Ringrazio prima di tutto Tawariell per aver recensito in maniera fino ad ora positiva la storia! Spero continuarai a farlo
Ho pubblicato un bel po' di capitoli in più (dal 4° all'8° ) in modo da dare una svolta agli eventi. Vorrei davvero conoscere l'opinione di chi mi sta leggendo, perciò non fate i timidi e lasciantemi un commento !!
Vi aspetto e alla prossima !!!
Il
mattino seguente un sole tiepido illuminò un cielo limpido
e senza nuvole. La luce penetrò attraverso le tende della
camera dove Eragon riposava.
Il ragazzo aprì gli occhi e si voltò a guardare
in direzione di Arya. L’elfa
era sdraiata al suo fianco e lui si sistemò di lato con le
braccia incrociate
dietro la testa per poterla osservare. Stette così ad
ammirarla per alcuni minuti
fino a quando Arya non mosse la testa verso di lui. Le palpebre le
tremolarono
appena prima di aprire gli occhi e sorridergli non appena si rese conto
del suo
sguardo.
–
Buongiorno amore mio – la salutò lui facendo
scorrere lo
sguardo lungo i suoi lineamenti delicati –
älfr
erst svo fallegur *[come
sei bella] -
A
quelle parole Arya arrossì appena. L’uso
dell’antica
lingua vincola chiunque la usa a esprimere solo ciò che
rappresenta il vero ed Eragon
non perdeva mai occasione di utilizzarla per esprimere quello che
provava per
Arya.
-
Erlun ono *[grazie] se
continui a dirmelo, potrei finire per crederci… -
-
Lo sai che non mi stancherò mai di dirtelo –
Arya
si puntellò su un gomito e gli scoccò un bacio
sulle labbra pieno di promesse e desiderio. In quel momento, qualcuno
li interruppe
bussando alla porta. – Tu rimani qui – lo
fermò lei puntandogli un dito sul
petto. Poi sistemandosi un telo intorno al torace andò ad
aprire la porta.
Eragon
riconobbe la voce di Alicia. Era venuta ad
avvertirli che il re li attendeva nella sala del trono. Il tono della
sua voce
tradiva una certa urgenza.
-
Grazie Alicia, so la strada puoi aspettarmi li –
La
sentì chiudere la porta e tornare a letto per abbracciarsi
ancora una volta a lui. Il ragazzo la strinse a sé poi con
un sospiro disse
solo.
-
Dobbiamo andare, vero? – chiese sapendo già la
risposta.
-
Temo di sì - gli disse lei appoggiando la testa al suo
petto.
-
Che cosa potrebbe essere di tanto urgente? – chiese
l’elfa mentre Eragon le accarezzava i capelli corvino in
tutta la loro
lunghezza. – Non lo so ma anche Saphira… mi sta
dicendo di andare –
Arya
rivolse ad Eragon uno sguardo corrucciato. – Non
intendo toglierti gli occhi di dosso questo volta. Ti ho lasciato per
un attimo
e ho rischiato di perderti, non lo farò una seconda volta.
–
Eragon
ebbe un brivido prima di baciarla ancora una
volta.
-
Non vado da nessuna parte. -
Con
queste parole si alzarono dal letto e dopo essersi
vestiti si diressero verso la sala del trono.
Dalla
porta poterono scorgere le figure di
Murtagh e Jill e subito dopo quelle di Arold e Xavier. Tutte si
trovavano in
semicerchio intorno a qualcosa che Eragon non riusciva ancora a
individuare. Che
cos’è questo mistero Saphira, avanti puoi dirmelo?
Pazienta
e lo vedrai fu
la sola risposta
della dragonessa.
-
Sire, Arya ed Eragon sono qui – annunciò uno
degli intendenti.
I
due avanzarono e poterono infine scoprire
cosa aveva causato tanto trambusto. Al suolo c’era il giovane
Reafly che giaceva
a terra dormiente con un cucciolo di drago appoggiato sul petto.
-
Li hanno trovati così i maghi che ogni mattina
vengono a togliere il sigillo alla stanza – disse il re
mettendoli al corrente
della situazione.
Saphira
tu lo sapevi?
Se
non fossi stato impegnato a fare altro,
ti avrei avvertito prima… Eragon
divenne rosso e si concentrò sul draghetto mentre
sentiva Saphira sogghignare.
Murtagh
si girò a guardare il fratello con
una espressione sorpresa sul volto. Abbiamo un nuovo cavaliere
Gli
disse mentalmente. Eragon lo ricambiò felice
di cabiare discorso. Già…
Nonostante
tutto non mi sembri affatto
stupito
Hai
ragione, ma neanche tu …
No
fratello anche se qualche domanda me la
sto ponendo. Eragon
gli annuì mentalmente entrambi consapevoli che qualcosa non
tornava.
Arya
nel frattempo si era chinata sul
piccolo e posandogli una mano sulla fronte disse rivolgendosi a tutti:
-
Il piccolo deve essere crollato esausto. Troppe
emozioni tutte insieme –
-
Ma come ha fatto ad entrare se la sala era
sigillata? – Chiese il Re Arold,
Fu
Arya a intervenire ancora una volta.
-
Per rompere una magia c’è bisogno di
un’altra uguale o più forte – rispose
Arya in tono pacato. – e i draghi più di
tutti ne sono legati in un modo che nemmeno noi elfi comprendiamo
appieno. Non
bisogna stupirsi di quello che accade in loro presenza. –
In
quel momento Reafly si mosse e tutti si girarono
a guadarlo.
Reafly
batté gli occhi un paio di volte e si
stiracchiò emettendo un sonoro sbadiglio prima di rendersi
conto di tutti gli
occhi puntati su di lui.
-
Alla buon’ora ragazzo! – lo rimproverò
bonariamente Xavier con più entusiasmo del dovuto. Era
evidente il sollievo
dell’uomo nel vedere che stava bene.
Reafly
si tirò subito su stringendo di
istinto il cucciolo di drago a sé. Il drago svegliato anche
lui dai movimenti
del ragazzo iniziò a pigolare.
-
Stanotte non riuscivo a dormire – iniziò a
biascicare non sapendo come iniziare a raccontare quello che era
successo
quella notte. Passò il suo sguardo da l’uno
all’altro viso – Qualcuno mi
chiamava – concluse quindi finì con il guardare il
drago.
-
ho trovato la porta della stanza aperta e
sono entrato –
-
Non devi darci altre spiegazioni Reafly.
Quello che successo stanotte è a dir poco eccezionale
–
Era
stata Arya a parlare. Realfy guardò prima
l’elfa poi cercò con lo sguardo Murtagh ed Eragon.
I due cavalieri erano dietro
di lei e gli sorridevano.
-
Arya ha ragione, non devi preoccuparti.
Piuttosto come ti senti? – gli disse Murtagh posandogli una
mano sulla spalla.
-
Io non lo so… sono un po’ stordito – il
cucciolo emise in risposta una serie di pigolii. Reafly gli sorrise
debolmente poteva
sentire la sua suggestione di fronte ai due cavalieri. Si
passò il dorso della
mano destra sulla fronte. A quel movimento il Gedwey-ignasia
sul suo
palmo brillò. Reafly scostò la mano ancora
dolorante e rivolgendo il palmo in alto
la girò.
-
Sarà bene che vada a riposare nella tua
camera – gli disse Arya. – Ti
accompagnerò io se non vi dispiace – disse
l’elfa
aiutandolo ad alzarsi. Reafly si lasciò guidare
Re
Arold guardò il ragazzo mentre si
allontanava con Arya per poi girarsi versi i due cavalieri.
-
Ed ora cosa avete intenzione di fare? –
disse il re affascinato e allo stesso tempo turbato – So
molto bene che questa
guerra non vi appartiene ma Reafly ne è coinvolto. Lo
addestrerete come
cavaliere dei draghi? –
Eragon
e Murtagh si guardarono negli occhi
ma prima che potessero parlare vennero interrotti da Xavier che si
inserì nel
discorso
-
Non è una decisione che può essere presa
adesso – disse con tono protettivo. – Realfy
è ancora un bambino. Non
combatterà a meno che non sia astrattamente necessario e lo
dovrà solo per
difendersi –
Arold
sostenne lo sguardo duro di Xavier.
-
Capisco perfettamente le tue
preoccupazioni capitano. Ma sai bene che quello che proponi non
è realistica. La
regina non si farà il minimo scrupolo per annientarlo non
appena capirà che il
ragazzo è una minaccia. Che lo voglia o no Reafly deve
essere pronto a
affrontarla. – fece una breve pausa prima di proseguire
scegliendo bene le
parole.
-
Reafly è un bambino, è vero, ma in questo
momento su di lui che pesano le sorti dei nostri popoli. –
Murtagh
ed Eragon guardano prima il re poi
il capitano. In quel breve frangente aveva stabilito che avrebbero
preparato il
ragazzo e il suo drago a ciò che li aspettava. Gli avrebbero
insegnato il significato
del loro legame che aveva radici profonde legate alla notte dei tempi.
Ma lasciare
che combattesse, era tutt’altra cosa e in ogni caso sarebbe
dovuto passare
almeno un anno primo che i due compagni fossero in grado di affrontare
una
battaglia.
Se
non sbaglio eri solo qualche anno più grande
di lui quando ti ho conosciuto. Lo
raggiunse mentalmente Murtagh. Alle
parole del fratello Eragon ripensò a tutte le
difficoltà passate prima di raggiungere
gli elfi e ricevere un’adeguata istruzione. A come aveva
cresciuto Saphira da
solo nella sua fattoria di nascosto dal cugino Roran e lo zio Garrow.
Di come
avesse appreso i rudimenti della magia durante il suo viaggio con Brom
quando
aveva deciso di fuggire da Carvahall per inseguire i Ra’zac e
vendicarsi della
morte dello zio. Tutto il suo cammino era stato stata sempre in salita.
Non
aveva avuto il tempo di guardarsi indietro o pensare a quello che era
giusto
per lui e Saphira.
Non
sei stato poi così male intervenne
Saphira.
Tu
Saphira sei di parte.
rispose di getto
anche se non poteva negare di essere lusingato dalle sue parole.
-
Faremo quello che in nostro potere con i
mezzi che ci sono concessi – disse sapendo che
c’erano tante cose ancora da
stabilire. Murtagh annuì il proprio consenso.
-Xavier
non ti devi preoccupare per il
ragazzo perché ora non è più solo,
avrà sempre il suo drago al fianco e avrà
anche noi, se lo vorrà. -
-
Non può sottrarsi alle sue responsabilità
– finì di dire Murtagh. Il cavaliere sapeva bene
che fuggire non avrebbe fatto
altro che rimandare l’inevitabile. Lui aveva fatto
quell’errore molti anni fa,
rifiutando di accettare il suo retaggio come figlio di Morzan. Farlo
gli aveva
portato solo guai e altra sofferenza. Avrebbe fatto di tutto per
evitare a
Reafly di ripetere il suo stesso errore.
Arold
si andò a sedere sul trono – Ora
potete andare. Pensate con libertà a quello che intendete
fare. Conferirò con
il consiglio reale uno di voi sarà chiamato a parlare
–
Una
volta uscita dalla sala Xavier si voltò
verso i due cavalieri – Spero sappiate quello che fate. Io
adesso vado dal
ragazzo - scoccò ad entrambi uno sguardo eloquente.
-
Aspettate, Comandante – Murtagh lo afferrò
per un braccio e gli si parò davanti prima che potesse
allontanarsi.
-
Sappiamo come ti puoi sentire in questo
momento –
-
No, cavalieri voi non lo potete sapere. –
Xavier
allora scrollò le spalle – Non è
questo il punto, i genitori di Reafly… ma forse è
meglio che vi racconti tutto
dal principio. – si fermò restio per un attimo a
proseguire.
-
Venti anni, poco prima di essere promosso
capitano delle guardie ero un semplice tenente a capo di una squadra di
esploratori. Fu allora che conobbi Phill, il padre di Reafly.
A
quell’epoca la regina orinò il primo dei tanti
viaggi in direzione di Alagaësia. Io e Phill facevamo parte
della stesso
equipaggio – guardò in viso i due cavalieri che lo
stavano seguendo con
attenzione.
-
Nel corso di quelle prime esplorazione
Phill conobbe una donna. Serena. Si innamorarono e al momento di
ripartire per
Zàkhara, lei lo seguì abbandonando la sua
famiglia e la sua terra. Quella donna
è la madre di Reafly. – lasciò che le
sue parole sortissero il loro effetto
prima di proseguire.
-
Ora capite, se la regina venisse a
conoscenza di questo, la sua famiglia sarebbe in grave pericolo.
–
-
Reafly ha fratelli o sorelle? - gli chiese
Eragon preoccupato.
-
Sì ha una sorella, Rebekha. Ha un paio di
anni in più di Reafley. Perché lo chiedi?
–
Eragon
sospirò quindi guardò Murtagh. –
Perché ci sono alte possibilità che una delle
altre tre uova si schiuda proprio
per lei. –
-
Eragon non è detto. – gli rispose Murtagh
scuotendo la testa.
-
Ma è molto probabile, non lo puoi negare.
Guada noi. – Murtagh
ci pensò un attimo
poi annuì. Tutto tornava a girare intorno ai legami di
sangue.
-
Ora devo andare dal ragazzo- disse Xavier
che intanto si era liberato dalla presa, lasciando i due cavalieri a
riflettere
sulle sue rivelazioni.
***
Arya
era appena uscita dalla stanza di Reafly
quando scorse il capitano.
-
Si è appena addormentato, era ancora molto
agitato e il piccolo drago con lui. –
-
Non doveva accadere –
Arya
lo guardò con compassione - Non siamo
noia decidere. Ma stai certo che insieme possono farcela -
-
È quello che mi hanno detto anche Eragon e
Murtagh – Xavier esitò un attimo indeciso se
proseguire o meno.
-
Puoi fidarti di loro – gli disse Arya intuendo
quello che provava l’uomo in quel momento. Xavier si chiese
se gli avesse letto
nel pensiero o semplicemente i suoi sentimenti erano ben stampati sul
suo
volto.
-
Ho promesso alla madre di Reafly di
proteggere il figlio da qualsiasi pericolo e intendo mantenere questa
promessa.-
-
Anche noi vogliamo la stessa cosa per
Reafly, il figlio di Serena ci è caro quanto lo è
per voi –
-
Ma come fai a sapere di… -
Arya
lo scrutò per un attimo prima di
parlare - Ho impiegato un po' ad arrivarci. Continuavo a chiedermi cosa
poteva
aver permesso all’uovo di schiudersi. Poi mi sono ricordata
della vostra venuta
Capitano, quasi venti anni fa. Non ho conosciuto personalmente Serena
ma so per
certo che deve essere una donna eccezionale. Ricorda quello che ti sto
dicendo.
Tu hai molta ascendenza sul ragazzo. Potresti ostacolarlo come dargli
la giusta
direzione – Arya gli scoccò uno sguardo eloquente.
-
Lo terrò a mente. –
***