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Autore: IsaMor    23/02/2022    5 recensioni
Al compimento del diciassettesimo anno d'età, nel mondo magico si cerca l'anima gemella tramite un calderone magico.
Harry Potter la trova in Severus Snape.
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Severus Piton, Sirius Black
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo, Contesto generale/vago
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La cena venne servita in sala grande alla solita ora. Gli studenti di Hogwarts, dopo lo shock iniziale, avevano già smesso di parlare di Harry, forse perché non c'era molto da dire, in compenso stavano tutti parlando del duello all'ultimo sangue tra il professor Snape e il nuovo insegnante Black.

"Ma se davvero ci fosse stato un duello, non credete che uno dei due sarebbe finito in infermeria, invece d’essere entrambi seduti al tavolo dei professori?" Harry, facendo notare ai suoi compagni tutto ciò, mise fine alle chiacchiere in buona parte del tavolo Grifondoro.

Lo infastidiva dover sentire di possibili duelli da parte dei due uomini a cui più teneva -o doveva tenere nel caso di Severus- della sua vita. Intanto, la maggior parte degli studenti erano ancora presi dall'idea di avere un insegnante come Sirius Black per le nuove lezioni, tanto che sembrava battere Lupin in fatto di ammirazione, che nonostante tutto continuava ad essere il più amato tra tutti. Silente l’aveva annunciato ad inizio cena e gli studenti erano rimasti affascinati dall’eventualità di stare accanto ad un uomo come Black.

Hermione, come al solito, curiosa di scoprire di più sulle nuove lezioni, chiese a Harry. "Di che tipo di lezioni si tratta? Sirius te ne ha parlato?"

Silente si era limitato a dire che avrebbero stilato un programma delle lezioni molto presto, ma non era stata annunciata ufficialmente la disciplina che Black avrebbe insegnato.

"Per lo più, incantesimi di difesa. Alcuni li abbiamo imparati nella Stanza delle Necessità l'anno scorso."

La ragazza, pensando a ciò che aveva imparato da Harry l’anno prima, si voltò verso i Serpeverde ad osservarli. "Credi che loro sappiano evocare un Incanto Patronus?"

"Credo di sì. Anche se non è un incantesimo che amano particolarmente."

Ron intervenne, aveva chiacchierato con dei compagni prima di sedersi a tavola. "Ho sentito dire che ci saranno allenamenti con la spada. Non capisco a cosa serva se abbiamo già le bacchette?"

"Questo non lo so, Sirius non me l'ha detto." Ed infatti, solo ora capiva l’eccitazione dei compagni all’annuncio dell’introduzione di una vecchia disciplina amata da tutti i maschi e soprattutto dai Serpeverde. Silente non ne aveva parlato durante l’annuncio, forse poco propenso a l’uso di un’arma diversa dalla bacchetta magica, ma sembrava che la voce fosse partita da alcuni prefetti che avevano fatto l’inventario di armi bianche e protezioni presenti nel castello.

"La spada è da barbari!" sentenziò la ragazza, disgustata.

"Comunque, visto i tempi che corrono, saperla maneggiare non è una cattiva idea." le spiegò Ron, con un luccichio di curiosità negli occhi.

"Voi siete i soliti maschi." Riferendosi a Ron e a diversi ragazzi elettrizzati all’idea.

Harry sembrava interessato alle lezioni di scherma, ricordava ancora com’era stato difficile impugnarne una spada al secondo anno.

"Contro il basilisco mi è stata molto utile. Magari un po' d'allenamento non guasta. Sarebbe un'arma in più da poter usare contro dei Mangiamorte ."

Ron intervenne. "Scommetto che Sirius è un bravo spadaccino."

"Perché lo pensi?" Harry non sapeva molto del padrino, ma era abituato a vederlo armato di bacchetta o artigli e zanne.

"È una tradizione delle vecchie famiglie purosangue studiare scherma o comunque l'utilizzo di armi di questo tipo."

"Quindi anche Severus potrebbe essere bravo con una spada?" Sapeva che l’uomo aveva origini purosangue, ma ancora non sapeva molto di lui.

"Sì, sicuramente. È una delle armi preferite dei discendenti dei re."

Harry si ritrovò a non capire di cosa si parlasse per la seconda volta, questa storia dei re e delle loro tradizioni veniva citata spesso.

"Non capisco.”

Hermione roteò gli occhi per poi spiegare in modo perfetto. "Snape, come discendente dei re, è stato sicuramente addestrato ad usare le spade che catalizzano la magia più potente che si sia mai vista. Devi decisamente leggere il libro di storia di quest'anno. Al più presto."

"Tranquillo Harry, non è un potere che riguarda Snape. Solo i puri di cuore lo possono usare."

Hermione rimase sbalordita. Da quando in qua Ron sapeva qualcosa di storia della magia.

Il ragazzo mugolò come se fosse stato ferito nell’orgoglio e decise di spiegare come faceva a saperlo. "Non fare quella faccia. Sono racconti che si tramandano oralmente tra i maghi." Spiegò tronfio di aver preso in contropiede l’amica.

"Davvero? Racconta." fece curioso Harry e anche Hermione sembrava interessata nonostante avesse letto qualcosa, che nel suo caso consisteva in un numero considerevole di libri. Le origini babbane della ragazza, come quelle di Harry, ponevano dei limiti ai fatti che si tramandavano solo oralmente davanti al camino o prima di dormire nelle famiglie di maghi.

"Più o meno è una fiaba. Millenni fa ci fu una guerra contro un'entità oscura. I maghi e i babbani si unirono per mettere fine una volta per tutte a questa creatura che mieteva vittime e portava distruzione. Fusero la magia dei maghi con quella molto minore dei babbani."

"Cosa?! I babbani non hanno magia!", si lamentò Hermione per l'imprecisione storica.

"Ti sto raccontando una fiaba che mi raccontava mia madre da bambino, non so se sia vera, sicuramente alcuni fatti sono poco credibili. Comunque, secondo questa storia, i babbani avevano una scintilla di magia che li rendeva connessi con tutti e tutto, ma sembra che abbiano perso questa facoltà dopo l'incantesimo. La creatura oscura venne distrutta da un bambino, nato dopo quell'incantesimo di unione dei poteri e in seguito nominato re del mondo magico e del mondo babbano. Il bambino, crescendo divenne una minaccia perché incapace di trattenere l'enorme potere all'interno del suo corpo e fu deciso di estrarre il grosso della magia da lui. Il re accetto di cedere la magia, ma preannunciò che nel corso della storia ci sarebbero stati nuovi mostri da affrontare e bisognava rendere possibile il recupero di tali poteri. Chiaramente i maghi e anche i babbani erano sospettosi e capirono che solo la stirpe che sarebbe nata da quell'uomo era in grado di usare un tale potere, quindi misero una clausola nell'incantesimo e cioè: solo un mago dal cuore puro poteva accedervi. Il potere fu spaccato in sette parti e venne incanalato in sette spade. Le sette spade chiamano a sé altrettanti maghi, ogni volta che l'oscurità torna, ma serve un discendente dei re degno e dal cuore puro, per utilizzare il potere che le spade emanano."

"Quindi, se la storia è vera, Severus come discendente dei re è in grado di maneggiare tale potere? Potrebbe distruggere Voldemort una volta per tutte." Gli occhi di Harry si illuminarono all'idea che potesse essere così facile eliminare Voldemort e soprattutto che non dovesse farlo lui stesso.

"No Harry." intervenne Hermione, "La storia è sicuramente vera in alcuni passaggi, come la parte del cuore puro, ma il professor Snape non ha un cuore puro. Non può neanche avvicinarsi a quelle spade a causa della clausola."

Harry s'innervosì. "Invece ti sbagli. Lui può, ne sono sicuro."

Per Ron e Hermione era strano sentirlo parlare così dell’uomo che fino a qualche mese prima detestava, ma evitarono di farlo notare a Harry. La ragazza si appuntò mentalmente di dare un libro in particolare all’amico, per comprendere meglio cosa gli sarebbe accaduto, ora che aveva un’anima gemella.

"Lo credo difficile. È più facile che ci riesca un vostro discendente o uno dei discendenti del fratello, anche se sospetto che non ne abbia ancora. Credo esista anche un cugino discendente dalla stessa stirpe, ma non so da quale parte sia schierato."

Harry era infastidito dal modo in cui Hermione aveva classificato Severus, ma un altro particolare l'aveva colpito nella frase che l'amica aveva pronunciato.

"Ehm... Hermione, vorrei farti notare che noi non possiamo avere discendenti insieme. Siamo due maschi."

Hermione scoppiò a ridere coprendosi il viso con le mani.

Harry si domandò cosa avesse detto di così divertente. Aveva fatto una constatazione logica.

"Oh Harry, i maghi maschi, soprattutto se anime gemelle, possono avere figli insieme."

"Non dirmi che lui potrebbe mettermi incinto? Ti prego." fece ingoiando una risata.

Questa volta anche Ron scoppiò a ridere.

"No, tranquillo. Il metodo è un po' strano per uno cresciuto tra i babbani, ma per i maghi è piuttosto normale. È tipo fecondare un uovo con il seme di entrambi. In seguito l'uovo magico viene tenuto nelle cliniche per tutta la gestazione, oppure in casa, se questa è un luogo sicuro. Così si ha un figlio insieme, nonostante siate entrambi maschi."

"Non lo sapevo." fece rosso in viso. “È davvero strano e inquietante.” Avrebbe avuto incubi a riguardo per molto tempo.

Ron gli diede una pacca sulla spalla. "Tranquillo, la prima volta che mia madre me lo ha spiegato, sono rimasto sconvolto per settimane. I miei fratelli si prendevano gioco di me, lasciando uova di struzzo nel mio letto e raccontando che era il mio nuovo fratellino."

"Simpatici i tuoi fratelli." Sbuffò Hermione alzando un sopracciglio.

"Quindi possiamo avere figli insieme?"

Seamus Finnigan a qualche posto a tavola più in là intervenne. "Ragazzi, va bene raccontare fiabe, ma parlare di certe cose a tavola non mi sembra una conversazione adatta, mentre si mangia."

I tre esplosero in una risata e quando si furono calmati tornarono a prestare attenzione al loro pasto. Harry guardò verso il tavolo degli insegnanti curioso di vedere Severus. Dopo quello che era successo nell'aula di Pozione, si sentiva nervoso, ma non spaventato dalle sue attenzioni. L'uomo parlava tranquillamente al tavolo degli insegnanti con Lupin, cosa che risultava piuttosto strana da vedere, nonostante i due sembrassero andare d'accordo da un po' di tempo. Ad una certa distanza dal professore di pozioni, di fianco a Silente, c’era anche Sirius accigliato per qualche strano motivo.

Severus si sentì subito osservato e accennò un sorriso nella direzione del giovane compagno. Harry spostò lo sguardo davanti a sé, preso alla sprovvista e tornò a chiacchierare del più e del meno con i suoi compagni. Si era sentito avvampare vedendo con quanta profondità quegli occhi lo scrutavano.

Fu solo dopo aver finito la cena che Severus si accostò a lui.

"Harry."

Il ragazzo si irrigidì al solo sentir pronunciare il suo nome dalla stessa bocca che quel pomeriggio l'aveva messo a disagio.

"Sì?"

"Il preside vuole vederti nel suo ufficio. Ti accompagno." Il tono di voce era come sempre deciso, ma stranamente gentile.

"Va bene." acconsentì senza fare domande.

Hermione intuendo che non sarebbe tornato al dormitorio dei Grifondoro, ma sarebbe andato dritto nelle sue nuove stanze dopo l’incontro con il preside, lo salutò. "Ci vediamo domani a colazione Harry. Buonanotte. Buonanotte, anche a lei, professore."

Ron farfugliò un saluto e quando ottenne una risposta dal professore, rimase a bocca aperta.

"Buonanotte, signorina Granger, signor Weasley."

Harry si incamminò, sotto lo sguardo curioso di tutti, verso il corridoio e proprio come era successo la sera prima si mise ad un passo da Snape seguendolo.

"Di cosa vuole parlarmi il preside?" chiese per rompere il silenzio.

"Meglio se parliamo nel suo ufficio, qui non è sicuro." si limitò a rispondere.

"Va bene." Preferì non insistere, se si trattava di nuove informazioni su Voldemort i corridoi del castello non erano privi di orecchie.

Tra i due scese di nuovo il silenzio che per la prima volta a Snape parve assordante, tanto da spingerlo a parlare.

"Harry, vorrei scusarmi per il mio comportamento di oggi."

"Cosa? No... Non serve. Non è successo nulla."

"Sei scappato via. Qualcosa è successo." Anche se voleva comportarsi bene, adorava mettere in imbarazzo Harry e vederlo arrossire. Molto presto quel rossore sarebbe sparito dalle sue guance per lasciare posto ad un Harry più maturo e sicuramente meno a disagio con il sesso, era questione di giorni o forse ore se aveva fortuna. Cercò di cancellare quel pensiero vizioso dalla sua mente, doveva comportarsi bene con Harry se non voleva rovinarlo con qualcosa che non era pronto a provare.

Severus rallentò l'andatura per poter avere Harry a suo fianco e poterlo guardare in faccia ed infatti il ragazzo era di nuovo teso come quel pomeriggio, ciò significava che ci sarebbe voluto un po’ di più per convincerlo ad entrare in intimità con la sua anima gemella.

"Non mi aspettavo nulla del genere da te. Tutto qua." Ed era vero. Harry non conosceva questa versione di quello che era fino al giorno prima solo il suo odiato professore.

"Ecco perché voglio scusarmi."

Voleva capire cosa passasse nella testa dell’uomo. "Allora accetto le tue scuse solo se rispondi ad una domanda."

"Ponimi la domanda e se posso, ti risponderò."

Severus non sospettava davvero, quale domanda potesse rivolgergli il Grifondoro.

"Io ti piaccio?" chiese tutto d'un fiato.

L'uomo si fermò per rispondere. Era incerto se quella fosse una domanda importante per Harry o solo semplice curiosità.

"Harry, sei la mia anima gemella. La nostra relazione va oltre l'aspetto fisico."

"Non intendevo se ti piaccio d'aspetto, ma se ti piaccio in generale."

"Non credo di capire." affermò tranquillamente, cercando di comprendere dove Harry volesse andare a parare.

Prese coraggio e cercò di spiegare a Severus cosa intendesse. Era un dubbio che gli era venuto dopo la conversazione con Sirius.

"Prima ho parlato con il mio padrino e mi ha detto che fosse strano il fatto che non c’eravamo… Beh, c’eravamo saltati addosso già ieri sera." Si era sentito a disagio nel dirlo, ma era troppo curioso per evitare di porre la domanda.

Severus sentì il sangue ribollire di rabbia all'idea di Black che parlava con Harry di sesso o di loro, ma decise di concentrarsi sul ragazzo in difficoltà. Per Harry sembrava tutto molto complicato, forse a causa della sua infanzia babbana. Se fosse cresciuto nel mondo magico sarebbe stato tutto più semplice da capire e accettare. Anche lui era cresciuto per diversi anni a stretto contatto con i babbani, ma non aveva condiviso molto con loro. L’unica persona che aveva considerato amica era Lilly che, pur essendo una strega, non aveva conoscenze del mondo magico. Lui, invece, aveva ricevuto qualche informazione da sua madre e da quello che credeva il padre babbano e non lo zio. Harry come Lilly non sapeva molto delle usanze dei maghi.

"E mi sono chiesto se il motivo fosse perché non ti piaccio?"

"Harry, ti ho già detto ieri che non avrei fatto nulla per convincerti a fare qualcosa che non vuoi e che non sei pronto a fare." Era la verità, poteva giurarlo su qualsiasi cosa, ma desiderava lo stesso fare ben altro che parlare con Harry.

"Quindi ti piaccio?"

"Sì. Non sono bravo ad ammettere certi sentimenti, ma tu mi piaci."

"Quindi mi vuoi? È questo che è successo oggi in aula?"

Alla fine Harry era arrivato a capire meglio di quanto Severus pensasse cosa gli passava per la mente ogni volta che erano vicini.

"Fermati! Non dire altro." Non voleva impantanarsi in quella discussione con gli ormoni e soprattutto la sua magia che urlavano di prendere Harry.
"Perché?" Il ragazzo non capiva il suo improvviso rifiuto nel rispondergli.
"Perché tutto ciò è complicato e non ho idea di cosa possa averti spiegato Black." Doveva proprio fare altre due chiacchiere con quel impiccione pulcioso del padrino di Harry, magari fuori da Hogwarts.
"Solo che, per chi è stato già con altre persone, è più facile finire a letto con la propria metà."
"Vero. Ma non significa che non sono in grado di aspettare che tu sia pronto al sesso e ad unire la nostra magia. Harry, ti desidero lo ammetto, però voglio prima prendermi cura di te in tutti i modi giusti. Il legame tra anime gemelle è qualcosa di fisico, mentale e magico che trascende qualsiasi comportamento di buon senso, ma sono capace di prendere decisioni controllate e consapevoli. Il sesso è istintivo per le anime gemelle, ma e migliore quando i due sono in armonia tra loro."
Harry pensò attentamente cosa ciò comportasse.
"Quindi, quando ti sto accanto mi vuoi, però ti trattieni."

Harry aveva iniziato a chiedersi perché quell’informazione lo facesse sentire accaldato e lo spingesse ad una sfida diversa dalle solite discussioni con il suo professore. Il desiderio di provocarlo era nato in lui e lo faceva sentire stranamente a suo agio.
"Sì. È piuttosto naturale in queste situazioni, ma non devi preoccuparti. Oggi mi sono spinto troppo in là. In genere non è il mio modo di corteggiare." Snape non trattenne un sorriso soddisfatto, il compagno adorava giocare col fuoco e lui non era sicuro che lo facesse inconsapevolmente, anzi… Harry sarebbe diventato il compagno ideale per un uomo come lui. Sicuramente non l’avrebbe mai fatto annoiare.
Harry ricambio il sorriso. "Hai un modo preciso di corteggiare?"
L'uomo sapeva di essersi appena impelagato in un tentativo di flirt inesperto del giovane. Come minimo avrebbe dovuto spiegare qual era il suo unico scopo quando decideva di corteggiare qualcuno. Quel qualcuno si ritrovava a vivere una notte di sesso indimenticabile e la mattina dopo trovava il letto vuoto. Questo non sarebbe mai accaduto con Harry, ma non poteva negare che la parte del corteggiamento o caccia, fosse molto stimolante nonostante fosse la sua anima gemella.
"Sì, Harry, ho un metodo preciso."
"Qual è?"
"Non ti riguarda." Gli si avvicinò un po’.
Anche Harry si avvicinò. "Credo che dovrebbe riguardarmi."

Severus iniziò a chiedersi se Harry fosse solo curioso o ci fosse altro. Con ogni probabilità stava iniziando a sentire gli effetti della vicinanza con la sua anima gemella e stava sperimentando una leggera attrazione per la sua metà che lo portava a perdere i suoi freni inibitori.

Si limitò a rispondere, voleva vedere fin dove si sarebbe spinto. "Quando sarà così, credimi, non avrai tempo per renderti conto di ciò che ti succede. Ti concederò tanto di quel piacere che dimenticherai il tuo nome." Gli rivolse un sorriso sensuale che fece uno strano effetto a Harry.
"Quindi, non ti resisterò?" Quel gioco stava iniziando a piacere anche al più giovane.
"No, sarai mio di tua spontanea volontà, così velocemente da non capire come sia successo."
"È questo che hai fatto anche agli altri tuoi ex?"
"Oh no Harry." gli si avvicinò all'orecchio, "Da loro volevo solo una cosa, da te voglio tutto. Sarà molto diverso il mio corteggiamento."

Harry arrossì sentendo uno strano calore percorrere tutto il corpo. Era strana quella sensazione dovuta alla vicinanza di Severus, alla sua voce accattivante e al calore del suo corpo. Non aveva mai avvertito un profumo così piacevole e caldo provenire dal suo professore finora, forse perché non si era mai avvicinato tanto a lui. Gli piaceva parlare con lui in quel modo, era tutto nuovo ed inaspettato. Non ebbe il tempo di capire cosa stesse succedendo perché una voce dal fondo del corridoio richiamo la loro attenzione.

"Ehi, voi due, vi date una mossa. Mancate solo voi."

Harry sussultò alla vista dell’uomo. "Malocchio Moody. Che ci fa qui?" chiese a Severus.

"Riunione Harry. Sbrighiamoci. Continueremo questa conversazione più tardi nei nostri alloggi." Promise, mentre sorrideva in modo seducente.

“Non vedo l’ora.” Accettò quel gioco, consapevole che molto stava per cambiare quella notte.

 

Sirius entrò nell’aula dopo l’ultima lezione di Remus e si sedette ad uno dei banchi vuoti. Osservò l’amico serenamente seduto alla cattedra intendo a correggere i compiti. Era davvero strano tornare in quel luogo da uomo e da uomo libero per di più. Non tanti ex studenti tornavano nel castello dopo il diploma e ancora meno lo facevano da insegnanti.

“Ti rendi conto? Noi due, gli ultimi Malandrini, insegnanti. Se James fosse vivo ci prenderebbe in giro.”

Remus alzò la testa, aveva avvertito la sua presenza quasi subito, ma voleva dagli il tempo per ambientarsi e capire cosa ci facesse nella sua aula, invece di passare la serata con Harry.

“Sicuramente riderebbe come un matto vedendo te nel ruolo di professore. Io ho sempre avuto una certa predisposizione per l’insegnamento.” Gli fece un sorriso sornione, mentre si alzava per dirigersi verso di lui.

“Tu sei sempre stato quello bravo del gruppo e io quello cattivo, anche se poi è andata un po’ diversamente con Peter.”

L’uomo era in uno stato malinconico da ore, anche se non lo dava a vedere a tutti, solo chi lo conosceva da anni sapeva intuirlo. Il castello e i suoi luoghi: aule, sale, camere, corridori e giardini, gli ricordavano un tempo oramai passato e lontano. Un periodo felice della sua vita, prima che tutto cambiasse.

Remus decide di scuoterlo dai suoi ricordi dolorosi sedendosi nel posto davanti all’amico e voltandosi nella sua direzione. “Come mai tra i banchi? Una volta non ci stavi così volentieri.”

“Ora non sono costretto a starci.”

Sorrise, ma si vedeva che qualcosa non andava, Remus ne era certo ora.

“Pensavo a James. Se fosse vivo si occuperebbe di questa storia di Harry e Snape nel modo più corretto di quanto ho intenzione di fare io.”

Remus era allarmato dalle parole dell'altro. “Sirius cosa intendi fare? Lascia in pace quei due, non puoi intrometterti nel loro legame come anime gemelle.”

“Lunastorta, ti rendi conto in quali mani è finito Harry. Non posso lasciare che si prenda Harry e faccia di lui quello che vuole. Stasera andranno a vivere insieme e sarà impossibile impedire a Snape di mettere le sue luride mani su quel povero ragazzo. Ne ha già passate troppe, non voglio che subisca tutto questo senza aiuto e senza poter contare su qualcuno.”

“Sirius, Harry è grande oramai, sa cosa succederà con Snape. Non hai pensato che è qualcosa che molto presto potrebbe desiderare proprio lui? Sono anime gemelle, si sentiranno sempre più attratti l’uno dall’altro e nessuno può o deve impedire la loro unione. Solo loro possono, non tu! Vuoi tornare ad Azkaban?”

“No che non ci voglio tornare, ecco perché ho una soluzione efficace e anche una buona scusa per convincere Snape a fare quello che voglio. Ricordi la soluzione che avevamo trovato per impedire a Snape di mettere le mani su Lilly, nel caso fossero risultati anime gemelle? Chi avrebbe pensato che sarebbe tornata utile proprio con lui vent’anni dopo?”

“Sirius non puoi davvero pensare di farlo. Quando abbiamo creato quella pozione eravamo giovani e stupidi e, soprattutto, James era innamorato perso di Lilly e temeva che fosse Snape la sua anima gemella vista la loro profonda amicizia.”

Sirius scattò in piedi infastidito. “Non voglio che Harry venga molestato da quel beccamorto.”

“Non puoi farlo, pensa a Harry.” Cercò di essere la voce della ragione, conoscendo la caparbietà di Sirius sapeva che non sarebbe stato facile.

“Sto pensando a Harry!” Si calmò. “Non sto costringendo nessuno a fare ciò che non vuole. È una scelta di Snape se prendere la pozione.”

“E poi? Se la loro unione servisse proprio a sconfiggere Voldemort, cosa accadrebbe a causa della pozione?”

“Nulla, l’effetto si annulla se sono davvero anime gemelle legate in modo assoluto.”

Lupin aggrottò la fronte, mentre rifletteva. “Di quella pozione c’erano diverse versioni, perché ho la brutta sensazione che tu abbia scelto quella più complicata da disfare?”

“Se riescono ad annullare l’effetto di questa pozione, darò il mio consenso alla loro unione. E poi non lo faccio solo perché detesto quel Serpeverde, ma anche per la richiesta di Voldemort a Snape. Se non si uniscono, Harry è al sicuro dalle intenzioni di quel mostro.”

Lupin ci pensò su; doveva ammettere che c’era una certa logica in tutto ciò.

“Devo ammettere che sarebbe un ottimo sistema per permettere a Snape di mantenere la copertura da Mangiamorte per un altro po’. Quale sadico parente costringerebbe un uomo a non provare desiderio per la sua anima gemella se non lo disprezza? Voldemort crederà che c’entri anche Silente in questa storia e penserà che stia sospettando Snape di essere una spia e che tu voglia proteggere Harry da lui.”

“A quanto pare ho avuto una buona idea.” Si congratulo con se stesso.

Sbuffò socchiudendo gli occhi. “Per niente. So che non potrei comunque impedirti di fare questo, quindi meglio tenerti d’occhio da vicino e assicurarmi che tu non uccida Snape direttamente.”

“Troppo semplice se morisse. Deve patire un po’.”

Lupin respirò profondamente al limite della disperazione, ma prima che potesse dire qualcosa per limitare i danni che Sirius stava per fare, la McGranitt entrò in aula e annunciò una riunione nell’ufficio di Silente.

Black sorrise. Si sarebbe occupato di Snape subito dopo.

 

 

L'ufficio di Silente era pieno di componenti dell'ordine della fenice, cosa che non era mai accaduta da ciò che sapeva Harry dell’ordine.
Harry seguì Severus sotto lo sguardo di tutti. Black gli fece segno di andarsi a sedere accanto a lui sul divano e Severus prese posto appoggiandosi al muro di fianco a Harry. Detestava le attenzioni che Sirius dedicava al suo compagno, ma non poteva mettersi a fare l’innamorato geloso dando motivo di divertimento all’uomo. Doveva solo imparare a sopportare la presenza del mago e cercare di stargli a debita distanza.

Lupin, la McGranitt e Hagrid erano arrivati più facilmente degli altri. Ninfadora Tonks, Arthur Weasley e Kingsley Shacklebolt invece erano arrivati fuori dalle mura di Hogwarts e avevano percorso i corridori del castello fino all’ufficio di Silente. Harry sospettava che Moody fosse giunto a cavallo della sua scopa visto l’aspetto dei suoi abiti.

Arthur come suo solito, si avvicinò a Harry e con tono paterno e positivo fece le sue calorose congratulazioni. “Harry è bello sapere che hai trovato la tua anima gemella. I miei auguri. Ovviamente anche a lei professor Snape. Molly e io siamo certi che si prenderà cura di questo giovanotto.” Si rivolse a Snape che accennò un sorriso e accolse le parole con un cenno educato della testa. Nel frattempo aveva visto Black diventare cupo. L’uomo covava qualcosa e non era nulla di buono.

Silente iniziò a parlare. “Grazie di essere venuti a questa riunione diversa dal solito. Ho preferito avere almeno voi qui perché Harry ha bisogno di protezione costante e non voglio che i membri dell’ordine siano troppo lontani se Severus venisse richiamato da Voldemort. Sembra che abbia trovato un incantesimo che riesca a rubare la magia ad un membro di una coppia di anime gemelle e ne moltiplichi il potere nell’altro. Severus continua per favore.”

Snape non aveva parlato di questo con Harry e non sapeva se dopo la loro calda chiacchierata nei corridori, quest’informazione gli potesse far cambiare idea sui sentimenti che iniziava a nutrire per lui. Il giovane era attratto chiaramente dal compagno e più in generale dal pericolo, una caratteristica tutta Grifondoro. Ciò poteva andare in due modi: il primo, che se si fosse sentito in pericolo poteva semplicemente decidere di allontanarsi da lui per salvarsi la pelle come qualsiasi persona normale; il secondo, decidere di affrontare la sfida solo per il gusto di compiere un’impresa come da bravo Grifondoro qual era.

“Ieri sera ho parlato con Voldemort. Sa di me e Harry e mi ha detto che se gli avessi consegnato Harry, dopo la fusione dei nostri poteri, mi avrebbe mostrato come ucciderlo per ottenere nuovi poteri e diventare potente quasi quanto lui. Tutto ciò l’ha affermato in presenza di Lucius Malfoy, sostenendo anche che solo io e pochi altri potevamo sopravvivere all’incantesimo e mi ha chiamato con il mio titolo.”

Harry lo guardò attentamente. Non capiva perché non gli avesse parlato dell’incontro prima, visto che era la sua vita quella che Voldemort minacciava ed ora usava anche la sua anima gemella per cercare di ucciderlo. Poi c’era la storia del titolo che confermava le informazioni avute da Hermione e da Ron.

“Cosa significa? Quale titolo?” Non capiva in che modo le due informazioni unite, fossero importanti.
Silente guardò il giovane, pensando a quanto fosse all’oscuro dell’ottimo partito che aveva avuto la fortuna di ritrovarsi come anima gemella. “Severus, forse avresti dovuto spiegare ad Harry a quale importante dinastia appartieni e d’ora in poi apparterrà anche lui.”
“Davo per scontato che non interessasse ad Harry. La sua fama adombra il mio titolo di principe.”

“Principe? Sei davvero un principe?”

“Sì. Ti aspettavi qualcuno su un cavallo bianco e vestito d’azzurro?” Fece sarcastico per allentare la tensione che presto avrebbe invaso la stanza.

Harry lo guardò incerto se ridere o sbuffare.

Poi iniziò a chiedersi di chi fosse diventato l’anima gemella. Sapeva poche cose dell’uomo, ma più il tempo passava e più ne scopriva di nuove ed inaspettate.

“Spiegami questa storia del titolo e del perché Voldemort lo considera degno di nota?”
Snape sospirò, aveva deciso di rimandare quella conversazione, ma ora si rendeva conto che era diritto di Harry sapere cosa lo aspettava e perché non gli aveva parlato di matrimonio finora.

“Harry, la mia famiglia ha avuto un ruolo molto importante nel mondo magico. Sono un principe e dopo l’unione dei nostri poteri lo sarai anche tu e potresti essere la persona più potente del mondo se dovessi riuscire ad impugnare la spada dei re.”

Lupin sembrava confuso. “Credevo che riguardasse solo il discendente diretto?”

“L’unione dei poteri, permette alla propria anima gemella di poter impugnare la spada. Non ha a che fare con il sangue la discendenza dei re, ma con la magia.”
“Questo è positivo.” Aggiunse Silente, “Se Harry impugna anche solo una delle spade insieme a Severus, potrebbe risvegliare il potere che ci serve per distruggere il signore oscuro.”

Harry cercava di seguire quei discorsi sulle spade e sui re, ma non capiva proprio tutto.

“Quindi esistono davvero delle spade che evocano un potere in grado di distruggere Voldemort?”

Silente continuò la spiegazione. “Le spade in questione donano grandi poteri magici al mago o alla strega che riesce ad estrarli.”

“O ai babbani.” Aggiunse Severus incerto.

“Vero, secondo alcune storie diverse spade sono state maneggiate anche da babbani. L’ultima volta che sono state necessarie, i maghi che le hanno estratte sono passati alla storia come i cavalieri della tavola rotonda. Merlino era il loro re e ha fermato l’Oscurità grazie al potere delle spade dei re.”

“Merlino era un re? Quindi sei un discendente di Merlino anche tu Severus?”

“Non direttamente, ma siamo consanguinei.”

“Hai molti parenti che possano impugnarle?”

“No. Ho un fratello, ma la sua magia è così debole da non venir neanche considerato un vero mago dalla gente che segue Voldemort, comunque è un grande guerriero ed è il custode di alcune spade.”

Harry non riusciva a credere che fosse così semplice. Sapevano dov’erano le spade e chi le proteggeva, allora cosa aspettava Severus ad estrarne una?

“Se sai dove trovarle perché non provi ad impugnarne una?”

Le labbra di Severus si distesero in un sorriso tirato. Non capiva come facesse il giovane ad essere così ottimista o così ingenuo.

“Harry, quelle spade sono fatte di energia positiva, praticamente è la stessa magia che ha dato vita all'esistenza stessa delle cose. Io non sono proprio la persona che si avvicina a questa descrizione.”

Harry non poteva credere che l’uomo fosse davvero come si descriveva. C’era molto di più in lui di un cuore nero come le sue vesti. Preferì non insistere in pubblico, gli avrebbe parlato più tardi.

“Ci sono altri discendenti?”

“Un lontano cugino, ma lui è una specie di Mangiamorte.”

“Perché una specie?”

“Lavora per Voldemort, ma è una sorta di punitore che si occupa solo di maghi pericolosi. Ha ucciso più Mangiamorte che hanno tradito la fiducia del signore oscuro di chiunque altro. È temuto più tra le loro fila che tra gli Auror o l’ordine della Fenice.”

“Non c’è il rischio che un giorno se la prenda anche con te?”

“Sì, e non vedo l’ora. Ho questioni in sospeso con lui.”

Ciò non prometteva nulla di buono, pensò Harry.

“Ma se sappiamo dove sono le spade perché non proviamo a farle estrarre?”
“Da chi? Auror? Professori di questa scuola? Gente comune? Harry, hanno già tentato questa strada e alla fine c’è riuscita gente come uno scudiero di nome Artù. Le spade chiameranno le persone giuste al momento giusto, sta solo a loro decidere se rispondere alla chiamata.”

“Tu ci hai provato?”
“Non ha importanza.”
“Voglio sapere se ci hai provato Severus?” chiese con il tono di chi non ammetteva repliche.
Black intervenne. “Harry, non ha importanza se ci ha provato o no. Molte persone sanno di non riuscirci. Sentono che nel proprio animo c’è dell’oscurità e le spade sono fatte di energia positiva.”
“Quindi secondo questo ragionamento neanche io ci dovrei riuscire.”

Qualcuno nella stanza rimase confuso da quella frase.

“Anch’io ho una parte oscura in me.” Spiegò “Negli ultimi anni ne ho passate abbastanza da voler distruggere chiunque provi a far del male a me o alle persone a cui tengo. Non parlo di difendermi, parlo di annientare completamente il nemico, farlo soffrire...”

“Harry” fece Severus, “Non ci devi alcuna spiegazione. Quella parte è presente in tutti noi che combattiamo contro il signore oscuro. L’oscurità che c’è in alcuni di noi è molto peggiore di ciò che credi...”

“Ne sei tanto sicuro? Per capirlo dovresti tentare di estrarre quelle spade.”

“Non insistere.”

“Finché non lo farai tu, non lo farò neanche io.” dichiarò risoluto fissando Severus.

Nella stanza scese un’aria tesa che Silente tentò di far passare. “È presto per pensare alle spade. Voldemort è convinto che Severus farà come gli ha ordinato e finché lo crede non possiamo attirare l’attenzione sulle spade facendo saltare la tua copertura.” Guardò verso il professore di pozioni, con l’espressione calma e fiduciosa che lo contraddistingueva. “Possiamo tentare con le spade quando il signore oscuro avrà scoperto che non intenti consegnargli Harry, ma lo vuoi armare per combattere. Nel frattempo il piano di usare il potere dei re non è da sottovalutare e dobbiamo assicurarci che le spade siano tutte facilmente recuperabili al momento giusto e che i loro custodi siano capaci di usarle.”

“Per questo le lezioni supplementari coinvolgono anche la scherma?” domandò Harry ricordando cosa aveva detto Ron a cena.

“Sì. Le spade, dalle informazioni in mio possesso, richiedono un buon controllo della magia, poteri al di sopra della media e la capacità di destreggiarsi con esse. Ovviamente quella che unirà i poteri delle altre dev’essere maneggiata da un discendente dei re o dalla sua anima gemella.”

Harry capì che non sarebbe stato facile fare tutto ciò con Severus che non credeva di poter prendere la spada e lui che non era tanto sicuro di esserne degno. Non era neanche sicuro che qualcuno potesse riuscirci nonostante la minaccia di Voldemort. Erano le spade a decidere il momento di rivelarsi alla persona scelta.

Moody sembrava stanco di tutto questo ciarlare. “Albus non dirmi che ci hai fatto venire fin qui per una lezione di storia sulle spade?”

“No, in realtà ho bisogno di voi qui per altri motivi. Sembra che qualcuno tenti di penetrare nel castello da tempo e ho la strana sensazione che ci stia riuscendo. Sia io che Severus sospettiamo che stiano usando uno o più studenti per farlo.”

La McGranitt si agitò a quell’idea. “Chi sono gli studenti Albus?”

“Finora abbiamo individuato il giovane Malfoy tra quelli che stanno tramando nell’ombra.”

“Non mi meraviglia che un Malfoy faccia una cosa del genere.” commentò Kingsley.

Black sospirò frustrato e provò a spiegare la situazione della famiglia Malfoy. “Non è colpa del ragazzo se in quella famiglia ti riempiono la testa di sciocchezze sulla superiorità dei purosangue o sull’importanza di essere ricchi e potenti.”

Silente intervenne. “Draco può ancora essere salvato dal cadere nell’oscurità. Credo abbia solo bisogno di essere sostenuto da qualcuno che faccia i suoi interessi. Potrebbe rivelarsi un alleato.”

Harry si accigliò. “Non ho mai visto Draco fare qualcosa che vada contro il padre e non penso inizierà a farlo proprio ora.”

“Spesso le persone ci sorprendono ragazzo.” Commentò allegro il preside. “Avevo pensato di chiedere a te Severus di aiutare Draco, ma ora come ora sarebbe strano se passassi del tempo con lui e non ogni istante con Harry. Quindi dovrete occuparvene voi due, Remus, Sirius.”

Remus sorrise leggermente scioccato. “Credi che un Malfoy si avvicinerà ad uno come me. Devo ricordarti che non amano particolarmente i lupi mannari.”

“Provarci non costa nulla e comunque va tenuto d’occhio. Non sappiamo cosa gli sia stato chiesto di fare. Potrebbe trattarsi di assassinare Harry o molto altro.”

“Lo terrò d’occhio io.” affermò Black. “Nella mia forma di lupo sarà più facile spiarlo e come cugino di sua madre mi lascerà avvicinare, o almeno spero. Non credo attaccherà Harry, ma potrebbe essere costretto a fare altro contro la sua stessa volontà. Va seguito.”

“Bene Sirius. Nel frattempo ho bisogno che tutti gli altri controllino spesso i confini del castello e Hogsmeade. Non voglio Mangiamorte troppo vicini agli studenti.”

“Tutto qui?” fece Moody.

“Sarà un lavoro logorante se Voldemort non ha intenzione di muoversi presto.”

“Conta su di noi.” dichiarò il signor Weasley.

"Harry" Silente si rivolse a lui con aria seria che non ammetteva repliche, "Devi restare sempre al sicuro. Non ti voglio in giro di notte fuori dal castello o da Hagrid senza la presenza di qualcuno abbastanza potente da affrontare dei Mangiamorte. Questo vale anche per il tuoi amici, restate al sicuro. Non sappiamo quanta gente sia contro di te tra queste mura, ma non si avvicineranno a te se temono di non poterti ferire."

"Non ho intenzione di diventare un facile bersaglio." Harry ricordò la nuova minaccia che pendeva su di lui, "E per quanto riguarda l'incantesimo promesso a Severus?"

"Dev'esserci qualcosa sotto. Voldemort non rischierebbe che un altro mago lo superi o sia suo pari senza uno scopo preciso. So di maghi usati come nutrimento per incantesimi oscuri e divinità malvagie, ma sono storie antiche. Ha un piano in mente e dobbiamo solo attendere per scoprirlo."

Per un attimo, Harry ricordò la strana conversazione avuta con la fatina delle anime gemelle, ma classificò quel ricordo come un sogno, però sembrava un incantesimo simile a quello che era stato promesso a Severus, quello che aveva consumato la strega prima di diventare fatina.

"Non sarà pericoloso per me fondere la mia magia..."

"Oh no Harry, non devi preoccuparti. Abbiamo anche noi un piano secondario e cioè le spade, se Voldemort ottiene maggiori poteri."

Harry non era sicuro che fondere i poteri ora fosse una buona idea, ma un luccichio negli occhi di Severus gli ricordò che poteva essere davvero divertente provarci nel frattempo.

   
 
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