Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: Ella1412    14/06/2023    2 recensioni
«Senti un po’ Fronte Spaziosa, come farai ora che partirai in viaggio con Sasuke?»
Sakura alzò gli occhi verdi sull’amica bionda, poggiata al muro vicino allo specchio. Le aveva chiesto di accompagnarla per comprare le ultime cose prima dell’imminente viaggio. Erano già passate a comprare dei recipienti per i medicinali di emergenza, dei sandali e due tute nuove per il viaggio. In quel momento erano alla ricerca del “mantello perfetto”, dato che quello scuro della rosa – secondo il parere non richiesto della Yamanaka – non andava affatto bene perché c’era già una persona cupa nella coppia e non era di certo la sua amica dalla fronte ampia.
.
.
Nonostante fossero distanti l’uno dall’altra percepivano il chakra reciprocamente e in qualche modo ne erano confortati. Sakura, immersa nel fiume, si sentiva tranquilla e ottimista nei confronti di quel rapporto atipico; Sasuke invece si stava rendendo conto di aver perso molto più di quello che avrebbe mai potuto immaginare anche solo una settimana prima. Non conosceva molti aneddoti, né delle date particolari di ciò che accadeva nel villaggio, in più non sapeva quasi niente di quella ninja dai capelli rosa che lo stava accompagnando.
Hope you like it!
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO 4
 
 

Anche quella notte, dopo gli avvenimenti del giorno prima, li aveva visti dormire abbracciati. Questa volta, però, il primo a svegliarsi fu Sasuke. Si ritrovò il moncherino a sorreggere la testolina rosa della compagna e la mano poggiata sul fianco ben definito. Si immobilizzò nell’esatto istante in cui si accorse del troppo contatto. Quasi si pentiva di averle mostrato quel suo lato così debole…
Non era abituato a stare così vicino a una persona – una donna, per altro! – ma sembrava quasi che fosse il suo corpo a volerla così vicino. Da che si ricordava, quando erano tutti e tre genin, non si muoveva così tanto la notte ma quella mano – sì, proprio l’unica che gli era rimasta! – era poggiata docilmente su quel fianco morbido e caldo.
Forse soffriva di qualche disturbo tra mente e corpo, altrimenti non se lo spiegava.
Era pure vero che gli unici rapporti umani li aveva avuti con la madre e con il fratello…
Sakura mosse le gambe e solo allora il moro si accorse di quanto in realtà le fosse attaccato.
Già. Lei era di spalle ed era lui il depravato che aveva legato le gambe alle sue, oltre ad aver poggiato il braccio su di lei.
Ecco, mancava solo maniaco alla lista di graziosi nomignoli che gli avevano affibbiato nel corso degli anni.
 
Decise di staccarsi dal caldo corpo della rosa per andare a bere un bicchiere d’acqua, avrebbe volentieri lucidato la sua katana se non fosse stato che il giorno prima lo avesse fatto due volte e poteva rovinarla. Mentre tornava nel suo futon lanciò uno sguardo al cielo chiaro, stava albeggiando. Recentemente riusciva a dormire meglio, forse perché la consapevolezza di essere con qualcuno di fidato lo tranquillizzava inspiegabilmente. Quella kunoichi lo stava destabilizzando più del dovuto, e su questo ci avrebbe messo l’unica mano sul fuoco.
Tornò a stendersi, stando ben attento a non toccare per nessun motivo al mondo la rosa al suo fianco.
 
Quando era in viaggio da solo, in genere, sentiva l’odore dell’erba bagnata, il profumo della Haruno – invece – era molto delicato, femminile, piacevole e gli aveva invaso le narici con gentilezza. Se poi nei viaggi in solitaria sentiva o il rumore della pioggia o il cinguettio degli uccelli, in quel momento era il respiro regolare di Sakura a fare da padrone nella mente di Sasuke.
Com’era possibile che il solo suo pensiero fosse così totalizzante?
Come era passato dal volerla uccidere in nome di quei legami che voleva spezzare al pensarla indispensabile?
Perché non riusciva a immaginarsi quel viaggio senza la sua presenza?
 
Decise di darle le spalle, non prima di averla osservata a lungo. Richiuse gli occhi e si addormentò sereno.
 
 
Sakura si svegliò verso le sette di mattina. Il torace di Sasuke era sotto la sua mano e i suoi occhi, una volta aperti, si scontrarono con la schiena del moro. Dopo aver battuto gli occhi due volte decise di alzarsi e di preparare la colazione. Voleva andarsene da quel villaggio, ne avrebbe però dovuto parlare a un Sasuke sveglio e vigile, non a quel bellissimo giovane uomo che si era appena spostato nel futon. La pelle diafana era arrossata dove prima era poggiata sul cuscino, le labbra invece erano schiuse in un modo che Sakura avrebbe definito ammaliante. Però purtroppo Sakura non disponeva di un giudizio oggettivo e a dimostrazione di ciò era proprio il fatto che lei fosse lì con l’uomo che in passato ha provato a ucciderla…
Il tè era pronto ma Sasuke non si era ancora svegliato, piuttosto insolito da parte sua.
La rosa decise di chiamarlo dolcemente, senza usare l’onorifico, per non avvicinarsi al suo bel corpo dopo il troppo contatto della sera prima.
 
L’ex nukenin aprì gli occhi lentamente. Avanti a lui c’era una cascata di capelli rosa confetto, distanti dal suo volto ma comunque abbastanza vicini da invadergli le narici con il suo profumo.
«La colazione è pronta.» disse lei indicando il tavolino imbandito.
Sul suo volto c’era sempre un sorriso dolce.
«Mh.» rispose lui – forse mezzo assonnato e non ancora vigile – mentre si alzava con gli occhi sereni.
 
 
***
 
Dopo aver mangiato con calma ed essersi vestiti, Sakura espresse la sua decisione di lasciare quel villaggio. Non sapeva bene che reazione potesse avere dal moro, però lei non si trovava bene immersa nell’ottusità delle persone. Era vero che Sasuke era indifendibile, però era altrettanto vero che quell’uomo era il risultato degli eventi.
Naruto le aveva raccontato la storia di Itachi spiegandole il motivo dello sterminio del clan Uchiha e la rosa non aveva potuto far altro che immedesimarsi in Sasuke.
Cosa avrebbe fatto lei se le persone a lei più care fossero state vittime di qualcuno del clan, a maggior ragione un parente stretto, una persona di cui tutti si fidano? Forse avrebbe reagito come Sasuke, forse avrebbe cercato aiuto all’interno del villaggio, però era anche vero che non sapeva a chi rivolgersi. In fondo i loro caratteri eri molto diversi.
Però lei lo conosceva “bene” dall’accademia, non sapeva assolutamente che tipo di bambino potesse essere il moro.
 
Sakura sbuffò.
L’ex nukenin portò su di lei uno sguardo scettico. Vedere Sakura così diversa era una cosa nuova per lui.
La teneva d’occhio da quando aveva iniziato a vagare per la stanza immersa in chissà quali pensieri fino a quando non si era fermata alla finestra a fissare un punto indefinito del panorama avanti a lei.
Lo sguardo verde di lei era cambiato circa tre volte, secondo l’attenta analisi che aveva fatto. Era sicuro che volesse andargli a chiedere qualcosa, infatti aveva visto una certa agitazione, poi aveva iniziato a camminare con uno sguardo turbato e meditabondo, dopo ancora si era fermata e i lineamenti del suo volto si erano rilassati, come se stesse pensando a cose lontane.
Mise la katana nel suo fodero.
 
«A cosa stai pensando?» Sakura sobbalzò. Era sempre un battito mancato quando iniziava lui un discorso.
La rosa sorrise e si avvicinò al ragazzo tutto musi lunghi e sguardi agghiaccianti, si mise a sedere vicino a lui e poggiò il viso tra le mani.
«Al passato, alle possibilità, a un futuro diverso.» disse sincera non lasciando mai lo sguardo del moro. Lo vide arcuare debolmente le sopracciglia, come a immaginarsi qualcosa.
«Leggimi la mente. – propose allora la rosa – guardami dentro.»
Vide gli occhi neri sbarrarsi per una frazione di secondo, come se non si fosse mai aspettato una richiesta del genere dal prossimo, però lo sguardo verde di Sakura era rassicurante e prospettava bei pensieri.
Gli stava proponendo una scappatoia?
 
 
I pensieri di Sakura erano caldi. Di un caldo avvolgente, come quando ci si sdraia sotto al sole dopo essere stati in acqua.
Ed erano anche ricchi di volti sorridenti, tra cui il suo. Era un sorriso mesto, quasi impercettibile. Però riusciva a notare i muscoli del viso distesi e un lampo di serenità negli occhi diversi.
Sakura lo vedeva in quel modo? Con un sorriso tra Naruto e Kakashi, come quando era ancora un genin.
Nel trio non c’era Sakura, in nessun pensiero.
 
 
Sasuke chiuse gli occhi, permettendo così alla ragazza di tornare alla realtà.
«Mh.»
«Sasuke.» la voce di Sakura era come una carezza, delicata e leggera. Gli occhi del moro, che stava tenendo chiusi, si allacciarono allo sguardo verde della rosa.
Sentì come un pugno nello stomaco. Lui che era sempre stato votato alla vendetta e – a modo suo – alla giustizia, non sapeva che aspettarsi da quello sguardo magnetico.
Per lui Sakura era sempre stata la compagna di team, la ragazza intelligente che li aiutava con la logica. Quando era diventata questo?
Quando era diventata una donna cosciente di sé? Capace di trovare il suo posto nonostante l’orrore della guerra che aveva dovuto vivere?
Quando?
E lui se ne accorgeva solo in quel momento. Solo quando si era seriamente fermato dalla sua corsa solitaria e si era guardato intorno. Era circondato dall’amore e lui aveva sempre cercato di lasciarselo alle spalle.
Gli occhi che lo stavano fissando gli stavano lanciando un messaggio ben preciso: agitazione.
Sasuke sospirò.
«Partiremo dopo pranzo.» a quelle parole il volto di Sakura si illuminò.
 
 
***
 
«Secondo me ci siamo persi.»
Sakura era davvero irritata.
«Sasuke, non possiamo perderci se non abbiamo nessuna destinazione.» nel dire queste parole – a detta del moro anche molto acide – lo fulminò con lo sguardo per essere certa che il messaggio arrivasse.
Dalle sue labbra strette sbuffò una risata divertita. Lui aveva avuto poche occasioni per vedere quel lato della rosa.
 
 
 
 
 
Avevano camminato per tutto il pomeriggio cercando di allontanarsi dal villaggio. Erano arrivati in una raduna quando il cielo ormai era calato e le sfumature andavano dal rosso intenso all’orizzonte al blu sopra le loro teste.
“A volte perdersi non è un male…” aveva pensato Sasuke, un mezzo sorriso gli piegava le labbra.
 
 
***
 
Sakura aveva visto un grande albero vicino alla raduna dove erano arrivati.
«Potremmo fermarci lì sopra, vorrei sapere cosa si vede e magari organizzarci per la partenza di domani, cercare delle fonti d’acqua, cose così.» aveva proposto la rosa indicando l’albero con un cenno del capo. Sasuke seguì lo sguardo annuendo, così in poco tempo si fermarono su un tronco abbastanza largo per permettere di sedercisi in piena comodità.
Il sole era tramontato e il cielo stava perdendo le sue sfumature rosse e gialle per dipingersi totalmente di blu. Qualche nuvola sostava all’orizzonte, però sulle loro teste troneggiava la luna e poco distante iniziavano a spuntare le varie stelle.
Sakura aveva ammirato il paesaggio, appuntandosi mentalmente che una fonte d’acqua si trovava a nord-ovest e che se continuavano in quella direzione forse sarebbero arrivati a un altro paesino. Non sapeva se fermarsi potesse essere una buona idea, quindi spostò lo sguardo al cielo.
 
 
 
 
Blu come le tenebre.
Quelle stesse tenebre che lo avevano accolto per anni, facendolo sentire protetto e voluto. Blu come la maglia che indossava da bambino, leggermente più chiara di quella del fratello.
Itachi.
Era da molto che il suo ricordo fosse tornato a essere positivo. Sasuke stava lentamente uscendo da quella spirale di odio, grazie a Naruto, Kakashi e anche a quella testolina rosa che lo aveva accompagnato fino a quel momento.
Le stelle sopra la sua testa erano poco luminose rispetto alla luna piena che si ergeva all’orizzonte.
 
«La luna è bellissima questa sera, vero?*» Sakura aveva quasi sussurrato quella frase con lo sguardo sorridente rivolto al moro.
Sasuke portò lo sguardo dalla luna a lei, annuendo.
Gli occhi verdi della rosa sembravano più profondi, Sasuke si sentiva attratto proprio come se lo stessero richiamando.
Si accorse di essersi avvicinato quando Sakura aprì leggermente la bocca, a chiamarlo.
«Sasuke…?»
Si fermò.
Anzi, si congelò sul posto. Gli occhi che alla rosa sembravano annebbiati si sbarrarono immediatamente.
Sakura vide le orecchie del moro arrossarsi e arrossì anche lei, sentendo il cuore batterle furiosamente nel petto.
 
«A me va bene. – sussurrò lei quasi subito per paura che il ninja si spostasse – Mi va bene.» ripetè. Si aggrappò con una mano al mantello scuro del moro per provare a farli capire come si sentisse. Gli occhi verdi di Sakura sembravano quasi risplendere tanto che erano lucidi e quelli di Sasuke invece erano paurosi.
Lo voleva?
Voleva legarsi a una persona e correre il rischio di perdere anche lei?
La presa di Sakura si strinse e lo sguardo si fece più deciso. Tirò il mantello di Sasuke e lo fece avvicinare, facendo sfiorare le punte dei loro nasi.
«A me va bene – ripetè decisa per poi ammorbidire la voce – Non farmelo ripetere ancora…».
«Non è facile.»
Lei sorrise: «Penso di saperlo da qualche anno che stare al tuo fianco non è facile, ma stai parlando con la discepola di Lady Tsunade. Posso sempre prenderti a pugni quando voglio.».
Sasuke socchiuse gli occhi, divertito dalla rispostina a tono che aveva ricevuto dalla ninja medico.
«Anche se poi finirei con il curarti…» sbuffò allora lei avvicinando ancora un po’ i loro volti.
Sasuke sentiva il fiato di Sakura sulle labbra e ne era rapito.
 
Fu lei ad annullare le distanze e a poggiare le sue labbra su quelle di Sasuke vincendo tutte le sue retrosie.
Gli occhi del moro si chiusero, lasciandosi trasportare dalle emozioni che quella testolina rosa gli stava facendo provare.
 
 
Sakura si allontanò da lui poggiando le mani sul suo petto.
Era rossa in volto – Sasuke poteva vederlo nonostante la luce della luna la rendesse pallida – e si vergognava a morte per essere stata così sfacciata. Gli occhi verdi erano fissi all’orizzonte, in quel momento avrebbe voluto vedere tutto tranne il viso del moro.
Ci pensò lui a nascondere il suo volto posando le dita sulle labbra fredde. Nessuna donna si era mai spinta così oltre con lui e lui stesso non aveva mai guardato una donna in modo diverso.
Però Sakura…
Sakura era la stessa ragazzina che gli piaceva quando era al villaggio, la stessa che voleva uccidere in nome di quei legami che lo rendevano più debole. Sakura era diversa.
Ed era bella.
Sotto quella luce bianca sembrava di porcellana, delicata e fragile. Una fragilità che – lo sapeva grazie alle lettere di Naruto – aveva portato vari ninja a farsi avanti con lei. Ma lei aveva scelto lui, di nuovo.
Sbuffò una risata.
Sasuke si sentiva leggero, il cuore che tanto aveva dovuto sopportare in quel momento batteza impazzito.
Nessuna si era mai permessa di avvicinarsi tanto a lui tranne lei che quel bacio lo aveva preteso e alla fine lo aveva anche ottenuto.
Perché, ormai lo sapeva per certo, non poteva volere altre se non Sakura.







* è una frase che ultimamente ho visto spesso su IG, la dice un personaggio di Demon Slayer e significa "ti amo".



ANGOLO DI ELLA:
Lo so. Lo so... sono passati mesi.
Sono passati tanti mesi. Però ho aggiornato!
Ho sofferto un po' del blocco dello scrittore, però ora sembra che sia passato! Non so quando posterò la prossima volta, però ora come ora mi sento molto ispirata.
Il capitolo è lungo circa 5 pagine, se non 6, perché volevo compensare la mancanza di questi mesi...
Detto questo spero che vi piaccia!
Ah lo scrivo qui, non sono una di quelle che fa i capitoli per avvisare che non pubblicherò per un po'. Se ho qualche avviso lo scrivo nel mio angoletto senza rompere il susseguirsi dei capitoli!

Grazie mille per aver letto anche questa parte della storia, spero di non averli fatti troppo OOC ^^"

Gabriella <3
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Ella1412