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Autore: Severa Crouch    04/12/2022    1 recensioni
Tom Riddle è il CEO della Legilimens Inc., rinomata società di software, famosa per le sue attività di profilazione approfondita. Pare che il programma della Legilimens sia in grado di conoscere i segreti più oscuri degli ignari utenti del web. Tom Riddle, però, ha anche un lato oscuro, è un famoso hacker noto nel dark web come Lord Voldemort che non esita a utilizzare le proprie risorse per abbattere la concorrenza o per procurarsi nuovi affari.
Per lui sognano di lavorare molti talenti, protagonisti delle one-shot di questa raccolta.
La prima storia "Come to the dark web" partecipa al contest “Vorrei incontrarti tra Cent’anni” indetto da Nirvana_04 sul forum Feriscelapenna.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Mangiamorte, Voldemort | Coppie: Bellatrix/Voldemort
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache babbane - Muggle!AU'
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Social media strategy

Rodolphus Lestrange/Alexandra Turner



 

“Hai sentito l’ultima?”

Alexandra aveva fatto irruzione nel suo ufficio il suo meraviglioso sorriso sconcertato. Rodolphus spostò lo sguardo dal monitor dove le modifiche al contratto con un fornitore richiedevano più concentrazione di quanta lui ne avesse in quel momento. “A proposito di cosa?”

“Pare che Barty abbia deciso che dobbiamo essere presenti anche su TikTok.”

“Il social per i ragazzini?”

“Proprio quello. L’algoritmo adora i ragazzini, perché sono senza filtri e si lasciano scandagliare come un fondale marino, e questo è oro per i nostri clienti.”

“Sei sempre la responsabile compliance o sei passata al marketing?” domandò sarcastico, considerato il troppo entusiasmo che Alexandra manifestava verso le idee malsane di Barty. Sospirò: “Quanto ci costerà questa ennesima idea geniale?”

“Niente.”

“Non è possibile.”

“No, Rod, non hai capito. Dobbiamo essere presenti su TikTok. Noi. Noi della Legilimens. Ognuno di noi deve fare un contenuto video, breve, che andrà pubblicato poi da Barty.”

Sospirò. 

Il contratto che lo stava facendo dannare, improvvisamente, era diventato più attraente di qualsiasi altra cosa. “Scordatevelo. Io non mi metto a fare i balletti come un deficiente.”

“Beh ma non deve essere un balletto. Io pensavo ad un'intervista doppia. Sai, come quelle che facciamo per le giornate di orientamento. Possiamo dare un’immagine diversa della nostra professione.” 

Rodolphus sorrise sollevato. Se dovevano fare un video, fidarsi di Alexandra non sarebbe stata una pessima idea. Lei non si sarebbe mai resa ridicola sul web. “Immagino che tu abbia già un piano in mente, giusto?”

“Esattamente. Ti fidi di me?”

“Ciecamente.” 

“Ottimo, ci lavoreremo domani pomeriggio.” Alexandra si sporse per dargli un bacio veloce e poi rientrare nel suo ufficio. Rodolphus la vide fermarsi sulla porta ed esitare prima di andar via: “Non dimenticare il vino per stasera, mi raccomando. Io devo tornare a preparare, non riesco a passare in enoteca.”

“Non ti preoccupare. Sono io il francese, dopo tutto,” la rassicurò con un sorriso.

Sarebbe stata la prima cena organizzata con ospiti da quando avevano iniziato la convivenza. Quel giorno, inoltre, Rodolphus avrebbe conosciuto la famosa Elizabeth o Lizzie, l’amica di Alexandra che viveva a Barcellona e che di tanto in tanto veniva a Londra per lavoro. Alexandra non aveva voluto che la sua amica potesse sentirsi a disagio nello stare in casa con lei e Rodolphus, così avevano organizzato una cena invitando anche Barty, Regulus ed Evan Rosier. Rodolphus non aveva voluto estendere l’invito a Bellatrix, certo che non si sarebbe lasciata sfuggire l’occasione di metterlo in ridicolo, e nemmeno a Rabastan. 

Quella cena sarebbe stato un nuovo inizio, la versione adulta di Rodolphus Lestrange che prendeva le proprie responsabilità con la donna che amava. Sospirò. 

“Hai un sorriso idiota, lo sai?”

Rodolphus portò nuovamente lo sguardo verso le pareti di cristallo del suo ufficio. Sulla porta, Bellatrix lo osservava con il suo sorrisino ironico. “Cosa vuoi, Bella?”

“Antonin vuole sapere se sono pronte le informative.”

“Devi chiedere ad Alex, non sono il suo segretario.”

“Pensavo che la richiesta di passare in enoteca fosse una mansione lavorativa,” commentò sarcastica. Rodolphus si lasciò sfuggire un sospiro di esasperazione. “Sei venuta a ficcanasare? Cosa vuoi sapere?”

“Niente, so già tutto, Barty ha spifferato che viene a cena da voi. Congratulazioni, è quello che volevi, giusto?”

“Esattamente. Sei gelosa?”

“No, anche perché Tom vorrebbe invitarvi a cena una delle prossime volte.”

“Perfetto, così avremo modo di ricambiare l’invito.”

“Bene.”

“Bene.”

Rodolphus portò lo sguardo di nuovo sul monitor. La conversazione era finita. Se Bellatrix aveva intenzione di farlo sentire a disagio, o farlo ingelosire per rivendicare la sua storia con Tom, o qualsiasi altra cosa volesse intendere, beh, si sbagliava di grosso. Il giorno stesso della laurea di Bellatrix le aveva proposto di andare a vivere insieme, di iniziare a sperimentare lo stare insieme come una coppia adulta e lei aveva rifiutato. Non poteva di certo lamentarsi che lui avesse trovato una compagna che non lo considerava pesante. Nemmeno gli importava che lei si fosse praticamente trasferita a casa di Tom, però quell'atteggiamento dispettoso, lo infastidiva. 

Tornò a concentrarsi sul lavoro e riuscì a finire tutto un po’ prima, in tempo per passare dalla sua enoteca preferita e prendere qualche bottiglia di vino per la cena.

Al rientro nella sua nuova casa a Bloomsbury, trovò Alexandra alle prese con la sistemazione della tavola. Si era cambiata e indossava un abito nero che arrivava al ginocchio e aveva le maniche corte. Si era raccolta i capelli in uno chignon che lasciava libero il collo e probabilmente era più comodo per la cucina. La trovava deliziosa con l’aria indaffarata, mentre contava sulle dita delle mani quello che aveva preparato. “Ho la pie nel forno, le patate sono pronte, la salsa di carne è uscita deliziosa, ho anche un po’ di arrosto con contorno di piselli e carote.”

“Tipica cena britannica,” commentò divertito.

“Ti ricordo che la chicken pie ha un significato speciale per noi, ci tenevo che fosse la protagonista della nostra prima cena.”

Rodolphus rischiò di arrossire nel ricordare la sera a teatro con Tanaka, quando avevano portato a casa il closing del contratto con gli americani. Dopo lo spettacolo avevano affidato il cliente al taxi e avevano proseguito la serata nel vecchio appartamento di Rodolphus che, a pensarci adesso, sembrava così freddo e vuoto, rispetto al calore di quello che condivideva con Alexandra. Certo Southwark era molto più bella di Bloomsbury, ma la casa, che un tempo era di Alex e che adesso dividevano, era molto più calda e accogliente.

I pensieri vennero interrotti dal suono del campanello. Rodolphus le posò un bacio sulla guancia e corse ad accogliere gli ospiti. Barty e Regulus comparvero portando con loro la confezione di una pasticceria.

“Abbiamo portato il dolce!” esclamò Regulus entrando in casa. Camminavano come se fossero a casa loro, segno delle innumerevoli serate trascorse con Alexandra, quando Rodolphus non faceva ancora parte della sua vita. 

“Quante cose hai preparato? Sei sempre la solita,” mormorò Regulus andando a salutarla. Alexandra gli sorrise e porse le braccia per prendere la confezione della pasticceria: “Devo conservarla in frigorifero?” 

“No, è una cheesecake ai mirtilli. La tua preferita, no?”

Rodolphus si inserì: “Sì, è la sua preferita, grazie. Venite, accomodatevi in salotto, apriamo qualcosa da bere mentre attendiamo gli altri.” Non gli piaceva la confidenza con cui Barty e Regulus si comportavano, dovevano capire che adesso quella era diventata la loro casa e lui non era un ospite, ma il padrone di casa e Alexandra era la sua compagna.

Il campanello suonò un’altra volta e Barty si alzò dal divano esclamando: “Questo è Evan, stava parcheggiando. Vado io.” Lo si sentì salutare il collega fin dal corridoio, mentre Rodolphus era impegnato ad aprire il vino. Sentì la mano di Alexandra sfiorargli il braccio e incontrò il suo sorriso. “Coraggio, Rod, Barty è come un fratello.”

“Non sono un ospite.”

“Per fortuna non lo sei.” Il sorriso sulle labbra di Alexandra e il modo in cui lei lo stava guardando riuscirono a tranquillizzarlo. Barty poteva pensare quello che voleva, ciò che importava era quello che esisteva con Alexandra.

“Benvenuto,” esclamò Rodolphus andando incontro ad Evan. “Siamo in salotto.” 

Evan si guardò intorno ed esclamò: “Questa sì che è una casa, non come quella specie di hotel dove stavi prima! Complimenti, è proprio carino, vi siete sistemati bene.”

A Rodolphus non sfuggì la gomitata che Alexandra rifilò a Barty per impedirgli di parlare. Cercò di cambiare argomento mentre prendevano posto in soggiorno, domandò: “Allora, come procedono i video per TikTok?”

Barty esclamò: “Benissimo! Io e Bellatrix abbiamo fatto già il primo video e stiamo avendo un sacco di reaction.”

“Hai fatto un video con Bellatrix?” domandò Regulus. 

“Sì, avevo bisogno di una compagna e Alex non mi avrebbe mai assecondato. Bellatrix è sufficientemente…” esitò per qualche istante, alla ricerca della parola corretta e proseguì: “...informale per seguirmi.”

“Cosa volevi dire realmente?” domandò Alexandra con un calice di vino. “Pensi che io non sia sufficientemente informale?” 

“Ehm… volevo dire, fuori di testa. Insomma, tu non avresti mai registrato questa coreografia.” Barty mostrò lo schermo del suo telefono sul quale c’era una specie di video musicale girato da lui e Bellatrix che facevano gli scemi sulle note di una canzone mai sentita. Si muovevano all’unisono agitando le braccia e la testa, facevano le stesse mosse con l’espressione serissima. In quel momento Rodolphus ringraziò la sorte per questo capovolgimento della vita: Bellatrix che girava video con Barty, e Alexandra che li osservava insieme a lui con la stessa espressione perplessa.

“Non ti aspetterai qualcosa del genere?” domandò Alexandra.

“Certo che sì,” intervenne Evan. “Insomma, tutti noi dobbiamo ballare. Voglio vedere Tom che balla!”

“No, Tom ha preparato un video animato molto carino,” lo corresse Barty. 

“Io e Rod pensavamo a un’intervista doppia.” Il campanello suonò suscitando l’espressione sorpresa di Evan che domandò: “Chi stiamo aspettando?”

“Lizzie, ehm… Elizabeth” disse Alex, “è una mia amica dei tempi dell’università. Siamo state coinquiline per un certo periodo. Ora vive a Barcellona, ma di tanto in tanto è a Londra per lavoro e io la ospito. Sono anni che le parlo di voi!” 

Dal corridoio si sentirono una serie di gridolini di gioia e di saluti entusiasti. Dire che era emozionato, era poco. Era la prima amica di Alexandra che aveva avuto modo di conoscere, le altre si erano trasferite in varie parti del mondo e i collegamenti erano diventati sporadici. 

Dicono che quando due donne sono amiche, si vede immediatamente perché ci sono alcune cose che tornano, delle affinità che emergono. Alexandra e Lizzie, però, sembravano sorelle molto più di quanto lo sembrassero Alexandra e Robert, il fratello medico, il preferito dai genitori di Alex. Lizzie, proprio come Alexandra, era una donna esile e longilinea, con capelli castani portati un po’ mossi fin sopra le spalle, proprio come Alex, e vivaci occhi marroni. Sembrava felicemente sorpresa di conoscere tutte quelle persone. Alexandra le cinse le spalle e la guidò nella sua direzione dicendo emozionata: “Vieni, Lizzie, lui è Rodolphus.”

Rodolphus le tese la mano: “Piacere, Alex mi ha parlato molto di te.”

“Potrei dire la stessa cosa,” rispose con l’espressione diffidente. Strinse la mano, come se lo stesse studiando e, quasi certamente, ciò era dovuto al periodo in cui aveva fatto soffrire Alexandra. Quella reazione non sfuggì ad Alexandra che alzò gli occhi al cielo. Se lo meritava, dopo tutto, lo stigma di traditore e fedifrago. Non aveva avuto il coraggio di lasciare Bellatrix e aveva trascinato la storia con Alex fino a quando lei e Bellatrix non avevano scoperto di essere impegnate con lo stesso uomo. 

“E poi ci sono Barty, Regulus ed Evan,” continuò Alexandra per interrompere la diffidenza con cui Lizzie lo studiava. Alexandra cercò di rassicurarlo con lo sguardo e prese posto sul divano al suo fianco, per non lasciarlo da solo.

“Cosa fai di bello nella vita?” le domandò Barty. 

“Mi occupo di SEO.”

“Ma dai!” esclamò entusiasta. “Io di social media! Cosa ne pensi di questo video?” Barty mostrò il TikTok che aveva realizzato con Bellatrix e Rodolphus sentì Lizzie ridere e definirlo divertente. 

“Questa tua amica mi piace!” esclamò Barty, suscitando la gelosia di Regulus.

“Proseguiamo a tavola?” propose Alexandra invitando gli ospiti a prendere posto in sala da pranzo. Avevano apparecchiato un servizio di piatti che avevano scelto insieme su una bella tovaglia di lino bianco. A decorare la tavola c’erano piccoli vasetti di fiori freschi che correvano lungo il tavolo e non ostacolavano la visuale tra gli ospiti. Rodolphus aiutò Alexandra a servire la cena, fu un lavoro di squadra perfetto e, proprio come sul lavoro, riuscivano a capirsi anche senza parlare. 

La cena trascorse con naturalezza e Rodolphus sorprese Lizzie ad osservarlo senza avere l’aria risentita. Forse, dopo tutto, era riuscito a dimostrare quanto fossero serie le sue intenzioni con Alexandra. Da un certo punto di vista, sapeva che le resistenze che stava vincendo - Barty, Regulus, Lizzie - erano il segno di quanto fosse speciale Alexandra, dell’affetto che la circondava e di quanto i suoi amici tenessero a lei. Era bastato un passo falso perché si attivasse una rete di protezione intorno ad Alex e lui doveva solo dimostrare di non essere un pericolo. Se ne sarebbero convinti con il tempo, quando avrebbero compreso quanto fosse innamorato della sua fidanzata.

C’era una cosa che, tuttavia, non avevano previsto. A tavola si era creata la stessa spaccatura che c’era a lavoro e così se da una parte Rodolphus era rimasto a far conversazione con Alex e Regulus di argomenti ordinari come le vacanze e il tempo, dall’altra parte del tavolo, Evan e Barty avevano monopolizzato Lizzie con i soliti discorsi tecnologici.

“Ehi!” esclamò Regulus. “Avevamo una regola in queste cene: non si parla di lavoro!”

“Non stiamo parlando di lavoro,” ribatté Barty, “Lizzie ci sta raccontando dell’ultimo seminario a cui ha partecipato a Mountain View. Capito? Da Google!”

Rodolphus, Alexandra e Regulus alzarono gli occhi al cielo in sincrono e Alex esclamò: “Vado a prendere la cheesecake.”

“La tua amica ha monopolizzato Evan, hai visto come la guarda?” le domandò Rodolphus che la seguì con la scusa di aiutarla con i piattini del dessert. Alexandra annuì mentre preparava la torta su un’alzata da portare in tavola. “Sì, Barty sta cercando di far da cupido, hai visto come li coinvolge entrambi?”

“Credi che Evan abbia delle chance?”

“Anche più di una, Lizzie non riesce a staccargli gli occhi di dosso.”

“Ma non è sposata?”

“E tu non eri fidanzato con Bellatrix?”

Rodolphus alzò le mani in segno di resa: “D’accordo. Questa macchia non verrà mai lavata, l’ho capito.” Era irritato per quel continuo rinfacciargli il passato. Prima Lizzie, adesso Alexandra che, tuttavia, scuoteva la testa come se fosse stata fraintesa. “No, Rod, quello che voglio dire è che non puoi impedirti che una persona ti piaccia. Quando ho saputo che eri fidanzato con Bellatrix, io ho cercato di fare in modo che non mi piacessi più, ma non ci sono riuscita. Ero arrabbiata con te, perché mi avevi mentito, ma ero arrabbiata anche con me perché non riuscivo a lasciarti andare.”

“Sono felice che tu non l’abbia fatto,” le disse.

“Anch’io.” Alexandra lo osservava rivolgendogli un sorriso complice mentre tornava verso i loro ospiti con la cheesecake in mano. Rodolphus la seguì con i piattini e le posate da dessert. 

Alexandra lo aveva perdonato per quei tempi nel momento esatto in cui aveva accettato di convivere, ma era Rodolphus che non si perdonava per aver perso tempo, imbrigliato in un rapporto tossico e distruttivo, per essersi privato per anni di una simile felicità. Osservò i volti rilassati dei loro ospiti mentre apparecchiava per il dessert e si disse che era decisamente stupido continuare a rivangare un passato tossico e non godersi un presente tanto meraviglioso.

Fu quando assaporò la cheesecake ai mirtilli che sentì che era giunto il momento di lasciare andare il passato. Osservò Alexandra ridere a una battuta di Regulus e vi si unì lasciando da parte la gelosia e le insicurezze di un tempo.

Dopo il dessert tornarono in salotto e Barty propose di guardare uno dei film che avevano appena ricevuto la candidatura ai BAFTA. Alexandra si assicurò che Lizzie non fosse eccessivamente stanca dopo il viaggio, ma l’amica le disse che era d’accordo e che un film in compagnia poteva essere meno impegnativo della partita a Risiko proposta da Rodolphus o della sfida alla PlayStation proposta da Evan.

Così, Rodolphus allestì il salotto in forma di cinema e tutti loro si divisero tra i divani e le poltrone disponibili. Alexandra distribuì coperte e domandò se qualcuno volesse una tazza di tè o di tisana. La seguì in cucina e mentre passò dalla sala da pranzo si fermò a ritirare un po’ di piatti e sparecchiare. Mentre attendevano che l’acqua raggiungesse la temperatura, finirono di sistemare la sala da pranzo. Barty li raggiunse con un sorrisetto trionfante: “Chiamatemi Cupido, d’ora in poi.”

“Parli di Evan?” domandò Rodolphus.

“Credo che abbia fatto colpo,” esclamò Barty soddisfatto.

“Eccome. Colpita e affondata,” confermò Alexandra. “Quasi non riconosco la mia amica. Non l’ho mai vista così assente, è completamente rapita da Evan.” 

Rodolphus tirò fuori il vassoio mentre Alexandra sceglieva il servizio da tè che avrebbero utilizzato. “Porto io il vassoio?” le domandò.

“E mettere in pericolo le mie preziose tazze di tè? No, grazie.”

“So portarlo senza farle cadere!” protestò. Tornarono insieme di là. Barty portava alcuni biscotti, Alexandra la scatola con i tè e le tisane, mentre Rodolphus portava il vassoio con la teiera, la zuccheriera, le tazze e un bricco di latte sotto lo sguardo preoccupato di Alexandra. Riuscì a portare il tutto senza minimamente porre in pericolo le tazze e notò il sollievo di Alexandra, non appena entrambi si sedettero sul divano, e lo stupore di Lizzie che, quasi certamente, si era sorpresa nel vedere l’amica affidare le sue porcellane a un’altra persona. Fu meraviglioso quando, finalmente, riuscirono a far partire il film. In quel momento, con il braccio sinistro che circondava le spalle di Alexandra, la tazza di tè saldamente in mano nella destra e la coperta di lana morbida sulle gambe, sentì che tutto era perfetto. Persino il film scelto da Barty si inseriva perfettamente in quell’equilibrio.

Fu verso la metà del film che Rodolphus sentì una gomitata nel fianco da parte di Barty che era seduto insieme a Regulus sullo stesso divano. Con lo sguardo, Barty indicò Lizzie ed Evan, seduti sul divanetto da due, intenti a baciarsi. 

“L’aria si sta facendo elettrica,” sussurrò divertito.

“Decisamente,” gli fece eco Alexandra. 

“Dovremmo interromperli?” domandò Regulus. “Insomma, lei è una tua amica, dovresti per caso…”

“...Vegliare sulla sua virtù?” Alexandra domandò ironicamente, prima di aggiungere con la stessa sicurezza che aveva in ufficio: “Le amiche non si interrompono, Reg.” Cercò di intercettare prima lo sguardo di Rodolphus e poi quello di Barty e propose loro: “suggerisco di lasciar loro un po’ di intimità.”

“Sono d’accordo,” annuì Barty.

Parlavano sottovoce per non farsi ascoltare e non interrompere i due piccioncini. Rodolphus era stretto tra Alex e Barty che stavano confabulando e disse: “D’accordo, allora, vediamo di liberare il campo.” Si alzarono lentamente e silenziosamente. Prima Alexandra, con la scusa di portare le tazze di tè ormai freddo in cucina, poi, Rodolphus e quindi Barty, seguiti da Regulus che attese il momento in cui i due avevano ripreso a scambiarsi dei baci.

Arrivò in cucina con l’espressione turbata. “Caspita, Black, non ti facevo così impressionabile,” scherzò Rodolphus. 

“L’atmosfera si sta surriscaldando di là. Credo che io e Bartemius proseguiremo la serata a casa,” aggiunse con un’espressione maliziosa. 

“Quindi non vuoi andare in quel nuovo locale?” 

“No, voglio andare a casa e non credo di poter dichiarare in pubblico le mie intenzioni.”

Alexandra si lasciò sfuggire una risatina e aggiunse: “In tal caso, vi prendo i cappotti.” Scivolarono in corridoio senza accendere le luci, si salutarono sottovoce e lasciarono andare Barty e Regulus. 

Nell'atrio stretto e lungo della tipica casa di ringhiera inglese in cui abitavano, illuminati dalla luce dei lampioni esterni che trapelava dal lucernaio sopra la porta, Rodolphus strinse a sé Alexandra, le sussurrò: “La nostra prima cena è riuscita.”

“È andata alla grande e siamo una squadra fenomenale!” 

Rodolphus sentì Alexandra avvicinarsi e sollevarsi sulle punte. Le braccia di lei cinsero il collo e lui si chinò per baciarla. Assaporò il gusto di bergamotto che l’earl grey aveva lasciato sulle sue labbra e la strinse a sé. “Cosa facciamo?” le domandò.

Il sorriso malizioso di Alexandra gli lasciò intuire la risposta. Si lasciò condurre al piano di sopra, lasciando ad Evan e Lizzie tutta l’intimità necessaria. Rodolphus, però, non era pronto a scoprire quanto Alexandra fosse entusiasta dell’esito della loro cena. 

La sua fidanzata lo guidò fino al letto mentre continuava a baciarlo, sulla bocca, sotto il mento, sul collo appena sopra l’attaccatura del colletto, gli sbottonò la camicia alla ricerca di un po’ di pelle. 

“Alex…” mormorò Rodolphus.

“Siamo stati due padroni di casa incredibili, Rod,” gli soffiò vicino l’orecchio causandogli un brivido. La lingua di Alexandra gli sfiorò il lobo e Rodolphus emise un gemito. “Non credevo che le cene ti facessero questo effetto.” Si scambiarono un sorriso mentre Rodolphus si sistemava meglio sul letto e Alexandra saliva su di lui.

“Lascia che ti dimostri l’effetto che mi fai,” fu la risposta di lei che iniziò a spogliarlo lentamente, scoprendo il petto, bottone dopo bottone, liberandolo dalla camicia.

“Vuoi rimanere vestita?” le domandò provocatoriamente. Alexandra scosse la testa e sfilò il vestitino che indossava, si alzò velocemente per liberarsi dei collant e Rodolphus apprezzò la vista di lei che si spogliava. I pantaloni iniziavano ad opprimerlo e quando portò le mani alla cintura, Alexandra gliele prese e disse: “Lascia che sia io a spogliarti.”

“Alex, mi stai facendo impazzire, cosa ti succede?”

“Ho voglia di te.” 

Tornò su di lui e lo guidò con la schiena sul materasso. Rodolphus sentiva il corpo di Alexandra contro il suo, impazziva nel sentire la pelle di lei che sfiorava il suo corpo, l’erezione che pulsava nei suoi boxer contro la pancia di lei che continuava a sfiorarlo mentre gli teneva fermi i polsi ai lati della testa. 

“Stai fermo,” gli ordinò e Rodolphus alzò le sopracciglia sorpreso. “Vuoi essere legato?” Rodolphus scosse la testa, quei giochi non gli piacevano e detestava non avere il controllo. “No, sto fermo.” Portò le mani sotto la testa, incuriosito dal genere di attenzioni che Alexandra aveva in mente. 

Era estremamente difficile rimanere fermo mentre Alexandra gli accarezzava e baciava il corpo. Aveva voglia di stringerla a sé, slacciarle il reggiseno, sfilarle gli slip neri che continuavano a sfiorare i suoi boxer causandogli un tormento estremamente piacevole. Quando le dita di Alexandra iniziarono a giocare con l’elastico dei suoi boxer, Rodolphus si lasciò sfuggire un gemito. 

“Cosa ho fatto per meritare una simile tortura?” le domandò lasciando trasparire tutta la sua impazienza. Non era mai stato bravo con i giochi a letto, Bellatrix glielo rinfacciava perennemente.

“Non voglio torturarti,” rispose Alexandra con un sorriso malizioso. Si slacciò il reggiseno e lo lasciò cadere sul viso di Rodolphus mentre una mano si infilava ad accarezzare la sua erezione. “Caspita, Rod…” si lasciò sfuggire.

“Mi stai torturando, lo sai?”

“Lo sento. Lascia che ti dia un po’ di sollievo,” gli sussurrò nell’orecchio. Si sollevò velocemente da lui, il tempo per sfilarsi l’intimo e abbassargli i boxer. Senza il cotone che lo opprimeva, Rodolphus emise un sospiro di sollievo. Fu una questione di pochi istanti, perché Alexandra avvicinò le sue labbra alla punta e iniziò a percorrere la lunghezza sfiorandolo con la lingua. Le mani di Rodolphus lasciarono la testa, si coprì gli occhi gemendo di piacere. “Ti supplico, Alex… Questo non è sollievo.” La voce gli uscì più roca del previsto. Alexandra gli si avvicinò al viso e sussurrò nell’orecchio: “D’accordo.”

Quando lei si calò su di lui e l’erezione finalmente entrò dentro di lei, Rodolphus si sentì a metà tra il piacere e il punto di non ritorno. Alexandra gli teneva fermi i polsi mentre si muoveva lentamente, lui la osservava godere e abbandonarsi al piacere. Era così presa che lasciò i suoi polsi e iniziò a muoversi sopra di lui inarcando la schiena e portando la testa all’indietro, gli occhi chiusi e persi nel piacere. Fu quello il momento in cui approfittò per ribaltare le posizioni.

Rodolphus bloccò i polsi di Alexandra e le sorrise: “Adesso sei tu che non puoi muoverti. Vuoi che ti leghi?” Si sorprese nel vederla annuire. Non aveva idea che si potesse eccitare con quel genere di cose. Afferrò un foulard che Alexandra aveva dimenticato sulla poltroncina accanto al letto e le bloccò i polsi sopra la testa. Ne approfittò per accarezzarla, per scendere a baciarle e stringere i seni e lasciarle baci lungo tutto il corpo mentre il corpo di lei fremeva di piacere. 

Entrò dentro di lei e iniziò a muoversi lentamente per poi aumentare l’intensità degli affondi. Alexandra gemeva e le sue braccia si sollevavano dal cuscino nel tentativo di muoversi. Rodolphus amava le carezze di Alexandra e non gli piaceva quel modo distaccato di fare l’amore. Così, la liberò dal foulard e le disse: “Voglio sentire i tuoi abbracci.” Si strinsero l’uno all’altro e, anche se potevano sembrare noiosi e banali, quello era il modo che prediligeva per fare l’amore con Alexandra. Stretti l’uno all’altro, si abbandonarono all’orgasmo. 

L’indomani mattina trovarono il salotto ordinato e si domandarono come era andata la notte di Lizzie ed Evan. Iniziarono a preparare la colazione: Alexandra armeggiava con il bollitore per il caffè, mentre Rodolphus tirava fuori i biscotti e la cheesecake che era avanzata dalla sera prima quando sentirono dei passi scendere lungo le scale.

L’espressione imbarazzata di Lizzie, stretta in una vestaglia a quadri di flanella, fu anticipata da Alexandra che la rassicurò: “Questo è un posto sicuro, Lizzie, nessuno ti giudica.”

“Io… Io volevo chiedere scusa a Rodolphus,” disse l’amica. “Sono stata presuntuosa, ieri sera quando ci siamo presentati, ed ero diffidente, perché ero preoccupata per Alex, però ho sbagliato a giudicarti e ho visto il vostro affiatamento. E poi…” scrollò le spalle imbarazzata, “la vita mi ha appena dimostrato che tutti commettono errori.”

“È stato un errore?” domandò Rodolphus. “O forse è il segno che c’è altro da mettere a posto?”

Alexandra le passò una tazza di caffè fumante mentre prendevano posto intorno al tavolo della cucina. Lizzie si strinse nelle spalle. “Sicuramente le cose con Ezra non vanno benissimo, ma quello che è successo ieri non era previsto.”

“Non credo che sia un errore, Lizzie,” sospirò Alexandra. 

“Ha ragione Alex, credimi, io ci sono passato e so come ti senti, ma non è sbagliato, non lo è mai, e noi saremo dalla vostra parte, comunque andranno le cose.” Gli occhi di Lizzie si spalancarono per la sorpresa, nello stesso modo in cui si sorprendeva Alexandra quando lui diceva qualcosa di sensato. Un rumore di passi per le scale annunciò che Evan aveva trascorso la notte qui.

“Niente camminata della vergogna, sei tra amici,” gli disse Rodolphus.

“Abbiamo il caffè!” aggiunse Alexandra che tirò fuori un’altra tazza per quell’ospite inatteso. 

Evan entrò in cucina stiracchiandosi. “Buongiorno,” mormorò. “Turner, hai un letto veramente comodo.” Lo osservarono avvicinarsi a Lizzie e posarle un bacio sulla fronte prima di accertarsi che stesse bene. Afferrò la tazza di caffè fumante che Alexandra gli passò e Rodolphus notò il modo in cui Alex rispose: “Grazie, Rosier, ti giro il nome della ditta, nel caso volessi cambiare il tuo materasso.” Era come se per lei, il fatto che Evan e Lizzie fossero nella sua cucina dopo una notte di sesso, fosse perfettamente normale. Rodolphus, invece, conosceva a sufficienza Evan per preoccuparsi per Lizzie e lo studiava con attenzione. Forse aveva preso a cuore la migliore amica della sua fidanzata, forse era solo perché lui era stato al posto di Lizzie e non poteva fare a meno di domandarsi quanto avrebbe sofferto se Alex l’indomani avesse fatto finta di nulla, se si fosse tirata indietro perché voleva rimanere single. Non aveva notizie di ragazze che fossero durate più di una notte con Evan e i motivi di preoccupazione gli sembravano fondati.

“Allora, come vogliamo trascorrere questo weekend londinese, Lizzie?” domandò Alexandra. “A pranzo potremmo portarla in quel posto che sembra un giardino fiorito, che ne dici, Rod?”

“Sono invitato anch’io? Non volete una giornata tra amiche per sparlare di me?” domandò divertito. Lizzie sospirò: “Alex non parla mai male di te, è diventata smielata in un modo imbarazzante. Ai tempi in cui usciva con Barty aveva un eccessivo livello di cinismo, ma adesso, fa venire il diabete.” Lizzie sospirò e accarezzò la tazza confessando: “Evan si era offerto di portarmi a Greenwich.”

“Ah, beh, allora suppongo che pranzerò con Rodolphus,” commentò Alexandra. 

“Poi dovrò fare un salto in Oxford Street dal mio sarto a ritirare il completo blu.”

“L’ennesimo completo blu?” domandò Evan. 

“Scusa se da responsabile dell’ufficio legale tengo a mantenere un certo decoro.”

“Non litigate, voi due,” intervenne Alexandra con lo stesso sguardo con cui sedava le discussioni in consiglio di amministrazione. “Rod, andiamo dal sarto. Evan, ti affido la mia migliore amica. Attento, perché è come se stessi uscendo con mia sorella. Avrai complicità da parte mia, supporto e aiuto, ma se la fai soffrire, beh, sappi che te ne pentirai amaramente.”

“Mi sembra un discorso prematuro, Turner, ma d’accordo, farò il bravo.” Si girò verso Lizzie e le domandò: “Ora che ci penso, perché non vieni a stare da me questa sera? Domani trascorreremo una splendida domenica londinese e lunedì potrai tornare in ufficio, fare le tue riunioni e spezzarmi il cuore tornando in Spagna.”

“Dovrò tornare in Spagna, sì, ma non ho intenzione di spezzarti il cuore.” Il modo in cui i due si guardavano lasciava trasparire il loro coinvolgimento e, cosa più incredibile, quello di Evan che solitamente era piuttosto rilassato con le ragazze. Forse, frequentare una donna sposata che abitava dall’altra parte di Europa, per Evan, era un modo per avere una relazione che non lo soffocasse, di prendersi solo il meglio, lasciando da parte la routine. 

Rodolphus si disse che non erano affari suoi, dopo tutto, che quanto aveva passato con Bellatrix gli aveva insegnato che nella vita capitano le cose più incredibili e che non sempre il vero amore si incontra in modo lineare, come ci viene insegnato. A volte, il percorso che ci conduce verso la persona giusta è tortuoso, comprende sbagli, sofferenza e peccati da espiare prima di arrivare ad assaporare una felicità intensa e appagante come quella che lui stava vivendo con Alexandra.

Attesero che Lizzie ed Evan finissero di prepararsi, sistemarono la cucina e quando la loro casa tornò ad essere solo loro si scambiarono un bacio intenso. Rodolphus sollevò il mento di Alexandra con un dito e la guardò negli occhi: “Quindi ti piace essere legata?”

Alexandra sorrise: “Era una fantasia, più che altro, ma non mi è piaciuta come credevo che mi sarebbe piaciuta.”

“Meno male, perché io amo il modo in cui mi accarezzi.” Le labbra di Alexandra si incurvarono in un sorriso malizioso e Rodolphus le disse: “Risparmia quel sorriso per questa sera, abbiamo un programma serrato per oggi che è sabato. Domani, potremo stare tra le coperte per tutto il giorno.”

“D’accordo…” sospirò divertita. 

Chi aveva detto che la routine non era meravigliosa?





 

Note: Niente, Lizzie ed Evan mi mancavano troppo da "Tutta colpa dei Rosier" e quindi ho dovuto farli incontrare anche in questo universo.

In attesa del nuovo capitolo di Legilimens, vi segnalo che ci sono due one-shot collegate alla long.
Networking natalizio: Tom accompagna Bellatrix al party di Natale dei Black, per aumentare la sua rete di contatti e imparerà qualcosa di nuovo.
Come una stupida commedia romantica: tutta su Evan Rosier e Elizabeth Lizzie Nott. 
 
   
 
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