se temesse l’arrivo di qualcosa: non faceva altro che guardarsi intorno, battere il piede a terra. Lo conosceva bene per poterne essere sicuro, gli era stato dietro parecchio dopo l’esplosione del loro pianeta, se c’era uno stato d’animo che il principe Vegeta non aveva mai dimostrato di avere era preoccupazione. Non aveva battuto ciglio anche dopo esser venuto a conoscenza della conseguente scomparsa della famiglia reale e di ogni saiyan. Che cos’era adesso quell’esitazione?


Un brontolio vivace catturò l’attenzione di tutti. Bulma aveva una voragine allo stomaco, non poteva resistere, stava quasi per svenire. Il suo corpo richiedeva subitanea assunzione di viveri.
Radish sogghignò, fissandola divertito: «La piccola sembra avere fame… Ops! Scusami Vegeta, me lo sono lasciato scappare, volevo dire… L’ostaggio
Il principe lo squadrò, Radish meritava di essere scarnificato seduta stante, epperò, stavolta Vegeta non gli disse nulla; esporsi di continuo per lei, avrebbe fatto di Bulma un punto debole. O meglio, doveva fingere che non lo fosse.
«Muoviti, dai, procurati del cibo. Lo troverai laggiù, dove sono quei soldati in fila. Sbrigati.»
Per i primi due, tre secondi, Bulma non afferrò che Vegeta ce l’avesse proprio con lei. Dopo, si ricordò che in quel posto lui smetteva di essere il suo saiyan e il linguaggio riservato ai cani diventava adatto a lei.
Si alzò in piedi, le sembrava di aver dimenticato come si camminasse. Si mosse impacciata sotto gli occhi di Radish e Nappa, Vegeta finse di non trovarla interessante. Lei sapeva che tal indifferenza era una copertura, ma non la sopportava più. Voleva urlare.
Arrivò comunque nell’area dedicata al rifocillamento delle truppe imperiali. I soldati desideravano conoscerla e rivolgerle la parola, ma nessuno tra quelli fu così sciocco dal tentare un approccio con l’unica donna presente e che s’era vista unirsi al tavolo dei saiyan e al fianco del principe delle scimmie mannare. Tutti si scansavano per lasciarla passare. Lei ne approfittò, evitando di fare la fila.


In una sorta di gavetta in metallo, fornita a chiunque avesse voluto mangiare, Bulma si servì da sola; prendendo con un simil-mestolo quella specie di pane duro visto appena arrivata nella mensa e una porzione di poltiglia marroncina che non evitò di aggiungere al pasto perché non c’era altro da scegliere e le sembrava troppo poco accontentarsi del pane. Da definirsi tale solo per l’aspetto.
Tornò al tavolo che aveva anche preso da bere: acqua verde fluorescente. Almeno era fresca.
«Oh, che appetito!», ancora Radish, a commentare con la sua fastidiosa voce ogni mossa della terrestre spacciata per Yardrattiana.
Non gradiva le attenzioni di quel saiyan; Bulma si voltò verso Vegeta aspettandosi qualcosa, ma lui aveva puntato gli occhi altrove. Doveva dissimulare interesse per lei.
Ora, davanti allo “squisito” rancio alieno, non sapeva se iniziare a mangiare o chiedere a qualcuno di unirsi a lei; più che altro domandarlo a Vegeta, che poteva avere fame. Con gli altri due Bulma avrebbe voluto smettere di condividere persino l’aria.
«Datti una mossa, non abbiamo tutto il giorno!», le ringhiò lui, spiacevolmente ferino. Quello era decisamente un andazzo insopportabile. Dopo il rimprovero Bulma non ebbe alcun ripensamento sul da farsi. Aveva fame e una nausea pazzesca da sbattere la testa contro il muro, ma doveva dar retta alla prima delle due.
Il pane raffermo sapeva di nulla, si masticava a fatica, la poltiglia invece ricordava il sapore dei fagioli rossi, non era male. O forse, era la sua disperazione a dare un verdetto positivo. E la bevanda fluorescente si rivelò più dissetante di quanto lei avesse pensato.
Aveva quasi finito, quando lo scouter di Nappa trillò e il saiyan premette il tasto per l’ascolto:

“Nappa, so che sei insieme a Radish e che con voi c’è anche Vegeta. Sono arrivato su F. Zero Uno, ho una comunicazione importante da parte del Signor Freezer per voi, siete convocati nel mio reparto immediatamente e siete pregati di venire puntuali.”

L'espressione sorpresa del saiyan mandò in collera il suo principe: «Chi era?»
«Zarbon è tornato, sarebbe dovuto arrivare con Freezer invece… », «Zarbon è qui?!», Vegeta perse il controllo. «Sì.», «E che ti ha detto, eh?! Dimmelo subito, dimmelo!», nella mensa in molti si voltarono verso di loro attirati dagli strepiti del principe dei saiyan. Bulma pure ne rimase scioccata.
«Ha detto che siamo convocati tutti nel suo reparto, ha una comunicazione per noi da parte di Freezer.»
Vegeta batté il pugno sul tavolo, era preoccupatissimo, Zarbon non doveva assolutamente incontrare Bulma.
«Invece di rivolgersi direttamente a me, che sono vostro superiore, adesso invia messaggi a te! Pezzo di… Me lo fa apposta!», berciò camuffando in rabbia il perché del proprio sgomento.
«Vegeta, non alterarti, sappia-», «Taci Nappa! Non ho bisogno del tuo parere!... E tu, vieni con me!»
Bulma si sentì trascinare via, le cadde il bicchiere di mano, il liquido verde si sparse sul tavolo e colò sulla pavimentazione.
«Ma dove vai?! Zarbon ci ha ordinato di essere puntuali!», «Si fotta – pispigliò il principe tra i denti – aspettatemi qui, tornerò da voi tra poco.»



«Secondo te che ha?», chiese il fratello di Kakaroth, che si era visto portar via la femmina di Yardrat.
«Non lo so – rispose Nappa – ma sento puzza di guai enormi.» finì lui, addentando ciò che Bulma era stata costretta ad abbandonare nella gavetta.
«Però a me piace l’odore di quella, eh eh.»
«Radish, sei un idiota.»

 

˜ ˜ ˜

 

«Insomma, non dicevi che non potevamo toccarci?!», «Tu non puoi, io sì.», lui correva, non era possibile stargli dietro, «Vegeta, così mi farai cadere! Fermati!», la stava strattonando senza neanche permetterle di mettere un piede davanti all’altro. «Basta, mi stai staccando un braccio! Mi fai male!», a quel punto il saiyan arrestò la sua corsa ma non mollò la presa. Bulma non lo riconosceva: la sua fronte grondava sudore, era tremendamente preoccupato.
«Se non mi dici chi è questo Zarbon e perché stiamo scappando, giuro che non mi muoverò da qui, qualunque cosa accada!», minacciò, puntando i piedi.
«Non credo tu abbia la possibilità di decidere. Su, muoviti e non farmi perdere tem-.», gli arrivò una sberla. Non se l’aspettava, ma intuiva di essersela meritata. L’ultima che aveva ricevuto dalla sua donna risaliva a quando Trunks era ancora in fasce. Il motivo era stato assai diverso, uguali però erano gli occhi di lei: coraggiosi e copiosi di lacrime orgogliosamente trattenute.
«Passi la recita di fronte a quei gorilla dei tuoi amici-», «Non sono amici», puntualizzò il saiyan, «-ma se c’è un pericolo in arrivo, vorrei almeno esserne messa al corrente e non venir trattata come un soprammobile!», Bulma scrollò il braccio per liberarsi di lui, che la lasciò.
«... Un pericolo, dici? Questo pianeta è un pericolo, ad esempio. Ovunque noi siamo, qui siamo in pericolo, la galassia in cui ci troviamo è il pericolo!... Galassia dalla quale non sarà facile scappare.»
«Sii più chiaro.», «Ricordi il tizio cattivo che io eliminai su Namecc? C’eri anche tu.», sì, Bulma se lo ricordava, «Be’, sta arrivando, è già arrivato, non so cosa vuole, ma non deve vederti.»
«Perché... Non puoi inventare una storia anche con lui?»
«No, non funzionerà. Credo sappia qualcosa e capirebbe subito che tu non vieni da Yardrat.»
«Quindi, che pensi di fare adesso?»
«Nasconderti… Nella mia cabina, almeno fino a quando non capirò le sue intenzioni.»
«Ma avevi detto che non ti fidavi a lasciarmi sola!»
«Bulma, è una sistemazione momentanea, non c'è altro posto. Cerca di essere comprensiva.»
«Vegeta, più comprensiva di così?! Ti sei reso conto di come mi stai trattando? Io odio questo posto… E inizio ad odiare anche quello che eri!»
Non era esattamente questa la forma che voleva usare, ma lo stress e il disagio la stavano portando all’esaurimento. Lui serrò i denti e guardò altrove; e pensare che Bulma non aveva visto nulla di ciò che lui veramente era stato. Se avesse scorto la bestia, avrebbe potuto smettere di amarlo. Vegeta sperò di non doverne mai dare dimostrazione davanti a lei. Non dopo averla lasciata assistere alla strage del torneo Tenkaichi; in quell'occasione aveva avuto l'alibi della possessione, a quanto ne sapeva lei. Adesso, alcuna scusa l'avrebbe discolpato.
«Sai perché devo essere sgradevole. Sii paziente ancora un po’, sto pensando ad un modo sicuro per andarcene da qui, devi fidarti di me.»
Era una rassicurazione portata avanti a calci, nessuna carezza o abbraccio, da lui non si poteva chiedere di più, bisognava accontentarsi. E stava accadendo tutto troppo in fretta. Bulma non poteva essergli di nessun aiuto, priva del suo laboratorio, debole e...

Dovrebbe saperlo, non glielo posso nascondere ancora.

«Vegeta… Io devo parlarti.», sussurrò delicata, insicura di voler scoprire o meno la reazione del saiyan alla rivelazione che stava per fargli.
«Dopo. Lo farai dopo. Non abbiamo tempo ora, dobbiamo andare.», Vegeta le riafferrò il polso. Bulma perse il coraggio e lui non si accorse dell'espressione sconsolata che a lei colò sul volto. Ma proprio quando ripresero a muoversi, un segnale sullo scouter seguito da un fastidiosissimo fischio all’orecchio suggerirono al saiyan che il tempo era scaduto.
Vegeta avvertì dei passi, un incedere veloce, il ticchettio di un paio di orecchini che ciondolavano seguendo una falcata elegante. E poi un profumo intenso, di fiori appassiti in una camera ardente. Petali secchi e morte.

«È qui!»

C’era da pregare per non diventare cadaveri da ornare. Zarbon era immensamente forte rispetto ai poteri in quel momento posseduti dal saiyan.
Con la super velocità a sua disposizione, Vegeta afferrò audacemente Bulma, acchiappandola per la vita, le sfiorò di poco il ventre con la mano ma questo bastò a colpirlo: avvertì una vibrazione, una scossa che gli arrivò dritta al cuore, e prima ancora che la ragione riuscisse a tradurre quella sensazione, un groppo alla gola, un nodo di commozione lo colse torrenziale. Cercò gli occhi di lei nel fulmine della super velocità. Li trovò chiusi.

Tu...

«Vegeta, so che ci sei!»

Conosceva quella voce. Il saiyan lasciò perdere. Portò Bulma più avanti nel corridoio e avvistato un vano nella parete la lasciò spingendola a nascondervisi dentro, «Qualunque cosa accada, resta qui e non uscire.»
Le disse poche parole e le posò un dito sulle labbra sigillandole la bocca.
Zarbon arrivò dietro di lui.
«Oh, come mai già di ritorno, Zarbon? Che è successo, papà Freezer comincia ad usarti come cane da riporto?»
Il volto dell’alieno, così apollineo e dall'apparenza serafica, assunse in un attimo una terrificante espressione di belva. Egli aumentò la velocità dei suoi passi e, senza che Vegeta potesse rendersene conto, lo atterrò con una violentissima testata spaccandogli il naso e aprendogli la pelle sottile della fronte. Lo scouter di Vegeta volò a terra.
«Piccolo bastardello, ti permetti pure di fare lo spiritoso, so quello che hai fatto. Cosa pensi, d’aver acquisito dei punti con la tua bravata? Una sporca scimmia resta sempre una sporca scimmia.»
Col volto grondante sangue, Vegeta non mancò di rispondergli adeguatamente: «Sei arrabbiato, vedo. Freezer non t’ha dato lo zuccherino stavolta?», lo provocò di più.
«Per te è il Potente Signor Freezer! – Zarbon calò un possente calcio sullo stomaco di Vegeta, privandolo del respiro – Non osare mai più rivolgerti a lui senza rispetto, disgustoso saiyan! E pensare che nei tuoi confronti il Signor Freezer si è sempre mostrato magnanimo. Fosse stato per me, un simile atto di insubordinazione avrebbe dovuto essere punito tagliandoti via la testa!», Vegeta sputò sangue e saliva recuperando un po' di fiato: «Capisco, sei invidioso. Volevi andarci tu su Yardrat e invece Freezer ha pensato di affidare il compito alla squadra Ginew. Mi spiace davvero averti rovinato la festa! Eh eh.»
«Fa’ silenzio, lurida scimmia! – con un secondo calcio, Zarbon gli aveva spappolato la milza, Vegeta urlò – Ho detto che devi fare silenzio, sei insopportabilmente rumoroso!»
Il viso del principe era un maschera di dolore; quello non mancò di colpirlo nuovamente.
«Comunque, ti comunico che il Signor Freezer sa del tuo folle gesto ribelle, quando tornerà vorrà parlarti. Preparati. Non credo te la faccia passare stavolta.»
«Che... Che bello, digli che non me ne frega nulla di ascoltare le sue inutili chiacchiere.»
«Come osi?! Questo è tradimento!»
Zarbon ci andò giù di nocche tumefacendogli il viso. Vegeta gemette sofferente, ancora e ancora e ancora.
Bulma, nascosta a poca distanza da loro, percepiva ogni colpo rimbombare negli strazianti lamenti di Vegeta. Immaginava senza avere la possibilità di aiutarlo e, ad un nuovo grido del saiyan, non si trattenne dal gemere anche lei.
Fu esiziale.


«Cos'è stato?»


L’alieno se ne accorse, arrestò la cascata di pugni potenti, era molto infastidito.
Vegeta capì immediatamente il pericolo: Bulma stava per essere scoperta.
«C’è qualcuno? Ti consiglio di venire fuori prima che io perda la pazienza, non mi piacciono gli spioni.», Zarbon lasciò perdere di torturare il saiyan e si mosse verso il nascondiglio di Bulma.

No, lei no!

Con sommo sforzo, Vegeta raccolse la forza che gli rimaneva. Tremava a causa delle botte prese e non vedeva bene da un occhio, ma non doveva permettere che Bulma venisse trovata: «Za-Zarbon!», riuscì a chiamarlo evitando in tempo che l'alieno mettesse mano allo scouter e che questo probabilmente riuscisse ad indicargli dove trovare chi stava cercando.
«Che c’è saiyan? Hai ancora energie per fiatare, non ti sono bastate per oggi?»
«F-forse, ah ah – forzò una risata –  Ma…  Gira questa voce tra i soldati… E ti riguarda.»
Zarbon si voltò indietro. Se v’era una cosa che esaltasse e rinfrancasse la sua vanità era che si parlasse di lui.
«Una voce? Di che si tratta, avanti, dimmelo!»
Il saiyan provò a star seduto, riusciva a malapena a star ritto sugli avambracci. Sorrise, mostrando un impasto di denti e sangue: «Dovresti saperlo tu stesso, ormai lo pensano tutti», «Suvvia, di cosa stai blaterando?», «Freezer tiene molto a te, ti permette di stargli vicino, eppure non brilli per capacità, persino alcuni membri della squadra Ginew sono più in gamba di te.», «E? Mi stai facendo innervosire, arriva al dunque!», «È proprio questo che volevo dirti: è così perché ti sei venduto il culo... Lo dicono tutti che sei la sua puttana. Non è vero?»
Zarbon sbarrò gli occhi iniettati di rabbia funesta, tornò contro il saiyan. 
«Brutto schifoso, io ti ammazzo!»
Non ebbe pietà di lui. Lo massacrò e Vegeta non oppose resistenza, non provò a parare alcun colpo.

 

Quando finì di sfogarsi, Zarbon aveva le mani gonfie e imbrattate di rosso.
«Così... Anf, anf, la prossima volta, impari ad aprire quella fogna!»
Alcune gocce di sangue gli erano finite sulla guancia, lui le strofinò via disgustato e sputò addosso a Vegeta che non parlava più ed era ridotto ad un cumulo di ossa rotte.
Se ne andò abbandonandolo in una pozza vermiglia, dimenticandosi completamente del rumore che aveva precedentemente attirato la sua attenzione.
Vegeta stese le labbra spaccate finché gli era possibile e sorrise soddisfatto: era riuscito perfettamente a dissuaderlo. Perse i sensi.

 

˜ ˜ ˜

 

Bulma venne fuori dal nascondiglio di fortuna una decina di minuti dopo, quando non sentì più nulla. Era spaventata a morte. Si guardò attorno temendo ci fosse ancora quel mostro in giro, poi, corse da Vegeta disperata e credette di perdere la sua stessa vita trovandolo a terra: «Vegeta… no, no!», Vegeta sembrava una carcassa, il viso era irriconoscibile, lei gli si inginocchiò vicina, fece caso a tre denti che luccicavano poco più in là sul pavimento e, d’istinto, li raccolse avvicinandoli a lui. Abbassò la testa per sentirgli il battito cardiaco, era vivo e respirava a fatica.
«Co-cosa faccio adesso?! Chi mi aiuta? Vegeta, ti prego apri gli occhi!», non li vedeva nemmeno, le percosse gli avevano gonfiato e deformato la faccia. E lì nessuno la avrebbe aiutata. Non aveva nemmeno un fazzoletto con cui pulirlo dal sangue. Erano spacciati.
«Dio mio, che ti ha fatto», si tolse i guanti per carezzargli il viso, sotto le dita, avvertì la mandibola staccata. Le si annebbiò la vista, sarebbe svenuta là con lui, «No. Trova una soluzione, Bulma, una soluzione!», stava andando in tilt, l'arresto cardiaco sarebbe presto venuto a lei. Il saiyan non dava segni di coscienza.
Bulma si alzò, provò a trascinarlo afferrandolo per le spalle; Vegeta era troppo pesante, da sola non ce la faceva.
«Non posso lasciarti qui, come, co-»
Guardando la coda del suo compagno, le venne un’idea.

 

 

Continua…

 

Il secondo disegno sotto le note.

Note: Buona domenica sera! Stavolta aggiorno prima. Ed è arrivato anche Zarbon, ci sono andata pesantina. Però, visto Vegeta come fa di tutto per salvare Bulma! Anche se a volte ha dei metodi che lasciano a desiderare.Lei è abbastanza petulante però. Secondo voi di cosa deve parlargli?
E invece, dei disegni, che mi dite, è abbastanza spaventoso Zarbon? ^^
Per il secondo disegno che trovate qui sotto, non ho voluto esagerare con il sangue. Ma spero entrambi possano piacervi. 
Fatemi sapere che ne pensate in generale di tutto, se vi va. 
Un abbraccio a voi!
Il suo saiyan è una citazione ad una os su di loro che vi metto qui, GLI ALIENI... NON ESISTONO link, il protagonista è il piccolo Trunks alle prese con la scoperta del passato del padre. Non vi dico poverino cosa proverà, sia lui che Vegeta ovviamente.
E se vi piacciono i miei disegni, vi consiglio come sempre la Long STANDBY link incentrata sull'inzio dell'amore tra Veg' e Bul', è ricca di mie illustrazioni. 

   
 
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