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Autore: Lisbeth Salander    17/10/2021    6 recensioni
Raccolta di momenti, frammenti della storia d'amore tra Victoire Weasley e Teddy Lupin.
[Questa storia partecipa al Writober di fanwriter.it]
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Teddy Lupin, Victorie Weasley | Coppie: Teddy/Victorie
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nuova generazione
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Day 17: Il giorno giusto del mese giusto dell’anno giusto
Prompt (lista pumpINK): Nove

 
Il giorno giusto del mese giusto dell'anno giusto
 
«Intendi dire che non sarebbe avvenuto in quel modo?».
«No, che sarebbe tutto cambiato dopo! In quei giorni avevo questa sensazione di attesa».
«Io ero convinto che avessi capito tutto…».
«No, tutto merito dei miei poteri a cui non credi».
«Ti credo, ti credo».
«Ma toglimi una curiosità. La storia del numero Nove era vera?».
«Pensi che mi inventi la Numerologia Alchemica per chiederti quel che ti dovevo chiedere?».
«Sarebbe stato romantico».
«Non è stato altrettanto romantico aspettare il giorno giusto del mese giusto dell’anno giusto?».
«Sì, in effetti, è stato molto romantico».
«Ho portato quella dannata scatolina con me per mesi, prima di decidere».
«Questo perché sei un testone indeciso».

9 settembre 2023
Uagadou, Uganda

Camminano da più di mezz’ora mano nella mano e in silenzio, mentre il resto del Castello sta già dormendo da un pezzo.
Si sono fermati più di una volta ad ammirare scorci nuovi della Scuola, a ficcanasare in qualche aula particolare, a cercare di scoprire nuovi segreti.
«Tu sei proprio sicuro che sia permesso fare questa cosa e gironzolare per il Castello?».
«Da stamattina e per i prossimi tre mesi sono ufficialmente un Professore della Scuola di Uagadou. Direi che a me sia permesso gironzolare», sghignazza Teddy a bassa voce mentre percorrono quella che, secondo le indicazioni raccolte, dovrebbe essere l’ultima rampa di scale.
«Ma tu hai un’idea precisa di dove stiamo andando?».
«Sì, te l’ho già detto prima. Fidati di me!».
«Ho contato i gradini e penso che ne siano almeno un milione».
«Hai contato male, Vic, sono esattamente il doppio».
«Due milioni di gradini ed è quasi mezzanotte! Qualche volta vorrei essere nella tua testa, Professor Lupin».
Teddy sorride scuotendo la testa, prima di spingere la porta alla cima di quelle scale.
La Torre di Astronomia della Scuola di Uadagou, a pochi istanti dalla mezzanotte, è uno dei luoghi che non dimenticherà mai. 
Restano per un po’ fermi l’uno accanto all’altra, con le mani ancora intrecciate, ad osservare quel posto, con la sensazione di essere davvero dei minuscoli puntini.
«Guarda, Teddy, guarda come si vedono bene le stelle. Quasi non serve il telescopio!».
Lui annuisce, mentre il nervosismo e l’ansia iniziano a salire. Trascina Victoire , incredula e sorpresa dal suo comportamento, al centro della stanza.
«Sai che giorno è oggi?».
Victoire sbarra gli occhi, confusa, scrollando le spalle.
«È l’otto…».
«Il nove di settembre, il nono mese dell’anno», puntualizza Teddy, cercando di tenere a bada l’ansia che lo sta divorando.
«Okay…».
«In Alchimia*, il numero Nove è un numero importantissimo, Vic».
«Mi stai facendo una lezione a mezzanotte quando siamo in questo posto?!», esclama, mettendosi a braccia conserte.
Teddy sorride perché pensa che davvero non abbia capito nulla.
«Il numero Nove è sacro perché rappresenta il numero tre moltiplicato per se stesso. È il numero della completezza. Nessun numero può andare oltre il Nove: è il simbolo della permanenza, di quello che resta sempre fisso ed immutabile. Non a caso, è rappresentato da un cerchio».
Disegna un cerchio dorato solo con il dito, senza usare la bacchetta, mentre Victoire lo osserva stupefatta. 
«Ma quando hai imparato?».
«È un segreto. Lo vedi questo cerchio?», le dice indicando ancora la sua creazione.
«Sì, ho capito. Rappresenta quello che resta fisso ed immutabile, quel che è completo».
«Rappresenta quello che io sono con te», le dice Teddy e, appena inizia a parlare, si rende conto di quanto sia molto più semplice di quanto immaginasse, «Quando tu sei con me, Vic, io mi sento completo ed è sempre stato così. Ti conosco da quando sei nata e non ricordo un solo istante in cui la tua presenza non mi abbia fatto sentire nel posto giusto. Dici sempre che il nostro posto è sotto il Platano Picchiatore ma la verità, la verità, Vic, è che per me ogni posto in cui sono con te è il nostro posto».
Victoire ha gli occhi lucidi e trema un po’ nella veste azzurra da maga che le ha cucito Lucy.
«Quindi, oggi è il nono giorno del nono mese dell’anno e oggi sono esattamente nove anni da quella volta in Brasile*. Te la ricordi?».
Attende la risposta di Victoire che sembra perdersi nei loro infiniti ricordi.
«Quando siamo andati alla Coppa del Mondo e…».
«…e io mi sono reso conto di quanto bella fossi diventata e…».
«…e mio padre tentava di separarci ogni due minuti!».
«Però una sera sono riuscito a dirtelo che eri davvero bella e ci siamo guardati in quel modo, nel nostro modo».
«Era l’ultima sera e zia Ginny ci aveva fatto intrufolare con lei. Me lo ricordo».
Teddy ricomincia, questa volta più sicuro, più sorridente.
«È il nono giorno del nono mese del nono anno da quando ho capito di provare qualcosa per te. Siamo nel punto magico più alto del Mondo, Vic. Se volessimo scalare l’Himalaya e arrivassimo in cima, non saremmo comunque più in alto di dove siamo ora. Le Montagne della Luna sono…».
«…sono immisurabili», conclude Victoire tremante, perché finalmente inizia a capire qualcosa.
«Nessun numero può andare oltre il Nove e questa montagna non può essere misurata. Secondo il Professor Mbabazi, non esiste miglior presupposto per iniziare qualcosa di nuovo, per cominciare ad essere una famiglia».
Vic non trattiene più le lacrime, lacrime di gioia, di felicità, lacrime di chi ha capito cosa sta arrivando e fa per muovere un passo verso di lui ma Teddy la blocca.
«Devo prima chiedertelo e devi rispondermi. Non puoi muoverti da quel punto, perché è il punto più alto, quello centrale, quello dove la luce delle stelle converge e rischiamo di incasinare questa cosa assurda che sto preparando da mesi».
Adesso Vic ride, con un sorriso bagnato che non ricorda di averle mai visto, tremante e, conoscendola, terribilmente impaziente.
«Non so se davvero cominceremo ad essere una famiglia perché la verità è che sei sempre stata la mia famiglia, sei sempre stata il mio numero Nove, il mio punto fisso e ci ho messo tanto a capirlo davvero ma non ho intenzione di lasciarti andare mai più».
Teddy muove le mani, proprio come gli ha insegnato il Preside di Uagadou, pregando di fare tutto nel modo giusto, e gira il cerchio disegnato poco prima, facendo comparire al suo posto un anello.
Al centro troneggia una pietra di acquamarina*, che un paio d’anni prima in Brasile gli aveva regalato una strega conosciuta lì, quando in un momento di follia aveva deciso di raggiungere Victoire impegnata a lavoro.
I suoi occhi incrociano quelli impazienti e luminosi di Victoire. 
«Victoire Weasley, vuoi farmi l’onore di diventare mia moglie?».
Come se non aspettasse altro nella vita, Victoire annuisce senza un brandello di esitazione.
«Sì, lo voglio, Teddy, l’ho sempre voluto», gli dice attirandolo a sé e baciandolo come davvero mai prima nella vita.
L’anello scivola al dito di Victoire mentre loro si guardano emozionati, stretti l’uno all’altro e illuminati dalle stelle del cielo ugandese.
«Teddy?».
«Non dirmi che c’hai già ripensato!», la prende in giro lui.
Vic inclina la testa scoccandogli uno sguardo di finto rimprovero, prima di mettergli le braccia al collo.
«Sei anche tu il mio numero Nove».

 

* Tutto quel che ho scritto sul numero Nove non è frutto della mia invenzione ma di una ricerca su una pagina chiamata Visione Alchemica.
* Quanto al Brasile non ho inventato nulla neanche qui. Anni fa uscì una sorta di pseudoarticolo, non ricordo neanche bene dove, che parlava dell'ipotetica Coppa del Mondo di Quidditch in Brasile e della famiglia Potter - Weasley, scritto dalla Skeeter. C'erano dei riferimenti al fatto che Bill fosse seccato dagli sguardi dolci che Teddy rivolgeva a Victoira e, allora, ho ripreso questo momento, immaginando che fosse proprio lì che Teddy avesse iniziato a guardarla con occhi diversi.
*Nella simbologia, l’acquamarina simboleggia l’amore felice e sereno, dovrebbe assicurare la felicità nel patrimonio. A quanto pare, da una rapida ricerca su Google, ci sono grandi giacimenti in Brasile.

Note: questo credo che sia il capitolo che più mi ha emozionata scrivere e con cui più mi sono divertita a giocare, mischiando informazioni varie. Aggiungo che a Uagadou, secondo Wizarding World, danno particolare rilievo all'insegnamento di Alchimia, Astronomia e Auto-Trasfigurazione (anche questa materia tornerà dopo) e qui ho solo mescolato, mentre l'idea delle Montagne immisurabili me la sono bellamente inventata.
Spero vi sia piaciuto e colgo l'occasione per ringraziare tutti, ancora una volta, per seguirmi in questo delirio.
Un abbraccio,

Fede
   
 
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