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Autore: Acciuga_le_tue_primule    06/06/2023    0 recensioni
Anni ‘ 70: il mondo magico è sconvolto dall’ascesa di Lord Voldemort. Attacchi ai centri babbani, rapimenti e omicidi di personalità filobabbane sono ormai all’ordine del giorno. Ogni persona è chiamata a scegliere se appoggiare l’Oscuro Signore od osteggiarlo apertamente. Un’intera generazione di maghi e streghe vede così il proprio destino cambiare per sempre. Per Mayleen Rosier il destino sembra però già scritto: seguire gli ideali di famiglia e sposare un perfetto Purosangue per generare perfetti figli Purosangue, che possano tramandare una linea di sangue purissima. O almeno questo è ciò che la sua famiglia si aspetta da lei. Questa è una storia di scelte tra amore e famiglia, tra ciò che è giusto e ciò che è facile, come direbbe il più grande mago di questo tempo.
Vorrei ringraziare alcune persone che mi hanno aiutato alla stesura di questa storia
Vorrei innanzitutto ringraziare Lady Fendente Volante, preziosa collaboratrice nel world building e editor di questa storia
Poi anche Lady Marika Weber, Lady Nina Cats, Lady Radio Spagna sempre nelle mutande e Lady Riri, che hanno dato un importante contributo all’editing di questa storia.
Con la speranza che il racconto vi piaccia, vi auguro una buona lettura.
Vostra,
Lady Occhio di Falco
Genere: Drammatico, Guerra, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Nuovo personaggio | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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1.
 

 
 
 
 
La tiepida luce del sole scozzese cominciava a rischiarare la grande stanza circolare, entrando dalle finestre a mezzaluna, collocate su tutto il perimetro delle imponenti pareti in pietra. Andò ad illuminare anche i letti a baldacchino di legno bruno scuro, in cui giacevano ancora addormentate diverse ragazze, tenute al caldo da morbide trapunte patchwork. La stanza era abbastanza spartana: sui mobili di un tiepido color miele erano posizionati diversi vasi bianchi con piante molto singolari, mentre a terra vi era il tappeto che raffigurava lo stemma giallo e nero con un tasso, che rappresentava la Casa. Tutto questo, insieme al robusto soffitto a cassettoni e alla tiepida luce solare, contribuivano a creare un ambiente caldo ed accogliente.
Mayleen aprì lentamente gli occhi, svegliandosi per la prima volta da due mesi a quella parte ben riposata e pronta ad affrontare la giornata di studi che la attendeva. Controllò l’ora sull’orologio e, siccome era ancora presto, decise di concedersi qualche altro minuto per godersi il tepore della coperta. Non le sembrava vero di non essere più nella sua stanza di Villa Rosier, ma ad Hogwarts nel dormitorio di Tassorosso, la sua vera Casa e, anche se era passato molto tempo da quando c’era entrata per la prima volta, ancora lei non si capacitava di quanto la facesse stare bene quel luogo. Erano, infatti, passati ormai cinque anni da quel giorno in cui il Cappello Parlante l’aveva smistata in Tassorosso e se c’era una cosa che non era cambiata era il fatto che non si fosse mai pentita della sua scelta. Il resto, invece, era cambiato parecchio. Come si aspettava, i suoi genitori non erano rimasti molto contenti del risultato del suo Smistamento e avevano colto l’occasione di dimostrarle la loro delusione durante le vacanze di Natale del primo anno. Appena era scesa dall’Espresso di Hogwarts sul Binario 9 e 3/4, non avevano detto una parola. Semplicemente la madre le aveva afferrato il polso e, insieme a Evan, erano tornati a casa. Appena arrivati, le era stata requisita la bacchetta ed era stata portata in sala da pranzo. Qui, aveva dovuto subire la sfuriata dei genitori, che la accusavano di aver tradito la famiglia, mischiandosi a quella Casa piena di Sanguemarcio, invettiva questa che si era ripetuta più volte nel corso delle vacanze, ogni qualvolta ne avevano avuto l’occasione.
Era stata, quindi, una liberazione quando i primi di gennaio lei era risalita sull’Espresso, diretta a Hogwarts. Anche se arrivano fiumi di lettere in cui i genitori ribadivano tutto il loro disprezzo per “quell’abominio che è fuoriuscito dal mio ventre”, per citare le parole di sua madre, che avevano come figlia e lo sguardo d’odio che Evan le rivolgeva ogni volta che la incrociava a scuola, Mayleen si era fatta nuovi amici tra i Tassorosso, che, insieme a Sirius, facevano scomparire dalla sua mente ogni parola dei suoi genitori. Tuttavia, più si avvicinavano le vacanze estive, più il suo timore aumentava, visto che avrebbe dovuto passare due mesi in quell’inferno. L’atteggiamento dei suoi genitori, però, durante l’estate era cambiato: seppur non aveva smesso di guardarla con disprezzo, non c’era stata più nessuna sfuriata né da parte di suo padre, né di sua madre. Pur aberrando la Casa in cui era finita la loro figlia, si erano convinti che non era troppo tardi per “raddrizzarla”, per portarla dalla loro parte. D’altro canto, aveva avuto almeno la decenza di non diventare una “squallida Grifondoro babbanofila”. Convennero che durante le vacanze fino a quando non avesse messo la testa a posto e non avesse dimostrato di essere una Rosier degna di questo nome, sarebbe rimasta reclusa in camera sua, con la possibilità di mettere un piede fuori casa solo con il permesso e la supervisione di un membro della famiglia. Le sarebbe stata requisita la bacchetta fino al 1° settembre successivo e ovviamente non le sarebbe stato permesso di vedere o scrivere a nessuno dei suoi amici e di avere qualunque contatto con Sirius. Avevano anche istruito Evan a tenerla d’occhio durante l’anno scolastico per assicurarsi che i due non avessero contatti nemmeno a Hogwarts.
Non avevano tenuto conto, però, della tenacia e della forza del legame di Mayleen e Sirius, che avevano continuato per anni ad incontrarsi sotto il naso del fratello di lei. Il tutto grazie alla complicità degli amici di lui: James Potter, un ragazzo dai capelli neri perennemente spettinati, come se fosse appena sceso da una scopa, che a primo impatto appariva come un arrogante ragazzino viziato, ma che ad una conoscenza più approfondita si dimostrava una persona che avrebbe dato qualunque cosa per coloro che amava; Remus Lupin, un ragazzo con i capelli e gli occhi nocciola e con il viso sfregiato da numerose cicatrici, gentilissimo con tutti, tranne con chi minacciava i suoi amici e Peter Minus, un ragazzo piccolo e grassottello dai capelli biondo cenere, abbastanza timido e insicuro,che ad un occhio esterno poteva sembrare fuori posto tra loro, ma che in realtà era un perno fondamentale dei Malandrini ( così era conosciuto il gruppo), tanto quanto gli altri. Grazie al loro aiuto, Mayleen e Sirius avevano potuto continuare a vedersi e il loro rapporto, anziché sgretolarsi come avrebbero voluto i genitori di lei, era dientato sempre più forte e stretto, molto più di quanto non fosse mai stato prima. Inevitabilmente questo aveva fatto nascere anche una profonda amicizia tra lei e gli altri tre Malandrini, soprattutto con Remus, che, essendo più diligente negli studi, la raggiungeva molte volte in biblioteca per studiare insieme. A loro due spesso si univa anche Lily Evans, una ragazza dai capelli fiammanti e occhi verdi, dal carattere forte ma sempre pronta ad aiutare chi era in difficoltà, per cui James aveva perso la testa qualche anno prima.
Il flusso di pensieri di Mayleen venne interrotto da un mormorio proveniente dal letto affianco al suo: vide la sua amica, Ellen Moore, seduta sul letto, che si stiracchiava sbadigliando. Guardò la sveglia e, siccome era ora di alzarsi, si diresse in bagno per lavarsi il viso e indossare la divisa. Una volta tornata in camera, aspettò che anche Ellen fosse pronta, per poi oltrepassare la porta circolare come la cima di una botte e il tunnel che conduceva nella Sala Comune. Si trattava di un ambiente circolare, molto soleggiato grazie alle finestre rotondeggianti da cui si scorgeva i fili d’erba e i ranuncoli del parco intorno al castello. Dai bassi soffitti in pietra pendevano dei piatti in rame, su cui si trovavano diverse piante molto particolari, tra cui viticci e edere, alcuni dei quali bagnavano i capelli a chi passava sotto di loro.  Sugli scaffali dei mobili in legno color miele, invece, vi erano diversi cactus, che cantavano e ballavano, quando qualcuno gli passava loro accanto. A un angolo della sala vi era un caminetto in legno, adornato da tassi intagliati e sormontato da un enorme ritratto di Tosca Tassorosso con in mano la coppa d’oro a due manici. Mentre percorrevano i passaggi sotterranei conducenti al coperchio di botte, che faceva da entrata alla loro Sala Comune, Ellen, con i capelli castano chiaro acconciati nella solita treccia a spina di pesce e gli occhi marroni vispi e radiosi, le raccontava della vacanza in Egitto, delle piramidi e delle numerose maledizioni nascoste in esse, lasciando Mayleen con una punta di invidia. A differenza della stragrande maggioranza degli studenti di Hogwarts, se non la quasi totalità, lei adorava Storia della Magia. Non a caso aveva continuato la materia pur non richiesta tra i M.A.G.O. necessari per intraprendere la carriera di Medimago, e gli antichi maghi egizi erano uno degli argomenti più affascinanti che avevano trattato. In realtà Ellen le aveva proposto di andare con lei e la sua famiglia, ma non c’era la minima possibilità che Braxton Rosier permettesse alla propria figlia di trascorrere due settimane in compagnia di una Nata Babbana. In più già da qualche anno il mondo magico era in tensione per la comparsa di un potente mago oscuro, che si faceva chiamare Lord Voldemort. Lui e la sua cerchia di seguaci sostenevano gli ideali Purosangue e stavano portando avanti una campagna di epurazione nei confronti dei Nati Babbani e di sottomissioni dei non-maghi, che aveva portato e continuava a portare a sparizioni di alcune personalità filobabbane della comunità magica e ad attacchi a insediamenti babbani. Il fatto poi che i Mangiamorte (così si facevano chiamare i seguaci di Voldemort) sembrassero inafferrabili e che il Ministero della Magia non riuscisse a fare niente per impedire gli attacchi non faceva che far aumentare il terrore tra la comunità magica. Mayleen era certa che i genitori fossero simpatizzanti del Signore Oscuro e aveva motivo di credere che fossero in qualche modo coinvolti, pur non avendone le prove, così faceva ben attenzione a non nominare mai i suoi compagni di Casa Nati Babbani al loro cospetto.
Ellen le stava raccontando le storie di diversi babbani, che si erano persi nelle piramidi e che erano finiti con l’avere tre teste, quando arrivarono in Sala Grande, dove vi erano i quattro lunghi tavoli già imbanditi per la colazione. Presero posto nel tavolo dei Tassorosso e, mentre imburrava le fette di pane tostato, lanciava delle occhiate ai tavoli a fianco. Per un momento il suo sguardo si incrociò con quello di Evan, che le scoccò un’occhiata glaciale e sprezzante come sempre, così si affrettò a puntare lo sguardo da un’altra parte. Dal tavolo di Grifondoro un ragazzo dai capelli neri e lunghi e dagli occhi grigi, in cui si era persa più di una volta, la stava guardando e, quando vide che lei stava ricambiando lo sguardo, le sue labbra si aprirono in un sorriso sghembo. Alla vista di quel sorriso dopo due mesi di assenza, il cuore di Mayleen cominciò a battere un po’ più velocemente, mentre gli sorrideva di rimando, trattenendosi a stento dall’alzarsi e correre a baciarlo, rilevando così una relazione segreta ai più.    
Frequentava il quarto anno, quando si era accorta che qualcosa nel loro rapporto era cambiato. Ogni volta che lo incontrava, si sentiva strana: leggera come fosse sospesa nel vuoto, le guance le si imporporavano e il cuore le batteva più veloce alla sua vista. Era una sensazione che non aveva mai provato prima e che almeno all’inizio non era riuscita a identificare. Quando aveva capito di essersi innamorata di lui, non era certa che fosse il caso di dirglielo, visto che non sapeva se lui provasse la stessa cosa. Inoltre, Sirius era diventato un ragazzo molto attraente ed era molto popolare tra le ragazze, di conseguenza le corteggiatrici non gli mancavano. Almeno all’inizio, quindi, non aveva detto niente, convincendosi che fosse solo una cosa passeggera. Tuttavia, malgrado il tempo passasse, quella sensazione non solo non scompariva, ma era aumentata di intensità e, come se non bastasse, l’amico si era accorto che era cambiato qualcosa in lei e più volte le aveva chiesto se ci fosse qualcosa che non andava.
Così Mayleen si era fatta coraggio e durante la visita al villaggio di Hogsmeade nel mese di maggio, poco dopo il suo compleanno, quando si erano allontanati insieme verso la Stramberga Strillante, gli aveva confessato i suoi sentimenti, che, con suo grande stupore, coincidevano con quelli di Sirius. Quello fu il giorno in cui si erano fidanzati, ma anche il giorno del loro primo bacio, che era avvenuto dietro a una grande quercia secolare sul limitare della Foresta Proibita. Insieme avevano convenuto che per il momento sarebbe stato meglio tenere la loro relazione segreta: i genitori di Mayleen non avrebbero mai approvato e se l’avessero scoperto, lei avrebbe perso anche quel poco di libertà che gli era rimasta e avrebbero fatto in modo di separarli sul serio.  A quel punto non le sarebbe rimasta altra scelta che andarsene di casa, ma entrambi erano ancora minorenni e andavano ancora a scuola, non potevano di certo cavarsela da soli nel mondo là fuori, almeno non in quel momento. La loro relazione, quindi, era stata resa nota solo a pochi amici fidati, in modo che la notizia non arrivasse alle orecchie di Evan.
Quell’estate stessa Sirius, non potendone più dei soprusi e degli insulti dei propri genitori, era scappato di casa. Visto che non poteva né scrivere né ricevere lettere da lui o da chiunque altro quando era a casa, lei lo era venuta a sapere dalla madre, che la aveva informata del fatto che Orion e Walburga Black lo avevano ripudiato e diseredato e che era uno squattrinato senza più una casa né una famiglia. Lo aveva fatto con uno sguardo soddisfatto, in un certo modo perverso: era convinta che questo sarebbe stata la spinta finale per convincerla ad abbandonarlo per sempre, vista la sua condizione, ma l’unica cosa di cui Mayleen si era preoccupata era se Sirius stesse bene. Presa dalla preoccupazione nel non poter sapere come stesse e dove fosse, per un momento aveva pensato anche lei di fuggire di casa per cercarlo, rifugiandosi da Ellen, ma ci aveva ripensato subito. Suo padre non la avrebbe di certo lasciata andare così facilmente, almeno non fino a quando come suo tutore legale aveva potere su lei e piuttosto che subire l’onta della sua fuga e successiva diseredazione, l’avrebbe inseguita fino in capo al mondo. Non poteva certo rischiare che l’uomo che considerava i Nati Babbani come la feccia del mondo magico piombasse a casa dell’amica, l’avrebbe messa in pericolo. Così aveva cercato di tranquillizzarsi, dicendosi che Sirius non era là fuori da solo, ma aveva tre grandi amici e sicuramente aveva trovato ospitalità a casa di uno di loro, almeno per quell’estate, poi avrebbero avuto un anno per pensare al da farsi.
 Una volta tornata a Hogwarts, aveva scoperto con sollievo di avere ragione: Sirius era stato accolto in casa Potter e, non solo i genitori di James si erano presi a carico le sue spese per la scuola, ma lui avrebbe potuto considerare casa loro come sua, fino a che non fosse stato indipendente economicamente. Non appena lo aveva saputo, aveva ringraziato James per essersi preso cura del suo ragazzo, quando lei non poteva esserci e si era ripromessa di ringraziare anche i signori Potter, non appena ne avesse avuto l’occasione.  
Mentre Mayleen finiva di mangiare il pane con burro e marmellata, la professoressa McGranitt consegnò a lei e agli altri studenti gli orari delle lezioni. Oltre alle materie richieste per essere assunti come apprendista Medimago all’Ospedale St. Mungo, ossia Incantesimi, Trasfigurazione, Pozioni, Erbologia e Difesa Contro le Arti Oscure, dopo i G.U.F.O. aveva deciso di proseguire anche le materie che aveva scelto al Terzo Anno, ossia Cura delle Creature Magiche, Storia della Magia, Aritmanzia e Babbanologia. Pur riconoscendo che si trattava di un bel carico di studio, voleva comunque continuare a seguirne le lezioni: le prime due perché semplicemente non poteva concepire di abbandonarle, anche se comunque Cura delle Creature Magiche poteva essere utile in casi di morsi da creature,  Aritmanzia perché era utile in Pozioni per creare antidoti e Babbanologia, che aveva deciso di seguire quando era il momento per conoscere un modo nuovo di vedere le cose e, perché no, anche per dare uno schiaffo a tutte le credenze dei suoi genitori. Solo dopo i G.U.F.O., si era resa conto che i risultati sarebbero arrivati via lettera e che avrebbe dovuto spiegare ai genitori il motivo per cui al terzo anno avesse scelto di seguire quella materia, così tramite l’intercessione della professoressa Sprite, Direttrice della Casa Tassorosso, era riuscita a convincere la professoressa McGranitt, dopo averle spiegato la situazione, a fare un eccezione e rivelarle il risultato dell’esame di Babbanologia prima della fine del quinto anno, a patto che non ne parlasse a nessuno degli studenti.
Osservando il suo orario, notò che aveva un buco di due ore prima della prima lezione del giorno, così puntò il suo sguardo su Sirius, che le sorrise, lei intuì il messaggio “Stesso posto, ora”.
- Suppongo che ora Romeo e Giulietta si incontreranno - sussurrò Ellen con un sorriso malizioso: non appena aveva saputo di loro due, aveva affibbiato loro quei nomignoli, perché a detta sua avevano molto in comune con i due amanti di cui parla l’omonima opera teatrale babbana. Mayleen annuì, lanciandole un’occhiata divertita e insieme si diressero verso l’uscita della Sala Grande, per poi fare un ampio giro, come se si dirigessero verso la Sala Comune e cambiare all’ultimo il percorso verso il settimo piano, il meno frequentato del castello, dove imboccarono il corridoio nella direzione opposta all’aula di Divinazione, fino a giungere a un’aula in disuso. Facendo attenzione a non essere viste, vi entrarono e si misero ad aspettare che i Malandrini arrivassero, cosa che accadde dopo qualche minuto. Senza riuscire ad attendere oltre, Mayleen corse incontro a Sirius e lo abbracciò, stringendolo stretto a sé, allentando la presa solo per far incontrare le loro labbra in un bacio dolce e appassionato. Rimasero avvinghiati l’uno all’altra come se in quel momento non esistessero che loro al mondo, come se in quel momento la stanza, i Malandrini ed Ellen fossero scomparsi. L’unica cosa di cui lei riusciva a pensare in quel momento era Sirius e il calore che le sue braccia le trasmettevano e che le era mancato come l’aria durante i due mesi di vacanze estive. Dopo qualche minuto, si staccarono l’una dall’altra, un po’ in imbarazzo per essersi lasciati andare in quel modo davanti agli altri, anche se sapevano che comprendevano il loro stato d’animo in quel momento. Mentre Sirius salutava Ellen, lei salutò i tre Malandrini, poi il gruppo cominciò a parlare del più e del meno.
 A un certo punto con fare teatrale James mostrò alle due ragazze la spilla da Caposcuola.
- Non è possibile che tu sia diventato Caposcuola, James. Sicuramente quella spilla è di Remus - disse Ellen incredula, mentre Mayleen, seduta di fianco a Sirius, era ancora attonita e non sapeva se scoppiare a ridere o meno: era troppo assurdo per essere vero. - Mi dispiace, Ellen, ma non è mia - la smentì Remus, cosa che la lasciò ancora più basita. - James, io ti voglio bene, lo sai, ma o c’è stato un errore o Silente deve essere completamente impazzito per aver nominato te Caposcuola - esclamò Mayleen, dopo essersi ripresa dallo shock iniziale, causando le risate di tutti meno che il diretto interessato.
- Perché non potrei essere Caposcuola? Sentiamo - chiese imbronciato. - Perché tu e Sirius avete passato gli scorsi sei anni per una buona parte del tempo in punizione- iniziò Mayleen a cui Ellen aggiunse - E l’altra parte a escogitare modi per finirci -, facendo nuovamente scoppiare tutti, perfino James, dopo che ebbe rivolto un lamento a un Sirius con le lacrime agli occhi dalle risate - Sirius, la tua fidanzata e la sua amica mi maltrattano, perché non mi difendi? - .
Una volta che tutti riuscirono a calmare le risate, il che richiese un po’ di tempo, visto che ogni tanto qualcuno fissava la spilla di James e ricominciava a ridere, si scoprì che l’altro Caposcuola era Lily. - Sicuramente lo shock più grande lo ha avuto lei - commentò Sirius. Mayleen non fece fatica ad immaginare la reazione della ragazza a quella notizia: aveva passato i suoi anni a Hogwarts ad accusare James di essere un arrogante ragazzino esaltato, troppo impegnato a vantarsi del suo talento nel Quidditch per accorgersi di non essere il centro dell’universo. Questo per lo più non a torto, visto che lui e Sirius, quando ci si mettevano, soprattutto con Severus Piton, un Serpeverde un tempo amico della ragazza, sapevano comportarsi da piccoli bulletti idioti, come Mayleen aveva detto loro più volte. Continuarono per un’ora intera a chiacchierare, seduti per terra: parlarono dei G.U.F.O., che lei ed Ellen avevano sostenuto a giugno e Mayleen credette di aver visto un lampo di orgoglio negli occhi di Sirius nel sapere che lei aveva ottenuto 9 G.U.F.O., dei loro orari - Merlino May, il tuo orario è più fitto di una palude! - esclamò James. Parlarono anche delle vacanze, anche se lei non aveva granché da raccontare, a parte essere rimasta per lo più in camera sua, senza che nessuno la considerasse, fatta eccezione per quelle rare sere in cui veniva un ospite, ovviamente Purosangue, a cena e i genitori la obbligavano a presenziare. Verso le nove i Malandrini dovettero avviarsi verso l’aula di Difesa Contro le Arti Oscure per la loro prima lezione dell’anno, ma non prima che lei e Sirius si salutassero con un bacio fugace - Ci vediamo stasera a cena, Mamie - disse lui.
Dopo che lei ed Ellen ebbero aspettato qualche minuto per distanziarsi dal primo gruppo e non creare sospetti, si diressero verso la Sala comune, dove rimasero per l’ora successivo. Ebbero poi un’ora di Trasfigurazione con i Serpeverde, dove incontrò Regulus, che non la degnò di uno sguardo. In quegli anni il suo rapporto con lui si era deteriorato, anzi si poteva dire che non esistesse più nulla tra loro. All’inizio il ragazzo, pur senza farsi vedere dai suoi compagni di casa, aveva cercato di mantenere l’amicizia che li legava; tuttavia, con il passare del tempo queste intenzioni erano andate sempre più scemando, fino al punto che lui evitava volutamente sia lei che il fratello e se gli capitava di incrociarli, non li degnava di uno sguardo. Il tutto degenerò il giorno, in cui lei nel tentativo di recuperare un rapporto gli aveva chiesto spiegazioni sul suo comportamento e lui le aveva vomitato addosso le stesse parole utilizzate dai suoi genitori, additando lei e Sirius come Traditori del loro Sangue. Fu in quel momento che si rese conto di quanto ormai Regulus fosse lontano e irraggiungibile rispetto a loro e che probabilmente non c’era nessuna speranza di ravvicinamento. Non erano state tanto le parole che aveva usato a farle male, ma era stata la consapevolezza che i Black lo avessero plasmato talmente tanto da strapparlo da loro. Da allora, ogni volta che lo incrociava, Mayleen provava una stretta allo stomaco, dovuto non al rancore, ma alla tristezza e al rimpianto di ciò che avrebbe potuto essere, se non fosse per quel desiderio di supremazia di una parte della comunità magica, che prima aveva separato intere famiglie e che ora dilaniava l’intero mondo magico inglese. Nei confronti del fratello, Sirius manteneva un atteggiamento freddo e distaccato: - Ha fatto la sua scelta, lascia che ne paghi le conseguenze -  le aveva risposto brusco una volta che lei gli aveva chiesto qualcosa a proposito del ragazzo, ma lei sapeva che dietro quella freddezza si celava un dolore profondo e un certo senso di colpa, per aver permesso ai coniugi Black di allontanarlo definitivamente da Regulus, che, lei ne sicura, amava ancora come un tempo.
Mentre la professoressa McGranitt spiegava agli studenti le basi della Trasfigurazione umana, lei sbirciò con la coda dell’occhio Regulus a due banchi di distanza, cercando di trovare qualcosa del bambino che era stato.
Finita la lezione di Trasfigurazione, si diressero verso l’aula di Aritmanzia al sesto piano, dove la professoressa Vector spiegò le basi delle trappole aritmantiche, dei ritrovati fisici o combinazioni di numeri, atti a sfruttare il tempo, lo spazio, la mente o le paure di essere vivente, un argomento interessante, tanto che il tempo volò e, prima che se ne rendesse conto, era già ora di pranzo. Dopo essersi rifocillate di arrosto di manzo e patate lesse, si diressero alla lezione di Incantesimi, dove nelle due ore successive il professor Vitious insegnò loro la teoria degli Incantesimi di rivelazione, in particolare provarono praticare l’Hominum Revelio.  Terminate le lezioni, Mayleen passò il resto della giornata a fare i compiti, per poi andare in Sala Grande per mangiare. Dopo cena si incontrò nuovamente con Sirius in quella che ormai era diventata la loro stanza del settimo piano, questa volta da soli. Lì passarono il tempo a parlare della giornata appena trascorsa, l’uno tra le braccia dell’altra, fino a che non arrivò l’ora in cui tutti gli studenti dovevano trovarsi nella loro Sala Comune. Sirius la accompagnò per tutto il corridoio delle cucine fino all’altezza della grande natura morta, posto davanti al grande mucchio di botti, che costituiscono l’ingresso alla Tana di Tassorosso e la salutò con un bacio della buonanotte. A quel punto lei picchiettò sul coperchio della seconda botte a metà della seconda fila, partendo dal basso e questo scivolò di lato, rivelando il passaggio che portava alla Sala Comune e da lì a dormitori, dove si buttò sul letto stanca ma felice.


 
 
***
 

 
I primi due mesi di lezioni passarono così velocemente che quasi Mayleen non si accorse del tempo trascorso: le sue giornate erano abbastanza piene e si districavano tra seguire le lezioni, fare i compiti e incontrare Sirius ogni qualvolta ne avesse l’occasione, per poi buttarsi a letto la sera. All’inizio aveva fatto fatica a sopportare il carico di lavoro, ma dopo un po’ riuscì ad abituarsi ai nuovi ritmi degli ultimi anni ad Hogwarts in previsione dei M.A.G.O. che avrebbe sostenuto l’anno succesivo.
In quel momento si trovava in biblioteca a fare una ricerca per il tema di Erbologia sul Cavolo Carnivoro Cinese, quando venne raggiunta da Remus. Con un sorriso gentile, lui si accomodò di fronte a lei e le disse che Sirius non li avrebbe raggiunti, perché lui e James erano in punizione: stavano pulendo le targhe e i premi nella Sala dei Trofei senza magia.  - E poi James dovrebbe essere Caposcuola… - sussurrò lei e il ragazzo soffocò una risata. Mayleen notò subito che Remus appariva pallido e stanco: forse era dovuto al fatto che la luna piena si stava avvicinando.
Aveva cominciato a sospettare che Remus fosse un lupo mannaro da quando al suo terzo anno le fu assegnato un compito sui licantropi. Da quel momento non aveva potuto fare a meno di notare che Remus si assentava a intervalli regolari una volta al mese e che, come scoprì consultando il Calendario Lunare, coincidevano sempre con i giorni in cui c’era la luna piena. Fino ad allora non aveva avuto il coraggio di chiedere a Remus se fosse realmente così, temendo la sua reazione ma quel giorno era risoluta nel farlo, perché non ci fossero più segreti tra loro due e perché Remus non dovesse più stare attento a ciò che diceva o faceva, per non far trapelare niente.
Così, quando uscirono dalla biblioteca, lo prese da parte e una volta lontano da orecchie indiscrete, gli pose la fatidica domanda. Come si aspettava, la reazione di Remus fu di sdegno <> sbottò con un tono quasi agressivo, che mai lei gli aveva sentito usare. - Remus, non era questo che intendevo, sai che io mi fido di te. È solo che non ho potuto fare a meno di notare in questi anni delle … coincidenze, che tu forse mi puoi spiegare - . Mentre lei parlava, Remus provò più volte a controbattere ma più si andava avanti, più i suoi silenzi si prolungavano e lei poteva vedere chiaramente i muscoli in tensione sotto la divisa.
Non appena lei finì di parlare, lui abbassò lo sguardo, i capelli a nascondergli gli occhi -  Avrei dovuto saperlo, era solo questione di tempo prima che tu lo scoprissi -  mormorò con voce appena percettibile. - Hai ragione, Mayleen, sono un lupo mannaro, mi dispiace se per tutto questo tempo ti ho mentito riguardo la mia condizione e non ti biasimerò se non vorrai più avermi vicino, non dirò niente a Sirius… - continuò lui, senza guardarla ma dal tremolio nella voce sembrava che stesse per scoppiare in lacrime. - Cosa stai dicendo, Remus? Perché non dovrei più volerti accanto? -  lo interruppe lei - Mayleen, quelli come me sono inseriti nei manuali di magia come Creature Oscure! - . Remus aveva alzato la voce, in cui lei percepì tutta la sofferenza che la sua condizione gli provocava e questo le fece sentire un groppo in gola, perché Remus era una delle persone più gentili che lei conosceva, una delle persone che meno si meritava quel dolore.
- Io sono pericoloso, sono un mostro… - sussurrò lui. Mayleen scosse la testa e gli strinse la mano - No Remus, tu non lo sei e non lo sarai mai. E non pensare che questo cambierà mai il nostro rapporto, anzi il solo motivo che mi ha spinto a parlare oggi era essere certa che tu ti sentissi al sicuro con me e non dovessi nasconderti per timore di un mio giudizio. Tu sei mio amico, Remus e questo non cambierà mai - gli disse cercando di mantenere un tono tranquillo per rassicurare Remus, che intanto aveva gli occhi velati di lacrime. Lei lo abbracciò stretto per fargli sentire tutto il suo supporto e questo lo convinse a raccontargli tutto: di come a quattro anni era stato morso da un lupo mannaro e di come sembrava impossibile per lui poter frequentare Hogwarts almeno finchè non era diventato preside Silente, che organizzò un modo per allontanarlo dagli altri studenti durante i pleniluni. Tramite un passaggio segreto, sorretto da Madama Chips, Remus andava nella Stramberga Strillante, dove poteva superare le trasformazioni senza il pericolo di mordere qualcuno. Le disse anche di come James, Sirius e Peter durante il loro secondo anno avevano scoperto la verità esattamente come aveva fatto lei. Quando Remus nominò la Stramberga Strillante, qualcosa si accese nella mente di Mayleen: circa due anni prima in tutta la scuola era serpeggiata la voce di un incidente, per il quale Piton si fosse calato in passaggio segreto che portava alla Stramberga e si fosse trovato di fronte un mostro, che lo avrebbe ucciso se non fosse stato per l’intervento tempestivo di James. - Remus, l’incidente di due anni fa con Piton riguardava te, non è vero? - chiese lei un po’ titubante - Sì, Severus arrivò fino alla Stramberga Strillante e si trovò davanti me completamente trasformato in lupo mannaro, per fortuna James arrivò in tempo per portarlo via e sigillare il passaggio, senza che io mordessi uno di loro - ammise lui dopo un attimo di esitazione iniziale. Lei gli appoggiò la mano sulla sua per fargli comprendere che l’accaduto non era colpa sua, d’altra parte non si poteva controllare in quei momenti.
- Ma Remus come ha fatto Piton a scoprire del passaggio? Qualcuno deve averglielo detto per forza! - 
-  Sì, immagino di sì… -
Mayleen non potè fare a meno di chiedersi chi potesse essere capace di una tale brutalità: dopotutto era chiaro che chi aveva creato la possibilità di farlo incontrare con un lupo mannaro pienamente trasformato, lo avesse fatto con l’intento di fare del male o anche di uccidere Piton e questo, per quanto quel ragazzo fosse detestabile, era profondamente ingiusto, anzi crudele. Ma pochi sapevano della condizione di Remus e del passaggio segreto, ossia i Malandrini, Silente e gli insegnanti. Silente e i professori li scartò a priori, perché l’ipotesi era troppo assurda anche solo per crederci un istante, James aveva salvato Piton, non poteva essere stato lui, Peter proprio non ce lo vedeva a compiere un atto di una tale brutalità così diretto e alla luce del sole; quindi, era rimasto solo… ma non poteva essere, non voleva crederci. Poi si ricordò che nel periodo subito dopo il suddetto incidente, Sirius e i Malandrini avevano litigato in maniera abbastanza grave da portare Sirius a lasciare temporaneamente il dormitorio e trasferirsi nella loro stanza al settimo piano [1] e a portare gli altri tre a non rivolgergli la parola per più di un mese.  Nessuno sapeva il motivo del litigio, nemmeno lei era riuscita a cavare fuori qualcosa dalla bocca di Sirius. I pezzi del puzzle collidevano perfettamente.
- Remus, tu sai chi glielo ha detto, vero? -  gli chiese lei con voce atona, senza però ottenere una risposta dal ragazzo, che cercava di non incrociare il suo sguardo. - Lo conosco anchio? -. Il silenzio di Remus fu più chiaro di mille parole e questa nuova consapevolezza la colpì come un macigno, lasciando senza fiato.




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[1] Per il dettaglio che Sirius se ne va dopo il fattaccio Piton ho preso chiaramente ispirazione da "La Chiave di Volta" di @riccardoIII, una se non la mia fanfiction preferita di Harry Potter. Pur essendo nuova alla pubblicazione di storie mie, sono ormai anni che leggo fanfiction, che inevitabilmente mi hanno influenzato. Si tratta di un semplice dettaglio, ma a Cesare quel che è di Cesare. 

Angolo dell'autrice
Buon salve cari lettori,
Questo è il primo capitolo della mia storia, spero che sia di vostro gradimento. Come al solito commenti e critiche sono ben accetti.
Vostra, 
Lady Occhio di Falco
   
 
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