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Autore: FrancyT    23/01/2022    3 recensioni
9-10 Novembre 1939, Germania
All'interno dell’hotel Rheinischer Hof, due individui si accingevano a discutere di argomenti di notevole importanza. Seduti comodamente in una di quelle stanze, i due uomini discussero a lungo, arrivando a prendere un importante decisione. Quel loro incontro stabilì una direttiva che non ammetteva obiezioni.
Quella che noi oggi ricordiamo come “Notte dei cristalli”, scaturì l’inizio di questa storia.
Durante quella stessa notte numerose azioni violente si riversarono contemporaneamente nella città, seminando il panico generale. Alcuni individui iniziarono allora ad abbandonare le città, in cerca di un posto migliore dove poter vivere. Fra di essi troviamo la figura di Inuyasha, un giovane locandiere che, in seguito a quella notte, si è ritrovato costretto ad abbandonare la propria abitazione.
La “notte dei cristalli” segnò l’inizio della sua storia, quella di un ibrido alla ricerca della libertà.
Nel suo lungo viaggio il ragazzo incontrerà persone che tenteranno di aiutarlo, che lo sosterranno nella fuga, che lo proteggeranno dai generali tedeschi ma...
Inuyasha riuscirà davvero a raggiungere il confine?
Genere: Avventura, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Miroku, Naraku, Sesshoumaru | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Germania, 10 Novembre 1938 
Ore 05:00 

Con la Notte dei cristalli i tedeschi chiarirono in modo definitivo una questione che era già sotto gli occhi di tutti: in Germania non c'era più posto per i mezzo demoni e per liberarsene i nazisti aspiravano allo spargimento di sangue e alla violenza fisica. Dopo quell’evento, nessun umano o demone poteva più ignorare la persecuzione e nessun mezzo demone poteva più illudersi che Naraku si sarebbe accontentato di qualcosa di meno di una Germania judenrein1. 

In quella fredda notte di novembre, fuggiti via dalla loro casa, Inuyasha e Miroku corsero ininterrottamente per ore. Avevano visto la propria vita andare a rotoli. Non confidavano più in nessun miglioramento. Delusi e affranti, arrivarono nei pressi della Forst Grunewald, quando le prime luci dell’alba iniziarono a schiarire il cielo. 

- Inuyasha ti prego. Fermiamoci a riposare, non mi sento più le gambe. - 

Stremato da quel viaggio, Miroku sentiva le forze abbandonarlo.  

- Arriviamo alla foresta, lì proveremo a riposarci un po’. - 

Una volta raggiunto il margine della selva, iniziarono allora a farsi largo fra i fitti sentieri. Gli alberi di pino, con il loro colore verde scuro, fiancheggiavano il viale che stavano percorrendo filtrando la luce solare. Proseguendo lentamente, arrivarono ad un primo bivio e, mantenendo la destra, proseguirono un breve tratto in salita al termine del quale trovarono un piccolo laghetto. Situato ad una ventina di metri dai numerosi alberi, quello specchio d’acqua dolce pareva fare proprio al caso loro. 

 -Fermiamoci qua. –  

Inuyasha osservò l’amico preoccupato.  
Miroku era molto provato, sia fisicamente che psicologicamente. Respirava affannosamente e aveva le gambe tremanti. In quel momento il mezzo demone iniziò a chiedersi se davvero l’amico fosse pronto a rischiare la sua vita per lui. In fondo, Miroku non era un ibrido.

- Miroku senti… Forse è meglio che tu torni in città. Sei umano, troverai presto un nuovo impiego e potrai condurre una vita serena. –  

- Non dire idiozie Inuyasha. –  

Dopo aver riservato un’occhiata truce al mezzo demone, Miroku poggiò la schiena contro uno degli imponenti alberi che abitavano la foresta. Lentamente scivolò contro di esso, si sedette al suolo e chiuse gli occhi.  
Inuyasha, rimasto in piedi a fissare il ragazzo, si sentiva l’unico responsabile delle condizioni pietose dell’amico. Sperava che Miroku fosse saggio e che, ripercorrendo i passi a ritroso, sarebbe tornato a Berlino.  
In quello stesso momento, nella sua mente si formulò uno strano pensiero: se si fosse allontanato da quella foresta lasciando indietro Miroku, forse quest’ultimo sarebbe davvero tornato in città. 

- Miroku, controllo la zona. Non vorrei che ci fossero militari nelle vicinanze, non mi stupirei della cosa. - 

Lentamente, iniziò ad allontanarsi dall’albero dove riposava l’amico, con lo scopo di addentrarsi nel cuore della foresta. Voleva allontanarsi il più possibile da quel laghetto. Pensava che solo così Miroku si sarebbe salvato. 

- Inuyasha? –  

- Si? –  

- Se provi a lasciarmi qui sappi che sarò io a darti la caccia. –  

- Tsk. - 

Abbandonando così il suo piano, Inuyasha iniziò seriamente a sorvegliare il perimetro del laghetto. 
Intanto, lontano dal luogo in cui Miroku e Inuyasha si erano accampati, due figure incappucciate si facevano largo fra l’erba alta in cerca di un posto dove poter recuperare le energie. 
I loro nomi erano Muller e Fisher, due mezzo demoni cinghiale scappati durante la notte dalla città di Berlino. I due fratelli, in quella notte di violenza, avevano valutato attentamente quale fosse la scelta più saggia da prendere e così, armati di coraggio, decisero di darsi alla fuga. Entrambi di costituzione massiccia, erano dotati di una particolare resistenza fisica e questa loro caratteristica li aiutò molto durante quella notte tanto che, dopo ore di viaggio, raggiunsero la fitta foresta quasi contemporaneamente ai due ex locandieri. 

- Muller, ho fame. Quando ci fermiamo? - 

Fisher, il minore dei due fratelli, era un giovane ibrido sulla ventina. Portava i capelli neri lasciati ricadere liberamente sulle spalle, un paio di occhiali da vista poggiati sul naso tozzo e due piccole zanne riverse verso l’alto fuoriuscenti dal labbro inferiore. Sempre attento al suo aspetto e dal carattere un po’ fanciullesco, molto spesso stressava il fratello maggiore con le sue lamentele infantili. 

In risposta, il fratello riservò al ragazzo un’occhiata truce. 
Muller non riusciva proprio a comprendere l’atteggiamento del giovane. Dopo la morte della madre, era stato proprio lui ad occuparsi della sua formazione eppure, nonostante i suoi insegnamenti, Fisher continuava ad avere quel fare bambinesco. 

- Fratellone, ho detto di aver fame. -  

Proprio come un bambino capriccioso, Fisher frenò la sua marcia e incrociò le braccia al petto. 
Passandosi stancamente una mano sul volto, Muller si sedette per terra. 

Il più grande dei fratelli era un ibrido sulla trentina che fin da giovane si era occupato personalmente della situazione economica della propria famiglia.  
Al contrario di Fisher, si curava poco del suo aspetto esteriore. Non trovava necessario doversi mettere in tiro per andare al lavoro ed inoltre l’essere appariscente non lo faceva sentire a suo agio.  
Muller infatti, portava i capelli corti, le folte basette lunghe fino al mento e le grosse zanne fuoriuscenti dal labbro inferiore, chiaro segno della sua natura demoniaca, erano ormai ingiallite e sfregiate.  

- Fisher, perché ti comporti in questo modo? Non riesci davvero a comprendere la gravità della situazione? -  

Alzando lo sguardo verso il fratello minore però, Muller si rese conto che l’espressione infantile che fino ad un attimo prima era dipinta sul volto del giovane era svanita. 

- C’è qualcuno Muller. Ho sentito dei rumori e uno strano odore. - 

Dopo essersi issato in piedi, Muller poggiò le spalle contro quelle del fratello e insieme cercarono di affinare l’udito e l’olfatto. Erano pronti ad attaccare il nemico. 

- Mi raccomando Fisher. Come ci siamo sempre allenati. -  

Non molto distante da loro, Inuyasha saltava fra i rami degli imponenti alberi della foresta. Continuava a stare in pensiero per Miroku, sperava che si sarebbe rimesso in sesto. Così, con lo scopo di provare ad aiutare l’amico, decise di racimolare qualche provvista. Per aumentare la sua concentrazione chiuse gli occhi e, affinando i sensi, provò a captare la presenza di qualche animale da poter cacciare. Un leggero odore arrivò ben presto alle sue narici e così, saltando fra i rami, iniziò ad avventurarsi nuovamente nel cuore della foresta. 

Accorciando però la distanza dalla sua preda, Inuyasha iniziò a percepire una forte aura demoniaca. Infastidito da quella piega inaspettata, cercò di avvicinarsi a passo felpato verso il fulcro di quel potere. Inconsciamente, portò una mano al cinturone in cuoio che portava legato alla vita. Voleva proteggere Miroku e il suo istinto agiva prima della sua mente. Resosi conto del gesto, ritirò sconvolto la mano indietro e iniziò ad osservare i due uomini posti poco distanti da lui. 

Quello che Inuyasha identificò come il più robusto, stava seduto al suolo con una mano sul viso. Sembrava abbattuto, sfinito. Lo studiò con attenzione. La sua aura demoniaca non era forte come quella di un demone maggiore, sembrava più simile alla sua. L’aura di un mezzo demone. 
Scrutò allora l’altro uomo, il più esile. Provò a trovare dei tratti distintivi, ma la figura era di spalle e non riusciva a osservarlo in viso. Nonostante ciò percepì che anche la sua aura demoniaca era macchiata dall’animo umano. 
Non considerando i due individui una minaccia, il giovane ibrido decise allora di tornare per la sua strada. Ma quando improvvisamente vide l’uomo seduto per terra alzarsi e poggiare la schiena contro il suo compare, Inuyasha capì di essere stato individuato.  

Muller e Fischer intanto, si sentivano sotto attacco. I nevi a fior di pelle, i sensi allerta. Individuato il loro nemico appollaiato su un albero, Fischer alzò un dito verso l’alto e subito dopo violenti fulmini illuminarono il cielo.  
Un sorriso soddisfatto si dipinse sul suo viso, il loro avversario avrebbe avuto una giusta lezione.  

Inuyasha infatti, non ebbe il tempo di indietreggiare che fu investito da un violento tornado scaturito da quella forte energia. Il violento impatto gli fece perdere l’equilibrio ed improvvisamente si ritrovò steso al suolo. 
Quando quel vortice si fu dissipato, il mezzo demone si rialzò da terra innervosito. Un ringhio basso iniziò a propagarsi nell’aria. Il suo corpo era teso, pronto a contrattaccare. 

- Ehi voi! Siete scemi per caso? - 

Sorpresi da quell’affermazione, Muller e Fisher osservarono meglio Inuyasha. Mantenendo la loro posizione d’attacco, cercarono di identificare l’aura del loro nemico e improvvisamente capirono.  

- Non sei un soldato, sei un mezzo demone. -  

Costatò a voce alta Muller allontanandosi dal fratello. Dopo essersi avvicinato a passo lento ad Inuyasha, iniziò a girargli intorno annusandolo meglio. Identificati gli odori tipici della città, rivolse nuovamente la parola al mezzo demone. 

- Sei fuggito anche tu da Berlino. -  

Infastidito da quel trattamento Inuyasha non riuscì a trattenere un altro ringhio prolungato.  

- E non sei solo. Porti con te un umano, hai il suo odore addosso. -  

Effettuando un balzo indietro, Inuyasha provò a sottrarsi all’analisi dei due sconosciuti.  

- Adesso basta. Che modi! -  

I due fratelli si guardarono perplessi, come se nel loro comportamento non ci fosse stato nulla di errato.  

- Hai anche un caratteraccio eh! -  

Borbottò Fisher, già annoiato dall’intera situazione.  

Inuyasha, stanco di essere deriso dai due fratelli, scattò verso Fisher con l’intento di ferirlo con i suoi artigli. 
Prevedendo il suo attacco, Fisher alzò nuovamente un dito al cielo, generando un nuovo tornado. Finito per la seconda volta al suolo, Inuyasha non poté far altro che imprecare contro il suo interlocutore.  

- Dannato maiale. -  

Un ulteriore tornado colpì il povero Inuyasha, decisamente fuori allenamento. 

- Ritenta, sarai più fortunato. -  

Lo sfidò Fisher, divertito dai maldiresti tentativi di attacco da parte di Inuyasha. 

Intanto, un Miroku innervosito, vagava senza meta per la foresta. Il suo animo era in subbuglio, il rumore dei tuoni in lontananza preannunciava un violento temporale e la prospettiva non era affatto allettante. 
Il ragazzo aveva riposato e aspettato Inuyasha per ben venti minuti, tempo dopo il quale iniziò a pensare che l’amico l’avesse seriamente abbandonato. Nonostante non avesse recuperato a pieno le forze, decise allora di issarsi su e andare a cercare quel testone di un mezzo demone che si ritrovava come amico. Camminando a passo arrancato percorse il perimetro del laghetto, chiamando e maledicendo allo stesso tempo Inuyasha.  

- Inuyasha, se scopro che mi hai lasciato indietro di proposito giuro che sarò io ad ucciderti. -  

Quella minaccia, pronunciata con voce preoccupata, riuscì a raggiungere il fino udito di Inuyasha. Quelle parole così lontane e ovattate, fecero trasalire il mezzo demone. La preoccupazione trasparì dagli occhi dotati del ragazzo.  

Miroku era andato a cercarlo e si sarebbe messo nei guai.  

Alzatosi per l’ennesima volta da terra, Inuyasha decise che avrebbe dato tutto sé stesso per proteggere l’amico. Con l’intento di raggiungere Miroku, iniziò allora ad incanalare la forza demoniaca negli artigli e, evitando i tornado generati da Fisher, si avventò contro il ragazzo. 

Non riuscendo ad evitare l’attacco, Fisher provò a difendersi rafforzando la sua pelle, sperando che ciò bastasse a rimanere incolume. Proteggendosi viso e petto con le braccia, attese il contatto con il nemico. 
L’attacco di Inuyasha però, risultò essere più potente di quanto immaginasse. Quando il mezzo demone infatti percorse con gli artigli il braccio sinistro di Fisher, lasciò una sanguinosa ferita. 
Tenendosi il braccio insanguinato, il giovane mezzo demone cinghiale osservò con odio Inuyasha. Il suo nuovo giocattolo lo aveva deturpato e adesso sentiva il bisogno di vendicarsi. Con la rabbia che si alimentava dentro di lui, Fisher alzò nuovamente il braccio sano verso l’alto ma, prima che potesse scagliare l’ennesimo attacco, Muller si frappose fra il suo corpo e quello di Inuyasha. 

- Adesso basta. Avete giocato abbastanza. Siamo tutti dei mezzo demoni. Dovremo aiutarci e non farci la guerra. Capisco che la situazione sia pesante per tutti, siamo stanchi e affamati, ma proprio per questo dovremmo unire le forze. Quindi Fisher smettila di comportarti come un bambino. - 

Dopo aver riservato uno sguardo da rimprovero al fratello, Muller si voltò verso Inuyasha. La notte precedente era stata dura per tutti ma sfogare la frustrazione fra di loro non avrebbe giovato a loro vantaggio. Stare in quella foresta non li avrebbe protetti dai generali tedeschi. 

La foresta è considerata parte dell'anima dei demoni. Un luogo da negare ai mezzo demoni. Già da tempo il Führer aveva vietato loro di entrare in quei luoghi, punendo tutti coloro che osavano infrangere quella regola. 

-  E tu… Dovresti raggiungere il tuo amico umano prima che si metta ne guai. -  

Annuendo alle parole di Muller, Inuyasha decise di raggiungere nuovamente Miroku. Cercò allora di ripulire la mano sporca del sangue di Fisher sui pantaloni, dopodiché annusò l’aria per provare a localizzare l’amico. 

- Quindi viaggiamo insieme o no? -  

Come se nulla fosse successo, Fisher affiancò il fratello con in volto la sua solita espressione infantile. 
Il braccio che Inuyasha aveva ferito si era quasi completamente rimarginato, il dolore scomparso del tutto. 

Il mezzo demone osservò ancora una volta i due fratelli, incerto sul da farsi. Fisher aveva ben dimostrato la sua abilità nel combattimento e Muller sembrava non essere da meno. I loro corpi, così come le loro aure demoniache sembravano trasmettere forza. 
Dopo aver valutato attentamente la situazione, Inuyasha prese la sua decisione. 

- Quattro braccia in più non fanno di certo male. - 

Quella era la scelta più saggia da prendere. Lui da solo non avrebbe mai potuto eliminare una divisione militare ricca di demoni. Lui da solo non avrebbe potuto proteggere Miroku da eventuali attacchi nemici. Quando vide i due fratelli annuire alle sue parole, puntò lo sguardo in quello di Fisher. 

- Sappi che il nostro scontro non si conclude di certo qua. -  

Leggendo in quello sguardo un lampo di sfida, Fisher sorrise soddisfatto. Non vedeva l’ora di avere la sua rivincita. Prima che il mezzo demone lo ferisse si stava proprio divertendo, se il fratello non fosse intervenuto avrebbe mostrato al suo avversario la sua vera forza. 
Il gruppo si mise ben presto sulle tracce di Miroku, sperando che non si fosse invischiato in qualche scomoda situazione. 

Proprio Miroku, in quell’esatto momento, si era convinto che Inuyasha lo avesse abbandonato. Non riusciva proprio a crede quanto fosse stato vile e codardo il suo amico. Era stato lui a proporgli di fuggire via, di aprire una nuova locanda insieme e quella era la sua ricompensa.  

- Inuyasha, giuro che me la pagherai. -  

Impegnato ad imprecare contro l’amico però, l’ex locandiere non si rese conto di essersi allontanato molto dal suo punto di partenza. Tutto attorno a lui sembrava sempre identico, ogni sentiero percorso era fiancheggiato da un interminabile filare di pini. Convinto di star girando attorno decise allora di provare a fronteggiare la foresta, abbandonando la strada più sicura. 
Una volta addentratosi nella fitta vegetazione iniziò a guardarsi attorno nella speranza scorgere la figura dell’amico ma di Inuyasha neanche l’ombra. Quasi scoraggiato continuò a camminare fin quando, fra gli alberi, non trovò uno strano cartello. Lo osservò per bene: realizzato in legno, aveva incise le lettere che formavano la scritta “Zum Friedhof”. 

- Un cimitero? Proprio qui? - 

Incuriosito, pensò di percorrere quella piccola stradina in discesa. Però, prima ancora che riuscisse a muore un passo, una voce lo gelò sul posto. Un enorme ombra si estese dinanzi a lui.  
In quel momento Miroku pensò di essersi cacciato in un brutto guaio. 

- Questo è un terreno sacro. Non dovresti essere qui. - 

Intanto Inuyasha, seguito a ruota da Muller e Fisher, si ritrovò a girovagare senza alcuna meta fra i fitti sentieri della foresta. L’odore di Miroku era improvvisamente scomparso, mettendo in stato di allerta il povero Inuyasha. 

- Non ci credo che l’hai perso. Non sei un mezzo demone cane? Il tuo fiuto mi sembra abbastanza difettoso. - 

Trattenendo a stento un ringhio, Inuyasha provò ad ignorare la provocazione di Fisher. Quel ragazzino stava seriamente mettendo a dura prova la sua pazienza. Il mezzo demone sapeva di non poter perdere altro tempo. Il suo istinto lo spingeva a credere che fosse successo qualcosa di brutto a Miroku.  

- Fisher, smettila di fare il bambino. -  

Dopo aver ringraziato con un cenno della testa Muller, Inuyasha effettuò un balzo raggiungendo così il ramo più alto di un albero. Una volta in cima, provò ad osservare il sentiero vicino ma, ancora una volta, nessuna traccia di Miroku. Sconsolato, Inuyasha sperò che l’amico fosse ritornato alla capitale, peccato che le speranze del mezzo demone fossero vane.  
Poco dopo infatti, il fino naso del ragazzo percepì l’odore tipico che emanava l’amico mischiato ad un altro, molto più forte e pungente. Richiamati a sé Muller e Fisher, Inuyasha guidò i due fratelli fra la natura, seguendo quell’unica traccia che aveva a disposizione.  

Al diminuire della distanza però quel forte odore che impregnava e sovrastava l’intero ambiente rese impossibile individuare Miroku. Quel profumo indistinguibile, sembrava mandare in confusione i tre mezzo demoni eppure, nonostante lo scarso senso di orientamento, decisero di seguirlo. 

Dopo aver proseguito per svariati minuti, i tre fuggiaschi si ritrovarono dinanzi una scena surreale. 
Seduto all’interno di un cerchio formato da una colonia di funghi, Miroku prendeva il the e discuteva tranquillamente con un militare. Il ragazzo raccontava al generale come lui e il mezzo demone erano riusciti, quella stessa notte, a fuggire dalla città.  
Pietrificati sul posto, i tre ibridi si guardarono in viso disorientati. La figura che conversava con l’umano era senza ombra di dubbio un demone maggiore. Il suo portamento, fine ed elegante, avrebbe fatto invidia anche ad un essere regale. 

Inuyasha guardava la scena sconvolto. Non riusciva a credere che il suo amico parlasse di lui ad un militare. Non riusciva a credere che la fiducia che aveva riposto in Miroku fosse stata tradita così. Nella sua mente rimbombarono nuovamente le parole che aveva udito durante lo scontro con Fisher. Miroku aveva creduto che lui, un suo amico, l’avesse abbandonato e aveva preso la decisione di denunciarlo al primo militare incontrato.   

Intanto, mentre Inuyasha cercava di assimilare il duro colpo, Muller e Fisher si scambiarono uno sguardo d’intesa. La situazione non era delle migliori e, in un modo o in un altro, dovevano provare a uscirne vivi. Dopo quel muto accordo iniziarono ad indietreggiare, pronti a lanciarsi in offensiva.  
La strategia adottata dai due mezzo demoni si basava sulla combinazione dei loro attacchi, ma essa non avrebbe mai funzionato in uno scontro corpo a corpo. Al terzo passo indietro però, i due furono fermati dalla fredda voce del militare. 

- Avvicinatevi. -  

Con lo sguardo puntato verso i tre ibridi, il demone li esortò a fare come richiesto. 
I tre rimasero ancora una volta bloccati, incapaci di comprendere quale fosse la giusta scelta da prendere.  

- Forse ho capito, vi inibisce questa divisa? Nessun problema. -  

Rimuovendo una fogliolina nascosta dietro l’orecchio, l’aspetto del demone mutò lievemente. 
La divisa militare era sparita, sostituita da un pensante mantello marrone lungo fino ai piedi. Quest’ultimi, non più fasciati dagli stivali militari, somigliavano tanto alle zampe di una volpe.  
Osservando meglio quel corpo così strano, i tre giovani notarono che dal pesante mantello, attualmente adagiato sul terreno, sbucavano dei ciuffetti in costante movimento. Quel pesante indumento infatti, nascondeva le code che il demone volpe possedeva. 

- Il mio nome è Aaron, abitante della foresta e oppositore del regime. Avvicinatevi pure, così illustrerò anche a voi l’obbiettivo che mi sono prefissato. - 

Un ringhio basso iniziò a propagarsi nell’ambiente circostante.  

- Credi davvero che mi fidi della tua parola?! -  

Inuyasha, ferito dal comportamento di Miroku, non riusciva a fidarsi di quelle parole. Credeva che fosse tutta una menzogna, certo che di lì a poco sarebbero stati accerchiati.  
Incanalando allora la forza demoniaca nei suoi artigli, si preparò all’attacco. 

- Inuyasha, non attaccarlo. Aaron ha intenzione di aiutarci. - 

Miroku, intuendo le intenzioni dell’amico, provò a farlo ragionare. Quelle sue parole però, provocarono solo altro dolore al giovane mezzo demone. Inuyasha infatti, riservò a l’amico uno sguardo carico di delusione. 

- Muller, Fisher, siete con me giusto? -  

I due fratelli guardarono la schiena di Inuyasha indecisi sul da farsi. Erano curiosi di sentire le parole di Aaron ma non erano sicuri di potersi fidare. Nell’aria non avevano sentito puzza di bugie ma quella divisa che fino a pochi attimi prima il demone volpe indossava li aveva insospettiti. 

Non ricevendo nessun segno di approvazione, Inuyasha si scagliò all’attacco da solo. Voleva sfogare la sua frustrazione, distruggere quel demone e farla pagare a Miroku. 
Il giovane ibrido però, non ebbe fatto i conti con i poteri di Aaron. Il demone volpe infatti, dopo aver schivato il tentativo di attacco da parte di Inuyasha, colpì con un pugno allo stomaco il ragazzo. Per il forte impatto il corpo di Inuyasha finì con lo scagliarsi contro il tronco di un albero e Aaron non perse tempo ad immobilizzarlo. Dopo aver poggiato le mani al terreno, il demone sprigionò il suo potere demoniaco e il corpo di Inuyasha fu immediatamente avvolto dalla vegetazione.  

Il potere di Aaron andava oltre l’illusione. Il demone volpe era in grado di accelerare e modificare i processi di crescita della flora e ciò gli permetteva di porre rimedio ai danni che l’uomo stava procurando alla foresta. 

- Ti consiglio caldamente di mantenere la calma. Non ho cattive intenzioni. - 

Dopo aver assunto nuovamente una posizione eretta, il demone volpe si avvicinò con cautela al corpo di Inuyasha. Giunto a pochi centimetri di distanza, prese con entrambe le mani i lembi del mantello che gli coprivano il capo e lentamente rimosse il cappuccio.  

Aaron era un demone maggiore, i segni rossi sul suo volto certificavano la purezza della razza. 
Il viso infatti era segnato da una piccola goccia sulla fronte e due piccole striature sulle guance che spiccavano sulla pelle color porcellana. I suoi occhi neri, dal taglio affilato, sembravano far cadere nell’oblio chiunque osasse incrociarli, mentre i lunghi capelli bianchi erano raccolti in una coda bassa, elegante ed ordinata. 

Eppure quello era uno dei tanti aspetti che il demone era capace di assumere. Uno dei tanti abiti che Aaron si divertiva ad indossare. Nessuno conosceva la vera forma del demone, nessuno conosceva la sua vera identità. 

- Menzogne! -  

Inuyasha iniziò a guardare con disgusto quel volto perfetto.  
Non riusciva proprio a credere alle parole di Aaron, non riusciva a fidarsi di un maestro dell’illusione. Deciso a non arrendersi, il mezzo demone provò a liberarsi dalla morsa in cui era imprigionato. Alzò con fatica il braccio destro e provò ad afferrare una parte di quel tronco che pareva avvolgergli il corpo. Strinse forte la corteccia e la strappò via da sé con un colpo secco. Così facendo riuscì a liberare il braccio sinistro, in precedenza immobilizzato. Sorridendo soddisfatto, rivolse uno sguardo carico d’odio ad Aaron. 

- Ti ho detto di mantenere la calma. - 

Poggiando una mano al tronco dell’albero, Aaron spigionò nuovamente il suo potere. La stretta attorno al corpo di Inuyasha si fece sempre più forte, fino ad avvolgere completamente la sua figura.  

- Dannazione! - 

Un'imprecazione uscì dalle labbra del mezzo demone. 
Aaron ne aveva abbastanza di quel comportamento infantile, voleva solo informare i tre ragazzi del suo piano e raggiungere la sua casa. Fu allora che, stancamente raccolse uno dei funghi della colonia che formava il cerchio dentro il quale era seduto Miroku. Dopo di ciò, prese dalla sua borsa una ciotola dentro la quale ripose il fungo, accelerò il processo di essiccazione del micete e iniziò a pestarlo con cura.  

Incuriosito da quel gesto, Fisher si avvicinò con cautela al corpo del demone.  
Osservò con interesse i movimenti lenti e precisi della mano di Aaron, assistendo alla lenta macinazione del fungo. 

- Ti consiglio di fare qualche passo indietro. - 

Non distogliendo lo sguardo dalla ciotola che teneva fra le mani, Aaron consigliò al giovane di indietreggiare. Non riteneva sicuro che un ragazzino si avvicinasse così tanto durante la preparazione di quella polvere. Però, ignorando quell’avvertimento, Fisher iniziò a porre domande al demone, voglioso di soddisfare la sua curiosità. 

- Cosa prepari? - 

Scocciato da quella presenza, Aaron provò a rispondere a quella domanda in maniera pacata. Non era da lui porsi in maniera poco garbata. 

- Sto cercando di ricavare da questo fungo una particolare polvere per far calmare il tuo amico. - 

- Oh, un tranquillante? -  

- Direi più un paralizzante. Questi funghi sono caratterizzati da un odore molto pungente percepibile anche a metri di distanza. Questo odore sgradevole, emanato dalla parte superiore del fungo, ha degli effetti negativi verso coloro che possiedono un olfatto molto sviluppato. Infatti, l’esposizione prolungata a questo odore, porta a dei disturbi di concentrazione e molto spesso chi ne è vittima tende a sentirsi disorientato. Quando però, ad essere inspirata è la polvere generata dalla macinazione del fungo, gli effetti collaterali diventano più aggressivi. Una volta che questa polvere viene inalata, il cervello non riesce più a trasmettere gli stimoli al corpo, mandando l’individuo in uno stato di paralisi temporanea. -  

Sconcertato da quella spiegazione, Fisher indietreggiò lentamente, fermandosi dopo circa tre passi. Si tappò per precauzione il suo naso tozzo e continuò a guardare incuriosito il demone volpe al lavoro. 

Intanto, Miroku guardava sconvolto la scena. Tutto sembrava così surreale. Inuyasha aveva attaccato Aaron che si era ritrovato costretto a fermalo. Conosceva il mezzo demone da diversi anni ma mai aveva visto l’amico agire con così tanta rabbia. Il giovane posò un ultimo sguardo alla figura di Aaron, intento a preparare uno strano miscuglio, dopodiché, non ascoltando lo scambio di parole fra il demone e Fisher, decise di tirarsi su. Una volta in piedi, si avvicinò lentamente all’albero nel quale era stato bloccato Inuyasha, gli si parò dinanzi e parlò all’amico.  

Il ragazzo si dimenava, nel disperato tentativo di riuscire a liberarsi. 

- Inuyasha, che ti è preso? -  

In risposta, Inuyasha voltò il capo dal lato opposto. Non aveva nessuna intenzione di dare spiegazioni a Miroku, non voleva più vederlo. 

- Mi spieghi perché sei così furioso? -  

- Tsk. Sei solo un bastardo traditore. -  

Confuso, Miroku non riuscì a controbattere. 
Davvero Inuyasha credeva che l’avesse tradito? 
Inuyasha era davvero convinto che gli avesse voltato le spalle vendendolo al nemico? 

- Inuyasha ma cosa dici? Aaron vuole davvero aiutarci. -  

- Menzogne! -  

In preda alla rabbia, Inuyasha si ritrovò a ringhiare contro il suo amico. 
Perché Miroku non lo stava aiutando? 
Perché Fisher e Muller rimanevano lì impalati, quasi in attesa di un gesto da parte di quel demone volpe? 

Intanto, mentre Inuyasha si tormentava con quelle domande senza risposta, Aaron aveva terminato di macinare quel fungo dagli effetti particolari. Una volta ricavata quella polvere paralizzante, il demone si avvicinò nuovamente all’albero in cui era stato immobilizzato Inuyasha. Giunto di fronte al viso del ragazzo, versò un po’ di quella polverina nel palmo della sua mano dopodiché soffiò su di essa facendo volare il miscuglio proprio sul volto del mezzo demone. 

Quando la polvere fu inalata dal giovane, Inuyasha sentì il naso bruciare e la gola farsi secca. Istintivamente iniziò a tossire, sperando che ciò riuscisse a farlo sentire meglio. Inuyasha era perplesso. Non si aspettava che quel demone volpe gli gettasse della polvere addosso. Cercò allora di parlare, di liberarsi da quella stretta e improvvisamente capì. 
Il suo corpo non rispondeva più agli stimoli. Era paralizzato. 

- Aaron cosa gli hai gettato addosso? - 

Miroku guardò il mezzo demone preoccupato. 
Dopo aver inalato quello strano miscuglio, Inuyasha aveva iniziato a tossire, per poi fermarsi di colpo. Il suo corpo appariva irrigidito, come se i suoi muscoli fossero rimasti tutti contratti. 

- Sta bene, non preoccuparti. Adesso però dobbiamo andare. Una divisione pattuglierà la zona fra qualche ora. Dobbiamo muoverci. -  

A questo punto, Aaron poggiò nuovamente il palmo della mano contro la corteccia dell’albero e, attivando i suoi poteri, liberò il corpo di Inuyasha dalla vegetazione che lo avvolgeva. Miroku si avvicinò al corpo dell’amico e, cercando di sostenerlo con un braccio attorno alla vita, lo accompagnò fino al suolo. 
Dopo aver osservato quella scena, Aaron si voltò verso Muller.  

- Tu, portalo in spalla. -  

Il mezzo demone, fino ad allora rimasto in disparte, acconsentì a quella richiesta. A passo deciso si avvicinò al corpo inerme di Inuyasha e se lo caricò in spalla sotto gli occhi sbigottiti di Miroku. 

- Proseguendo da questa parte arriveremo alla mia abitazione in pochi minuti. -  

Detto ciò, Aaron iniziò ad incamminarsi fra la fitta vegetazione. 

Come preannunciato dal demone volpe, il tragitto si rivelò piuttosto breve.  
Durante quel lasso di tempo, tutti sembravano avvolti nei propri pensieri, intenti a metabolizzare e riflettere sugli avvenimenti da poco accaduti. 

Miroku si sentiva disorientato. Il suo unico amico lo aveva accusato di tradimento e adesso stava paralizzato proprio a causa sua. Il giovane poggiò per qualche istante lo sguardo sulle spalle larghe di Aaron, quel demone che lo aveva sorpreso a curiosare nella foresta. Aaron sembrava sapere il fatto suo. Era molto colto, furbo e scaltro.  
Il loro incontro non era stato dei migliori. Il demone lo aveva accusato di essersi introdotto in un terreno sacro, una zona di proprietà del clan dei demoni volpe. Quando Miroku si era visto sovrastare da un imponente ombra, pensò di essersi cacciato in seri guai. Eppure quella grande figura fasciata in abiti militari lo aveva aiutato. Vedendo il suo sguardo smarrito e sfinito, Aaron lo aveva scortato con cura in una zona più tranquilla, lontano da quel terreno sacro. Dopo svariati minuti di viaggio, lo aveva fatto accomodare all’interno di uno strano cerchio formato da una stramba colonia di funghi e gli offrì del thè. Quell’infuso aveva rilassato i suoi muscoli provati e calmato il suo spirito. Incuriosito da quella figura, Miroku avrebbe voluto porgli molte domande ma non ne ebbe il tempo. Mentre era intento a sorseggiare il suo thè, Aaron rivelò a Miroku di non essere un militare. Gli rivelò quanto in realtà lui disprezzasse la guerra e la violenza, gli confessò di essere uno degli oppositori del regime nazista. Miroku non era certo di potersi fidare ma comprendeva di poter far affidamento solo su quell’unica via. Pertanto, quando Aaron si propose di aiutare lui e Inuyasha a raggiungere il confine, Miroku decise di credergli. 

Anche Fisher e Muller erano avvolti nei propri pensieri ma, se il primo continuava a pensare a come quella polvere avesse messo fuorigioco Inuyasha in pochi secondi, il secondo cercava di mettere ordine nella sua mente. 

Muller camminava più arretrato rispetto al resto del gruppo. Con in spalla Inuyasha, osservava le restanti tre figure poste dinanzi a lui: Miroku era chiaramente turbato dalla situazione, Fisher camminava allegro come al solito mentre Aaron pareva impassibile. Studiò meglio la sua figura, non riuscendo a cogliere nessun indizio. Il mezzo demone era titubante, non sapeva se fidarsi o meno di quel demone. 
Aaron sembrava sincero, nell’aria non c’era puzza di menzogna eppure si sentiva insicuro. Una parte di sé, la più codarda, continuava a ripetergli di allontanarsi da quella figura perché seguendola non avrebbe mai lasciato in vita quel bosco. 

- Siamo quasi arrivati. L’abitazione è collocata più in fondo. -  

La voce pacata di Aaron, strappò i tre dai propri pensieri.  

- Fate attenzione a non calpestare i funghi. -  

Istintivamente, i presenti si ritrovarono a fissare il terreno. Un lungo filare di funghi, sembrava estendersi per diversi metri.  Fisher si ritrovò ad osservarli per bene. Sembravano essere gli stessi funghi che avevano paralizzato Inuyasha. Annusò per bene l’aria, accertandosi che emanassero lo stesso odore cadaverico ma rimase sorpreso nel costatare che essi sembravano non emanare nessun odore. In preda alla curiosità, accelerò il passo, oltrepassò i funghi e affiancò la figura di Aaron. 

- Aaron giusto? Avrei una domanda. Come mai anche qua ci sono dei funghi? E come mai questi funghi non sono puzzolenti? - 

Aaron si fece sfuggire un leggero sospiro. Fisher era più curioso di un bambino. 

- Hai posto più di una domanda. - 

- La prego signore! Ho bisogno di saperlo! - 

Il demone si lasciò sfuggire un sorriso divertito. In fondo, prima o poi avrebbe dovuto spiegare anche a loro il segreto della sua casa.  

- Quando arriveremo all’abitazione risponderò a tutte le tue domande. Adesso muoviamoci però. -  

Non contento di quella risposta, Fisher incrociò le braccia al petto mettendo su il broncio. Detestava dover aspettare ma quella volta si limitò a non insistere e percorse imbronciato quei metri che lo separavano dall’abitazione. 

Il gruppo raggiunse la casa del demone volpe dopo circa dieci minuti. Costruita interamente in legno di pino, quell’abitazione era collocata in una piccola radura a sud della foresta. La costruzione era composta da due livelli sovrastati da un tetto spiovente. Per accedere all’interno bisognava attraversare un accogliente portico.  
Oltrepassata la porta d’ingresso, si accedeva alla prima stanza di quell’abitazione: un piccolo ingresso che termina con uno scalino che portava al piano leggermente rialzato della casa. Quel primo livello conteneva il corpo scala, la cucina e gli ambienti di servizio, mentre il secondo era diviso in diverse stanze adibite a camera da letto. 

- Prego, sedetevi pure. Preparo del thè così dopo discutiamo della situazione. -  

Giunti all’interno dell’abitazione, Aaron fece accomodare i suoi ospiti in un’ampia stanza dall’arredamento molto semplice, dopodiché la sua figura sparì dietro una porta scorrevole. 

In attesa del ritorno di Aaron, i presenti si guardarono intorno.  
A Miroku sfuggì un sorriso. Non vedeva una casa in stile giapponese da quando, ancora bambino, aveva lasciato l’arcipelago insieme ai suoi genitori. Rimembrando il passato, si sedette sopra uno dei cuscini posti vicino un tavolino e incoraggiò i due mezzo demoni a fare lo stesso. Dopo essersi scambiati uno sguardo incerto, i due fratelli fecero come richiesto ma non prima di riporre il corpo di Inuyasha sul pavimento. 

Intanto il mezzo demone, rimasto paralizzato per l’intera durata del viaggio, si era ormai rassegnato. Più volte aveva provato a riprendere il controllo del suo corpo, ma ogni prova si era conclusa con un insuccesso. Impotente, decise allora di prestare attenzione a ciò che Aaron aveva intenzione di rivelare ai presenti. 

Proprio Aaron, in quell’istante fece il suo ingresso con in mano una classica teiera giapponese e delle tazze. Dopo aver poggiato gli oggetti sul tavolino, si sedette e iniziò a servire la calda bevanda. Successivamente, osservò i suoi ospiti prendere in mano la tazzina e iniziare a sorseggiare il thè.  
In quel momento Aaron comprese di avere la loro completa fiducia. 

- Il mio nome è Aaron Schmidt. Come ho provato a dirvi nella foresta, sono uno degli oppositori del regime nazista. Da come avrete compreso, il mio clan non condivide affatto le idee del Führer. Troviamo il suo modo di operare ingiusto e l’attacco di questa notte conferma le nostre paure. È stato proprio Naraku a dare l’ordine di non fermare le rivolte e di arrestare un gran numero di mezzo demoni. É proprio per questo che vorrei aiutarvi. Questa notte ho incontrato i miei compagni e abbiamo deciso di infiltrarci nel suo esercito per provare a liberare e far fuggire un gran numero di mezzo demoni. - 

I presenti scrutarono con attenzione il viso del demone. Aaron aveva in volto un'espressione seria, il suo tono di voce era pacato ma il suo corpo leggermente contratto sembrava tradiva quella fermezza. 

Inuyasha, steso al suolo, ascoltava le parole di Aaron senza poter intervenire. Avrebbe voluto porgli tante domande, avrebbe voluto poter essere padrone del suo corpo. Ancora una volta provò a mandare uno stimolo al suo braccio e, finalmente, riuscì a far muovere leggermente un dito. 
Provò allora a parlare, ma nessun suono uscì dalle sue labbra. 

- Quindi indossavi la divisa proprio per infiltrarti nell’esercito? -  

Fisher osservava curioso Aaron, in attesa di una sua risposta. Voleva sapere di più da quel demone, pertanto non perse l’occasione di porre a quell’individuo i suoi dubbi. 

- Non esattamente. Utilizzo quel travestimento in giro per la foresta per via delle ronde diurne. Molto spesso piccoli gruppi di militari pattugliano la zona in cerca di eventuali oppositori. - 

Aaron osservò i volti dei presenti. 
Muller e Miroku sembravano assorti nei loro pensieri, come se assimilare quelle parole richiedesse una grande forza di volontà. Fisher invece era il più recettivo. Ogni sua affermazione, infatti, era seguita una domanda da parte del giovane. 

- Come mai ci hai portato qua? Per via di queste ronde diurne? Non credi che i militari possano giungere fino a questa casa? -  

Il demone volpe bevve un ulteriore sorso del suo thè e, dopo aver riposto la tazzina sul tavolino, rispose alle ulteriori domande da parte del mezzo demone. 

- É impossibile che trovino questa casa. L’intera zona è circondata da un grande “cerchio delle streghe”. I funghi che avete visto mentre giungevamo qua sono gli stessi dentro al quale eravamo comodamente seduti io e Miroku. Come ti ho già spiegato, il loro odore pungente riesce a nascondere l’odore di chiunque stia all’interno del cerchio. Pertanto anche i demoni più forti non riusciranno a trovarci senza essere prima storditi dal forte tanfo. -  

- Ma quei funghi non puzzavano! -  

Contrariato, Fisher batté le mani sul tavolino, non del tutto convinto delle parole del demone. 
I presenti si voltarono a fissarlo, sorpresi da quella sua reazione. Con calma Aaron provò allora a dissipare tutti i dubbi del ragazzo. 

- Il cattivo odore è sprigionato dalla parte superiore del fungo, zona nella quale si sviluppano le spore. Per evitare di mandarvi tutti in stato confusionario ho volontariamente bloccato temporaneamente la produzione di queste spore. Come avrete già compreso i miei poteri non si fermano alla semplice illusione. -  

Soddisfatto della spiegazione, Fisher tonò a sedersi composto. 
Un silenzio imbarazzante piombò nella stanza.  

Cosa avrebbero dovuto dire adesso? 
Miroku osservava incerto la figura di Aaron. 
Muller si sentiva in trappola. 
Fisher non aveva più interesse per la questione. 

- Come hai intenzione di muoverti? -  

I presenti sobbalzarono a quella domanda. Lentamente si voltarono verso la fonte di quella voce, rimanendo stupefatti. 

Inuyasha stava ancora steso per terra. Con le mani dietro la nuca, osservava serio il soffitto. L’effetto paralizzante del fungo si era finalmente esaurito, permettendo al giovane di muoversi liberamente. 

- Ho diverse conoscenze in giro per il paese. Partirò questa notte stessa per mettermi d’accordo con queste persone. Dovete solo fidarvi di me. -  

In quel momento Inuyasha piegò una gamba, accertandosi di aver recuperato anche la sensibilità dell’arto inferiore. 

- Hai intenzione di partire da solo? Chi ci dà la certezza che non ci tradirai? - 

- Sono la vostra unica speranza. Siete liberi di andare ma sapete già il rischio che correte, non è necessario ribadirlo. Proprio per questo motivo sarebbe rischioso viaggiare con uno di voi. - 

Dopo essersi voltato verso il tavolino, Inuyasha sorresse con la mano destra il capo e puntò lo sguardo su quello di Aaron. 

- E noi che ruolo abbiamo nel tuo piano? - 

- Dovete rimanere in questa foresta. I miei compagni indirizzeranno qui tutti i mezzo demoni che riusciranno a salvare. Il vostro compito è quello di guidarli fino a questa abitazione. Solo qui saranno davvero al sicuro. -  

Proprio come in una partita di tennis, Miroku, Muller e Fisher voltavano il capo per osservare in volto i protagonisti di quel botta e risposta. Ad ogni domanda da parte di Inuyasha, Aaron rispondeva con tono pacato. 

- In tua assenza abbiamo completo controllo dell’abitazione? - 

- Si. - 

- Dobbiamo sapere nulla sulla foresta? -  

- Siete liberi di cercare provviste in tutto il territorio circostante ma vi è negato l’accesso alla zona posta più a nord. É un terreno sacro e in quanto non membri del clan dei demoni volpe vi è proibito entrarci. Quella zona è protetta da una particolare barriera, quindi è anche inutile provare a superarla. -  

Quelle parole scaturirono la curiosità dei presenti. Fisher era già pronto a porre delle nuove domande, Muller affinò l’udito per non perdersi nessun dettaglio mentre Inuyasha si era già messo in testa di intrufolarsi in quella zona proibita della foresta. 
Miroku invece era l’unico perplesso. Si chiedeva come fosse stato possibile che lui, un semplice umano, fosse riuscito a oltrepassare la barriera protettiva. Non riusciva a comprendere come quel terreno sacro avesse accettato la sua presenza. 

- Se non avete altre domande, vi conduco alle vostre stanze. - 

Fu così che, lentamente, tutti i presenti si alzarono in piedi e, in silenzio, seguirono Aaron fuori dalla sala del Thè. Dopo essere passati per un’ulteriore stanza, anch’essa arredata al minimo, arrivarono dinanzi una massiccia scala di legno di pino. Lentamente salirono gli alti gradini che li avrebbero portati al piano superiore. Giunti in un lungo corridoio con porte scorrevoli, Aaron indicò a Muller e Fisher la prima camera alla sua destra. 

- Quella sarà la vostra stanza. Potete anche andare a riposarvi un po’. Se invece avete bisogno del bagno, è collocato in fondo al corridoio. - 

Dopo aver congedato i due fratelli, che seguendo il consiglio del demone volpe si ritirarono nella loro stanza, Aaron indicò a Inuyasha e Miroku la stanza successiva. 

Come degli automi, i due ragazzi oltrepassarono la porta scorrevole. Finalmente potevano distendere i muscoli. Erano convinti che grazie all’aiuto di Aaron avrebbero lasciato il paese, lasciandosi alle spalle gli eventi degli ultimi giorni. 

Quel pomeriggio, seduto alla scrivania della propria camera, Aaron studiava con dedizione la cartina geografica della Nazione. Con in mano una penna stilografica, tracciava con cura la strada che avrebbe percorso quella notte. Nulla andava lasciato al caso e organizzare le tappe del suo imminente viaggio lo faceva sentire più sicuro. 
Alzò per qualche istante lo sguardo dalla cartina e ripose la sua attenzione ad una fotografia incorniciata posta sulla sua scrivania. La tristezza avvolse per qualche attimo il suo animo. Promise a sé stesso che avrebbe salvato le vite di quei giovani. Si ripeté che avrebbe percorso l’intera Germania da nord a sud, stringendo accordi con le famiglie che negli anni aveva aiutato. Avrebbe guidato con precisione quei flussi migratori, cercando di restituire ai mezzo demoni il rispetto che il regime gli aveva rubato. 

 


Note:

1.  Il termine judenrein ha una connotazione forte, implica che qualsiasi traccia di sangue ebraico era stata rimossa come presunta impurità.


 

FrancyT:

Salve!
Stranamente sono riuscita ad aggiornare dopo solo una settimana, chi l'avrebbe mai detto! Purtroppo non posso assicurarvi di essere puntuale per la terza parte :c Mi spiace!

Bhe, che dire di questo secondo capitolo?
Inizio con il dirvi che è un capitolo di transizione, secondo lo schema iniziale della storia non era proprio pianificato. Scrivendo però ho ritenuto necessario inserirlo. Spero vi sia comunque piaciuto >.>
In esso vengono introdotti i primi tre OC che interaggiscono con il nostro gruppo (anche se in questo momento è più un duo). Muller, Fisher e Aaron sono tre personaggi che mi sono divertita molto ad immaginare. Con il tempo mi sono anche affezionata a loro, hanno tre caratteri differenti e provare a descrivere le loro azioni non è affatto stato semplice! (Pertanto mi scuso se alle volte le loro azioni o frasi sembrano banali o mal trattate) Ho anche provato a realizzare dei disegni che in qualche modo li raffigurassero ma non sono molto brava a disegnare (nonostante abbia un mio stile) e ho finito con il copiare un disegno già esistente per realizzare Fisher e fondere tre diversi personaggi per disegnare Muller! (qui il disegno se siete curiosi) Per Aaron ci sto ancora lavorando ma se vi fa piacere una volta realizzato caricherò anche il suo disegno.

Cos'altro aggiungere?
Mi scuso per l'imprecisione storica. Purtroppo mi sono resa conto troppo tardi che la foresta dove Inuyasha e Miroku vanno a rifuggiarsi fa ancora parte dei confini di Berlino. Perdonatemi! T^T
In ogni caso ho cercato di far emergere altri aspetti che caratterizzavano il periodo. Documentandomi ho trovato che le foreste sono(ed erano) considerata sacre per i tedeschi, tanto che nel conflitto mondiale vi era negato l'ingresso agli Ebrei. Approfondendo le mie ricerche ho trovato anche che è esistito un gruppo della resistenza che si occupava di procurare dei rifugi sicuri per gli Ebrei (in particolare le donne, i bambini e gli anziani) che erano riusciti a scappare nei boschi.
Se ritenete necessario dalla prossima volta aggiungo uno schemino con tutti i riferimenti che mi hanno ispirato per il capitolo!

Rigrazio in particolar modo Jeremymarsh e Lady__94. Mi ha fatto molto piacere trovare una vostra recensione! Grazie al vostro parere mi avete spinto a rivedere il capitolo per definire determinati particolari e correggere gli errori che erano presenti (almeno quelli che ho personalmente notato).

Termino questo mio lungo discorso scusandomi per gli eventuali errori, purtroppo ho qualche problema con la grammatica (me ne vergogno molto) ma spero ugualmente che non abbiano guastato la lettuta.

Spero tanto che tutto sommato il capitolo vi sia piacito, ringrazio tutti coloro che sono giunti fino a questo punto! Spero tanto di leggere un vostro parere!
Alla prossima!

 

   
 
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