Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Stillathogwarts    02/06/2022    2 recensioni
"Un minuscolo errore, uno stupido, piccolissimo, semplice e all'apparenza innocuo dettaglio, e la sua vita sarebbe stata completamente diversa."
- Dalla Storia
--------------------------
Draco e Hermione vengono convocati con urgenza da Harry Potter al Dipartimento Auror per occuparsi di una faccenda che li riguarda personalmente e che farà crollare tutte le loro certezze.
Aiutando il suo sosia e sua moglie a tornare nella loro dimensione d'origine, Draco Malfoy capirà l'importanza delle piccole azioni e imparerà a cogliere l'attimo e a lasciare andare il suo passato una volta per tutte.
OneShot in 2 parti/Dramione
Genere: Angst, Avventura, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Più contesti
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'Multiverse of Madness [Dramione]'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Draco & Hermione
Nel Multiverso Della Follia


PARTE 2

 

Draco li aveva visti sparire davanti ai suoi occhi, mano nella mano. Complici.
Insieme, come sempre gli aveva sentito dire all’inizio di tutta quella storia, storia che ora odiava più di quanto non avesse fatto quando era iniziata.
Perché ora Draco sapeva che non solo aveva sbagliato tutto, ma che stava perseverando nei suoi errori; stava ancora cercando, in qualche modo, di rendere suo padre orgoglioso; stava ancora negando a sé stesso una possibilità e questa volta non aveva alcuna bacchetta puntata contro la gola: stava scegliendo di non rischiare, perché l’alternativa lo spaventava a morte. La possibilità che non fosse all’altezza di una seconda occasione, che la vita che aveva visto appartenere al suo doppelganger non fosse fatta per lui, che l’idea che potesse essere felice anche lui, che in qualche modo potesse meritarla, quella felicità, fosse solo una mera illusione.
Era tornato al Ministero e aveva incrociato la Granger proprio sulla porta di ingresso.
«Sono andati» le aveva detto.
Lei aveva annuito e aveva sorriso.
Gli aveva sorriso e un moto di calore a lui sconosciuto prima di quel momento si era diffuso nel suo petto.
Un passo, solo un piccolo passo… E potresti essere quel Draco.
«Granger, ascolta…»
Mi dispiace. Una possibilità. Scegli di rischiare.
«Hey, Mione!»
La voce di Ronald Weasley arrivò forte e chiara alle sue orecchie, troncando in pieno qualsiasi cosa stesse tentando di dirle; si era avvicinato ai due e lo aveva guardato con la fronte corrugata, il sospetto stampato in volto.
«Malfoy.» lo aveva salutato gelidamente, cingendo le spalle della Granger con un braccio.
«Weasley.» aveva risposto lui, mentre una strana e sconosciuta sensazione si andava formando all’altezza del suo stomaco. Poi aveva rivolto un cenno del capo alla ragazza e si era indirizzato verso il punto di Apparizione dal quale era comparso.
Si era voltato giusto un secondo, appena in tempo per vedere i due allontanarsi, camminando mano nella mano, ridendo.
Aveva chiuso gli occhi, pensando che tanto lui non sarebbe mai stato in grado di rendere felice quella ragazza, e qualsiasi suo tentativo di avvicinarsi a lei sarebbe stato solo un’altra indicibile azione da aggiungere alla lista delle cattiverie che le aveva fatto, perché, ne era sicuro, prima o poi l’avrebbe ferita comunque; così era tornato alla solitudine e alla tetraggine del Manor, rassegnato ad una vita senza colore.
Tu non sei quel Draco Malfoy e lei non è quella Hermione Granger, si disse.
Non lo sarete mai.
✦✦✦
Hermione Granger e Ronald Weasley avevano annunciato il loro fidanzamento ufficiale una settimana dopo; Draco Malfoy aveva conosciuto Astoria Greengrass quella dopo ancora.
Si erano sposati nei giardini del Manor. Astoria lo aveva reso un uomo migliore, ma mai quanto avrebbe potuto fare lei. Lo aveva reso felice, ma mai quanto aveva visto la Granger alternativa rendere felice il suo doppelganger. Gli aveva dato un figlio meraviglioso e quella era l’unica cosa che non aveva motivo di invidiare alla sua controparte di chissà dove.
Alla fine, aveva trovato il coraggio di sfidare suo padre; di opporsi al suo volere di cercare una Purosangue tradizionalista con cui legarsi; di lottare… anche se per la ragazza sbagliata. Ma lui alla fine Astoria l’aveva amata, a modo suo; ci aveva tenuto abbastanza da essere disposto a mettere un punto alla dannata linea dinastica dei Malfoy, pur di averla per qualche anno in più, pur di ritardare il momento in cui sarebbe tornato ad essere solo. Pur di non permettere alla maledizione che affliggeva il sangue della donna di consumarla più rapidamente; ma lei aveva voluto dargli un figlio ugualmente, aveva voluto lasciare al suo fianco quel bambino così simile a lui fisicamente, ma che aveva fatto in modo di crescere affinché fosse l’opposto di quello che era stato lui; qualcuno che gliela ricordasse quando non ci sarebbe stata più. E Astoria lo aveva appoggiato, avendo anche lei ripudiato quell’orrenda ideologia con cui erano stati cresciuti, quando Draco aveva deciso di sfidare entrambe le loro famiglie e insieme si erano rifiutati di crescere Scorpius secondo la linea purosanguista; lo aveva assecondando, nella sua decisione di sostenere il figlio quando era tornato da scuola e aveva annunciato davanti a tutti di essere innamorato di Rose Weasley, - Draco lo aveva trovato alquanto ironico, anche se non lo aveva detto a nessuno.
E Draco aveva avvertito il dolore per la sua perdita, quando era morta, insieme al senso di colpa per l’essere stato amato così profondamente da una donna, mentre nel suo cuore il vuoto lasciato dall’idea di quello che avrebbe potuto avere con Hermione Granger non era mai stato colmato.
✦✦✦
Non aveva più avvertito quel calore nel petto quando qualcuno gli sorrideva, quello che aveva avvertito con la Granger, finché non era nato Scorpius e, mentre ci giocava insieme di nascosto, gli aveva sorriso, posando una piccola manina sulla sua guancia e facendo scogliere uno strato di ghiaccio nel suo cuore; Astoria non era mai stata in grado di fargli provare qualcosa neanche di lontanamente simile a quella sensazione.
Non aveva più rivisto Hermione Granger dopo quel giorno al Ministero, quando aveva guardato la giovane ragazza allontanarsi al fianco di un altro uomo, un uomo che non era lui e che non sarebbe mai stato lui.
Dopo un po’ di tempo, Draco si era convinto nella totale inesistenza di una qualche forma di fato e che solo perché due persone erano destinate a stare insieme in un universo, non voleva dire che lo fossero in tutti; si era convinto che, infondo, Astoria era stata per lui molto più di quello che avrebbe mai pensato di poter avere e che forse era semplicemente quello tutto ciò che la vita aveva in serbo per lui. Ed era già finita.
Aveva rivisto la Granger per la prima volta a King’s Cross, quando aveva accompagnato Scorpius a prendere l’Espresso per Hogwarts all’età di undici anni.
L’aveva vista stringere tra le braccia sua figlia e sorridere ai vecchi compagni di scuola che incrociava e che accompagnavano a loro volta la loro prole.
Nessuno, però, sorrideva a lui.
I Purosangue lo disdegnavano e giudicavano perché aveva abbandonato la linea purosanguista, chi era stato dall’altra parte della guerra lo considerava un traditore senza spina dorsale. Nessuno aveva mai avuto modo di vedere qualcosa di buono in lui e nessuno aveva mai anche solo accennato a dargli una seconda opportunità.
Aveva visto Potter e gli aveva rivolto un rapido cenno del capo; la Granger, poco distante da lui, gli aveva rivolto una rapida occhiata e un mezzo sorriso. Astoria aveva posato una mano sul suo braccio proprio in quell’istante, per attirare la sua attenzione, rompendo il contatto visivo con la donna che, in un’altra vita, avrebbe potuto essere la sua.
✦✦✦
Scorpius aveva iniziato ad uscire ufficialmente con Rose e Draco la Granger aveva ripreso a vederla; aveva iniziato a frequentarla. Cene, aperitivi, balli; serate a casa Potter.
Le aveva detto che gli dispiaceva per tutto quello che aveva fatto in passato in una di quelle occasioni.
Poi aveva scoperto che la Granger aveva divorziato da Weasley l’anno prima, quando durante la festa per il compleanno di Potter, - erano invitati perché il figlio, Albus, era il migliore amico di Scorpius, altra cosa che Draco aveva trovato intrinsecamente ironica -, era riuscito per la prima volta a chiamarla «Weasley» e lei lo aveva corretto dicendogli «Veramente, è di nuovo Granger».
Il rosso lo aveva corretto a non finire, da quando le loro vite si erano intrecciate nuovamente per via dei rapporti tra i loro figli; per lui era sempre stata la Granger. Forse perché era l’unico altro cognome che gli era parso suonare bene accanto al suo nome, dopo che aveva sentito come suonava accanto a Malfoy.
Era stato così impegnato a prendersi cura di Astoria nei suoi ultimi mesi e a logorarsi dopo la sua morte che aveva ignorato completamente le edizioni della Gazzetta del Profeta che gli venivano recapitate al Manor; si era tagliato fuori dal mondo esterno e, ad un certo punto, era finito con l’allontanarsi anche da suo figlio. Ma poi aveva ritrovato il modo di riavvicinarsi a lui e il loro rapporto era migliorato ulteriormente, una volta superato quel momento, anche se Draco era consapevole di aver fallito un’altra volta; sapeva che avrebbe dovuto mettere da parte il suo dolore per alleviare quello di Scorpius.
Mi dispiace, figlio mio. Sono un codardo e un fottuto egoista. Lo sono sempre stato. Ma tu no.
Tu no, ed è questo ciò che conta.
✦✦✦
Era finito a letto con la Granger pochi mesi dopo, nessuno dei due avrebbe saputo dire come.
Erano ad una festa e lei era bellissima, in un abito blu pervinca, stessa tonalità di quello che aveva indossato al Ballo del Ceppo durante il loro quarto anno a Hogwarts, quando per la prima volta lo aveva fatto restare con il fiato mozzato; Draco aveva quasi riso all’ironia. Quella volta, però, non avrebbe dovuto autoconvincersi di trovarla ripugnante. Aveva potuto ammirarla senza problemi... finché lei non si era accorta che la stava fissando. Allora si era fatto coraggio e l’aveva invitata a ballare e lei, esitante, aveva accettato. La Donnola, poco più in là con la sua nuova fiamma, o vecchia, considerando che ci era andato insieme al Ballo del Ceppo, non sembrava contento della cosa. Ma Draco e Hermione ci avevano fatto a malapena caso.
I loro figli avevano insistito per restare a dormire dai Potter e lui era finito a casa della Granger per il bicchiere della staffa. Lei gli aveva chiesto come stava, per via di Astoria, e lui le aveva chiesto di Weasley. Hermione gli aveva spiegato che non andavano più d’accordo, che quando i ragazzi non c’erano non facevano altro se non litigare, finché lei non ne aveva avuto abbastanza e aveva chiesto il divorzio. Ron non si era opposto, era stanco anche lui di non sentirsi alla sua altezza. Draco le aveva confidato le sue paure riguardo l’idea di dover crescere Scorpius da solo, quando lui per primo non aveva dei buoni esempi genitoriali da cui trarre spunto; lei aveva posato una mano sulla sua e gli aveva detto che aveva fatto un ottimo lavoro fino a quel momento e che era sicura avrebbe continuato a farlo.
Quando Draco aveva provato a baciarla, lei lo aveva respinto; gli aveva detto che non potevano, che avrebbero dovuto pensare prima a Scorpius e Rose, che loro erano più importanti e non potevano rischiare di incasinare la loro vita. Lui le aveva detto che non sarebbero magicamente diventati imparentati se loro avessero iniziato una relazione, che erano abbastanza grandi per capire.
«Capire cosa, Draco?» gli aveva chiesto lei, confusa da quel discorso.
«Capire che avresti dovuto essere mia fin dall’inizio» le aveva risposto lui.
E poi l’aveva baciata e lei non si era opposta.
✦✦✦
Quarant’anni per i maghi corrispondevano a venti per i Babbani; non solo fisicamente, dato l’invecchiamento rallentato dopo la pubertà, ma anche a livello di durata della vita; un mago viveva in media centoquaranta anni e cento anni da soli erano una prospettiva orrenda da immaginare.
Hermione aveva alla fine accettato di dare una vera occasione alla sua storia con Draco; non aveva più avuto la forza di negare che anche lei non aveva fatto che chiedersi se non fosse destinata a stare con lui, da quando avevano vissuto quella surreale esperienza con i loro doppelganger; da quando li aveva visti insieme ed erano divenuti il suo metro di giudizio in fatto in relazioni e il motivo per cui, dopo quella faccenda, Ron non era più stato in grado di farla sentire soddisfatta a pieno della loro. Solo che se n’era accorta troppo tardi e a suo modo, lei lo amava; lo aveva amato finché il loro rapporto non era diventato ingestibile e soffocante.
Ma quarant’anni non erano davvero niente per i maghi.
Per avere una seconda possibilità.
E Scorpius e Rose non avevano avuto niente da ridire, nonostante lo shock iniziale, quando glielo avevano detto.
Draco aveva voluto fare la prima apparizione pubblica subito dopo, durante un galà al Ministero.
«Non ho intenzione di nascondermi, Granger. E non ho intenzione di lasciare credere al mondo che tu sia una donna libera.» aveva affermato irremovibile. «Ho aspettato abbastanza e McLaggen ti ronza già troppo intorno, per i miei gusti.»
Lei si era limitata a sorridergli, scuotendo il capo; non avrebbe mai detto che Draco Malfoy potesse essere il classico tipo maledettamente geloso… o forse aveva perfettamente senso.
Le aveva regalato una collana quella sera, che Hermione aveva trovato estremamente eloquente.
«Draco» gli aveva detto a mo’ di rimprovero. «Questo non è un regalo»
Rimandava all’idea di un elegante e delicato serpente che la avvolgeva tra le sue spire, quello era l’effetto che dava una volta indossata sul suo collo.
«È una provocazione. Sai che anche Ronald sarà lì. Non posso indossarlo.»
Lui allora le aveva rivolto un sorriso alla Malfoy e si era avvicinato al suo orecchio, per poi sussurrarle «è una rivendicazione, Granger. Sei mia. E la indosserai eccome.», mentre le faceva scivolare le dita lungo l’interno della coscia.
Hermione aveva indossato la collana, quella sera… Ma aveva anche imparato come giocare con Draco Malfoy. E prima o poi, lo avrebbe usato a suo vantaggio.
✦✦✦
Le aveva chiesto di sposarlo l’anno dopo.
Ron ormai si era rassegnato all’idea di vederla con Malfoy, anche se rabbrividiva al pensiero che a breve avrebbe portato quel cognome; ma sapeva anche e in cuor suo doveva ammetterlo, che il loro di matrimonio non era mai stato destinato a durare. Erano troppo diversi e si conoscevano troppo bene per sopportarsi per oltre cento anni. Voleva che fosse felice, però, e in nome della loro storica amicizia e dell’amore per i propri figli si erano impegnati per mantenere vivi e amichevoli i rapporti tra loro.
Aveva minacciato Draco, una volta, dicendogli che se le avesse spezzato il cuore se la sarebbe vista con lui, perché lei era sempre Hermione Granger e lui restava un terzo del trio.
L’ex-Serpeverde aveva ruotato gli occhi e gli aveva assicurato che non aveva la minima intenzione di sbagliare nulla, con la Granger. E Ron si era messo l’anima in pace, dopo quella conversazione.
Lucius, invece, era andato su tutte le furie; non aveva armi per opporsi, avendo suo figlio già ricevuto la sua eredità, allora si era presentato con un fottuto contratto di matrimonio, che Draco non aveva neanche degnato di uno sguardo prima di negare.
«Non ho problemi a firmarlo» aveva detto invece Hermione. «Non voglio i vostri soldi, Signor Malfoy. Suo figlio è tutto ciò che mi interessa della sua famiglia.»
Ma Lucius le aveva rivolto un ghigno perfido e le aveva detto: «Oh, non avevo dubbi, signorina Granger. L’accordo non riguarda i soldi.»
Draco aveva fulminato il padre con lo sguardo.
«Acconsentite a non avere mai dei figli insieme e non mi opporrò. Vinciamo tutti.»
Hermione era rimasta interdetta; non avevano mai parlato di quello, anche se forse avrebbero dovuto. I maghi avevano figli in tarda età, spesso; erano loro che avevano fatto tutto quando erano ancora molto giovani. Un’eccezione, più che la regola.
«No.» aveva detto Draco, in un tono così gelido che batteva persino quello con cui le si rivolgeva a scuola.
Lei si era voltato a guardarlo con le labbra schiuse, sorpresa. L’aveva presa per mano e l’aveva fatta alzare dalla sedia su cui era seduta. «Ce ne andiamo, Granger. Te l’avevo detto che non avremmo dovuto dargli udienza.»
Non viveva più al Manor, Draco. Si era trasferito a casa di Hermione, quella in cui lei aveva vissuto fino al momento in cui aveva dovuto obliviare i suoi genitori e che aveva ereditato successivamente; era tornata a vivere lì dopo il divorzio, lasciando la sua vecchia casa a Ronald. Non era mai riuscita ad annullare l’effetto dell’incantesimo di memoria.
Draco non aveva sentito la mancanza del Manor neanche per un secondo; la villetta della Granger non era enorme come il castello dei Malfoy, ma era grande, a tre piani e… ed era accogliente e sapeva veramente di casa. E lui la adorava, adorava il calore che avvertiva tra quelle mura; adorava l’idea che fosse solo loro e che lei avesse deciso di condividere con lui qualcosa che aveva tanto valore affettivo per lei.
«Hai già un erede» aveva insistito Lucius seguendolo per i corridoi di Malfoy Manor.
Hermione odiava quel posto, le riportava a galla brutti ricordi; Draco non le aveva lasciato la mano neanche per un momento.
«Uno Purosangue» si era preso l’accortezza di specificare. «Non c’è motivo di inquinare
Non lo aveva lasciato finire di parlare. Gli aveva puntato la bacchetta alla gola.
«Non ti premetterò di parlare in questo modo. Ricordati che questa resta comunque casa mia e mai, mai nella vita ti consentirò di insultarla. Non sfidare la mia pazienza, padre» gli aveva ringhiato contro con ribrezzo e astio.
Aveva ritratto la bacchetta solo quando aveva avvertito il tocco gentile della sua donna sul suo braccio.
«Lascia stare, Draco» gli aveva sussurrato. «Non ha importanza.»
Narcissa aveva deciso in quel momento che quella volta non avrebbe detto mezza parola in sostegno del marito; non aveva mai visto suo figlio in quel modo e lei non avrebbe mai sopportato di perderlo.
✦✦✦
«Non credevo che volessi altri figli» gli aveva mormorato esitante Hermione quella notte, il viso nascosto nel suo petto.
«Tu no?» le aveva domandato lui, avvertendo il suo stomaco sprofondare.
Cazzo, sì, lui ne avrebbe voluto almeno un altro. Con lei.
«N-non ci avevo pensato. Io avevo dato per scontato che…» non aveva finito quella frase.
Draco aveva chiuso gli occhi e aveva espirato profondamente.
«Credi che io abbia ancora dei problemi con le tue origini, dopo… tutto?»
Tutto quello che abbiamo passato e tutto quello che abbiamo vissuto insieme, avrebbe voluto aggiungere, ma lei aveva replicato subito dopo quella domanda.
«Non era quello che intendevo.»
«E allora perché diamine avresti dovuto dare per scontato che non avrei voluto dei figli da te?» le aveva domandato con aria offesa e irritata al contempo.
Non si fidava, di lui?
«Sposarci è un conto, Draco. Questo è un altro, con implicazioni diverse
Una risatina amara aveva lasciato la sua gola. «Credevi che non avrei voluto un figlio Mezzosangue?»
Si era alzato dal letto e si era diretto verso la finestra, portandosi le mani a massaggiarsi le tempie. «Te lo devo ricordare, che non sono stato io ad oppormi alla storia tra Rose e Scorp all’inizio? Che è stato Weasley a farlo?»
«Un figlio Mezzosangue, da una Nata Babbana. È una cosa totalmente diversa da ciò che riguarda i ragazzi…» aveva provato ad obiettare lei. «Che comunque sono troppo giovani per preoccuparsi di queste faccende…»
«Granger, per favore» le disse infilandosi la camicia e precipitandosi sulle scale. Aveva bisogno d’aria.
Hermione si era infilata immediatamente la vestaglia e lo aveva seguito di sotto.
«Draco, non la prendere così male. Ne stiamo solo parlando»
«Parlando di cosa? Sai che cosa vuol dire, questo, Granger?» le aveva quasi urlato contro. «Che per tutto questo tempo, mentre io non ho fatto che pensare a come cavolo renderti felice per il resto della tua vita, mentre io non ho fatto altro che cercare di meritarti anche solo un pochino e meritarmi questa cazzo di felicità, mentre non ho fatto altro che innamorarmi di te, pensando di avertelo fatto capire, porca puttana, quanto sei importante, tu pensavi di essere cosa, esattamente? Un contentino
Lei lo aveva guardando spiazzata, con le labbra dischiuse per lo stupore, sbattendo le palpebre incapace di parlare.
«O forse sono io il tuo contentino, Granger?» aveva aggiunto dopo, con la voce che gli si era spezzata a metà domanda. «O forse semplicemente non vuoi avere un figlio da un ex-Mangiamorte riformato?»
«Non osare, Draco Lucius Malfoy» si era infervorata Hermione, colpendolo su un braccio. «Non osare parlare in questo modo e soprattutto non osare insinuare in alcun modo che io non ti ami o sminuire quello che significhi per me solo perché ho avuto un piccolo dubbio»
«Non è piccolo, Granger.» aveva ribattuto lui mestamente, distogliendo lo sguardo da lei. «Ed è questo tuo piccolo dubbio che sminuisce tutto
La donna chiuse gli occhi e respirò a fondo per tranquillizzarsi. «Non ho dubitato di te o dei tuoi sentimenti per me, non credo tu stia capendo-»
«Sei tu che non capisci» aveva insistito lui. «Sei tu che non capisci che voglio tutto. E che non c’è niente, niente, del Draco Malfoy di prima, rimasto in me.»
✦✦✦
«Potter, ti giuro, se non mi fai partecipare a questa cosa ti metto sotto Imperius e otterrò ugualmente quello che voglio!» urlò Draco con la bacchetta sguainata.
Era la prima volta che si scontravano apertamente dai tempi della scuola. Il moro avrebbe potuto ribattere che lui alla Imperius tanto sapeva resistere, ma ingoiò quella tentazione.
«Hermione mi ucciderebbe se te lo permettessi» protestò Harry, alzando le mani in aria. «Non sei addestr-»
«Ho vissuto con Voldemort in casa mia per due anni, per Salazar non ho bisogno di un fottuto addestramento!»
L’ex-Grifondoro aveva sgranato gli occhi nel sentire Draco Malfoy pronunciare il nome di Voldemort apertamente.
«Stanno attaccando i Nati Babbani. Voglio aiutarvi a catturare quei bastardi» insisté il biondo, guardandolo in cagnesco. Se solo gli avesse ripetuto di no…
«Malfoy, non posso farti partecipare alle spedizioni e non c’è bisogno che ti spieghi il perché»
Il Marchio, quella sua stupida orrenda cicatrice che gli aveva rovinato ogni prospettiva di carriera, lasciandogli la sola possibilità di intraprenderne una come Pozionista e Ricercatore Alchimista. Scontato.
«Hai ancora pregiudizi, Potter?» sbottò lui, inarcando un sopracciglio. «Devo ricordarti chi è mia moglie? Che, tra parentesi, è davvero molto incinta e io ho davvero tanto bisogno che questa faccenda venga archiviata il più in fretta possibile così che lei possa smettere di dirmi che sembro un segugio seguendola ovunque.»
«Hermione sa difendersi da sol-»
«Molto incinta, Potter» ripeté minaccioso Draco. «Molto incinta.»
Harry deglutì. «E va bene. Ma se mi ammazza…»
«Tanto sei immortale, cazzo, Potter. Non rompere.»
Il moro rise, suo malgrado.
✦✦✦
«Ho paura» aveva confessato loro la figlia prima di salire sull’Espresso per Hogwarts per la prima volta nella sua vita.
«Di cosa, tesoro?» le aveva chiesto Hermione, mentre entrambi si chinavano alla sua altezza per guardarla negli occhi.
«Se finisco a Grifondoro deluderò papà» aveva detto lei triste. «Se finisco a Serpeverde, deluderò te»
Aveva in qualche modo ereditato i capelli e il colore degli occhi di Draco; Hermione aveva insistito che quei tratti fossero recidivi, che probabilmente avrebbe preso i suoi, di colori… Ma lui si era limitato a rivolgerle un ghigno e a proporle una stupida scommessa che aveva pagato per settimane, dopo la nascita della bambina. Salvo poi spiegarle mesi dopo che il motivo per cui i Malfoy ereditavano tutti quei tratti particolari era dovuto a una magia legata al sangue; Hermione avrebbe voluto affatturarlo per essersi approfittato della mancanza di quella nozione tra le sue conoscenze, ma segretamente era contenta che la figlia non avesse ereditato i suoi colori ordinari… E poi, da quella scommessa, aveva tratto beneficio anche lei.
«Non ci deluderai in alcun caso, Cassie» l’aveva tranquillizzata Hermione. «Saremo sempre orgogliose di te, in qualsiasi Casa finirai.»
✦✦✦
«Draco» lo chiamò Hermione dopo aver finito di leggere la lettera che Cassiopea gli aveva inviato.
La testa dell’uomo fece capolino dalla porta del bagno, la barba tagliata solo a metà.
La donna gli sorrise e lui assottigliò gli occhi.
«Cassie è in Corvonero.»
Draco imprecò.
«Lyra!» gridò correndo nel corridoio, diretto verso la camera della figlia più piccola. «Ricorda il nostro piccolo segreto.»
Lyra era stata il risultato della scommessa che Draco aveva vinto anni addietro; lei e Leo, il suo gemello. Hermione non aveva scommesso, quella volta.
«Quale segreto?» domandò Hermione studiandoli sospettosa.
«Mamma» le disse lei in tono risoluto. «È un segreto»
Draco rivolse alla moglie uno dei suoi ghigni vecchio stampo.
✦✦✦
«Lo hai voluto chiamare Leo» aveva insistito Draco. «Per forza sarebbe finito a Grifondoro. Hai barato anche tu.»
Hermione gli aveva sorriso. «Hai detto a Lyra di scegliere Serpeverde. Questo è barare.»
«Sì, ma Cassie non ne sapeva niente e ha detto che il Cappello l’ha smistata prima ancora di toccare i suoi capelli» aveva ribattuto fiero lui.
«Hanno separato i gemelli. Non ti dispiace neanche un po’?»
«No. Sono la sintesi perfetta, Granger. Cassie ha il nostro cervello, Leo il tuo coraggio, Lyra la mia determinazione. È perfetto» aveva concluso Draco stringendola tra le braccia.
«E saranno tutti e tre dei grandissimi stronzi» concluse la donna, poggiando il capo sul suo petto. «Io speravo segretamente finissero in Tassorosso»
Lui le rivolse un’occhiata sconvolta.
Hermione alzò gli occhi al cielo. «È la casa migliore, con le qualità migliori. È per questo che ci finiscono in pochi.»
«Non sono affatto convinto.» affermò Draco dubbioso. «E poi i colori di Tassorosso non starebbero affatto bene con il biondo platino. Che orrore!»
La donna rise, poi si sollevò su un gomito e lo baciò.



⸻⸻⸻
Salve a tutti!
Questa versione breve della storia finisce qui; l'avevo pensata come una OS inizialmente, che poi si è rivelata troppo lunga in fase di stesura e ho optato per una divisione in due parti. Successivamente mi sono venute altre idee sull'argomento e ho deciso di scrivere una versione alternativa estesa a sette capitoli (ripeto, il primo è uguale alla prima metà della prima parte di questa versione; da lì poi la storia avrà uno sviluppo del tutto diverso). Mi farebbe piacere se passaste a leggere anche l'altra versione: si tratta di un vero e proprio viaggio nel Multiverso, in cui Draco e Hermione avranno l'occasione di incontrare svariati doppelgager con storie diverse alle spalle, cosa che li porterà a riflettere su determinati punti nella loro vita. 

Ci tenevo inoltre a ringraziare chiunque abbia letto e recensito la mia storia, per chi scrive è sempre bello ricevere un feedback (in positivo o in negativo, si impara anche dalle critiche). Spero che anche questa seconda parte sia stata di vostro gradimento!
Ultima cosa, volevo dirvi che mi trovate anche su Wattpad e AO3 con lo stesso nick! 
A presto!
Stillathogwarts

 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Stillathogwarts