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Autore: L1107    01/03/2022    2 recensioni
La guerra è finalmente finita lasciandosi dietro vuoti profondi che non potranno mai essere colmati. Fred Weasley, Remus Lupin e Ninfadora Tonks sono morti per proteggere la magia, e insieme a loro molti altri. Hermione Granger, stanca e spossata, salva Draco Malfoy da Azkaban senza sapere che questo avrà delle ripercussioni su di lei. Un Voto infrangibile fra di loro li spingerà a conoscersi meglio, ma tutto degenera quando Malfoy la tiene all'oscuro di un segreto che la riguarda da vicino, aiutato dal suo migliore amico: Harry Potter.
Genere: Avventura, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Weasley, Il Secondo Trio (Neville, Ginny, Luna), Il trio protagonista | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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CAPITOLO 2

Un debole raggio di sole inondò una stanza di luce soffusa. Le tende bianche erano semplici e delicate, mentre filtravano la luce del tramonto. Il sole tramontava in Diagon Alley e la gente si affrettava a rientrare mentre le temperature scendevano nonostante fosse primavera. Sembrava l’alba di un nuovo inizio, tutto era calmo e silenzioso, qualche risata di bambini risuonava lungo le strade mentre gli adulti si scambiavano i saluti prima di rientrare a casa. Un giovane ragazzo osservava la scena in silenzio, dietro una finestra. Aveva una camicia aperta a mostrare l’addome piatto, un’aria annoiata mentre si portava la sigaretta alle labbra e ne traeva un respiro. La bacchetta era abbandonata sul comodino, accanto al posacenere. La luce inondò i capelli quasi bianchi del ragazzo, donandogli sfumature arancioni. Aggrottò la fronte appena senza smuoversi non appena sentì lo schiocco di una materializzazione, si mosse con calma e portò gli occhi di ghiaccio, impenetrabili e profondi, alla creaturina che era appena comparsa nella stanza. L’elfo domestico si inchinò profondamente, toccando quasi la terra col lungo naso, prima di rialzarsi. Era Derby, uno dei suoi elfi domestici che più rispettava, non era stupido come gli altri, era furbo e obbediente.
“Padrone, la ragazza si è svegliata” annunciò l’elfo con voce acuta, facendo un altro inchino.
Draco spense la sigaretta e si alzò, abbottonandosi la camicia.
“Come sta?” chiese al suo elfo.
“È scossa ma stabile, non sa dove si trova” rispose l’elfo subito.
“Va bene, andrò da lei”
Draco finì di abbottonarsi la camicia e dopo essersi passato una mano sui capelli lisci come seta e intascato la bacchetta nella tasca dei pantaloni, si avviò a grandi passi verso la stanza dove aveva deposto Hermione.
Aprì la porta senza troppi convenevoli e strizzò gli occhi di fronte al buio della stanza. Puntò la bacchetta verso le tende e con un gesto agile del polso le tende si spostarono facendo entrare un po' di luce. Hermione strizzò gli occhi di fronte alla luce e si mosse, un po' infastidita, le ci volle un po' per riconoscere la sagoma che era appena entrata nella stanza.
“Furetto” lo apostrofò subito.
“Vedo che stai meglio, Mezzosangue” rispose pronto lui alzando gli occhi al cielo per il nomignolo che gli aveva appena affibbiato.
“Dove sono? Cos’è successo?” chiese la ragazza alzandosi lentamente. Si guardò in fretta le gambe e sospirò di sollievo, indossava ancora i suoi jeans e la sua felpa.
“Niente di che, sono corso in tuo soccorso e ti ho salvata dalle grinfie di Greyback” rispose il biondo con un sorrisetto rigirandosi pigramente la propria bacchetta fra le mani. Non gli sfuggì il fremito della ragazza quando aveva nominato il lupo mannaro.
Hermione assottigliò lo sguardo, non se la ricordava proprio così.
“Veramente non la ricordo proprio così”
“Il succo è quello ma, piuttosto, a te che è successo?” le chiese entrando nella stanza e prendendo una sieda, si sedette incrociando le gambe lunghe.
“Che vuoi dire?” chiese la ragazza sedendosi davanti a lui, sul letto.
“Be’ Mezzosangue, o il tuo odio per me è così grande da farti sacrificare la tua stessa vita per uccidermi, oppure c’è qualcosa che non mi torna. Sbaglio o eri tu la più brava negli incantesimi?” le chiese sorridendo mellifluo.
“Non so cosa mi stia succedendo…” la risposta della Grifondoro fu’ pronunciata a voce così bassa che lo stesso Draco ebbe fatica a capirla. La Grifondoro abbassò lo sguardo sulle proprie mani, le lunghe ciglia nascondevano gli occhi scuri a quelli cerulei del compagno.
Draco non parlò, si limitò a osservarla in silenzio, non voleva sembrare invadente ed era sicuro che il suo silenzio avrebbe spinto la Grifondoro a parlare. Era sempre stato piuttosto bravo a capire e a manipolare le persone,
“E’ come se la magia mi stesse abbandonando, non la sento più mia, non la vedo più mia. È successo oggi ma non è la prima volta, da giorni ormai non riesco a evocare nessun incantesimo. Non sono riuscita neanche a togliere l’incantesimo della memoria fatto suoi miei genitori, li ho persi… non si ricordano più di me” confessò con voce spezzata.
Una strana stretta al cuore mise a disagio Draco mentre si rendeva conto che loro due non erano così diversi. Anche lui aveva perso i suoi genitori durante la guerra, sua madre aveva ricevuto la pena minima, ma suo padre sarebbe stato condannato.
“Non è che, invece, sei tu che stai abbandonando la magia?” le chiese quindi.
“Cosa vuoi dire?”
“Hai detto che non la senti più tua, sembrerebbe come se la tua mente la stesse rifiutando. Forse dai la colpa a lei per la guerra, per i morti, ne hai viste davvero tante e penso tu abbia sofferto parecchio…” ipotizzò Draco.
Hermione lo guardò, riflettendo sulle sue parole. Era strano, un tempo Draco era stato la persona che aveva più odiato al mondo, ma adesso che la guerra era terminata loro due si scoprivano simili, due ragazzi che venivano da famiglie diverse e da principi diversi, ma avevano entrambi perso qualcosa e fatto delle scelte. Draco aveva deciso di passare dalla parte di Voldemort per proteggere la sua famiglia e Hermione aveva seguito le persone a lei più care, per proteggerle. Il fine era lo stesso.
“Potrebbe essere…” rispose lei.
“Penso che sia imprudente lasciarti da sola senza magia e, se permetti, terrei particolarmente alla mia vita quindi ti proporrei di stare qui in modo da poterti controllare e proteggerti in caso di attacco” disse allora lui, alzandosi.
“Non ho bisogno della balia…”
Stupido, dannato, orgoglio Grifondoro.
“Granger dubito che tu sia in grado di fare qualsiasi cosa senza magia, quindi non essere irragionevole” tentò di rabbonirla lui, serrando la mascella.
“Senti Malfoy, ho dimostrato sempre quanto valgo, di certo non ho bisogno di nessuno, soprattutto di te, e di inutile protezione”
“Inutile protezione? Greyback ti ha cercata per assicurarsi che…” la voce di Malfoy diminuì mentre sulla sua mente appariva l’immagine, chiara e nitida, di Greyback chino sulla spalla inerme della Grifondoro. Aveva sollevato la testa, i canini allungati erano sporchi di sangue.
“Sei stata morsa…” mormorò lui, sgranando gli occhi.
Hermione perse il poco calore che aveva sul volto e d’istinto tirò indietro la spalla quando lui cercò di toccargliela.
“Di cosa parli?” tentò invano mentre si alzava dal letto in fretta. Un capogiro, dovuto alla tensione la prese alla sprovvista e il Serpeverde ne approfittò per prendere lo scollo della felpa che indossava e tirarlo giù a scoprirle la spalla. Hermione trattenne il respiro per quel trattamento che le aveva procurato solo dolore. Sulla pelle diafana spuntava una garza bianca. Il Serpeverde la sollevò con delicatezza, scoprendo lo scempio che quel mostro le aveva provocato.
“Bastardo…” proruppe furioso alla vista. Mancava un bel pezzo di pelle, sostituita da sangue che continuava a scorrere. La ferita era gonfia e pulsante, infiammata e piena di pus. La pelle della ragazza al tatto era bollente, non era da escludere che la Mezzosangue avesse la febbre da giorni.
“Non è niente…” Hermione riuscì a divincolarsi ignorando la fitta di dolore, in poco tempo rimise la felpa al suo posto ma quello strattonare le fece rivoltare lo stomaco per il dolore.
“A me non sembra niente… da quando stai così?”
La Mezzosangue non rispose, ma Draco sapeva la risposta. Era accaduto a casa sua, davanti ai suoi occhi, erano passate due settimane, la ferita avrebbe dovuto avere un aspetto migliore se non fosse stata di lupo mannaro.
“Derby!”
L’elfo si materializzò all’istante al suo fianco, sollevando gli occhi verso il suo padrone.
“Portami acqua con ghiaccio, dittero e bende pulite” gli ordinò Malfoy e l’elfo sparì per ricomparire poco dopo col necessario.
“Malfoy, non è necessario…” protestò Hermione quando lui afferrò il dittero e cominciò a svitarlo.
“Dubito che tu sappia cosa sia necessario, Granger, dato che sei stata talmente stupida da tenere nascosta un’infezione così grave”
“Non è così grave, me la sarei cavata”
“Granger, saresti potuta morire se non me ne fossi accorto, possibile che tua sia così stupida?” sbottò lui zittendola. Fece cadere alcune gocce sulla ferita, una sottile patina la avvolse e l’infiammazione si ridusse di poco. Draco lo aveva previsto, una ferita da lupo mannaro stava molto tempo a guarire. Tuttavia la Granger era fortunata, Greyback l’aveva morsa in forma umana, non ci sarebbero state conseguenze.
“Stenditi” le ordinò severo e Hermione, improvvisamente stanca, gli diede ascolto senza protestare. Chiuse gli occhi mentre il ragazzo strizzava il panno bagnato e glielo posava delicatamente sulla fronte per contrastare la febbre.
Stettero così per un po', poi quando Hermione finalmente si addormentò ordinò a Derby di prepararle un brodo caldo, poi la coprì e in silenzio uscì dalla stanza.
 
Eccomi qui, con un nuovo capitolo dopo anni. Avevo perso l'ispirazione cadendo nel tipico blocco da scrittore, inoltre l'università mi ha completamente assorbita. In questi anni ho preso una laurea triennale, adesso sono iscritta alla magistrale. Tornando a noi, ho intenzione di finire sia questa fan finction che l'altra. So che è passato molto tempo, ma spero che vorrete lasciare una recensione. 
L1107
   
 
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