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Autore: lulette    08/11/2022    5 recensioni
Dal capitolo I
[...Era da un po' che Merlin ci pensava.
Il suo re passava ogni sera in camera sua con la sua fidanzata, Gwen. Li sentiva sospirare e gemere, fuori dalla porta. Erano settimane che nessuno poteva entrare nella camera reale dopo l'orario di cena, nemmeno lui...]
[...Gli frullava in testa quell'idea strana.
Era un mago.
E se per una volta avesse voluto usare la magia unicamente per sé? Perché non poteva utilizzarla per una cosa alla quale lui teneva così tanto? Perché doveva usarla per salvare Arthur e Camelot e non per altro?...]
[..."Che ci fai qui? Vattene via, Merlin!" urlò Arthur feroce.
Nell'uscire, il servo passò di fianco al letto e guardò il re con occhi furenti, sbottando: "Potevate almeno chiudere a chiave, sire!"
"Tira le tende del letto, prima di uscire!" gridò ancora Arthur.
"Tiratevele da solo!" e se ne andò sbattendo la porta...]
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Gaius, Gwen, Lancillotto, Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni
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Experimentum






 









Merlin non fece niente.

 

Nessuna magia per evitare che il re e Gwen stessero insieme quella sera.

 

Era ridicolo impedire ad Arthur di stare con lei. Se era vero che era innamorato del re e lui era felice con lei, doveva imparare ad accettarlo.

 

Con questa consapevolezza era uscito a tarda sera per sbollire la rabbia e il dolore.

Per la prima volta era andato alla taverna da solo. 

Se Arthur l'indomani l'avesse sgridato per quello, almeno stavolta avrebbe avuto ragione.

 

Aveva bevuto molto più di quanto avesse mai fatto, ma si era allontanato prima di essere del tutto ubriaco.

Trascinandosi a fatica fino al letto, si era addormentato subito in preda ai fumi dell'alcool.


Il mattino dopo aveva un mal di testa insopportabile e ricorse all'aiuto di Gaius che gli diede un infuso d'erbe che mitigò in parte dolori e nausea.

 

Era piuttosto in ritardo per svegliare il re, ma Arthur era talmente di buon umore che non lo sgridò neppure. 

 

Merlin si sentì ancora più triste. 

Doveva trovare una soluzione per se stesso. Non voleva rischiare di ammalarsi di mal d'amore, che nonostante il nome era tutto fuorché romantico.

 

"Merlin, ti aspetto oggi pomeriggio dopo gli addestramenti" esordì il re. "Dopodomani cominceranno ad arrivare i primi invitati e non ci sará più tempo per le nostre lezioni…"

 

"Voi siete davvero un ottimo insegnante, maestà, ma credo che i vostri sforzi siano vani con me. Se una persona per nascita non è portata per le relazioni amorose non credo che ci siano molte possibilità di riuscita."

 

"Questa è una sciocchezza. Non ci hai nemmeno provato…"

"Non è vero. Le ho provate tutte. Ma devo arrendermi!"

"Sei giovane e bello. Non ti manca niente se non un po' di autostima."

 

Arthur lo aveva definito 'bello'. Fino al giorno prima avrebbe esultato nel sentirglielo dire, ma ora non gli dava alcuna emozione. Tra l'altro aveva tanto l'aria di essere una bugia pietosa, per cercare di tirarlo su di morale.

 

Merlin cominciò: "Oggi dovremo sistemare i posti ai tavoli per i singoli invitati…"

"Che incubo …non puoi farlo da solo?"

"Per i posti all'esterno sì, anche se dovrò chiedere aiuto a Gwen. Lei conosce molte più persone di me, tra i contadini. Per i tavoli all'interno però …"

"D'accordo. Ti aiuterò io, ma se rimarrá del tempo ti farò un'ultima lezione. Direi, la più importante."

"Come volete, sire!"

"Oggi vedo che non sei affatto in forma, ma … ho una sorpresa per te, che credo ti farà piacere!"

Merlin lo guardò leggermente incuriosito.

 

"Ho invitato anche Lancelot!"

 

Merlin rimase a bocca aperta, incredulo.

"L'ho fatto per te."

"Ma…"

"Credo sia ora di sotterrare l'ascia di guerra. Lui era il mio primo cavaliere."

"In effetti, mi fa molto piacere…lui è mio amico."

Lancelot era l'unico a conoscere il segreto della sua magia oltre a Gaius e a Will. Ed era davvero uno dei suoi migliori amici. Anche se nemmeno Lancelot  conosceva i suoi gusti in amore.








 

"Dunque … la regina Annis, i suoi due figli e le rispettive consorti, li mettiamo a questo tavolo qui, vicino a re Odin e a sua moglie..."

"No, Odin non va bene al tavolo con Annis" disse Arthur.

"Ma re Odin non va bene in nessun tavolo? Dove lo mettiamo?" chiese Merlin perplesso.

"Puoi metterlo al mio tavolo principale."

"Vicino a re Alined?"

"Esatto"

"Ma il vostro tavolo è in assoluto il peggiore…"

"Allora tra Odin e Alined metterò mio zio."

"Lord Agravaine?" domandò Merlin, scandalizzato.

"Non dire niente, Merlin! Ricordati che lui è mio zio! E poi non rimarrò a lungo con loro…"

"Sì, ma povera Gwen! Tanto valeva invitare direttamente Morgana…!"

Arthur sorrise. "Continuiamo."

 

"Sir Valiant…?"

"Direi sempre al mio primo tavolo."

"Direi che a questo punto converrebbe consegnare direttamente il regno di Camelot nelle mani dei vostri commensali… "

"Sono tutti ex nemici. E stare al mio tavolo servirà a tenerli buoni…"

"Dite alle guardie di tenerli d'occhio"

"Lo farò. Ma non dimenticare che anche i miei cavalieri saranno seduti a quel tavolo…"

"Meno male…

Anche Lancelot?"

"Tu cosa dici?"

"Sì, se sarà con i suoi ex compagni si sentirà più a suo agio." 

"Ho intenzione di chiedergli di tornare ad essere un mio cavaliere…"

"Credo che sia fantastico! Ma… non temete che Gwen possa essere turbata dalla sua presenza?"

"Se diventerà regina dovrà affrontare prove molto più dure di questa. Ma io l'ho invitato perché me l’hai chiesto tu…"



 

Dopo parecchie ore rimanevano solo da sistemare alcuni invitati di cui non erano ancora giunte le risposte.

 

"Molto bene, c'è ancora tempo prima che Gwen arrivi… per cui…"

Merlin serrò la mandibola dalla tensione, nonostante i suoi buoni propositi.

"Maestá, è proprio necessario? Sarei un po' stanco…"

"Farò presto. Ma tu prendi appunti!"

 

Merlin passò quasi  due ore ad ascoltare Arthur. 

L'argomento non  trattava di pratiche amorose da mettere in atto in un letto o in un pagliaio con la donna di turno o con la donna della vita, come aveva creduto in un primo momento. 

 

Si trattava dei mille modi per non mettere incinta una ragazza…

Membrane animali, cacca di coccodrillo essiccata, testicoli di castoro, erbe, miele, limoni e scaramanzie varie, al limite della magia, quella falsa.*

 

Ma lui possedeva quella vera. E nei libri di Gaius c'erano molte indicazioni su come agire con la magia a tal proposito e con risultati sicuri.

 

Peccato che a lui non sarebbero serviti né gli insegnamenti di Arthur né quelli del libro di magia. 

A meno che non esistesse una formula per poter ingravidare un uomo…




 

La fantomatica domenica era arrivata. Per fortuna c'era un sole magnifico e la temperatura era ideale per soggiornare all'aperto. Non sarebbe dovuto intervenire per migliorare il clima.

Nei giorni precedenti Merlin aveva visto il re meno possibile. Stargli lontano era servito a farlo soffrire un po' meno. Arthur aveva ricevuto Gwen nelle sue stanze ogni sera. 

Starci male non serviva a niente per cui arrivò alla conclusione che avrebbe potuto mettere in pratica qualche insegnamento di Arthur con gli uomini, per vedere se poteva conoscerne qualcuno e magari arrivare a baciarlo o chissà… Anche se era 'in permesso premio' Merlin aiutò il resto della servitù, che sembrava spossata e nervosa ancora prima di cominciare.

 

Poco prima di pranzo un uomo bellissimo con l'armatura lucente entrò nel palazzo.

Era Lancelot. 

Merlin gli corse incontro e lo abbracciò con foga. 

"Sono felice di vederti Merlin. Scommetto che devo a te la mia venuta qui…"

"Caro Lance…può essere, ma le sorprese non sono finite…"

In quel momento Lancelot sgranò gli occhi. 

Gwen camminava verso di loro.

'Accidenti!' pensò Merlin.

Gwen era bella come non l'aveva mai vista. Il vestito, i capelli e i gioielli … sembrava davvero una regina!

Lancelot mise un ginocchio a terra in segno di devozione e baciò la mano che la ragazza gli porgeva.

"È un onore rivedervi, milady!" e la sua voce tremò per un momento.

Gwen sorrise e le sfuggì una lacrima dagli occhi.

"È un piacere anche per me, ma alzatevi, vi prego."

 

A interrompere quel momento di commozione, così forte che si sarebbe potuta tagliare con il coltello, giunse Arthur.

"Benvenuto a Camelot, Lancelot."

"Maestá, è stato un onore e una gioia ricevere il vostro invito…"

"Ti prego di non scappare dopo la festa. Ho bisogno di parlarti!"




 

Erano a tavola giá da un'ora con il gruppo dei disfattisti anonimi. E doveva pure sorridergli. Per fortuna sembravano tranquilli e ben disposti.

 

Merlin guardava con invidia la parte opposta del tavolo, dove i cavalieri, seduti in gruppo, parlavano tra loro e con Lancelot.

Almeno il cibo era ottimo!

Merlin seguì Arthur ad un nuovo tavolo, dove sedevano alcune famiglie appartenenti alla borghesia. Alcuni dei presenti al tavolo, si comportavano in maniera ineccepibile, altri invece non facevano che decantare la bellezza e le virtù delle loro figlie, la forza e il coraggio dei loro figli e le presunte nobili origini delle loro famiglie, decadute per questo o quell'altro futile motivo.

 

Il fatto che Arthur non avesse ancora una moglie e che fosse risaputo che avesse per fidanzata una serva, sembrava invogliare tutti i commensali a presentargli ogni ragazza facente parte della famiglia, fosse anche dodicenne, come la futura regina perfetta per il re.

Questo accadeva anche ai tavoli dei nobili.

 

Al re furono presentate centinaia di ragazze e Arthur fu gentile con ciascuna di loro.

Merlin avrebbe preferito pulire le stalle che dover subire, gli sguardi, i sorrisi e le moine di tutte loro.

Non ne poteva più, in tutti i sensi.

"Devo andare maestà!"

"Non mi lascerai qui da solo spero…"

"Devo fare la pipì."

"Uffa! Vedi di fare presto."

 

Tutta quella confusione gli dava quasi la nausea. La pipì era ovviamente una scusa.

Dove poteva andare per stare da solo per pochi minuti?

Vide una giovane coppia uscire da una saletta. La ragazza si stava sistemando il vestito e avevano entrambi guance e labbra arrossate.

 

Senza pensarci troppo entrò in quella stanzetta. Era un piccolo salotto con un tavolino al centro e qualche comoda sedia. C'era anche una finestra aperta che dava su un cortiletto interno.

La porta si aprì e Merlin vide entrare Odin che gli sorrise affabilmente: “Merlin, come mai sei qui?”

“Avevo bisogno di respirare un po’, di stare un po’ da solo!”

“Oh, … scusami. Me ne vado subito”

“Cosa dite, maestà? Vi prego di rimanere”

Odin si sedette e lo guardò con interesse.

 

“Ricordate il mio nome? Ne sono lusingato!”

“Caro Merlin, sei stato tu il fautore del cambiamento di Arthur e quindi parte del merito è tuo se oggi i nostri regni sono in pace.”

Odin aveva una bella voce, calda e rassicurante.

Quando sorrideva tutti i tratti del viso cambiavano. A parte il naso un po' grosso, Odin aveva un volto affascinante. Portava i capelli lunghi e lisci, con ciuffi laterali che gli ricadevano sulla fronte e sul viso. La bocca era piuttosto larga con labbra sottili e gli occhi neri, grandi e scrutatori erano davvero magnetici.

L'uomo era alto e di corporatura massiccia.

Nel complesso era un bell'uomo. Certo, per età, avrebbe potuto essere suo padre.

La cosa che più gli piaceva di Odin però era la sua sicurezza, che non era boria o superbia, ma dipendeva direttamente dalla maturità e dall'esperienza.

Parlando con lui Merlin era sempre più sorpreso. Il sovrano era una persona di gusti semplici. Era simpatico e pieno di umorismo. Merlin si sbellicava ad ogni sua battuta. Merlin era vagamente consapevole che Odin gli sembrasse così divertente e piacente anche a causa delle numerose coppe di ottimo vino che si era scolato fin ad allora. In un secondo tempo Odin parlò del dolore per la perdita del figlio, ma senza più l'antica rabbia contro Arthur.

 

'Oh, Dio! Sto facendo tardi. Arthur mi ammazzerà…Troverò una scusa.'

 

Stava bene in compagnia di quell'uomo.

La porta si aprì e una giovane coppia si fermò sulla soglia. "Ops! Scusate!" disse il ragazzo.

La ragazza invece si coprì la bocca ridendo maliziosamente. 

Quando la porta si richiuse, anche Odin si mise a ridere. 

"Perché ridete?"

"Come, non lo sai? Questi salottini sono adibiti a uno scopo preciso."

"Davvero e quale?"

"Sono quei posti dove … le coppie vanno a fornicare!"

Merlin avvampò.

 

"Immagina cosa possono aver pensato quei due di noi …" disse Odin e rise ancora.

"Quindi quando siete entrato, avete pensato che ero in cerca di compagnia?"

"Più che altro l'ho sperato, ma mi sembra di capire che tu non abbia molta esperienza, se non conosci l'utilizzo dei salottini…"

"Ma voi siete sposato e avete figli…"

"Ammetto di non essere l'uomo più fedele del mondo Ma la carne é debole ... almeno la mia. Vedi ... mia moglie e io ci siamo conosciuti il giorno del nostro matrimonio."

"Un matrimonio programmato! Oh! Mi dispiace!"

"A me dispiace di più per lei. È una brava moglie, ma non c'è mai stata una grande passione tra noi. Io ho avuto altre storie. Lei l'ha accettato ma è convinta di dovermi  rimanere fedele. Io invece credevo che meritasse di essere felice in amore. Pensa che a sua insaputa le ho mandato in camera degli uomini molto belli, ma lei li ha mandati tutti via. Ha capito che c'ero dietro io e si è offesa."

"È una cosa molto strana, lo ammetto. Non ho sentito mai niente del genere. È triste eppure trovo il vostro gesto quasi commovente. Voi siete un uomo davvero … unico!"

 

Merlin si sentiva un po’ accaldato. L'uomo di fronte a lui gli piaceva, forse proprio per la sua stranezza.  

Eppure non c'era una stramaledetta frase tra quelle imparate a memoria che andava bene per quel momento.

Odin si alzò e gli accarezzò il volto con una mano: "Devo riconoscere ad Arthur che ha davvero buon gusto. Sei così dolce!"

"Non é così… ad Arthur non piacciono gli uomini"

"... Sei innamorato di lui? Vuoi usarmi per vendetta?"

"No … no … io…"

"Non preoccuparti. A me sta bene e non dirò a nessuno il tuo segreto. Ammetto che Arthur è di una bellezza abbagliante, ma io preferisco te… E poi non è ancora detto. Io ho scoperto la mia passione per i ragazzi solo una decina d'anni fa…"

 

Merlin rimase immobile e il re andò a chiudere la porta a chiave, senza staccare gli occhi da lui.

Merlin capì di non avere scampo, più da se stesso che da Odin. Tremava ma si disse che era arrivato il momento. E pensò ad Arthur e a tutte le sere che passava con Gwen. Sentirsi ancora una volta tradito poteva aiutarlo a 'tradire Arthur'. Perché dentro di sè sentì che era quello che stava per fare. Sarebbe bastato a dimenticare Arthur?

 

Così quando Odin si avvicinò, Merlin sporse in fuori le labbra e chiuse gli occhi.

"Sei adorabile" gli sussurrò il re.

Odin cominciò con dei baci delicati a fior di labbra. Erano molto piacevoli per Merlin.  

 

Poi lo strinse, portò una mano sul suo sedere e aprì la bocca. In un attimo Odin spinse la lingua fino alla gola di Merlin, che spalancò gli occhi.

La sensazione era strana e non propriamente gradevole. 

Faceva quasi fatica a respirare. 

Gli sembrava così strano che una lingua del tutto uguale alla sua sembrasse proprio la sua, solo che non ne aveva il controllo.

 

Merlin provò a muovere un po’ la sua ma era inutile: l'altro se ne stava immobile con quella sua lingua inopportuna che voleva attentare alla sua vita. 

Quando Odin si staccò, Merlin cominciò a tirare il fiato, allontanandosi di un passo.

"Che succede Merlin?"

"Niente … solo che non sapevo che baciare fosse … così!"

"Oh, cavolo! È il tuo primo bacio?"

Merlin si asciugò istintivamente la bocca con le dita. 

"Mi dispiace. Non avevo capito. Non ti sarei saltato addosso in questo modo… Pensavo che lo volessi anche tu…"

"Infatti lo volevo…"

"No. Tu volevi solo … pomiciare."

Merlin non disse nulla.

"Spero di non averti traumatizzato!"

Ecco ancora quella sua inconcepibile empatia che tanto era piaciuta a Merlin.

"Ora vado. Mi vanto di essere un uomo d'onore e capisco quando è ora di andarsene. Ho commesso un errore di valutazione. Questo non significa che tu non m'interessi. Anzi. Lascio a te la scelta…"

Gli mise una mano dietro la nuca, dandogli un  bacio a stampo sulle labbra.

'Sono questi i baci che voglio' pensò Merlin.

"Se cambi idea, fammelo sapere!" bisbigliò Odin e uscì dalla stanzetta, chiudendosi la porta alle spalle.

 

Un istante dopo la porta si aprì di nuovo ed Arthur entrò come una furia.

"Che ci fai qui? Non dovevi fare solo la pipì e tornare? E cosa diavolo stavi facendo qui, al chiuso, con Odin?"

Merlin arrossì all'istante.

"Mi dispiace Arthur. Avevo bisogno di stare un momento in disparte da solo!"

"Ma non eri da solo!"

"No, infatti. È entrato dopo di me. Che avrei dovuto fare? Mandarlo via? Lui è sempre un re, mentre io sono solo un servo."

"Sei stato con lui più di un'ora!"

"No, solo pochi minuti, credo …" Era passata un'ora ma a lui era sembrato molto meno.  

"Vi prego di perdonarmi. Non me ne sono reso conto."

"Che facevate?"

Arthur aveva un'espressione di rabbia trattenuta che non gli piaceva per niente.

"Abbiamo … parlato."

"E di che cosa?"

"Della festa, degli invitati, del ballo, queste cose qui …"

"Odin non è certo uno che si intrattiene a parlare con un servo, se non ha qualcosa da guadagnarci."

"Non capisco!"

"Beh, allora te lo spiego io. Odin è uno di quei re ai quali piace spassarsela all'insaputa della moglie."

"Non credo sia il solo…"

"Esattamente. Ed è uno di quelli che ci prova soprattutto con i suoi sottoposti, preferendo servi e sguattere, ragazze e ragazzi, sui quali fare colpo in virtù del suo ruolo di sovrano."

 

Merlin arrossì ancora: "E io cosa c'entro?"

"Tu sei un servo, Merlin, per di più giovane e attraente. Non mi vorrai far credere che non ti abbia fatto delle proposte."

"Credo che in effetti mi abbia fatto capire qualcosa…"

"Ti ha corteggiato, quindi!"

"Arthur, con tutto il rispetto che ho per voi, non ritengo di dovervi informare su quella che è la mia vita privata!"

Il re sprofondò su una sedia.

"Vita privata? Odin cosa c'entra con la tua vita privata? Cosa credi che non abbia notato che eravate chiusi a chiave qui dentro? Ho provato ad entrare poco fa!"

"Non è successo niente. Niente d'importante comunque…"

"Dio, Merlin. Allora non mentivi! Non mentivi quando mi hai chiesto se le tecniche di seduzione valevano anche con … gli uomini!"

 

Merlin capì che era arrivato il momento. Arthur l'aveva capito finalmente. E non aveva senso ribattere. Decise di tacere, anche perché era terrorizzato dalla reazione che il re avrebbe potuto avere.

Se Arthur avesse voluto, avrebbe potuto arrivare a farlo giustiziare. Aveva sentito certe orribili storie avvenute in regni non molto lontani da Camelot.

"Così ti piacciono gli uomini?"

"È così" mormorò appena Merlin.

"Ma ti interessano ancora le ragazze?"

"Purtroppo no."

"Perché non me l'hai detto?"

"Ci ho provato! Se ci pensate bene, vedrete che è così"

"Giá. Avrei dovuto capirlo dai tuoi discorsi strani"

"E adesso, cosa devo fare?" disse Merlin con voce incrinata.

"Adesso non è il momento buono per pensarci. Ho bisogno di te. Dopo la festa ne riparleremo. Ora, vieni!"

Merlin seguì Arthur. Non si era nemmeno accorto che stava lacrimando. Il re gli passò un fazzoletto.

"Non fare così. Sei ancora il mio servo. E sei mio amico. Troveremo una soluzione. Non metterò in pericolo la tua vita."

Queste parole furono un balsamo per il cuore di Merlin, che già si vedeva di notte lasciare Camelot in un mare di lacrime.

Forse non sarebbe potuto rimanere a lavorare per Arthur ma sarebbe restato in vita. 

Il suo re era sempre stato un uomo di parola. 

"Sbrigati! Prima ti stavo cercando per dirti che è arrivata tua madre!"













 

Un altro anacronismo: Odin ha già fatto pace con Arthur.

Ovviamente ho aggiunto OOC nella legenda iniziale.

 

Ciao,

non voglio rendere buoni tutti i cattivi, anche se dentro di me forse l'intenzione ci sarebbe. Ma ho bisogno di uomini affascinanti per Merlin😆😄 che non siano sempre i soliti (i cavalieri, Mordred). Poi se Odin può essere considerato o meno affascinante, non lo so. De gustibus…

 

*I metodi contraccettivi del Medio Evo non li ho inventati io!🤪

 
   
 
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