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Autore: Elgas    31/07/2022    3 recensioni
[PROSSIMAMENTE IL QUARTO E ULTIMO ATTO]
[Terzo Atto, Till The End of The Time
Kingdom Hearts 3 Alternative Ending (no DLC Re:Mind)
Crossover (personaggi principali tratti da Bleach, Blue Exorcist, Full Metal Alchemist Brotherhood +
pg singoli tratti da altri manga/videogiochi)]
N.B. Lettura Pc. Lettura Angolo Autrice.
+++
Capitolo 1
Ogni cosa da te creata è connessa al Seiðr e a esso farà ritorno.
Chiudi di occhi, tessi la ragnatela. Starà a te decidere quando lasciarla.
Capitolo 7
Ora sei qui. Senza esitazioni. Senza rimpianti.
Solo tu, amico mio…
« …solo tu puoi uccidermi. »
Capitolo 8
Ti amo... lo pensò ancora, dolcemente, perdendosi ancora in quelle ali, nel modo in cui
s’intersecavano in mezzo alla schiena, nelle piume a circondare la spina dorsale, una
linea diafana che saliva fino al collo.
Genere: Angst, Erotico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Crack Pairing | Personaggi: Aqua, Cloud, Luxord, Sora, Xigbar
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate | Contesto: Altro contesto, Più contesti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Till the End of the Time'
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19. Enter the Void



Qualcosa si era rotto. Sciocco, quanto era stato sciocco.
Parlare, parlargli... no, ormai era tardi; il fardello dell'immortalità si era abbattuto su Rin.
Il fratello era perduto. Giorno dopo giorno, nell'inizio di una nuova esistenza, in quel luogo che
li aveva accolti e protetti dopo un'oscura rinascita, duecento anni erano passati, ma per l’adorato
fratellino essi erano apparsi soffocanti; il non invecchiare, il corpo cristallizzato a sedici anni... una
sofferenza indicibile. Un tempo era un semplice ragazzo Rin, se si escludeva l'essere, come lui,
uno dei figli di Satana, colui destinato a... no, cazzate, tutte cazzate.
Non era riuscito a vedere Mephisto, tutto qui.
Attraversava un bosco divenuto corrotto, avvizzito da follia e morte. Rin era fuggito, tre giorni...
tanto era bastato a svelare il doppio volto degli Immortali; il dono si era trasformato in maledizione.
Eccolo rifugiarsi in ricordi di una vita passata; una vita condivisa con Mephisto, ma che su di lui,
un Demone, uno dei più potenti conosciuti allora come il Re del Tempo, non suscitava né dolore né
nostalgia. Un’istante, le iridi ferine si dilatarono… ecco, stava per raggiungerlo, poteva udirne i
lamenti, le lacrime scorrere su un corpo ora irriconoscibile. Infine lo vide, infossato in un tronco
marcio, ne percepì il Cuore agonizzante, i pensieri sconnessi ma dove vorticava un solo, disperato
desiderio... eppure anche di fronte alla morte, Rin sorrise.
« Ti prego… fallo... »
Sollievo. In esso Mephisto si mosse, senza esitazioni... non pensò, né ricordò nulla mentre la mano
intrisa di anelli attraversava il petto, mentre le dita stringevano il Cuore…
« Grazie… »
« Addio fratello... »
E tutto svanì, cenere nel vento.
In seguito Rin sarebbe stato ricordato come il primo dei Caduti.

La fortezza s'innalzava maestosa, bagnata della luce del tramonto, eppure l'attenzione cadde su
Shura. La ritrovò come l'aveva lasciata, accasciata a terra, il viso premuto contro le ginocchia.
Era lì, incapace di guardare avanti senza che ciò turbasse l'Anima... ma tale visione, tale
consapevolezza, non provocarono nel Demone alcuna pietà, anzi… una sofferenza così plateale
lo irritò oltre misura.
« Non era più il tuo allievo... né mio fratello. »
« Lo so... ma proprio per questo dovevo... »
« Non ne avresti avuto la forza. »
La superò senza voltarsi, pensando solo a come lavar via il sangue.
In seguito Shura avrebbe pianto questa e altre morti.

«... solo tu potevi riuscirci. »
L'uomo aveva tergiversato prima di farsi avanti e del breve discorso solo le ultime parole lo
destarono, riempiendo il vuoto imposto dalla mente, frenando le mani, il rumore dell'acqua,
la vista del sangue incastrato nella carne. Si volse, l'uomo era lì al limitare del colonnato,
i tratti di un Mondo diverso, la natura a unirli nell'immortalità; era lì, senza giudizio né
pietà, a condividere un pensiero nato da una verità pura e incolore.
Sorrise Mephisto e per un attimo...
« Forse perché sono un Demone chissà... »
...il dolore apparve distante.
«… il tuo nome. Ricordami il tuo nome. »
« Kugo. Kugo Ginjo. »

« Alla fine hai deciso dunque... »
« Ah! Restare a leccarmi le ferite? Rivedere tra cento, mille anni l'Oscurità? Ricominciare a
salvare Mondi al di scapito di altri? No, grazie! Meglio l’Oracolo... la prima profezia, o come
l’ho soprannominata, l'alleante caccia al tesoro! »
« Ti sei portato avanti. Amaimon è entusiasta. »
« Certo! Ho già scelto il nostro party d’avventura! »
« I più resistenti e meno bacchettoni? Deduco non sia semplice curiosità. »
« Acuta osservazione Lucifer, del resto sei bravo a infilare il coltello nella piaga. »
« Non intendevo... »
« Era l'unica cosa da fare... sarà sempre l'unica cosa da fare. »
« ...Lo so. »
« Non erano pronti… e le mie mani sono abbastanza sporche. Se qualcuno invocherà la morte non
sarò il suo boia. Allontanarmi da una gabbia dorata… sì, ecco cosa voglio! L'ho detto, contento?! »
[0]

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

- Grazie... è stato un bel viaggio... -

Il passato aveva allungato i tentacoli fin dal primo mattino. Lo lasciò scivolare mentre gli
occhi erravano sul presente, vegliavano su Luxu e i sensi percepivano ogni anfratto, ogni
angolo in cerca del pericolo.
« Rimango dietro Mephisto? »
Fu la sua voce a cancellare quello piccolo torbido rivolo.
« Sì... »
Lo percepì, lo vide camminare attento a ogni passo, sguardo, all'inflessione della voce
appena varcarono le soglie dell'accampamento spagnolo. Dopo la rivelazione di Lucifer,
Luxu aveva compreso come l’Herja potesse rivelarsi un'arma a doppio taglio; un’ombra
invisibile a suscitargli curiosità e prudenza, una goccia di Caos ad agitar l'ombra grigia di
quel Mondo.
« ...mantieni questa distanza. »
O semplicemente un modo per fuggire a un dubbio ricorrente, al seme che ogni volta
soffocava dentro di se. Così Luxu non si sottrasse a quel che risuonò come un ordine,
gesti a riflettere una gerarchia di fronte agli invasori, fra messaggeri di Dei pagani
invocati con devozione da un popolo sconfitto. Sconfitto... ben si confaceva pure agli
spagnoli; sporchi, provati da marce e battaglie, ma negli occhi, nella trascuratezza, in
menti turbate da massacri e grida innocenti, si respiravano il desiderio, la forza di rimaner
ancorati alla nuova terra, là dove la patria era preda di carestie e epidemie da più di un
decennio. L'Oscurità si mischiava su entrambi i fronti, Luxu lo sapeva bene, nessuno
aveva ragione, nessuno torto. Trovare un accordo era l'unica soluzione, come aveva detto
Kuzco.

E noi Immortali ci divertiamo a giocare...

Chi per primo avrebbe sfoderato gli artigli? Lo pensò infinite volte Mephisto mentre
risaliva il pendio, i passi di Luxu ad accompagnarlo, l’attenzione a vagare tra fango e
fetori, su uomini stanchi, timorosi di cosa loro, anime rincarate, blasfeme, potevano
scatenare se avessero osato aizzare le armi. Nel timore i sussurri si rincorrevano; dov'è?
Dov'è l'angelo inviato dalla nostra Sacra Vergine? Già… anche gli invasori avevano un
messaggero; attendevano di rivederlo, una visione in grado di rinnovare speranza e
determinazione; ma egli restava lì, celato alla vista di mortali, mischiandosi in un'Oscurità
latente si divertiva a osservarli.
Ecco… riusciva a distinguerlo, vicino, vicinissimo... infine ella si palesò, leggiadra e terribile,
l'eco di un tuono a riecheggiar nell'abisso.
« Oh... eravate davvero tu e Lucifer. »
La voce risuonò nella mente, acuta e divertita, irritante esattamente come la ricordava.
« Non muoverti Luxu... »
Era già stato nell'Oltre, aveva assaggiato gli effetti dello Scisma, visto quanto in basso
potessero arrivare gli Herja. Proteggere Luxu, proteggere... allora come adesso… lasciarlo
ammirare il Caos, difenderlo fino alla fine... così aveva promesso.
« Quale lieta sorpresa, sorella mia. »
Gli Herja erano caduti in basso… ma lei... era di un'altra pasta, aveva celato quegli istinti
solo per liberarli quando la distribuzione dell'Hlif si era abbattuta, là dove nulla aveva
più legato le esistenze degli Immortali.
« Mi hai tolto le parole di bocca. Oh… avete finito di coltivarle, le Chiavi. Voi e... chi erano gli
altri? Ma fra tutti rivedo proprio i miei fratteloni. Una dolce coincidenza. »

Allora la vide, provocante e letale, gli abiti ricamati in un'illusione perfetta, una veste
succinta, in essa persino il bianco risultava inquietante, circondato da colori sporchi e
il respiro affannato dei soldati.
« Mai sdolcinato quanto te... come sempre sai come divertirti… eccoti a guidar gli invasori…
inoltre tutta questa l'Oscurità ben tessuta, è merito tuo »
, nelle ultime parole il suo nome,
il nome col quale era conosciuta nel loro vecchio Mondo, « Iblis, ex Re del Fuoco. »
Il bianco spiccava sulla pelle scura, risaltando un corpo provocante, risaltando i neri
capelli raccolti in una spessa treccia; e nel sorriso falso e perverso, Mephisto provò come
sempre irritazione, disgusto, ma almeno...
« Re del Fuoco... sentirlo pronunciare da te dopo così tanto tempo… potrei commuovermi se solo
non conoscessi il tuo sarcasmo. Del resto… quest’esistenza non ha giovato ai nostri rapporti. »

… almeno poteva tenerla a bada più di altri.
Questo fu l'unico pensiero… Iblis non era niente, non era mai stata niente.
« Già… non siamo mai stati una famiglia felice, abbiamo sempre avuto divergenze... etiche. »
Ella si avvicinò, pericolosa e provocante, dentro la bocca lingue di fuoco mentre le iridi
risplendevano vermiglie e corrotte. Una follia declinata in nuove, pungenti parole.
« Come dimenticare il tuo amore per gli uomini fratello... nel nostro Mondo, nella nuova Immortalità.
Immortalità concessa a troppi. Perché mettere sullo stesso piano Noi, i Re dei Demoni, con semplici
anime, con fragili esseri umani? È profondamente ingiusto... ma su questo come dici abbiamo
sempre avuto visioni diverse. Nulla mi vieta di ammazzarli tutti…i soldati, la città... anche ora. » [1]
« Ah… ecco perché ti ho sempre odiato. »

Iblis smise di sorridere, punta nell'orgoglio e per un lungo, teso istante indugiò su Luxu…
« Ti diverti così tanto a portarteli dietro. Uhm… sembra carino, posso toccarlo? »
Si mosse prima di rendersene conto, Mephisto.
Le dita saettarono, strinsero la gola ancora e ancora, sentì le unghie immergersi nel sangue…
solo allora la sentì; rabbia.
« I legami fra Demoni sono sottigliezze sorella... non riuscirò mai spiegarmi come una puttana come
te sia sopravvissuta. »

Iblis sapeva... il come ne fosse venuta a conoscenza non avrebbe cambiato la natura dei
fatti; un pericolo... un'irritante pericolo.
Iblis non era nulla, allora come adesso. Memore delle antiche scale di potere fra gli Otto
Re, ella si tese eccitata, sottomessa, ignorando le grida di stupore dei soldati. Solo
Luxu riusciva a sostenere tale visione, eppure Mephisto ne percepì il sussulto nel Cuore,
quell'unico dubbio guizzare incontrollato.
« Capisco... hai paura di perdere anche lui, fratello? »
Un'istante e Lucifer apparve, le dita intrise di anelli puntate al collo di Iblis, iridi fredde
eppure in esse vi era l'amore, puro e incondizionato. Per attimo provò gelosia verso
un'esternazione così ben confezionata; poi riportò l'attenzione su Iblis. Ella era lì, a
sussurrar parole rancorose impastandole col sangue, verso il fratello che in tempi
remoti aveva seguito, venerato più di se stessa.
« Questa tua nuova veste Lucifer, è sempre un colpo al cuore. Ti preferivo quando odiavi gli
uomini... per la loro debolezza, per non riuscire a darti un corpo perfetto. »
« Il tempo è passato anche per me, Iblis. Ora se permetti, vorremo vedere Pizzarro. »

Iblis sorrise, una sconfitta rimandata.
« Bene… seguitemi... »
In quella nuova, fragile pace, Mephisto tornò a guardarlo. Luxu era immobile, la tensione
continuava a pizzicarlo, a tradirlo per istanti eterni; il dubbio era emerso, mutato in una
nuova forma… Oscurità.
« Andiamo Luxu. »
Proteggerlo, a costo di rigettare ogni volta quella merda sul fondo dell'Anima, fino alla
fine... fino a quando la verità non avrebbe bussato alle porte di entrambi.

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

Non sentiva più nulla; la realtà giungeva distante, confusa in un groviglio di pensieri
vuoti. La mente vagava stretta in una morsa, reclusa in un piccolo spazio rarefatto.
Ogni passo verso la tenda del Generale era stato logorante; ora era lì, inginocchiato,
solo il corpo aveva una vaga percezione dell'esterno; rammentava a malapena il viso
del Comandante degli Spagnoli, nonostante ne udisse la voce dissolta in un eco; sentiva
Mephisto destreggiarsi, ammantarsi di parole salde, metter le basi per l'incontro voluto
da Kuzco. Pizzarro avrebbe accettato... questa era l'unica certezza, ma essa appariva
fumosa, inafferrabile. Persino il Seiðr non si mostrava, il Cuore s'agitava, la Mente
s'opprimeva e Luxu non osava guardare oltre. Poteva avvertire, avvertire il buio di quel
dubbio ammassarsi alle spalle, come l’aria muta in pioggia, come gocce in densa melma
a corrodere il metallo delle certezze. Girandosi esso si sarebbe trasformato, una bestia
pronto ad azzannarlo. E il Seior, quel caos puro e incolore dove comunque esisteva uno
scopo, appariva intoccabile, invisibile, recluso in un altro piano dell'esistenza.
Erano suoi, soltanto suoi; il dubbio, la paura... qualcosa di antico, più di quanto volesse
ammettere.

« … se fosse troppo tardi, mio piccolo Luxu? »

Fu la disperazione a guidarlo. Per un'istante la vide... ripugnante, viscida Oscurità...
« Luxu... Luxu! »
Lucifer... un tocco, un calore. Strinse la mano del Demone, la strinse come fosse l'unica,
vera Luce... e la realtà tornò dura e salvifica.
Nel respiro affannato, l'aria stessa sembrava bruciare; vide Lucifer, nello sguardo la
tensione vibrò sottile… umana, tremendamente umana... in essa il Cuore si rasserenò;
ascoltò la voce di Mephisto permeandosi di ogni sillaba, inflessione… in essa l'Anima
si alleggerì, svuotata di ogni affanno.
Si tese sforzandosi di cancellare Iblis, in piedi accanto al Generale.
« È nostra sorella », aveva spiegato Lucifer, là dove Mephisto si era chiuso in un silenzio
impenetrabile.
Iblis... l’occhiata che gli aveva rivolto... un'istante era stato per farlo vacillare.
Ogni dubbio, ogni passata paura apparivano ora ben poca cosa; nulla che potesse logorare
l'Anima, mozzare il respiro, imprigionare il Cuore.

Pure i Fyrir muoiono…

« … se fosse troppo tardi, mio piccolo Luxu? »

Mephisto… tu... cosa sai?




[0] L’ultimo pezzo fra Mephisto e Lucifer è tratto da Capitolo I EOR.
La spiegazione successiva trova le basi in primis in tale capitolo.
Sì... un altro tassello trova ulteriore approfondimento; ora capite perché Mephisto scelse
proprio Kugo e gli altri quando parte dei Fyrir partirono dall’Hlif per cercare le Chiavi.
Già in precedenza avevo fatto intendere come Rin, Yukio e altri ragazzi [Ao no Exorcist]
pesassero sulla coscienza di Shura e di come le mani di Mephisto fossero sporche di
sangue. Rin fu il primo dei Caduti, all’epoca erano passati solo 200 anni dalla nascita dei
Fyrir, di conseguenza non era presente la ritualità vista invece con Ichigo [Bleach] (si veda
miniarc con Kugo e Aqua nel Mondo di Brave).

[1] Iblis si riferisce alla natura originale dei personaggi di Bleach e FMA nei rispettivi Mondi,
ovvero anime ed esseri umani.






Angolo Autrice:
Ammetto che fino all’ultimo ero indecisa su chi mettere come Fyrir antagonista… alla fine la scelta è ricaduta su Iblis, il Re del Fuoco, apparsa nell’arco finale di Ao no Exorcist. Detto questo… sì, da un lato i personaggi Disney in questo arco appaiono molti distanti e il tutto si sta svolgendo in tempi abbastanza stretti se consideriamo altri miniarc. Però considerato il mood della vicenda e i legami fra Luxu e i fratelli Demoni… direi che ci può stare.
Un saluto a tutti e alla prossima
Elgas
   
 
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