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Autore: Marti Lestrange    22/01/2022    1 recensioni
Albus e Scorpius sono migliori amici; Albus e Scorpius sono due facce della stessa medaglia; Albus e Scorpius si cercano; Albus e Scorpius si amano.
[ “Fa meno male così?” Scorpius annuisce. “Fa meno male, con te.” ]
— raccolta nata in occasione della drabble night organizzata da Gaia Bessie su Facebook ;
— Albus/Scorpius
— questa raccolta è inserita nella serie "GENERATION WHY." (sulla Next Generation), ma NON fa parte dello stesso universo narrativo
Genere: Angst, Dark, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, Scorpius Malfoy | Coppie: Albus Severus Potter/Scorpius Malfoy
Note: AU, Lime, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione, Contesto generale/vago
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- Questa storia fa parte della serie 'GENERATION WHY.'
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Giungo dopo qualche secolo ad aggiornare questa raccolta — vi ricordo che i racconti in essa contenuti sono /slegati/ l’uno dall’altro. Buona lettura ☾


 

youth.
albus/scorpius
«my youth is yours.»

 

parte 3.

☾ Prompt
‘Was I raised without love?
Or was I born unlovable?’

 

Non sanno come aiutarsi, Albus e Scorpius. Non sanno come tendere le mani per afferrarsi, nonostante ci siano riusciti innumerevoli volte, ad afferrarsi, durante le notti burrascose mentre fuori cadeva la pioggia e bagnava la terra; ci sono riusciti mentre il mondo crollava loro intorno, ma ora non riescono ad impedirsi lo stesso, non riescono ad impedirsi l’un l’altro di crollare. 

 

“Sono cresciuto senza amore, Albus? Forse sì, è per questo che non riesco ad amarti, e tu non riesci ad amare me. Nessuno mi ha amato, e adesso non so come si fa.”

“Sono nato per non essere amato, Scorpius? Sono davvero così difficile da amare? Nessuno riesce ad amarmi, e io non riesco ad amare nessuno. Non so come si fa.”

Sono sdraiati l’uno accanto all’altro nel letto di Albus. Fuori Berlino scorre. È dovuto correre fin là, Albus, per scappare dai suoi demoni. O per fuggire da se stesso. Scorpius è bellissimo, nudo sulle lenzuola sgualcite, la pelle bianca, bianchissima, baciata dai primi raggi del sole che penetrano all’interno, i capelli chiari, chiarissimi, più lunghi del solito, sparsi sul cuscino come un’aureola. È bellissimo, sì, e Albus sente che lo perderà. 

I segni del loro orgasmo sono ancora lì, impregnano le lenzuola e i loro cuori, gravano loro addosso dopo averli lasciati vuoti. Pezzi di loro che non torneranno mai indietro. Ogni volta Albus si lascia dietro qualcosa, un frammento, un coccio della sua anima che sente di aver affidato al vento, prima che alle mani di Scorpius, in mezzo alle quali è svanito per sempre. Sente che nulla e nessuno potrà mai trattenerlo indietro. La ritirata è cominciata. 


Gira la testa, e Scorpius lo sta già guardando. 

“È finita, vero?”

Albus non risponde. 

“È finita.”

Non è più una domanda.

Scorpius cerca i suoi vestiti sparsi per terra. Si è vestito pesante, per l’inverno tedesco. Ora vorrebbe solo che il freddo gli penetri dentro fino a scavarlo, fino a lasciarlo senza fiato, fino a bruciarlo senza sconti. Ora vorrebbe solo sentire, ché tutto ciò che c’è è atono. Albus è rimasto sdraiato. Fissa il soffitto e chissà a cosa pensa. Non è mai riuscito a leggerlo, e a questo punto mai ci riuscirà. Ci sono libri che semplicemente non fanno per noi. Ti sforzi, scorri le pagine, ma quando arrivi alla fine ti accorgi che è stato tutto inutile: non ti è rimasto nulla. 

Lui non vuole che Albus sia solo un altro libro abbandonato su uno scaffale, ma non sa come amarlo. Nessuno dei due sa. È questa forse la loro maledizione: non sapere come andare avanti, ignorare cosa vuol dire costruire quando si è stati solo capaci di distruggere. Hanno demolito muri, ma altrettanti ne hanno eretti. Non tutto ciò che si butta giù ti cura. Molto di ciò che annichilisci ti spezza, e quelle crepe nessuno le colmerà mai. Non Albus, e nemmeno se stesso, o Rose, che ha lasciato con una mezza promessa e dubbi senza nome. 


“Non sai cosa vuoi.”

Scorpius si ferma in mezzo alla stanza e si volta verso Albus. 

“Mia cugina ti aspetta, e tu non sai cosa cazzo vuoi.”

“Non dire cazzate. Rose non c’entra.”

Albus si accende una sigaretta. Scorpius odia quando fuma perché non riesce più a sentire il suo profumo. 
 

“È tutto più facile, con lei.”

“È tutto più facile, senza di te.”

Sono parole dure, le sue. Sente il risentimento bruciargli in gola come bile amara. 

“Ti sto dando una via d’uscita. Dovresti approfittarne.” 

“Ho lottato, Albus. Ho lottato tanto. Forse sono solo stanco.”

Albus annuisce. Butta fuori il fumo e sembra un fiore appassito. 

“Non te ne farò una colpa, Scorpius. Non eravamo fatti per amarci. Penso.”

“Pensi? O lo sai?”

Albus scrolla le spalle. È appoggiato alla spalliera del letto ora. I capelli scuri gli scendono sulla fronte.

“Che importanza ha?”

“Ne ha. Suona tutto diverso.”

L’altro annuisce, le labbra strette intorno alla sigaretta. 

“Lo so.” 

Il Lustgarten è semi-vuoto, a quell’ora del mattino. C’è qualcuno che corre, e una mamma con una carrozzina. Il Berliner Dom è grigio, ma le sue cupole azzurre si confondono col cielo. È un inverno duro, quello, ma sereno. Albus cammina senza meta. Non ne ha una, in fondo. Le mani in tasca, calcia via un sassolino. Siede su una panchina e sospira. 

Scorpius è partito da qualche minuto. È di nuovo solo. Forse è meglio così. I suoi fantasmi non faranno male a nessuno, lì. Non alla sua famiglia, non ai suoi amici, non all’uomo che ama e non sa come. Non sa come afferrare quell’amore e farlo suo, come tenerlo dentro senza che scappi via, come conservarlo come una cosa preziosa, e semplicemente allungare una mano e trattenere Scorpius accanto a sé. È stato molto meglio, lasciarlo andare via. Per lui, per tutti.

Amare richiede sacrificio. Pazienza. Tenacia. Forza. Dedizione. Passione. Fiducia. 

Non sa bene cosa voglia dire amare, Albus, sa solo cosa implica l’amore, per lui. È un concetto astratto, qualcosa che non è mai riuscito a sentirsi cucito addosso. È vero che la sua famiglia gli ha dato amore, tutto l’amore del mondo, troppo amore, quando lui non è nato per essere amato, e ora lo sa. Non può essere amato, ma può amare. Sente che può amare, quando guarda Scorpius, quando lo sente come creta sotto le sue mani, quando entra dentro di lui e lo sente chiamarlo per nome, quando giacciono stesi vicini sulle lenzuola e il freddo li accende. Sente tutto, ma tutto scivola. Nulla rimane. Nulla si attacca. 

Ora Scorpius è lontano, è a casa. Rose lo aspetta. Rose saprà come curargli le ferite. Rose è giusta. Lui è sbagliato. Lo è sempre stato. 

Amare richiede sacrificio. Albus lo ha lasciato andare. Sorride, si alza, e se ne va. 

 

⟣ 963 parole 

 

𓆙

 

scusate, scusate, /lo so/. Mi spiace per tutto il dolore.

il mio contatto è sempre: martinaamariscrive

 

   
 
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