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Autore: dragun95    01/09/2021    3 recensioni
Valtur è un membro degli inquisitori, un gruppo votato alla lotta alla piaga che da più di un secolo sta causando morte e dispirazione. E da cui non vi è una cura.
Il mezzelfo è stato incaricato di dirigersi in una delle città umane più avanzate, dove la piaga ha iniziato a diffondersi. In concomitanza con un'incontro molto importante.
Tra i tetti e i vicoli il nostro inquisitore dovrà affrontare la piaga e forse qualcosa di più di quanto avesse potuto immaginare.
Genere: Azione, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Thorn Cronicles'
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Capitolo 10
Dubbi e scetticismo



Evereth seduto alla sua scrivania, stava ascoltando l'andamento della missione alla tenuta di Lady Rowanne il mattino successivo al ritorno dei due inquisitori che lo informarono dei fatti accaduti e della caduta di Garren mentre faceva il suo dovere.

-Capisco- disse soltanto abbassando il capo lanciando uno sguardo a Blossom che era al suo fianco. Anche lei aveva abbassato gli occhi stringendo i pugni. La perdita di un compagno era qualcosa che metteva sempre a dura prova lo spirito e lui lo sapeva bene, avendone perso molti di amici e compagni.

-La sua arma?- Janet si avvicinò alla scrivania tirando fuori le falci a catena del compagno posandole sulla scrivania. Lui vi ci poggiò sopra l'indice forse in segno di rispetto per il ragazzo.

-Le farò subito portare al quartier generale insieme ad un comunicato su ciò che è successo. Così che possano creare la sua targa d'onore- per ogni Inquisitore caduto l'ordine faceva fondere le loro armi così da poter creare una targa in Ignis col suo nome, in sua memoria così ne possa essere ricordato ed ammirato per aver compiuto il suo dovere.

-La ringrazio- rispose la rossa abbassando il capo grata. Blossom le si avvicinò poggiandole la mano sulla spalla.

-Vuoi andare a riposare un po'?- chiese dolcemente. Sicuramente dopo ciò che aveva passato perdendo il suo amico sarebbe voluta stare da sola.

-Si, grazie- la Minotaura la strinse in un veloce abbraccio, per poi farla uscire chiudendo la porta.
Il Mezzelfo era rimasto dentro e al suo posto, aspettando di poter parlare. Il Vicario se ne accorse e si mise più comodo sulla poltrona, guardando il Purificatore negli occhi.

-È strano vero? Intendo l'Infetto completamente mutato- l'altro annuì ed in effetti anche gli altri due erano rimasti piuttosto stupiti della notizia.

-I nostri fiori non hanno avvertito la sua presenza da quando siamo arrivati! Come può essere successo?- sbraitò la rosa, battendo lo zoccolo contro il pavimento innervosita. Anche se si fosse mosso nei canali di scolo sotto terra lo avrebbero comunque percepito in parte essendo in una fase avanzata della malattia.

-Più che altro cosa ci fa qui un Mannaro. Tutto questa storia è troppo strana!- concordo l'uomo grattandosi il mento. In quel momento Valtur aggiunse un'altra scoperta.

-Dopo che l'infetto è stato abbattuto. Gli ho trovato questo addosso- si avvicinò mettendo sul tavolo un piccolo scrigno rinforzato. Aprì il lucchetto aprendolo e mostrando l'oggetto rincollare che aveva preso dai resti del Mannaro. 
Evereth lo guardò, prendendo dei guanti corazzati ed indossandoli prima di maneggiare quell'oggetto che era stato a stretto contatto con la piaga. Ad una prima analisi visiva sembrava un collare in metallo con una gemma bruciata al centro.

-C'è l'aveva addosso?-

-Conficcato dentro alla carne- ammise. Anche Blossom si avvicinò ad osservarlo.

-Sembra un collare. Che c'è l'avesse prima di essere infettato?-

-Quando mai hai visto un Mannaro con un collare?- gli chiese a sua volta il Mezzelfo beccandosi un'occhiataccia dall'Inquisitrice. Il Vicario alzò la mano mettendo a tacere il possibile battibecco, rimettendo l'oggetto nello scrigno e richiudendolo.

-Portalo ad Ederis. Forse lui saprà dirci che cos'è o cosa può essere- l'altro annuì riprendendo lo scrigno e con un breve inchino uscire dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle.

Appena fu uscito il castano sospirò buttando la testa indietro, troppe cose strane stavano accadendo per i suoi gusti. Blossom gli si avvicinò poggiando la mano sulla sua spalla per cercare di calmarlo, facendo incrociare i loro sguardi.
Era grato che fosse lì con lui e che lo sostenesse, quando l'aveva incontrata la prima volta così seria e diligente gli sembrava che lui non gli sarebbe andato a genio, quante cose erano cambiate da quel momento.

-Credi che l'alchimista ci darà risposte?-

-Lo spero, sta diventando tutto troppo fumoso- rispose alzandosi dalla poltrona, superandola per andare alla finestra. Guardò fuori in entrambe le direzioni con aria guardinga per poi spostare le tende.

-Forse dovremmo chiedere supporto- propose lei.

-Le Ombre sono già a lavoro da quando siamo arrivati. Appena avranno qualcosa ci avvertiranno!- la informò lui, stupendola un pochino ma dopotutto il Vicario non era di certo uno che si faceva cogliere impreparato. 
Allungò la mano accarezzandole il volto per poi stringerla a se in un'abbraccio accarezzandole i capelli, Blossom si bloccò per un minuto per poi stringerlo a sua volta ricambiando il suo abbraccio. 
Entrambi speravano di non dover seppellire altri dei loro compagni, anche se sapevano che non era una speranza certa.


Valtur si diresse verso l'officina della tenuta per poter consegnare l'oggetto all'Alchimista, sperando che potesse dargli qualche altra informazione. Voleva fare presto e andarsene a bere qualcosa, lo faceva ogni volta che perdevano uno dei loro, anche se non li conosceva, brindava alla loro morte per ricordarli e omaggiarli.

Allungò la mano sulla maniglia quando sentì delle voci dentro la stanza. Riconobbe quella di Ederis ma non degli altri, apri lentamente per vedere cosa stesse succedendo.
Il ragazzo era insieme a due uomini che dall'aspetto della divisa che indossavano sembravano delle guardie, ma il colore era scarlatto e presentavano una vistosa piuma bluastra sopra al berretto.

-La questione è semplice ragazzino!- il tono secco dell'uomo fece incuriosire il Purificatore chiedendosi di cosa stessero parlando.

-Vogliamo solo avere informazioni e caratteristiche sul metallo delle loro armi- continuò il secondo, poggiandola mano sul bancone. 

-Ma io non so, se il metallo che usano sia naturale o una lega- si giustificò deglutendo nervoso. 

-In questo caso prendine una e analizzala. Sei nella dimora di uno dei loro Vicari- fu allora che capì che stavano parlando dell'Ignis.

-No...non credo sia...una buona idea- ammise Ederis tamburellando le dita sul ripiano iniziando a sudare nervoso, quei due non gli piacevano per niente, sopratutto dal loro atteggiamento.

-Andiamo. Se lo farai ti aspetta una bella ricompensa- cercò di persuaderlo uno dei due. Quando si sentirono entrambi avvolti da due braccia e in mezzo a loro comparve la maschera di Valtur che era sgattaiolato nella stanza silenzioso come un'ombra cogliendo tutti di sorpresa.

-Mi spiace deludervi, ma tutte le informazioni sull'Ignis sono un segreto del nostro ordine. Pertanto se qualcuno dovesse scoprirlo...non potremmo far altro che metterlo a tacere. Non so se mi spiego?- disse quelle ultime parole con un tono tagliente e glaciale che fece venire i brividi. Le due guardie si staccarono indietreggiando spaventate, per poi uscire subito dalla stanza.

-Chi erano quelli?- chiese guardando il ragazzo che sospirò.

-Guardie d'Elitè. Si occupano di proteggere la parte centrare della città, dove abitano i nobili...pensavano di poter sapere da me di cos'era fatto il metallo che usate- dato che solo loro sapevano il processo di lavorazione di quel metallo, molti volevano sapere i loro segreti per poterlo riprodurle. Ma questo era uno dei segreti più gelosamente custoditi dagli Inquisitori.

-Capisco....ti ho portato una cosa- poggiò lo scrigno aprendo per mostrargli l'oggetto che conteneva. Il giovane lo guardò per qualche istante.

-Era addosso ad un'Infetto dalla piaga- il giovane indietreggiò subito prendendo dei guanti da saldatore rinforzati in acciaio, non voleva toccare a mani nude cose che erano state a contatto con la piaga.

-Tranquillo il calore lo ha sterilizzato- gli rispose l'albino. Il ramato lo prese delicatamente iniziando a scrutarlo con occhio attento per capire cosa fosse, aveva già capito anche dall'aspetto che si trattava di un cerchio di metallo. Si mise a osservare più da vicino ciò che c'era al centro, storcendo appena le labbra.

-Questa sembrerebbe una pietra magica- 

-Come quelle che usate per alimentare i Golem?- l'altro annuì, anche se il fuoco l'aveva  danneggiata molto e inscurita non poteva dirlo con totale conferma. Eppure sentiva che fosse una di quelle dal semplice tocco, avendone usate un sacco per i suoi costrutti.


Ascoltare il suono del piano forte mentre ripuliva i suoi attrezzi da lavoro. Questo era ciò che piaceva a Josef, mentre puliva i bisturi e le pinze che erano stati sterilizzati in una bella doccia di fiamme.
L'uomo sembrava muoversi sulle note del piano mentre con un panno ripuliva l'acciaio, facendo dei passi eleganti come di un valzer. Il suono dello strumento vennero però mischiate a quelle di ringhi in sottofondo.

Si voltò indossando una maschera antigas in cuoio sul viso andando vicino alla gabbia contenente una persona. L'individuo però si abbatté contro le sbarre elettrificate che lo respinsero all'istante.
L'uomo era lo stesso a cui avevano iniettato il sangue contagiato e aveva già iniziato a presentare i sintomi come spine sul volto e collo unite ad un comportamento animalesco e aggressivo.

-L'infezione procede abbastanza veloce- ammise dando le spalle alla gabbia e tornando ad uno dei tavoli chirurgici, sopra di esso stava il manoscritto datogli dal duca Kruagag.  
Si infilò i guanti neri prima di prenderlo, nonostante la copertina in pelle fosse ancora abbastanza buona le pagine al suo interno erano ingiallite dal tempo. Lo aprì lentamente, l'inchiostro in alcune pagine era talmente sbiadito che non si capiva più niente, ma alcune che erano ancora leggibili faceva riferimento alla piaga delle spine.

"Mi chiedo dove l'abbia rimediato e sopratutto chi lo ha scritto?" Sapeva che la piaga era comparsa più di un secolo fa e da quanto era rovinato il manoscritto i conti tornavano sopratutto se fosse stato in un posto umido, anche se non gli avevano detta altre informazioni se non di studiarlo il più possibile.

Lo chiuse rimettendolo a posto e tirando fuori un guanto in pelle nera con sul dorso una pietra magica tagliata circolarmente e levigata, rispetto a quelle più grezze. Lo indossò sulla mano destra, riavvicinandosi alla gabbia contenente la cavia.

-Indietreggia- gli ordinò allungando il guanto verso di lui, l'infetto in risposta si avventò sulle sbarre per aggredirlo, venendo elettrificato.

-Ho detto indietreggia!- non lo ascoltò continuando a scagliarsi sulle sbarre. Josef sospirò togliendosi il guanto e sedendosi su una sedia. Strofinando il pollice e l'indice contro il setto nasale frustrato per i risultato così fallimentari.

«Sperimentazione del prototipo numero 23: i soggetti infetti non rispondono ai comandi, nonostante il collare. Risultato della sperimentazione: fallito» scrisse il tutto su un foglio per tenere conto degli esperimenti. 
Si appoggiò al tavolo con le mani espirando, nonostante i soggetti fossero istintivi e privi di ragione non riusciva a controllarli.

-Lo avevo detto al duca che non era fattibile- si sistemò gli occhiali da vista. Avevano saputo che il regalo per lady Rowanne era stato un fallimento ed era sicuro che il duca sarebbe stato di pessimo umore. Altre pessime notizie non ci volevano in quel momento.
Intanto l'infetto continuava a innervosirlo cercando di abbattere le sbarre, Josef stufo alzò la mano scagliando una palla di fuoco sulla gabbia dando fuoco ad essa e a ciò che si trovava dentro.


Rimase ad osservare il bicchiere ormai vuoto dopo averne bevuto il contenuto. Dopo aver portato l'oggetto ad Ederis, se ne era andato a fare un giro per la città, decidendo che non avrebbe partecipato alla ronda quella sera.
Si era fermato in un bar, sedendosi al bancone per ordinato da bere. Il locale era deserto a parte lui, forse perché tutti i presenti se ne erano andati dopo averlo visto entrare.

-Voi Inquisitori siete una rovina per gli affari!- alzò lo sguardo ritrovandosi davanti la proprietaria del posto. Una donna abbastanza minuta ma dal fisico prestante dalle forme sode, il volto era incorniciato da dei capelli neri corti e occhi del medesimo colore, con un neo sotto all'occhio destro e labbra carnose ma non troppo.

-Io sono venuto solo per bere- rispose lui facendogli segno di dargliene un'altro. Sbuffò mettendogli davanti la bottiglia.

-Prego serviti da solo- gli disse prima di sparire nel magazzino. Prese la bottiglia lanciando uno sguardo al suo fondoschiena prima che sparisse, doveva ammettere che non era niente male. 
Aprì la bottiglia versandone il contenuto nel bicchiere e alzandolo come a fare un brindisi prima di mandarlo giù tutto d'un fiato. Non era certo il primo compagno che perdeva ed era sicuro che non sarebbe stato l'ultimo, ma anche se non li conosceva voleva comunque onorarli.

-Un brindisi solitario?- chiese una voce al suo fianco, spostò lo sguardo rosso vedendo la figura di una donna o quasi.

La parte superiore del corpo era di una donna ma presentava delle squame smeraldine sulle braccia, spalle e alcune sul ventre. Mentre la parte inferiore al posto delle gambe aveva una lunga coda di serpente che sarà stata lunga quasi quattro metri. 
Se ne stava seduta tranquillamente indossando una gonna nera che la copriva dalla vita in giù almeno per quello che poteva e un reggiseno in oro a sostenere le sue forme, coperto in parte da una mantella nera.

-Sul serio?- chiese poggiando la testa contro il pugno. Mentre la donna si girava a guardarlo, alla fine era molto bella con un viso delicato incorniciato da dei capelli color sabbia intrecciati in tanti rasta e con strisce di un colore più scuro, ma ciò che colpiva di lei erano gli occhi gialli da serpente.

-Qualche problema?- chiese la Lamia prendendo la bottiglia e versandosi anche lei un bicchiere.

-A parte capire se sei reale o un'allucinazione?- subito dopo averglielo chiesto si sentì il braccio stretto dalla punta della sua coda. 

-Sono abbastanza reale per te?- facendo uscire dalle labbra una lingua biforcuta ed infilandola nel bicchiere per raccogliere l'alcool.

-Potresti essere uno scherzo della mia mente....a voi Lamie non piace stare in mezzo alle persone!- affermò mentre seguiva il bordo del bicchiere con l'indice.

-Chissà, alla fine siamo noi a decidere cosa fare- rispose versandogli un'altro bicchiere e versandosene un'altro a sua volta -Eccoti una moneta per i tuoi pensieri- prese dal suo reggipetto una moneta, lanciandogliela. 

Valtur la prese al volo: era una moneta circolare di colore violaceo con su inciso la testa di una donna con tre volti uno davanti e due sui lati il tutto di colore nero, mentre sul retro era presente il disegno di una mezza luna rovesciata.
Non disse niente se non storcere le labbra guardando quella moneta scoccando un'occhiataccia alla Lamia.

-Esattamente cosa dovrei farmene di una moneta di Hekate?!-

-Non sei uno che ha fede e prega?- sibilò assaggiando l'aria con la lingua.

-Lo faccio....ma non per lei!- disse secco riprendendosi la bottiglia e versandosi un'altro bicchiere, non aveva voglia di parlare di queste cose in quel momento.

-Eppure lei veglia su di te, nonostante tutto- 

-Non gli ho chiesto io di....- si zittì vedendo che della Lamia non vi era alcuna traccia come se non fosse stata lì, subito si guardò intorno per cercarla controllando anche se l'alcool non fosse andato a male. Ma si rese conto che era tutto vero, dato che in mano aveva ancora la moneta che gli aveva lanciato.

-Ehy corvo, sei ancora qui?- gli chiese la proprietaria tornando dal retro e riscuotendolo dai suoi pensieri. Il Mezzelfo lascio scivolare la moneta nella manica della sua uniforme.

-....stavo pensando ad una cosa!- disse infine guardandola negli occhi.

-A si? E sentiamo a cosa pensavi?- chiese poggiandosi contro il bancone ricambiando lo sguardo. L'albino a quel punto si sporse lungo il bancone catturando le sue labbra con le sue in un bacio improvviso.






Note dell'autore

La notizia della caduta di Garren ha straziato l'animo del Vicario, alla fine non è uno insensibile che non si preoccupa degli altri Inquisitori. 

Vediamo inoltre il manoscritto citato dal duca Kruagag e Josef che cerca di comandare un'infetto, che forse quella specie di collare trovato da Valtur c'entri qualcosa con quello che sta facendo?

Alla fine il nostro Purificatore si ritrova in un bar a bere e incontro una Lamia (una specie fantasy abbastanza conosciuta o quasi) e da come si rivolge a lei non sembra fidarsi sopratutto quando gli ha dato la moneta di Hekate. 
Non sopporta di sentire quel nome, ma che legame avranno con lui e le Lamie? Queste domande troveranno risposte prima o poi.

Ringrazio anche solo chi ha letto il capitolo e a presto.
  
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