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Autore: blissfvlness    24/03/2023    1 recensioni
Dal Capitolo II
Erano tornati all'epoca nella quale i loro genitori non solo erano ancora studenti di Hogwarts ma si odiavano.
E se veramente fosse stato il 1996 voleva dire che la II Guerra Magica era nel pieno del suo sviluppo. Voleva dire che ogni giorno qualcuno perdeva la vita a causa di Colui-che-non-deve-essere-nominato. Voleva dire che ormai i Mangiamorte erano usciti allo scoperto, che di lì a poco tutto sarebbe cambiato, che Silente...
Silente.
All'improvviso James e Teddy si guardarono e capirono di aver avuto lo stesso pensiero.
Se veramente si trovavano nel 1996 allora Albus Silente...
«È ancora vivo» sussurrò Teddy.
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«Benvenuti, ragazzi» disse in modo cordiale.
«Potrete rimanere qui, nella Stanza delle Necessità» propose Silente. «Nel frattempo, potreste approfittarne per presentarvi agli attuali studenti di Hogwarts» aggiunse lentamente.
I ragazzi lo guardarono sbalorditi.
«Intende dire che potremo presentarci ai nostri genitori?!» chiese Hugo.
«Esattamente» gli sorrise Silente.
Cosa succederebbe se la Terza Generazione si ritrovasse improvvisamente nel passato e si presentasse a quelli che saranno i loro genitori?
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Luna Lovegood, Ron Weasley
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Nuova generazione
Capitoli:
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2 Maggio 2000

Quella mattina Hogwarts era più affollata che mai. Era il giorno della commemorazione dei caduti nella Battaglia di due anni prima, durante la quale il Signore Oscuro venne definitivamente sconfitto.

Il vasto prato vicino al Lago Nero era stato allestito con un palchetto e, di fronte ad esso, erano state disposte delle sedie per permettere agli ospiti di accomodarsi.
Era lì che, proprio in quel momento, Minerva McGonagall stava tenendo un discorso commemorativo, per ricordare chi non era sopravvissuto alla Seconda Guerra Magica.

La Preside di Hogwarts era visibilmente emozionata. Per lei, quell'evento rappresentava un modo per scusarsi con gli studenti che aveva perso e che non era riuscita a proteggere.

Ai piedi del palco si potevano scorgere i volti di molti ex alunni di Hogwarts che avevano combattuto durante l'ultima battaglia. C'era la famiglia Weasley al completo, accompagnata dagli amici di sempre: Hermione, Harry, Neville, Luna.

Dietro di loro era seduto un gruppetto di Serpeverde che nessuno si sarebbe aspettato di vedere lì. Alla Commemorazione, infatti, stavano partecipando anche le sorelle Greengrass, Theodore Nott, Blaise Zabini, Pansy Parkinson e Draco Malfoy.

Durante il suo discorso, Minerva McGonagall osservò i volti di quelli che erano stati una volta suoi alunni. Erano visibilmente cambiati. Tutti. Ognuno di loro portava i segni della guerra. C'era chi riusciva a mascherarli meglio e chi meno, ma dai loro sguardi trasparivano la sofferenza e il dolore da essa causati.

Quando la Preside di Hogwarts terminò il suo discorso, gli ospiti iniziarono a disperdersi per l'enorme prato della scuola, chiacchierando tra di loro.

Hermione Granger salutò tutta la famiglia Weasley, che non vedeva da alcune settimane essendo stata molto indaffarata col suo lavoro.

«Hermione che plaisir rivederti» le disse Fleur sorridendole.

«Anche per me è un piacere» rispose la ragazza. Poi si fermò per un attimo ad osservare il pancione della francese. Sorrise. Era veramente enorme.

«Partorirò in questi giorni» le comunicò Fleur accorgendosi del suo sguardo.

«Ma è fantastico!» s'intromise Luna che era lì vicino. «Sarà maschio o femmina?» chiese poi.

«Abbiamo scelto di non saperlo» le rispose Bill.

«Ehi fratello» intervenne Charlie appoggiando una mano sulla spalla del rosso. «Ron ti sta cercando».

«Arrivo» gli rispose Bill. «Non ti affaticare» disse poi rivolgendosi a Fleur, prima di seguire il fratello minore.

La francese scosse la testa. «Ultimamente è così iperprotectif!» esclamò guardando le due giovani streghe davanti a lei.

«Non faccio fatica a crederlo» rispose Hermione ridacchiando. Ginny le aveva raccontato più volte di quanto il fratello fosse apprensivo.

Le tre decisero di fare una passeggiata e, dopo aver camminato per qualche minuto, arrivarono vicino ad una piccola radura. Si sedettero sotto una grande quercia che, con il suo fogliame, riusciva a ripararle dal sole.

«Avete pensato a qualche nome?» domandò Hermione a Fleur.

«Oh oui!» esclamò la francese. «Se fosse un maschio ci piacerebbe chiamarlo Louis, Bill ama questo nom!» rispose Fleur.

«E se fosse femmina?» chiese Luna.

«Se fosse femmina mi piacerebbe molto chiamarla...» iniziò a dire Fleur senza terminare la frase e sbarrando gli occhi.

«Fleur?» la chiamò Hermione non capendo perché la bionda avesse smesso di parlare.

«Penso che mon bebé sia in arrivo» disse la francese guardandole con il volto pallido.

Luna ed Hermione si guardarono confuse, poi notarono il liquido che si stava spargendo proprio dove era seduta Fleur.

«Ok, niente panico» esclamò Hermione scattando in piedi. «Io vado a chiamare Bill e gli altri, voi restate qui» aggiunse con fare pratico e, senza attendere una risposta, iniziò a correre in direzione della scuola.

Quando arrivò vicino al palco che era stato allestito per la Commemorazione, la Grifondoro iniziò a far scorrere velocemente lo sguardo sui presenti, ma dei Weasley non c'era traccia. Hermione imprecò mentalmente, nel panico più totale.

«Granger sembra che tu abbia appena visto un fantasma» si sentì dire da una voce femminile.

La Grifondoro alzò il volto e si trovò davanti Pansy Parkinson e le sorelle Greengrass. «Parkinson, hai visto Bill Weasley?» le chiese, ignorando il commento sulla sua faccia.

«No» rispose la mora. «C'è qualcosa che non va?» aggiunse notando l'espressione preoccupata della ragazza.

«A Fleur si sono rotte le acque» disse Hermione.

«Oh cazzo».

«Daphne!» esclamò Astoria.

«Che c'è? Smettila di fare come la mamma!» ribatté allora la bionda.

«Non faccio come mamma» iniziò a difendersi la sorella minore.

«Finitela voi due!» le interruppe Pansy, scocciata. «Ascoltami Granger, non so dove sia Bill Weasley ma ti aiuteremo a cercarlo. La prima che lo trova avverte le altre» propose poi ad Hermione.

«I Weasley sono al campo da Quidditch» intervenne una voce profonda e maschile.

Le quattro si girarono verso il ragazzo che aveva parlato e ad Hermione si illuminarono gli occhi per l'informazione appena ricevuta.

«Grazie Zabini» gli disse mentre era già intenta a correre verso il luogo indicato dal Serpeverde.

«Figurati» le rispose tranquillamente Blaise, ma la ragazza era già troppo lontana per sentirlo.

«Al campo da Quidditch?» chiese Pansy non capendo perché si trovassero lì.

Blaise si voltò verso di lei. «Prima si è accesa una discussione tra Grifondoro e Serpeverde, così hanno pensato di risolverla con una partita a Quidditch» spiegò Zabini.

«E perché tu non sei con loro?» gli domandò Daphne con un sopracciglio alzato.

«Perché indosso un completo di seta che costa un occhio della testa» le rispose Blaise con fare ovvio.

«Ts, fifone» disse la bionda in risposta.

Nel frattempo, Hermione Granger era giunta al campo da Quidditch e con suo grande sollievo Bill Weasley era proprio lì, insieme al resto della sua famiglia.

«Bill!» urlò la ragazza correndo nella direzione del rosso.

Bill si voltò verso di lei. «Hermione cosa c'è?» chiese.

«Fleur...» iniziò a dire la giovane strega che si era piegata sulle ginocchia per riprendere fiato.

Appena sentì il nome di sua moglie Bill si agitò. «È successo qualcosa?» domandò pallido.

«Le si sono rotte le acque» spiegò Hermione.

Il rosso per poco non svenne. «Dov'è?» chiese preoccupato.

«Sotto la grande quercia, con Luna» gli rispose Hermione.

Bill iniziò a correre come un matto.

Vedendolo andare via dal campo, i presenti si avvicinarono alla Grifondoro per capire cosa fosse successo. Una volta che la ragazza li ebbe messi al corrente della situazione si precipitarono tutti, Serpeverde compresi, ad aiutare Bill e Fleur.

— — —

Bill Weasley faceva avanti e indietro per la sala d'attesa del San Mungo da quasi quattro ore. Era tesissimo. Sua moglie era in Sala Parto con la sorella, Gabrielle. Anche lui avrebbe voluto essere presente ma Fleur glielo aveva impedito perché sosteneva che si vergognava di farsi vedere in quello stato dal marito. Mentre percorreva per l'ennesima volta il perimetro della piccola saletta dalle mura bianche, un'infermiera entrò e gli sorrise.

«Il Signor Weasley?» domandò.

«Sì, sono io» le rispose Bill, coi nervi a fior di pelle.

Nel frattempo tutti i presenti si erano alzati dai loro posti, per ascoltare ciò che l'infermiera aveva da dire.

«Sono lieta di comunicarle che sua moglie ha appena partorito una bellissima bambina» annunciò sorridendo.

Bill esplose di gioia. Preso dall'euforia del momento abbracciò l'infermiera, che ridacchiò sorpresa. «Mi scusi» - disse imbarazzato, staccandosi da lei. «Posso vederle?» chiese poi.

«Certo, mi segua» gli rispose la donna facendogli strada.

Prima di uscire dalla piccola sala, Bill si girò verso i suoi genitori e vide sua madre piangere di gioia. Suo padre, che si era accorto che il figlio lo stava guardando, gli regalò un sorriso smagliante. Il rosso sorrise a sua volta e uscì dalla saletta per andare da sua moglie e da sua figlia.

Quando Bill entrò nella stanza che gli aveva indicato l'infermiera, vide Fleur tenere in braccio la loro piccolina mentre le cantava una ninna-nanna in francese. Si avvicinò a loro e sorrise guardando sua figlia. Era così piccola e così bella. Poi, diede un dolce bacio a sua moglie. «Ehi piccolina» parlò in direzione della figlia.

«Vuoi tenerla in braccio?» gli chiese Fleur.

Bill annuì e prese la bambina tra le sue braccia, cullandola dolcemente. Era estasiato, non riusciva a distogliere lo sguardo dalla piccola.

Fleur osservava il marito rapita. Dal suo volto traspariva la stanchezza dovuta al parto ma, nonostante ciò, la francese era certa di non essersi mai sentita appagata come in quel momento. Lì, vicino a lei, c'era tutto ciò che le serviva per essere felice.

«Dovremmo darle un nome» disse Bill guardando la moglie dopo alcuni minuti di silenzio.

Fleur annuì.

«Mi avevi detto che se fosse stata femmina avresti voluto chiamarla Dominique» disse Bill.

«C'est vrai» confermò Fleur. «Ma ho pensato a una cosa» aggiunse.

Bill le rivolse uno sguardo curioso.

«Non può essere una coincidence che sia nata oggi» disse Fleur.

Il volto di Bill s'illuminò, come se fosse stato colto da un'improvvisa rivelazione. «Come vorresti chiamarla?» chiese allora alla moglie.

«Victoire» rispose Fleur semplicemente.

Bill sorrise, il nome gli sembrava perfetto.

1996

«Buongiorno Hogwarts!» esclamò la ragazza proveniente dal futuro togliendosi la tunica.

La maggior parte dei ragazzi presenti in Sala Grande restò esterrefatto. Era bellissima. Aveva dei lunghi capelli mossi e biondi che le incorniciavano perfettamente un volto dai lineamenti molto dolci. I suoi occhi erano di un azzurro chiarissimo e la sua carnagione era pallida.

«Mi chiamo Victoire Weasley» continuò sorridendo.

«Weasley?!» chiese Fred.

«Ma sei bionda!» esclamò George.

«Non si è mai vista una Weasley bionda!» conclusero i gemelli.

«Vi assicuro che sono una Weasley in tutto e per tutto» rispose Victoire a quelli che erano i suoi zii. «Sono bionda perché lo è mia madre».

Non appena ebbe pronunciato quelle parole si girò verso Fleur e le sorrise.

«Sono io la tua maman?» chiese la francese sorpresa.

Victoire annuì.

«Oh» si lasciò sfuggire Fleur. «Quindi ton papà...» continuò lasciando la frase in sospeso.

«È Bill Weasley» concluse Victoire sorridendo a entrambi i suoi genitori.

Bill le fece un sorriso enorme. «Sei bellissima» le disse. «Come tua madre» aggiunse guardando Fleur.

Ginny, che non sopportava molto la francese, alzò gli occhi al cielo. Suo fratello era troppo sdolcinato.

«Avrò una nipote!» esclamò Molly Weasley al settimo cielo.

«Credimi nonna, ne avrai molti!» le rispose Victoire ridacchiando.

Il sorriso della Signora Weasley si allargò.

«Bene, come vi dicevo mi chiamo Victoire Weasley, ho 20 anni e i miei genitori sono Bill Weasley e Fleur Delacour» riprese la ragazza. «Durante i miei anni ad Hogwarts ho fatto parte della fantastica casa di Tosca Tassorosso!» aggiunse con entusiasmo.

«Tassorosso?» ripeté Ron. «Ma...»

«Sì, lo so. I Weasley sono sempre stati dei Grifondoro!» lo interruppe Victoire pronunciando l'ultima parola con un timbro di voce maschile. «Me lo avete già detto. Migliaia di volte» continuò la ragazza.

«Ma...» riprovò Ron.

«Niente ma zio! Non sono l'unica Weasley a non essere stata smistata in Grifondoro, dovrai farci l'abitudine» concluse la bionda facendo l'occhiolino al rosso.

Ron era incredulo. I Weasley erano Grifondoro. Da sempre. «Bill tu non hai niente da dire?» domandò allora al fratello, ma lui si limitò a scuotere la testa, troppo occupato a guardare adorante la figlia per rispondere. Sarebbe stato padre. Non riusciva a crederci.

«Se zio Ron si è ripreso dallo shock io proseguirei con la mia presentazione» riprese a parlare Victoire.

Ron arrossì leggermente e fece cenno alla nipote di proseguire.

«Dopo aver finito i miei studi ad Hogwarts ho iniziato a lavorare come giornalista per la Gazzetta del Profeta. Nello specifico mi occupo di moda, una mia grande passione» raccontò la ragazza. «Avete domande?» chiese poi.

«Chi sono i tuoi padrini?» domandò Hermione curiosa.

«Zia Gabrielle e zio Charlie» rispose Victoire.

Charlie Weasley si girò verso il fratello che era seduto accanto a lui e lo ringraziò, abbracciandolo. Poi sorrise a Fleur, che ricambiò.

«Io ho una curiosité» disse la francese. «Ton nom, l'abbiamo scelto per un motivo en particulier?» chiese.

Victoire guardò il tavolo dei ragazzi del futuro, come a chiedere il permesso di rivelare quell'informazione. Alcuni di loro annuirono, così la ragazza iniziò a spiegare. «Sì, maman» disse. «Mi chiamo Victoire, che vuol dire vittoria in francese, perché sono nata il 2 maggio del 2000, secondo anniversario della battaglia che ha decretato la fine di Voldemort».

Sentendo quel nome, molti dei ragazzi presenti in Sala Grande rabbrividirono.

«Scusate, so che in quest'epoca quel nome è ancora un tabù, ma come ha detto un mago di cui ho grande stima, bisogna sempre chiamare le cose con il loro nome. La paura del nome non fa che aumentare la paura della cosa stessa» terminò Victoire, rivolgendo un sorriso a Silente, sorpreso dalle parole pronunciate dalla ragazza.

«Quindi riusciremo a vincere la guerra» constatò Harry sorridendo.

«Sì zio» confermò la bionda. «Non sarà facile ma ce la farete».

«Zio?!» esclamò Ron spalancando gli occhi. «Ma è fantastico Harry, farai parte della famiglia Weasley!» disse poi contento rivolgendosi all'amico.

Harry sembrava imbarazzato e Ginny era più rossa dei suoi capelli.

«Oh ma io non intendevo...» iniziò a dire Victoire, ma qualcuno dal tavolo dei ragazzi del futuro le fece cenno di fare finta di nulla. Così la ragazza lasciò stare.

«Se non ci sono altre domande, io...» riprese Victoire, ma venne nuovamente interrotta, questa volta da Anthony Goldstein.

«Io vorrei sapere se ti va di uscire con me» chiese in modo sfacciato.

Il Corvonero fu immediatamente fulminato dagli sguardi di tutti gli uomini della famiglia Weasley. Tuttavia, ciò che sorprese Ginny fu vedere come un ragazzo biondo, seduto poco distate da lei, si fosse girato di scatto per guardare chi aveva osato porre quella domanda. Sorrise.

«Innanzitutto potrei essere tua figlia. Letteralmente» rispose Victoire alzando un sopracciglio. «E poi sono felicemente fidanzata» aggiunse sorridendo.

Bill, che stava ancora guardando male il ragazzo che aveva osato rivolgere a sua figlia una domanda del genere, annuì compiaciuto. Poi, elaborando le parole appena pronunciate dalla figlia, diventò paonazzo.

Si voltò di scatto verso Victoire ed esclamò. «Cosa?!»

Victoire alzò gli occhi al cielo. «Ci risiamo. Papà prima che tu impazzisca come farai in futuro, vorrei ricordarti che ho vent'anni».

Bill aprì la bocca per rispondere alla figlia ma Fleur lo interruppe mettendogli una mano sulla spalla.

«Mon amour non fare scenate» disse. «Comment si chiama?» domandò poi rivolgendosi a Victoire.

La ragazza arrossì. «Ecco, il mio fidanzato è... Teddy» rispose con un tono di voce molto basso, tanto che nessuno dei presenti capì ciò che aveva detto.

Tuttavia, Ginny Weasley sapeva perfettamente chi era il fidanzato della nipote, così prese parola. «Sembrate una bellissima coppia» le disse con un tenero sorriso.

Victoire la guardò e ricambiò.

Ron si girò verso la sorella con la fronte corrucciata.

«Tu hai capito che ha detto?» le chiese.

«No» rispose Ginny lasciando il fratello ancora più confuso, al pari dell'intera Sala Grande. «Ho visto come hai guardato Anthony quando le ha chiesto di uscire» disse Ginny rivolgendosi a Teddy.

Il ragazzo la guardò stupito. «Beh...» iniziò a dire imbarazzato.

«Tu sei il fidanzato di mia figlia?» chiese Bill sorpreso.

«Sì Signore» disse Teddy schiarendosi la gola e alzandosi, pronto a stringere la mano al suocero.

«Mais c'est fantastique!» gioì Fleur.

«Merci maman» le disse Victoire, grata che la madre avesse spezzato l'imbarazzo che si stava diffondendo nella Sala.

Bill invece ancora non emetteva alcun suono, limitandosi a squadrare Teddy.

«Da quanto state insieme?» chiese Hermione curiosa.

«Tre anni» rispose Victoire.

«Tre fantastici anni» sottolineò Teddy guardando la fidanzata con uno sguardo dolcissimo.

Bill, finalmente, uscì dallo stato di trance nel quale era piombato. «Se provi anche solo a...»

«Papà per favore!» lo interruppe Victoire imbarazzata.

Bill si girò verso di lei. «D'accordo, la smetto. Tanto immagino che il signorino abbia già ricevuto questo discorso dal me del futuro» concluse rivolgendosi a Teddy con uno sguardo serio.

«Già» confermò il ragazzo grattandosi la testa imbarazzato.

«Bene, ora che sapete tutto di me, possiamo passare alla prossima presentazione» disse Victoire iniziando a camminare verso il tavolo Grifondoro, con l'intenzione di andare a salutare i suoi parenti.

«Non ci provare Victoire, devi raccontare per quale motivo eravamo tutti insieme nel momento in cui la Giratempo si è rotta» si sentì dire da una voce femminile proveniente dal tavolo dei ragazzi del futuro.

Victoire s'immobilizzò, maledicendo mentalmente la ragazza che aveva parlato. «Grazie per avermelo ricordato, sorellina» disse sottolineando l'ultima parola, sapendo quanto desse fastidio alla sorella essere chiamata in questo modo.

«Come se fossi tanto più vecchia di me» rispose quest'ultima sbuffando.

«Sorellina?!» chiese Bill.

«Sì papà avrai un'altra figlia che, detto tra noi, è bellissima» gli rispose la ragazza misteriosa parlando di sé in terza persona.

«E anche molto modesta» disse Victoire alzando gli occhi al cielo.

Qualcuno nella Sala ridacchiò.

«Non ne dubito» sorrise Bill, rispondendo alla figlia che ancora non si era presentata.

«Allora, cosa devi dirci?» chiese George alla nipote.

«Ecco...» iniziò lei titubante. «Teddy che ne dici di venire accanto a me?» disse poi rivolgendosi al fidanzato con un sorriso angelico.

Quest'ultimo dapprima si agitò ma poi sorrise, si alzò e si mise accanto alla bionda.

«Prima di fare questo viaggio surreale», iniziò a spiegare Victoire, «ci trovavamo tutti nello stesso luogo perché...»

«Non mi dire che sei incinta!» esclamò Ron alzandosi in piedi di colpo, convinto di aver indovinato la notizia che la nipote doveva comunicargli.

Bill guardò Ron e sbarrò gli occhi.

«Che COSA?!» esclamò con veemenza girandosi verso la coppia.

«Tu» disse poi indicando Teddy che era pallido come un lenzuolo. «Come hai...»

«Papa!» lo richiamò Victoire.

«Che c'è?!» gli rispose il padre. «Ha messo incinta la mia bambina devo fargli un discorsetto!»

«Non sono incinta!» esclamò la bionda esasperata.

Ci fu un attimo di silenzio.

«Oh...» disse Bill calmandosi. «Bene» terminò sollevato.

Victoire sospirò. «Tu e la tua gelosia» disse al padre.

«Non sono geloso, solo protettivo» ribatté Bill.

«Iperprotettivo» specificò la figlia. «Credo che dovresti chiedere scusa a Teddy» aggiunse.

«Vic, non ce n'è bisogno» intervenne Teddy.

Victoire lo guardò seria. «Ce n'è assolutamente bisogno» replicò col tono di chi non vuole sentire ragioni. «Papà sto aspettando» si rivolse poi all'uomo.

Bill sbuffò. Sua figlia sembrava avere il caratterino della madre. «Victoire ha ragione, ho avuto una reazione esagerata. È che ho appena scoperto che sarò padre, diventare anche nonno sarebbe stato troppo da metabolizzare» scherzò Bill. «Ti chiedo scusa Teddy» aggiunse poi rivolgendosi al genero.

Victoire e Teddy sorrisero.

«Bill, tua figlia ti comanda a bacchetta» ridacchiò Ron.

«Zio fossi in te non riderei» lo fulminò con lo sguardo Victoire. «Questo malinteso è nato per colpa tua e delle tue intuizioni geniali» concluse.

«Più che Tassorosso sembri Serpeverde» borbottò Ron, ma dopo aver visto l'espressione della ragazza si zittì.

Dal tavolo dei Serpeverde si udirono delle risate di scherno nei confronti del rosso.

«Quel che stavo cercando di dire prima che lo zio Ron mi interrompesse», ricominciò a parlare Victoire, «è che io e Teddy», proseguì guardando il fidanzato, «ci sposeremo!» concluse sorridendo.

«Mais c'est assolutamente magnifique ma chérie!» esclamò Fleur andando ad abbracciare la figlia.

«È una notizia meravigliosa» la assecondò Ninfadora che andò ad abbracciare Teddy, seguita da un Remus emozionatissimo.

Bill invece permaneva immobile al suo posto, senza proferire parola.

«Signori Lupin è un onore conoscervi» disse Victoire rivolgendosi ai genitori di Teddy.

«Il piacere è nostro» le rispose Remus sorridendo.

I due futuri sposi ricevettero le congratulazioni dal resto della famiglia Weasley e, alla fine, Bill prese parola schiarendosi la gola. «Immagino che se mia figlia ha accettato di sposarti è perché ti ama e la rendi felice» disse. «Ma ricorda che ti tengo d'occhio» concluse guardando sospettosamente Teddy.

«Oh, ne sono sicuro» rispose il ragazzo. «Ma lei mi creda se le dico che amo sua figlia più di qualunque altra cosa al mondo» aggiunse.

Bill sorrise, tutto sommato Teddy sembrava un ragazzo per bene. Così, andò ad abbracciare sua figlia, che lo guardò contenta. Suo padre era un gelosone ma sapeva che, dopo averlo conosciuto, avrebbe voluto molto bene a Teddy.

A questo punto Silente si schiarì la gola. «È arrivato il momento di fare una pausa, tra poco sarà ora di pranzo. Continueremo le presentazioni nel pomeriggio, intanto chi si è già presentato potrà passare del tempo con i propri parenti» disse.

Teddy si girò verso i genitori sorridendo.

«Che ne dite di fare una passeggiata?» chiese Victoire.

«C'est un'idea fantastique» rispose Fleur.

Così i Weasley e i Lupin uscirono dalla Sala Grande e si avviarono verso il Lago Nero.

Harry, Hermione, Luna e Neville invece, decisero di restare al loro posto, aspettando il pranzo.

Dall'altra parte della Sala, un gruppo di Serpeverde parlava in modo fitto.

«Cosa ne pensate di queste presentazioni?» chiese Theodore Nott ai suoi amici.

«Che sono una perdita di tempo» rispose un annoiato Blaise Zabini.

«Blaise ha ragione» convenne Pansy Parkinson. «Insomma, la maggior parte di noi già sa con chi si sposerà, non vedo come conoscere i nostri futuri figli possa aiutarci» spiegò.

«E se non fosse così? Se sposassimo persone diverse da quelle che sono state scelte per noi?» chiese Daphne Greengrass.

«Credi davvero che gli accordi matrimoniali stipulati dai nostri genitori possano essere distrutti?» le domandò Astoria, speranzosa.

«Lo spero» le rispose candidamente Daphne.

«Cazzate» sputò Draco Malfoy con rabbia.

Gli amici lo guardarono. Ultimamente non riuscivano a capire quello che passava per la testa del biondo. Non che fosse mai stato facile comprendere i suoi pensieri, ma quell'anno sembrava particolarmente freddo e chiuso in sé stesso.

E come poteva non esserlo.

Da quando aveva ricevuto il Marchio Nero la vita di Draco era radicalmente cambiata. Sentiva sulle sue spalle il peso del compito che Colui-che-non-deve-essere-nominato gli aveva affidato. La vita dei suoi genitori dipendeva da lui. Se avesse fallito, loro sarebbero morti.

E adesso, dopo aver passato mesi a sopportare questo fardello, veniva a scoprire grazie alla presentazione della Weasley bionda, che tutta la sofferenza che stava provando sarebbe stata inutile.

Perché il Signore Oscuro avrebbe perso.

Paradossalmente, non fu il venire a conoscenza di questo fatto che sorprese il biondo, ma il provare sensazioni contrastanti in merito all'avvenimento. Sensazioni che a tratti non riusciva a definire.

Sapere che Voldemort sarebbe stato sconfitto lo faceva sentire leggero, quasi lo sollevava. Poi però si fermava a pensare a San Potter, alla Donnola e alla Sanguesporco e sentiva la rabbia ribollire dentro di sé. Avrebbero vinto loro. Come sempre.

«Draco» richiamò la sua attenzione Pansy. «Stai bene?» gli chiese.

Draco si volto verso di lei con uno sguardo gelido. «Sì Parkinson sto bene. Dovreste smetterla di chiedermelo tutti ogni cinque secondi come se fossi un malato terminale» disse tagliente. Poi si alzò e uscì dalla Sala Grande.

Gli amici lo guardarono andare via e Theodore scosse la testa. «Non capisco proprio cos'ha» disse.

«Io invece penso proprio di aver capito» affermò Blaise Zabini, colto da un'illuminazione improvvisa, fissando il punto in cui l'amico era scomparso. Si alzò. «Ci vediamo più tardi» disse agli amici e sparì anche lui dalla Sala Grande.

«Uomini... chi li capisce è brava» esclamò Pansy Parkinson sospirando.

Nel frattempo, sulla riva del Lago Nero, le famiglie Weasley e Lupin erano intente a chiacchierare giovialmente.

«Come vi siete fidanzati voi due?» chiese improvvisamente Arthur guardando i due futuri sposi.

Teddy si girò verso la fidanzata ridacchiando. «Credo che dovresti raccontarlo tu» le disse.

Victoire annuì.

«È accaduto durante le vacanze natalizie...» iniziò a raccontare.

Dicembre 2017

La Tana quel giorno pullulava di persone. Era il 25 dicembre e, come da tradizione, la famiglia Weasley al gran completo si era riunita per festeggiare insieme il Natale.
Come ogni anno Molly Weasley aveva preparato un delizioso pranzo per tutti i membri della sua numerosissima famiglia. L'atmosfera era festosa.

«Ron la smetterai mai di mangiare come un maiale?» domandò Percy al fratello mentre lo guardava con un'espressione schifata in volto.

«Io non fmanfgio come un fmaiale» rispose il più piccolo corrucciando la fronte.

«Certo, come no» rabatté Percy.

A quel punto Ron si girò verso sua moglie. «Tu non mi difendi?» le chiese.

«Difenderti vorrebbe dire negare l'evidenza» rispose lei.

Ron sbuffò.

«Ma ti amo anche per questo» aggiunse la moglie sorridendo.

Il rosso la guardò e un sorriso gli apparve in volto. «Ti amo» disse per poi tornare a mangiare.

Dall'altra parte del tavolo, gli innumerevoli nipoti dei Signori Weasley erano intenti in una discussione animata sul Torneo di Quidditch in corso. Ma non tutti erano interessati, anche se Rose non riusciva a capire come potessero esistere persone non interessate al Quidditch.

«Ehi Vic!» disse Dominique richiamando l'attenzione della sorella. «Allora?» le chiese rivolgendole uno sguardo curioso.

«Allora cosa?» rispose Victoire.

«Non fare la finta tonta, sai di cosa sto parlando» replicò la sorella scocciata. Odiava quando Victoire si comportava in quel modo.

«No, non lo so» ribatté la bionda senza scomporsi.

Dominique alzò gli occhi al cielo. «Hai parlato con Teddy?» domandò.

«No» rispose secca Victoire.

«E cosa aspetti a farlo?» rilanciò la sorella.

«Dominique smettila. Non abbiamo nulla da dirci» rispose infastidita la bionda.

«Certe volte non ti capisco» concluse Dominique lasciando cadere la conversazione.

La giornata passò piacevolmente e arrivò la sera. Mentre Molly Weasley stava preparando la cena, aiutata da Ginny e dalle nuore, gli uomini di casa erano convolti in profonde conversazioni sul Quidditch e sui bei tempi passati a Hogwarts. I più piccoli, invece, giocavano tra di loro. Inaspettatamente, qualcuno bussò alla porta.

Arthur Weasley andò ad aprire. «Teddy!» esclamò vedendo il ragazzo sulla soglia di casa.

«Buonasera Signor Weasley, buon Natale!» lo salutò Teddy educatamente.

«Anche a te figliolo. Vieni, entra» lo fece accomodare il padrone di casa.

«Teddy che piacere vederti! Come mai sei venuto a trovarci?» gli domandò Molly dopo averlo salutato.

Il ragazzo si grattò la nuca, in difficoltà. Era passato alla Tana perché voleva vedere Victoire e capire perché, negli ultimi giorni, la ragazza lo stava evitando. Ma non gli sembrava il caso di dirlo davanti a tutti. «Volevo semplicemente farvi gli auguri di Natale!» inventò su due piedi.

«Sei un tesoro» gli rispose Molly che sembrava aver creduto alla scusa pensata dal ragazzo. «Ovviamente fa come se fossi a casa tua» aggiunse l'anziana strega con un sorriso, per poi tornare ad occuparsi della cena.

Teddy annuì e salutò tutti i presenti. Successivamente si avvicinò a Victoire. «Dobbiamo parlare» le sussurrò all'orecchio.

«Non credo proprio» gli rispose immediatamente lei. Poi si allontanò e Teddy la perse di vista perché fu accerchiato dai più piccoli della famiglia.

Dopo alcuni minuti, durante i quali il ragazzo riuscì a liberarsi dalla morsa delle piccole pesti di casa Weasley, Dominique attirò la sua attenzione. «È uscita in giardino» lo informò.

Lo sguardo di Teddy s'illuminò. «Grazie Dom, ti devo un favore» le rispose.

Dominique sorrise, sperando che sua sorella ascoltasse ciò che Teddy aveva da dirle.

Fuori la Tana regnava la quiete.

L'erba del giardino era coperta da un alto strato di neve, così come i cespugli e i rami degli alberi spogli. Teddy si guardò intorno ed individuò immediatamente la figura snella di Victoire. Notò che la ragazza indossava semplicemente un maglione natalizio, così si avvicinò a lei e le poggiò il suo giubbino sulle spalle.

«Ti avevo detto che non volevo parlare con te» disse la bionda senza voltarsi verso il suo interlocutore.

«Lo so» rispose Teddy. «Non fai altro che ripetermelo ogni volta che cerco di avvicinarmi a te» aggiunse guardandola.

«A quanto pare non è bastato» osservò Victoire.

«No, infatti» confermò disse semplicemente Teddy, mettendosi di fianco a lei e guardando davanti a sé. Il giardino dei Weasley lo aveva sempre affascinato. Era enorme, talmente tanto che una volta da piccolo rischiò di perdervisi. «Victoire perché mi stai evitando?» 

La bionda chiuse gli occhi e si girò verso di lui con un gesto di stizza. «Perché? Hai veramente il coraggio di chiedermelo?» sbottò.

Teddy la guardò, ancora più confuso. «Vic ti giuro che non capisco cosa posso aver fatto per farti reagire così» le disse sinceramente.

Victoire sospirò. Aveva cercato di evitare questo confronto per giorni, ma sapeva che prima o poi sarebbe avvenuto. Così raccolse tutto il coraggio che aveva e decise di parlare chiaramente all'amico. «Teddy in questi ultimi mesi noi... ci siamo avvicinati» parlò piano.

Lui la guardò dolcemente. «È vero» confermò.

«Allora come puoi dirmi che non capisci perché sono arrabbiata!» proruppe Victoire.

Teddy la guardò smarrito. «Se sapessi cosa è successo credi che starei qui a pregarti di dirmelo?!» replicò spazientito.

«Oh ma certo adesso fai anche l'offeso» lo attaccò la ragazza.

«Per Tosca Vic, non sto facendo l'offeso voglio solo sapere che succ...»

«Succede che sono innamorata di te e tu fai piani con mia sorella su come dichiararti a un'altra!» gridò Victoire, mentre i suoi occhi si inumidivano.

Teddy restò a bocca aperta. «Tu sei innamorata... io faccio piani... con Dominique...» iniziò a farfugliare il ragazzo, incredulo.

Dal canto suo, Victoire avrebbe voluto che la terra la inghiottisse. Non si era mai sentita così tanto in imbarazzo in vita sua. Si era sentita tradita. Pensava veramente che tra lei e Teddy ci fosse qualcosa, ma quando aveva origliato una conversazione tra il ragazzo e sua sorella, le era crollato il mondo addosso.

Teddy era innamorato, ma non di lei.

Le lacrime iniziarono a scendere sul volto della giovane.

Teddy sentì la ragazza singhiozzare e si riprese dallo shock. «Victoire» la chiamò, ma la ragazza non si voltò. «Victoire, guardami» riprovò, serio.

Tuttavia, la bionda non accennava a volersi voltare verso di lui. Quindi Teddy decise di spostarsi di fronte a lei, costringendola a guardarlo. «Victoire io non so cosa tu possa aver pensato» iniziò a parlare Teddy, «ma immagino che tu abbia ascoltato una conversazione tra me e Dom, visto che è l'unica persona con cui ho parlato dei miei sentimenti» continuò guardando la ragazza che abbassò lo sguardo, colta sul fatto. «Qualunque cosa tu creda di aver sentito, non corrisponde alla realtà» le disse. «Anche se, tra le cose che hai detto, ce n'è una vera. Io mi sono innamorato» continuò il ragazzo.

Victoire sorrise amaramente.

«Mi sono innamorato della ragazza più bella che io conosca. Mi sono innamorato di te» terminò Teddy.

Victoire alzò la testa di scatto, con gli occhi spalancati. Non poteva crederci. Non poteva essere vero. Aveva sentito con le sue orecchie Dominique dire a Teddy che lo avrebbe aiutato a fare una sorpresa ad Agnes Mason, sua compagna di stanza ad Hogwarts. E ricordava perfettamente la sensazione che aveva provato. Si era sentita così stupida. Il ragazzo che amava si era innamorato della sua compagna di dormitorio, la compagna che lei stessa gli aveva presentato.

«Ora mi prendi anche in giro?» gli chiese.

«Vic ti sembro il tipo che potrebbe scherzare su una cosa del genere?» le rispose il ragazzo. «Lo hai detto tu stessa che negli ultimi mesi ci siamo avvicinati molto» sottolineò.

«Ma io ho sentito che tu dicevi a Dominique di Agnes, insomma, me lo ricordo» disse Victoire.

Teddy la guardò smarrito. Agnes? Non sapeva neanche chi fosse questa Agnes. Stava per aprire bocca, quando ebbe un'illuminazione. «Stai parlando della tua compagna di stanza ad Hogwarts?!» domandò Teddy sorpreso.

«Certo» rispose Victoire. «Ho sentito Dominique dirti...» iniziò a spiegare ma fu interrotta dalla risata di Teddy. Victoire corrugò la fronte.

«Non hai capito niente» le disse il ragazzo divertito. «Dom mi stava dicendo che mi avrebbe aiutato a fare una sorpresa a te, ma che avremmo dovuto trovare il modo di far stare lontana questa Agnes, altrimenti c'era il rischio che la sorpresa se la beccasse lei. Credo che mi abbia detto che Agnes è, cito testualmente, "sempre in mezzo alle pluffe"» concluse ridendo.

Victoire si sentì un'idiota. Teddy aveva ragione, non aveva capito niente.
Ora che ci pensava, mentre origliava la conversazione tra lui e sua sorella, si era distratta per pochi secondi perché aveva sentito la porta d'ingresso sbattere.
Dal volto della ragazza trasparivano imbarazzo e vergogna per la figuraccia appena fatta.

Teddy, che la stava osservando, le sorrise.

«Io...» Victoire voleva scusarsi in qualche modo, ma non fece in tempo a dire neanche due parole perché le morbide labbra di Teddy si posarono sulle sue.
Non ricambiò immediatamente il bacio, colta alla sprovvista, ma non appena realizzò ciò che stava accadendo affondò le dita nei capelli di Teddy. Il ragazzo, in risposta, avvicinò ancora di più il corpo di Victoire al suo e le strinse i fianchi, continuando a baciarla.

Quando si staccarono sorrisero entrambi.

«Ti amo, Victoire Weasley» disse Teddy.

«Ti amo anch'io, Teddy Lupin» rispose Victoire.

Quando Victoire terminò il suo racconto Fred e George stavano ridendo come pazzi.

«Non siete divertenti zii» commentò la ragazza imbronciata.

«Se prima avevamo dubbi sul fatto che fossi una Weasley, ora non ne abbiamo più» disse George.

«Anzi, penso anche di sapere da chi hai ripreso la capacità di capire sempre fischi per fiaschi» ghignò Fred.

Victoire sbuffò, sapendo dove sarebbero andati a parare quei due.

«Da chi l'ha ripresa?» chiese ingenuamente Ron.

«Ma da te Ron-Ron!» gli risposero in coro i gemelli.

«Non mi chiamo Ron-Ron» sottolineò il rosso guardandoli male. «E poi non capisco sempre fischi per fiaschi» aggiunse.

«Ma se pensavi che Victoire fosse incinta» gli ricordò Ginny.

Ron aprì la bocca per replicare, ma poi la richiuse, non sapendo che dire.

«Forse dovremmo rientrare» fece notare Remus, che aveva ascoltato incantato il racconto di Victoire.

«Hai ragione» convenne Arthur. «Ormai staranno servendo il pranzo» aggiunse.

Così le due famiglie s'incamminarono verso la Sala Grande.

   
 
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