Epilogo
Il sole si stava mostrando
caldo e intenso, in quella conca
oscura. I demoni abbassarono le loro armi per respirare a pieni
polmoni, la
guerra era finita, però nessuno sorrideva. Il vuoto per la
sua mancanza si
avvertiva in tutti, dalla sua famiglia al suo esercito. Sesshomaru
provava
compassione? Nemmeno lui sapeva capire quel sentimento che avvertiva
dentro di
se. Notava gli abbracci di conforto di suo padre con la sua moglie
umana, di
come l’aveva raggiunto era un mistero, dalla miko che
piangeva e si stringeva a
quell’inietto del fratello, e dalla madre di Dafne che
fissava il nulla. Il
marito l’era giunto immediatamente accanto, prendendole le
mani e portandoseli
sulle labbra; quell’uomo amava quella donna con tutto se
stesso e lo dimostrava
i suoi sguardi e quel sentimento che lo avvolgeva come un guanto. Lei
poi si
era buttata sul suo petto a piangere. Perdere qualcosa di
così prezioso era una
condanna, anche lui lo aveva sperimentato in passato. Quando Rin si era
ritrovava nel regno dei morti, se non riusciva a resuscitarla che
valore aveva
la sua vita, senza la sua piccola umana? La consapevolezza di quel
mancamento,
quel vuoto che si era ingrandito quando un buco nero lo aveva portato
ad
abbandonarsi, ma poi l’amore era prevalso. Suo padre aveva
cercato in ogni
maniera di farglielo capire e adesso ne era grato. Saltò tra
una roccia all’altra
fino a fermarsi su una, essa aveva tra i piedi qualcosa che luccicava e
ne fu
sorpreso a costatare che cosa fosse. Una sfera di pura luce, calda e
avvolgente.
Quella era …
non riuscii a continuare che il cielo si fece
scuro, un grande uccello aveva coperto l’astro solare e
adesso si dirigeva
verso di loro.
-Ancora? –disse
Inuyasha, brandendo la sua spada. Però l’uccello
ritirò le sue lunghe ali color del fuoco e si depose su
masso.
Nessuno riuscii a
spiccicare parole, videro Jenny
abbandonare l’abbraccio del marito per dirigersi verso
l’animale che abbasso il
muso, permettendo così di farsi accarezzare.
-Bentornata. Sapevo che
non mi avresti lasciata.
La donna pianse di
sollievo e ben presto la sua famiglia
sorrise.
Per i demoni e il loro
gruppo era ancora perplessi su quella
situazione, ma Kagome come se fosse illuminata lasciò il suo
demone per andare
verso di lui.
-Kagome, no, dove vai?
-Inuyasha, ancora non
l’hai capito?
-Che cosa dovrei capire?
-Voi demoni siete davvero
tonti.
Quelle parole non furono
gradire ai tre che irrigidirono, soprattutto
Sesshomaru che voltò le spalle.
-Kagome, spiegami!
-Inuyasha lei
è…
Però la fenice
allungò nuovamente le sue magnifiche ali, le
fiamme avvolsero tutti quanti, però non si bruciarono, in
effetti servivano per
purificare l’aura della conca.
-Grazie. –disse
l’uccello con grazia –vi riporto i vostri
doni.
E con questa comunicazione
dal suo petto apparvero delle
sfere di luce.
Una si avvicinò
a Izayoi in cui si riprese la sua anima,
infatti riacquistandola si ritrovò a sentire sulla pelle il
calore del suo
amato. Toga ne su felicissimo.
Invece per gli altri, come
per Inuyasha e la piccola Rin gli
fu consegnata la loro energia latente ciò il cuore umano. E infine l’anima
di Dafne che apparve nelle
sue sembianze da umana, facendo smaterializzare pian piano la fenice
che c’era
in lei.
-Aspetta!
–borbottò Inuyasha.
-Dafne era la fenice che
in passato ci ha donato quelle
capacità, ecco risolto il mistero. –disse Miroku
risoluto.
-Quanto tempo sprecato.
–borbottò Sesshomaru già pronto per
andarsene.
-Sei sempre a lamentarti,
Maru.
Quella voce, lo riempiva
di brividi. Il demone schizzò verso
di lei, però si ritrovò a fronteggiare
più spade in cui lo guardarono male.
-Aspetta che guarisca e
poi sarà pronta a darti una lezione,
demone. –La madre di Dafne era decisa, nessuno avrebbe
più fatto male alla sua
famiglia.
-Sarò lieta di
accogliere la tua richiesta, signore dell’Ovest.
–rise Dafne per poi abbracciare tutta la sua famiglia.
-Non ci provare mai
più, ci hai fatto prendere un colpo! –le
gridò la sorella maggiore.
-Perdonami, Juuri.
-E come si dice, quel che
finisce bene…
Era sera ad ovest e in
quel momento nella sala grande si
stava consumando la cena, le portate erano immense e abbondanti per
sfamare
ogni ospite poco gradito come avrebbe detto Sesshomaru, ma Toga
prendendo in
contro piede il figlio aveva annunciato che ognuno sarebbe stato
accolto nel
suo regno.
Adesso in quella sala si
mangiava con entusiasmo, bevendo e
ridendo come se fossero una grande famiglia. Il demone orso
poté riabbracciare
il suo amico, risero come ai vecchi tempi, si abbuffarono, ma felici di
quel
momento. Inuyasha e la sua squadra si concedevano quei momenti in pace,
parlando tra di loro ma vedendo con occhi sereni che la guerra non li
aveva
abbattuti; dall’altra parte ci stava la famiglia di Dafne,
accanto alla sua
compagna stava Kaname, il padre, che guardava ogni demone con
freddezza, poiché
la moglie era bellissima e catturava l’attenzione e poi i
suoi figli che erano
cresciuti e Dafne. La ragazza era felice, però leggeva
infondo alla sua anima
solitudine, capiva perfettamente, non avere un legame spezzava, ma non
sarebbe
mai stata sola. Il tempo portava notizie.
-Un brindisi. Vi ringrazio
per averci aiutato. –disse Jenny.
-Oh Jenny-sama siete uno
splendore –disse Miroku, però
fermato dallo sguardo di Kaname.
-Sei sempre il solito
bonzo. –rispose Sango.
-All’amore!
–urlò Juuri prendendo il calice di vino, ma per
poi ritrovarsi dell’acqua. Guardò male prima la
madre e poi il compagno.
-Sai benissimo che non
puoi bere alcolici, - affermò Aki.
-Maledetto!
Non ci fu ragione che i
due si ritrovarono a rincorrersi
senza una reale motivazione, nel gruppo risero più forte
poiché assomigliavano
ad Inuyasha e al piccolo Shippo.
La serata si concluse in
fin dei conti bene.
La notte era per i vampiri
e come tale per Dafne che si
rigirava tra i corridoi.
La sua missione in
quell’epoca era finita, era il momento si
ritornare a casa. Il viaggio l’aveva fatto maturare ma anche
conoscere nuova
gente.
Sorrise senza un motivo e
sospirò.
-Mi devi uno scontro.
Una voce ben conosciuta la
fece voltare, la ragazza avvertii
il batticuore e sorrise.
-Sempre con la mania di
battersi, però accetto la tua sfida,
principe dei demoni. –gli disse, per poi richiamare Mekai che
apparve con il
fuoco azzurro –che ne dici di non perdere tempo?
In un tempo brevissimo i
due si ritrovarono a duellare a
cospetto della luna, mentre dalle finestre circostanze si affacciavano
i loro
amici.
-Sempre i soliti, non mi
stupisco della loro complicità. - disse
Inuyasha mentre fissava il fratello sorridere.
-Dafne non gliela
darà mai vinta e questo Sesshomaru lo sa
benissimo, ma vedi che c’è anche riconoscenza,
anche se non lo dice
apertamente- disse Kagome raggiungendo il compagno.
-Riconoscimento? Hai per
caso sbattuto la testa? quello
vuole solo sconfiggerla e sentirsi superiore.
-Perché vedi
solo ciò che mostra, Sesshomaru è un ottimo
stratega per quanto risulta l’emozioni.
-Per me stai vaneggiando.
-Che cosa?
-Tuttavia, non
m’importa di lui, ma di te. Ti amo, Kagome. –
le disse, prendendola dai fianchi e baciandola prima con dolcezza e
infine
intensificando il contatto. Gli era mancata come l’aria, ma
per fortuna tutto
si era risolto al meglio.
-Ti amo anch’io,
Inuyasha.
In un’altra
stanza, tra le lenzuola giaceva nudo un demone
millenario. Il suo corpo da dio copriva con la sua stazza il corpo
fragile
della sua amata.
-Che cosa stai pensando?
–chiese la moglie, accarezzando il
viso.
Toga la fissò.
–Che ho due figli simili, ma nello stesso tempo
differenti. E ti ringrazio mia amata Izayoi per questo dono. A quel
tempo
credevo che l’amore non esistesse, ma il tuo arrivo nella mia
vita mi ha
stravolto, non rimpiangerò mai quel giorno… ti
amo. –confessò per poi
abbassarsi sul viso della donna e baciandola, per poi iniziare una
nuova danza
d’amore. Ancora entrambi erano perplessi per quel stato, ma
lo avevano messo di
lato per vivere quella occasione speciale.
L’amore era un
sentimento unico, che legava i cuori più
freddi.
Al mattino i due
contendenti erano ancora lì. I loro abiti
più logori di un sacco di spazzatura stavano in piedi solo
grazie a qualche
laccio che aveva permesso di reggersi con tenacia. Sesshomaru aveva
ferite su
tutto il corpo che pian piano stavano guarendo, certo non come aveva
preavviso;
Mekai era una arma differente alle altre e i suoi colpi erano
costituiti da un
potere più forte. Però amava quello scontro,
finalmente aveva messo a nudo il
suo avversario, catalogandola come fonte di un potere immaginabile e
anche una
persona che poteva stare al suo fianco.
Dall’altra parte
Dafne rideva di cuore, imprimendo quelle
vicende nel suo cuore.
Si raddrizzò e
con una fiamma nuova si cambiò. Aprii le
braccia e degli uccelli si posarono sui palmi della mano.
-La natura è il
nostro potere. Ti ringrazio di questo
scontro, principe, adesso posso andare tranquilla. –disse. Il
demone non ci
pensò e si ritrovò a sferrare un colpo
improvviso, ma non fu così, poiché Dafne
lo predisse e come attacco lo prese dal bavero della tunica e lo
baciò.
Il demone avvertii tutti i
sentimenti che la sua
proprietaria stava mandando, però non ricambiò e
rimase fermo.
-Grazie, Sesshomaru.
– gli disse lasciando il giardino che
pian piano stava rinascendo.
-Addio.
-Non ci rivedremo
più nee-chan? Domandò la piccola Rin.
-Sempre, quando avrai
bisogno di me chiamai, io ti
raggiungerò. –disse ponendo la mano sulla sua
testolina, che annuii che si
ritirò accanto al suo demone.
Dafne fissò i
suoi compagni di viaggio, Inuyasha aveva quell’aria
balorda, ma sotto si sentiva triste per quell’addio. Sango e
Kagome l’avevano
abbracciata con impeto, le avevano detto che la volevano rivedere.
Miroku aveva
tentato di approcciare qualche gesto, ma Eddy era intervenuto e lo
aveva
bloccato con la spada. Infine Toga affianco ad Izayoi porse quella
domanda –
credo che anche per noi sia giunto il momento di andare.
Inuyasha si sentii subito
raffreddato, avere entrambi i suoi
genitori, era un sogno che si era realizzato, ma sapeva che era giusto
così.
-Sbagliato. – La
voce di dafne portò scompiglio.
-In che senso?
-Nel senso che siete
liberi. Potete vivere qui o da qualche
altra parte, la scelta cade su di voi. Questo è il mio dono
per voi. –disse.
-Dafne –sama
questo… -Izayoi non credeva alle sue orecchie,
finalmente il suo più grande desiderio si era avverato.
Vivere la sua vita con
l’uomo che amava e poi trascorrere del tempo con il suo
bambino.
-Grazie, grazie,
infinitamente. –Toga abbassò il capo come
rispetto, perché in quel momento non c’era una
ragazza ma una divinità che
aveva dimostrato il suo grande amore per loro.
-Inoltre vi dono
qualcos’altro. Mia madre ha il potere di
concedere la vita illimitata, queste sfere vi permetteranno di vivere
più
allungo del solito e anche di legarvi ai vostri compagni con una
piccola
cerimonia. Però sarà un segreto nostro, non posso
permettere che altri ne siano
a conoscenza. Sarete liberi e senza preoccupazione, Tu Kagome potrai
legarti a
Inuyasha e non avere paura di lasciarlo solo, e anche voi due. Invece
per
Miroku e Sango avete la possibilità di vivere una vita da
umani o più calma,
nel senso il vostro orologio della vita sarà più
lento, a voi la scelta.
-Oh Dafne, grazie.
–disse Sango.
-Adesso miei cari amici,
vi saluto. Non è un addio, ma un
arrivederci. Chissà se il destino ci farà
nuovamente rincontrare.
Pian piano le fiammelle
svanirono lasciando quel mondo in
pace e con una consapevolezza di aver fatto del bene. Perché
infine ciò che dai
ritorna a te in ogni modo.
Fine
Benvenuti alla conclusione
di questa storia che ha visto
alti e bassi.
Sono orgogliosa di me di
aver dato un finale. Sono stati
anni altalenanti, e dopo due anni ero ritornata con un capitolo che
pochi anno
letto ma va bene così. Amo questa mia creazione e credo che
anche voi.
Vi ringrazio per avermi
fatto crescere, sorridere e pianto.
Un grazie va a me stessa
che ha trovato la forza di dare una
fine e poi a voi.
Grazie. Sognate e vivete i
vostri desideri.
Tuttavia ci
sarà un capitolo bonus. Chissà che cosa mi
inventerò a presto.
Heart