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Autore: dragun95    09/11/2021    2 recensioni
Valtur è un membro degli inquisitori, un gruppo votato alla lotta alla piaga che da più di un secolo sta causando morte e dispirazione. E da cui non vi è una cura.
Il mezzelfo è stato incaricato di dirigersi in una delle città umane più avanzate, dove la piaga ha iniziato a diffondersi. In concomitanza con un'incontro molto importante.
Tra i tetti e i vicoli il nostro inquisitore dovrà affrontare la piaga e forse qualcosa di più di quanto avesse potuto immaginare.
Genere: Azione, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Thorn Cronicles'
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CAPITOLO 18
IMPREVISTO MORTALE
 
 
Il ticchettio dell’orologio lo stava mandando fuori di testa, Valtur avrebbe tanto voluto prenderlo e fracassarlo al suolo per il fastidio che gli dava. Forse in parte era dovuto al nervosismo che la riunione sarebbe iniziata a momenti, mentre il loro piano era già scattato.
 
-Calmo Inquisitore Valtur- gli disse Evereth che era calmo e stoico come sempre.
 
-Più facile a dirsi che a farsi- ammise lui sospirando.
 
-La naturalezza è il segreto. Comportiamoci normalmente- rispose lui facendogli segno di incamminarsi. Lungo il corridoio videro che il duca Kruagag era vicino alla porta, sfarzoso ed elegante come al solito. Blossom avrebbe tanto voluto dargli un pugno, ma la stretta del Vicario sul suo braccio la fermò.
 
«Resistete, so come vi sentite. Ma ne va della riuscita del piano» sussurrò guardando sia la Minotaura che il Mezzelfo. Entrambi dopo un’istante di esitazione annuirono.
 
-Duca Kruagag. Che piacere vederla- disse il Vicario con un tono cordiale facendo un lieve inchino. Il Suihan lo guardò come se non fosse nulla senza ricambiare il saluto.
 
-Spero che gli elfi siano già dentro- grugnì battendo il bastone al suolo e aprendo il portone. Ma non prima di scoccare un’occhiata veloce all’Inquisitrice. Cosa che non piacque ad Evereth.
 
«E’ tutto pronto comunque!» gli sussurrò Blossom e lui sorrise annuendo, Varcando anche loro la soglia. Nella stanza seduti al grande tavolo circolare, c’erano già il Governatore Yorn e il rappresentante degli alti elfi Svalfar. Evereth prese il suo posto ad uno degli angoli del tavolo seguito dalla sua scorta che si fermarono in piedi dietro di lui, mentre il duca affiancava il Governatore.
 
-Bene. Ora che siamo tutti presenti, possiamo iniziare questa riunione- esordì il nano. In quel momento il piano era ufficialmente iniziato.
 
 
Scendere per quella botola fu la cosa più facile. Akerith guidava il gruppo andando per prima in avanscoperta, essendo un elfa oscura aveva un buon occhi per aggirare le trappole che potessero essere piazzate li.
Non ne aveva trovate di alcun tipo e questo non era di certo un buon segno. La scala terminò in un lungo corridoio illuminato, lei fece segno di fermarsi, prese un profondo respiro e saltò sul muro usando i guanti artigliati e delle lame sulle suole degli stivali per restare aggrappata.
Le altre la seguirono così da restare sopra alla luce delle lanterne per non essere individuate. Proseguirono con cautela e nel più assoluto silenzio in quel modo fino ad arrivare ad un grande portone chiuso.
 
«Cosa facciamo ora?» chiese una del gruppo. Era chiaro che non potevano aprirla senza la chiave, avrebbero potuto scassinarla, ma considerando che non sapevano che cosa ci fosse dietro era meglio di no.
 
«Modalità ombra!» subito si avvolsero nei loro mantelli, la loro essenza magica tremò mentre usavano la magia per diventare tutt’uno con le ombre diventando leggere e incorporee, passando così sotto alle fessure del portone indisturbate. La scelta si rivelò azzeccata, quando videro che a guardia della porta c’erano dei possenti golem pesanti e ben armati.
 
“Siamo nel posto giusto!” affermò ritornando tangibile e svanendo dietro ad un’angolo del corridoio, per fortuna non si erano accorti di loro.
 
«Dividiamoci, voii a sinistra e voi due con me!»
 
«Come sapremmo cosa stiamo cercando?» chiese un’Ombra di nome Erin.
 
«Prendete tutti i documenti importanti e ciò che vi sembra sospetto! E se incontrate Josef Trélos, catturatelo!» ordinò l’elfa oscura. Le altre annuirono e si divisero andando ognuno nella propria direzione.
Le tre Ombre si spostarono lungo il corridoio stando attente a non entrare in contatto con la luce rimanendo nella parte oscura cosi da non essere individuate. Non sapevano se quel luogo avesse altre trappole nascoste, per cui erano costantemente in allerta. C’erano molte porte e dovevano controllarle tutte quante se volevano sperare di trovare qualcosa in fretta e il tempo era contro di loro.
La modalità era la stessa: Forzare le serrature o entrare diventando ombre come avevano fatto al portone, dando un veloce sguardo in giro.
 
«Cosi ci impiegheremo troppo!» disse la terza Ombra.
 
«Non abbiamo scelta» gli rispose Akerith, anche se lei stessa sapeva che era troppo lento come procedimento. Si abbassò per scassinare la serratura, quando la maniglia girò e la porta si aprì di scatto, lei fece appena in tempo ad appiattirsi contro il muro. Dalla stanza venne fuori proprio la persona che stavano cercando.
Josef guardò alla sua sinistra ma non vide nessuno, scosse le spalle andando nella direzione opposta. L’elfa lo guardò rimanendo attaccata al soffitto, assottigliando gli occhi.
 
«Dobbiamo catturarlo» ricordo Erin, ma l’altra gli fece cenno di no con la mano.
 
«Seguiamolo per ora» le altre annuirono seguendo l’uomo fino ad una stanza e riuscendo ad insinuarvisi dentro prima che la chiudesse dietro di lui.
 
 
Le altre due erano entrate in una stanza dopo aver messo fuori gioco chi vi stava dento. La stanza era più grande delle altre che avevano visitato e c’erano molte attrezzature mediche.
 
«Questo posto è inquetante, Chiu!» disse rivolta all’altra, guardandosi intorno. L’altra annuì dando uno sguardo all’attrezzatura, che era soprattutto medica come: bisturi, strumenti chilurgici e siringhe. Prese una siringa alzandola verso la luce per guardarne meglio il contenuto, il quale era di un colore verdastro scuro.
 
«Questo sembrerebbe del sangue infetto!» disse riconoscendo il licquido all’interno. Una grande figura apparve dietro di lei. Avvertita dal linguaggio corporeo della compagna, l’ombra estrasse delle lame a mezzaluna spostandosi di lato evitando un colpo di mazza che altrimenti l’avrebbe schiacciata.
Colui che le aveva attaccate era un grande golem corazzato. Questi alzò di nuovo la mazza, ma Chiu lanciò in coltello nella giuntura del braccio bloccando i suoi movimenti quel poco che bastava. Approfittando di ciò saltò afferrando il braccio e usandolo come appiglio si diede uno slancio con un colpo di reni, sopra alla testa del costrutto. Questi provò a togliersela di dosso, ma lei si tenne stretta con le gambe.
L’altra Ombra si mosse per aiutare la compagna, conficcando le sue lame nelle giunture delle gambe facendolo cadere in ginocchio. Il Costrutto reagì muovendo la mazza verso di lei, subito si avvolse nel mantello diventando un’ombra e sfuggendo al colpo.
 
Chiu conficcò la lama nella giuntura dell’elmo e usando tutta la forza che il suo corpo aveva la usò per fare leva riuscì con fatica a staccargli la testa. Da quella posizione riusciva a vedere il nucleo del costrutto. Avrebbe potuto porre fine a quello scontro in un secondo, quando avvertì uno spostamento d’aria alla sua destra.
Balzò indietro evitando per un pelo la mazza che sfregò contro la sua maschera facendogliela volare via.
 
-Chiu tutto bene?- l’altra annuì. Con il volto scoperto, il quale era di una ragazza scimmia ma comunque molto graziosa e carina, con i capelli color dell’alba raccolti in modo da non dargli fastidio e da cui spuntavano delle orecchie di scimmia, a mandorla di color castano con i contorni rossi. Questo perché lei apparteneva alla razza dei Wukong.
 
-Finiamola qui!- disse scrocchiandosi le ossa del collo, abbassandosi per poi scattare correndo verso il Golem. Questo nonostante la mancanza della testa provò nuovamente a colpirla. Ma lei fece un balzò incredibile fino al soffitto conficcandovi il coltello per rimanere aggrappata.
La sua compagna cogliendo l’occasione piantò le lame nel braccio che reggeva la mazza bloccando la giuntura per poi scartare indietro lanciando un altro coltello in aria.
Chiu lo afferrò al volo usando la sua coda schimmiesca, prendendo la mira lo lanciò all’interno dell’armatura. Si sentì il rumore di qualcosa che andava in frantumi e il costrutto cadde a terra smettendo di funzionare.
 
-Queste guardie sono pericolose!-
 
-Ma non intelligenti per fortuna!- rispose la Wukong lasciandosi cadere ed atterrando elegantemente a terra. Tolto quell’inconveniente ripresero a guardare la stanza, trovando dei fogli con delle annotazioni, tra cui la frase: Sangue contaminato e esperimento “Catena Imperium”.
Era sufficiente per loro a provare che quello era sangue di infetti dalla piaga delle spine, quando poi si concentrarono poi su una grande cassaforte ben sigillata grande quasi quanto la stanza. Chiedendosi cosa potesse contenere al suo interno.
 
-Vediamo cosa stavano proteggendo- appena si avvicinarono sentirono l’odore acre del sangue vecchio che proveniva da essa. Storsero il naso mentre la compagna iniziava a scassinare il meccanismo. Appena la porta si aprì le due sgranarono gli occhi.
All’interno c’era una grande gabbia ferro con chiuse dentro delle persone infette, alcune mutate parzialmente e altre completamente. Fecero un passo indietro inorridite da quello che stavano vedendo, il duca stava seriamente facendo esperimenti su persone vive facendole infettare dalla piaga.
 
-Questa è pura follia!- l’Ombra diede ragione alla sua compagna. Dovevano assolutamente ripulire quel posto, ma prima dovevano prendere tutto ciò che avevano trovato.
Ad un tratto Chiu tirò fuori dal mantello una grossa clessidra con all’interno un liquido rosso scuro, sapevano entrambe cos’era quell’oggetto e a vederlo la compagna annuì.
 
 
Josef se ne stava nella stanza, con la testa china sui documenti che stava controllando. Senza sapere che qualcuno lo osservava nell’ombra, questa era un’occasione irripetibile.
 
«Muovetevi con calma!» disse Akerith alle altre toccando il fermaglio che teneva unito il suo mantello. Lo scienziato nel frattempo stava scrivendo su un foglio, infilò la mano nella giacca tirandone fuori il manoscritto ed aprendolo. Appena lo sguardo dell’elfa si posò sulla copertina capì che doveva essere importante.
 
«Dobbiamo prendere quel diario!» affermò seria. Mentre lo diceva l’uomo alzò la mano nella loro direzione creando una palla di fuoco e sparandogliela contro. Mentre le altre due si spostarono rimanendo nascoste, Akerith uscì dall’ombra per evitare l’attacco.
 
-Quindi abbiamo uno sporco corvo. Come sei entrata?- gli chiese l’uomo girandosi a guardarla, lei estrasse i suoi coltelli.
 
-Non devo risponderti. Ma tu hai qualcosa che ci interessa!- rispose agguerrita. Lui sospirò pulendosi gli occhiali.
 
-Le dimostrazioni di forza non sono il mio forte…quindi!- si infilò il guanto di controllo e due robusti Golem ai lati della stanza si mossero frapponendosi tra di loro.
L’Ombra sgranò gli occhi, mentre i costrutti brandirono delle grosse spade.
 
-Ora che farei, topolino?- chiese infilando il manoscritto all’interno del camice. In risposta lei, schioccò le dita e le altre due saltarono sui golem iniziando a colpirli con dei fendenti, ma questi non sembrarono sortire effetti di alcun tipo.
 
-Povere sceme, sono troppo duri per i vostri stuzzica denti- rise Josef per poi ritrovarsi la sagoma di Akerith davanti. Strinse la mano sul coltello menando un fendente al fianco dell’uomo, ma subito si sentì scagliata indietro da una forte folata di vento. Strinse i denti strisciando la schiena sul pavimento e con una capriola rimettersi subito in piedi.
 
-Stupida guerriera. Sono un mago, pensavi seriamente che mi sarei fatto cogliere impreparato!- l’elfa strinse i denti, sentendo un grido acuto, spostò lo sguardo vedendo una delle sue compagne venire trapassata dalla lama del golem. Non ebbe il tempo di sgranare gli occhi, sentendosi afferrare e gettare indietro da Erin prima che l’altro costrutto calasse la spada dove si trovava rompendo il terreno.
 
-Erin stai bene?- chiese subito rimettendosi in piedi, vedendo la sua compagna gemere. La voltò notando che la lama aveva squarciato il mantello e l’uniforme ferendola superficialmente. Non era grave ma sgranò gli occhi quando vide che le vene dalla ferita iniziarono a tingersi di verde.
 
“La Piaga, come?” si chiese subito, portando l’attenzione sulle spade, notando che le lame erano diverse. Erano piene di aculei neri, ciò a fece deglutire stringendo i denti.
 
-Vedo che lo hai capito. Sei molto sveglia signorina Corvo- applaudì l’uomo, un applauso lento, che fece solo aumentare la rabbia dell’elfa oscura.
 
-Quindi sei tu l’ideatore di queste cose!-
 
-Esatto! Ti presento le mie armi infettive. Ammetto che non erano il progetto originale. Ma avvolte i piani B sono molto efficaci- disse lui soddisfatto. Akerith avrebbe voluto tanto saltargli addosso e ucciderlo con il solo usilio delle sue mani nude o anche dei denti.
Quando la mano di Erin si strette alla sua richiamando la sua attenzione.
 
-Comandante…non voglio…diventare un mostro- disse prendendo il suo coltello a lama ondulata portandolo all’altezza del cuore. L’elfa le afferrò la mano per trattenerla, ma sapeva che non poteva impedirglielo. Sia lei che la sua compagna lo sapevano benissimo cosa diceva il codice degli Inquisitori. Si guardarono negli occhi, l’Ombra sapeva che anche se non avrebbe voluto, andava fatto, per non farla soffrire.
 
-Tutto inizia col fuoco…-
 
-…e finisce nel fuoco- concluse Akerith chiudendo gli occhi, sentendo la lama affondare e la stretta della mano di Erin che si faceva sempre meno salda fino a svanire del tutto così come la sua vita.
 
 
 
 
 
Note dell’autore
 
Ecco qui il nuovo capitolo. Vediamo che la riunione è iniziata e mentre Evereth e gli altri partecipano, le Ombre si danno da fare.
L’inizio è andato bene e sono anche riuscite a trovare Josef. Ma nei piani non sempre va tutto liscio e infatti vediamo che dopo essersi divise hanno avuto dei grattacapi con dei Golem corazzati.
Inoltre abbiamo scoperto le identità di altre due della divisione spionaggi: la Wukong Chiu ed Erin. Sfortunatamente lo scienziato si è rivelato molto complicato da catturare e le donne hanno avuto una crudele dimostrazione delle armi Infettive. Perdendo due membri tra cui anche Erin che ha preferito togliersi la vita piuttosto che diventare un mostro.
Di certo ora Akerith è ufficialmente sul piede di guerra con lo scienziato. Dubito fortemente che ne uscirà vivo.
Vedremo cosa succederà e di come faranno a riferire il tutto al Vicario prima che il duca decida di fare qualunque cosa.
Ringrazio come sempre anche solo chi legge la storia e a presto.
  
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