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Autore: Lisbeth Salander    20/10/2021    5 recensioni
Raccolta di momenti, frammenti della storia d'amore tra Victoire Weasley e Teddy Lupin.
[Questa storia partecipa al Writober di fanwriter.it]
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Teddy Lupin, Victorie Weasley | Coppie: Teddy/Victorie
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nuova generazione
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Day 20: Il volto che hai scelto
Prompt (lista pumpWord): Multitarian (più forme, una sola essenza)

 
Il volto che hai scelto
 
«È vero ma è anche vero che sei stato bravo a trovare la tua strada, ad avere chiaro dove arrivare».
«Questo non sempre, in verità».
«Hai solo avuto bisogno di aiuto qualche volta».
«Soprattutto del tuo».
«Fortuna che fossi sempre lì tra i piedi, pronta a salvare la situazione».
«Non avrei potuto fare altrimenti»

5 luglio 2017
Rockbourne, Hampshire
Lo osserva dall’uscio della sua stanza fissare lo specchio con una foto tra le mani.
Strizza gli occhi e cambia i lineamenti. Qualche volta il suo naso è più lungo, altre volte i capelli sono più scuri, altre ancora modifica la forma dei suoi occhi.
Vic sa benissimo cosa sta facendo. È l’unica custode di quei tentativi, l’unica il cui giudizio conti, secondo quello che ha detto Teddy.
Vic conosce precisamente la foto che ha in mano, quasi consumata dalle tante volte che Teddy l’ha fissata.
È certa che Ninfadora Tonks e Remus Lupin siano sorridenti nel giardino di casa Tonks il giorno del loro matrimonio.
Sono anni che Teddy si esercita davanti ad uno specchio, che tenta di sintetizzare sul suo volto eternamente destinato a mutare i geni paterni e quelli materni. 
«Vuoi che ti aiuti?», chiede Vic annunciando la sua presenza.
Teddy si siede sconfortato sul letto, con la foto tra le mani, mentre lei si china a baciarlo.
«Non ci riuscirò mai. È sempre… sempre sbagliato».
«Cos’è che non ti convince?».
«Tutto?», azzarda lui con un tono in grado di far commuovere i sassi.
«Più nello specifico?».
«Non mi sembra… non mi sembro loro figlio…».
«Smettila, Teddy», lo rimprovera Vic, che conosce quel discorso a memoria, che è stata testimone di quasi ogni crollo di Teddy.
«La odio, Vic, la odio questa cosa», dice Teddy strizzando gli occhi e cambiando colore ai capelli, che da qualche anno a questa parte ha scelto di portare color biondo cenere, quasi castano, una tonalità inferiore a quella di suo padre nella foto appesa in camera di Sirius.
Vic gli accarezza i capelli costringendolo a guardarla.
«Smettila di torturarti così».
Teddy appoggia la testa sul suo ventre, abbandonandosi per un secondo alle sue carezze.
«Odio questa cosa, odio non somigliare a nessuno. Mi sembra di essere una persona diversa ogni volta».
Lo ripete ancora una volta, l’ennesima da quando si conoscono, da quando ha iniziato a percepire quel potere che tutti gli hanno sempre invidiato come una sorta di maledizione, come qualcosa che, invece di avvicinarlo a sua madre, lo allontana da suo padre.
«Può essere odioso anche somigliare a qualcuno, Teddy».
Lui la guarda con un tacito interrogativo negli occhi, prima di trascinarla sulle sue gambe.
«Pensa a zio George, pensa a quanto lui odi guardarsi allo specchio».
Scuote la testa, Teddy, e Vic sa di non averlo convinto.
Gli bacia la punta del naso prima di dire «Un giorno sceglierai il volto che preferisci e, vedrai, non lo cambierai più».


16 giugno 2019
Rockbourne, Hampshire

 
Si inquieta non appena non lo percepisce più accanto a lei, mettendosi improvvisamente seduta, scossa dal sonno.
Lo trova davanti allo specchio, ma senza fotografia in mano, senza espressione corrucciata, senza fastidi.
È un po’ di tempo che il suo Teddy non cambia, che ha trovato il punto di equilibrio, che ha scelto chi essere, che ha trovato l’esatta proporzione tra il naso di Remus e quello di Dora, l’esatta tonalità di colore.
«Mi hai spaventato», bisbiglia Victoire, dando segno di essere sveglia.
«Sei una dormigliona!».
«Solo quando sono con te», ammicca lei, invitandolo a tornare a letto insieme a lei.
Qualche volta, vorrebbe costruire una statua d’oro ad Andromeda che con qualche pretesto riesce a lasciare loro un po’ di privacy. 
«Non sono sicuro che sia solo in questi casi».
Teddy scivola accanto a lei, stringendola a sé.
«Mi piaci così».
«Così?».
«Così con questa faccia».
Teddy sorride mettendo su un’espressione enigmatica che Victoire non riesce subito a capire.
«Ho detto qualcosa di…».
«L’altro giorno sono passato al Ministero a salutare zio Harry. Era con Kingsley», comincia lui, «Non lo vedevo da un po’ e mi ha detto che era impressionante come riuscissi a ricordargli allo stesso tempo mio padre e mia madre».
Victoire accarezza lentamente il volto di Teddy, con tutta la tenerezza del mondo.
«Ci sei riuscito, quindi».
«Non ci stavo neanche più provando, sai? Mi ero un po’ arreso, sono stato preso da altro».
«Io credo che semplicemente tu sia arrivato, Teddy».
«A cosa?».
«Hai chiuso il cerchio, com’è che si dice? Li hai rincorsi per tutta la vita, com’è normale e giusto che sia, ma hai capito che tuo padre e tua madre non dovevano essere solo sul tuo volto. Questo è quello che hai scelto ma sono sicura che, per la persona che ti ho visto diventare, potrai cambiare mille volte il tuo naso, i tuoi capelli, la tua bocca, e Kingsley e tutti quelli che hanno conosciuto i tuoi continueranno a vederli sul tuo volto».
«Forse sono stato troppo ossessionato da questa storia della forma…».
«Questo è perché non ti sei impegnato a sufficienza in Trasfigurazione: molte forme ma una sola essenza, Lupin», ridacchia, imitando la voce del loro Professore di Trasfigurazione.
«Qualche volta dimentico la teoria…».
«…il che è paradossale per uno che vuole insegnare, ma custodirò il tuo segreto!».
«Anche perché, poi, non puoi negare che io sia Eccezionale nella pratica», le dice con tono malizioso.
«Mmm, al momento sei Oltre Ogni Previsione, ma si può sempre migliorare».

Nota: ehm, ehm, ehm, anche qui cercherò di essere breve. Lo avevo già accennato tra le righe ma sono convinta che la condizione di Metamorphmagus non sia necessariamente una benedizione, soprattutto per un bambino, un ragazzo che è cresciuto rincorrendo due genitori che sono stati con lui per pochi giorni.
Quindi, da qui l'idea della ricerca voluta di una somiglianza.
Ora fuggo a nascondermi,
Grazie ancora a tutti
Fede
   
 
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