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Autore: striscia_04    04/01/2022    2 recensioni
Una mattina Gajeel si risveglia nell'ultimo luogo che si aspetterebbe di rivedere, e soprattutto dove desidererebbe essere.
Non sa come c'è finito, ne tanto meno come sia possibile che si trovi lì.
Ma cosa più importante, come mai Phantom Lord esiste ancora?!
Dovrà tentare di scoprirlo, mentre lotta disperatamente per scoprire come è finito in quel luogo e soprattutto come tornare a casa.
Intanto Fairy Tail si troverà a fare i conti con una nuova-vecchia conoscenza e a doverla aiutare a tornare da dove è venuta, se vuole sperare di riavere indietro il suo membro.
(Spero di avervi incuriosito. Questa è la prima storia a rating arancione che scrivo, quindi per favore siate clementi.)
(STORIA REVISIONATA)
Genere: Azione, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Gajil Redfox, Levy McGarden
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Era tutto buio.
Tutto completamente circondato da una perenne oscurità. Più buia della notte stessa, più buia di una vecchia cantina a notte fonda, più buia della grotta in cui era cresciuto con suo padre.
Eppure, non aveva alcuna paura a soggiornare in quel meandro oscuro, ovunque esso si trovasse.
Appena era stato trascinato là dentro l’ombra che lo tratteneva era scomparsa fondendosi con l’oscurità circostante e lo aveva lasciato lì a vagare in mezzo al nulla.
Non era nemmeno certo di essere sveglio, forse si era addormentato o era svenuto e quel manto nero rappresentava la parte interna delle sue palpebre.  Ma non gli importava conoscere le sue reali condizioni perché in quel posto si sentiva al sicuro.
Provava uno strano piacere, come un calore che lo circondava e lo carezzava riuscendo a fargli distendere i muscoli e a rilassarlo.
Ricordava di aver provato quella sensazione di pace e calma solo poche volte nella vita, ovvero quando stanco da una giornata di pesante allenamento si distendeva sul morbido corpo del padre semi-incorporeo e si addormentava cullato dal suo manto nero come la pece, mentre il suo respiro lo riscaldava.
Non provava più quel tepore ormai da anni, non ricordava più nemmeno lui quanti, ma erano tanti.
Il ricordo del genitore si era affievolito, soppiantato dai tremendi sensi di colpa dovuti al fatto di aver causato lui stesso la sua fine.
Lo aveva ucciso! Aveva ucciso l’unico essere che gli aveva mostrato un po' di amore!
Certo era stato lui stesso a chiederglielo, glielo aveva ordinato come ultima prova per dimostrare che era riuscito ad apprendere la magia del Dragon Slayer dell’ombra e perché sapeva che la sua vita stava per finire.
Lui si era solo limitato ad obbedire, ma aveva comunque tolto la vita a quell’essere, quel drago, quell’ombra, che lo aveva protetto, cresciuto, accolto, che lo aveva amato!
Da quando se n’era andato era sempre rimasto da solo e pian piano la sofferenza era cresciuta in lui, la solitudine lo aveva inghiottito e si era quasi arreso tormentato dalla voce delle ombre sempre più intenzionate a fondersi con lui.
Poi aveva sentito delle voci secondo cui a Magnolia, nella gilda di Phantom Lord viveva un altro Dragon Slayer ed incuriosito aveva raggiunto la città.
Quando aveva conosciuto per la prima volta Gajeel era rimasto a bocca aperta a fissarlo imbambolato. Non aveva mai visto un altro ammazza draghi, ma quel suo atteggiamento scorbutico, quel suo volto spigoloso, quegli occhietti piccoli e sottili li aveva riconosciuti come chiari segni dei draghi.
L’uomo, però, si era dimostrato poco interessato a conoscerlo e a malapena lo aveva considerato, anzi lo aveva pure preso a calci quando aveva provato a parlargli per la prima volta.
Lui non si era arreso e disperdendosi per la sede aveva incontrato altri maghi, sembravano tutti molto forti e minacciosi, ma impallidivano quando si ritrovavano difronte Gajeel; e stranamente questo gli procurava un moto di orgoglio e stima.
Era andato ad incontrarlo perfino Jose, ma subito si era dimostrato restio a farlo unire alla sua gilda, classificandolo come troppo giovane e inesperto, e quindi inutile.
Quando aveva rivelato che anche lui era un Dragon Slayer subito una marea di gente lo aveva accerchiato e aveva iniziato a fargli ogni sorta di domanda. Alcuni non gli avevano creduto e avevano iniziato a deriderlo.
Io sono un Dragon Slayer e ho pure ucciso un drago!” aveva gridato contro quella massa di scettici, che era scoppiata a ridere ancor più forte.
Aveva sentito montargli la rabbia in corpo al pensiero di quanto fosse stato difficile uccidere suo padre, di quanta sofferenza gli causava ancora il suo ricordo e quei tizi osavano deridere il suo coraggio e la sua forza!
Subito aveva attivato la sua magia e una marea di ombre erano comparse dal terreno sollevando di peso tutti i presenti e scagliandoli via.
Il resto dei maghi si era allontanato, un sorriso era comparso sul volto di Jose e aveva ritenuto di averlo impressionato. Ma ci aveva pensato il pugno ricevuto subito dopo a minare tutto il suo entusiasmo.
Portatosi una mano alla guancia aveva sollevato lo sguardo, solo per ritrovarsi a fissare un paio d’occhietti rossi iniettati di sangue.
E tu avresti ammazzato un drago? Ma fammi il piacere! Che razza di scarto di drago devi aver affrontato perché si facesse battere da uno come te?!”
“Non azzardarti ad insultare mio padre! E’ lui che mi ha insegnato la magia con la quale l’ho ucciso! Diventerò più grande, più forte e un giorno giuro che supererò anche te, mi hai sentito?!” aveva urlato al colmo della stizza per poi alzarsi e mettersi a correre via, in lacrime.
Quando si era ripresentato Jose gli aveva comunicato che era entrato a far parte della gilda come membro onorario e che avrebbe potuto svolgere solo qualche missione di basso livello.
Non aveva protestato, il suo obbiettivo era diventare il più forte e sarebbe partito dal fondo per poi scalare la vetta.
Avrebbe battuto pure Gajeel, lo avrebbe superato e gli avrebbe fatto ingoiare la sua arroganza!
Si era però reso conto che l’uomo non era bravo solo a parole possedeva una forza spaventosa e una determinazione incrollabile. Al punto che l’odio e l’invidia nei suoi confronti si tramutarono ben presto in ammirazione e rispetto.
Distratto da tutta quella valanga di ricordi non si rese conto che il suo corpo si era poggiato su uno strato nero solido e si era bloccato.
Quando finalmente si ridestò, cercò di sollevarsi e riuscì a mettersi a sedere. Rimase sorpreso di avvertire qualcosa di denso sotto le mani e i piedi.
Poi davanti a lui scorse qualcosa di strano.
All’inizio credette di essersi sbagliato, -era circondato dall’oscurità; quindi, era normale che i suoi occhi potessero giocargli qualche brutto scherzo-.
Sicuramente si era sbagliato e non aveva visto una figura muoversi in mezzo a quella coltre nera.
Rimase a fissare lo spazio davanti a se come rapito da esso, poi spalancò gli occhi notando uno strano movimento tra uno strato di nero e l’altro, come se ci fosse un qualcosa che non era un tutt’uno con il buio.
Socchiuse gli occhi e si concentrò sul punto in cui aveva scorto il movimento e proprio lì per la terza volta lo vide di nuovo: un movimento repentino e quasi invisibile.
Curioso, non riuscì a trattenersi dall’avvicinarsi e più lo camminava più l’oscurità diminuiva e diventava sempre più facile scorgere i lineamenti dell’essere.
“Gajeel!” esclamò al colmo della sorpresa, quando giunto a pochi passi dalla figura distinse l’inconfondibile volto del compagno più anziano.
Era immobilizzato al suolo, trattenuto per braccia e gambe da strane masse viola lunghe e simili ai tentacoli di un polpo.
Il suo intero corpo era ricoperto di ferite, ma lui non sembrava farci caso troppo concentrato a tentare in tutti i modi di liberarsi.
Ma al sentir pronunciare il suo nome, si bloccò di colpo e il giovane lo vide sgranare gli occhi quando essi si poggiarono su di lui.
“Ma tu sei… Ryos?!”
 
“Ce l’ho fatta finalmente!” gridò Lucy facendo sussultare mezza gilda.
“Dici sul serio Lu?!” esclamò Natsu eccitato, mentre intorno ai due si levavano urla di gioia e festa.
“Si, adesso possiamo riportare qui Gajeel e possiamo rimandare indietro l’altro!”
“Aspettate un attimo per favore.” riprese la parola Mest, mettendo fine all’eccitazione generale.
“Con il Master abbiamo concordato di cancellare i ricordi del Gajeel del passato in modo che non ricordi la sua permanenza in questo tempo.”
Tutti convennero con l’idea, ma il moro proseguì: “Lucy, tu invierai l’altro Gajeel nel passato, ma siamo sicuri che riuscirai ad inviarlo nello stesso momento in cui riporteremo indietro il nostro? Voglio dire, non corriamo il rischio di creare un’anomalia temporale inviando questo Gajeel di nuovo nel passato, magari in un momento in cui il nostro Gajeel si trova ancora lì?”
“Ma di che sta parlando?” chiese Gray non riuscendo più a seguire il discorso.
“Capisco cosa intendi Mest.” prese la parola la bionda: “Ma non devi preoccuparti, questo incantesimo aggancia l’individuo che non dovrebbe trovarsi nel suo tempo e lo riscambia con la sua controparte, non c’è pericolo che restino entrambi nel passato o che uno vada ancora più indietro e che incontri la sua versione futura ancora bloccata nel passato…”
“BASTAAA! IO NON CE LA FACCIO PIU’! MI FA MALISSIMO LA TESTA, PER FAVORE LU SMETTI DI PARLARE!” la implorò Natsu mettendosi le mani tra i capelli, mentre dal suo cranio fuoriusciva del fumo.
“Scusa Natsu è colpa mia e dei miei dubbi.”
“Adesso ti faccio vedere io dove ti metto i tuoi stupidi dubbi!” gli urlò il rosato, ma Elsa gli piantò un pugno e lo stese prima che potesse saltare addosso al compagno.
“In realtà, Juvia teme ci sia un altro problema.” disse la turchina e tutti si voltarono verso di lei: “Poco fa ha avuto una visione dove si vedevano la Juvia del passato e Gajeel del futuro interagire. Lei teme che alcune persone nel passato abbiano scoperto che Gajeel-kun viene dal futuro e ora si chiede se questo non potrebbe essere pericoloso.”
“E’ terribile!” esclamò Makarov: “Se fosse Jose ad aver scoperto una cosa simile non oso neanche immaginare cosa possa aver fatto a Gajeel.”
“Ma che dici vecchio, Gajeel è molto più forte di prima. Se quel bastardo proverà a fargli male lui gliele suonerà di santa ragione!” urlò Natsu sorridendo e dando fuoco al suo pugno.
“Può essere, ma questo metterebbe di nuovo in pericolo il futuro.” ragionò Elsa, “Che intendi?” chiese Gray confuso quanto Natsu.
“Se Jose ha scoperto che Gajeel un giorno diventerà un mago di Fairy Tail anche se noi effettuassimo lo scambio e cancellassimo la memoria a quello del passato, una volta tornato nel suo tempo non è detto che Jose non faccia del male al Gajeel del suo tempo e se succede qualcosa al Gajeel del passato anche quello del futuro e tutti noi ne subiremo le conseguenze.”
“Inoltre, anche se non fosse Jose a scoprire queste informazioni ma qualcun altro, non possiamo sapere come ciò influenzerebbe la storia.” disse Makarov.
Tutti si ammutolirono abbassando la testa per riflettere su una possibile soluzione a quel problema di cui ormai non si riusciva più a venire a capo.
“A questo punto non ci resta che confidare in Freed!” esclamò Lucy, sorprendendo tutti i presenti.
“In Freed?” chiese Elsa, “Sì, qualche ora fa gli ho inviato quella parte di incantesimo che ne io ne Levy siamo riuscite a decodificare. In quella parte si fa riferimento ad una forma di reset temporale. Ovvero si può riuscire a cancellare la memoria di tutti coloro che hanno interagito con un viaggiatore nel tempo. Questa parte è stata inventata proprio per impedire alterazioni della storia e si dovremmo essere in grado di decidere se cancellarla a tutti indiscriminatamente, oppure solo agli abitanti di una precisa epoca.”
“Ma questo è perfetto!” gioirono Mira e Juvia abbracciandosi.
Questo libro è veramente troppo potente, mi chiedo se non sia meglio restituirlo al Consiglio.” pensò Mest.
Quando tutto questo sarà finito ti do il permesso di andare a consegnarlo a Jura.” gli rispose telepaticamente Makarov e lui ammiccò con la testa.
“Adesso però che facciamo?” chiese Mira,
“Io credo che potremmo anche attivare subito l’incantesimo e intanto riportare qui Gajeel, poi rimanderemo indietro la sua versione passata, ma dobbiamo aspettare una risposta da Freed.” disse Lucy.
“Non sarebbe meglio attendere a questo punto?” chiese Gray,
“Meglio di no. Più tempo passa più c’è il rischio che la storia cambi. Se intanto possiamo risolvere metà del problema facciamolo.” rispose la bionda.
“Ok, che ne dite se rispostiamo il Gajeel del passato nella cella di questo piano?” chiese Mira.
“Non l’aveva distrutta?” domandò Makarov,
“L’ho riparata poco fa e con le manette anti-magia che gli abbiamo messo non dovremmo più correre rischi.”
“Allora chi si offre per trascinarlo qui?” chiese il Master, mentre Jet, Droy, Wakaba, Macao, Visitor, Nab e molti altri si fecero indietro fischiettando nervosamente.
“Lo faccio io vecchio e se osa opporsi lo pesto di botte!” si offrì Natsu, ma l’anziano scosse la testa.
“Ci pensi tu?” chiese ad Elsa che ammiccò un sì come risposta.
“Assicurati solo di non fargli troppo male. Sai che tutto quello che gli facciamo si ripercuoterà sul nostro Gajeel.”
“Ricevuto.”
 
“G-Gajeel! Sei davvero Gajeel?!” disse il piccolo fissandolo con gli occhi sgranati e la bocca aperta.
“Certo che sono io, razza di tonto!” gli urlò di rimando il moro strattonando un braccio per tentare di liberarlo dai tentacoli.
“Cosa ci fai qui?” chiese il più giovane, “Dovrei chiederlo io a te! Come sei finito dentro la mia testa?”
“La tua testa?! Quindi questa è la tua mente!”
“Proprio così.”
“OH CAVOLI! COME CI SONO FINITO QUI DENTRO!” prese ad urlare il bimbo, poi il suo sguardo tornò serio e portatasi una mano sotto il mento si mise a riflettere tra se e se: “Però, in effetti ha senso: soltanto la tua testa poteva essere così buia e vuota.”
“COME OSI! IO NON HO LA TESTA VUOTA!” tuonò imbufalito il mago di Fairy Tail facendo indietreggiare il bambino.
“IIIIH! S-Scusa, n-non volevo insultarti.”
“Tsk, sei sempre il solito, anche da piccolo eri un perfetto rompiscatole dalla lingua lunga.”
“Non è vero! E poi io non sono piccolo!”
“Certo come no. In confronto alla tua versione futura sei un soldo di cacio.”
“Versione futura? Ma di cosa stai parlando?”
“N-Niente, lascia perdere… e ora dimmi come sei finito qui dentro!”
“Non lo so con esattezza. Stavo correndo alla sede della gilda, perché la battaglia contro Fairy Tail era già iniziata e io non volevo perdermela. Poi ho sentito la tua voce e ho guardato la mia ombra ed essa mi ha afferrato e mi ha assorbito completamente facendomi inghiottire dal terreno, poi mi sono ritrovato qui dentro.”
“L’ombra?”
“Si la mia ombra.”
“Forse da quando ho attivato la Dragon Force mangiando la tua ombra abbiamo creato una specie di contatto mentale e questo a quanto pare funziona anche con te che sei la sua versione passata.”
“Ma si può sapere di cosa stai parlando? Cos’è la Dragon Force? E perché mi chiami versione passata? Mi stai insultando?!”
“Figurati, stavo solo ragionando ad alta voce. Ora basta perdere tempo e aiutami a liberarmi!”
“Già, ma se questa è la tua mente tu come sei finito in questa situazione? Sei sotto l’effetto di qualche magia illusoria?”
“Non ho tempo per spiegartelo, ora liberami! Se non mi sbrigo a riprendere il controllo ucciderò i miei compagni!”
“Cosa! Quindi i maghi di Fairy Tail ti stanno controllando?”
“No, certo che no! E’ quel bastardo di Jose che mi ha fatto il lavaggio del cervello!”
“Il Master? Perché avrebbe dovuto? Tu sei il membro più forte della gilda. Lui si fida di te… e da quando lo insulti apertamente? Non lo sai che bisogna portargli rispetto?!”
“Ryos, vuoi tapparti quella fottuta boccaccia e venire qui a liberarmi da questi tentacoli!”
“Eh! Ah sì! Subito!” disse il bambino avvicinandosi all’uomo, ma quando lo squadrò da vicino vide qualcosa di diverso nel suo sguardo e nei lineamenti del suo viso e si ritrasse allarmato.
“T-Tu sei davvero Gajeel? Non è che magari sei un impostore?”
“Che stai dicendo, certo che sono Gajeel… e ora vieni ad aiutarmi!”
“Lo sapevo, sei un impostore!”
“Eh? Ma che dici?”
“Il vero Gajeel non si abbasserebbe MAI a chiedermi aiuto! E nemmeno insulterebbe il Master! Tu sei solo un imbroglione! Non so per quale motivo tu mi abbia portato qui ma non mi farò ingannare da te.”
“Razza di moccioso deficiente! Vieni subito qui e liberami! Non capisci che se non mi fermo immediatamente la storia cambierà e tutto quello che ho fatto fino ad ora andrà in malora?! Non riuscirò più a tornare nel futuro e Jose appena finito di sfruttarmi mi ammazzerà!”
“Se sei un nemico che ha minacciato la gilda è giusto che il Master ti punisca! Specialmente se fai finta di essere Gajeel!”
“Io sono Gajeel razza di cretino, ma non sono il Gajeel che conosci tu.”
“Che vuoi dire?” chiese sempre più confuso il bambino.
“Ascoltami Ryos, quello che sto per dirti deve rimanere tra di noi, non dovrai mai dirlo ad anima viva o giuro che ti pesto di botte. Hai capito?”
L’altro ammiccò con la testa e ripreso fiato l’uomo proseguì: “Due giorni fa mi sono risvegliato in questo tempo, ma io non sono di qui. Io sono il Gajeel Redfox di nove anni nel futuro e sono intrappolato qui nel passato.”
Tutto tacque, il piccolo Rogue fissava l’uomo con una faccia sconvolta, poi si fece ulteriormente indietro e puntandogli contro l’indice urlò: “E tu speri di ingannarmi con questa storia assurda?! Non sono un ingenuo, né un idiota. Tu devi essere un nemico che mi ha bloccato in un incantesimo mentale e sta cercando di estorcermi con l’inganno informazioni.”
“Razza di testone! Cosa devo fare perché tu mi creda?”
“Dì qualcosa che solo Gajeel potrebbe sapere!”
“Ok, vediamo… mi piace pestare le persone, iniziare risse, combattere contro persone molto forti, mangiare il ferro e odio essere infastidito quando mangio e mi piace suonare la chitarra e canto benissimo.”
“Bugiardo! Lo vedi che avevo ragione… sei solo un impostore, chiunque abbia ascoltato Gajeel cantare sa che è stonato come una campana!”
“Io sarei stonato come una campana?! Brutto moccioso appena ti metto le mani addosso ti rifaccio i connotati! Io sono un grandissimo cantante!”
Sorpreso da quell’improvvisa reazione che si sarebbe aspettato solo da Gajeel, Ryos si avvicinò riluttante all’uomo.
“Anche se riesci ad impersonare perfettamente Gajeel io ancora non ti credo. Se vieni dal futuro dimmi qualcosa che solo il Gajeel del futuro saprebbe.”
Uhm… questa è difficile. Che posso dirgli? Forse qualcosa che mi ha rivelato il Ryos del futuro? Ma in quel caso rischio di alterare la storia e poi non sono sicuro che questo ragazzino possa conoscere tali informazioni… Aspetta forse questa…”
“Skiadrum.”
“Eh?”
“Skiadrum è il nome di tuo padre, il drago che ti ha insegnato la magia del Dragon Slayer dell’ombra. Se la memoria non mi inganna non mi hai mai detto come si chiama, né io te l’ho mai chiesto. L’ho saputo solo dopo anni quando ci siamo rincontrati e mi è sorta questa curiosità.”
“E’ vero… tu non dovresti conoscere il suo nome! Quindi vieni davvero dal futuro?!”
“E’ quello che sto cercando di dirti da quasi mezz’ora.”
“Ma perché il Master ti ha intrappolato qui? E dov’è il mio Gajeel?”
“Jose mi ha intrappolato qui dentro perché vuole alterare la storia, ma io non posso permetterglielo. Mi ha fatto il lavaggio del cervello e ora non riesco più a controllare il mio corpo, se non riacquisto in fretta il comando ucciderò i miei futuri compagni.”
“Futuri compagni?”
Solo in quel momento, spostando lo sguardo sul braccio sinistro dell’uomo, vide ricoperto da sangue il disegno nero di una fata con la coda.
“T-Tu f-fai p-parte di Fairy Tail?!”
“Si.”
“Ecco lo sapevo che sei un nemico! Stammi lontano!”
“Non ricominciare con questa storia.”
“Gajeel non tradirebbe mai Phantom, non si unirebbe mai alle fate, non mi chiederebbe di aiutarlo!”
“Le persone in nove anni cambiano.”
“Che razza di incantesimo ti hanno lanciato per ridurti in questo stato. Capisco perché Jose ti abbia fatto questo. Ora fammi uscire da qui!”
“Ryos, mi vuoi ascoltare…”
“No! Io non ti credo finto Gajeel del futuro. Tu non puoi essere la persona che rispetto più di tutte! Non puoi esserti ridotto ad entrare a Fairy Tail! Non puoi essere diventato debole!”
“Perché no?”
“Eh?”
“Se tu ritieni che essere felice, godersi la vita, non guardare più gli altri dall’alto in basso, non massacrarli o umiliarli, non odiare il mondo intero significhi essere deboli allora posso dirti che sei un vero idiota.”
“Non sono un idiota! Questo è quello che ci è sempre stato insegnato. Essere forti significa non provare stupide emozioni! Le emozioni offuscano le idee e i forti non si fanno condizionare da stupidi sentimentalismi.”
“Piantala con queste stronzate che ti ha messo in testa quel vecchio bastardo. Io so di aver commesso molti errori e il più grande è stato fidarmi di quell’uomo.
Ryos tu sei una persona intelligente, sai cosa significa amare, tu hai voluto bene a tuo padre e ti sei fidato di lui.”
“Lui mi ha chiesto di ucciderlo!” gridò il bambino, mentre calde lacrime gli rigavano il viso.
“Ha detto che mi sarebbe stato sempre vicino, che mi avrebbe protetto, mi ha detto che sarei riuscito a cavarmela anche senza di lui e quindi che potevo ucciderlo; ma era una bugia! Io non mi sento affatto bene. Lui mi ha tradito! Io l’ho ammazzato e non riuscirò mai a perdonarmelo!
Se ogni volta che penso a lui provo questo tremendo dolore al petto allora è meglio non provare più alcuna emozione! Si vive meglio! Io diventerò fortissimo e non soffrirò mai più!”
“Non è rinunciando alle emozioni che smetterai di soffrire. Credimi te lo dico per esperienza.”
“Sta zitto, tu non puoi capirmi!” gli urlò contro il moro fissandolo con rabbia.
“Si che ti capisco invece: mio padre mi ha abbandonato quando avevo più o meno la tua stessa età, per anni mi sono sentito solo e ho odiato tutti. Non sopportavo che gli altri riuscissero a ridere e gioire, mentre io mi sentivo sempre triste e solo.
Ho imparato a soffocare le emozioni, a nasconderle dietro una maschera di sadismo e rabbia, ma questo non risolve il problema lo accresce soltanto.
Ho commesso delle azioni terribili spinto dall’odio e dall’invidia, azioni che non riuscirò mai a perdonarmi. Ma ci sono state persone che mi sono venute in contro, che hanno visto il buono dentro di me e che mi hanno ridato la gioia di vivere.
Ryos la più grande forza non scaturisce dal semplice potere o dalla quantità di magia che uno possiede o dal tipo di incantesimo, la vera forza si mostra solo quando si ha qualcuno di importante da proteggere. Solo quando si riesce a rispettare i propri compagni e a vivere con loro sorridendo e piangendo in loro compagnia, si può essere veramente felici.
Ora tu ti senti solo e abbandonato, ma un giorno incontrerai delle persone che ti vorranno bene e che non ti abbandoneranno mai: te lo assicuro, l’ho visto!”
Il bimbo lo guardava rapito da quel lungo discorso che non si sarebbe mai aspettato di sentir pronunciare da quella bocca.
Eppure, avvertì uno strano e familiare calore all’altezza del petto e le sue braccia ricaddero distese lungo i fianchi.
“I-In futuro a-anche io sarò f-felice?”
“Si, te lo posso assicurare. Ma adesso devi aiutarmi, se non riacquisto il controllo del mio corpo e non torno nel mio tempo quel futuro non si realizzerà mai!”
“Va bene allora ti aiuto.” disse Rogue avvicinandosi all’uomo.
Afferrò un’estremità del tentacolo che gli avvolgeva il braccio sinistro e tirò cercando di fargli allentare la presa.
“Urgh!”
“Che c’è? Che succede?”
“Succede che tutti i regalini che mi ha fatto Jose si fanno sentire sempre di più.”
“E’ stato il Master a ridurti così? Perché?”
“Perché non era molto felice di sapere che mi ero unito all’altra gilda.”
“Già, a proposito: come mai hai lasciato Phantom?”
“Non è il momento di fare domande. Ora tira e cerca di liberarmi.”
“Guarda che ci sto provando, non è colpa mia se questi affari non mollano la presa!”
“Prova ad usare la magia.”
“Posso usarla qui nella tua testa?”
“Non lo so, ma tu tenta lo stesso.”
Ryos si staccò dall’uomo e chiudendo gli occhi si concentrò, corrugando le sopracciglia e la fronte che si riempì di rughe, in modo da far comparire l’ombra. Strinse i pugni e chiuse gli occhi ma nulla si mosse, se non un piccolo pezzettino di nero.
“Non ci riesco.” ammise sconsolato.
“Dannazione! Se solo potessi attivare la Dragon Force.”
“Ancora questa Dragon Force, si può sapere di cosa si tratta?”
“Il massimo livello raggiungibile da un Dragon Slayer. Il momento in cui la sua forza raggiunge quella di un vero drago.”
“Sul serio! E tu sai attivarla?! Che forza e come si fa?”
“Dovrei mangiare un elemento diverso da quello della mia magia e… aspetta!”
“Che succede?” chiese il bimbo, indietreggiando intimorito dall’improvviso cambio d’umore dell’uomo.
“Io ho già attivato la Dragon Force quando ho mangiato la tua ombra.”
“La mia ombra?”
“Si, insomma l’ombra del tuo te futuro. Forse se la mangio di nuovo tornerò ad essere forte come prima e riuscirò a riprendere il dominio sul mio corpo.”
“Q-Quindi vuoi mangiare la mia ombra?!”
“Si, ora dammela!”
“Ma sei sicuro che non ti farà male?”
“Sicurissimo, ora sta zitto e fammi mangiare, che sono passate ore dall’ultima volta che ho messo qualcosa sotto i denti.”
“Ok, ma poi non prendertela con me se ti sentirai male.” disse Rogue sollevando leggermente la piccola massa nera che era riuscito a creare, in modo da poterla avvicinare alla bocca del Dragon Slayer.
Quest’ultimo, senza pensarci un attimo l’addentò e prese a succhiarla dentro la sua bocca per poi inghiottirla.
Tutto intorno a loro iniziò a tremare, mentre Gajeel avvertì una strana sensazione invadergli tutto il corpo ed iniziò ad urlare.
“Che ti succede?” chiese il bimbo allarmato iniziando a scuoterlo, ma l’altro in un raptus improvviso lo spinse via con una pedata e lo fece cadere a terra.
Rogue si tappò le orecchie con le mani e chiuse gli occhi, mentre sentiva il mondo intorno a lui girare su se stesso.
Quando li riaprì si accorse che tutto era più o meno identico a poco prima: l’intero ambiente era ancora nero come la pece e lui era ancora sospeso sul nulla.
Ma quando spostò lo sguardo su Gajeel impallidì e subito indietreggiò spaventato dal trovarsi di fronte quel gigantesco essere tutto nero, con gli occhi bianchi e un ghigno terrificante sul volto.
“G-Gajeel? S-Sei tu?”
“Certo che sono io. Ha funzionato, sono riuscito a liberarmi da quei così. Adesso dobbiamo trovare un modo per uscire da qui e il gioco è fatt…”
“Vedo che non riesci proprio a startene buono e corrompi tutti i membri della mia gilda.” una voce alle sue spalle li fece sussultare.
Voltandosi si ritrovò davanti la figura di Jose, ma questa volta non gli sorrideva anzi sembrava proprio infuriato.
“M-Master?” balbettò Rogue facendosi indietro.
“Cosa ci fai tu qui?” chiese Gajeel rabbioso.
“Ti aspettavi veramente che ti avrei lasciato andare? Prima devi ammazzare quei bastardi di Fairy Tail, poi sarai liberissimo di andare… all’altro mondo!” urlò prima di sollevare la mano destra e far partire un raggio di luce verso il mago.
Gajeel afferrò Rogue di peso e tramutando il suo corpo in un’ombra schivò l’attacco.
“Wow, ma come hai fatto?” chiese il bambino al colmo dello stupore.
“Semplice, ho mangiato il tuo elemento. Ora vattene da qui!” disse lasciandolo cadere a terra.
“E dove vado? Non so come uscire!”
“Bene, allora allontanati e non starmi tra i piedi.”
“Perché dovete combattere? Master, Gajeel è un membro della gilda, un nostro compagno, non può…”
“Taci inutile rifiuto! Tu sei un traditore quanto lui! Una volta tolto di mezzo lui toccherà anche a te.”
Terrorizzato il bimbo si fece indietro, rintanandosi dietro le gambe del più grande.
“Te lo avevo detto che è un bastardo. Tranquillo, adesso lo tolgo di mezzo e ce ne andiamo.”
“Togliermi di mezzo? Gajeel hai idea di chi hai davanti?! Io sono Jose Porla, uno dei Dieci Maghi Sacri! Pensi che un inutile drago come te possa battermi?”
“Intanto la faccia te l’ho spaccata.” disse ghignando alla benda che il bruno aveva ancora legata intorno al naso.
“Lurido topo di fogna, crepa!” gridò il mago, mentre i suoi occhi diventavano neri e un’aura violastra lo avvolgeva completamente.
Prendi questo!
Una gigantesca esplosione si levò nello spazio circostante investendo in pieno i due maghi.
Ma subito dopo Gajeel fuoriuscì dalla coltre di polvere appena formata, mentre alle sue spalle Ryos era bloccato in una gabbia di ferro che lo aveva protetto dall’attacco.
“Artiglio del drago d’acciaio ed ombra!” gridò il moro facendo partire un pugno contro il suo ex capo, che però fu difeso dal corpo di uno dei suoi fantasmi.
Pensi di potermi battere con trucchetti come questi?!” lo derise il bruno, mentre intorno al corpo del ragazzo comparivano una marea di braccia violacee che gli paralizzarono braccia, gambe e gli si strinsero intorno alla gola.
Prendi questo!” disse l’uomo e fece partire un piccolo raggio che trapassò di netto una spalla del Dragon Slayer.
“ARGH!”
E questo e questo e quest’altro!” continuò implacabile il nemico trapassandogli il corpo in vari punti del busto fin quando anche quelle poche parti non ancora lesionate furono ricoperte da fori. Tutto questo, mentre le mani gli si stringevano ancora di più intorno agli arti e alla gola rischiando di strozzarlo.
E adesso il colpo di grazia!” tuonò Jose, vedendo che ormai il suo avversario era prossimo alla morte.
Sollevò il braccio e contorse il palmo in una specie di artiglio per poi far partire la sua mano, completamente circondata da una luce viola, verso il petto del moro. Gajeel strabuzzò gli occhi divincolando le braccia e le gambe nel tentativo di liberarsi, mentre impotente guardava l’arto del nemico avvicinarsi sempre di più al centro del busto all’altezza del cuore.
“Ruggito del drago d’ombra!”
Un fascio di luce nero investì in pieno i due costringendo il bruno ad allontanarsi dalla sua vittima per spostare lo sguardo verso colui che lo aveva attaccato.
“Dannato moccioso, come osi!” gridò furente vedendo Rogue in piedi, con la bocca ancora semi aperta e il fiatone.
“Presto Gajeel mangia di nuovo la mia ombra!” gli urlò il piccolo, ignorando le minacce del suo capo.
Il mago non se lo fece ripetere due volte, spalancò le fauci e prese a succhiare le ombre che costituivano l’attacco che lo aveva investito in pieno e che ancora rivestivano il suo corpo.
Una volta che il potere magico dell’ombra si fuse nuovamente con quello del ferro percepì il suo corpo rinvigorire e le sue forze tornare.
Prima che Jose potesse scagliarsi contro il ragazzino, che spaventato aveva iniziato a farsi indietro gli fu addosso e senza attendere un secondo di più tramutò il suo braccio in una lama e gli tranciò di netto la testa.
“WHAAAA!” gridò il piccolo Rogue portandosi le mani sulle bocca, mentre ammirava disgustato il corpo mozzato e la testa del suo padrone, a cui si erano ruotati gli occhi indietro e la cui faccia era congelata in un’espressione sofferente con la bocca spalancata; cadere a terra.
“Gajeel! Lo hai ucciso!” pianse il bimbo, correndo verso l’uomo ed iniziando a prenderlo a pugni sulle gambe.
“Sei un mostro! Va bene che era cattivo, ma arrivare a tanto…! Come hai potuto era comunque il tuo vecchio Master?!”
“Vuoi darti una calmata.” gli rispose l’altro dandogli una spinta che lo fece cadere con il sedere per terra.
“Quel cretino è vivo. Quella è solo una sua proiezione mentale che ha mandato qui per impedirmi di fuggire.”
A quelle parole il piccolo si voltò e vide il corpo di Jose tramutarsi in polvere e dissiparsi nell’aria.
“Q-Quindi non è morto!”
“Certo che no! Non sono un assassino. E anche se quel verme meriterebbe una bella ripassatina non arriverei mai ad ucciderlo.”
“Meno male.” disse l’altro, tirando un sospiro di sollievo.
“Adesso che facciamo? Hai idea di come uscire di qui?” gli chiese, ma l’altro non rispose.
Poi tutto quanto tornò a ruotare, mentre lo spazio si crepava ovunque e piccoli spiragli di luce iniziavano a risplendere nelle tenebre.
“Che succede?”
“L’incantesimo si è spezzato. Sto riacquistando il controllo del mio corpo.”
“E io che faccio?”
“Boh, potresti rimanere qui e diventare parte integrante del mio cervello.”
“Sarebbe orribile!” gridò disgustato il bambino.
“Vuoi dire che sarebbe un grande onore.” gli rispose l’altro, piantandogli un nocchino sulla testa.
“No no, non posso rimanere qui!” si disperò il mini-Rogue.
“Rilassati stavo solo scherzando. Adesso ti tiro fuori.”
Detto questo una protuberanza nera avvolse il corpo del bimbo ed iniziò a trascinarlo giù nell’oscurità infinita.
“S-Sei sicuro che funzionerà?”
“No.”
“Dannazione!”
“Sei veramente sfiduciato. Comunque rilassati, se tutto va bene ti ritroverai dove eri prima.”
“E tu che farai?”
“Appena ripreso completamente il controllo cercherò di trovare il libro che mi serve per tornare a casa, poi fuggirò via.”
“Non ci rivedremo?”
“Forse tra qualche anno, sperando che la storia non cambi.”
“Mi ha fatto piacere conoscerti. Mi piaci di più dell’altro Gajeel, ti rispetto molto di più e ti trovo molto più figo.”
“Ovvio che io lo sia.” ghignò il moro.
“Però prima o poi ti batterò, quindi abbassa la cresta.” gli rispose l’altro.
“Tu piccoletto… Vedi di diventare veramente forte, che io mi rifiuto di affrontare mezze calzette!”
“Diventerò così forte che non solo ti supererò, ma non mi raggiungerai più!”
“Certo, continua pure a sognare.”
“Vedrai!”
“Beh, allora addio.”
“Gajeel.” lo richiamò Ryos ormai quasi del tutto assorbito dall’altra parte del terreno.
“Un giorno troverò anche io una bella casa e una famiglia, in una gilda in cui si rispetteranno tutti i compagni.”
“Si, sono certo che ce la farai.”
Ormai stava per scomparire dall’altra parte, quando il volto del più grande si illuminò e disse: “Hai una rana molto simpatica.”
“Una rana? Ma cosa…?”
Non terminò la frase che si ritrovò in mezzo alla strada con ancora la pioggia a coprire Magnolia.
Si guardò le mani poi si strinse una guancia con due dita: “Bene, quindi non era un sogno.”
Sollevandosi guardò verso l’edificio da cui ancora provenivano grida di battaglia, si voltò ed imboccò la via opposta.
“Non tornerò mai più in quel posto.” si disse cancellandosi dalla spalla il simbolo di Phantom.
 
Aprì gli occhi e subito allentò la presa sulla gola del mago dai capelli rosa, che aveva sollevato di peso e il cui corpo non si muoveva di un millimetro, mentre le sue pupille erano completamente bianche.
“Merda.” disse poggiandolo delicatamente sul terreno,
“Ehi Salamander?” bisbigliò: “Salamander mi senti? Natsu ti vuoi svegliare!” gli urlò piantandogli un pugno sulla testa.
Al colpo il ragazzo gemette e il suo corpo si contrasse in uno spasmo.
“Eh?” disse aprendo lentamente gli occhi, ma appena si accorse di chi aveva davanti, ignorando le fitte di dolore che tutto il suo corpo gli inviava, si sollevò in ginocchio e fece partire un pugno.
L’altro parò facilmente l’attacco con il palmo e ruotando la mano rigirò l’intero braccio del ragazzo bloccandoglielo dietro la schiena.
“Bastardo mollami!” urlò Natsu cercando di dargli fuoco,
“Perché devi sempre crearmi problemi razza di cretino?” si lamentò il moro, allentando la presa per schivare il successivo pugno del nemico e allontanarsi velocemente.
“Torna qui dannato bastardo!” gli intimò il drago del fuoco, che venne presto raggiunto da Elsa e Gray.
“Natsu stai bene?” chiese la donna e l’altro ammicco con la testa, anche se da come era torto il suo braccio, dai numerosi graffi e contusioni sul suo corpo e dal fatto che non riusciva a tenere un occhio aperto, si capiva che non stava affatto bene.
“Perché ti ha lasciato andare?” chiese Gray che aveva chiaramente visto il mago nemico prossimo ad ammazzare il compagno.
“E che ne so? Però adesso vado a massacrarlo di botte!”
“Tu non vai da nessuna parte.” gli intimò Elsa, mettendogli un braccio davanti per impedirgli di ripartire all’attacco.
“Quello non è un avversario alla tua altezza, ci penso io. Aspettiamo che il Master sconfigga Jose e poi sistemiamo anche lui.”
“Ma Elsa, io devo batterlo!” urlò Natsu, ma l’altra fu irremovibile.
Proprio in quel momento avvertirono un’esplosione provenire dal piano superiore e qualcuno precipitò al suolo.
“Master!” esclamò Elsa riconoscendo il vecchietto, che ferito e primo di energia magica si rigirava sul terreno cercando di alzarsi.
Merda, è troppo tardi! Devo subito recuperare il libro e andarmene da qui.” pensò il mago del futuro.
Stava per recarsi al piano superiore quando scorse Aria mimetizzato nell’atmosfera avvicinarsi a Makarov.
“No, non ti azzardare!” urlò prima di gettarsi sul vecchio,
“Fermo!” gridò Elsa,
“Vecchio!” esclamarono Gray e Natsu.
Ma Gajeel era troppo rapido e non riuscirono a raggiungerlo. Si mise davanti al nonnetto e…
Aria fu scagliato via contro un muro dal pugno d’acciaio del moro, che ormai al limite perse la Dragon Force.
“Stai bene?” bisbigliò al vecchio alle sue spalle,
“C-Che ci fai ancora qui?”
“Ghi hi hi! Gita turistica.”
“C-Chi ti ha ridotto in quello stato?” domandò l’anziano notando che il corpo del ragazzo era completamente ricoperto da ferite di ogni genere e dal suo sangue ormai secco.
“Non ho tempo di spiegartelo… ritiratevi!”
“Tu che farai?”
“Me la caverò, ora dovete tornare alla vostra base, non potete vincere!” e detto questo sollevò di peso il nonnetto e lo lanciò via.
Makarov fu prontamente afferrato da Elsa, che non si scagliò contro Gajeel perché troppo impegnata ad esaminare le condizioni del suo capo.
“R-Ritiriamoci.” disse l’uomo prima di perdere i sensi.
Tutti i maghi di Fairy Tail cominciarono a darsi alla fuga sotto l’ordine di Elsa, ma Natsu non si mosse e partì alla carica contro Gajeel.
“Bastardo!”
“Accidenti a te, ma ti diverti proprio a starmi tra i piedi”.
“Non me ne vado finché non avrò vendicato i miei compagni!”
“E invece te ne devi andare!”
“No, prima ti restituisco quello che mi hai fatto!”
“Come preferisci, vorrà dire che la biondina ce la teniamo noi.”
“Lucy?! Che c’entra lei? Che gli hai fatto bastardo?”
“Io niente, ma in questo momento ci starà pensando Jose ad accoglierla.”
“Dimmi subito dov’è!”
“Alla sede principale della mia gilda.”
Natsu si arrestò fissando con odio il ragazzo, poi cambiando direzione afferrò un mago di Phantom e sparì in mezzo alla folla, non prima di aver gridato al nemico: “Se scopro che mi hai mentito torno qui e ti massacro di botte. E sappi che non è finita qui: ti farò pentire di esserti messo contro la mia gilda e aver ferito i miei compagni!”
“Uff, lo so.” sibilò il moro ricadendo in ginocchio e ansimando pesantemente.
Devo sbrigarmi a prendere il libro e andarmene.”
Stava per allontanarsi quando una folata di vento lo scaraventò via e lo fece sbattere contro una delle poche pareti rimaste integre dopo l’assalto.
“Che tristeeee! Quindi sei riuscito a liberarti dal controllo del Master.” disse Aria parandoglisi davanti.
“Ghi hi hi! Non sono uno che si fa comandare a bacchetta, dovresti saperlo.”
“Poco importa, mi era stato comunque ordinato di toglierti di mezzo una volta sterminati i nemici, ma sei riuscito a farli scappare… questo è un bel problema, ma eliminato Makarov non riusciranno a reagire. Ora per sicurezza è meglio eliminare anche te.”
“Tsk, ti pentirai di averli sottovalutati.” disse il moro e in un ultimo disperato tentativo attivò la Dragon Force e trasformandosi in un’ombra scivolò verso il piano superiore della sede continuando a salire, mentre Aria lo inseguiva volando sospinto dal vento da lui stesso creato.
Non resisterò a lungo e non posso nemmeno recuperare il libro Sono spacciato, dannazione!”
Arrivato sul tetto si fermò, le gambe gli cedettero e cadde in ginocchio, lentamente si trascinò verso il bordo dell’edificio, ma proprio in quel momento il mago bendato lo raggiunse.
“Non puoi più scappare.” disse una voce incorporea alle sue spalle e vicino ad Aria comparve la proiezione di Jose.
“Ancora tu?! Non sai proprio quando sparire vecchio.”
“Tu invece sparirai tra poco!” gli rispose l’altro, mentre il suo sottoposto si avvicinava al ragazzo.
“I-io non mi f-farò ammazzare da voi! N-Non rovinerete il mio futuro!”
“Continua pure a parlare. Ormai per te è la fine, non hai più vie d’uscita.” gli disse l’Element Four.
A quell’affermazione Gajeel sentì le forze abbandonarlo completamente e chiuse gli occhi.
Gajeel! Gajeel! GAJEEL!”
“Levy?”
Quella era la sua voce?! Me la sono solo immaginata?”
Spalancò le palpebre e girò la testa verso il limite del tetto, poggiò una mano sul muretto e si sollevò.
“N-Non posso arrendermi.”
“Ormai è la tua fine Gajeel.” scoppiò a ridere Jose, ma l’altro non lo ascoltò continuando a fissare il vuoto sconfinato sotto i suoi piedi, poi saltò sul muretto e guardò giù.
Era in bilico sul baratro e provò un senso di vertigini invadergli la testa, poi si voltò a guardare i suoi nemici che gli si stavano avvicinando.
Tornò a fissare il vuoto poi di nuovo i suoi aguzzini e non riuscì a trattenere un sorriso amaro.
Fece un ulteriore passo in avanti mettendo in allarme i due: “Che stai facendo?” chiese il bruno.
“Meglio sfracellarsi al suolo che rimanere qui e farsi ammazzare da te!” disse il mago e spiccò un salto cadendo verso il vuoto.
Iniziò a precipitare ma non provò alcun timore, era troppo stanco e ormai le ferite gli avevano intorpidito tutto il corpo al punto che non riusciva più nemmeno a sentirsi le dita delle mani.
Le palpebre gli si chiusero, mentre nella mente gli ricomparivano tutti ricordi di quegli ultimi due giorni.
Patetico! Non sono riuscito a fare nulla! E quel che è peggio, tutti gli altri ne pagheranno le conseguenze! V-Voglio tornare a casa!” due lacrime gli rigarono il viso al pensiero dei suoi compagni, ma furono asciugate dal vento che gli graffiava la faccia.
 
“Avanti ragazzi, allontanatevi tutti. Adesso pronuncerò l’incantesimo.” disse Lucy in piedi con in mano il libro.
Κρόνος, κύριος του χρόνου και του χώρου, Σας ζητώ να μας παραχωρήσετε τις δυνάμεις σας! Ανταλλαγή χρόνου!
(“Crono, padrone del tempo e dello spazio, ti chiedo di concederci i tuoi poteri! Scambio temporale!”)
Una luce accecante riempì l’intero edificio costringendo tutti a tapparsi gli occhi, una folata di vento prese a sollevare tutto tra tavoli, bicchieri e altri mobili. Alcuni maghi dovettero aggrapparsi alle colonne portanti della gilda per non farsi trascinare via dalla tromba d’aria.
Poi sopra la testa di Lucy si creò un gigantesco vortice bianco che continuò a ruotare su se stesso fin quando non si stabilizzò e il suo interno brillò bianco e puro.
“Che sta succedendo?” gridò Gray stringendo Juvia, mentre accanto a lui Elsa con i piedi piantati a terra cercava di non farsi assorbire.
Il portale si ingrossò e si sollevò trasformandosi in un gigantesco cono di luce che squarciò in due il cielo pomeridiano terrorizzando tutti i cittadini di Magnolia, che corsero a rintanarsi dentro casa.
“Sta funzionando!” urlò Lucy.
Il suo corpo però fu sollevato in aria e solo il tempestivo intervento di Natsu, che l’afferrò per una mano e se la strinse accanto, gli impedì di essere risucchiata.
“Ma dov’è Gajeel?” chiese Makarov.
 
Non ce la faceva più e non capiva perché non si fosse ancora schiantato sul terreno diventando una frittella. Ma non riusciva proprio ad aprire gli occhi era troppo stanco.
Non si accorse quindi del gigantesco portale bianco che comparve dal nulla sotto di lui.
E prima di rendersene conto ne venne inghiottito e una piacevole sensazione di calore e un odore gradevole e familiare gli invase le narici.


Nota d’autore: ecco qui il capitolo nove! Evviva, dopo tante vicissitudini Gajeel tornerà nel suo tempo! Ma non è ancora finita, perché adesso tocca a quello del passato essere rispedito da dove è venuto, inoltre c’è ancora il problema della memoria da resettare. Ma questa è materia del prossimo capitolo, non di questo.
Parlando proprio di questo qui, invece, cosa ne pensate? Piaciuto l’intervento di Rogue? Ci tenevo ad inserirlo perché volevo farlo interagire con il Gajeel del futuro e perché mi sembrava l’unico che in quel momento che potesse aiutarlo veramente. Inoltre, c’è un altro motivo, ma non posso ancora rivelarlo…
Secondo me, quando un Dragon Slayer mangia l’elemento di un altro Dragon Slayer quei due sviluppano un certo legame, che va al di là della semplice condivisione dell’elemento magico, ma li collega anche psichicamente e questo collegamento li unisce anche alle loro versioni passate o future.
Rogue ha compreso e accettato le parole di Gajeel, anche se una volta risolto tutto se le scorderà! Ma forse, chissà qualcosa gli rimarrà impresso…
Se devo essere onesta mi ha sempre affascinato come Rogue tenesse molto di più ai suoi compagni di tutti i maghi di Saberthooth e mi sono sempre chiesta perché. Considerando anche che Phantom non brillava per spirito di solidarietà.
Quindi ho deciso di inserire in questa storia la mia personale interpretazione, sul perché abbia sviluppato questo atteggiamento di riguardo verso i suoi compagni di gilda. Anche se a Saberthooth si è dovuto limitare.
Per quanto riguarda il resto devo dire che mi è piaciuto scrivere di come tutti, chi più chi meno alla fine abbiano tentato di riportare a casa il loro compagno.
Importante: ho studiato un po' di greco, ma la traduzione dell’incantesimo l’ho presa da Google Traduttore, se tra i lettori ci fosse qualcuno che ha studiato e conosce molto bene questa lingua antica, perdonate la mia ignoranza.
Inoltre, mi scuso perché ho presentato questo incantesimo come un qualcosa di impossibile da recitare, e invece erano solo tre righini. XD
Lasciamo perdere.
Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo. Il prossimo sarà il penultimo e poi ci sarà l’epilogo, che anticipo contiene una sorpresa.

   
 
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