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Autore: Lyris    29/01/2023    0 recensioni
Quando Scorpius Malfoy arriva a Hogwarts sa che le cose non saranno semplici per lui. Figlio di un ex-Mangiamorte e studente della Casa più malvista del pianeta, vorrebbe solo evitare di finire nei guai e passare gli anni di scuola in serenità, possibilmente prendendo bei voti. Non sa che il suo futuro gli riserva grandissime sorprese, tra cui anche un'amicizia inaspettata - e forse, qualcosa di più.
Oppure
Tutto ciò che avviene dopo il settimo libro di Harry Potter, la storia della nuova generazione e i loro anni a Hogwarts, per chiunque avesse odiato The Cursed Child.
PS: Questa è una Scorbus, molto lenta, ma lo è. Ci saranno comunque altre coppie che si aggiungeranno nel corso della storia. Spero vi piaccia!
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Albus Severus Potter, Nuova generazione di streghe e maghi, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Albus Severus Potter/Scorpius Malfoy, Draco/Astoria, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nuova generazione
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CAPITOLO 3 Il Ragazzo Serpeverde | Reclami

 

Scorpius scrive una lettera. Albus ha delle lamentele. Il professor Schläger ha di meglio da fare.

 

Le lezioni iniziarono ufficialmente lunedì mattina. Per Scorpius la giornata si prospettò tranquilla almeno fino a quando non scese a fare colazione, il che equivalse a quarantacinque minuti buoni di sano e cieco ottimismo. Sarebbe potuta andare peggio. Si era alzato presto, come era abituato, e si era preparato. Le tende degli altri letti erano ancora chiuse quando era uscito dal dormitorio. Arrivato alla Sala Grande, era stato accolto dalla quieta confusione degli studenti, poco felici di essere stati buttati giù dal letto così presto dopo le vacanze estive, ma che sprigionavano un certo entusiasmo per essere tornati tra le mura di Hogwarts ed essersi ricongiunti con i propri amici. Scorpius aveva intravisto Heather al tavolo dei Serpeverde ma dalla faccia che aveva non sembrava desiderare compagnia, così aveva scelto di non unirsi a lei per colazione. Aveva raggiunto il suo posto e si era seduto, sentendosi osservato e cogliendo qua e là qualche sussurro indistinto. Un ragazzo Tassorosso tuttavia aveva parlato a voce un po’ troppo alta e Scorpius l’aveva sentito.

“… il figlio del Mangiamorte. Me l’ha detto papà!”. 

Scorpius si grattò il dorso della mano destra, ignorando ciò che aveva sentito. La tavola davanti a lui era imbandita e tutto sembrava squisito, ma non aveva molta fame, così provò ad assaggiare qualche dolce mentre il tavolo iniziava a riempirsi dei suoi compagni. Stava cercando di finire il budino alla crema di limone quando William l’aveva raggiunto. Il ragazzo era entusiasta di poter finalmente usare la bacchetta che aveva acquistato da Olivander, dopo averne provate una ventina e aver rischiato di distruggere metà del negozio. 

“E non vedo l’ora di iniziare Difesa contro le Arti Oscure!”, esclamò alla fine del lunghissimo monologo sulle sue avventure a Diagon Alley, sputacchiando il cibo che stava masticando dappertutto. “Dicono che il professore sia fighissimo!”. William guardò Scorpius, in attesa di una reazione altrettanto piena di allegria ed entusiasmo. Scorpius annuì educatamente. 

“Comunque anche il nostro Capocasa deve essere fighissimo”, continuò William. “Tu sai com’è?”. Scorpius scosse la testa, così William iniziò a tempestare di domande una ragazza del secondo anno seduta accanto a lui. Scorpius distolse l’attenzione dalla scena e vide con la coda dell’occhio Albus entrare nella Sala Grande. Aveva l’aria stanca, di chi non ha dormito molto. Non raggiunse i suoi compagni di Casa, ma andò dritto al tavolo dei Grifondoro per salutare la cugina. Rose lo accolse con un abbraccio e i due iniziarono a parlare. Albus accennò a un sorriso, che si spense quando il fratello lo raggiunse. James rise, indicando il tavolo dei Serpeverde, e Albus rispose irritato, quindi si allontanò dalla Sala Grande. Rose sembrava arrabbiata e Scorpius la vide prendersela con il cugino più grande, il quale scrollò le spalle e tornò dai suoi compagni. Rose guardò verso il tavolo dei Serpeverde, incrociando lo sguardo di Scorpius che, colto in flagrante a osservarla, si concentrò velocemente sulla sua colazione. Se gli sguardi avessero potuto uccidere, Scorpius sarebbe morto in quell’istante. Non erano iniziate le lezioni e già sentiva di essersi messo nei guai. Grandioso.

***

Scorpius aveva finito di mangiare e aveva salutato William, ma lui non doveva averlo sentito perché non aveva risposto, quindi era rimasto un istante di troppo in piedi indeciso se richiamarlo oppure no e alla fine era sceso nuovamente al dormitorio senza dire nulla, per lavarsi i denti. Il baldacchino di Craig aveva ancora le tende tirate. Si era preso del tempo per mettere a posto il suo spazio - era già tutto in ordine, ma quella piega del lenzuolo era così fastidiosa - e per capire se avesse dovuto svegliare Craig. Si era avvicinato alla tenda e aveva chiamato il suo nome. Nessuna risposta. Forse in realtà era già sceso e aveva semplicemente richiuso le tende. Non trovò il coraggio di aprirle controllare, quindi si diresse verso la prima lezione della giornata: un’ora congiunta di pozioni con i Grifondoro. 

Arrivò per primo davanti alla porta dell’aula, ma per entrare aspettò i suoi compagni. Tra le ragazze Serpeverde del suo anno ne conosceva di vista tre e da quel che ricordava, erano inseparabili. Desdemona Betchley era una ragazzina dai capelli biondi e gli occhi azzurri, tanto bella quanto vanitosa. Sua madre dirigeva una rivista di moda magica e faceva vestire sé stessa e la famiglia dai migliori stilisti in circolazione, senza badare troppo alle spese. Astoria era stata invitata qualche volta a prendere un tè a casa sua, ma dopo una visita non era più tornata. Aveva dato la colpa alla cattiva miscela di tè e ai biscotti troppo zuccherati, ma Scorpius sapeva che era solo una scusa. Olivia e Miranda erano le migliori amiche di Desdemona, e parevano l'una l’opposto dell’altra: la prima di bassa statura e un po’ in carne, i capelli ricci e scuri e lo sguardo vispo; la seconda alta, estremamente magra e terribilmente goffa. Venivano tutte e tre da famiglie purosangue, ma Scorpius non ci aveva mai scambiato più di due o tre parole. Astoria e Draco avevano una cerchia estremamente ristretta di amici ed evitavano i contatti con le altre famiglie purosangue. Quando andavano a trovare i nonni a Villa Malfoy, Lucius non perdeva occasione di lamentarsene. 

L’ultima ragazza Serpeverde si chiamava Amira, la nata babbana che non aveva mai sentito parlare di Hogwarts. Dai discorsi che aveva sentito a cena, i suoi genitori erano originari della Turchia e per un po’ avevano vissuto in Germania, per poi trasferirsi a Londra quando lei aveva compiuto sei anni. Sua nonna pensava che la loro nuova casa in Inghilterra fosse maledetta, quando erano iniziati gli scoppi di magia involontari. Poi era arrivata la lettera per Hogwarts e tutto aveva avuto un senso, anche se la nonna non pareva del tutto convinta. 

“Dice che è tutta colpa di un Jinn,” aveva detto a cena e tutti avevano riso. I Jinn erano creature particolari, ma non si interessavano alle faccende dei maghi, figurarsi a quelle dei babbani. Dal canto suo, Amira era rimasta di sasso a scoprire che i Jinn esistevano davvero.

Scorpius vide arrivare Albus e Rose insieme, seguiti dagli altri Grifondoro. Tra questi, ne riconobbe soltanto due dalla Cerimonia di Smistamento: Polly Chapman, la ragazzina con i due chignon, e Yann Fredericks, un ragazzo un po’ robusto dai capelli biondi. Craig e William ancora non si vedevano, quando tutti furono dentro l’aula. Il professore non perse molto tempo e li fece dividere in coppie, ognuna per banco. Rose trascinò Albus a uno dei tavoli in prima fila, Amira si unì a una ragazza Grifondoro, e Desdemona e Olivia presero posto poco distanti. Miranda, rimasta sola, si guardò intorno e si rassegnò a dover condividere il banco con Scorpius, portandolo a sedere esattamente nell’unico posto che Scorpius stava cercando di evitare, quello dietro il giovane Potter e la Waesley. Rose gli lanciò l’ennesima occhiataccia. Grandioso. 

“Sono il professor Wilhelm Von Schläger”, esordì il professore, scrivendo il suo nome alla lavagna. Si voltò verso la classe. Era alto, slanciato e le sue occhiaie scure risaltavano sul viso pallido. Tutto in lui esprimeva una noia mista alla malinconia, come se trovarsi in una classe di mocciosi fosse qualcosa che avrebbe evitato volentieri se avesse potuto. Il professor Schläger era il loro Capocasa. Heather ne aveva parlato un paio di volte, in quelle cene che sua madre organizzava ogni tanto con la sua famiglia. Si diceva in giro che fosse un vampiro, ma secondo lei era una storia che si erano inventati gli studenti più grandi per spaventare quelli più piccoli. Il professore fece per aggiungere qualcosa, quando la porta dell’aula si aprì di colpo ed entrarono trafelati gli ultimi due Serpeverde mancanti all’appello. 

“Scusi il ritardo, professore. Ci eravamo persi!”, esclamò William, trascinandosi dietro un Craig assonnato. Si fecero strada tra i banchi e occuparono l’unico libero. Il professore si limitò a guardarli disinteressato, poi cominciò a snocciolare qualche spiegazione sul programma che avrebbero svolto quell’anno. Alcuni ascoltavano, altri continuavano a chiacchierare e solo un’altra persona oltre a Scorpius stava prendendo appunti. Appena il professore aveva proferito parola, Rose si era zittita e poi aveva impugnato la penna d’oca, che ora sfrecciava sulla pergamena davanti a lei. Albus, in risposta, aveva sbuffato e si era limitato a scarabocchiare negli angoli del suo libro.

Scorpius si bloccò, sentendosi osservato. Lanciò un’occhiata a Miranda, seduta alla sua sinistra, che voltò velocemente la testa da un’altra parte. Quindi Scorpius riprese a scrivere, più lentamente. Di nuovo, sentì lo sguardo di Miranda su di lui e con la coda dell’occhio la vide sporgersi appena, sopra la sua spalla. Stava sbirciando i suoi appunti. Scorpius fece scivolare lentamente la pergamena verso di lei, in modo tale da poter continuare a scrivere e allo stesso tempo permetterle di vedere cosa stava appuntando. Miranda sorrise contenta e sembrò sul punto di dire qualcosa, poi guardò preoccupata Desdemona, che stava parlottando con Olivia, e si ammutolì. Scorpius sospirò piano. Andava tutto bene. Sarebbe andato tutto bene.

***

Il resto delle lezioni era proseguito in maniera abbastanza tranquilla. Avevano fatto un’ora di Storia della Magia, durante la quale il vecchio professore fantasma aveva iniziato già a spiegare, con grande dispiacere da parte di tutti gli studenti, e dopo pranzo un’ora di Incantesimi. Il professor Vitious aveva subito voluto iniziare a fargli fare un po’ di pratica con la bacchetta. Scorpius aveva visto la sua piuma d’oca sollevarsi di qualche centimetro e aveva accennato un sorriso. Craig aveva sonnecchiato durante tutte le lezioni, svegliato ogni tanto dal chiacchiericcio di William. Albus era rimasto insieme a Rose tutto il tempo, ma aveva iniziato a irritarsi quando aveva visto la piuma della cugina sollevarsi, al contrario della sua. Poi i Serpeverde erano andati a lezione di Difesa contro le Arti Oscure e Scorpius aveva dovuto ammettere che sì, il professore era davvero “fighissimo”. Sembrava una montagna e incuteva un certo timore, misto ad ammirazione. Gli aveva parlato delle lezioni che avrebbero affrontato, quindi aveva raccontato di Uagadou, la scuola di magia dove si era diplomato e che secondo lui offriva una preparazione più variegata, perciò avrebbe cercato di unire i programmi per offrire loro anche un’altra prospettiva sulla sua materia. Tutti avevano lasciato l’aula affascinati, impazienti di iniziare a lavorare, e anche Craig sembrava più attivo del solito. Ora Scorpius si trovava in dormitorio, un piccolo pezzo di pergamena aperto davanti a lui. Aveva promesso ai suoi genitori di mandare loro un messaggio una volta sistemato, perciò in quel momento era in camera per mettere giù due righe e spedirle. 

Tutto bene, le lezioni sono iniziate. Sono stato smistato a Serpeverde. 

Pensò di aggiungere un “mi mancate”, poi rinunciò all’idea. Aveva undici anni, non cinque, e Scorpius Malfoy non era un bambino a cui serviva avere sempre mamma e papà intorno. Piegò la lettera e si diresse verso la voliera, dove lo aspettava Penny. Mentre passava davanti l’ufficio del professor Schläger, nei sotterranei, sentì delle voci provenire dalla stanza. 

“… deve essersi sbagliato!”. 

“Non accetterò di sentire altro. Se non rispetti la tua Casa, imparerai a farlo, signor Potter”. Scorpius sentì sbuffare pesantemente, poi la porta dello studio si aprì e Albus uscì. Il giovane Potter si fermò, sorpreso di vedere Scorpius lì davanti. La sorpresa si trasformò rapidamente in rabbia. 

“Cosa fai? Ora mi spii?”, lo accusò Albus. “Rose ha ragione su di te e su voi Serpeverde”. Non rimase ad ascoltare la risposta: con una smorfia volse le spalle e se ne andò velocemente. Scorpius lo vide svoltare l’angolo del corridoio, verso i dormitori, poi si incamminò per raggiungere la voliera.

Quando arrivò, un gufo reale volò immediatamente verso di lui e gli beccò delicatamente la mano che aveva teso. Scorpius sorrise, prese un paio di bisconsetti che si era infilato in tasca e glieli porse.

“Ciao Penny”, la salutò. Penny, aggrappata al suo braccio, frullò le ali in risposta. Almeno Penny ancora gli voleva bene. Scorpius legò la lettera per i suoi genitori alla zampa e le diede una carezza.

“Portala a mamma e papà, va bene?”. Penny si alzò in volo e Scorpius la seguì con lo sguardo fino a quando non la perse di vista nell’orizzonte. 


NOTE
Povero Scorpius, è uno sfigato. Comunque le cose miglioreranno, state tranquill*. Ci vorrà solo un po' di tempo però. 

 
  
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