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Autore: sweetlove    03/10/2021    6 recensioni
Anno 815, Trunks è solo nel suo ufficio, beve whiskey cercando consolazione nel periodo più buio della sua vita.
Ripercorre a ritroso i momenti vissuti, gli sbagli commessi. Rivive ciò che ha portato la sua famiglia a sgretolarsi. Riuscirà a tirare le somme e risalire a galla?
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NUOVI PG - NUOVE SHIP
I personaggi inseriti saranno quelli che interagiranno maggiormente nel corso dei capitoli, così come le coppie, anche se le principali saranno 'altre'.
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NOTE a inizio e fine del prologo. Illustrazioni all'interno dei capitoli.
Genere: Angst, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: 18, Altri, Bulma, Trunks, Vegeta | Coppie: Bra/Goten, Bulma/Vegeta, Marron/Trunks
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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C R E E P
capitolo 16




Non c’era nulla di strano nell’andare a casa di Yuno, come sempre. Nulla, assolutamente. Non doveva sentirsi agitata e nervosa, quella era anche casa sua, ci era cresciuta tra risate e momenti belli e brutti, così come Yuno era sempre stato uno di famiglia tra i Brief.

Doveva semplicemente andare lì a studiare, dato che a casa sua non riusciva a concentrarsi, come sempre. La stanza di Yuno, e soprattutto il suo aiuto, l’avevano sempre portata ad assimilare meglio i concetti, a recuperare qualche argomento noioso o troppo difficile. Quel cervellone del suo ragazzo riusciva a metterle in testa qualsiasi cosa! 

Il test di algebra che avrebbe dovuto affrontare l’indomani la stava facendo uscire di testa. Aveva provato e riprovato a fare da sola, invano, tant’è che al limite dell’esasperazione si era ritrovata a scrivere un messaggio a Yuno con su scritto “arrivo, help!” sapendo che lui avrebbe capito all’istante ciò a cui alludeva.

Doveva studiare. Punto.

Che li ci fosse anche Kian non doveva importargliene. Avrebbe finto indifferenza, sarebbe stata forte, non gli avrebbe dato soddisfazione.

Eppure, entrando nel grande soggiorno, tutto le sembró normalissimo, e la normalità oramai non includeva Kian.

Valese era in cucina, preparava qualcosa, e dal profumo di cioccolato e cannella che inondava l’area giorno aveva tutta l’aria di trattarsi di un dolce. Dori sedeva sul divano con la tv accesa e la guardava assorta. Yuno era lì ad aspettare la sua ‘allieva’, accanto a sua sorella, e la accolse con un grande sorriso, di quelli che le facevano dimenticare tutti i problemi, i malumori, le paure…

«Ciao Nina!» 

Fu Valese, tuttavia, a salutarla per prima, affacciandosi dall’arco che divideva il soggiorno dalla cucina.

Tutto come sempre.

Lo stesso sorriso di sempre.

«Ciao zia Val…»

Un cenno quasi timido ma come sempre educato, mentre si sforzava di non guardarsi intorno alla ricerca di qualcuno. E di non darlo a vedere, soprattutto.

«Come stai cara?»

Tutto come sempre.

«Bene. Sto bene, grazie. Qui é tutto ok?»

Lo chiese con naturalezza, come al solito… ma a Nina sembrò improvvisamente inadeguato. Quel “qui” sembrava un’allusione al ritorno del gemello ‘cattivo’. Ma il suo dubbio venne estinto dalla stessa Valese, che continuò a sorriderle con la dolcezza che da sempre la contraddistingueva.

«Tutto benissimo! Vuoi un pezzo di torta? L’ho preparata per…»

«Noi andiamo a studiare mamma!»

Yuno sembrò interrompere sua madre proprio sul momento cruciale… stava per dire Kian, e questo Nina lo sapeva. Sentiva odore di cioccolato, e a Yuno non era molto simpatico il cioccolato, che invece faceva impazzire il fratello. Non era un caso che le torte sfornate in quella cucina da un paio d’anni fossero prevalentemente alle mele o alla vaniglia.

Nina sorrise ancora, forzatamente, anche mentre Yuno la sospingeva verso il corridoio, come volesse proteggerla dal solo udire quel nome. Ma non bastava cambiare stanza per spegnere i ricordi e il batticuore che continuava a tormentarla da giorni.

 

 

 

Diciotto adagiò la tazza di tè sul bancone della cucina. Non lo preparava spesso, lei non beveva nulla, raramente mangiava, ma per i suoi nipoti si sforzava di essere la casalinga perfetta, per quanto possibile.

Sapeva che Hami adorava l’earl grey e senza neanche averle chiesto se le andasse gliene aveva preparata un’abbondante porzione… le sarebbe servita per corroborarsi dopo essere rimasta così a lungo ad attenderla fuori dal cancello, con quel freddo.

La vide sorseggiarlo piano, ancora silenziosa e palesemente sconvolta, tanto da non averle domandato neanche da dove venisse e come mai non fosse in casa a quell’ora tarda. Ma non aveva voglia di starsene lì ad aspettare, Diciotto. Anche con Marron aveva sempre preferito andare al sodo.

A volte guardava Hami e Nina e le sembrava di rivederla… buffo che proprio all’età di Hami l’aveva raggiunta in una città lontana trovandola con un batuffolo rosa in braccio.

«Sputa il rospo.»

Poco dolce nei modi, ma concisa. Sua nipote alzò lo sguardo, sembrava segnato dal pianto.

«Sei l’unica che può darmi una risposta, nonna. L’unica di cui io mi fidi, adesso…»

«Quale risposta, Hami?» Insistette Diciotto, sedendosi di fronte a lei sullo sgabello e sforzandosi di raccogliere tutta la calma che aveva in corpo. L’istinto le stava dicendo questo… avrebbe avuto bisogno di pace interiore per affrontare ciò che sua nipote le aveva riservato. Lei era la prescelta.

«Lars…»

«Lars? Il tuo tipo…?»

«Lui. Lui é… é…» Hami adagiò la tazza sul pianale, confusa «Lui é un Aito. Ti dice nulla questo nome?»

La donna, per quanto abile a nascondere i sentimenti e a mantenere la calma, venne attraversata da un fiume gelido nell’udire, dopo tanti anni, ancora quel nome. Fu come rivivere attimi di burrasca, dolore, sgomento, tutti in una volta… ma senza Marron da poter stringere e consolare.

«Certo. Mi dice troppe cose Hami. Non credevo fosse… fosse uno di loro.»

«Nonna, é figlio di mio padre…?»

Diciotto vide gli occhi di sua nipote riempirsi di paura e di lacrime, improvvisamente. Temeva quella risposta, temeva di scoprire qualcosa di troppo, troppo doloroso.

«Hami… io credo tu debba conoscere la verità. Adesso. Chi ti ha detto questa cosa?»

«Lars.»

«E a lui chi l’ha detto?»

Ci fu un momento di pausa, in cui entrambe rimasero a fissarsi.

«…Suo nonno.»

«Io non so come quel moccioso sia sopravvissuto. Per il mondo era morto quando Trunks e tua madre si sono rincontrati e lui ti ha riconosciuta…»

«Te lo dirò dopo. Ora rispondi. É mio… fratello?»

Il cyborg avrebbe voluto essere altrove, adesso. Avrebbe voluto non dover essere lì, ad affrontare una questione senz’altro troppo difficile per lei, e per Hami stessa.

Eppure doveva… 

«No. Non lo è… non biologicamente.»

Le parve di vedere sua nipote sospirare, buttar fuori anidride carbonica in modo liberatorio, come se quel “no” fosse il regalo più bello del mondo. Ma se un po’ la conosceva, sapeva non avrebbe smesso con le domande.

«E perchè allora Lars mi ha detto che…»

«Perché Trunks era sposato con sua madre. E perchè tutti credevano lui fosse sterile, per cui ha accettato di crescere il figlio che Lora era riuscita a concepire con una inseminazione eterologa.»

Avrebbe mai potuto darle una spiegazione più esaustiva? Probabilmente no. Era la verità, d’altronde.

Vide Hami stringere le labbra, facendole diventare dapprima bianche, poi rosse per lo sforzo.

«Sposato… con Lora?»

«Lei é impazzita dopo il parto, perché quel bambino… Lars… è nato morto.»

Hami stette zitta, sperando sua nonna continuasse a parlare, ad aprirle quel mondo sepolto da anni.

«Non ho vissuto tutto questo in prima persona, Hami. A quei tempi frequentavamo poco Bulma e per un paio d’anni siamo rimasti alla Kame House senza spostarci. Anche per questo lei… loro… non hanno saputo prima di te, della tua nascita. Ma ad ogni modo nessuno sapeva tu fossi figlia di Trunks, come nessuno sapeva che Lars non era suo figlio biologico.»

Diciotto rimase calma, ma la mente tornò a quel Natale, allo shock che non era riuscita a nascondere tanto abilmente nell’apprendere la verità sull’altro genitore di sua nipote. Tutti basiti, tutti… 

«Conosco la storia, nonna. É di Lars… degli Aito che voglio sapere! Perché nasconderlo? Cosa é successo di così brutto?»

Non sapeva, Hami, di essere la personificazione di un adulterio, nonostante figlia di un amore immenso e difficile da tenere a bada.

La donna si mosse appena, guardando l’orologio e chiedendosi se il suo “amico” si fosse già accorto della sua assenza, e rendendosi conto che quella sarebbe stata una lunga, difficile, ma liberatoria notte…

 

 

Nota dell’autrice

Con le mani e con i piedi aggiorno in anticipo. Nemmeno credevo di poterlo fare e vi chiedo scusa per eventuali errori di battitura… scrivere con l’ipad per me é un incubo!

Come vi sembra nonna Diciotto? E Nina… si è capito da che parte vanno cuore e mente?

Non mi dilungo troppo, stavolta… ma vi ringrazio. Presto risponderò a tutte le recensioni!

Vi abbraccio forte

 

Sweetlove

   
 
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