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Autore: dirkfelpy89    26/07/2021    1 recensioni
Marzo 1968. I Magonò sono in subbuglio e, dopo le nuove leggi più restrittive nei loro confronti introdotte dal nuovo Ministro della Magia, marciano in tutto il paese per reclamare più diritti. Quando, nel corso di una di queste manifestazioni, cinque Magonò cadono uccisi da un misterioso terrorista, toccherà ad alcuni Auror indagare e scoprire, forse, quanto il male sia vicino a loro e quanto possa affascinare le menti dei più deboli.
-“Questa storia partecipa al contest Come to the dark side? Ehm… indetto da Severa Crouch sul forum di EFP”
Genere: Drammatico, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Mangiamorte, Marius Black, Nuovo personaggio, Voldemort
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Capitolo 2, Vendetta

 

 



Nei pochi mesi di permanenza in Inghilterra, Marcus era già riuscito a comprendere quali fossero i migliori locali dove poter raccogliere, in caso di bisogno, informazioni preziose; senz’alcun dubbio, il ‘Testa di Porco’ entrava in questa lista molto particolare.
Mentre varcava la sudicia soglia del locale l’uomo sentì il marchio, tatuato sul suo avambraccio, bruciare: Voldemort attendeva impaziente.
Lo aveva conosciuto in Svezia e subito si erano capiti alla perfezione.
Voldemort era rimasto impressionato dalla forza e dall’abilità nei duelli di Marcus mentre quest'ultimo aveva subito apprezzato il progetto che l’Oscuro Signore stava lentamente costruendo. Così lo aveva seguito, insieme a qualche amico, in Inghilterra e, mentre i Mangiamorte si occupavano di raccogliere consensi, eseguire alcune missioni di second'ordine e di addestrare le nuove reclute, Marcus e pochi altri veterani eseguivano il lavoro sporco.

A quell’ora del pomeriggio il “Testa di Porco” era affollatto da diversi avventori dall’aria non molto raccomandabile. Meglio così, pensò l’uomo.
Marcus si mise a sedere in un piccolo tavolo storto, vicino ad una sudicia finestra: una buona via d’uscita, in caso di emergenza.
Rimase in attesa, osservando attentamente i vari clienti, fino a quando si avvicinò un ometto dai lunghi e sudici capelli neri. I due si osservarono, in silenzio, per qualche istante.

“Cosa c’è? Non mi riconosci, Marius?” chiese, a bassa voce, Marcus. L’uomo chiamato Marius sbiancò.
“Ti ho già detto di non farti più vedere e, lo sai, non… non devi chiamarmi così!” sibilò, lanciando all’altro un menu sudicio e consunto. Marcus fece finta di leggerlo, poi si rivolse a bassa voce al cameriere.
“Tra dieci minuti… nel bagno” sussurrò poi, a voce alta, disse: “Un'acquavite. E muoviti, canaglia!”

Sorseggiata la sua bevanda, il Mangiamorte, dopo aver aspettato un quarto d’ora, lasciò il denaro necessario per pagare la bevuta sul tavolo e poi si avviò verso il bagno del locale.
Era un ambiente talmente angusto, sporco e maleodorante che nessuno lo adoperava più da anni, il che lo rendeva un posto perfetto per le conversazioni più private e scottanti. Marius lo stava già aspettando.
Era una persona strana, rancorosa, diffidente ma con Marcus, nel corso delle settimane, era riuscito ad aprirsi, complice anche una goccia di Veritaserum versata di nascosto nel suo succo di zucca serale. Aveva ascoltato la sua storia, capendo che poteva essere un utile e prezioso alleato, specie perché era un Magonò desideroso di vendetta.

“Quello… quello che avete fatto è stato davvero ignobile! Quei poveri Magonò innocenti, massacrati solo perché reclamavano più diritti!” sussurrò Marius, rabbioso. Marcus sorrise, sardonico.
“Innocenti? Essere una bieca feccia non è una colpa, di per sé? Insozzare il nostro Mondo Magico, la nostra razza, non merita la morte?”
“Io… io allora sarei una feccia meritevole di morte?’” esclamò Marius, indignato.
“Sei un Magonò, un Black Magonò…” buttò lì il Mangiamorte.
“Sono una feccia, forse, ma questa feccia non ci mette nulla ad andare al Ministero della Magia e a denunciarti!” sibilò il Magonò, ormai paonazzo. Marcus rise, cercando di alleggerire la tensione.
“Ma se lo fai, lo sai, non potrò aiutarti nel tuo piano… nella tua vendetta, Marius!” rispose, con calma. L’altro rimase in silenzio, mentre, lentamente, il Mangiamorte estrasse dalla tasca un pacchetto.

“Io ho una cosa che vuoi con tutto te stesso…” bisbigliò l’uomo,avvicinandosi a Marius, “E tu, ne sono sicuro, hai informazioni che io desidero con altrettanto ardore. Perché non la smettiamo con questo gioco e non ci diamo una mano a vicenda? Perché non dai un'occhiata a questo piccolo pacco che adesso ti porgo?" concluse, con tono suadente.

Il Magonò fissò il pacchetto che Marcus teneva in mano, lo prese e, con esitazione, lo aprì.
“Un fossile di Tricorno!” bisbigliò, ammirato, “Sono rarissimi!”
“Il mio padrone ha ottimi agganci. Una buona esca per il tuo indegno padre! Non è appassionato di questi preziosi e rari gingilli? Non rappresenta un'esca perfetta per attirarlo in trappola?" sorrise Marcus, in tono affabile.
“Dovrò tradire i miei simili… per una vendetta personale?” balbettò il Magonò, indeciso. Adesso che il suo sogno era sempre più vicino, paradossalmente sembrava più restio.

“Perché perché adesso tremi? Che cosa mai ti hanno dato i tuoi simili? Ti hanno aiutato quando eri in difficoltà? Ti hanno mai sostenuto nel tuo sogno?” rispose Marcus, alzando leggermente la voce. Era il momento di spingere sull’acceleratore. “Io sono stato l’unico a farlo! Deciditi, smettila di nasconderti qua dentro, accetta il mio aiuto e abbraccia il tuo destino!”
Marius chiuse gli occhi ed infine annuì.
“Finirò all’inferno, lo so, ma a questi punti non mi importa. Ti dirò tutto quello che desideri…”

/ / / / / / /

Il dipartimento Auror era in subbuglio, man mano che il week-end si avvicinava.
Per quel fine settimana, infatti, erano state programmate diverse marce di protesta Magonò in tutto il paese e, per evitare pericolose fughe di notizie, le zone dove queste manifestazioni avrebbero avuto luogo rimanevano top-secret anche per il Ministero.
Augustus aveva deciso di passare la mattinata negli archivi del Ministero cercando qualche vecchio caso di attacchi ai danni di Magonò, ricerca che però non diede i risultati sperati. Fu con grande sorpresa che, tornando nel Dipartimento Auror, trovò ad aspettarlo Henry Rosier, un pezzo grosso dell’Ufficio dell'Applicazione della Legga sulla Magia.

“Buongiorno, ragazzo. Dalla quantità di polvere che hai addosso presumo tu abbia passato la mattinata negli archivi!” disse Rosier, ridacchiando. Augustus cercò immediatamente di ripulirsi da tutta la polvere che si era accumulata sul suo vestiario quella mattina.
“S… sì. In effetti è così!”
“Qualche risultato degno di nota?” chiese Rosier, allontanandosi dalla folla insieme al ragazzo.
“No, signore!” rispose Augustus, piuttosto deluso.
“In fondo non è che ci cambi la vita, dico bene?” sussurrò Rosier, sorridendo sornione, “Qualche Magonò in meno, dico io, che male ci può fare? Non capisco perché gli Auror dovrebbero intromettersi in questa indagine!”
August annuì. Non aveva senso mentire, era lo stesso pensiero che lo aveva tormentato negli ultimi giorni.
“Una famiglia di maghi è stata attaccata da un gruppo di Magonò due giorni fa, lo sapevi? E di loro, però, non parla nessuno. All’opinione pubblica non interessa!” continuò Rosier, sempre a voce molto bassa. “Che vadano al diavolo, dico io. Questo Ministero sta, in breve, diventando un covo di Babbanofili e Sangue Marcio, te ne starai rendendo conto anche tu. Contano più loro, e la stampa, che il consiglio di un bravo e fidato Purosangue. E noi dovremo starcene qui a guardare e non fare niente?”
“Effettivamente le cose non vanno molto bene, signore” replicò August, convinto, “Perché non si candida lei, come Ministro? Avrebbe sicuramente il mio sostegno!”
Rosier rise.
“Non avrei mai i voti delle persone… giuste. Però un modo per cambiare questo nostro Mondo Magico ci può essere…” disse l’uomo. Poi chiese, la voce poco più di un flebile sussurro: “Sei un Purosangue, per caso?”

“Sì, non siamo nelle Sacre Ventotto ma la nostra famiglia è rimasta, per quanto possibile, pura di sangue.”
“E credi che le cose debbano cambiare, immagino!” rispose Rosier, lisciandosi la lunga barba bionda, “Hai fatto domanda per lavorare all’Ufficio Misteri, se non erro!”
“Sì, ma le candidature sono chiuse…” rispose il ragazzo, piuttosto affranto.
“Se, quando verrà l’ora, ti comporterai come si conviene ad un Sangue Puro… chissà se le candidature non si potranno riaprire. Avremmo proprio bisogno di un Purosangue fidato… laggiù…” disse Rosier, talmente a bassa voce che Augustus fu costretto ad avvicinarsi, per poterlo udire.

“Ag, hai un lavoro da compiere!” la voce di Bob riportò il ragazzo alla realtà. Salutò Rosier e tornò nel dipartimento, accompagnato dall’amico.
“Non mi piace quell'uomo,” borbottò Bob: “Stagli alla larga.”
"A te non piace nessun Purosangue, amico!" rispose Augustus, ridacchiando. La verità era che le parole dell'uomo lo avevano colpito perché erano esattamente i suoi pensieri. 'Se ti comporterai come si conviene a un Sangue Puro… cosa diavolo voleva dire?'

Un quarto d’ora più tardi Augustus e Bob avevano terminato la lettura del plico riguardante la strage di Concorde Square con davvero pochi passi in avanti.
“Sappiamo che l’esplosione è stata violenta ma circoscritta, ergo, chi ha scagliato la maledizione era piuttosto vicino...” disse il più giovane, leggendo svogliatamente il rapporto che aveva appena compilato, “É facile capire che l’autore deve essere riuscito a mimetizzarsi in quel gruppo di Magonò, quindi non crediamo che l’autore sia un esponente di spicco della nostra comunità…” concluse l’Auror.
Bob annuì, sovrappensiero.
“Tutto inutile, te lo dico io. E, sinceramente non capisco perché perdere tempo con questa faccenda se neanche al Ministro interessa qualcosa della vicenda!” brontolò Augustus, scuotendo la testa.
“É la politica, Ag. L’opinione pubblica, la popolarità. Bah!” rispose Bob, sovrappensiero.
Augustus stava per chiedere al collega come mai quel giorno si comportasse in modo così strano, quando entrò, nel loro cubicolo, una donna con un foglio di pergamena, sigillato, in mano.
“É arrivato questo per lei, Bob Kenningher!” disse, porgendo la busta all'uomo. Costui, congedata la donna, strappò il sigillo e lesse avidamente il contenuto.
“Bene…” borbottò l'uomo, raggiante.
“Si può sapere cosa…” brontolò l’altro Auror.
“Ag, puoi stare certo che chi ha commesso questi fatti criminosi ha delle spie. Ma anche io, modestamente, ho le mie fonti attendibili!” rispose Bob, sorridendo sornione. Prima che l’altro potesse rispondere, Kenningher si alzò e corse diretto all'ufficio di Jeremiah.

“Jeremiah, ho importanti notizie!” sbraitò, non appena varcò la soglia dell'ufficio del Capo Dipartimento Auror. L’uomo, seduto dietro la sua scrivania, non registrò subito le parole dell’Auror.
“Co… che cosa c’è?”
“So dove si troveranno nei prossimi giorni le principali manifestazione dei Magonò e so anche dove colpirà il terrorista!" esclamò Bob, poggiando sulla scrivania il foglio di pergamena.

/ / / / / / /

Lestrange Manor era insolitamente affollata e rumorosa. La sala del focolare era occupata da una ventina di persone, quasi il doppio rispetto all'incontro precedente.
Marcus, in piedi, aveva appena mostrato a Voldemort, e ai suoi colleghi Mangiamorte, il suo piano per l’indomani.
“Il piano è quindi deciso, il massacro ormai pronto. Io e tre miei compagni attaccheremo quella feccia e, questa volta, faremo le cose per bene!” esclamò, arringando la folla, “Nessuno rimarrà in vita, i Magonò devono capire che sono solo feccia e che non possono permettersi di alzare la testa. Se glielo lasceremo fare, se gli permetteremo di ribellarsi, che cosa rimarrà del nostro Mondo Magico?”
Terminato il discorso, Marcus venne accolto da un fragoroso applauso. Voldemort rimase in silenzio, soppesando il suo calice di vino.

Mentre la riunione veniva sciolta, l’Oscuro Signore si alzò in piedi e si avvicinò a Marcus, intento a parlare con Rodolphus e Rabastan Lestrange. Con un cenno della mano congedò gli altri due Mangiamorte, rimanendo solo con lo svedese.
“Ottimo discorso, il tuo marcato accento straniero rovina un po’ il tutto, ma ci puoi lavorare!” sibilò Voldemort, divertito.
“Mi onora, padrone!” rispose Marcus, dando in un breve inchino.
“Ma, ricordati bene…” sibilò, in tono ancora più basso, “Torna vincitore, Marcus, oppure… non ti disturbare a farti vedere qui… vivo.”
L’altro sorrise, sicuro “Non si preoccupi, padrone. Farò tutto quel che posso affinché domani il Mondo Magico non sia più lo stesso! I Magonò, i Babbanofili, i Sangue Marcio ricorderanno con terrore questo venti di Marzo!"

/ / / / / / /

Eccoci qui con il secondo capitolo.
Alcune precisazioni/headcanon da spiegare al lettore.

Sì, Marius è Marius Black, unico Magonò della famiglia Black, protagonista di una mia oneshot che potete trovare sul profilo. In breve, Marius, nel mio Headcanon, medita vendetta contro il padre per averlo abbandonato a soli undici anni. Per far ciò, per raccogliere più informazioni possibili, lavora a Hogsmeade con un falso nome fino a quando non incontrerà Marcus che, appunto, darà una mano al Magonò, in cambio di informazioni.
Visto che uno degli argomento principale di questo contest fare vedere il fascino del male ho voluto inserire il fascino che Marcus può aver avuto su Marius, un uomo che ha perso tutto e che ha solo una cosa nella vita: la vendetta.

  
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