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Autore: Lisbeth Salander    15/10/2021    6 recensioni
Raccolta di momenti, frammenti della storia d'amore tra Victoire Weasley e Teddy Lupin.
[Questa storia partecipa al Writober di fanwriter.it]
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Teddy Lupin, Victorie Weasley | Coppie: Teddy/Victorie
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nuova generazione
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Day 15: Convergenti
Prompt (lista pumpWORD): Ataraxy (assenza di stress o di ansia)

 
Convergenti
 
«Sì, quella volta sono stata un po’ matta ma…».
«Totalmente».
«Tu, però, sei stato terribile a non farti trovare quando sono tornata a casa».
«Non sei l’unica che doveva ‘chiarirsi le idee’. Ora puoi ammettere che era tutta una tecnica per farmela pagare».
«Forse».
«Però quanto è stato bello fare pace».
«Come sempre».


27 dicembre 2019
Mahoutokoro, Giappone


Il battibecco di poche ore prima è cancellato, come se non fosse mai esistito prima. Persino litigare per cose inutili, come il regalo da prendere ad Al, sembra giusto se sono insieme, se poi Victoire resta nel suo letto e può baciarla, stringerla e toccarla quanto vuole.
«Comunque Al è troppo suscettibile per quel genere di regalo», ricomincia Victoire con le labbra lievemente increspate in un sorriso.
«Non ricominciare».
Teddy la zittisce baciandola e offrendole una nuova occasione di distrazione.
Vic si raggomitola tra le sue braccia, appoggiando la testa biondissima sul suo petto. 
«Non possiamo rimanere chiusi qui dentro per sempre?».
«Blocco la porta?».
«Magari. Quando sono con te, mi sembra tutto lontano».
«Siamo in Giappone, Vic. È lontano».
«Smettila di essere così spoetizzante! Intendo dire che sono talmente rilassata, talmente in pace, che mi dimentico di tutto lo stress, di tutti i casini. Mi piace».
Teddy ride prima di alzare il mento di Victoire per poterla baciare ancora, per recuperare il tempo che hanno trascorso lontani.
Da quando Victoire è arrivata a Mahoutokoro, gli sembra sprecato tutto quel tempo lontani l’uno dall’altra, inutile e doloroso.
«Mi fai quest’effetto sin da quando eravamo bambini», le dice lui un po’ imbarazzato mentre Vic sorride raggiante.
«Sai», continua lui, «Castor mi ha detto che in Grecia hanno una parola per questa sensazione».
«Il famoso Castor! Che parola è?».
«Si chiama ataraxia, se mi ricordo bene. È una sorta di stato di imperturbabilità, di totale tranquillità».
«E noi siamo imperturbabili, Professor Lupin?».
«Solo quando siamo insieme. Ora sono meno spoetizzante?».
«Fai incredibili miglioramenti», sghignazza lei prima di posargli un bacio a fior di labbra, «Dovremmo trovare un modo di far durare questa ataraxia più a lungo, non trovi?».
Teddy scruta ogni lineamento di Victoire, cercando di imprimere nella sua testa tutti quei dettagli che conosce solo lui, come, ad esempio, il fatto che abbia delle minuscole lentiggini, visibili soltanto se la si guarda da vicino, perché l’idea che presto saranno di nuovo lontani lo fa impazzire.
«Un modo ci sarebbe, in realtà».
«Quale?».
«Andiamo a vivere insieme, Vic, tu ed io. Lo aspettiamo da una vita, lo vogliamo da una vita e… non… non voglio più rimandare. Quando torno, non disfo neanche le valigie. Troviamo un posto, un posto nostro e andiamo lì».


5 maggio 2021
Diagon Alley


Lo sente muoversi piano per casa. Quando è rientrato, deve aver visto il suo mantello sulla sedia e realizzato che era tornata.
Si è messa a letto da sola, ancora arrabbiata, perché Teddy avrebbe dovuto essere lì, in punizione dove nella sua mente credeva d’averlo lasciato e quella casa, la loro casa, non avrebbe dovuto essere vuota. Prega silenziosamente che Teddy non decida di dormire sul divano perché in quel caso sarebbe costretta ad alzarsi e ad ucciderlo a mani nude per quanto è idiota.
Sta attenta a non muoversi, voltata sul fianco come suo solito, sbirciando ogni tanto le immagini distorte rimandate dallo specchio.
Teddy si avvicina al loro letto ma non si siede.
«Tanto lo so che sei sveglia, Vic».
Lei si ostina a non girarsi, a rimanere ferma dov’è, perché solo la sua voce l’ha resa già un po’ più arrendevole. 
È un secondo che avverte il peso di Teddy sul letto, una mano di lui cingerle la vita e avvicinarla a lui e la bocca di Teddy sul suo collo.
Cerca le labbra di Teddy, si stringe a lui ancora di più, ritrovandosi a cavalcioni su di lui poco dopo.
«Lo sapevo che non dormivi», commenta con un sorriso lui.
«Sono ancora arrabbiata con te», replica intenzionata a resistere all’offerta di pace.
«Ho avuto dei modi da Troll».
«Il peggiore dei Troll».
«Sono stato il Re dei Troll, ma sono davvero spaventato e impaurito, Vic».
Teddy la fissa spaventato, non più arrogante ed arrabbiato e deluso, come prima, solo spaventato.
«Teddy, lo so ma…».
«È la tua carriera ed è giusto che decida tu… ti prometto che cercherò di interferire sempre meno ma stai andando in una zona di guerra, Vic».
«Farò attenzione. Te lo assicuro, siamo protettissimi. È coinvolto anche zio Harry e la Cooperazione Magica. Non andrei se non fossi sicura».
Teddy sembra distendersi quando sente il riferimento al padrino, avvicinando ancora di più a sé il corpo di Victoire.
«L’ultima volta che sono andato via tu non c’eri più e…». 
Victoire lo zittisce con un bacio, nel tentativo di scacciare via tutte le ombre di Teddy.
«Sono solo due settimane. Quando tornerò, sarò sempre io e tornerò nella nostra casa, dove mandare via tutte le nostre ansie, tutto lo stress, dove regna la… com’è che era quella parola?».
«Ataraxia», suggerisce Teddy.
Vic gli accarezza la fronte, si china a baciarlo ancora, allontanando una volta di più le preoccupazioni di Teddy, più o meno fondate.
«Scaccia i pensieri, Teddy, e pensa che, quando tornerò, dovremo recuperare con gli interessi».
Teddy non dà cenno di averla sentita, limitandosi ad appoggiare la fronte contro la sua.
«Sono terrorizzato all’idea di perderti, di perdere tutto questo».
«È solo un servizio, Teddy, solo per questa volta e non perderemo nulla. Te lo prometto».


   
 
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