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Autore: ClostridiumDiff2020    24/07/2021    0 recensioni
Questa Storia Partecipa alla 365 Writing Days Challenge 2021
365 finestre...
365 storie, una raccolta di racconti, una raccolta di vite.
Ogni giorno, partendo da una parola, si aprirà una porta verso qualcosa, verso qualcuno...
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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205 - Closer
 


 
Avanzò stringendosi nella sua kefta nera, gli sembrava così strano come indumento. Rivoleva indietro la sua maglia di lana, il suo giacchetto stropicciato, i suoi pantaloni, non importava se logori, persino quelle scarpe dalla suola mezzo consumata. Non importava, erano cose sue, gli permettevano di sentirsi ancora Benjamin Greene, stretto al suo zaino alla sia vita, a Julia. Eppure, tutto quello stava svanendo di giorno in giorno. Quando li altri Grisha lo incontravano avevano un moto di riverente panico, prima di capire che non era il loro Generale che gli stava davanti. Prima che notassero i ricami dorati che si intrecciavano nel tessuto nero.
Dal loro primo incontro non si erano più visti. Aveva parlato con una ragazza altezzosa dai capelli rossi di nome Genya. Forse la più bella fanciulla che avesse mai visto. Aveva scaturito in lui un’istantanea simpatia. Forse perché poteva intravedere le crepe sotto quel perfetto viso di porcellana. Era spezzata ed era molto brava a nasconderlo, esattamente come lui. Cosa che invece non apprezzava affatto erano le sue lezioni con quella vecchia strega che tutti chiamavano Baghra.
Sentiva anche la mancanza di Billy, dopotutto era stato il primo volto ad emergere assieme a lui dalle tenebre e quando il Generale aveva preteso che lo trascinassero davanti a lui si era frapposto tra loro. Aveva lottato come un leone ed era stato così che aveva scoperto il suo potere. 
Benjamin si strinse nella sua kefta, era maledettamente freddo in quel posto, e la tecnologia lasciava maledettamente a desiderare. Niente riscaldamento, nessun elettrodomestico o acqua corrente. La sua povera fotocamera si era arresa proprio quella mattina e l’ultima immagine che aveva immortalato era stato il volto del suo carceriere. Il Generale Kirigan. Un volto austero, uno sguardo impenetrabile e lontano. Non capiva come potessero scambiarli, non aveva un grammo della sua regale eleganza. Con il suo mantello con il collo di pelliccia, quando si stagliava davanti al suo esercito pareva un re a cui mancasse solamente una corona.
Corona che evidentemente doveva percepirsi sulla testa quando a mento alto con un semplice gesto riusciva a comandare ai suoi sottoposti. Capivano senza che lui dovesse dar voce ai propri pensieri. In particolare, il suo heartrender, di nome Ivan.
Era lui che aveva sottomesso Billy con il suo potere. Non senza una certa difficoltà, aveva quasi dovuto fermargli il cuore per farlo svenire. Billy resisteva e non solo, aveva cercato di usare il suo potere appena scoperto persino sul Generale, che doveva aver trovato la cosa particolarmente divertente.
Billy sembrava non aver paura di niente e nessuno.
 “Non mi hanno mai spaventato le tenebre. Da esse sono nato, in esse mi trovo a casa e tu… Per me, caro Generale, non sei nessuno… Non ho motivo di temerti o rispettarti” erano state queste le sue parole. Prima che Ivan lo mettesse a tacere.
Benjamin aveva chiesto più volte dove fosse e solo quella mattina la vecchia strega aveva deciso di parlare.
Deve temprare il suo carattere, lo hanno chiuso in una delle segrete, dove Ivan gli elargirà le sue lezioni… Non tratto con bestie selvatiche, forse dovranno spezzargli ancora molte altre ossa affinché diventi argilla adatta alle mie mani stanche”
Benjamin si era lasciato sfuggire un gemito al pensiero di Billy imprigionato in una buia cella, solo, trattato alla stregua di una bestia.
La strega lo aveva guardato incuriosita “Incredibile come un volto così identico al suo possa esprimere emozioni così tanto diverse… Non ricordo più l’ultima volta che ho intravisto sincero dolore nei suoi occhi… compassione…”
Doveva essersi accorta di aver rivelato troppo perché lo aveva cacciato con una sonora bastonata.
Aveva dovuto far appello a tutto il suo fascino per indurre Genya a indicargli dove Billy fosse rinchiuso. Ma ancora più difficile era stato avvicinarglisi senza che il suo mastino da guardia se ne accorgesse. Ivan era irremovibile, nessuno poteva vedere il suo studente. A Benjamin scappò un sorriso. Sarebbe stato più corretto chiamarlo prigioniero. Per fortuna la sua dolce metà, un ragazzo con due fossette sulle guance e il sorriso sempre pronto, era di un altro avviso. E per fortuna Genya doveva averlo preso in simpatia, perché entrambi si dissero lieti di aiutarlo.
Quando finalmente riuscì ad entrare nella cella di Billy, Benjamin impiegò del tempo per abituarsi a quella mancanza di luce, prima di intravedere il corpo di Billy sdraiato a terra, chiuso in se stesso.
Benjamin avanzò finché non fu sufficientemente vicino. Quando gli sfiorò la gamba Billy sussultò “Chi c’è?” ringhiò rabbioso.
Benjamin si aggrappò alla gamba dell’altro quando percepì il suo cuore rallentare come stretto da una mano invisibile. Voleva dirgli era solo Benjamin, quello scemo tremante che lui aveva difeso a spada tratta. Da cui era emerso dalla faglia d’ombra ma la voce gli morì in gola. Poi improvvisamente la stretta si allentò e delle braccia ancora forti lo afferrarono. Il volto di Billy emerse dalle tenebre quando una luce apparve sopra le loro teste, tenue e soffusa.
“Stai imparando a controllare la luce…”
A quelle parole Benjamin afferrò Billy e lo trasse a se per un abbraccio.
“Ero in ansia, Baghra non voleva dirmi nulla e solo oggi ho saputo che tu eri qua… A quello che ti stavano sottoponendo”
Dopo l’inziale incredulità Benjamin sentì la tensione dell’altro scivolare via.
“Tranquillo, sono abituato ad avere superiori dal tocco poco delicato… E non solo loro…” Billy si interruppe e si lasciò un attimo cullare da quella stretta.
“Accidenti Benji, vuoi darti una calmata? Sento il tuo cuore martellarmi la testa, sembra quello di un coniglietto spaventato. Potrebbe esploderti in petto, rilassati, sto bene!  Stamani avevo un po’ di ossa frantumante ma mi hanno mandato una tipa, doveva essere una guaritrice… Dopo aver cercato di farla fuori ho capito che era arrivata per mettermi a posto le ossa, quindi con non poco dolore eccomi qua… Incazzato ma intero.”
Benjamin non lasciò la stretta anzi si aggrappò ancora di più a lui.
“Bill è colpa mia… Se fossi stato in grado di fare qualcosa, invece sono un totale disastro…”
Il respiro di Billy gli solleticava il collo, ma quel calore, quel senso di fratellanza che tanto gli era mancato. Se non fosse stato per lui non sarebbe mai emerso dalle ombre. Poteva esser stato un po’ brusco ma era stato al suo fianco. Senza esitare.
La mano di Billy salì lungo la schiena per posarsi sulla sua nuca, un tocco gentile che Benjamin non si aspettava. “Ehi coniglietto non sentirti in colpa. Forse è che vedo in te la parte di me che sento più vulnerabile e non ho potuto fare a meno di proteggerla, ma non devi sentirti in colpa, ne verremo a capo prima o poi… Sono difficile da uccidere.”
Benjamin si sentì pervaso di nuovo da quel gradevole senso di familiarità che aveva percepito al loro primo incontro. Solo che adesso l’ultimo barlume di sicurezza era ormai lontano, smarrito in quella grotta, in un altro mondo. Mente Billy era là, stretto a lui, in cerca di qualcosa che lo tenesse avvinto alla vita in quelle tenebre senza fine. Voleva solamente percepire quel calore, quel senso di sicurezza, quando le dita di Billy si insinuarono tra i suoi capelli Benjamin inseguì il suo respiro, rincorrendo le sue labbra, stringendolo sempre più a se, inseguendo quel senso di sicurezza che gli dava quel corpo. Catturando ogni gemito, divorando quel sapore con avidità.


 
 
Day 205 - Prompt - affondare (24.07.2021)
   
 
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