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Autore: striscia_04    24/12/2021    2 recensioni
“Fanfiction partecipante al Christmas Countdown 2021, indetto dal forum FairyPiece-Fanfiction&Images”
Natale è il periodo più magico e lieto dell'anno. Ma il Natale non è solo canzoni, banchetti, regali e decorazioni; è anche un periodo da trascorrere con la propria famiglia o con le persone a cui si vuole bene.
Non tutte le famiglie, però, sono sempre allegre e felici, e spesso le rimpatriate possono portare a litigi o incomprensioni.
Scopriamo come trascorrono il Natale, gli ormai adulti membri di Fairy tail e come, soprattutto, lo trascorrono i loro figli, tra canzoni, regali, mercatini e piste di pattinaggio.
Genere: Drammatico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuova generazione, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Giorno24 dicembre
Stella

La neve cadeva candida dipingendo le grigie strade di Magnolia di un bianco puro ed intenso. Ovunque, per la città si respirava aria di festa: i bambini sedevano allegri alle tavole aspettando impazienti Babbo Natale, benché mancassero ore al suo arrivo. Divertiti i genitori li guardavano raccontare tutto quello che avevano chiesto per quell’anno, mentre già si preparavano mentalmente al faticoso, ma gratificante compito che li attendeva quella stessa notte.
Quei doni che avrebbero posto sotto l’albero già l’indomani sarebbero stati usati, i più apprezzati avrebbero attratto i loro piccoli per qualche anno, poi anch’essi sarebbero caduti, come gli altri nel dimenticatoio e desideri sempre più grandi avrebbero intaccato la mente dei loro adorabili pargoletti.
Ma di una cosa tutti i padri e tutte le madri erano certi, il tempo trascorso tutti insieme a ridere e scherzare attendendo l’arrivo dei regali, non sarebbe mai stato dimenticato e sarebbe tornato ad affollare le loro menti, con gioia e allegria per gli anni a venire.
Perché non erano certo gli oggetti materiali, che rendevano quella festa così magica, né tanto meno le sfarzose decorazioni appese ovunque; no, a rendere quella notte così lieta e fantastica, e a scaldare i cuori della gente, era il tempo trascorso tutti insieme a ridere e scherzare, a mangiare e bere, a raccontare e ricordare i vecchi tempi.
Stare in famiglia, riuniti tutti in uno stesso luogo; ecco era ed è questo che rende il Natale la festa più bella di tutte.
E proprio rispettando tale spirito, nella gilda più casinista, scapestrata, rumorosa di Magnolia proprio quella sera si stava tenendo una delle feste più belle mai viste.
Fairy Tail aveva fatto le cose in grande, e non aveva badato a spese.
L’intero edificio della sede era ricoperto di ogni sorta di decorazione e lume, al punto che irradiava una luce simile a quella del sole in pieno giorno. Dietro alla struttura, imponente e maestoso era stato piantato e fatto crescere un gigantesco albero, che poi tutti i maghi avevano decorato e che si poteva scorgere in lontananza, anche al di fuori della città, da quanto era grande e alto, con tutte le decorazioni di cui era ricoperto.
Tutti a Magnolia si erano fermati, anche solo per pochi secondi ad ammirare quello spettacolo, che aveva un che di celestiale, e tutti avevano sorriso ed augurato un felice Natale a coloro che da anni ormai proteggevano e custodivano la loro città.
Si sentivano fortunati, nonostante tutti i danni che le fate gli procuravano ogni anno, ad averli vicini e soggiornanti lì a Magnolia; perché quando si trattava di festeggiare potevano stare sicuri, i cittadini, che nessuno sarebbe riuscito a rendere un evento divertente come quegli scapestrati ed inguaribili ottimisti.
Proprio in quel momento erano tutti riuniti alla sede attendendo l’arrivo dei maghi delle altre gilde, che avevano appositamente invitato alla festa per la vigilia.
Anni prima quando avevano avuto l’idea di trascorrere il Natale tutti insieme a festeggiare e dare di matto, anche membri di altre corporazioni avevano apprezzato la trovata e si erano volentieri uniti ai festeggiamenti. Quella che era iniziata come una rimpatriata tra vecchi amici, si era presto trasformata in una splendida tradizione natalizia, al punto che ogni anno le varie gilde sceglievano in quale sede festeggiare ed invitavano i vari amici.
Quest’anno era toccato a Fairy Tail fare gli onori di casa, e come con tutte le cose avevano dovuto esagerare ed ingigantire l’evento, invitando anche i membri della città, per rendere la festa ancor più grande e allegra.
Lo avevano fatto anche, perché da quando quell’evento era diventata una tradizione le varie gilde si erano messe a competere tra loro, a chi avesse organizzato la festa più bella di tutte.
Ecco, quindi, che era iniziata una vera contesa a chi avesse trovato il luogo migliore, preparato i cibi più prelibati, avesse fatto i regali più belli e le decorazioni più sgargianti.
E come sempre Fairy Tail aveva preso seriamente la competizione e si era impegnata per rendere quel Natale il più bello e felice per tutti i loro amici…
“Uffa, ma quando arrivano! Io ho fame!”
“Su cerca di avere pazienza, Natsu.” lo rimproverò Lucy,
“Ma Lu, quei cretini sono in ritardo! Tra un po' è ora di cena e io non ci vedo più dalla fame! Non potrei assaggiare…” tentò di avvicinare il braccio verso un cosciotto, ma la moglie gli piantò una mestolata sul dorso della mano, e lui d’istinto la ritrasse.
“Non pensarci nemmeno! Le conosci le regole: finché non siamo tutti non si inizia a mangiare.”
“Va bene.” sbuffò il rosato massaggiandosi la mano.
“Mamma, io ho fame!” udirono una voce e voltandosi videro Nash appoggiato con la testa sul tavolo.
“Anch’io!” protestò la sorella seduta un po' più in là.
“Cercate di portare pazienza, tra poco arriveranno gli altri.”
“Ma sono passate ore da quando ho messo qualcosa sotto i denti!” brontolò la ragazzina, “E non c’è ancora traccia dello zio Sting e…”
“E’ permesso!” esclamò una voce proveniente dall’entrata della sede.
Subito una marea di persone fece il suo ingresso, e a capeggiare quel piccolo esercito, composto da maghi tutti vestiti e agghindati per l’occasione, c’erano Sting e Yukino.
“Zio Sting!” urlò Nashi fiondandosi sul biondo,
“Oh, Nashi! Guarda quanto sei cresc…”
“Artiglio del drago di fuoco bianco!” urlò la ragazzina, trasformando il suo braccio in una zampa ricoperta di squame e artigli affilati, che si rivestì di un ampio strato di fuoco completamente bianco.
Il Dragon Slayer più anziano non aspettandosi il colpo si ritrovò un pugno sulla faccia che lo fece cadere all’indietro, procurandogli una vistosa bruciatura su una guancia. Poi il suo intero corpo fu ricoperto da una luce bianca, che si divise diventando piccole fiammelle.
“Whaaa! Bruciaaaaa! Vado a fuoco!” si mise ad urlare il Master di Saberthooth, mentre correva in tutto il locale alla disperata ricerca di una bacinella d’acqua dove gettarsi.
“Ah ah ah! Hai visto zio?! Sono migliorata con l’uso della Dragon Force da quando ho mangiato la tua luce!”
Ma l’altro non gli prestò minimamente attenzione, troppo impegnato ad evitare che il fuoco continuasse a disperdersi in tutto il suo corpo.
“Ti aiuto io zietto!” urlò Nash estraendo dalla tasca dei pantaloni una chiave d’oro: “Apriti portale dell’acquario: Aquarius!”
Una splendida sirena dai lunghi capelli azzurri comparve dal nulla, poco dopo che Nash ebbe recitato la formula e immerso la chiave in un bicchiere d’acqua.
“Mi hai chiamato, Nash?” chiese Aquarius, “Si, zietta. Puoi per favore spengere lo zio Sting prima che si trasformi in una torcia umana.”
“Tutto per il mio nipotino preferito.” esclamò lo Spirito Stellare abbracciando forte il biondino, prima di lanciare un’onda gigante contro il Drago Bianco, che fu trascinato via rischiando di annegare.
“Grazie mille zia, domani ti prenoto il ristorante per il tuo appuntamento con zio Scorpion.”
“Il mio piccolo Nash, quanto è premuroso.” disse la sirena tornando a stritolarlo in un abbraccio.
“Ma perché con lui sei così gentile?! Mentre quando ero io la tua padrona tentavi di affogarmi in continuazione!” protestò Lucy.
“Perché eri una ragazzina presuntuosa e maleducata, a cui andava impartita una bella punizione!” gli rispose l’altra mentre le si avvicinava con una faccia indemoniata da far tremare le budella.
Intanto Sting si era ripreso dallo spavento e stava rimproverando Nashi per la sua mancata educazione, quando una sfera di fuoco lo centrò in volto e lo fece schiantare contro un muro.
“Ehi!” urlò una volta tiratosi a sedere,
“Nessuno può rimproverare mia figlia, tranne Lucy!” gridò imbufalito Natsu e lo scontro tra i due veterani Dragon Slayer iniziò sotto lo sguardo eccitato della ragazzina, che prese subito ad incitare suo padre.
“Lucy-sama!” disse una donna avvicinandosi alla signora Dragoneel,
“Yukino! Da quanto tempo, come stai?” chiese la donna abbracciando l’amica.
“Molto bene, grazie.”
“Ho saputo, che…” continuò la bionda abbassando lo sguardo verso il ventre dell’albina, il quale era leggermente gonfio.
“Si, ha già sei mesi.” gli sorrise la donna.
“Che gioia! E dimmi, Sting come l’ha presa?”
“E’ semplicemente entusiasta di diventare padre, ma è anche super apprensivo! Pensa che non posso più uscire di casa, senza portarmi dietro almeno Lector-sama!”
“Eh eh! Immagino, anche Natsu quando aspettavo Nashi non faceva altro che seguirmi ovunque, ripetendo che doveva tenere d’occhio sia me, sia il mio uovo, perché temeva si schiudesse da un momento all’altro!”
“Ah ah ah! Quindi Natsu-sama aveva un’idea tutta sua di come nascono i bambini!”
“Si, e non immagini la sua sorpresa quando scoprì che non dovevo deporre davvero le uova… successe quando nacque Nash, credo sia ancora un po' traumatizzato! Ah ah ah!”
“Immagino! Invece, Sting-sama è spaventato da altro…”
“Che vuoi dire?”
“Beh…”
“E’ così che ti prendi cura di mia sorella e del mio futuro nipotino!” tuonò una voce sulla porta, e Sting fu scosso da un brivido.
“S-Sorano!” esclamò l’uomo ritrovandosi l’ex maga di Oracion Seis che lo squadrava furiosa.
“Ecco, io stavo solo…”
“Stavi solo facendo a botte vicino a mia sorella! Ti ho già detto che se per colpa delle tue risse le succede qualcosa prima ti faccio divorare dai miei angeli e poi prendo le tue ossa e ci faccio una sedia!”
“Ti prego, abbi pietà! Sono stato attento a non coinvolgere Yukino, sai che la sua salute è al primo posto per me! E poi hanno cominciato loro!” pianse a dirotto il Master, inginocchiandosi davanti alla donna, mentre indicava Natsu e Nashi, che a quella scena non poterono trattenersi dallo scoppiare a ridere.
La ramanzina però, fu interrotta da una vocina e subito Sorano si ritrovò due manine attaccate al vestito: “Zia Sorano, da quanto tempo! Non vieni a salutarmi?”
“Nash! Ma certo che ti saluto! Come potrei non salutare il mio nipotino preferito!” disse la donna sollevandolo per poi prendere a strofinare la sua faccia contro quella del bimbo, che scoppiò a ridere felice.
“Si può sapere che succede qui? Sting che razza di figura fai se ti riduci in questo stato contro una bambina.” lo rimproverò Rogue appena arrivato, con accanto la moglie Minerva.
“Sta zitto! Mi ha solo colto di sorpresa, vorrei vedere te al mio posto!”
“Io al tuo…”
“ZIO ROGUE! AIUTAMI!” sentì gridare e voltandosi si ritrovò Gale, che gli correva contro inseguito da un Emma imbufalita e rivestita d’acciaio.
“Gale, ma cosa…?”
Il moro non perse tempo, saltò sopra suo zio e colpendolo sui fianchi con i talloni lo fece iniziare a correre.
“Che cavolo stai facendo?” chiese l’uomo, non riuscendo però a fermarsi,
“Non si vede? Sto cercando di sopravvivere a quel mostro indemoniato di mia sorella!”
“Su scendi! Cerco di farla ragionare!”
“Buona fortuna.” disse il ragazzo, mentre scendeva e correva a nascondersi dietro una trave.
“Emma, ciao da quanto tempo. Ti dispiacerebbe ferm…”
Trasformò il suo corpo in un’ombra, un attimo prima che la violetta lo centrasse in faccia con il suo braccio tramutato in una lastra di ferro.
“Cerca di calmarti!” gli intimò il Drago d’Ombra, ma lei era sorda ai suoi avvertimenti e proseguì per la sua strada cercando di colpirlo.
Rogue schivò il suo attacco e gli comparve alle spalle, immobilizzandola da sotto le ascelle: “I tuoi genitori non ti hanno educato così male! Vedi di darti una calmata!”
“Ah, ma sei tuo zio! Sai che non ti avevo riconosciuto nella foga dello scontro?”
“Dovresti stare più attenta a chi ti circonda. Potevi ferire qualcuno!”
“Si, si, lo so. Adesso però lasciami andare!”
“Non se prima prometti di non picchiare tuo fratello!”
“Eh? Uffa, e va bene. Ma tu lasciami!”
L’uomo allentò la presa e la ragazzina subito ne approfittò: “Modalità del Drago d’acciaio incandescente!” urlò e il suo corpo fu ricoperto da ferro rosso e bollente.
Il moro non fece in tempo a schivare il successivo attacco ed un pugno duro quanto il ferro e caldo quanto una fornace lo colpì in pieno volto buttandolo a terra.
“Bene, e dopo i saluti concentriamoci su di te.” disse la ragazza a suo fratello, che era però subito sparito a nascondersi da un’altra parte.
“Sei troppo accondiscendente con i bambini.” lo rimproverò Minerva, mentre l’uomo cercava di far smettere la fuoriuscita di sangue dal naso.
“Ghi hi hi! Ehi Ryos, che ne pensi di mia figlia? E’ diventata forte, eh?”
“Fin troppo! Dovresti dirle di darsi una calmata, uno di questi giorni qualcuno potrebbe farsi molto male.”
“Tutte scuse, la verità è che non riesci a tenere testa alla mia bambina.” rise Gajeel.
Nello stesso momento Emma era riuscita a rintracciare Gale, ma prima che potesse picchiarlo intervenne in sua difesa Drake: “Onee-chan, non dovresti picchiare tuo fratello. Sono sicuro che non voleva farti arrabbiare.”
“Uffa, Drake, perché devi sempre intrometterti nei miei affari? Comunque va bene, per questa volta lo perdono.” disse e lasciò cadere la presa.
Grazie mille.” pensò il quattrocchi, inviando tale messaggio al suo salvatore, che in risposta sollevò il pollice nascosto dietro la schiena.
“Perché quel ragazzino deve sempre dare fastidio a mia figlia?” si chiese Gajeel, ma proprio in quel momento gli si avvicinò un volto conosciuto.
“Ehi, ferraccio vecchio?” lo schernì Cobra, guadagnandosi un’occhiataccia dal diretto interessato: “Che cavolo vuoi faccia da serpe?”
“Nulla, solo augurarti felicitazioni!”
“Di che stai parlando?”
“Ma come non lo sai ancora?” chiese il bruno esternando un ghigno ancor più pronunciato.
“Ehi papà! Te l’ho già detto, fatti i cazzi tuoi!” lo richiamò Drake, già conoscendo l’intento del genitore.
Quest’ultimo, però, lo ignorò e proseguì la sua chiacchierata: “Non sai che potremmo diventare parenti?” chiese al Redfox.
“Parenti? Di che cavolo parli? Hai bevuto più del solito?” chiese allibito l’uomo e il sorriso di Cobra si ampliò ulteriormente.
“Ma sì! Io e te diventeremo parenti tra qualche anno, se le cose continuano così!”
“Ma che dici? Com’è possibile?”
“Rifletti! Qual è l’unico modo per far sì che lo diventiamo?”
“Un certificato di adozione? Mi stai chiedendo di adottare uno dei tuoi figli?!”
“Ma che cazzo dici! I miei figli non si toccano!” urlò adirato l’uomo, prima di picchiarsi una mano sulla testa e scoppiare in una fragorosa risata.
“Piantala di prendermi per il culo!” gridò offeso il moro,
“Uffa, visto che sei tanto idiota, vedrò di spiegarmi meglio! Ehi, Emma!” disse richiamando l’attenzione della ragazzina.
“Si, zio?”
“A quando le nozze con Drake?”
“EH!” urlò il diretto interessato diventando rosso come un peperone, mentre il fumo gli usciva dalle orecchie.
“Beh, se tutto va bene. Potremmo sposarci quando avremmo vent’anni.”
“S-Sposarsi?” chiese il violetto diventando ancor più rosso in viso.
“Si, perché? Non vuoi sposarmi?”
“SI! Cioè, no! Cioè, si! Insomma, mi p-piacerebbe, ma…”
“Tranquillo è ancora presto, abbiamo una marea di tempo per pensarci.” gli sorrise la ragazza.
In tutto questo i due ragazzini non si accorsero di Gajeel, che all’udire le parole di sua figlia era rimasto imbambolato sul posto, con gli occhi sbarrati al punto che sembrava potessero staccarglisi dalle orbite e la bocca spalancata.
“Ah ah ah! Guarda che faccia!” rise Cobra, per poi voltarsi verso Warren, “Me lo presti?!” disse togliendogli dalle mani il Lacrima Phone, che portò davanti al volto dell’altro uomo e premendo un tasto fece partire un flash immortalando quell’espressione ebete in una foto. Poi fece altrettanto con suo figlio, la cui espressione era identica a quella di Gajeel fatta eccezione per il rossore del viso.
“Che bello, quindi avremmo un altro fratellone e una sorellona!” gioì Blake,
“E due fratellini più piccoli.” sorrise Diana, guardando i gemellini seduti su una panca del tavolo, che li fissavano curiosi.
“Non vedo l’ora che crescano, così potrò insegnargli tutti i miei scherzi preferiti.” disse il ragazzino, “Io, invece, gli insegnerò l’arte della spada! Diventeranno bravissimi!”
“Non credete di stare correndo un po' troppo?” si intromise Gale, “Perché fratellone?” chiese Blake.
“Oh, dai non chiamarmi così. Secondo me state facendo le vostre considerazioni troppo presto. Non è detto che tra qualche anno quei due stiano ancora insieme, inoltre non credo che siano ancora fidanzati…”
“Ti stai forse opponendo?!” chiese la bruna guardando di traverso il ragazzo, mentre già aveva messo mano alla sua spada.
“Assolutamente no!” cercò di difendersi il moro, “Dico solo che bisogna fare le cose con calma e…”
SBANG
Il pugno di ferro sbatte contro il legno del tavolo spaccandolo in due, tutti tacquero voltandosi verso l’artefice del frastuono.
Seduto al tavolo Gajeel teneva la testa bassa, mentre il suo corpo era rivestito di ferro nero, istintivamente Drake fece tre passi in dietro, e l’uomo sollevò il capo squadrandolo.
Il suo volto era una maschera di rabbia, quando i piccoli occhi rossi si poggiarono sul ragazzino esplose in un urlo, anche se somigliava più ad un ruggito: “TU! SOTTOSPECIE DI MICROBO! COME OSI PROVARCI CON MIA FIGLIA!
Una spada acuminata comparve al posto del suo braccio e venne scagliata contro il violetto, che fece appena in tempo a saltare in aria e schivare l’attacco, mentre l’arma si schiantava contro il pavimento in legno lasciandoci un vistoso buco.
“A-Aspetta, z-zio G-Gajeel! I-Io ti assicuro, che posso spiegare…” un’altra spadata gli sfiorò la nuca e il ragazzo comprese che era meglio filarsela.
GIURO CHE TI AMMAZZO! VIENI QUI, APPENA TI PRENDO TI RIDUCO IN SEGATURA!” continuò a gridare l’uomo, mentre Drake correva per tutto il locale diretto verso l’uscita.
“Papà! Giuro che se sopravvivo torno qui e ti massacro di botte!” urlò il ragazzo prima di sparire fuori dalla gilda.
“Drake, corri! E tu papà lascialo in pace o lo dico alla mamma!” gridò Emma mettendosi all’inseguimento dei due.
“Ah ah ah! Corri, corri, figliolo, che ti fa bene!” scoppiò a ridere Erik tenendosi la pancia, mentre ricadeva indietro sulla panca.
“Poveretto, non lo invidio per nulla.” disse Gale, mentre Diana si era messa vicino a suo padre ed era anche lei scoppiata a ridere.
“Mamma!” urlò ad un tratto Blake e subito Kinana lo raggiunse: “Che succede figliolo?”
“Papà ha messo nei guai il fratellone, e adesso lo zio Gajeel lo insegue per picchiarlo, intervieni per favore!”
“Spione!” urlò Dia avvicinandosi al gemello e piantandogli un pugno, impregnato di veleno, sulla testa.
“Aho!”
“Diana non usare la magia per picchiare tuo fratello!”
“E’ colpa sua!” rispose semplicemente la bruna allontanandosi.
“Erik, cos’è questa storia?”
“Nulla di che, semplicemente Gajeel non apprezza l’idea che potremmo unire le nostre famiglie. E vuole trucidare il marmocchio.”
“Va subito a fermarlo!” gli ordinò la moglie, ma lui scosse la testa: “Non ci penso nemmeno! Mio figlio è grande e sa combattere molto bene, sono certo che riuscirà a cavarsela alla grande. E poi mi sto divertendo troppo!”
“Bene, se è così che la pensi, allora vediamo se ridi ancora dopo questo!” disse la donna, incrociando le braccia prima di allontanarsi.
Ascoltando i pensieri della moglie, l’uomo pensò bene di dileguarsi, poiché la sua idea non gli piaceva per nulla, ma prima che potesse anche solo alzarsi, un paio di mani lo afferrarono e lo buttarono a terra.
“Che cazzo stai facendo?!” tuonò Sorano, e Cobra fu certo di non averla mai vista così imbufalita: “Kina mi ha detto, che non vuoi salvare tuo figlio da quell’ammasso di ferro arrugginito!”
“Beh, si è vero. Ma solo perché…”
“Non me ne frega niente del perché! Va subito a tirare fuori il mio nipotino dai guai in cui lo hai cacciato, o ti assicuro che ne pagherai care le conseguenze!” tuonò l’albina, mentre l’altro deglutiva, ascoltando tutte le varie torture che la mente della sua amica stava macchinando.
“Dovresti stare più vicino a Drake.” rincarò la dose Kinana, e il tono mogio e pieno di delusione che usò, fu come una pugnalata al cuore per l’uomo.
“E va bene! Siete proprio delle guastafeste!” disse prima di sparire all’inseguimento del gruppo urlando: “Gajeel, giù le mani da mio figlio! Solo io e nessun altro ha il diritto di picchiarlo!”
“Hai visto Kina, basta che gli fai gli occhioni da cucciolo bastonato e cade ai tuoi piedi!”
“Non è che mi piaccia farlo, ma deve imparare ad essere un padre migliore!”
“Sono totalmente d’accordo con te.” disse l’albina sorridendo all’amica.
“Scusate, è permesso?” chiese una voce dalla porta e proprio in quel momento comparve sull’uscio l’intera gilda di Crime Soierce, o quel che ne rimaneva.
“Gerard!” esclamò Elsa fiondandosi sul marito con ancora Rose in braccio, “Ehi, ciao Elsa. Scusa per il ritardo.”
“Ma figurati.”
“Ehi papà!” lo salutò allegro Reiki, avvicinandoglisi per poi abbracciarlo.
“Figliolo, come te la passi?”
“Molto bene, grazie. Tu invece?”
“Anch’io sto bene. Anzi ho deciso che rimarrò a Magnolia per il resto del mese e anche di più.”
“Dici sul serio!”
“Piaciuta la sorpresa?!” sorrise Elsa carezzando i capelli del figlio, “Certo!” disse quest’ultimo.
“Inoltre, vi avrei fatto un regalo di Natale.” continuò l’uomo,
“Di che cosa si tratta?” chiesero moglie e figlio, “Quella.”
Entrambi superarono con lo sguardo la figura di Gerard e videro stagliata alle sue spalle una gigantesca torta alle fragole, da un lato riempita con crema, mentre dall’altro lato rivestita di glassa al cioccolato.
“Una torta!” urlarono i due con la bava alla bocca prima di scansare l’uomo e fiondarsi, con bavaglio e posate sul grande dolce che presero subito a divorare.
“Ehi, voi due, calma!” esclamò il bluette vedendo la moglie e il figlio abbuffarsi, “Se la mangiate tutta vi verrà un’indigestione!”
“Ga ga!” abbassò la testa verso sua figlia, che Elsa gli aveva dato in braccio prima di fiondarsi sulla torta: “Speriamo che crescendo, anche tu, non diventi così golosa. Sarà meglio che intervenga o alla tua mamma e al tuo fratellone verrà un gran mal di pancia.” e detto questo si avvicinò al resto della sua famiglia.
“Certo che qui si respira sempre un’aria di festa!” disse Sawyer, mentre si dirigeva con Macbeth e Richard a salutare Sorano, che ovviamente prese a lamentarsi di quanto poco andassero a trovarla.
Nel frattempo, anche Baccus era arrivato e subito si mise a bere in compagnia di sua moglie Cana, che invitò anche Zack. Quest’ultimo, però, memore di quello che gli era successo pochi giorni prima pensò bene di rimanere al fianco della fidanzata, giusto per evitare altre possibili sfuriate. Alla fine, suo padre dovette prenderlo di peso e infilargli una bottiglia in bocca, per far sì che anche il bruno si rilassasse.
“Il nonno non viene?” chiese il ragazzo a sua madre, “Ha detto che era impegnato con una missione. Forse farà un salto domani per festeggiare il Natale tutti insieme.”
“Ti manca?”, “Ma figurati! Che me ne faccio di un vecchiaccio pervertito, quando ho due bei ragazzi come voi con cui divertirmi!” disse la bruna stringendo in un abbraccio figlio e marito.
“Così ti voglio baby!” gridò l’ubriacone continuando a bere.
 
“Ehi cugina!”, “Si, Cri? Che vuoi?”
“Augurarti buon Natale e darti questo.” disse l’albina porgendo a Star un pacchetto colorato.
La ragazza subito lo aprì e ci ritrovò dentro un CD, di una strana band vestita come un branco di teppisti.
“Wow, questo è l’ultimo disco della mia band preferita! E’ praticamente introvabile! Come hai fatto ad averlo?”
“Conosco un amico che ha lavorato con loro, e visto che mi doveva un favore gli ho chiesto di farmi recapitare una copia del CD, con una dedica speciale.”
Solo in quel momento, aprendolo la bionda si accorse che dentro il cofanetto c’era incisa una dedica a suo nome.
“Sei fantastica! Il miglior regalo che qualcuno potesse farmi!” gioì l’altra stritolandola in un abbraccio.
“Sono felice che ti piaccia.”
“Adesso però tocca a me darti il mio regalo!”
“Oh, sì! Che cos’è? Un vestito nuovo? Un paio di occhiali? Una rivista di moda?”
“No, qualcosa di molto meglio!” sorrise Star tirando fuori dalla tasca dei suoi pantaloni un paio di biglietti.
“Per cosa sono?”
“Una cena al resort più illustre della città! Te l’ho dato perché non fai altro che lamentarti che non vai mai a mangiare in uno di quei locali da ricconi snob. Così ecco a te, puoi portarci Zack.”
“Grazie mille, Star! Non vedo l’ora di poterci andare!”
Nello stesso momento Luxus era seduto su uno sgabello in compagnia di Light, che eccitato si guardava intorno ammirando la gioia che i maghi trasudavano da tutti i pori.
“Ehi, figliolo.”, “Si, papà?”
“So che il tuo regalo di Natale è arrivato ieri con un po' di anticipo, ma volevo comunque fartene uno. Che ne pensi se dopo le vacanze iniziassi ad andare a scuola?”
“A scuola? Ma sei sempre stato contrario a mandarmici! Com’è che hai cambiato idea?”
“Io e tua madre abbiamo parlato e alla fine abbiamo concordato che devi iniziare ad uscire un po' più spesso. Forse all’inizio potrai starci solo qualche ora, ma è sempre meglio di niente.”
“Quindi potrò andare anch’io a scuola?! E imparare tante cose nuove! E farmi nuovi amici! Che bello sarà grandioso!” urlò tutto eccitato il bambino.
 
Nash si fece largo tra la folla, fin quando non scorse l’indistinguibile capigliatura spettinata del suo migliore amico, e arrivatogli vicino lo afferrò per un braccio e se lo tirò accanto.
“Nash, che succede?” chiese Blake, “Questo dovrei chiederlo io a te! Ti rendi conto dove ci troviamo?”
“Certo, siamo alla festa di Natale organizzata dalla gilda.”
“Ma no zuccone! Dove tu ci vedi una festa, io ci vedo il nostro grande palco! Qui potremmo ideare lo scherzo del secolo!” disse il biondo, sollevando in un gesto plateale la mano, per indicare tutto l’edificio.
“Non so se è una buona idea. Sono preoccupato per mio fratello, non è ancora tornato.”
“Non capisci? Questa è l’occasione perfetta!”
“Perfetta per cosa?”
“Se riusciamo a far litigare mia sorella con quel cretino di Storm, si molleranno e allora tuo fratello avrà campo libero e se si metteranno insieme NOI automaticamente diventeremo fratelli!”
“Ma Nashi ama Storm, e Drake non la sopporta! Dice che è troppo eccentrica e chiacchierona, oltre che rumorosa. Quei due non vanno mai d’accordo, non riusciremmo a farli finire insieme! E poi mio fratello è felice con Emma.”
“Lo so, ma non è felice di ritrovarsi lo zio Gajeel sempre pronto a martoriarlo. Inoltre, sono certo che grazie a quello che ho imparato con zio Loki troverò il modo di aiutarlo a far cadere mia sorella ai suoi piedi!”
“Ci riesce già. Basta che gli pianti un pugno in faccia e il gioco è fatto! Ed è una routine che si ripete da parecchio tempo.”
“Non sto parlando di questo, razza di rimbambito! Sto dicendo che l’aiuterò a conquistarla!”
“Ma a Drake non interessa e se Storm lo scopre ucciderà prima noi e poi lui!”
“Tranquillo basterà che lo dica a papà e quella pozzanghera vivente potrà far poco.”
“Non sono ancora convinto.”, “Pensa che se il piano riesce diventeremo fratelli! Già siamo migliori amici, ma fratelli… è tutta un’altra cosa.”
“Si può sapere di cosa state parlando voi due?” chiese qualcuno alle loro spalle facendoli sussultare.
Ma quando Nash si accorse che a parlare era stato Rin la paura si tramutò in rabbia: “Nulla che ti riguardi Ameotoko!”
“Taci fiammifero stellato! Mi riguarda eccome visto che stavate parlando di mio fratello!”
“Nash vuole far litigare Storm e Nashi, in questo modo si molleranno.” spiegò Blake,
“Zitto, razza di scemo!” gli urlò il biondo piantandogli un pugno sulla testa.
“Mi piace l’idea.” disse Rin sorprendendo il rivale, “D’accordo, vi aiuterò anch’io! Ma solo perché voglio rovinare la vita sentimentale di mio fratello, non illudetevi che vi trovi lontanamente simpatici, razza di cretini!”
“Neanche tu ci piaci, stupido nudista!”
“Su cerchiamo di collaborare, abbiamo tutti lo stesso obbiettivo. Nash qual è il piano?”
“Lieto che tu lo abbia chiesto.” disse il ragazzino esternando un ghigno sadico.
 
“Che cosa volevi mostrarmi?” chiese Storm seguendo la sua fidanzata, che lo trascinò di peso dietro il grande albero posto al centro della sede.
“Ho pensato di darti subito il mio regalo di Natale.” rispose la rosata, mentre Storm diventava tutto rosso.
E’ proprio un angelo sceso dal cielo! Mi ha fatto pure il regalo di Natale! Forse anch’io dovrei dargli subito il mio.”
“Ehi Stormy, tutto bene?”
“Si, si, perché?”
“Ti stai tramutando in una pozza.” disse Nashi, ridacchiando mentre indicava la parte inferiore del corpo del ragazzo che aveva iniziato a sciogliersi per poi ricoprire di acqua il pavimento.
“Ops, scusa. Quando sono eccitato mi succede.”
“Già, lo avevo intuito dalla tua faccia.”
“Eh che mi fai impazzire.” rispose sincero il bluette guadagnandosi un bacio sulla fronte dalla ragazza.
“Su andiamo, voglio proprio farti vedere il mio regalo.”
I due si incamminarono lungo la base circolare della pianta, ad un tratto Nashi scorse sotto la pianta l’inconfondibile carta da regalo rosa scuro, che aveva usato per impacchettare il suo dono.
Afferrata la grande scatola quadrata la mise davanti al figlio di Gray: “Adesso aprilo.”
“Con molto piacere.” rispose il giovane prendendo a strappare la carta, per poi rivelare una piccola macchinetta grigia con accanto una manovella, e sul cui dorso c’era disegnato un cono gelato.
“Che cos’è?” chiese eccitato il ragazzo alla vista del cono, “Una macchina per fare i gelati. So che li adori in qualunque momento dell’anno, ma d’inverno le gelaterie sono chiuse; quindi, ho pensato bene di regalarti questa così quando ne hai voglia ti basta preparartelo da solo.”
“Ma è un pensiero dolcissimo! Grazie mille, Nashi! Non credo che il mio regalo riuscirà a reggere il confronto.”
“Non dire sciocchezze, qualunque cosa tu mi regali, io l’adorerò sempre! Su fammi vedere!” iniziò a saltellare dall’impazienza, mentre il fidanzato si alzava e andava a recuperare sotto l’abete un piccolo pacchetto.
Preso il regalo la giovane strappò via il fiocco e la carta, e si ritrovò in mano un ciondolo arancione che raffigurava una piccola fiammella.
“Ma questo è…”
“Una Fire Stone che ho appositamente fatto diventare una collana, da un artigiano della città. Grazie a questo anche quando non avrai a disposizione fiamme da mangiare, potrai stringerla ed essa produrrà un’immensa quantità di calore che si riverserà nel tuo corpo e ti darà forza. Così durante le missioni non finirai più nei guai!”
“Stormy è un regalo bellissimo! Sono così contenta e non so proprio come ringraziarti.”
“Ma no, non devi. Sei la mia ragazza, è il minimo che possa fare.”
“Sai che forse l’ho trovato un modo per dirti grazie!” e stringendo il ragazzo per il giacchetto poggiò le labbra su quelle di Storm, che sorpreso chiuse gli occhi e rimase a godersi la morbidezza delle labbra di lei poggiate sulle sue.
“Ecco fatto! Che ne pensi?”
“E’ il giorno più bello della mia vita!” esclamò il mago dell’acqua, con gli occhi a cuoricino mentre il suo intero corpo si tramutava in una pozza d’acqua e finiva sul pavimento.
 
“Bleah! Che schifo!” esclamò Nash nascosto dietro una punta dell’albero, “Sono d’accordo quei due sono proprio imbecilli!” rincarò la dose Rin.
“Che poi non capisco perché agli adulti o ai più grandi piaccia fare certe cose. E’ imbarazzante e disgustoso.” disse Blake, mentre gli altri due ammiccavano con la testa, condividendo in pieno il pensiero del più giovane.
“Allora, fiammifero stellato qual è il tuo piano?”
“Semplice! Appena si distraggono inserisco questa dentro gli ingredienti per fare il gelato e il gioco è fatto!” disse mostrandogli una bottiglia contenente una sostanza marrone.
“Che cos’è?”, “Un lassativo!” disse l’altro e non servirono altre parole per far scoppiare tutti e tre in una risatina.
“Che ne pensi se condividessimo il tuo dono con il resto della famiglia?” chiese Storm, “Si! Sarebbe fantastico!” esclamò Nashi euforica, prima di saltare su un tavolo e gridare a gran voce: “CHI VUOLE UN GELATO, VENGA QUI DA NOI!” tutti ne furono entusiasti, benché fosse dicembre un gelato gratis non si rifiuta mai.
“Avete sentito!” disse Blake, “Si. Ancora meglio! Trasformeremo questo, in uno scherzo di proporzioni epiche! Presto Blake, mentre io distraggo quei due inserisci questo nel gelato che stanno preparando!”
“Subito!”
“E io che faccio?”, “Tu vieni con me a distrarre quei tonti dei nostri fratelli!” disse il biondo prima di incamminarsi verso il gruppo.
“Nashi! Anche noi vogliamo un gelato!”
“Prima a me, prima a me!” esclamò Rin,
“No, lo voglio prima io!” si mise ad urlare Nash.
E da lì partì l’ennesima lite tra i due, che si interruppe solo quando i loro fratelli   gli porsero due coni. Proprio in quel momento alle loro spalle Blake rovesciò tutta la bottiglia di lassativo nella gelatiera.
Seguì il caos, tutti coloro che avevano preso il gelato iniziarono a sentirsi male e partirono delle vere e proprie corse verso il bagno…
“Fai largo para fulmini!” urlò Sayla, mentre cercava di raggiungere il bagno prima di Star.
“Quella che deve togliersi di mezzo sei tu, nudista!”
“Mamma non mi sento molto bene.” disse Cristal, “Neanche io.” intervenne Zack portandosi le mani alla pancia.
“Mi fa male lo stomaco.” disse Reiki, “Devi aver mangiato troppa torta.” gli rispose Gerard, ma ben presto anche lui avvertì dei tremendi strizzoni al ventre.
L’intera gilda era nel più completo caos e nessuno, fatta eccezione per le tre piccole pesti, riusciva a non correre al bagno e cagare pure l’anima.
“Un grande successo!” gioì Nash battendo la mano contro quella di Blake.
“Peccato che quei due non abbiano litigato, ma anzi…” intervenne il terzo a rovinare la festa, indicando Nashi e Storm che cercavano di capire come il loro gelato avesse potuto procurare tutti quei danni.
“Beh, non fa niente, non si può avere tutto.” disse Nash, “Se questo è il risultato io me ne vado.”
“Fa come vuoi, noi intanto continuiamo. La notte è ancora lunga!”
“A chi passiamo adesso?” chiese Blake con un sorriso sinistro a coronargli la faccia,
“Che ne pensi dello zio Gajeel?”, “Si, così gliela faccio pagare per come ha trattato mio fratello!”
Gajeel, infatti era appena tornato da quella che era diventata una maratona interminabile tra le strade della città.
Doveva riconoscere che il figlio di Cobra era bravo a scappare, ma se non si fosse intromessa Emma e successivamente Levy lo avrebbe sicuramente preso.
“Zio Gajeel” lo chiamò Blake, con fare innocente, mentre si avvicinava al tavolo dove era seduto l’uomo.
“Che vuoi marmocchio? Non ho proprio voglia di parlare con quelli della tua famiglia! E di, a tuo padre che la prossima volta il colpo sulla testa glielo rendo!”
“Va bene. Io però ero solo venuto a darti questo. La mamma ha detto che lo offre la casa.” disse il bambino poggiando sul tavolo una vaschetta piena di pezzi di ferro.
“Oh, beh. Se lo offre la casa, è ingiusto rifiutare.” e detto questo prese a mangiare con voracità il pasto appena servitogli.
Blake, invece, si allontanò rapidamente da lì, proprio quando il moro si rese conto di avere i lati della bocca incollati uno sull’altro, e di non riuscire più ad aprirla.
“Colla a presa rapida. Che ha lo stesso colore dell’acciaio.” bisbigliò Nash nascosto dietro il bancone del bar, mentre l’amico se la rideva sotto i baffi. Anche perché erano riusciti a metterne un po' anche sopra la panca e quando il Dragon Slayer tentò di alzarsi rimase incollato con il sedere.
“Siamo i migliori e questo verrà ricordato come lo scherzo del secolo!” gioì il figlio di Kinana, ma il biondo lo interruppe: “Direi che possiamo fare anche di meglio. Che ne dici di passare ai nostri papà?!”
“Sei sicuro? Se ci scoprono finiremo in punizione a vita, e soprattutto il mio mi riempirà la testa di bernoccoli!”
“Lo so, che lo zio è molto pericoloso, ma se chiediamo aiuto a tuo fratello non abbiamo nulla da temere.”
Detto questo si incamminarono verso lo sgabello dove si era seduto a riposare Drake. Dopo più di una mezz’ora di corsa, quando ormai pensava di essere spacciato era riuscito a defilarsi dalle grinfie di suo zio, anche grazie all’intervento di suo padre e di Emma.
Ma era ancora arrabbiato con quest’ultimo e non vedeva l’ora di rendergli pan per focaccia.
“Fratellone, puoi darci una mano con una cosa?”
“No, Blake.”
“Perché no?” chiese Nash gonfiando le guance,
“Perché vi ho ripetuto mille volte, che dovete piantarla con tutti questi scherzi.”
“Ma quali scherzi?”, “Già, noi non facciamo più scherzi. Siamo grandi adesso.”
“E io sono Babbo Natale. Piantatela, anche se non potessi sentire i vostri pensieri, non crederei ad una sola parola. Comunque, la mia risposta resta no! Non vi aiuterò a fare uno scherzo a zio Natsu e a quel rompiscatole di papà.”
“Fratellone, prima papà ti ha fatto inseguire dallo zio Gajeel, e se non fossi intervenuto io a chiamare la mamma saresti ancora a correre in mezzo a Magnolia. Ergo mi devi un favore, è il momento di ripagarlo! Inoltre, voglio solo vendicarti e ti prometto che non ci finirai di mezzo se qualcosa andasse storto.”
Drake fissò suo fratello dritto negli occhi: non aveva alcuna voglia di rovinarsi la festa per colpa delle loro bravate. Ma dall’altro canto questa era l’occasione che stava aspettando, e suo padre avrebbe ricevuto la lezione che merita.
“E va bene.” rispose, non riuscendo a resistere alla tentazione: “Ma dopo questo smetterete con gli scherzi e vi godrete il resto dei festeggiamenti come fanno tutti!”
“D’accordo!” dissero i due all’unisono: “Inoltre, la smetterete di cercare di combinare un appuntamento tra me e Nashi, ve l’ho già detto di non intromettervi nella mia vita sentimentale! E prima che cerchiate una qualunque scusa vi ricordo che io SENTO TUTTO!”
Deglutendo al pensiero che il violetto potesse sapere tutto quello che gli frullava nelle teste, le due piccole pesti scossero con vigore la testa su e giù.
“Bene, allora da quel che ho sentito volete agire con discrezione e non potete ovviamente farlo perché papà potrebbe sentirvi. Ecco, quindi, che entro in gioco io: devo attivare la magia del suono ed eliminare qualunque onda sonora prodotta dal vostro corpo, inclusa quella del pensiero. In questo modo potrete agire indisturbati, dico bene?”
“Proprio così fratellone!” esclamò Nash eccitato, mentre il ragazzo più grande poggiava entrambe le mani sulle loro teste.
Quando le tolse da sopra i loro crani i piccoli tentarono di far indovinare al più grande cosa stessero pensando, ma Drake non riuscì a sentirli, diedero qualche calcio sul pavimento, ma anche questi ultimi non produssero alcun rumore.
“Mi raccomando, l’effetto dura solo cinque minuti. Vedete di sbrigarvi.” detto questo il violetto si rimise a mangiare la sua cena, un bel piatto farcito con ogni sorta di legname.
Eccitati i piccoli si diressero verso il centro della gilda, qui senza farsi notare poggiarono su un ferro sporgente la piccola piantina di vischio che avevano sottratto alle grinfie di Mira, poi attesero.
Allo scadere dei cinque minuti Blake si mise ad urlare piangendo come un disperato: “Weeeeeh! Papààà!”
Al richiamo Erik si sollevò di scatto dalla sua postazione e si diresse verso il figlio in lacrime: “Che succede? Perché piangi?”
“Nash mi ha dato fuoco al sedere!” urlò il bimbo mostrandogli l’ampia bruciatura sui pantaloni.
“Non è vero! Ha fatto tutto da solo!” urlò l’altro sentendosi chiamato in causa.
“Sing… sing… bugiardo! Tu hai detto che il mio papà è un Dragon Slayer di serie B, e che tuo padre lo sconfiggerebbe ad occhi chiusi. E quando io ti ho detto che non è vero, tu mi hai fatto questo!” riprese a piangere il bimbo.
“Come osi, moccioso! Adesso ti faccio vedere io chi è il Dragon Slayer di serie B!”
“Whaaa! Papà lo zio vuole picchiarmi!”
“Cobra, dannato bastardo, tocca mio figlio e ti riduco in cenere!” urlò Natsu fiondandosi davanti al bambino.
I due presero a squadrarsi con ostilità, senza però decidersi a saltarsi addosso ed iniziare il combattimento.
Quando stavano per farlo due vocine li distrassero: “Bleah! Che schifo!”
“Mio padre non farà mai una cosa simile!”, “Neanche il mio se per questo!”
I due si voltarono verso i rispettivi figli, che li guardavano con una smorfia in viso: “Si può sapere di cosa state parlando?”
“Guardate sopra le vostre teste!” disse Nash fingendo tristezza.
Solo in quel momento i due uomini, tirando su il capo, si accorsero del vischio posto sopra le loro teste e sbiancarono.
Anche tutti i presenti se ne accorsero e presero a ridere in massa, mentre i più coraggiosi gridavano: “Forza avanti datevi un bacio!”
Quest’ulteriore richiamo fece salire un brivido lungo la schiena dei due padri, che per l’imbarazzo e lo shock non riuscirono a muovere un muscolo.
“Non esiste che faccia quella cosa!” sbottò il bruno pronto a saltare addosso a Natsu per cavargli gli occhi. “Nemmeno io! L’unica che bacio è Lucy!” urlò furioso.
“Forza non fate storie.” comparve accanto a loro Mirajane e i due furono sicuri di stare per svenire.
“Luxus, richiama quel demonio di tua moglie!” lo ammonì Cobra, ma l’altro gli rispose ghignando: “Conosci le regole.”
Intanto Blake e Nash si erano dileguati ed erano corsi a rintanarsi nella cantina della gilda, unico luogo talmente lontano dove poter dare sfogo a tutte le loro risate.
Qualcun altro, invece, si dimostrò sicuramente più coraggioso: “Ah ah ah ah! Adesso voglio proprio vedere come finisce!” scoppiò a ridere Drake, tenendosi la pancia, mentre gli occhi gli lacrimavano.
“Tu sta zitto!” gli intimò il padre, ma le sue minacce caddero a vuoto e presto vicino a suo figlio si unirono a ridere anche Sorano e Sawyer, mentre Macbeth dormiva tranquillo su uno sgabello.
“Avanti papà, prendi questo gioco con filosofia e attieniti alle regole.” disse il ragazzo continuando a ridere.
“Io non so bene come, ma sono certo che in tutto questo c’entri tu!” gli urlò contro il padre arrivandogli davanti e sollevandolo di peso per il colletto della giacca.
“Zia Mira, puoi dire a papà cosa succede qui a Fairy Tail se non si rispettano le regole del vischio?!” disse il giovane, ignorando completamente la faccia da indemoniato sul volto dell’uomo.
“Subito Drake. A chiunque non rispetti le regole verrà inflitta una seconda punizione: dovrà svolgere un servizio fotografico speciale sulla rivista, Sorse, che consiste in scatti fotografici con costumi da cameriere!”
A quelle parole Cobra quasi svenne e Natsu si sentì male al ricordo di quello che gli era toccato fare una volta, quando aveva perso la maratona di Fairy Tail. In certi momenti soffriva ancora di incubi.
“NON ESISTE CHE IO FACCIA UNA COSA DEL GENERE!” urlarono i due all’unisono e prima che qualcuno potesse obbiettare si fiondarono fuori dalla gilda e presero a correre per la città, con Mira al seguito, tutto questo accompagnato in sottofondo da una marea di risate.
La gioia generale, però, fu interrotta dall’ennesimo strizzone di pancia e tutti dovettero fiondarsi al bagno, ricominciando a litigare.
Non potevano sospettare gli ignari maghi che due piccoli demoni macchinavano nell’ombra altri divertenti scherzetti.
I prossimi a finire sotto il mirino di Nash e Blake furono Luxus e Mira, entrambi aprirono i regali che i bambini gli avevano recapitato per conto di Freed e Bixlow, e si ritrovarono uno in una nube di fumo che gli tramutò i capelli in una specie di alga marina, e la seconda si ritrovò coinvolta in una piccola esplosione che le ricoprì l’intera faccia di fuliggine, oltre a spettinargli tutti i capelli.
Light, Star, Yurei e Cristal, invece ricevettero un gigantesco pacco che una volta aperto fece scomparire completamente i vestiti alle ragazze e trasformò i due bambini in criceti.
Sayla ricevette un bellissimo vestito da Reiki, ma una volta indossato esso cominciò a produrre un’immensa quantità di calore e quando la ragazza tentò di toglierselo si rese conto con orrore, che non voleva saperne di sfilarsi.
Reiki fu davvero sfortunato perché gli venne regalata una piccola scatolina dove era contenuto un Lacrima microchip, che il ragazzo incurante attivò.
Il risultato fu che un raggio laser partì da esso e distrusse in un secondo la porzione di torta rimastagli da mangiare.
Gale, invece, ricevette un paio di occhiali stregati che gli fecero vivere il suo incubo peggiore: vale a dire Ideki che si baciava con Sayla. Anch’egli quando tentò di toglierseli non ci riuscì.
Storm e Nashi soffrirono terribilmente l’effetto del lassativo e i due piccoli mostri si assicurarono di rendere inutilizzabili i bagni in cui andarono.
Ormai sembravano inarrestabili, anche perché non erano ancora stati scoperti, quando…
“Ehi Nash, pensi quello che penso io?” disse il ragazzino indicando suo zio Macbeth ancora addormentato, “Non so Blake dimmelo tu a cosa sto pensando.” scherzò il biondino con un ghigno diabolico sul volto.
Il biondo con ancora dipinto in volto il solito ghigno diabolico tirò fuori un pennarello nero e ne porse uno identico all’amico, che ricambiò il sorriso.
In punta di piedi i due si diressero verso la figura addormentata, e stando ben attenti a non svegliarla si misero a dipingergli la faccia.
Finito il loro grande capolavoro rimasero ad ammirarlo incantati, ma non riuscirono a trattenere una risata e l’uomo si ridestò all’improvviso.
Rimase a fissarli interdetto, ma l’espressione corrugata servì solo a rendere ancor più buffa la sua faccia dipinta e a sottolineare gli ampi scarabocchi neri.
“Ehi, Macbeth ti sei sveg… AH AH AH!” non riuscì a trattenersi, Sawyer, nell’istante in cui si ritrovò la faccia del compagno davanti, e cadde all’indietro tenendosi la pancia: “Ma cosa ti è successo? Che hai in faccia? AH AH AH!” al suono delle risate tutti i presenti si avvicinarono e rimasero imbambolati ad osservare quello che un tempo era il membro più forte di Oracion Seis, con la faccia completamente ricoperta da segni di pennarello, su una guancia c’era pure disegnato il giochino del tris.
L’intero edificio fu scosso da risate, mentre l’uomo guardava tutti come se fossero impazziti, poi voltandosi riuscì a specchiarsi in un vetro dietro il bancone e impallidì.
“Ma cosa? CHI E’ STATO!” si mise ad urlare, mentre Nash e Blake se la ridevano sotto i baffi.
“Quindi è colpa vostra!” lì richiamò una voce alle loro spalle, facendoli sussultare, e voltandosi lentamente si ritrovarono davanti la faccia imbufalita di Diana, che già aveva sguainato la sua spada e l’aveva ricoperta completamente di veleno.
“S-Sorellona?!”
“A-Aspetta, possiamo s-spiegarti…”
“Non serve! Ho già sentito tutto! Vi farò pentire di avermi fatto passare un ora intera al gabinetto! VENITE QUI!”
“WHAAAAAA!” urlarono i due mettendosi a correre per tutto il locale, attirando nel trambusto gli altri.
“Si può sapere che succede?”
“Sono stati loro!” urlò Diana, “Ma giuro che se vi prendo vi corrodo fin dentro le ossa!”
Tutti fissarono allibiti la scena, poi quando le parole della bruna gli giunsero alle orecchie la sorpresa si tramutò in ira e una massa di maghi inferociti si mise ad inseguirli, con a capo Macbeth, Cobra e Natsu che si misero ad urlare:
“Se vi prendo vi farò venire così tanti incubi che non riuscirete a chiudere occhio mai più!”
“Nash, come hai osato farmi questo, ma ti faccio vedere io! Appena ti prendo ti metto in punizione per un secolo!”
“Tu piccola peste, e io che ti difendevo anche! Adesso vieni qui, ti colpirò talmente forte che ti fracasserò la testa!”
Questi e altri improperi venivano lanciati da tutti i partecipanti, mentre i piccoli correvano gridando: “Ne è valsa comunque la pena!”
“Quei due non sanno proprio cosa sia la paura.” disse Sawyer, “Beh, lo scopriranno molto presto.” rispose Sorano, ridendo divertita dall’inseguimento.
I due cercarono di scappare, ma ogni volta venivano intercettati e dovevano cambiare direzione, alla fine riuscirono a correre verso l’uscita; ma qui gli si parò davanti una figura.
“Fratellone!” urlarono i due e ci si fiondarono sopra, avvinghiandosi alle sue spalle.
“Salvaci, Drake per favore!” lo implorò Nash, ma l’altro non gli prestò attenzione continuando a squadrare la folla inferocita che gli stava per venire addosso.
Sollevò entrambe le braccia: “Adesso fatela finita e mettetevi seduti!” due gigantesche radici comparvero dal terreno sollevandosi in aria, prima di separarsi e di avvinghiarsi intorno al corpo di tutti i presenti, che furono atterrati malamente e posti sulle sedie. Per evitare che qualcuno partisse nuovamente alla carica, il ragazzino lì immobilizzò alle sedie e rimase a fissarli dimenarsi.
“Ben vi sta!” urlò Nash, “Fratellone, sei fantastico!” gridò Blake abbracciandolo forte, ma l’altro se lo scollò di dosso malamente.
“Vi avevo detto, che non dovevate più fare scherzi!” entrambi sollevarono la testa, e rimasero paralizzati dalla paura, mentre si specchiavano nei grandi occhi del giovane, che erano diventati improvvisamente verdi e si erano ampliati.
Adesso vi insegno io cosa succede a disobbedirmi!” tuonò il violetto e prima che i due potessero scappare li afferrò e se li mise sottobraccio prendendo a trascinarli via.
“MAMMA! AIUTO!” urlò Nash, “NON FATECI PUNIRE DA LUI!” cominciò a piangere Blake, dimenandosi su e giù, nel vano tentativo di liberarsi.
“PIETÀ, PER FAVORE! NON FAREMO PIU’ SCHERZI LO GIURO! PAPA’ TI IMPLORO SALVAMI!”
Natsu però non si mosse, sia perché non gli era possibile sia perché non voleva: “Arrangiati, così la prossima volta impari!”
“PAPA’ TI PROMETTO CHE NON TI FARO’ MAI PIU’ UNO SCHERZO FINCHE’ CAMPO! MA TI PREGO SALVAMI!”
“Ehi, Drake, vedi di dargli una bella lezione anche da parte mia!” disse semplicemente Cobra, ignorando le suppliche del figlio.
“MAMMA, MAMMA! SALVACI!”
“Non ci penso nemmeno, guardate cosa avete combinato! Per poco non rovinavate la festa a tutti!” disse Lucy, “E preparatevi, perché dopo Drake vi toccherà anche la nostra di punizioni!”
“DIA, DIA! TU HAI DETTO CHE VOLEVI FARCI LA PELLE!” prese a gridare Blake attirando l’attenzione della sorella, “TI PREGO FALLO! MEGLIO TE DI DRAKE, PER FAVORE PICCHIACI TU!”
L’altra però scoppiò a ridere e disse: “Ben vi sta! Fratellone fagli vedere chi sei!”
Ignorando completamente i commenti generali, il ragazzo proseguì nel suo cammino diretto al ripostiglio della gilda, ma prima di proseguire si fermò a squadrare un terzo individuo.
Anche tu hai la tua bella fetta di responsabilità!” disse e la radice che avvolgeva Rin lo sollevò di peso e prese a trascinarlo dietro al suo padrone, mentre il bimbo si dimenava e lanciava ogni sorta di improperio contro il ragazzo.
“Ehi, testaccia di legno, che vuoi fare a mio fratello?!” urlò Storm diventando acqua e quindi liberandosi dalla presa del ragazzo.
“Chi credi che abbia aiutato questi due a mettere il lassativo nel gelato che tutti hanno mangiato?”
“Rin, è vero?”
“Certo che no! Non lo farei mai! Figurati se collaboro agli scherzi di questi due idioti!”
“Idioti a chi?!” urlò Nash furente: “Anche lui centra! Mi ha aiutato a distrarvi!”
“Chiudi la bocca stupido fiammifero!”
“Rin!” gridò Gray, “Quindi è anche colpa tua! Drake procedi, e vedi di dargli una bella lezione! Devono capire che certi scherzi non li devono neanche pensare!”
L’altro ammiccò con la testa e superato il rivale si diresse dentro lo sgabuzzino, si chiuse la porta alle spalle e tutto tacque.
“WHAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!”
L’urlo dei tre bambini squarciò il silenzio della notte, lasciando ammutoliti tutti, poi tornò il silenzio.
Quando i piccoli varcarono nuovamente la porta erano bianchissimi in volto, ma per il resto non presentavano nessun’altra irregolarità. Nemmeno un singolo bernoccolo o livido da qualche parte.
Cosa dovete dire a tutti!” tuonò Drake comparendo alle loro spalle, e i tre si immobilizzarono, puntando i piedi a terra e drizzando la schiena.
“CI DISPIACE TANTO, NON LO FAREMO MAI PIU’!” gridarono all’unisono inchinandosi davanti a tutti.
Gli adulti li fissarono tra il sorpreso, l’intimorito e il divertito, poi l’aguzzino continuò: “E adesso cosa dovete fare?
“Dobbiamo aiutare la mamma e la zia Mira…”
“… a servire i presenti e pulire i piatti…”
“… e quando la festa è finita dobbiamo ripulire tutto, senza l’aiuto di nessuno.”
Risposero sconsolati i tre bambini e ad un colpo piantato sul pavimento dal più grande, partirono alla carica come soldatini, sotto le risa di tutti i presenti.
“Bene e questa è fatta.” disse il ragazzo sbuffando, mentre i suoi occhi tornavano del suo solito colore.
“Però hai esagerato!” si intromise Storm, “Se non faccio così non impareranno mai la lezione!”
“Avranno gli incubi per giorni!” intervenne Nashi, “Se la sono cercata.”
“E sappiate che la colpa è anche vostra!”
“Come scusa?” chiese il bluette già imbestialito,
“Se vi comportaste da fratelli maggiori più responsabili ed evitaste di regalare a destra e a manca cibo infetto, forse eviteremmo certe situazioni!”
“Ehi Drake, vedi di darti una calmata! Io sono una bravissima sorella maggiore e se mio fratello è un idiota non è colpa mia! E poi se sapevi cosa stava succedendo perché non li hai fermati prima?!”
“Speravo che tu e la pozzanghera foste più intelligenti e non vi faceste prendere per il culo da due ragazzini!”
“Vedi di abbassare la cresta!” lo minacciò Storm afferrandolo per la maglietta,
“Se no che fai?”
“Ti affogo!”
“Provaci se ci riesci!”
“Vedete di farla finita voi due!” li richiamò Nashi.
“Tu non intrometterti fiammifero decerebrato!”
“Ripetilo se ne hai il coraggio! Stupida faccia di serpe con la segatura al posto del cervello!”
I tre cominciarono a guardarsi in cagnesco, sotto lo sguardo preoccupato di tutti gli altri maghi, che ben sapevano cosa sarebbe successo.
Infatti, non passò neanche un minuto che i tre scomparvero, tra pugni ed insulti, in una nube di polvere.
L’intera sede fu scossa da un terremoto mentre l’edificio veniva allagato, bruciato e le impalcature il legno che lo formavano presero a staccarsi rischiando di far crollare tutto.
“Presto qualcuno li fermi!” urlò Max terrorizzato,
“Elsa, pensaci tu per favore!” urlò Warren, vedendo che i padri dei rispettivi litiganti invece di intervenire si erano seduti da una parte a fare il tifo per il rispettivo figlio e le madri non erano proprio in grado di avvicinarsi e separarli.
“Adesso non posso.” disse Titania continuando a mangiare il regalo di Gerard, insieme a suo figlio che si era dovuto accontentare della parte alla crema, mentre l’uomo cercava in tutti i modi di separare madre e figlio dalla torta e fargli notare il disastro imminente.
“Luxus, tu sei il Master! Fa qualcosa!” gli urlò Freed e l’altro ammiccando con la testa si diresse verso il cumulo di attacchi.
I tre avversari non lo videro nemmeno arrivare, si ritrovarono solo un pugno ciascuno sulla testa e a causa del fulmine che lì investì in pieno caddero a terra mezzi svenuti.
“Vedete di piantarla!” tuonò il biondo.
“Scusaci zietto, non lo faremo più!” disse Nashi,
“Ci comporteremo bene, promesso!” rispose Storm,
“Mi spiace.”
Anche i padri dei tre ragazzini dopo aver visto come era terminato lo scontro si misero a discutere e a loro si unirono anche Gajeel, Sting e Rogue; mentre Wendy cercava di aiutare Romeo ad alzarsi e intanto cercava di far ragionare i compagni più grandi. Ma bastò un’occhiataccia di Luxus, -stufo di come tra padri e figli, quella serata si stesse dimostrando tutt’altro che rilassante-, a far morire sul nascere qualunque altra intenzione bellica.
La festa quindi riprese tra canti di Natale, con cui Emma e suo padre si sbizzarrirono per il dispiacere di tutti i loro amici e parenti. Poi si passò alla consegna dei regali e ai soliti giochi organizzati durante le feste.
In tutto questo però, c’era qualcuno, seduto davanti alla porta della sede che non riusciva ancora a divertirsi…
“Non è ancora arrivato?” chiese Gray facendo sussultare il rosato, “No. Però avrebbe chiamato se non fosse potuto venire. Forse è solo in ritardo.” rispose Ideki mogio.
“Tranquillo arriverà! Lyon è sempre stato un ritardatario, anche quando eravamo piccoli arrivava sempre tardi agli allenamenti.”
“Uhm…” rispose semplicemente il ragazzo abbassando un poco la testa,
“Dai non fare quella faccia. Ti ha detto che sarebbe venuto e arriverà!”
Proprio in quel momento comparve davanti ai due un gruppo di figure, e la speranza si riaccese nell’animo del giovane. Ma bastò guardare meglio per riconoscere in quelle figure Kagura e il resto della gilda di Mermaid Heel.
“Scusate il ritardo.” disse la donna, “Non fa niente, accomodatevi pure.”
“Ehi Ideki, guarda come sei cresciuto.” disse la donna avvicinandosi al bambino per solleticargli i capelli, mentre quest’ultimo tentava in tutti i modi di dissimilare la delusione.
“Tuo padre non è ancora arrivato?” chiese la maga, “No.”
“Quello è sempre in ritardo. Miao.” si lamentò Miliana.
“Già.” rispose mogio il ragazzo.
“Non preoccuparti arriverà. Noi intanto entriamo, quando vuoi unirti a noi sai dove trovarci.” gli sorrise la donna.
Facendo un piccolo cenno affermativo il giovane si rimise a sedere, con accanto suo zio e lì rimasero per mezz’ora.
“Non vuoi proprio aspettarlo dentro?”
“No grazie, zio Gray. Ma tu vai pure a divertirti.”
“E’ tutta la sera che stai fermo qui. Vieni dentro anche tu, puoi distrarti parlando con Emma o con Drake, oppure tu e Storm potete giocare ad una delle attività proposte, o puoi semplicemente fare a pugni con Gale. Quello distrae sempre, ne so qualcosa.”
“Grazie zio, ma adesso proprio non mi va.”
“Capisco, ma tra un po' raggiungici dentro, comincia a fare freddo e devi aprire i tuoi regali e darne ai tuoi amici.”
“Ok.”
Prese a camminare avanti e indietro tenendo sempre gli occhi puntati contro il grande orologio della cattedrale, che ormai segnava le ventitré e cinquantasei.
Uffa papà, ma dove sei? Tra un po' è Natale, per fino Babbo Natale è già partito da un pezzo per consegnare i regali.”
Chiuse gli occhi accasciandosi sul pavimento nevoso, mentre cercava di riscaldarsi le mani. Ormai l’aria era diventata freddissima e aveva pure ripreso a nevicare, stava per rientrare rassegnato ad aspettare l’arrivo del genitore dentro, quando si ritrovò due mani cinte davanti al petto e un peso lungo la schiena.
Si voltò e vide con la coda dell’occhio un’inconfondibile capigliatura bianca-argentea,
“Papà!” esclamò al colmo dell’euforia staccandosi dalla presa per poterlo abbracciare a sua volta.
“Scusa per il ritardo, ma ho avuto un imprevisto. Sei arrabbiato?”
“Certo che no! Ti aspettavo e finalmente sei qui!”
“Eh eh! Cavoli, mi meriterei una bella ramanzina, non ci vediamo di persona da mesi e adesso arrivo pure tardi alla festa. Sei fin troppo gentile, io al tuo posto sarei infuriato.”
“Tranquillo, dico sul serio: non sono arrabbiato, temevo avessi avuto un contrattempo e non potessi venire. A proposito dove sono tutti gli altri membri di Lamia? Non sono venuti?”
“Ma certo, è che sono rimasti un attimo indietro, perché sta arrivando anche Blue Pegasus e Sherry non vedeva l’ora di salutare tutti.”
“Ah, è vero! Mancavano pure loro! Però tra un po' saremmo tutti e potremmo festeggiare.”
“Si, che dici entriamo?”
“Prima devo darti il mio regalo di Natale!”
“Mi hai fatto un regalo?”
“Certamente, ma devi chiudere gli occhi!”
“D’accordo.” disse l’uomo e abbassò le palpebre, mentre attendeva trepidante il dono del figlio.
D’un tratto avvertì qualcosa irradiargli il corpo, come un calore nato dall’interno, gli sembrò quasi di prendere fuoco. Poi avvertì una marea di sensazioni estranee, ma piacevoli e non riuscendo più a resistere spalancò gli occhi.
“Ecco fatto!” disse Ideki sorridendo, e solo quando l’altro abbassò la testa verso il suo braccio sinistro, si rese conto di aver rilegato al polso uno strano simbolo rosa con un cuore dipinto all’interno del ‘bracciale’.
“Ma questo è…!”
“La magia della mamma, si. Tempo fa mi aveva insegnato ad usarla, ma rimaneva attiva per pochi minuti e non riuscivo ad indirizzarla contro un bersaglio troppo lontano. Poi ho trovato un libro dove erano scritte tutte le Lost Magic e mi sono messo a studiarla per potenziarla. Ho pensato che visto che hai molto da fare, e che non possiamo vederci spesso, grazie a questo resteremo sempre legati e anche se lontani non sentiremo la mancanza l’uno dell’altro.”
A Lyon quasi venne da piangere, strinse forte il figlio in un abbraccio, poi tenendogli la mano lo riaccompagnò dentro, mentre gli lasciava una scatolina colorata.
“Che cos’è?”
“Solo un pensierino.” disse l’uomo.
Aprendolo il rosato ci trovò al suo interno una cornice e dentro una vecchia foto un po' sgualcita che ritraeva una donna, piuttosto giovane, dai lunghi capelli fuxia che nonostante l’aria stanca desunta dalle ampie occhiaie, esternava un sorriso raggiante, mentre teneva in braccio un piccolo neonato addormentato e a fianco a lei, le cingeva una spalla un Lyon più giovane, e anche più felice.
“Questa è la mamma!”
“L’abbiamo scattata il giorno in cui sei nato. Mi sembrava giusto regalartela.”
“Mi manca tantissimo.”, “Anche a me. Avrei voluto che non finisse così.” disse l’uomo con la voce incrinata, mentre si portava una mano alla faccia e si asciugava una lacrimuccia.
“Scusami, non dovevo dirlo.”
“No, tu non centri nulla.”
“Che ne dici se guardi quanto sono migliorato con la magia, mentre pesto Gale di botte?”
“Cavoli stare qui ti fa proprio male, sei diventato incredibilmente violento!”
“Ma no, è la testa di ferro occhialuta che mi fa venire il nervoso. E poi mi diverto un mondo a stare qui.”
“Ne sono felice. Anche se avrei preferito farti rimanere a Lamia. Ti giuro che appena questa storia sarà finita basta che tu melo dica e io ti riporto subito a casa.”
“Grazie papà, ma anche qui sto bene e mi diverto.” e detto questo si fiondò nella cerchia di maghi e subito dopo Lyon lo vide iniziare a litigare con un ragazzo dai capelli neri.
“Ehi Lyon, finalmente sei arrivato!” lo richiamò una voce conosciuta,
“Lyon-kun, Juvia è molto felice di vedere che ce l’hai fatta a fare una visitina.”
“Gray, Juvia da quanto tempo. Vi trovo bene, come stanno Rin, Sayla e Storm?”
“Molto bene, anzi forse fin troppo energici.” disse l’altro uomo facendo scoppiare a ridere il vecchio amico e la moglie.
“Ideki-sama è bravissimo, è sempre attento, molto altruista, energico, solare. Juvia non potrebbe desiderare un nipote migliore.”
“Ti ringrazio. Non finirò mai di ringraziarvi per esservi presi cura di lui in tutto questo tempo, dico d’avvero.”
“Lyon, senti.” si intromise Gray, “Io so che hai avuto una valida ragione per allontanarlo e che stai solo cercando di proteggerlo, ma lui si sente solo! Anche se ora fa parte di Fairy Tail e ha molti amici, tu gli manchi molto. Non credi che sarebbe ora di dirgli la verità?”
“No, non posso! Non fin quando non sarò sicuro che non corre più alcun rischio e soprattutto avrò terminato la mia ricerca.”
“Prima o poi Ideki lo scoprirà, non è meglio se glielo dici tu?”
“Juvia ha promesso a Meredy-sama di non dirgli mai nulla, a meno che tu non fossi d’accordo. Ma ora teme, che più tempo passa, più raccontargli la verità sarà dura.”
“Lo so! Ma non posso assolutamente parlargliene adesso! Un giorno lo farò, ma non oggi ne domani. Voglio che almeno lui conservi ancora un po' quel sorriso. Non voglio essere la causa della sua tristezza, ne voglio allarmarlo più del dovuto.
Sono anni che non lo vedevo così felice, stare qui con tutti voi gli ha fatto bene, e io non posso rovinare tutto e caricarlo di ulteriori fardelli. Una volta che avrò mantenuto la promessa fatta a me stesso, la prima cosa che farò sarà venire qui e dirgli la verità!”
“Gli dirai tutta la verità o solo una parte?” chiese Gray e subito se ne pentì notando la tristezza riempire il volto dell’amico.
“Non lo so.” rispose semplicemente l’altro.
“Ehi, papà, zietti venite a vedermi battere Storm nel lancio ai birilli?” gridò Ideki facendo trasalire i tre.
“A-arriviamo subito.” disse il padre e accantonando l’argomento delicato si incamminarono verso lo stand del gioco.
La festa proseguì per un altro paio di minuti, poi le campane suonarono e Natsu mettendosi in piedi su un tavolo, con un bicchiere di birra in mano, lo sollevò e gridò a tutti i partecipanti: “Facciamo un brindisi a questa splendida festa e all’arrivo del Natale!”
I calici trillarono e il rosato riprese la parola raggiante: “A tutti auguro un buon Natale!”


Nota d’autore: FINE! Ecco l’ultimo capitolo di questa fiction! Devo dirlo mi sono divertita tantissimo a partecipare a questa Challenge. Anche se è stata la prima a cui abbia mai preso parte, sono molto contenta di averlo fatto, e mi reputo soddisfatta del risultato ottenuto.
Questo è l’ultimo capitolo della storia, che equivale alla stella, ovvero al capitolo a tema libero. E finalmente ho presentato questa fantomatica festa di Natale organizzata alla gilda! Con tutte le volte che l’ho citata nei capitoli precedenti, eccola qui.
In realtà me la immaginavo leggermente diversa, ma alla fine quando sono arrivata a scriverla è venuto fuori questo. E’ stata molto dura trattare di tutti i personaggi tra vecchi e giovani, ma credo di essere riuscita a dare a tutti, almeno un piccolo spazio. Era la prima volta che ne descrivevo così tanti contemporaneamente, e forse qualche gilda l’ho un po' ignorata. (Chiedo scusa ai fan di Blue Pegasus XD).
Per il resto ringrazio i lettori e coloro che si sono impegnati, sul forum di Fairy Piece, ad organizzare questa challenge. E ovviamente tutti quelli che hanno recensito e letto la storia, e quelli che lo faranno anche per questo capitolo.
Auguro uno splendido Natale a tutti!

 
   
 
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