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Autore: padme83    14/11/2021    5 recensioni
Da mi basia mille, deinde centum,
dein mille altera, dein secunda centum,
deinde usque altera mille, deinde centum.

*
[Raccolta di flash e one-shot, omogenea ma non troppo - benché i baci, in qualche modo, c'entrino sempre. Arco temporale variabile, con una predilezione per il periodo a Godric's Hollow; alcuni capitoli partecipano a challenge o a eventi/attività di gruppi fb; POV alternati, si comincia con Gellert]
*
"La pioggia cade, cade, sottile, non si ferma e vi sommerge, vi travolge, vi protegge, testimone fidata e discreta del vostro amore. Sussurra favole di innamorati, prima di voi, fra le stesse lenzuola umide e vestiti sfatti dimenticati in un angolo. Racconta di notti insonni, di gemiti soffocati con furia tra i denti, di amanti felici e pazzi come voi, legati come voi, disperati come voi.
Ma nessuno è come voi."
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Silente, Gellert Grindelwald | Coppie: Albus/Gellert
Note: Lemon, Missing Moments, Soulmate!AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'We were closer than brothers'
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Proprio come allora, Wei WuXian lo chiamò con un sorriso
sulle labbra e Lan WangJi si voltò a guardarlo.
E da quel momento in poi, non poté più distogliere lo sguardo.
(Mo Xiang Tong Xiu – Il Gran Maestro della Coltivazione Demoniaca) 
 
 
 
 
 
 
~ Pazzo di luce ~
 
 
 
 
 
 
 
Guardala guardala scioglie i capelli
sono più lunghi dei nostri mantelli.
Guarda la pelle, tenera, lieve,
risplende al sole come la neve.
Guarda le mani, guardale il viso,
sembra venuta dal Paradiso.
Guarda le forme, la proporzione,
sembra venuta per tentazione.
 
 
 

 
 
Din-don, la pendola batte 11 rintocchi.
 
Ti rivolti nel letto e imprechi tra i denti, furibondo.
È una notte cupa, quasi lugubre e – per entrambi i dannatissimi corvi di Odino – non c’è verso che tu riesca ad addormentarti.
Provi a resistere, teso e inquieto oltre il limite, ma alla fine sei costretto ad arrenderti; quando ti decidi ad abbandonare il torpore soffocante delle coperte, la mezzanotte, ormai, è trascorsa da un pezzo.
Ti affretti ad aprire la finestra – cercando (invano) d'ignorare il formicolio oltraggioso che ti pungola con insistenza la nuca –, agiti appena la bacchetta e in un attimo sei altrove – sei da lui, con lui –, irrompi in casa sua senza alcuna esitazione, certo di trovarlo ancora dove lo hai lasciato, in salotto, intento a leggere davanti al camino. L'estate, malgrado sia luglio inoltrato, procede incespicando tra sbalzi d’umore repentini e violenti – questa sera fa freddo, troppo freddo: l’aria umida della campagna s’insinua sotto i vestiti e intorpidisce gli arti, divora la carne e i nervi, trafigge le ossa – ghiaccia il cuore, che nel petto si fa denso e greve come piombo.
Da qualche minuto ha cominciato a piovere – scrosci d’acqua fitta e incessante, a infrangere il silenzio desolato che pare avvolgere il mondo intero.[1]
«Qualcosa non va, bredhu?»
«Non avevo sonno e mi annoiavo, terribilmente – sai che detesto annoiarmi».
E poi volevo vederti, e stare con te, e ascoltarti, parlarti. Ci sono così tante cose che voglio – che devo, che ho bisogno di dirti.
«Sì, lo so».
Albus annuisce e un sogghigno lieve, a malapena accennato, dardeggia come un lampo sul suo volto pallido.
Non ti accorgi nemmeno che si è alzato dal divano, perso come sei nel groviglio affannoso dei tuoi pensieri – occhi penetranti, limpidi come laghi di montagna, ti fissano ora discreti ora attenti, ricolmi di desideri inconfessati, mentre con voce bassa e vibrante ti invita a sedergli di nuovo accanto e a rimanere in sua compagnia. Anche per lui, ti rassicura, il sonno tarda ad arrivare – o forse no. Forse sei tu (soltanto tu) a tenerlo sveglio in questa notte oscura e irreale.
Resti immobile e lo guardi a tua volta, per lunghi istanti. Indossa una semplice camicia bianca, che gli scivola morbida intorno al corpo snello, e un mantello leggero drappeggiato con noncuranza sopra le spalle ampie e ben definite. I bottoni slacciati all’altezza della gola permettono d’intravedere parte del collo e delle clavicole – linee candide e sinuose, a emulare le eteree fattezze di un’antica statua di marmo. La sua pelle, bianca come giada[2], emana nella penombra un chiarore fievole, sfuggente. Pensi che sia perfetta – assolutamente perfetta –, una tela immacolata, intoccata, su cui spicca la curva piena e dolcissima della bocca – quella sua bocca maledetta, liscia e rossa e irresistibile come un frutto proibito, come la mela che sporcò l'innocenza del Paradiso e lo precluse – dicono –, che mostrò a Eva la furia e lo splendore e la gloria indicibile della tentazione, dell'infamia, della rovina – la conoscenza, il peccato più grande.
Eppure – eppure – a colpirti adesso è un particolare, una benedizione insperata (preziosa), un dettaglio straordinario – e a te sembra, all’improvviso, di non avere più fiato, di non possedere più ragione, controllo, volontà. La sua chioma folta e selvaggia, libera, che gli ruscella scomposta sulla schiena, fino a lambire la vita asciutta e sottile. Non ne hai mai vista una eguale. Arde simile a una vivida fiamma, e i luminosi bagliori dai quali è percorsa rivaleggiano per intensità e fulgore con le lingue di fuoco che guizzano vivaci all’interno del focolare. Racchiude tutta la sua persona, la custodisce in un manto di grazia invincibile, e infonde all'azzurro trasparente delle sue iridi una forza e una bellezza da cui non puoi fare a meno di essere inevitabilmente, dolorosamente attratto.
Chissà se a sfiorare quei capelli di miele e rame fuso si corre il rischio di scottarsi, di bruciare vivi? Ne varrebbe la pena – ne vale la pena.
Allunghi una mano (siete vicini, vicini, vicini) e con cautela prendi una piccola ciocca fra le dita, la vezzeggi piano, te la porti alle labbra per saggiarne la consistenza, percepirne il calore, assaporarne il profumo delicato e inebriante a un tempo.
Tè, sole e rose bianche.
Sollevi lo sguardo e lui sorride – lui sorride e la tua anima si sfalda, lui sorride ed è un raggio di sole che cade come polvere sopra una coltre di neve purissima, è lo sfolgorio dell’alba sul mare, è un canto di vita e di salvezza levato al cielo, offerto in dono alle stelle, all’universo, a Dio.
Albus è sempre più vicino e continua sorridere e tu tremi e ti spezzi e ti sciogli e impazzisci – impazzisci, impazzisci, impazzisci.
 
Tu tremi e impazzisci di luce.[3]
 
 
 
 
 
 
 
Guardale gli occhi, guarda i capelli,
guarda le mani, guardale il collo,
guarda la carne, guarda il suo viso,
guarda i capelli del Paradiso
.”
 



 
 
 
 
 
 
{Words Count: 778}
 


 
[1] lo so che nelle mie storie piove sempre, ma, del resto, come cantano i Placebo, English summer rain seems to last for ages. Per quanto riguarda le temperature, sebbene gli eventi si svolgano in estate (per cui sì, di base il meteo è caldo e soleggiato), non bisogna comunque dimenticare che siamo pur sempre nel 1899, in aperta campagna, e in caso di pioggia (perché, ribadisco, il clima inglese questo è) lo sbalzo termico si fa sentire, soprattutto di notte. Per questo motivo il camino è acceso, per riscaldare almeno un po’ una casa che, possiamo ragionevolmente presumere, non è un resort a cinque stelle;
[2] la giada bianca è una varietà di giada. Qui mi sono divertita a creare un parallelismo: in Mo dao zu shi i discepoli del Clan Lan di Gusu indossano prevalentemente lunghe vesti bianche: per questo motivo, in particolare, i due fratelli a capo di tale Clan, Lan XiChen e Lan WangJi, vengono chiamati “le due Giade di Lan”. Ora, il nome “Albus” significa bianco, per cui, in omaggio a questa sorta di "connessione", la sua camicia è bianca, la sua pelle è bianca come giada (che è come viene sempre descritta la pelle di Lan Wangji, tra l'atro), il suo profumo ha il sentore di tè e rose bianche (questo veramente a prescindere) ecc. Se poi aggiungete che “Lan” letteralmente significa “blu” potete facilmente intuire in che modo la mia testa a questo punto sia andata in cortocircuito;
[3] “Tendono alla chiarità le cose oscure,
si esauriscono i corpi in un fluire
di tinte: queste in musiche. Svanire
è dunque la ventura delle venture.
Portami tu la pianta che conduce
dove sorgono bionde trasparenze
e vapora la vita quale essenza;
portami il girasole impazzito di luce.
Eugenio Montale, Portami il girasole ch'io lo trapianti – non associo Gellert a un girasole, sia chiaro, ma questa immagine è davvero troppo potente e non potevo non utilizzarla.
 
 
 
 
 
Nota:


Buona sera e buona domenica ^^
 
Non sono una grande estimatrice dei capelli di Albus versione Sirenetta, ma ne comprendo il fascino, soprattutto ora che sto guardando The Untamed, dove i capelli lunghi dei protagonisti rivestono un ruolo importante, non solo a livello estetico. A tal proposito, essendo il racconto essenzialmente un pre-slash, ho presupposto che, fino a questo momento, Gellert non abbia mai visto Albus con i capelli sciolti, e che quest’ultimo li abbia quindi tenuti sempre legati in presenza dell’altro.
 
Al solito, fatemi sapere, se vi va, cosa ne pensate ♥
 
Soundtrack: L’infanzia di Maria, Fabrizio De André.
 
Volete raggiungermi anche in altri meravigliosi luoghi di internet? Trovate tutti i link (tengo in particolar modo a Instagram) nella bio. Da poco sono anche su Twitter, per cui, se volete rimanere aggiornati o semplicemente vi va di caz*eggiare, potete raggiungermi lì. Perché sì, è evidente che con la sbandata che mi sono presa qualcosa sui WangXian uscirà fuori, prima o poi.
 
Se siete invece interessati ad altre storie su questi due disgraziati, vi invito a cliccare sul link alla serie che trovate nello specchietto introduttivo in alto. Tenete presente che molte OS e raccolte sono pubblicate nella sezione di Animali Fantastici.
 
Grazie come sempre a chi leggerà – anche silenziosamente –, e a chi commenterà o inserirà questa raccolta in una delle liste messe a disposizione da EFP.
 
Un abbraccio :*
 
 
padme
 
 
 
 
 
 
 
Disclaimer:
Non concedo, in nessuna circostanza, né
l'autorizzazione a ripubblicare le mie storie
altrove, anche se creditate e anche con link
all'originale su EFP, né quella
a rielaborarne passaggi, concetti o TRARNE ISPIRAZIONE

 in qualsivoglia modo senza mio
consenso esplicito.


 
 
 
   
 
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