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Autore: Lunaticalene    14/10/2022    0 recensioni
[Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it]
Oltre la soglia dei trenta due ragazzi entrambi con nomi anglofoni malgrado la residenza in Italia si incontrano nella piazza alternativa dei social media. Due mondi diversi, a tratti simili si incontrano e si mescolano così come i due punti di vista. Tutto inizia in modo estremamente banale: una semplice e comune notifica.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Day 13 - PumpNEON list Prompt: You are exactly where you need to be

 

Continuo a guardarlo, perdendomi in quei frammenti di verde che vedo ripartiti nei suoi occhi.
Quelle sue parole. Forse troppo romantiche.

Forse troppo perfette.
Parole che dovrebbero farmi fuggire dato che percepisco distintamente la loro volontà di contatto.
E non solo perchè mi ha baciato.
Non solo perchè mi ha baciato in un posto che per me ha un significato profondo.
Perchè quelle parole, sembrano disegnate apposta per essere pronunciate a me. Come se mi conoscesse ad una profondità possibile solo dopo una conoscenza di lunga data. Possono davvero essere figlie del caso?

Non ho mai pensato che Platone avesse ragione. Non sono mai stato capace di comprendere emotivamente o realisticamente il concetto di anima gemella. Posso capirlo per gli altri. Ma per quanto riguarda me, non riesco a pensare all’esistenza di una parte mancante di me.

Per quale motivo sarebbe dovuta esistere una metà capace di completarmi? Un’anima così affine e simile alla mia da rendere qualunque altro incontro una semplice ricerca di quella metà perduta?

Lui…lui non mi somiglia in niente. Certo ci sono dei punti di contatto.
Li vedo. Eppure…ci sono dettagli di complemento che non so spiegarmi. 

 

- Tu sei sempre così bravo a dire le cose che le persone vogliono sentirsi dire? -

- Di solito sono più bravo a dire esattamente quello che gli altri non vogliono sentirsi dire -

- Allora perchè a me dici solo le cose giuste? -

 

La mia domanda lo stupisce, tanto che lo osservo per la prima volta inclinare il capo di lato, come se dovesse variare la prospettiva del suo punto di vista.

 

- Non credevo di dire sempre le cose giuste. Anzi sono certo di averne dette diverse sbagliate -

 

La sua domanda. Quella che mi ha fatto smettere di scrivergli per qualche momento. Quella sua dichiarazione al telefono che non sono riuscito a prendere sul serio in principio. 

 

- Dici cose a cui io non so come rispondere. Ma non credo che sia sbagliate in assoluto -

 

Ammetto, forse con fin troppa onestà, portando avanti una riflessione ulteriore rispetto a quella che condivido a parole.

 

- Questo perchè l’assoluto non è un concetto che esiste davvero. Ma il filosofo sei tu, sei che dovresti saperlo meglio di me -
​- E tu che cosa sei invece? -

 

Glielo domando forse per la prima volta in maniera seria. 

 

- A me piace semplicemente ascoltare le persone. -

 

Quella risposta che vuol dire tutto e niente.

 

- Io ho studiato Psicologia. Ma posso garantirti che nessuno strumento di psicanalisi è stato usato contro di te -

​- Magari però è proprio per questo che dici le cose giuste. Sai che cosa si deve dire -

 

Lo guardo sorridermi.

 

- Se bastasse una laurea per capire i sentimenti quando li provi in prima persona Will, la vita di tutti sarebbe più semplice. Se ti ascolto non è perchè lo so fare o solo perchè mi piace in assoluto. Se ti ascolto è perchè mi piace ascoltare quello che tu hai da dire. E se ho detto le cose giuste, mi fa solo piacere. Ma domani, per questo stesso principio, potrei dirne di sbagliate. Non c’è niente di assoluto quando si parla dell’essere umano -

​- A me non piaceva Freud -

 

Mi esce spontaneo dalla bocca, mentre continuo ad inseguire una logica tutta mia.

 

- A me non faceva impazzire Kierkegaard -

 

Mi risponde, anche se questa cosa mi fa sorride. Non lo stavo attaccando. O forse si..

 

- Non è il mio preferito. Kierkegaard dico. -

- Lo so. Il tuo preferito è Nietzsche.-

- Sai veramente troppe cose di me. - 

 

E mentre faccio quella considerazione ad alta voce mi accorgo che non lo vivo come una minaccia, non fino in fondo. 

Per una frazione di secondo, tutti quei frammenti che mi fanno paura sembrano cambiare la loro forma. Da schegge appuntite diventano più simili a gocce di rugiada. 

Forse, Platone, non aveva davvero tutto questo torto.

 
   
 
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