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Autore: Syerra    23/05/2022    3 recensioni
"Tsubasa respira e cerca di mantenere il controllo” gli sussurrò in un orecchio Taro, il capitano si mosse sconnessamente sulla sedia, vide che anche gli altri compagni della Nankatsu guardavano meravigliati la donna di fronte a loro. Chi si sarebbe mai immaginato che il medico sportivo sarebbe stata la loro ex compagna di scuola.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Genzo Wakabayashi/Benji, Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Tsubasa Ozora/Holly
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti, questo è un piccolo capitolo di passaggio, a breve finirò il prossimo capitolo, sarà tutto incentrato su Sanae e Tsubasa, ma non voglio spoilerare niente. Grazie davvero a tutti coloro che leggono e a chi recensice la storia, grazie ancora.Vi lascio alla lettura, Syerra



Il parcheggio della sede di allenamento era ancora mezzo vuoto, dopo aver parcheggiato prese il cellulare e con un sonoro sbadiglio scese dalla macchina, rabbrividendo al freddo invernale. Vide arrivare anche Karl con la sua macchina sportiva nera, con passo svogliato lo raggiunse e si salutarono con un un semplice gesto della testa
“Non vedo la macchina di Genzo, strano di solito è sempre uno dei primi ad arrivare”
“Magari oggi ci ha messo di più a svegliarsi, dopotutto è arrivato ieri sera dal Giappone”
I due biondi si sorrisero a vicenda, non vedevano l’ora di prendere in giro l’amico nipponico. Kaltz aveva sentito Genzo più volte, l’aveva anche sfottuto quando ai telegiornali avevano dato la notizia della relazione del portiere con una giovane ragazza giapponese. Gli aveva scritto che aveva gli occhi a cuore mentre guardava la sua dolce metà, si stava rammollendo. A sorprenderlo era stata la risposta dell’amico - Cosa vuoi farci è l’amore -. Genzo non era mai stato incline alle relazioni amorose, lo aveva visto uscire con ragazze bellissime, di cui alcune avrebbero fatto follie per lui, ma appena la situazione si faceva più seria, il ragazzo le liquidava con un “Non voglio impegnarmi”.
Genzo li raggiunse trafelato nello spogliatoio mentre si stavano finendo di cambiare, con velocità si tolse il maglione insieme alla maglietta e con gesti veloci iniziò a vestirsi
“Buon giorno anche a te, allora come sono andate le vacanze in Giappone?”
“Benissimo. Voi tutto bene?”
Kaltz assunse la sua aria da pettegola, voleva divertirsi un po' prima dell’allenamento
“Bene, abbiamo passato il capodanno insieme ad alcuni ragazzi della squadra. Piuttosto il tuo bel fiorellino come sta, stai già sentendo la sua mancanza?”
Istintivamente Genzo fece roteare gli occhi, aveva già messo in conto di essere sfottuto dai due amici, bastava non dargli troppo corda e presto lo avrebbero lasciato in pace
“Hitomi sta bene, abbiamo passato delle vacanze stupende e mi manca. Ora andiamo o il mister si arrabbia”
Dopo la riunione, dove il mister gli illustrò i nuovi schemi e spiegò la tecnica che voleva adottare per il prossimo incontro, andarono nel campo di allenamento e iniziarono a fare la sessione di stretching e cardio. Durante l’allenamento Karl gli fece qualche battutina sul suo stato fisico, come
-Ti vedo ben allenato, devi aver fatto molto esercizio fisico- oppure – Sei molto resistente Genzo, chissà se ne avrà usufruito la tua ragazza- senza volerlo era arrossito un paio di volte, ma tentò di non cadere nella trappola. Cercò di stare lontano dai due nella pausa pranzo, ma questi non volevano demordere, così dovette sorbirsi le ennesime battutine e gli sguardi divertiti degli altri compagni di squadra. Mentre si stava cambiando tirò un sospiro di sollievo, finalmente sarebbe tornato a casa e avrebbe sentito Hitomi. Sentì una notifica del cellulare, ingenuamente aprì il messaggio e vide la foto della sua ragazza con indosso la sua maglietta e con scritto – Così mi sembra di averti più vicino- D’istinto gli spuntò un sorriso. La sera prima della partenza l’aveva vista venire a letto con addosso la sua maglietta, come la volta precedente con la camicia, l’aveva trovata sexy e aveva provato uno strano senso di possesso. Così aveva deciso di lasciargliela
“Cosa stai guardando per sorridere in quel modo”
Questa volta fu più lesto bloccando lo schermo, mise via l’oggetto del misfatto e disse solo che era un messaggio di Hitomi
“State facendo del sexting?”
“Cos- cosa cavolo stai dicendo?!”
“Eddai Gen per sorridere in quel modo è perché ti ha mandato un messaggino spinto”
“Kaltz sei davvero un depravato”
“Allora fammi vedere cosa ti ha mandato”
Il portiere lo guardò allucinato, si finì di vestire mentre rosso come un semaforo uscì dallo spogliatoio salutando alla bene e meglio e facendo ridere i due amici.
“Forse abbiamo esagerato, dovremmo smetterla”
L’attaccante e il difensore si fissarono un attimo per poi esclamare insieme
“Noo è troppo divertente”

Non aveva dormito molto, era stata agitata tutta la notte a causa del rientro in università. Dopo la serata di gala della fondazione Wakabayashi aveva ricevuto qualche messaggio dalle sue amiche, tra cui Kamiya che le chiedeva se fosse realmente lei la ragazza con Genzo, alla sua risposta affermativa le aveva chiesto come mai non l’avesse informata prima, così le aveva risposto che ne avrebbero parlato al rientro dalle vacanze invernali. Poi era stata la volta di Suo, il suo messaggio era stato dritto e coinciso Ora mi è tutto più chiaro - a sua discolpa poteva affermare di essere sempre stata ben chiara col ragazzo, non gli aveva mai dato segnali o false speranze, anzi era sempre stata abbastanza brutale. Ciò però l’aveva portata a sentirsi in colpa verso il suo ragazzo per non avergli detto del compagno di università, così una sera mentre erano sul divano a vedere un film gli aveva parlato della corte di Suo e di averlo persino schiaffeggiato. Vide la mascella di Genzo indurirsi e prendere dei profondi respiri, dopo qualche minuto, a cui lei era sembrata un eternità, l’aveva guardata col suo sguardo dolce e l’aveva baciata per poi chiederle se aveva ben assestato la sberla.
Durante il tragitto verso il suo ateneo aveva visto qualche ragazza guardarla con insistenza, forse chiedendosi si fosse davvero lei la ragazza di Wakabayshi, poteva quasi giurare di averne viste un paio indicarla. Fece un profondo respiro e poi entrò cercando con lo sguardo Kamiya. La vide in fondo all’aula, attirò la sua attenzione scuotendo leggermente la mano, quando le fu abbastanza vicino l’amica partì alla carica
“Pensavo fossimo amiche”
“Kamiya mi spiace non avertelo detto prima, non sai quante avrei voluto confidarmi con te. Te lo giuro non potevo. Ti prego perdonami”
Gli occhi color nocciola dell’amica la scrutarono attentamente
“Per farti perdonare dovrai primo aiutarmi col test di inglese, secondo offrirmi da bere alla prossima uscita e terzo raccontarmi tutta la tua storia scabrosa”
Hitomi si sentì profondamente sollevata e iniziò a ridere con l’amica
“Ora sono chiare un sacco di cose e del perché eri immune al fascino di Suo. Cavoli Genzo Wakabayashi, un vero schianto, come sono invidiosa”
Durante le lezioni l’amica le fece anche qualche domanda e la sentì sospirare con aria sognante quando le raccontò del loro primo bacio.
Mentre aspettava sulla banchina del treno vide arrivare Suo, cercò di mimetizzarsi con la folla, non aveva assolutamente voglia di parlare col ragazzo. Si mise nel punto meno in vista e attese il suo treno, secondo il tabellone sarebbe arrivato poco dopo quello del ragazzo. In pochi attimi la banchina si svuotò lasciando solo poche persone, così si sedette sulla panchina e notò in un secondo il momento il compagno di università che la stava fissando.
“Ciao, per caso stai cercando di evitarmi?”
- Beccata -
“Ciao, no perché dovrei?”
Sul volto di Suo si dipinse un’aria di scherno, non era di certo stupido
“Va bene, cercherò di far finta di crederci. Immagino che tra te e quello sia una cosa seria se ti ha presentato alla stampa”
Aveva sentito una piccola nota di disgusto nelle parole del ragazzo, sicuramente la voleva far innervosire e scaricare su di lei la frustrazione. Non aveva ne voglia e ne tempo per litigare con lui, ma doveva tenere un rapporto neutrale o avrebbe rischiato di rovinarsi l’intero anno scolastico se fosse capitata con lui in un progetto. Fece appello alla sua buona volontà
“Sì, ci amiamo molto. Senti Suo non voglio passare il resto del semestre tesa come una corda di violino con la paura di finire nel tuo stesso gruppo. Senza offesa ma sono sempre stata chiara”
Suo la fissò qualche secondo, come se stesse soppesando le parole
“Certo, seppellirò l’ascia da guerra. Sai pensavo fosse un po' una scusa quello dell’avere il ragazzo e credevo te la stessi tirando un po'. Però dopo la sera al locale ho capito che non stavi scherzando… Cazzo Wakabayashi è impossibile da battere”
Hitomi iniziò a ridere di cuore, per la prima volta aveva trovato Suo buffo e simpatico, si unì anche lui alla risata. Lo speacker annunciò l’arrivo del suo treno, si mise vicino alla banchina e poco prima di salire sentì il ragazzo chiederle
“Mitsui, se non lo avessi conosciuto tra noi due sarebbe potuto nascere qualcosa?”
Avrebbe voluto rispondergli con un semplice - Forse – ma non sarebbe stato corretto, perché non avrebbero mai potuto saperlo.
“Non credo, ciao Suo”

Una delle addette delle risorse umane le aveva dato copia della prenotazione della stanza dell’albergo dove si sarebbe tenuta la conferenza internazionale di chirurgia e ortopedia. A quanto poteva leggere il Dottor Stuart avrebbe tenuto una conferenza sulla sua nuova tecnica di chirurgia, a suo avviso meno invasiva e più efficace. Controllò le email e notò il messaggio del Dottor Mayer. Aveva conosciuto il medico durante un complicatissimo intervento di recupero di una giovane promessa del pattinaggio sul ghiaccio, in molti la davano ormai per spacciata, ma loro due si erano incaponiti e alla fine la ragazza era tornata a pattinare. Le scriveva di aver saputo da amici comuni che avrebbe partecipato anche lei al meeting internazionale e non vedeva l’ora di parlarle di una grossa novità. Gli rispose cordialmente, per poi tornare al suo lavoro. Verso le sei di sera tornò a casa e trovò i ragazzi intenti a preparare qualcosa per cena, adorava sentire le loro risate allegre e i modi buffi in cui si prendevano in giro. Durante la cena Soichiro le ricordò della festa di compleanno del suo compagno di classe e le chiese se dopo la festa poteva rimanere a dormire da loro Keitaro, alla sua risposta affermativa il bambino le diede un enorme bacio sulla guancia e corse a giocare.
“Oggi mi hanno dato tutti i documenti per la partenza. Sicura di farcela?”
“Yes, poi mamma Naoko ha detto che verranno qui ad aiutarmi, perciò parti serena e goditi la vacanza. Piuttosto vuoi fare un salto in centro al negozio di lingerie prima di partire?”
Sanae arrossì vistosamente e istintivamente afferrò il canovaccio per colpire la cognata, che ridendo si era parata dietro alla penisola
“Non dirmi che non ci hai pensato”
“Ti piace proprio mettermi in imbarazzo. Comunque hai deciso quando andare a trovare Genzo?”
“Pensavo durante le vacanze di primavera, se lui non è troppo impegnato. Per te sarebbe un problema?”
La dottoressa scosse la testa e per risposta Hitomi le fece un bel sorriso. La relazione con Genzo sembrava davvero giovare alla cognata, erano anni che non la vedeva sorridere così tanto, sembrava molto più distesa e in pace.
Prima di andare a dormire mandò un messaggio a Tsubasa, ormai mancavano pochi giorni alla partenza e non vedeva l’ora di rivederlo. Sfogliò ancora una volta la guida turistica di Barcellona,si segnò un paio di posti che voleva assolutamente vedere, già si immaginava a camminare insieme a Tsubasa per i giardini di Gaudi o per La Ramba. Senza accorgersene si addormentò con un enorme sorriso sulle labbra.

 

Mancavano solo un paio di mesi alla data presunta parto, ogni giorno che passava Yayoi si sentiva sempre più euforica. All’inizio non avevano voluto sapere il sesso del loro piccolo miracolo, ma alla fine la curiosità aveva preso il sopravvento e avevano scoperto di aspettare un bel bambino. Sotto sotto la donna sperava fosse un maschietto, perché se chiudeva gli occhi immaginava sempre suo marito giocare a calcio insieme al piccolo. Con uno sguardo pieno d’amore si era girata verso Jun, anche lui sembrava euforico, ma Yayoi lo conosceva come le sue tasche e aveva visto una sorta di ombra nei suoi occhi. Aveva aspettato qualche giorno, ma l’uomo non sembrava volerle dire cosa lo tormentasse, cercò di coinvolgerlo nella lista delle cose da preparare per l’arrivo del bambino e nella scelta dei colori della stanza, eppure non sembrava volersi sbottonare. Non potendone più una sera sbottò mentre stavano guardando il catalogo delle carrozzine
“Adesso mi dici cosa ti prende”
Il libero la guardò leggermente smarrito, come se non sapesse di cosa stesse parlando
“Lo sento Jun, c’è qualcosa che sta tormentando il tuo animo. Non vuoi più questo bambino?”
Senza volerlo la ragazza iniziò a piangere a dirotto, maledicendo i suoi ormoni
“Amore calmati, ti prego va tutto bene… ho solo paura di aver trasmesso al piccolo la mia malattia cardiaca. Ogni volta che andiamo dal medico ho una paura folle di sentirlo dire che il suo piccolo cuore ha qualcosa che non va. Se fosse così non me lo perdonerei mai”
La ragazza lo guardò con uno sguardo leggermente smarrito, non ci aveva mai pensato realmente, pensava che l’ansia durante le visite era dovuta solo al cambiamento e le continue domande erano solo perché di natura era sempre stato un po' ansioso. Un po' goffamente riuscì ad abbracciarlo a se, con dolcezza gli prese il viso tra le mani e gli diede un profondo bacio
“Il dottore ha detto che è tutto ok, perciò non ti preoccupare. Nel caso ci fosse qualche problema noi saremo più forti e lo aiuteremo a crescere. Ti amo”
Il ragazzo fece un enorme sospiro, solo Yayoi riusciva a tranquillizzarlo, si chinò sulla pancia della donna dicendo
“Hai sentito Ryuu, la mamma è proprio una forza”
“Hey non abbiamo ancora deciso il nome, non puoi prenderti certe libertà”
Jun iniziò a ridere e continuò a parlare alla pancia di Yayoi.



 

   
 
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