Libri > Hunger Games
Segui la storia  |       
Autore: CervodiFuoco    01/02/2023    0 recensioni
"Una palla di fuoco si espanse come un enorme palloncino. Detriti vennero scagliati ovunque. Il cielo grigio era lacerato da strisce di fumo. I suoi compagni correvano di qua e di là, smarriti. Ma dove andavano? Cos'avevano da fare? Tanto, ormai, era finita. Ci si poteva rilassare. Lasciarsi andare... a quel tepore, quel silenzio. I rumori assordanti non c'erano più, la pesantezza del corpo nemmeno. Il respiro sempre più flebile dava spazio alla mente di alleggerirsi e di andare su, su, sempre più su..." // Questa storia narra degli Ultimi Hunger Games di Capitol City, ma i ragazzi che vi partecipano appartengono alla serie TV "Motherland - Fort Salem" e possiedono poteri speciali simili a quelli degli X-Men. Inoltre gli avvenimenti sono completamente diversi, ho ripreso solo l'ambientazione e le dinamiche di Hunger Games. Buona lettura, spero vi piaccia e fatemi sapere che ve ne pare nei commenti, vi leggerò con piacere!
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Altri
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

15 - FUORI DALLA CRISALIDE

 

Per le nozze Raelle e Scylla avevano scelto un luogo neutrale, uno di quelli che da dopo la trasformazione di Panem fioccavano qua e là. Si trattava di terreni che i Distretti erano stati apertamente disposti a condividere con quelli adiacenti: quello, predicava con solerzia Sarah Alder, era l'inizio dell'unificazione di Panem in un unico grande Paese, libero e prospero.

Le ragazze si erano orientate verso una zona che non fosse vicina a nessuno dei loro due Distretti di provenienza, per non fare differenze l'una rispetto all'altra: si erano dunque infine concordate su un appezzo di terra ceduto dal Distretto Sette, un largo spazio erboso privo di sporgenze o avvallamenti, un vasto prato abbracciato sul versante orientale da una catena di alti pini che preannunciavano la foresta sconfinata in quella direzione.

 

I preparativi erano cominciati da una settimana. Raelle e Scylla si erano occupate delle linee generali e di quelle richieste per loro imprescindibili, come ad esempio il numero degli invitati e i festeggiamenti post-cerimonia; per il resto avevano deciso di affidarsi ai loro amici e ai responsabili dei Distretti invitati, in particolare quelli del Sette.

 

Sorgeva l'alba sullo spiazzo che di lì a poco sarebbe stato teatro dell'unione. Il sole faceva capolino dalla cima dei pini coi suoi caldi raggi della tarda primavera. All'interno di una grande tenda bianca, Raelle sedeva di fronte a uno specchio, spettinata e con uno sguardo terribile.

«Agitata?» fece la voce di Tally, da un angolo della tenda. Quella si alzò e raggiunse l'amica per posarle le mani sulle spalle. «Sarà grandioso» cercò di rassicurarla, mentre la massaggiava. «E' normale essere spaventati e agitati. Mi preoccuperei se tu non lo fossi.»

«E' facile parlare, per te» ribatté Raelle, con la voce ancora impastata dal sonno. «Tu mica ti sposi oggi.»

Tally fece un verso di assenso e una smorfietta. «E' vero.» Alzò le spalle. «Chissà... »

Raelle alzò gli occhi sul viso di lei. Si chiese a cosa stesse pensando, e come procedessero le cose tra lei e Gerit; non glielo aveva più chiesto da un pezzo, presa com'era stata dai preparativi.

«Forza. Abbiamo una marea di cose da fare!» Tally lasciò le spalle della bionda e tornò al suo angolo, dove, su una panca, vi erano degli abiti ripiegati e confezionati. Si sedette e prese a scartarne uno. Sul lato opposto della panca, Abigail sonnecchiava ancora.

Raelle si diede un'altra occhiata allo specchio. Non era più la stessa di prima, e in alcuni momenti faticava a riconoscersi nella propria immagine; non più per il fatto che era stata per due volte un Tributo dei vecchi Hunger Games, esperienza da cui qualunque essere umano uscirebbe traumatizzato, ma perché l'impegno del matrimonio alle porte la aveva avvolta come un manto di luce, come una specie di crisalide. E adesso, da quella crisalide ci stava uscendo e non aveva la minima idea di cosa fosse diventata. Di cose stesse diventando. Di una cosa, però, era certa: l'ingrediente fondamentale di quella trasformazione era stato l'amore, quello tra lei e Scylla. Era quello ad aver fatto tutti i miracoli, compreso il sollievo e l'abbandono dei ricordi spiacevoli dei Giochi, ormai più solo un'ombra sbiadita nella sua mente.

Raelle prese la spazzola dal ripiano che aveva davanti e si sistemò i capelli. Tally aveva ragione: c'erano un sacco di cose da fare entro mezzogiorno.

 

Il palchetto che quelli del Distretto Sette avevano allestito era adorabile. Interamente fatto con il legno delle loro foreste, aveva un sapore tradizionale e spartano, con tronchi e tronchetti ancora provvisti della corteccia sistemati in maniera studiata. Avevano inoltre costruito dei grandi vasi bassi e larghi per ospitare cespugli di fiori variopinti. Davanti al palco erano state sistemate una trentina di sedie, il numero massimo degli invitati voluti dalle spose. Sopra e al centro del palco era stato montato un bell'arco curvilineo realizzato a mano dagli artigiani del Sette, dal quale cadeva una cascata di fiori bianchi. Il tutto si trovava davanti agli alberi a oriente, di modo che gli invitati e la cerimonia stessa fossero rivolti verso di essa.

 

Il sole brillava alto nel cielo terso, e le prime ondate di calore iniziavano ad arrivare. Non solo per la temperatura e l'estate alle porte, ma per il fremito di eccitazione che serpeggiava, anche tra gli invitati.

Le sedie erano piene. La luce splendeva forte e chiara su ogni cosa. E tutto era pronto.

A lato del palco, gli strumenti dei musicisti presero a suonare: c'erano violini e viole, un pianoforte, delle chitarre e dei flauti.

Nello spazio erboso alle spalle degli invitati apparvero delle figure. Da un lato vi erano i genitori di Raelle con quest'ultima sotto braccio; dall'altro, quelli di Scylla che la accompagnavano gentilmente. Camminarono gli uni verso gli altri, e quando si raggiunsero, i genitori si abbracciarono e lasciarono sole le spose, davanti all'imboccatura del lungo spazio rettilineo che separava in due gruppi compatti gli invitati, il corridoio naturale che conduceva al palchetto.

Sia Raelle che Scylla avevano optato per colori bianchi. L'abito di Raelle consisteva di tessuti rigidi e sodi cuciti con un goccio di influenza della moda moderna di Capitol City, consistenti ma comunque leggeri e comodi, che le davano un'aria elegante, aggraziata, ma anche regale e maestosa. Quello di Scylla invece era più svolazzante, drappeggiato, leggiadro, con numerosi veli che cadevano a balze ai lati del corpo come piccole cascatelle, e a differenza di quello di Raelle, il suo lasciava le spalle e buona parte del petto scoperti. Nessuna delle due portava gioielli o quant'altro, solo una corona di fiori in mano; si guardarono a lungo, raggianti, poi misero una sul capo dell'altra la corona.

Scylla e Raelle si strinsero la mano e avanzarono nel corridoio erboso. La musica continuava, ora più enfatizzata e trionfale, accompagnata ogni tanto dal cinguettio degli alberi vicini. Sfilarono accanto ai Responsabili dei Dodici Distretti di Panem seduti sulle retrovie, i quali avevano insistito per voler essere presenti; poi in fianco agli Ultimi Dodici, sparsi da un lato e dall'altro, fra i quali vi era anche Sarah Alder e Bridey; infine superarono i loro genitori e familiari. Si separarono, salirono ognuna la breve rampa di scale in legno posta simmetricamente sui due lati del palco e andarono a ricongiungersi davanti e sotto alla cascata di fiori che prorompeva dall'arco al centro della costruzione.

 

La musica finì, e la cerimonia ebbe inizio. La officiava un parente di Libba che si era reso disponibile a farlo e ne possedeva le competenze: alle due ragazze era piaciuto sin da subito, avevano apprezzato molto il fatto che fosse stata la stessa Libba a proporlo.

Fu una cerimonia semplice, priva di fronzoli o di accenni ad un passato inutile e pieno di una sofferenza di cui il mondo non aveva più bisogno. In quel momento regnava la pace, la gioia e l'amore che andava a legare due persone nel rapporto del matrimonio, non c'era spazio per nient'altro.

Parecchia gente tra gli invitati piangeva, compresa Tally; sedeva vicino ad Abigail, vistosamente commossa. A fianco di Tally c'era Gerit, e a quello di Abigail Adil; quest'ultimo aveva vicino la sua sorella più piccola, Khalida. Gli altri erano distribuiti in maniera uniforme lungo quella fila. Era bello guardare verso di loro e notare la varietà dei colori dei loro vestiti e la felicità sui loro volti illuminati dal sole.

 

Verso la fine della cerimonia, Raelle pronunciò la sua promessa a Scylla e viceversa; non si erano scritte nulla, dissero ciò che provavano in quell'esatto momento.

Infine, si scambiarono gli anelli; poi, si tennero fortissimo le mani mentre l'officiante dichiarava, con una lentezza decisamente esagerata - e infinitamente fastidiosa, pensarono molti - che le due spose potevano baciarsi.

E si baciarono, saltandosi letteralmente al collo. Scoppiò l'applauso, fragoroso, e i musicisti ripresero a suonare con entusiasmo.

Il Dono di Raelle, l'Elettromagnetismo, si manifestò in quel momento: tanto forte era il suo sentimento in quella circostanza, che dal suo corpo si manifestò un'aura di un bianco accecante, come una fiamma che danzava sinuosa ma senza bruciare; e sollevò in aria di quasi un metro sia Raelle che Scylla, strette l'una all'altra, per poi farle ruotare sul posto. La cosa suscitò stupore e meraviglia fra i presenti, che sostennero e intensificarono l'applauso tra le esclamazioni.

 

Il banchetto voluto al termine della cerimonia era un buffet allestito vicino al palco. Gli invitati potevano scegliere se mangiare in piedi o andare a sedersi ad alcuni tavoli appositamente preparati, oppure non mangiare affatto e divertirsi. La musica continuò mutando l'atmosfera ma non l'enfasi e l'importanza dell'evento.

In breve la gente smise di mangiare e si mise a ballare. Le spose avevano insistito affinché non fossero esclusivamente loro nell'occhio del ciclone, ma che ognuno si sentisse libero di poter fare ciò che desiderava, nei limiti del buon senso ovviamente. Tutti quanti gli invitati, nessuno escluso, pretese con ironia e affetto che Raelle e Scylla venissero sottratte l'una all'altra per dover ballare con ognuno di loro, lontane e separate; ma alla fine si aprirono in un cerchio e lasciarono al centro le spose, che si diedero a diversi stili, dal rock al lento. Quando partì quest'ultimo, di nuovo gli invitati si unirono alle danze; fra loro, Abigail e Adil ovviamente stavano abbracciati, Sarah Alder ballava con il Padre Generale, i genitori delle spose e alcuni dei Responsabili dei Distretti tra loro; pure Tally e Gerit, sotto gli sguardi increduli ma soddisfatti di alcuni, ballarono insieme stretti stretti, parlandosi all'orecchio e ridacchiando. Anacostia ballava giocosamente con Bridey e sembrava divertirsi un mondo, mentre Byron danzava piano con il suo fidanzato senza fare troppo baccano.

 

Il pomeriggio scivolò via senza che nessuno se ne accorgesse. Prima che calasse il tramonto, i festeggiamenti trovarono il loro epilogo, non perché le spose lo volessero ad ogni costo, fu uno svolgersi naturale degli eventi. Arrivarono veicoli di terra e di aria a prendere gli invitati e quasi tutti se ne andarono.

Gli ultimi ad andarsene furono Tally, Gerit, Abigail e Adil, che sedettero sui gradini del palco assieme a Scylla e Raelle a parlottare e scherzare. Quando fu palese agli amici che le spose erano esauste e avevano voglia di stare da sole, se ne andarono anche loro, salutandole con lunghi abbracci affettuosi.

 

Infine, Raelle e Scylla lasciarono il palchetto della cerimonia e il prato, per inoltrarsi nella foresta di pini che svettava a est. Il cielo imbruniva. Spirava un'arietta fresca.

Seguirono il sentiero sterrato che si snodava tra gli arbusti e raggiunsero una casetta appartata: quello era il loro regalo di matrimonio. Da lì in poi avrebbero vissuto in quel posto. In tanti vociavano che quell'appezzamento di terra sarebbe stato meta di molti, che desideravano vivere liberi e a contatto con la natura, lontani dal Vecchio Mondo, dalla separazione in Distretti, dal tenore di vita disumano che Capitol City aveva imposto. Ma, per il momento, non c'era ancora nessuno. Solo loro due.

Aprirono la porta, la oltrepassarono e la richiusero.

 

E da quel momento, vissero come moglie e moglie.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Hunger Games / Vai alla pagina dell'autore: CervodiFuoco