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Autore: _Bri_    30/12/2022    5 recensioni
[STORIA INTERATTIVA - Iscrizioni aperte fino al 10 gennaio]
Anno 2014.
La Academy for Peculiar Children accoglie giovani maghi e streghe con poteri speciali che hanno bisogno di essere aiutati nella gestione della propria facoltà particolare. Situata nel villaggio magico di Orange Lake e fortemente voluta dai reduci del dottor Steiner, anche quest'anno l'Accademia apre le porte ai nuovi studenti; purtroppo qualcuno non vede di buon occhio la scuola e fa di tutto per farle chiudere i battenti. Riusciranno studenti e insegnanti a salvarla?
Genere: Dark, Sentimentale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Maghi fanfiction interattive
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Prologo
Parte due

31 agosto, sede de “la Gazzetta del Profeta”

Victor tratteneva l’incipit del naso fra il pollice e l’indice. Le urla di Roxanne, arrivate velenose nel suo ufficio tramite un’impietosa strillettera, gli avevano causato un mal di testa che difficilmente sarebbe passato con rapidità. Tanto erano state acute e terrifiche, quelle grida, che Victor aveva visto affacciarsi alla porta della stanza praticamente tutti i dipendenti che lavoravano sul suo stesso piano. Flavius, il suo segretario, gli aveva chiesto con preoccupazione se per caso non fosse successo qualcosa di molto grave -magari il direttore della Gazzetta del Profeta aveva appena ricevuto la notizia dello scoppio di una nuova guerra magica-, ma Victor Selwyn si ritrovò a dover tranquillizzare il suo dipendente, specificando che quella non fosse che la voce un pochino spazientita della sua amica Roxanne. 

<< Oh, la signora Borgin? Ci credo, dopo l’articolo che abbiamo mandato in stampa… >> commentò in un borbottio Flavius, facendo alterare la voce di Victor, il quale gli sibilò di non mettercisi anche lui.
La sede del quotidiano più famoso del regno magico aveva di nuovo trovato la quiete e Victor poté sperare, per qualche momento, di riuscire a completare quello che era diventato un articolo complicatissimo da scrivere visto lo stato confusionario in cui verteva; d’un tratto, senza che se ne rendesse conto, fu di nuovo il caos. Più voci collimarono nell’ampia stanza che si era costretti ad attraversare per raggiungere il suo studio e su tutti spiccava un tuono di sillabe che il magi-giornalista conosceva assai bene. La porta del suo ufficio si spalancò di botto e Victor si trovò nuovamente difronte il viso beccuto di Flavius, più pallido di quanto fosse stato un paio di ore prima. Ansimava e aveva l’aria di chi stava per devolvere la propria vita alla causa in cui aveva sempre creduto.

<< Direttore! Abbiamo provato… ma lui non ci ha permesso di tenerlo fuori… è furioso, una belva di fuoco! >> 

<< Fallo entrare. >> Rispose Victor con rassegnazione, lasciando sbigottito -o per meglio dire sconvolto- il segretario.

<< Ne è davvero convinto? Lui sembra davvero molto, molto pericoloso, signor Selwyn! >> 

<< Mpf , è nient’altro che un fuoco di paglia. >> Vicky non riuscì a fare a meno di sghignazzare alla sua stessa battuta(1), mentre Flavius non ebbe l’occasione di farsi di lato: fu spintonato via dal mago che entrò, visibilmente furioso, nel suo ufficio.

<< Dimmi come diavolo ti è venuto in mente, dannazione! >> 

Victor alzò le mani davanti al suo amico Yann in segno di resa, poi parlò con il suo tono più accondiscendente: << Piano, mio focoso amico, ho già ricevuto un bell’ammonimento dalla tua dolce mogliettina, non credi sia abbastanza? E poi comunque… >>

Yann sbatté con violenza la porta alle sue spalle, rimanendo così solo con il direttore. Victor inizialmente non si preoccupò, ma quando Yann lanciò un silencio con gesto secco della bacchetta, a quel punto deglutì. No, le cose potevano non mettersi troppo bene. 

<< Come puoi aver fatto uscire un articolo del genere? Tu più di tutti sai quanto abbiamo lottato per tirare su quell’Accademia per sostenere ragazzi come eravamo noi. >> Yann indicò se stesso e Victor, poi tornò a parlare: << E sai quanto questo tuo maledetto giornale sia influente! Ogni stronzata che pubblicate è l’abbocco per tutti gli allocchi che vi seguono! >> 

Victor prese un grande respiro, poi passò le mani sulle bretelle accostate alla camicia e si alzò lentamente, circumnavigando la propria scrivania e fermandosi davanti all’altro:

<< Ok, ora che ti sei sfogato ti va di ascoltarmi, o vuoi portare avanti la tua invettiva fino a questa notte? È tardi, devo chiudere un articolo e ho questo mal di testa… >> Lo sguardo truce che Yann gli regalò, facendogli intendere che del suo mal di testa, del suo articolo e di tutto il resto non poteva fregargliene di meno, lo fecero desistere dal portare avanti quell’argomentazione: << Va bene ascolta… sono stato caldamente invitato dai piani alti a scrivere quell’articolo; secondo te avrei mai potuto gettare fango volontariamente sulla vostra Accademia? Per altro sono uno degli insegnanti! >> concluse, portandosi con movimento teatrale una mano al cuore. Yann, se possibile, si imbufalì ancor più, gonfiando il petto prima di puntare l’indice su quello decisamente più esile dell’amico: << Basta cazzate! Il Ministro è una brava persona, non lavorerebbe mai contro di noi, mai! >>

<< Non ho parlato di Ministro, difatti. Esistono tanti uffici con molto, molto potere fra le mani che non vedono di buon occhio l’Accademia e chi… la conduce. >>

Il volto maturo di Yann venne pervaso da sgomento: << Non parlerai mica di Roxanne… vero? >> 

Victor non aveva mai avuto peli sulla lingua; al contrario era stata proprio la sua peculiare sfrontatezza a metterlo spesso nei guai e a fargli guadagnare molteplici punizioni da parte di Robert Steiner, in quel lontano 1994. Anche ora non si risparmiò di sputare la verità con totale sincerità, senza fronzoli: << Yann, Roxanne è una ex Mangiamorte, ha ancora il marchio sbiadito sul braccio, questo lo sanno tutti. Una cosa così si dimentica con difficoltà. >> 

<< È stata ad Azkaban! Ha… ha subito un processo e dopo aver scontato la sua pena è stata prosciolta da tutte le accuse! Cristo santo, ha sposato me… che di puro nel mio sangue non ho niente, come può esistere qualcuno che la mal sopporta al punto di minacciare l’integrità dell’Accademia?! >> 

Vicky sospirò, poi strinse una spalla dell’amico con gesto d’affetto: << Perché le persone sono bigotte e stupide, Yann. I neuroni di cui purtroppo sono forniti servono solo per avvilire la nostra intelligenza. Comunque ascoltami, ho dovuto farlo, pubblicare quell’articolo, altrimenti nel giro di poco mi sarebbe arrivata una bella lettera di dimissioni. >> 

Yann lo fissò con furore: << E certo, perché la tua carriera è più importante dei nostri ragazzi, non è vero?! Se chiudessero l’Accademia… >> 

A quel punto Victor cinse le spalle di Yann con il braccio e gli sorrise complice: << Amico, non hai pensato che è meglio che ci sia io qui, piuttosto che qualcuno che potrebbe combinare guai peggiori all’Accademia? Pensi che un altro direttore si sarebbe limitato a velate illazioni? Non dubitare della mia intelligenza… >> il sorriso di Vicky si allargò, donando al suo aspetto quella luce malandrina che lo aveva sempre accompagnato fin da ragazzo: << … è l’unica vera qualità che possiedo. Fidatevi di me. >>

1 settembre,  Academy for Peculiar Children

Quella mattina Jesse si era svegliato molto presto, sebbene avesse dormito solo una manciata di ore. Avevano deciso che sua madre avrebbe accompagnato Violet a prendere l’espresso per Hogwarts, mentre suo padre si era procurato la passaporta per raggiungere Orange Lake, così da accompagnare Jesse al suo primo giorno di scuola.

Salutata velocemente sua madre, che lo aveva stritolato in un abbraccio e lo aveva riempito di raccomandazioni e dato un buffetto a sua sorella minore, Jesse aveva afferrato i manici dei suoi bauli e aveva lasciato che Jacob gli posasse la mano sinistra sulla spalla, mentre con la destra reggeva il vecchio libro di ricette normanne che li catapultò nel villaggio magico.

 Suo padre aveva continuato a chiedergli se non fosse eccitato da quella nuova esperienza e Jesse, pur provando a nascondere i suoi veri sentimenti, non era stato in grado di mentirgli davvero. Come poteva esserlo? Lui amava Hogwarts, la sua vita era lì, i suoi amici e la ragazza che gli piaceva erano lì; la Academy for Peculiar Children, ai suoi occhi, non era che un sottoprodotto scadente e lui non voleva farne parte. Ogni volta che ci pensava, nella testa del giovane -ormai ex- grifondoro, emergevano spontanee immagini circensi, con studenti e insegnanti come veri e propri fenomeni da baraccone.
Qualcosa in lui cambiò man mano che si avvicinava, a fianco a suo padre, ai confini dell’Accademia. Non era rimasto stupito dal villaggio magico in cui erano arrivati, l’unico elemento ad averlo turbato era stato il clima impietoso che lo aveva fatto pentire di essersi vestito in modo tanto leggero; invece scoprire il lago con i suoi profondi occhi neri, seguire il viale aranciato che attraversava il bosco come una vena pulsante e arrivare, infine, al cospetto del maestoso edificio dell’Academy for Peculiar Children, lo aveva fatto rimanere di stucco. 
Si guardò intorno, tutto a un tratto divorato da viva curiosità e il suo sguardo smanioso ricadde su studenti e genitori che, come lui, si incamminavano verso il curato giardino che delimitava il cortile d’ingresso della scuola. 

<< Non sarà Hogwarts, ma lo trovo davvero gradevole! Poi conosco bene Roxanne Borgin, la direttrice. Sai che ha un figlio della tua stessa età? Potreste andare d’accordo e magari, chissà, diventerete anche buoni amici! >> 

Jesse annuì debolmente, ma non stava realmente ascoltando quel che suo padre gli stava dicendo. La sua attenzione era concentrata sull’osservare le divise indossate da alcuni studenti, probabilmente uguali a quelle che gli sarebbero state fornite. La cosa che attrasse la sua attenzione, fu constatare come ragazze e ragazzi fossero liberi di scegliere il capo d’abbigliamento a loro più congeniale: notò una giovane studentessa indossare, al posto della gonna di un verde accogliente, dei pantaloni dello stesso tono, mentre un lungo mantello dai riverberi dorati svolazzava sulle spalle, impedendo a Jesse di capire quali capi completassero la divisa dell’Accademia. Colpa del clima rigido, nessuno se ne andava in giro fuori senza mantello. 

<< Devono esserci ragazzi nuovi, come me… non indossano la divisa. >> commentò in direzione del padre, indicando con lo sguardo studenti che, come lui, si avviavano incerti verso l’ingresso. 

<< Certo che sì. Te l’ho detto, Jessie, che non saresti stato mica l’unico a mettere piede qui per la prima volta. >>

Anche se non voleva darlo a vedere, in un certo qual modo quel pensiero lo tranquillizzò. Pensare che ci fossero altri come lui, magari della sua stessa età che avrebbero iniziato l’ultimo anno di Accademia, gli fece odiare un po’ di meno l’idea di lasciare Hogwarts per quel posto. 
I suoi pensieri vennero bruscamente interrotti da una poderosa spallata.

<< Ehi, signorina! >> La voce di Jacob suonò ammonitrice, << attenta a dove metti i piedi! >>

Una furia di ricci scuri vorticò nella direzione di Jesse e due grandi e impietosi occhi del colore delle prime foglie in autunno, si inchiodarono su di lui. Le folte ed espressive sopracciglia si arcuarono di molto, sorprendendo non poco il giovane mago e suo padre e la bocca, ampia e voluminosa, si piegò con lieve sdegno. 

<< Dico io… qualcosa non va? Ha bisogno di aiuto? >> insistette Jacob, attirando così, seppur brevemente, l’attenzione di lei, che poi tornò a spostarsi sul ragazzo.

<< Sei nuovo. >> dichiarò, come una sentenza. Jesse, decisamente divertito dal comportamento della strega con lo sguardo da psicopatica, annuì.

<< Complimenti che intuito; ci sottopongono al test del quoziente intellettivo prima di entrare qui? Se così fosse, tu avrai di sicuro superato tutti gli altri. >>

<< Jessie, non essere maleducato. >>

<< Jessie. >> ripeté laconica lei, assaporando quel nomignolo fra le labbra. 

<< Jesse, solo Jesse. >> corresse lui. << E tu saresti? >>

La ragazza fece saltare lo sguardo brusco da padre a figlio, poi dette un’occhiata oltre le loro spalle. Infine piroettò nuovamente su se stessa e corse via, senza degnare loro né di una scusa, né di sapere quale fosse il suo nome. 

<< Ma che stran… voglio dire, che maleducata. >> Jacob si premurò di non usare quel termine nei confronti delle persone che orbitavano intorno alla Academy for Peculiar Children, in quanto era consapevole quanto questo turbasse Jesse. Quest’ultimo, ancora una volta, non lo stava ascoltando. Seguì invece con lo sguardo quella strega di ricci scuri e sguardo inquietante. Dopo qualche secondo i due furono nuovamente divisi da una coda di piccoli elfi, che facevano volteggiare sopra di loro una gran quantità di bagagli, fra cui una gabbia con, all’interno, un enorme Maine Coon dalle sfumature siderali. Jacob inarcò le sopracciglia chiare, poi passò una mano sulla barba ben curata: 

<< Tutti quegli elfi domestici, sicuro la giovane sarà la figlia di qualche ricca famiglia; ho sentito che i Macmillan, Liam e Margarette, ricordi? Loro hanno una figlia che dovrebbe avere più o meno la tua età, però quei capelli scuri… forse non è loro. >> poi Jacob lanciò uno sguardo all’orologio che era allacciato al suo polso, così incitò il figlio a muoversi; avrebbero dovuto ritirare le divise per  Jesse e passare nell’ufficio della preside e dopo nemmeno un’ora avrebbe avuto inizio l’orientamento per i nuovi studenti.
Quella sarebbe stata una lunga, lunghissima giornata, pensò Jesse con rassegnazione. 

*
Quel primo settembre stava portando con sé una ventata di studenti, vecchi e nuovi, alle porte dell’Accademia. Loras aveva infilato la divisa nuova constatando sollevato che gli calzasse a pennello; si era alzato ancora una volta durante quell’estate, arrivando alla vertiginosa altezza di un metro e ottantotto centimetri e Roxanne e Yann avevano dovuto fargli confezionare delle nuove divise. In quell’occasione, Loras aveva scelto sempre un tono di verde, colore che rappresentava l’Accademia, ma intensamente scuro e che virava in sfumature cangianti verso il blu. 
Avevano già spostato le sue cose nel dormitorio il giorno prima; Loras ci teneva che i suoi compagni non lo vedessero come il cocco di mamma e papà, pieno di privilegi come, ad esempio, poter vivere a casa sua e avere una propria stanza. No, non era certo una colpa se il piccolo cottage in cui viveva con i genitori era stato costruito proprio accanto all’edificio della Academy for Peculiar Children, ma questo era difficilmente spiegabile alla categoria degli adolescenti, specialmente quelli atipici dell’Accademia. Usciti di casa, Loras si allontanò velocemente dai genitori e prese a gironzolare intorno alla scuola, nella speranza di individuare quanto prima qualcuno dei suoi amici. Accennò un sorriso quando i suoi occhi incrociarono quelli di Peter, il magi-infermiere che affiancava la dottoressa Rajan nella gestione della piccola infermeria della scuola. Il maggiore alzò una mano per salutare Loras e quest’ultimo ricambiò, accettando il sorriso stentato con uno più sincero. 

<< Spero di incontrarti meno del solito quest’anno. >> Disse con ironia Peter, mentre Loras tirava i capelli dietro la testa e li chiudeva in un codino.

<< Stai tranquillo, mi hanno obbligato ai paesaggi, nessuno correrà rischi con nature morte e ruscelli nei boschi. >> 

<< Beh, quelli possono sempre straripare! >> Il magi-infermiere sorrise, poi agitò appena la mano salutando Loras e si avvicinò alla dottoressa, che lo guardava spazientita. 
Loras proseguì la sua camminata, chiedendosi quando sarebbero arrivati i suoi amici; sbirciando dalla sua notevole altezza riuscì a individuarne una in lontananza, e alzò la mano per attirare la sua attenzione, quando un tossire spazientito richiamò il suo sguardo verso il basso. 

<< Oh, ciao Liselotte. Non ti hanno arrestata nemmeno questa estate, vedo. >>

La ragazza strinse le braccia sotto il seno e scrollò le spalle, facendo agitare i voluminosi capelli scuri sul mantello che la copriva.

<< Anche io sono felice di vederti; certo, avrei preferito non qui, di nuovo. >> Diversamente da qualche minuto prima, Liselotte aveva ora gli occhi a mezz’asta, poi chiese all’altro, come parlasse del freddo pungente che aveva accompagnato l’apertura dell’Accademia, se aveva rischiato di ammazzare qualcuno durante l’estate. Innervosito, Loras arricciò le labbra, sputando con acredine che tutto d’un tratto non era più molto felice di vederla. 

<< Peccato. >> soffiò la giovane strega, gettando un’occhiata distratta agli elfi domestici che si erano ammassati intorno a lei, << Sarebbe stato divertente, almeno avremmo avuto qualcosa di cui parlare in questi primi giorni di lezione. Ci vediamo più tardi. >> 

Liselotte riprese la sua corsetta, calpestando il terreno con gli anfibi coperti da scalda muscoli neri; gli elfi scattarono sul posto non appena videro la loro padroncina muoversi e ripresero così la loro marcia. Loras lanciò un’occhiata alla compagna di scuola, poi al gatto rinchiuso nella gabbia che mostrava il desiderio di uscire di lì quanto prima. 
A quel punto tornò a cercare con lo sguardo l’amica che stava per salutare, ma quella era scomparsa; cercò allora di capire se suo padre fosse già arrivato, ma anche del mago non vi era l’ombra. 
I pensieri di Loras, mentre continuava a girovagare alla ricerca di qualcuno dei suoi conoscenti più stretti, si soffermarono sulla battuta fatta da Peter, o sulle parole - purtroppo più che serie- di Liselotte; la sua espressione si piegò in un misto di disagio e disappunto, chiedendosi se le persone avrebbero continuato a lungo a prendersi gioco di lui. In fondo quel che era successo non era stato assolutamente calcolato, dannazione! Eppure in pochi sembravano capire e i più pensavano di poterci scherzare sopra con assoluta leggerezza. 
Sapeva che Peter non fosse mosso da cattiveria, così come che Liselotte fosse semplicemente… Liselotte, eppure le loro parole lo infastidirono comunque. 
Sbuffò, chiedendosi se almeno le spinose questioni che stavano vedendo coinvolta l’Accademia, avrebbero distratto l’attenzione da lui e da ciò che era successo il precedente anno scolastico. 
Certo, il fatto che il nome di sua madre stridesse come una diabolica melodia sulle prime pagine dei giornali, non avrebbe contribuito a ripristinare la sua reputazione.
Scosse la testa, Loras, tentando di non pensare a tale eventualità; doveva dare retta alle parole di Jules, che gli ripeteva in continuazione che doveva cercare nella sua mente e nel cuore pensieri e sentimenti positivi. Sarebbe andato tutto bene, senz’altro. Quello sarebbe stato un anno incredibile: l’ultimo anno scolastico, che Loras avrebbe attraversato senza drammi o tragedie, con la giusta cautela per arrivare al diploma senza strappi da ricucire.
Accennò un sorriso, infilò le mani nelle tasche e si avviò in direzione dell’Accademia, inconsapevole che quelli a venire sarebbero stati mesi folli e intrisi di pericolo per ognuno di loro. 

 


 

  1. la simpaticissima battuta di Vicky è legata al potere di Yann di manipolare il fuoco.

 

Buonasera cari lettori. Dovevo essere qui molto prima; vi chiedo scusa per questo ritardo. Chi mi segue su Instagram sa che ho avuto una decina di giorni particolarmente complicati e mi sono ritrovata a scrivere questo prologo sull’iPad. Metto le mani avanti: ho provato a correggere tutti gli errori, ma con questo maledetto correttore che fa come vuole non si sa mai.

Bene, chi abbiamo di nuovo? Liselotte la piccola folgorata. Lei è il mio terzo oc, perché non potevo rinunciare ad una femminuccia; direi che si è presentata da sé, quindi non mi resta che svelarvela meglio prossimamente.

Ne approfitto per ufficializzare la data di scadenza delle iscrizioni, che posticiperò al 10 gennaio ore 19:00. Visti tutti i disagi che ho avuto, preferisco avere più tempo a disposizione per la selezione. 

Intanto ringrazio chi mi ha già inviato le schede, sono quasi commossa! 

 

Vi lascio con le foto di Liselotte e un paio di righe su questa piccola folgorata. Per il resto vi auguro buone feste, a presto. 

 

 

 

 

Liselotte Avery

16 anni, 9 Ottobre 1997

Pansessuale

Esattamente così come appare, Liselotte è davvero… curiosa. Spesso arrabbiata, va facilmente su tutte le furie e quando esplode è davvero spaventosa. Ha passioni che in parecchi potrebbero definire “morbose”, è cinica, diretta e verace. Detesta il suo nome, ancor più i diminutivi che le vengono affibbiati. Trova il romanticismo melenso, come melenso è il suo potere, di cui vorrebbe disfarsi. Pregi ne ha -da qualche parte, molto nascosti, in fondo in fondo-. Ama il suo gatto Lancelot con tutta sé stessa. 

 



 
Peculiar Children: Q&A
 

Buongiorno a tutti! Visto che a una settimana dalla pubblicazione del prologo mi sono state già rivolte molte domande, ho pensato di renderle pubbliche per fugare ogni vostro dubbio. Appena pubblicherò la seconda parte del prologo, allegherò le domande con relative risposte ad esso. Se dovessi avere altre domande le aggiungerò a seguire.
Colgo l’occasione per ringraziare chi si è già iscritto. Vi ricordo che le iscrizioni sono aperte fino al 6 Gennaio e che sono disponibile per qualsiasi chiarimento.
Bri

 
 ♦

- Che tipo di facoltà speciali sono accette alla Peculiar Academy?
Qualsiasi potere mentale o fisico, l'importante è al solito non esagerare. Ad esempio due insegnanti hanno uno il potere di manipolare il fuoco, un'altra vede cosa accade da un'altra parte rispetto a lei, ma sempre nello stesso momento.
 
- Uno studente può vivere all'APC anche prima di compiere 11 anni?
In alcuni casi sì, ma non troppi perché non è un orfanotrofio vero e proprio.
 
- Un insegnante può sia avere un potere speciale che insegnare una normale materia?
Sì, può sia insegnare una normale materia (ad esempio incantesimi) che avere una, facoltà particolare. In questo caso oltre ad insegnare la sua materia, terrà delle lezioni extra per aiutare i ragazzi a gestire il proprio potere.
 
- Per gli studenti: devono appartenere alle categorie che hai citato o possono anche essere comuni maghi che per motivi x più o meno spiegabili e conosciuti hanno particolari poteri?
Possono avere solo poteri particolari, o appartenere a categorie speciali che avere poteri particolari (ad esempio un Licantropo che riesce a manipolare il fuoco).
 
- I ragazzi devono per forza essere passati per Hogwarts o possono aver iniziato direttamente con l'accademia?
Possono aver iniziato direttamente con l'Accademia; vedetela in qualche modo come una scuola privata, che gli studenti possono iniziare a frequentare quando la legge lo permette :). In questo caso, si accede all'Accademia dagli undici anni di età.
 
 
- La facoltà particolare è necessariamente ereditaria?
No, non necessariamente. Per altro può essere ereditaria, ma può svilupparsi in maniera totalmente diversa(come nel caso di Loras, visto che Yann possiede la capacità di manipolare il fuoco).
 
- Solo i maghi possiedono facoltà particolari?
No. Ad esempio ne "Il Giardino segreto", c'era un babbano con una facoltà particolare.
 
- C'è qualche genere di club all'interno dell'accademia?
Si, non così tanti e non così popolati come ad Hogwarts per ovvie ragioni, ma sì. Ho ipotizzato il club degli scacchi, quello di erbologia e il club di duello. Inoltre un club in cui si insegnano sport che non prevedono la magia, come il tiro con l'arco e la scherma. Se avete proposte comunque non siate timidi e fatevi pure avanti.
 
- I ragazzi a scuola giocano a Quidditch?
Si. Non immaginatevi grandi tornei come a Hogwarts, ma sì assolutamente.
 
- I poteri come e quando si manifestano?
Non esiste un momento preciso, possono manifestarsi alla nascita come più in là. È pur sempre magia e funziona come tale.
 
- Come devo gestire nella storia dei professori, il rapporto con la storia originale di HP, visto che si intreccia per diversi anni con gli eventi del libro?
“Il Giardino Segreto”, la mia vecchia interattiva di cui facevano parte gli insegnanti che ho mostrato nel prologo, era ambientata nel 1994 durante il Torneo tre Maghi. Dovete considerare che la storia originale si è svolta normalmente, quindi non ci sono variazioni nel canon.
 
- Visto che gli studenti devono avere tra i 15 e 17 anni, la loro inscrizione alla APC, deve essere successiva ad Hogwarts o possono frequentarla anche se non hanno frequentato Hogwarts? Visto che Hogwarts inizia a 10/11 anni, mentre l' APC sembra accettare solo dai 15 in poi.
La APC accetta studenti dagli 11 anni (tranne rare eccezioni, ho risposto precedentemente a questa domanda), quindi i vostri oc possono essere entrati a 11 anni, semplicemente “attualmente” hanno 15, 16 o 17 anni. Comunque se dovessero entrate dopo gli 11 anni, possono aver frequentato Hogwarts (o altra scuola), o aver studiato da privatisti.
   
 
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