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Autore: hinata 92    02/04/2022    2 recensioni
Kaito Kuroba, alias Kaito Kid, è un abile prestigiatore, si sa... ma se fosse anche qualcosa di più?
Cinque anni di inspiegabile ritardo per una lettera che gli cambierà la vita, consegnatagli di persona da un misterioso Silente legato da un Voto Infrangibile di tanti anni prima... quale segreto nasconde il preside, che vuole a tutti i costi nascondere ai mangiamorte ancora in circolazione l'esistenza di Kaito?
Quale sarà il destino di Kaito, passato suo malgrado dai trucchi di prestigio alla magia vera? Riuscirà a vendicare suo padre distruggendo Pandora, la pietra della vita eterna, che nel mondo magico è chiamata più semplicemente... Pietra filosofale?
E se fosse arrivato troppo tardi?
Ripercorriamo insieme i libri del più famoso mago di Hogwarts da un punto di vista completamente nuovo!
Genere: Avventura, Comico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Fred Weasley, Harry Potter, Nuovo personaggio
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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Scontro di opinioni

 

«Kuroba, tu vieni poco da me, ma ogni volta che ti vedo sei fonte di parecchi grattacapi.»

«La ringrazio, Madama Ghips

L’infermiera della scuola aveva in mano gli antipiretici di Kaito, ma li teneva con la punta delle dita, e li guardava con aria schifata.

«Ma perché non ti sei fatto una pozione? Al quarto anno dovresti saperle fare!»

Kaito, imbacuccato sotto le coperte, sospirò: «Non avevo gli ingrediendi né un gamino ber il baiolo.»

La donna posò le medicine con una smorfia preoccupata: «Il problema è che ora sono io a non fidarmi di darti una pozione… non conosco bene la medicina babbana, ho paura delle interazioni fra ingredienti. Non vorrei farti più male che bene mischiando pozioni e componenti artificiali. Ho paura che dovrai rimanere qui per un po’, finché quest’influenza non sarà passata.»

Kaito non seppe se essere scocciato o rassicurato dalle parole di Madama Chips. Certo, rimanere bloccato in infermeria non lo entusiasmava neanche un pochetto, ma allo stesso tempo era contento che la donna si preoccupasse professionalmente delle interazioni fra sostanze. Non era certo che il professor Piton avrebbe fatto altrettanto.

«Informerò gli insegnanti della tua situazione, tu cerca di riposarti e di fare del tuo meglio per riprenderti. Intanto…»

«Hem hem!»

Un colpo di tosse stridulo dall’ingresso dell’infermeria fece sobbalzare Madama Chips.

«Scusami, vado a vedere che succede.»

Kaito annuì e l’infermiera chiuse di scatto le tende attorno al suo letto prima di allontanarsi. La curiosità del ragazzo però ebbe il sopravvento sulla sua febbre quando sentì due voci femminili discutere animatamente e avvicinarsi sempre di più.

«Le ho detto che al momento non può ricevere visite, è altamente contagioso!»

«Mi ha detto che si tratta di influenza, no? Come mai non è stato ancora curato?»

Due ombre, una alta, che Kaito riconobbe immediatamente come quella dell’infermiera, e una piccola si avvicinarono al suo baldacchino.

«Perché si è automedicato in maniera babbana, e non mi fido a mischiare medicine magiche e non magiche! Non ci sono ancora studi sulle interazioni fra pozioni e farmaci… o almeno non approvate dal Ministero. Non credo che mi possa autorizzare a utilizzare teorie e studi non approvati ufficialmente, o sbaglio?»

La silhouette piccola si fermò di scatto, e quando rispose il tono era notevolmente acuto e infastidito: «Certo che no! Il Ministero della Magia è sempre nel giusto, e chiunque contravvenga ai suoi regolamenti è in errore!»

Kaito sobbalzò. Finalmente aveva identificato la vocetta stridula.

Madama Chips, intanto, rispose con aria trionfante: «Il Dipartimento per la Salute prescrive che in caso di dubbi il medico non debba intervenire se ci sono probabilità che un’azione incauta possa portare danno al paziente. Certo, si potrebbe mandare un gufo al San Mungo, ma si tratta di una semplice influenza, non mi pare il caso di disturbare i luminari di medicina magica per un caso così semplice. Entro al massimo una settimana il ragazzo si sarà ripreso da sé.»

«Ribadisco in ogni caso la mia necessità di incontrarlo. Alcuni punti della sua scheda hanno bisogno di essere chiariti!»

Madama Chips rispose infastidita: «Kuroba è alunno di questa scuola da quattro anni, la maggior parte del tempo in cui ho avuto a che fare con lui si è dimostrato un alunno premuroso nei confronti dei compagni malati o feriti, non vedo nulla di anomalo nella sua situazione. E finché si trova in questa stanza è un mio paziente, e ho totale responsabilità su di lui e sulla sua salute.»

La vocina si fece di colpo meno acuta e più melliflua: «Niente di anomalo, eh? Neanche il fatto che abbia diciannove anni e sia al quarto anno?»

Kaito, a quelle parole, s’impose la faccia da poker anche con la febbre. Non gli piaceva per nulla la piega che stava prendendo quella discussione.

«Per il Preside risulta regolarmente iscritto, quindi per quanto mi riguarda non ho nulla da controbattere. Per eventuali problemi riguardanti la sua iscrizione la prego di rivolgersi a lui e non a me.»

«Certo, certo, non si preoccupi che lo farò. Ora, se non le dispiace, vorrei rivolgere la parola al mio alunno. Non vorrei dover chiedere al Ministero un’ispezione sanitaria straordinaria nella sua infermeria…»

A quelle parole Madama Chips si ritenne particolarmente offesa e non fece nulla per nasconderlo: «Può mandarla in qualsiasi momento! La mia infermeria è sempre stata ligia ai regolamenti ministeriali!»

Kaito percepì perfettamente dal tono e dai movimenti dell’infermiera che la donna si stava trattenendo a fatica dal picchiare la sua interlocutrice, per poi sicuramente curarla al meglio.

Con un grosso sospiro, si arrese: «Visto che non c’è modo di smuoverla dai suoi intenti, le concedo cinque minuti, non di più, e a distanza. Si ricordi che il ragazzo è febbricitante, quindi non lo affatichi troppo con discorsi complicati e si premuri di assumere preventivamente una pozione Tiramisù.»

«Non si preoccupi per me e ci lasci soli.»

Madama Chips si avvicinò alle tende: «Cinque minuti, non di più.»

Non appena l’infermiera si fu allontanata, la Umbridge spalancò di colpo le tende, per ritrovarsi davanti un ragazzo dagli occhi lucidi e palliduccio, ma dallo sguardo vivido e attento e un’espressione imperscrutabile.

Con una voce estremamente melliflua, come se sicuramente il ragazzo non avesse ascoltato nulla della discussione appena avvenuta, si presentò: «Buongiorno… Kuroba, giusto?»

«Dì, dono io… mi sgudi, l’aldra dera non ero in forma e non ho gabito il duo nome…»

La donna gli rivolse un sorrisino tanto cordiale quanto finto: «Mi chiamo Dolores Umbridge, e sono la nuova insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure.»

«Biagere di gonosgerla

«Piacere di conoscerla, Professoressa Umbridge

Kaito dovette fare appello a tutta la sua faccia da poker per ripetere senza alzare gli occhi al cielo: «Biagere di gonosgerla, Brofeddoredda Umbrige

«Oh, puoi stare tranquillo, vedo che non stai bene e per questa volta ti perdono, Kuroba. Però cerca di ricordartelo per le prossime volte.»

«Non mangherò

Indugiò per un secondo.

«Brofeddoredda Umbrige

Lei gli rivolse un nuovo sorriso, di quelli che si sarebbero rivolti normalmente ai bambini piccoli, e Kaito si chiese se lo stava facendo perché le faceva pena, in quello stato, o se fosse proprio il suo atteggiamento generale: «Benissimo! Sono proprio contenta che cominciamo nel migliore dei modi possibili! Mi hanno detto che purtroppo non puoi essere curato in modo tradizionale, è corretto?»

«Dì, a gasa non ho boddibilidà di brebararmi bozioni, burtrobbo, e mi dono gurato gon guello ghe abebo. Gergherò di brebararmi gualghe bozione di riderba gua a Hogwards ber le broddime bolte.»

«Sì, mi sembra un ottimo proposito. Quindi deduco che vieni da una famiglia babbana, ho ragione?»

«Dì, bibo gon mia madre, ghe è babbana.»

«Capisco… ah, ancora una cosa, e poi ti lascio riposare in pace.»

«Mi diga, Brofeddoredda Umbrige

Il volto dell’insegnante cambiò leggermente. Pur mantenendo il sorriso infantile, lo sguardo si fece improvvisamente serio e tagliente.

«Non ho potuto fare a meno di notare la… particolarità, passami il termine, della tua situazione. Sapresti spiegarmi come mai hai iniziato a frequentare Hogwarts così tardi?»

Con la sua collaudatissima faccia da poker, Kaito rispose: «Il Brofeddor Dilende, all’epoga, mi dpiegò ghe g’erano ddadi broblemi gon il gufo ghe dobeba bordarmi la leddera.»

La Umbridge sembrò particolarmente interessata: «Problemi, eh? Che tipo di problemi

«Non me lo didde, e oneddamente ero godì gondendo di eddere gui ghe non gliel’ho mai righiesdo. Oggi Hogwards è la mia segonda gasa.»

La Umbridge, con sguardo più rilassato, gli rispose: «Certo, capisco. Bè, se ne avrò l’occasione magari lo chiederò al Professor Silente. Temo che il tempo a nostra disposizione sia scaduto, e che debba lasciarti riposare. Ti prego di riprenderti al meglio, ci aspetta un anno impegnativo.»

«Barò del mio meglio, Brofeddoredda Umbrige.»

La donna fece per allontanarsi, poi tornò sui suoi passi: «Ah, dimenticavo, un’ultima cosa… ricordati che, come tua insegnante, io sono dalla tua parte, sono tua amica. Se dovessi sentire… qualcosa di strano, qualcosa che possa turbare la tua tranquillità di studente, ti prego di venirmi a cercare nel mio ufficio. Io e il Ministero siamo sempre a disposizione per qualsiasi necessità di voi giovani promesse della Magia.»

«Non mangherò, Brofeddoredda Umbrige.»

«Allora arrivederci, Kuroba

«Le auguro buona giornada, Brofeddoredda Umbrige.»

Non appena la donna uscì dall’infermeria, Kaito fece un profondo sospiro e si lasciò cadere ancora di più nelle lenzuola. Un anno intero con quella donna…

Rabbrividì, e non seppe se per l’idea raccapricciante o per la febbre.

 

«Kuroba

«Mi diga, Madama Ghipd.»

L’infermiera aprì un po’ le tendine intorno al suo letto e sorrise al ragazzo.

«Visto che la febbre è passata, ho pensato che un po’ di compagnia avrebbe potuto aiutarti nella tua guarigione. Hai il permesso di stare con i tuoi amici per un quarto d’ora, venti minuti al massimo.»

Il volto di Kaito s’illuminò: «Grazie, Madama Ghipd!»

Quando però i Malandrini si avvicinarono al suo letto, il ragazzo notò con sorpresa che erano solo in due.

«Dob’è George?»

Fred arrossì leggermente: «Ehm… diciamo che era occupato…»

Sheridan, con un sospiro di disapprovazione, specificò: «Occupato a calmare la crisi isterica di Hermione quando lo ha beccato a usare come cavie per i Tiri Vispi Weasley dei primini…»

«GHE GOSA???»

Soseiji cercò subito di calmare gli animi: «Ehi, ehi! Abbiamo fatto un sacco di test su noi stessi e abbiamo controllato persino sui libri che ci avete regalato, ma prima o poi dobbiamo controllare se funzionano correttamente per tutti!»

Momoka sospirò ancora: «Il Prefetto Hermione attende con ansia il tuo ritorno, nella speranza che tu possa tenere a freno questi due più di quanto non riesca a fare io da sola.»

«Brefetto?»

Fred ridacchiò: «Sì, lei e Ron… quanto mi mancava un Prefetto in famiglia dopo Percy, guarda… non ne potevamo proprio fare a meno…»

Sheridan gli diede una gomitata: «Come se sotto sotto voi non ci aveste sperato! Potere quasi illimitato sugli studenti per potergli combinare qualsiasi tipo di scherzi!»

Fred ridacchiò assaporando per un attimo l’idea e Kaito sorrise, per poi tornare serio.

«Gom’è la diduazione gon la Umbridge?»

I due Grifondoro si scambiarono uno sguardo preoccupato.

«Mi basta e mi abanza come ridpodda. Dabbiate ghe è venuda a drobarmi gua in inbermeria.»

Fred si mostrò subito preoccupato: «Davvero?»

Il prestigiatore raccontò in breve il loro incontro, aggiungendo ridacchiando: «Gredo ghe dia la brima bolta che bedo Madama Ghipd deriamende dendada di berire invece ghe gurare.»

Sheridan invece non rise: «Non mi stupisce. La Umbridge sta scatenando una caccia all’uomo.»

«A ghi?»

«A chiunque sostenga che Tu-Sai-Chi sia tornato. Il Ministero l’ha mandata qui per fare censura. Come la Skeeter, ma legalmente autorizzata. Non possiamo neanche metterla in un barattolo, questa volta.»

Fred annuì: «E puoi immaginare chi sia la sua vittima preferita.»

Kaito sospirò: «Harry.»

 

Nel giro di un paio di giorni, Kaito poté tornare alle sue normali lezioni, e poté rendersi conto di persona della situazione. La sfuriata di Harry alla prima lezione della Umbridge aveva fatto il giro del castello.

Viste le premesse e memori delle lezioni del primo anno con Allock, tutti i Grifondoro attesero con estrema ansia la prima lezione di Difesa Contro le Arti Oscure in presenza di Kaito.

Ginny, prima di entrare, gli ricordò: «Kaito, per favore, lo so che vorrai prenderla a pugni dopo i primi due minuti, ma ti prego, ricordati che questa ti può sbattere ad Azkaban!»

Sheridan lo punzecchiò: «E non credo che tu voglia finire in prigione, vero?»

Thomas, inaspettatamente, invece che rivolgersi al prestigiatore, si voltò verso Colin: «Vero? Vero che anche tu non vuoi che finisca in prigione, giusto?»

Kaito rimase un attimo perplesso: «E lui che c’entra?»

Stephen rispose: «C’entra, lui è l’unico che spera in una tua sfuriata!»

Colin arrossì: «Ma no, non è vero…»

Nicole lo incalzò: «Allora dimostracelo! Lasciaci la tua macchina fotografica per questa lezione. Alla fine dell’ora te la restituiamo.»

Stephen aggiunse: «Guarda che rischi anche tu! Pensi che la Umbridge sarebbe contenta di essere fotografata senza autorizzazione?»

Colin fece una smorfia, ma alla fine consegnò la sua macchina fotografica a Nicole.

«Bravo, la metto qua nella borsa e te la restituisco a fine lezione, promesso!»

I ragazzi del quarto anno di Grifondoro e Tassorosso entrarono in rigoroso silenzio e si sedettero ai loro posti. Sheridan si mise al fianco di Kaito, pronta a contenerlo in qualsiasi momento.

«Buongiorno.»

Gli alunni risposero in coro e in tono monocorde: «Buongiorno, Professoressa Umbridge

Lo sguardo della donna si soffermò per un momento su Kaito: «Oh, Kuroba! Finalmente sei uscito dall’infermeria!»

«Sì, Professoressa Umbridge

«Ottimo, vedi di recuperare le lezioni che abbiamo fatto in tua assenza.»

«Non mancherò, Professoressa Umbridge

Tutti i Grifondoro assistettero a questo scambio di battute quasi non respirando, ma vedendo che Kaito sembrava perfettamente tranquillo e a suo agio, iniziarono leggermente a rilassarsi. L’unica che non lo fece fu Sheridan, che conosceva ormai abbastanza bene la sua faccia da poker, e osservava più le sue mani che il suo volto, alla ricerca di qualche segno di nervosismo.

«Giusto per aiutare il vostro compagno, farò un ripasso veloce del programma di quest’anno.»

Ginny sbiancò mentre la Umbridge, con la sua bacchetta insolitamente corta, diede un colpo alla lavagna. Subito apparvero le parole:

 

Difesa contro le Arti Oscure

Ritorno ai principi base

 

«Quest'anno seguiremo un corso di magia difensiva strutturato con cura, fondato sulla teoria, approvato dal Ministero.»

Colpì di nuovo la lavagna; il primo messaggio sparì e fu sostituito dagli 'Obiettivi del Corso'.

1. Comprendere i principi base della magia difensiva.

2. Imparare a riconoscere le situazioni nelle quali la magia difensiva può essere usata legalmente.

3. Porre la magia difensiva in un contesto per l'uso pratico.

Kaito lesse con attenzione limitandosi ad annuire, con aria apparentemente interessata. Sheridan, che pensava ormai di conoscerlo abbastanza bene, dovette rendersi conto di non avere davvero idea di cosa gli passasse per la testa.

«Abbiamo già affrontato il capitolo uno del volume… Kuroba, sei in possesso di Teoria della Magia Difensiva di Wilbert Slinkhard

Il ragazzo prontamente tirò fuori il volume.

«Sì, Professoressa Umbridge

«Perfetto, allora possiamo iniziare con il capitolo due. Non ci sarà bisogno di parlare.»

I ragazzi iniziarono a leggere il capitolo, ma molti, spesso, interrompevano la lettura e davano un’occhiata di sfuggita a Kaito. Finora tutti avevano evitato l’argomento, ma il corso della Umbridge presentava un evidente problema che non erano certi che il prestigiatore avesse ancora afferrato a pieno. Nessuno aveva avuto il coraggio di chiedergli se effettivamente avesse letto il primo capitolo del libro per capire l’andazzo del corso.

Kaito rimase tranquillo per un quarto d’ora, leggendo diligentemente il capitolo. Alla fine di questo, però, alzò la mano. Sheridan gli diede una gomitata, ma il ragazzo la ignorò deliberatamente.

«Sì, Kuroba? C’è qualcosa che non hai capito?»

«In effetti sì, Professoressa Umbridge

Per quanto possibile, nell’aula calò ancora di più il silenzio. Kaito continuò come se niente fosse.

«A pagina 23 viene illustrato un incantesimo scudo di base che pare interessante, ma la spiegazione non è chiarissima, in particolare sul movimento corretto da fare per passare dalla posizione dell’illustrazione 2 alla 3. Purtroppo questa specifica illustrazione non è animata.»

La Umbridge sembrò essere stata presa in contropiede, e si affannò a prendere la propria copia per controllare. A quel punto Kaito si alzò in piedi e, con un gesto calmo ma plateale, accuratamente studiato, posò la sua bacchetta sul banco. Ai suoi compagni di classe, a quel punto, fu chiaro che aveva un piano in testa, ma non sapevano più come fermarlo. Colin dovette trattenersi con tutto se stesso per non saltare addosso a Nicole per riavere la sua macchina fotografica.

«Le mostro il mio dubbio con la piuma, invece che con la bacchetta, per non rischiare incidenti. Il movimento da compiere è questo…»

E ne fece uno armato della piuma con cui stava scrivendo, in un singolo punto abbastanza diverso da quanto illustrato sul libro.

«… o questo?»

Ed eseguì il movimento corretto.

La Umbridge lo guardò sorpresa: «Kuroba, non ti ho autorizzato ad alzarti!»

Il ragazzo immediatamente si risedette: «Mi perdoni, Professoressa Umbridge, ero in difficoltà ad esprimere il mio dubbio con le sole parole. Ci posso provare, però: dopo il movimento del braccio, il polso richiede uno scatto rigido verso sinistra o un movimento morbido che va da destra a sinistra?»

La Umbridge rimase spiazzata dalla domanda a bruciapelo. Rendendosi conto di aver difficoltà a rispondere a un punto così specifico senza effettuare il movimento, cercò di riprodurlo senza farsi notare sotto la cattedra prima di rispondere. La sua indecisione nella risposta, però, ebbe esattamente l’effetto opposto, attirando l’attenzione di tutti su di lei. Ginny, Thomas e Stephen si voltarono verso Kaito, stupiti ed ammirati. Nicole non lo fece solo perché cercava a tutti i costi di difendere la sua borsa da Colin.

«La seconda che hai detto, Kuroba. Un movimento morbido che va da destra a sinistra.»

Kaito annuì soddisfatto: «La ringrazio, Professoressa Umbridge. La teoria è fondamentale per essere in grado di eseguire gli incantesimi in circostanze di massima sicurezza, ma è necessario comprenderla a fondo per essere in grado di applicarla. Questa è la mia più grande preoccupazione, potrò farle altre domande se il testo dovesse apparirmi non chiaro…»

In un secondo di gioco di sguardi, la Umbridge fissò Kaito negli occhi, intuendo, forse, il suo gioco, ma risultando da ogni punto di vista inattaccabile.

Era lo studente perfetto, e per essere la professoressa perfetta avrebbe dovuto stare al suo gioco.

«…Professoressa Umbridge

La donna si lasciò sfuggire un sospiro che sapeva di sconfitta: «Certamente, Kuroba

Se avessero potuto, gli studenti si sarebbero alzati ad applaudire il compagno. Tutti, tranne Sheridan, che alzò a sua volta la mano.

«Sì, signorina Pumpkin

La ragazza rispose con lo stesso atteggiamento angelico di Kaito, cosa che a chi la conosceva bene diede i brividi: «Potrei richiedere al mio compagno di ripetere il gesto? Vede…»

E alzò leggermente il libro, dove si vedeva che sopra l’illustrazione aveva iniziato ad abbozzare un’altra figura.

«… volevo prendere appunti precisi sulla questione. Conoscendomi fra qualche settimana me lo sarò scordata.»

Dietro al volume, Sheridan scoccò un occhiolino da vera Malandrina al compagno.

La fine dell’ora, per una volta, salvò l’insegnante e non l’alunno da una risposta scomoda.

«Glielo chieda privatamente, signorina Pumpkin, e senza la bacchetta.»

«Ovviamente, Professoressa Umbridge. Ci teniamo molto alla nostra sicurezza e a quella degli altri. La ringrazio, Professoressa Umbridge

Tutti gli alunni si alzarono dicendo in coro: «Buona giornata, Professoressa Umbridge

Usciti fuori dall’aula, tutti i ragazzi, Grifondoro e Tassorosso, si premurarono di allontanarsi insieme fino a un altro corridoio, per poi fare un grosso applauso a Kaito, che da bravo uomo di spettacolo s’inchinò al suo pubblico. Nessuno a quel punto poté negare a Colin la foto.

«Fantastico!»

«L’hai presa in giro per tutta la lezione ma senza poter essere messo in punizione!»

Thomas a quel punto gli chiese: «Ma quindi tu sapevi che le lezioni della Umbridge sono solo teoriche? Noi non te l’avevamo detto!»

Kaito tirò fuori il volume, indicando il titolo: «Ma so ancora leggere! “Teoria della Magia Difensiva”? Teoria??? Qua, ad Hogwarts, dove l’unica materia teorica che abbiamo è Storia della Magia? Non avevo bisogno della prima lezione, bastava leggere l’introduzione al volume per capire dove andava a parare questa!»

Sheridan ridacchiò: «E quindi l’hai ripagata con la stessa moneta?»

«Vuole le lezioni teoriche? Le avrà, con tutti i pro e i contro del caso! Magari non proprio tutte le lezioni, ma diciamo che avrò spesso dei dubbi sulla validità del libro… del libro, eh, sia chiaro, non dell’insegnante. L’insegnante è perfetta!»

Ginny scoppiò a ridere: «Come abbiamo fatto un’intera settimana senza di te?»

Tutti, anche Helen, Matthew e Johan di Tassorosso, gli fecero grossi complimenti e pacche sulle spalle, tanto da attirare l’attenzione di un Prefetto.

«Allora, che succede?»

Tutti si gelarono sul posto, ma Kaito le sorrise: «Scusaci, Hermione, ora torniamo a lezione.»

Sheridan aggiunse: «Ci stavamo solo complimentando con Kaito su come fosse riuscito a prendere in giro per un’ora intera la Umbridge senza rischiare una punizione.»

Hermione lo guardò con aria severissima: «Ah, davvero?»

«Limitandosi a fare domande da studente perfetto, più o meno come faresti tu.»

Tutti fissarono Sheridan esterrefatti. Ma era pazza a dirlo direttamente a un Prefetto?

Con grande sorpresa di tutti, però, Hermione gli fece un grosso sorriso: «Complimenti davvero, Kaito! Se c’era qualcuno che potesse controbattere la Umbridge, quello eri solo tu!»

«Grazie!»

«Be’, ora vi conviene però andare a lezione, o non posso garantire che qualche insegnante non vi tolga ugualmente dei punti per il ritardo.»

Sheridan annuì: «Certo, grazie, Hermione, a dopo!»

Non appena il Prefetto si fu allontanato, Sheridan, sentendosi osservata, rispose: «Embè? Hermione sarà pur un Prefetto, ma è pur sempre una persona, una persona sensibile e geniale, e fidatevi che la conosco abbastanza bene da poter dire che se potesse non si farebbe problemi a rinchiudere la Umbridge in un vasetto. E senza buchi per l’aria, questa volta.»

Kaito sospirò: «Continuo a dirlo, tu hai una brutta influenza su quella ragazza…»

Che fosse vero o meno, la discussione con i ragazzi del quarto anno aveva indubbiamente acceso una lampadina nella testa della Grifondoro. Perché Sheridan aveva ragione, Hermione era una ragazza sensibile e geniale, e non si sarebbe arresa allo strapotere della Umbridge senza combattere.

 

Magari con un esercito.

 

 

Rieccoci qua! Quest’anno è veramente uno dei più impegnativi che abbia avuto, oltre ai problemi comuni a tutti si sta aggiungendo un importante test per avere una cattedra a tempo indeterminato e gravi problemi di salute in famiglia, per cui ammetto che la scrittura spesso deve prendersi una pausa più lunga di quello che vorrei. Ma piano piano, ormai lo sapete, vado avanti.

Ne approfitto per ringraziare fenris, Dark Ice Lord (che mi ha inseguito da AO3, thank you very much!), siriusxme che è tornato dopo tanto tempo e Mari Lace.

Prossimo capitolo? Si parla di Esercito, quindi… ma occhio, ci saranno colpi di scena!

Alla prossima!

Hinata 92

 

 

  
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