Serie TV > Merlin
Segui la storia  |       
Autore: lulette    04/11/2022    4 recensioni
Dal capitolo I
[...Era da un po' che Merlin ci pensava.
Il suo re passava ogni sera in camera sua con la sua fidanzata, Gwen. Li sentiva sospirare e gemere, fuori dalla porta. Erano settimane che nessuno poteva entrare nella camera reale dopo l'orario di cena, nemmeno lui...]
[...Gli frullava in testa quell'idea strana.
Era un mago.
E se per una volta avesse voluto usare la magia unicamente per sé? Perché non poteva utilizzarla per una cosa alla quale lui teneva così tanto? Perché doveva usarla per salvare Arthur e Camelot e non per altro?...]
[..."Che ci fai qui? Vattene via, Merlin!" urlò Arthur feroce.
Nell'uscire, il servo passò di fianco al letto e guardò il re con occhi furenti, sbottando: "Potevate almeno chiudere a chiave, sire!"
"Tira le tende del letto, prima di uscire!" gridò ancora Arthur.
"Tiratevele da solo!" e se ne andò sbattendo la porta...]
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Gaius, Gwen, Lancillotto, Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Missio Merlini










 








 

La sera prima non c'era stato bisogno di incantesimi. Perché Arthur probabilmente aveva giá 'consumato' nel pomeriggio con Gwen. 

Non ne aveva la certezza. Merlin non capiva se i due amanti avessero potuto riprendere normalmente la cosa, vista la brusca e imbarazzante interruzione. 

 

Non poteva sapere come la gente si comportasse in questi casi. 

A tal proposito, gli venne in mente sua madre che qualche anno prima, parlando con Merlin di Balinor, gli aveva rivelato: "Tuo padre, cielo! Anche con il morto in casa…"

Al che Merlin era diventato viola dall'imbarazzo. Hunith era di un'ingenuità disarmante a volte. Ecco da chi aveva preso lui!

Talvolta sua madre aveva avuto di queste uscite infelici, che non sembravano essere assolutamente da lei e delle quali il figlio avrebbe volentieri fatto a meno.

Per fortuna erano rare…

 

Ma se Arthur fosse stato come suo padre … e in effetti a lui dava l'idea di esserlo anche di più…  insomma … sarebbe stato un'altro fallimento.

 

Cosa avrebbe dovuto fare? Fargli venire la caghetta tutto il giorno, tutti i giorni? Non era pensabile. Camelot aveva bisogno del suo re. Qualcuno avrebbe potuto capire che poteva trattarsi di magia. Gaius in primis.

Certo il mentore non l'avrebbe mai tradito ma gli avrebbe fatto una di quelle ramanzine da farlo pensare di voler fuggire per sempre su un eremo per ritirarsi a vita contemplativa.

Senza contare che il vecchio avrebbe potuto comprendere da solo i motivi di quelle angherie compiute da lui contro il re. Gaius era sempre discreto ma Merlin sapeva che era anche estremamente perspicace.

 

Tra l’altro Arthur era sempre stato una roccia, da quel che gli avevano raccontato e aveva una salute di ferro. Le uniche volte in cui era stato costretto a letto erano appunto quelle causate da malattie create dalla magia o da ferite subite sui campi di battaglia.

 

Fu in quel momento che decise di dover cambiare strategia.

 

Al contrario di Arthur, Merlin da bambino e da adolescente era stato funestato da una quantità di morbi sconosciuti e da malattie di tutti i tipi. Tanto che la madre non faceva che ripetergli che era una 'baracca'*. Purtroppo la magia non funzionava su se stessi per poter guarire da malattie o ferite.

 

Era lunedì e aveva appena saputo che il successivo fine settimana sarebbero stati invitati a corte gli esponenti della nobiltà più in vista del territorio di Camelot e dei regni alleati confinanti per una grande festa. 

Questa volta sarebbero stati annessi anche gli appartenenti all'alta, media e piccola borghesia. Era una grande novità: il re apriva il palazzo di Camelot al ceto medio e l'idea gli era stata suggerita proprio da Merlin, per rafforzare la lealtà e la devozione al regno anche da parte di quei ceti generalmente meno considerati e quindi più astiosi verso il re e la sua corte.

 

Il piano originale di Merlin prevedeva quello di far sì che anche il ceto più povero, quello dei contadini, potesse prima o poi partecipare a questi eventi, ma aveva bisogno di procedere per gradi, per non turbare la classe nobile, notoriamente prima alleata del regno.

 

Prima o poi si sarebbe inventato qualcosa per far avvicinare il re al popolo.

Ogni anno a metà primavera si svolgeva la festa di Beltaine, in cui una volta all'anno, i reali smettevano i loro panni lussuosi, per vivere qualche giornata assieme ai contadini, lavorando e festeggiando con loro, ma questa festa non era sufficiente da sola a far considerare il re come uno del popolo, da quegli abitanti meno abbienti e più numerosi del regno. Ci sarebbero state altre occasioni dove era il popolo che andava a corte e non viceversa, invitato come un ospite importante.

 

Per il momento Merlin poteva considerarsi abbastanza soddisfatto: un primo passo nella direzione voluta.


Sarebbe stato un fine settimana terribile per lui! In quei giorni tutti i servi della corte avrebbero dovuto triplicare i loro sforzi. E non era giusto!

Ovviamente il clou della festa sarebbe stato il lussuoso banchetto della domenica. Un vero incubo per lui! A seguito del quale ci sarebbe stato il gran ballo finale. Mentre tutti ballavano e si divertivano, i servi avrebbero dovuto sistemare tutti i tavoli e pulire fino a notte fonda.



 

Appena Merlin entrò Arthur lo investì, con in faccia un sorriso così aperto che il servo non aveva mai notato prima.

"Ricordi quando ieri ti ho detto che ti avrei aiutato con le ragazze?"

"Sì, maestà!"

"Ci ho pensato a lungo … tu non hai mai parlato con una fanciulla come ... hai fatto con me, ieri sera?"

"Ehm … no!"

"Comincia a farlo! Cosa stai aspettando?"

"La … persona giusta?"

"Risposta sbagliata! Quello che devi ricercare adesso è l'occasione giusta! Fare un po' di esperienza aiuta ad acquisire maggiore sicurezza in se stessi, che a sua volta risulta essere un magnete per le donne. Più donne, più sicurezza, più sicurezza, più donne. È un circolo virtuoso…"

"Direi un circolo vizioso, semmai!" sussurrò Merlin a se stesso più che al re.

"Cos'hai detto?"

"Ho detto che me ne basterebbe una sola …"

 

Arthur cominciò a camminare avanti e indietro, rimuginando sulle parole di Merlin.

"Non credevo avessi così fretta di sistemarti … E dire che stavo giá pensando a qualcosa per te…"

 

Quella storia incominciava a infastidire Merlin. Non gliene fregava nulla delle ragazze. Sistemarsi? Era il suo pensiero più lontano.

Purtroppo gli importava solo di Arthur.

Però gli faceva piacere che il re si interessasse: dimostrava che teneva a lui.

 

'Sará anche tempo sprecato' pensò Merlin 'ma almeno riesco a stare un po' da solo in sua compagnia e più tempo con me significa meno tempo con Gwen!"

 

Il valletto si ricordò che fino a poco tempo prima era stato ossessionato dall'idea di baciare Arthur. 

Si sarebbe fatto bastare anche una volta sola. La bocca di Arthur con le labbra così naturalmente rosse, con il labbro inferiore più carnoso di quello superiore e i denti bianchi e leggermente imperfetti, era diventata una fissazione.

Guardarlo mangiare l'uva, o vederlo bere vino da un calice era una magnifica tortura. E come se non bastasse il re molto spesso si umettava le labbra con la lingua, cosa che a Merlin provocava più di un brivido.

 

Sapeva che l'unico modo per poterlo baciare davvero, sarebbe stato quello di utilizzare la magia, ma si rendeva conto che non avrebbe avuto nessun senso. Altrimenti sarebbe stato come baciare una delle statue o dei dipinti di Arthur che costellavano il palazzo. Non che non lo avesse fatto più volte ma la soddisfazione era minima.

Non si trattava solamente di baciare la bocca del re momentaneamente stregato. Voleva che Arthur desiderasse il suo bacio. 

 

Semplice utopia.

 

E si arrese.

 

"Avete ragione, Artù. Farò come dite voi. Per il momento mi accontenterò di baciarne qualcuna… Ma non so come si fa…"

"Non hai mai baciato una ragazza?"

Il cervello di Merlin venne attraversato da un'idea, una piccola vendetta e non si lasciò scappare l'occasione.

"Sì, ma non ho avuto grande soddisfazione. Sono state semplici pressioni di labbra. Niente di che… Il primo fu con Gwen, poco dopo che arrivai."

"Cosa? …  L'hai baciata?" chiese Arthur incredulo.

"No. Fu lei a baciarmi. Credo che allora lei avesse una cotta per me!"

"E com'è finita?" domandò il re turbato.

"Io non ero interessato e non le diedi corda. La vedevo solo come una buona amica. Mi dispiace averla fatta soffrire. Non ve l'ha detto? Era una cosa abbastanza risaputa a Camelot, all'epoca.

"No, non me l'ha detto… piuttosto credevo avesse un debole per Lancelot!"

"Infatti fu lui a consolarla, dopo che la rifiutai. Credo che Lancelot la amasse veramente tanto. Non ho mai visto un amore così puro e disinteressato."

 

Arthur lo guardò con occhi di fuoco. Il servo stava esagerando.

"Eppure credo che Gwen abbia fatto fatica a dimenticarmi. Almeno questo è quello che mi ha detto Lancelot. Quando poi voi avete incominciato a farle gli occhi dolci, Lancelot se n'è andato via, per devozione e lealtà nei vostri confronti, lasciandovi campo libero con la sua amata e …  sapete il resto meglio di me." 

 

Arthur non ribatté, anche se Merlin lo vedeva un po' rigido.

"Se non è dedizione e nobiltà d'animo questa… non potreste farlo tornare? Lui è sempre stato il vostro miglior cavaliere, tra le altre cose…"

 

Se Lancelot fosse tornato, forse Gwen ci avrebbe ripensato e si sarebbe felicemente tolta di mezzo. Ma bisognava farlo tornare prima che fosse troppo tardi, prima che Gwen diventasse regina. 

A dispetto di tutte le bugie che aveva appena detto al re, Merlin sapeva che la ragazza era stata molto innamorata del bel cavaliere. 

E come darle torto? 

Lancelot era davvero un bel ragazzo! Ma non solo, era pieno di virtù. Che sciocca Gwen a preferirgli Arthur. Non che il re non fosse all'altezza dell'altro, anzi. Ma Lancelot era molto innamorato di Gwen, mentre Arthur non sembrava esserlo altrettanto. 

 

I cavalieri di Arthur erano stati all'epoca una grande tentazione per Merlin, prima di capire di essersi del tutto fregato con il re! 

Ce ne fosse stato almeno uno brutto!Quando li vedeva in fila tutti insieme, sembrava quasi di stare di fronte a una bancarella di frutti proibiti.

Da comprare a caro prezzo e da gustare a casa con calma. 

 

A Merlin scappò una risata.

"Che hai?"

"Nulla, scusate…" 

Se Arthur avesse conosciuto i suoi pensieri, gli avrebbe fatto mozzare la testa.

 

Poi tornò serio. 

Era chiaro come il sole che quei ragazzi erano interessati unicamente alle belle donne. E non ci aveva più pensato.

Ma con Arthur no! Non poteva riuscirci! Anche solo per il fatto che passava tanto tempo assieme a lui.

E per trovare una ragione per poter perseguire il suo obiettivo, si era attaccato a un cavillo forse inesistente: Arthur poteva essere attratto dagli uomini come dalle donne. 

 

Adorava i suoi cavalieri e stava sempre con loro. Era molto affettuoso: grandi abbracci virili, pacche sulla schiena, forti pugni sulle braccia, strizzate di mani sulle spalle, prese maschie degli avambracci. Con Merlin il re era meno affettuoso, ma perché non era un valente guerriero come gli altri. O forse perché Arthur sembrava a volte avere una strana soggezione di lui.

Il re stava con loro non soltanto durante l'addestramento o le missioni lontane da Camelot, ma anche per parlare, rilassarsi, confidarsi e scherzare. 

Preferiva di gran lunga la compagnia maschile a quella femminile.

Merlin non sapeva se lo facesse per spirito di fratellanza, per la stima e l'affetto verso i suoi cavalieri o per la lealtà che percepiva da questi. Forse non significava nulla. Molti ragazzi e uomini si comportavano come Arthur.

Con Gwen nonostante la loro relazione fosse recente, si intratteneva una cena ogni tanto e la sera, una o due ore. 

 

Anche Merlin d'altra parte era quasi sempre con Arthur. Per un motivo o per l'altro lo faceva chiamare in continuazione e lo voleva accanto a sé, anche se per fare questo, il servo era costretto a trascurare molti dei suoi doveri. 

Arthur si lamentava sempre del fatto che fosse un pessimo servitore. A Merlin dava molto fastidio. Che pretese! Qualche volta, nei casi più disperati, Merlin si era aiutato con la magia, per fare in modo di espletare i tanti compiti che il re gli affidava.

 

Si era accorto che fin da quando era arrivato a Camelot, Arthur era incuriosito da lui. Durante gli ultimi anni, il re era passato dal considerarlo un servo buono a nulla e inaffidabile, poi un discreto attendente, e poi ancora una specie di consigliere privato stranamente saggio e infine un ottimo amico, il migliore, almeno così diceva Arthur. Soprattutto per tutte quelle volte in cui si erano salvati la vita a vicenda.

 

A dare man forte alla sua ipotesi e cioè che Arthur fosse in grado di amare chiunque, al di là del genere di appartenenza, c'era la questione degli sguardi.

 

Ovunque Merlin fosse, da sempre, il re gli mandava occhiate tali da turbarlo emotivamente.

I primi tempi gli davano quasi fastidio: credeva che il re lo controllasse perché non combinasse casini. 

Ma si accorse che Arthur lo guardava anche quando era in buona.

Ovviamente Merlin cominciò a ricambiare ogni suo sguardo. Anzi fu spesso lui il primo a cercarlo con gli occhi e quando Arthur lo ricambiava, cioè sempre, con quegli occhi di cielo e di mare e con il suo viso nobile e bellissimo, Merlin si trasformava temporaneamente in un mentecatto.

Chissà se faceva così solo con lui!

Lo sperava! Ed era uno dei motivi principali che gli avevano fatto pensare che il re potesse essere interessato a lui, in qualche modo…


Merlin si riscosse dai suoi pensieri. Arthur era ancora mezzo contrariato da ciò che gli aveva detto poco prima.

"Ho … baciato anche un'altra ragazza un paio di volte. Questa mi piaceva. Ma sempre piccoli baci, come dicevo."

"Hai rifiutato anche lei?" chiese il re, sardonico.

"È morta!"

"Oh, mi dispiace … ti prego di scusarmi!"

 

Freya era stata l'unica ragazza su cui aveva fatto un pensiero serio. Ma non c'era stato il tempo di capire di più. Vero era che sentiva con lei un forte legame a causa della magia e essendo la ragazza in condizioni disperate, il forte istinto di protezione aveva prevalso, e lui forse l'aveva scambiato per qualcosa di più.


"Conosci i baci alla francese?"

"So cosa sono. Solo che non ne ho mai dati. Credo che facciano un po' schifo…"

"Schifo? Non sai proprio cosa dici!"

"Ho avuto modo di vederne e li trovo un po' bavosi…"

"Spiegati meglio… Vuoi che ti aiuti? Oppure no?"

"E come? Volete forse mostrarmi come si fa…"

"Sei matto? E poi prima di arrivare ai baci c'è una cosa più importante: il ballo, fondamentale per conquistare le ragazze. Aspetta qui!"

 

Poco dopo entrarono nella stanza Gwen, Sefa e un violinista.

 

Merlin era deluso. Sperava che sarebbe stato Arthur a prenderlo tra le braccia e a farlo volteggiare.  

Arthur ballava molto bene anche se sembrava sempre un po' annoiato, quando lo aveva visto.

Merlin adorava la musica e il ballo lo intrigava ma si sentiva piuttosto goffo.

 

Invece, non andò affatto male. Si divertì persino. Provarono il rondello, la giga, la gavotta, il minuetto, la sarabanda. Non si trattava quasi mai di balli di coppia. Merlin doveva imitare i movimenti di Arthur, in quanto uomini e donne a volte si muovevano insieme e altre volte, avevano passi differenti. Il re era concentrato su di lui e su tutti i suoi passi. Ogni tanto Arthur scoppiava a ridere e a Merlin non importava che ridesse di lui: era così piacevole vedere che il re si divertiva.

 

"Sei un po' troppo rigido e tendi a dimenticare i passi, ma riesci a cavartela lo stesso perché hai un buon senso del ritmo" aggiunse Artù ringraziando poi le dame e il musicista che uscirono lasciandoli soli.

 

"Vi ringrazio! È stato molto divertente, ma … perché insegnarmi a ballare? Io dovrò lavorare alla prossima festa." 

"Ho intenzione di farti un bel regalo. Hai presente quando ti ho detto che avevo giá in mente qualcosa per te? Potrai partecipare al banchetto, al ballo, a tutto. Ti darò l'intero fine settimana libero e sarai un mio invitato speciale!"

"Ma mi riconosceranno!"

"Chi? Forse i tuoi colleghi, che sanno benissimo che tu puoi svolgere compiti diversi dai loro. In quanto agli ospiti, tu pensi che qualcuno ricordi la faccia dei servi? Perdonami ma i nobili spesso fanno fatica a riconoscere anche i volti della propria servitù." 

"In qualità di attendente e amico personale del re ammetto che mi piacerebbe accettare. Ma dovrete trovare un sostituto per me. E se poteste assumere qualche altro servo per domenica, sarebbe molto meno gravoso per i miei colleghi."

"Davvero?"

"Queste feste gloriose sono un tormento per i servi, mio signore! Credetemi!"

"D'accordo, farò assumere un po' di personale in più"

Merlin lo avrebbe abbracciato dalla gioia, ma si limitò ad inchinarsi profondamente con la gola chiusa dalla commozione.

 

Arthur avvertendo il momento delicato, cercò di distrarre il ragazzo. 

"Se giocherai bene le tue carte potresti conquistare una bella ragazza nobile…"

"Sinceramente non mi ci vedo, a ballare con le nobildonne e neanche mi fa piacere."

"Su tua precisa richiesta, quest'anno ci saranno anche ragazze non nobili, donne appartenenti a buone famiglie della borghesia."

"Sono comunque al di fuori delle mie possibilità. Inoltre se anche riuscissi a conoscerne qualcuna non mi piacerebbe ingannarle, fingendo di essere chissà chi."

 

"Sarà divertente. Ti presterò dei miei vestiti e potrai farti passare per il principe di Canterbury o per chi ti pare. Potrai ballare con chi vuoi e arrivare a baciare persino una principessa…"

"Sai che pacchia…"

"Non mi sembri molto contento…" 

"Non voglio baciare una principessa. Preferirei avere a che fare con ragazze semplici come me: contadine, serve, ragazze del popolo…"

"Hai detto che volevi divertirti e che volevi arrivare a baciare una o più ragazze! Hai forse cambiato idea?" chiese Arthur un po' alterato.

 

"Ma sarei molto più a mio agio con donne del mio ceto sociale…"

 

"Non so come fare, Merlin. Vorrei aiutarti, ma non posso certo invitare tutto il popolo. Non basterebbero i posti e anche se fosse, il costo del banchetto sarebbe esorbitante. Mi dispiace!"

"Non potreste invitare, che so, solo le ragazze in età da marito?

"E quante sono?"

"Mi informerò da Geoffrey di Monmouth, solo che bisognerebbe invitare anche un numero corrispondente di giovani scapoli…"

"Portami i numeri … ma dove li metteremo? Il castello è giá pieno."

"Nel giardino!"

"Forse si potrebbe fare. Ma non credi che potrebbero offendersi? Loro fuori e tutti gli altri dentro?"

"Dipende tutto da voi…"

"Da me?"

"Sì, dovreste alternare la vostra presenza tra fuori e dentro. Mangiare una pietanza in un tavolo all'interno, una seconda all'esterno, e così via.

Ancora meglio sarebbe lasciare un posto libero per voi in ogni tavolo" 

"Due posti vicini in ogni tavolo, vorrai dire…" precisò Arthur.

"Certamente. Insieme a  Gwen sarebbe certamente più piacevole e meno gravoso per voi."

"Veramente pensavo a te. Mi saresti di grande aiuto. Controlleresti che io non venga dato in pasto ai popolani…" sorrise Arthur.

'Sono d'accordo!"

"E c'è un altro problema, purtroppo. Il salone da ballo sarebbe troppo pieno e non ci si potrebbe quasi muovere… figuriamoci ballare."

"Fuori c'è talmente tanto spazio che … con l'orchestra all'aperto si potrebbe tenere il ballo in giardino per tutti!"

"E se piovesse?"

"Non pioverà" disse Merlin categorico. Nel caso ci avrebbe pensato lui con la magia. Era perfettamente in grado di fermare un po' di pioggia.

"Allora è deciso, maestà! Per me va bene, ma … se vi starò sempre alle calcagna, non avrò modo di conoscere alcuna ragazza."

"Al contrario. Potrei fare da mediatore …" 

"Scusate ma in quel caso, non avrei la minima speranza…"

"Non hai fiducia nei miei metodi?"

"Non è per questo, Arthur, ma … se ci sarete voi al mio fianco, nessuna donna si accorgerà di me…"

"Dovrai fare anche tu la tua parte…"

"Potrei mettermi anche a ballare nudo sul tavolo che non riuscirei comunque a distogliere l'attenzione di ogni ragazza da voi…"

Il re sorrise al pensiero poi domandò: "Perchè pensi questo?"

"Perché voi siete … il re."

Arthur annuì senza alcuna reazione.

"Non solo per questo … non solo perché siete il re … voi siete giovane e forte, fiero e coraggioso, bello e attraente … per le ragazze. Sarebbe come chiedere a una donna di scegliere tra Apollo ed Efesto…"

"Apprezzo il paragone con Apollo, anche se lo trovo decisamente esagerato, ma tu non sei certo come Efesto. Io ti vedrei di più come … Ermes.**"

Merlin alzò le sopracciglia: "Grazie, maestà! Credo sia una delle cose più carine che mi abbiate mai detto, ma se fossi come Ermes non avrei bisogno dei vostri insegnamenti"

"Non credo infatti che tu ne avresti bisogno, se non fossi così … bloccato. Tu hai tutte le caratteristiche fisiche e di indole per riuscire conquistare la maggior parte delle donne, solo che non ne sei consapevole … oppure hai qualche segreto di cui non sono a conoscenza… Sei e rimani un enigma ai miei occhi…Temi forse che ti soffi le ragazze? Io sto con Gwen."

"Allora … va bene!"

Merlin pensò che il suo obiettivo principale in quel momento fosse fare in modo che il popolo conoscesse meglio il suo re. Pazienza se avrebbe dovuto sorbirsi le svenevolezze di tutte le dame di Camelot verso Arthur. Poteva sopportarlo in virtù di uno scopo più alto.

 

"Pensi che sia sufficiente per il popolo ciò che intendiamo offrire loro?" 

"Per i poveri sarà più che sufficiente. Scherzate? Ottimo cibo, orchestra e ballo. E sua maestà che si intrattiene un po' con loro. Sarà straordinario!"

Merlin era soddisfatto. Aveva preso la palla al balzo, per poter fare in modo che il suo popolo potesse vedere e apprezzare Arthur tanto quanto lui.

 

"Siete libero stasera, maestà? Credo ci siano infiniti dettagli su cui riflettere…" Tanto valeva provare a trarre il massimo profitto dalla situazione.

"Farò in modo di esserlo. È un'occasione troppo importante per lasciarsela sfuggire, anche se ho ancora tanti dubbi. In caso di errori potrebbe essere persino controproducente.

"Pensate che la corte reale e la borghesia accetteranno di mischiarsi con il popolino?"

"Scriverò ad ogni famiglia dicendo loro la verità. Per questo chiederò il tuo aiuto Merlin. Dirò che è un'importante occasione di scambio. In fondo, come prima volta, saranno presenti solo uomini e donne di giovane età e non ancora sposati. Chissà se nascerà qualche unione 'mista'." ridacchiò il re. "Secondo me accetteranno. Forse non proprio tutti ma la maggioranza credo di sì." "Dopo cena ti aspetto per mettere a punto la questione. C'è moltissimo da fare. Adesso però ho fame, Merlin!"

 

Merlin era molto contento. Non avrebbe dovuto usare la magia, quella sera.

Arthur lasciava da parte le sue 'attività' amorose per il suo popolo. 


Quella sera ci fu talmente tanto da organizzare che Merlin non ebbe occasione di muoversi dalle stanze di Arthur. Ma visto che anche al re stava a cuore quell'occasione, lavorò a stretto contatto con il servo. Interpellarono Geoffrey. Il numero dei giovani da invitare si aggirava sulle centottanta unità. Scrissero il testo da inviare alle famiglie nobili e borghesi e anche quello per il biglietto d'invito per le famiglie contadine. Arthur convocò tutti gli amanuensi della città perchè ricopiassero durante la notte le lettere e gli inviti con i relativi indirizzi. Allertò tutti i messaggeri che avrebbero dovuto partire il mattino seguente per consegnare le missive al più presto.

Durante la serata Merlin, trovò il coraggio di chiedere al re di poter invitare sua madre e il suo amico Will.

Arthur ci pensò davvero a lungo, tanto che Merlin si aspettava un rifiuto da parte del re. 

"Avrò molto piacere di rivedere tua madre, Merlin. Per quanto riguarda quel tuo amico, vedi di tenermelo lontano. So bene che è rimasto ferito gravemente per salvarmi la vita ed è per questo che lo inviterò. Ma non dimentico come mi ha aspramente osteggiato, quella volta a Ealdor. E visto che lui non mi sopporta, la cosa è reciproca."

"Farò in modo che lo vediate il meno possibile."

"E sia!"

Merlin esultò internamente. Will era l'unico amico che conosceva tutti i suoi segreti. Non solo il fatto che fosse uno stregone, ma anche i sentimenti di Merlin verso il suo padrone. Almeno con Will avrebbe potuto parlare liberamente ed essere se stesso.


Il giorno dopo sul tardo pomeriggio Arthur lo fece chiamare.

"Caro Merlin, oggi non ho avuto molto tempo purtroppo da dedicare al mio insegnamento e alla tua educazione "

"Pensavo avessimo quasi finito…"

"Finito? Non abbiamo nemmeno incominciato!"

"Da dove volete riprendere?"

"Fammi sentire la prima frase che diresti a una ragazza per rompere il ghiaccio…"

"Mh … mia signora, mi sembra di avervi giá vista. Ci conosciamo?"

"Terribile, Merlin… è la scusa più vecchia e banale."

"Fatemi sentire voi, allora."

 

"-Mi concedete l'onore di questo ballo?- È la più classica ma funziona ancora. -Posso offrirvi un bicchiere di vino?- E ti presenti con due calici in mano. -Potrei conoscere il nome della ragazza più interessante della festa?- Quest'ultima frase va detta con una sorta di divertita sufficienza in modo che la ragazza non capisca se la la stai corteggiando o prendendo in giro.

Tutte cose molto semplici, come vedi"

"Funzionano solo per voi, Arthur"

"Non è vero. Fammi un favore. Imparale a memoria."

"D'accordo, ma io volevo sapere qualcosa di più 'concreto'. Non è quello che vi aspettate da me?"

"Sicuramente è lo spirito giusto. Ma assicurati almeno che la ragazza ti piaccia fisicamente…"

"E non se dovesse piacermi nessuna ragazza?"

"Ci saranno tutte le ragazze di Camelot. Una dovrà pur piacerti!"

"E se invece non fosse così?"

"Mi sa che tu sei più esigente di me… sei strano però…  si può sapere cosa cerchi esattamente in una donna?"

"Bionda, occhi azzurri, alta, forte, leale, coraggiosa, bellissima, con un gran senso dell'umorismo e dal cuore d'oro, ma va bene anche se un po' limitata e molto testarda …"

"Mi sa che hai ragione tu. Non credo esista una donna così…"

Ora fu Merlin ad alzare gli occhi al cielo."Non mi accontenterò di niente di meno."

"Non ti basta che sia solo una ragazza carina e piacevole, per cominciare?"

"Non lo so. Non credo. Ci devo pensare…"

"A questo punto puoi andare. Devo vedermi con Gwen, tra poco …"

 

Merlin strinse i pugni dalla rabbia e si congedò con un inchino, senza dire altro.














 

 *"Sei una baracca" frase familiare che significa "sei sempre ammalato."

** Ermes, (Mercurio per i romani) il messaggero dai piedi alati, veloce, giovane e bello. 

***Ovviamente non credo che re Arthur darebbe mai a Merlin un intero weekend di riposo.

Ciao e tutte/i. Innanzitutto ringrazio MAAE_8830, susiguci, AndyWin24 e OrnyWinchester per le preziose recensioni!!! Chiedo scusa per gli anacronismi. Nel medioevo gli uomini non ballavano. Lo facevano solo le donne, in gruppo. (Qui invece sembra più un ballo di tipo ottocentesco. Presente quelli di Jane Austen?)

Avrete notato che un bel po' di personaggi sono vivi quando nella serie avrebbero dovuto giá essere morti da tempo: Will, Lancelot e probabilmente anche Balinor. Non escludo la possibilità di altri redivivi.

   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Merlin / Vai alla pagina dell'autore: lulette