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Autore: Scribbling_aloud    01/09/2022    1 recensioni
Siete anche voi dell'idea che un ragazzo come il nostro Harry Potter dopo: infanzia con gravi carenze di affetto e tutori abusivi, traumi pesanti in adolescenza con minacce di morte, perdite di affetti rilevanti nel corso della vita, non avrebbe mai potuto avere una vita troppo facile con una famiglia alla mulino bianco e soprattutto una mente equilibrata e serena?! Secondo me PTSD come se non ci fosse un domani. Questa è una trilogia molto poco magica che, in un crescendo, esplorerà la sua mente e la sua vita famigliare con i suoi mille problemi e difficoltà data da tormenti mai risolti, una popolarità cresciuta a dismisura che non lo fa vivere bene, fragili equilibri nelle sue relazioni che si frantumano. Partiamo diciannove anni dopo, esattamente dove ci ha lasciati la Rowling. Il Natale di quell'anno.
ATTENZIONE: comincia molto leggero, quasi frivolo, ma ci tengo a precisare che non è un testo per bambini. Da più o meno metà del primo libro e poi nel terzo, ci sono parecchi punti intensi, violenza e tratta temi delicati. Specie il terzo libro, dove ho raffinato un po' la mia scrittura quindi le immagini sono più vive.
E' una traduzione dall'inglese.
Genere: Drammatico, Hurt/Comfort, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione, Teddy/Victorie
Note: Traduzione | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
Capitoli:
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Capitolo 2 – Donne non volute, popolarità non voluta
 
La relazione tra Harry e Ginny invece stava andando alla grande. Harry sentiva che il suo amore per Ginny aumentava ogni giorno al posto di scemare come molte altre coppie dopo quasi diciotto anni di matrimonio.
Dall’adolescente carina che era, era cresciuta in una bellissima donna di trentaquattro anni, i tre bambini non pesavano per niente sulla sua figura; snella e giovane in corpo e viso e Harry era ancora pazzo di lei.
Era migliorato molto anche lui da quando era un adolescente. A diciotto anni era stato al St. Mungo per cercare di risolvere il suo problema alla vista. Aveva l’ambizione di diventare un Auror e per esserlo avere una buona vista era essenziale. Dopo giorni e giorni di lunghe e noiose sessioni di incantesimi, il guaritore ce l’aveva fatta. Era fantastico non dover più indossare gli occhiali. Questo, già di suo, sarebbe stato un grosso miglioramento ma solo alcuni mesi prima aveva appreso da Hermione qualcos’altro di cui era solo vagamente a conoscenza.
A settembre gli avevano assegnato una nuova segretaria, molto giovane e stupidotta.
Era fuori di sé dall’emozione per il suo nuovo ruolo di segretaria di Harry Potter (dopo la caduta di Voldemort la sua popolarità era cresciuta a dismisura) e una volta che le fu presentata lo sommerse con una valanga di parole tipo ‘Puoi chiamarmi con il mio nome di battesimo! Sono Julia e sono una tua grande fan! E’ troppo figo come hai combattuto Tu-sai-chi. Sei stato così coraggioso! Ho letto tutto quello che sono riuscita ad ottenere su di te e sono così felice che lavoreremo insieme! Tutte le mie amiche stanno morendo dall’invidia!’
Ma l’HR a cosa stava pensando?? Con tutte le persone che potevano scegliere dovevano darmi una groupie??
C’era sempre un gruppo di ragazzine ridacchianti che lo seguiva tutte le volte che si presentava ad un evento nel mondo della magia, che lo aspettava di fronte al ministero la mattina e qualche volta anche nel mondo dei babbani.
Lui le chiamava privatamente le sue “groupies”. Tutte molto giovani, appena uscite da Hogwarts, tutte molto simili secondo il punto di vista di Harry, truccatissime, magliette attillate, scollature vertiginose… Solitamente non erano troppo fastidiose, contente di fissarlo da lontano e ridacchiare. Era una scocciatura minore considerando tutti i problemi e fastidi che la sua popolarità gli creava. Non c’era un giorno in cui il suo nome non apparisse su un giornale o su una rivista. La comunità magica era convinta che la sua vita fosse qualcosa in cui avevano il diritto di immischiarsi il più possibile. Dove e quando andava in vacanza, cosa mangiava, i suoi hobby… un po’ tutto insomma. Più cercava di restare nell’ombra e più ne veniva tirato fuori. A confronto, il comportamento di Rita Skeeter nei suoi confronti quando era ad Hogwarts era stato positivamente delizioso e incantevole. Ora era un inferno.
Queste ragazze, almeno, non cercavano quasi mai di parlargli. Di solito gli davano solo delle lettere. Lui le leggeva per curiosità di tanto in tanto anche se non rispondeva mai. Alcune erano proprio stupide e innocenti, altre meno.
Era affascinante vedere come lo idealizzavano. Pagine e pagine con dichiarazioni d’amore, ammirazione, offerte di diversa natura… E tutto per una persona che non esisteva, che era solo nelle loro teste. Tutte innamorate dell’idea che avevano di lui, di cosa rappresentava. Non avevano la minima idea di chi era veramente e non gliene importava neanche, ne era sicuro. Perché scambiare un eroe nazionale con tutte le qualità che più piacevano, perfetto sotto ogni punto di vista, con un semplice uomo con tutte le sue debolezze, difetti e preoccupazioni? Non si sentiva lusingato da quelle lettere. Più il contrario. Si sentiva in qualche modo sminuito. Era solo un nome, un’idea per loro. Nient’altro.
Aveva poche relazioni nella comunità magica che poteva chiamare genuine. Il più delle interazioni nei suoi confronti erano governate perlopiù da interesse. Alcuni volevano essere famosi per riflesso o vedere il loro nome pubblicato su un giornale, alcuni volevano usare la sua influenza per ottenere privilegi, altri volevano sentirsi importanti.
Solo poche persone parlavano con lui per il piacere della sua compagnia.
Questo era il motivo per cui era così fedele a Ginny. Lei lo conosceva in tutti i suoi difetti, tanti e considerevoli eppure lo amava lo stesso.
Era pieno di donne che cercavano di farsi notare e flirtavano con lui ad ogni occasione ma non si sentiva mai tentato di avere una scappatella con qualcun’altra. Non perché non si sentisse attratto da altre donne di tanto in tanto ma perché c’era troppo da perdere e poco da guadagnare.
Per tutte queste ragioni non era troppo felice della sua nuova segretaria. Il suo lavoro era impegnativo e lo teneva sotto molta pressione, aveva bisogno di essere circondato da persone dedicate e concentrate. Sperava che lo sarebbe stata anche lei ma, chissà perché, aveva qualche dubbio a riguardo.
Per qualche giorno, comunque, tutto sembrava andare per il meglio. Faceva il suo lavoro puntualmente e accuratamente. Avrebbe preferito un modo di vestire un po’ meno provocante ma non aveva né inclinazione né tempo da dedicarle in ogni caso.
Una sera si era dovuto fermare fino a tardi. Essendo appena tornato dalle vacanze estive un carico di lavoro supplementare si era accumulato e non era ancora riuscito a smaltirlo. Erano già le undici e aveva appena deciso di andarsene per quella sera.
Mentre stava sistemando le carte prima di lasciare l’ufficio, Julia era entrata.
Ne fu sorpreso, pensava di essere da solo a quell’ora tarda e immaginando che lei avesse pensato che fosse necessaria la sua presenza visto che lui era ancora lì le spiegò che non era questo il caso.
Però, quando alzò il suo sguardo su di lei, realizzò parecchie cose. Una era che non era per zelo lavorativo che era rimasta, un’altra che quella era una situazione abbastanza pericolosa e ambigua.
Ebbe solo una frazione di secondo per realizzarlo che non gli fu sufficiente per svincolarsi in tempo. Con un veloce movimento si era liberata del suo vestito rivelando un corpo molto formoso e prima che potesse rendersene conto, gli si stava già strusciando contro.
Il sangue gli affluì immediatamente alla testa impedendo ogni pensiero sensato.
Nessuno lo saprà mai’ una voce sussurrò nella sua testa mentre la debolezza aveva la meglio su di lui.
Percepiva perfettamente la morbidezza del corpo di lei contro il suo, la sua pelle liscia, le sue mani che gli sbottonavano i jeans.
Grazie al cielo, in quel momento una foto di famiglia sulla sua scrivana catturò il suo sguardo, schiarendo la sua mente a lungo abbastanza per permettere alla sua voce più ragionevole di urlare:
Cosa cazzo stai facendo?! Sei sposato! Vattene via da qui immediatamente!
Giusto.
Si ricordò di avere una moglie a casa che lo stava aspettando e non si meritava di essere tradita con una ragazzina stupida che aveva come sola ambizione nella vita di essere scopata da Harry Potter.
Dovette usare tutta la sua forza di volontà e comando su stesso per districarsi e quasi corse via dalla stanza nella fretta di lasciarsela alle spalle.
Quando arrivò a casa era ancora agitatissimo. Grazie al cielo Ginny stava già dormendo e non ebbe bisogno di mentire per giustificarlo. Si fece una doccia fredda che lo riportò alla ragione immediatamente.
Mi devo sbarazzare della ragazza.
La mattina dopo mentre stava camminando verso il Ministero con Hermione (non viveva lontano ed era una piacevole passeggiata che facevano spesso insieme) le raccontò l’intera faccenda.
Manco a dirlo se la rise bellamente.
Harry si seccò ‘Non è carino ridere delle disgrazie altrui’
‘Disgrazie?’ disse tra le risate ‘Alcuni uomini lo chiamerebbero un dono dal cielo!’
‘Uomini che non sono sposati e hanno tre figli!’ rispose irritato ‘Come le è venuto in mente di fare una cosa dal genere, così, dal niente!’
‘Dal niente Harry?’ rispose asciugandosi dagli occhi le lacrime causate dal riso.
‘Certo, dal niente! Non è che mi abbia mai mandato frecciatine o qualcosa che mi poteva far intendere. Ero completamente impreparato!’
‘Harry, tu non le hai ricevute ma lei le ha mandate eccome! Sei probabilmente l’unico che non se n’è accorto’ lei affermò.
Harry ammutolì, si spremé le meningi per qualsiasi cosa che confermasse quello che Hermione aveva appena detto ma non gli venne in mente nulla ‘Quando le ha inviate?’
Hermione roteò gli occhi ‘No, veramente Harry, alle volte sai essere proprio stupido! Com’è possibile che non te ne sei accorto? Praticamente sbavava ogni volta che passavi, cercando continuamente di infilarsi nel tuo ufficio per qualsiasi cosa e i vestiti che si metteva… No, veramente! Se questi non sono chiari messaggi non so proprio cosa sono… Stava diventando disperata la povera ragazza di essere notata!’ aggiunse ridacchiando.
‘Ho notato i vestiti…’ fu tutto quello che riuscì a dire. In verità era l’unica cosa che aveva notato ma aveva altre cose a cui pensare mentre era a lavoro che queste frivolezze.
Hermione fece un respiro profondo sforzandosi di non roteare gli occhi di nuovo ‘Harry, è quasi incredibile quanto poco tu ti renda conto del potere che hai sulle donne…’
‘Ma guarda, lo so fin troppo bene grazie! Tutta sta “Harry Potter mania” mi tira scemo ’ disse contrariato.
Hermione scosse la testa ‘No Harry, vedi? Non capisci… E’ solo parte di quello che intendo.. Probabilmente la maggior parte ma non è l’unica cosa ’ esitò un attimo ‘Non so, sembra che tu non ti renda conto che sei… Beh…’ si stava leggermente agitando cercando di trovare le parole giuste.
‘Sono cosa?’ insistette senza capire.
Lei rispose fissando dritto davanti a sé, tutto in un fiato ‘Sei bello e, sfortunatamente, abbastanza sexy’
‘Bello e abbastanza sexy?’ ripeté vagamente compiaciuto ma anche un po’ imbarazzato.
Ovviamente Ginny gli ripeteva sempre questo genere di cose e le groupies erano molto eloquenti a riguardo nelle loro lettere. Ma aveva sempre pensato che fosse normale, essendo Ginny sua moglie, ricevere questo genere di complimenti e, per quanto riguardava le groupies, era sicuro che avrebbe potuto essere uguale ad un grindilow e avrebbero scritto esattamente la stessa cosa. Quindi era sorpreso nel sentirselo dire da Hermione, oggettivamente, senza l’accecamento venuto dall’amore o dalla sua fama.
‘Non ti guardi allo specchio?’ lei gli chiese, per qualche ragione, aggressivamente.
‘Certo che sì. Mi sono sempre considerato normale. Non bello, non brutto. Nella norma’
Lei sbuffò ‘ Oh dai, per favore! Solo grazie a quegli occhi verdi penetranti saresti già stato fuori dal comune ma in più sei anche alto, capelli scuri, il tuo corpo… Perché devo essere io a dirti tutto questo?!’
‘Cosa c’entra il mio corpo?’ chiese ancora più imbarazzato.
‘Sei così allenato e tutto...’
‘Ma devo, per il mio lavoro. Non si sa mai quando potrebbe diventare pericoloso. Devo essere allenato…’ e ripensandoci ‘e a Ginny sembra piacere in ogni caso…’ Ginny era poco meno che ossessionata dalla forma fisica. La sua più di quella di Harry. Affermava sempre che avendo avuto tre figli non poteva essere tralasciata per nessun motivo. Faceva sempre varie attività sportive di diverso tipo per tenersi in forma ed era solo giusto che anche lui facesse la stessa cosa. Se doveva avere solo lui, voleva fare in modo che avesse il meglio possibile. E comunque ripagava.
‘Non ho problemi a crederlo’ Hermione continuò arrossendo appena ‘Mi ci vuole una vita, tutte le volte che passi, per ristabilire l’ordine tra le donne del mio dipartimento! Ispiri questa cosa del tipo “proteggimi” per tutto quello che hai passato, combinato con questa forte mascolinità e virilità…’
Harry era più che imbarazzato ora ‘Ci hai ben pensato, eh?!’
Hermione arrossì furiosamente ‘Non ci ho pensato per niente! Sto solo ripetendo quello che ho sentito davanti alle macchinette!’
Harry la prese attorno alla vita giocosamente e le sussurrò nell’orecchio ‘Se mi vuoi, devi solo chiamarmi quando Ron è fuori e sono tutto tuo’
Lei lo spinse via bruscamente, la sua faccia di un puro color magenta mentre Harry si stava sbellicando dalle risate, ‘No, grazie! Non ti vorrei neanche gratis! Hai un carattere orribile, sai?! Solo Ginny ti può sopportare! E preferisco un uomo che non è così corteggiato, grazie mille! Deve essere un incubo per quella povera donna. Te lo sto solo dicendo, così che tu lo sappia. Sei così ingenuo alle volte’
Era vero. La sua ingenuità gli aveva dato problemi in passato. Una volta aveva conosciuto una ragazza molto intelligente e simpatica. Si erano trovati bene e a Harry faceva piacere chiacchierare con lei. Non ne era attratto, non aveva delle mire a parte dell’amicizia e aveva creduto che fosse lo stesso per lei. Non gli era sembrato di scorgere nessun tipo di flirt o interesse nascosto dietro a quegli scambi.
Erano a andati a prendersi un caffè insieme un paio di volte e in una di queste occasioni un giornalista aveva scattato delle foto di loro due da un’angolazione in cui sembrava che stesse succedendo qualcosa di più che solo una chiacchierata. E a peggiorare la situazione la ragazza, per soldi o pubblicità, Harry non lo sapeva, aveva dichiarato molte cose che non erano successe.
Due giorni dopo era in prima pagina su Witch Weekly. Era stato orribile. Ginny aveva rifiutato categoricamente di credergli. Aveva gridato e urlato, aveva pianto, l’aveva cacciato di casa. Harry aveva gridato e urlato pure lui, aveva cercato di difendersi, l’aveva supplicata e poi se n’era andato. Si era fiondato disperato da Hermione supplicandola di parlarle ma per alcuni giorni Ginny non aveva voluto vedere ragione. Harry aveva perso le speranze. Era convinto che fosse finita e ne era angosciato.
Aveva poi deciso di gettare al vento la sua dignità e provare un’ultima volta. Era andato a cercarla, le aveva aperto il suo cuore. Gli aveva spiegato della sua ingenuità, le giurò che non aveva mai neanche toccato la ragazza, che succedeva spesso che alcune donne ci provassero ma che non importava perché dal momento che si erano messi insieme c’era stata solo lei, che desiderava solo lei e che era pronto a pregarla in ginocchio per essere preso indietro.
Era stato abbastanza umiliante a dire il vero. Era andato a cercarla a lavoro perché non lo lasciava entrare in casa. E nonostante fossero chiusi in una stanza da soli, la squadra era nella stanza accanto e giudicando dai sorrisetti sulle loro facce quando uscì, era sicuro che avessero origliato.
Ne era valsa la pena però. Lei scoppiò a piangere scusandosi. Ammise di sentirsi molto insicura con tutte queste donne ma in fondo l’aveva sempre saputo che non era colpevole.
Avevano tutti e due imparato una lezione. Ginny a non credere a quello che le riviste scrivevano su di lui e Harry a diffidare di qualsiasi essere umano femminile a parte Ginny e Hermione.
‘E’ bello sapere che ci sarà sempre una donna con cui mi posso sentire a mio agio. Che non mi vorrà mai non importa cosa. E’ un sollievo.’ Aveva quindi risposto, continuando a ridere, ad Hermione che camminava al suo fianco.
‘Mi devo liberare della ragazza però’ aggiunse con serietà.
Lo stesso giorno andò a far visita al capo delle risorse umane e in una conversazione estremamente imbarazzante chiese per un rimpiazzo. Fortunatamente il capo del dipartimento era un uomo, indovinò qualcosa, se la rise in sordina e dopo qualche imbarazzante giornata in cui tutto il dipartimento sospettò qualcosa e in cui fece in modo di andarsene con tutti gli altri la sera, si ritrovò con Elisabeth, una donna sulla cinquantina, del tipo materno, perfetta.
Fine della storia. Era stata l’esperienza peggiore del genere per il momento.
Ginny non ne seppe mai nulla ma Harry imparò un’altra lezione.
Devo diffidare, e stare sempre in guardia, contro ogni essere umano femminile a parte Ginny e Hermione.
Che palle.
   
 
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