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Autore: Lisbeth Salander    13/10/2021    6 recensioni
Raccolta di momenti, frammenti della storia d'amore tra Victoire Weasley e Teddy Lupin.
[Questa storia partecipa al Writober di fanwriter.it]
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Teddy Lupin, Victorie Weasley | Coppie: Teddy/Victorie
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nuova generazione
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Day 13: If you only hold me tight, we’ll be holding on forever
Prompt (lista pumpFIC): Hurt&Comfort 

 
If you only hold me tight, we'll be holding on forever

«Comunque non sarei potuta essere di nessun altro».

«Neanch’io».
«Però non me lo dici mai, eh?».
«Te lo sto dicendo adesso!».
«Sono sempre stata sicura che mai nessun altro avrebbe potuto farmi provare quello che provo con te».
«Vic?».
«Non dirmi ‘anch’io’».
«Sei la costante della mia vita, lo sai vero?».

24 giugno 2007
Rockbourne, Hampshire


Teddy ha nove anni ed è un giorno di giugno* in cui tutti i bambini festeggiano ma lui non può, perché un papà lo ha avuto soltanto per dieci giorni o poco più.
Se ne sta seduto in giardino, con le gambe incrociate, a leggere Storia di Hogwarts perché Hermione è convinta che sia una lettura giusta. 
È facile pensare che sia un giorno come gli altri, anche se le ore sembrano durare molto di più.
«Teddy, guarda chi c’è».
La voce di sua nonna lo distoglie dal capitolo sul litigio tra Salazar e i Fondatori. Accanto ad Andromeda, c’è Victoire che corre subito a sedersi accanto a lui.
«Sono venuta a farti una sorpresa».
Quando Andromeda va via, Victoire traffica con le sue tasche e caccia fuori un oggetto che Teddy conosce sin troppo bene.
Di figurine con l’immagine sorridente di suo padre e sua madre ne ha tante, tantissime, innumerevoli, ma non sono mai abbastanza.
«L’ho trovata stamattina e ho pensato che fosse un segno, che dovevi averla tu».
Teddy annuisce e fissa suo padre ancora una volta. Conosce a memoria ogni riga, ogni minuscolo dettaglio. Se lo è impresso nella testa in modo che mai, mai, mai possa dimenticare i dettagli della vita di Remus J. Lupin.
«Grazie, Vic. Io oggi non ne ho trovata nessuna».
Victoire aggrotta le sopracciglia, prima di rispondere con candore «Questo perché tuo papà lo sapeva che avresti avuto bisogno di compagnia e allora è venuto da me».
Lui le sorride, con il primo vero sorriso della giornata, perché quando c’è Victoire riesce a scrollare sempre via tutta la tristezza.
«Vuoi vedere cosa mi ha portato zio Harry stamattina?».
30 agosto 2009
Devon


«Eccoti! Ti ho cercata tutto il giorno!».
Victoire si è rifugiata giù al ruscello ore fa, quando tutti erano troppi impegnati a giocare allo stramaledetto Quidditch.
Teddy si siede accanto a lei, che continua a tacere. 
«Ti ho coperta con tua madre e tua nonna. Stavano già dando di matto».
«Grazie», dice lei con un sussurro.
Teddy porta un braccio attorno alle sue spalle, senza dire nulla per un po’.
«Ti sei arrabbiata per quello che ha detto Domi?».
«Certe volte è proprio cattiva. Se avessi voluto giocare?».
«Tu odi il Quidditch, Vic. Non giochi mai».
Victoire lo trafigge con un solo sguardo perché non esiste per nulla al mondo che Teddy possa osare giustificare sua sorella e i suoi modi da troll.
«È un troll e tu dovresti essere dalla mia parte».
«Sono dalla tua parte e Domi non è stata carina affatto, solo che tu non giochi mai a Quidditch».
Victoire scrolla le spalle, mentre Teddy le tira scherzosamente la coda di cavallo.
«È anche un peccato perché, contrariamente a quanto dice Domi, sono sicuro che saresti bravissima».
«Perché dici cosi? Odio volare».
«Be’, se superassi questa paura, saresti bravissima. Sei sempre bravissima in tutto».
Teddy ha sempre il potere di addolcirla in un modo o nell’altro, di farle dimenticare i contrasti con quella sorella così diversa da lei e con la quale discute dalla mattina alla sera.
«In che ruolo?», chiede curiosa.
«Secondo me, saresti un’eccellente Battitrice. Hai la dose di energia giusta e sei sempre attenta a proteggere gli altri».
«Come zio George! Mi piace».
Tace per un po’, godendosi quegli ultimi momenti di pace con Teddy, con il suo braccio intorno alle spalle e nessuno che lo voglia per sé. Ha un appuntamento al binario 9 e 3/4, Teddy, pronto a lasciarla lì per due infiniti anni.
«Teddy?».
«Vic?».
«Sei preoccupato per lo Smistamento?».
Lui scuote la testa convinto.
«Penso mi vada bene proprio tutto. Me lo ha detto anche zio Harry e anche la nonna».
«Secondo me, il Cappello sceglierà la Casa di uno dei tuoi genitori».
«Se fosse Tassorosso, la nonna esploderà di gioia. Sai, come la mamma e il nonno».
Questa volta è Vic ad abbracciarlo, in modo goffo, incastrati su quel pezzo di legno. 
«Come farò adesso che parti a stare tutto il tempo con Domi?».
Teddy le sorride, perdendosi per un po’ tra i suoi pensieri.
«Quando Domi ti fa impazzire, tu mi scrivi una lettera come se stessi parlando con me e io ti rispondo subito».
«Promesso?».
«Parola di Teddy Lupin!».


8 marzo 2019
Shell Cottage


Teddy siede sconfortato sui gradini di casa Weasley, stringendo tra le mani un pezzo di pergamena.
«Non accettano la mia pubblicazione, non per questo mese».
«Sono degli idioti. Questa rivista si pentirà», si inalbera Vic, con un tono e una convinzione che sono sempre in grado di alleggerirlo.
«Magari non era abbastanza buono».
«Era ottimo il tuo articolo ma sono certa che presto accadrà qualcosa».
«Lo hai letto nelle mie foglie di tè?», chiede lui a metà tra lo scettico e il divertito.
«No, ma ti ricordo che una volta al mio quarto anno ti ho letto la mano e c’era scritto che c’erano grandi cose nel tuo futuro e ho anche avuto un ottimo voto».
Lui scuote la testa, prima di attrarre a sé Victoire e baciarla.
«Devo essere consolato».
Victoire gli sorride mentre un lampo di malizia le attraversa lo sguardo e ricambia appassionata, come ogni volta.
«Penso anch’io, sai?».
Le labbra di Victoire sono sempre caldissime e Teddy pensa che forse è tanto meglio essere stati rifiutati, se dev’essere baciato così.
«Sono davvero convinta che arriverà qualcosa di meglio. Sei troppo in gamba e troppo intelligente e un giorno scriverai un’Enciclopedia Magica».
Teddy sogghigna, prima di pensare che Victoire sta trascorrendo davvero troppo tempo con Hermione.
«Credo che ci abbiano già pensato ma penserò ad allargare i miei orizzonti».
«In ogni caso, domani dirò a zia di disdire l’abbonamento».
«Sai, credo di dover aggiungere nel mio curriculum una postilla».
«Che postilla?».
«Attenzione: la mia fidanzata è molto vendicativa».
Victoire ride e quel suono ha il potere di scacciare via persino il malumore di Teddy, di fargli pensare che forse ha ragione, forse arriverà altro, di meglio, come il tirocinio a Mahoutokoro che tanto desidera.
«Dovrei chiedere delucidazioni a nonna sulla Strillettera. Sono sicura che nessuno si permetterebbe mai più di dirti di no».
Teddy la bacia ancora, indugiando per un po’ sul collo di Victoire, incurante della possibilità che Bill Weasley si affacci alla finestra.
«Vic?».
«Sì?».
«Grazie».
«Per la Strillettera?».
«Per esserci sempre e per essere sempre dalla mia parte».


19 luglio 2020
Rockbourn, Hampshire


Victoire trema e Teddy ha il terrore di non riuscire a calmarla questa notte. Prende coperte, maglioni, la copre in ogni modo per tentare di scacciare il gelo che ha dentro e che sembra divorarla ogni giorno, anche se fuori il caldo estivo incombe.
Le racconta storie, storie di ogni genere, scegliendo con cura quelle che a lei non facciano male. Qualche volta racconta di momenti di vita quotidiana, delle avventure di James, di Molly che fa impazzire zio Percy, di Lily che pensa di essere innamorata di qualcuno.
Altre volte le parla di storie che ha letto, che ha sentito in Giappone, di nuovi Incantesimi.
Quando Victoire risponde, quando accenna un sorriso, quando trova la forza per fargli una domanda, Teddy pensa che la sua Victoire è ancora lì dentro, che il gelo non l’ha fatta sparire, che può ancora scioglierlo e ritrovarla.
Quella sera non smette di tremare, non riesce a distrarsi e poco importa se fuori ci sono trenta gradi. Teddy decide di infilarsi sotto quella montagna di coperte insieme a lei.
Le accarezza i capelli in un gesto che ha sempre avuto il potere di rilassarla, le bacia la guancia, la stringe nel tentativo di passarle tutto il calore che prova.
Non sa quanto tempo passi prima di accorgersi che Victoire non trema più, che si è calmata, che sta lì ferma, immobile tra le sue braccia, con un respiro che finalmente gli sembra regolare.
«Vuoi che me ne vada?», chiede lui timidamente.
Vic scuote la testa e tocca la sua mano per invitarlo a serrare la presa, a stare più vicini.
«Teddy?».
«Sono qui».
«Grazie».
«Per cosa?».
«Per essere rimasto con me…».
«Vic…».
«…e per non farmi tremare».


*Nel Regno Unito la Festa del Papà si festeggia la terza domenica di giugno. 
**Il titolo di questa storia è tratto dalla canzone Total Eclipse of the heart.


   
 
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