Serie TV > Supernatural
Segui la storia  |       
Autore: luvsam    24/06/2023    1 recensioni
Non era la prima volta che i Winchester mettevano piede all’Excalibur Hotel a Las Vegas, ma Sam proprio non ricordava di esserci stato prima nonostante il fatto che Dean avesse provato nelle ultime tre ore a riportargli alla mente la precedente permanenza avvenuta quando aveva più o meno sei anni.
Genere: Avventura, Azione, Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Bobby, Famiglia Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima stagione
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Sam guardò per l'ennesima volta l’orologio e scosse la testa. Erano già passate tre ore da quando Dean era entrato allo Stardust e da allora l'ingresso del casinò era stato abbastanza tranquillo.
Aveva visto ogni tanto qualche giocatore sparire dietro le porte girevoli, ma di fatto non c’era stato nessun segnale che qualcosa di demoniaco si stesse aggirando da quelle parti.
A complicare la situazione, quel giorno c’era anche un caldo anomalo per la stagione e più volte aveva avuto la tentazione di fare una capatina al diner di fronte a lui, ma poi si era accontentato dell’acqua dal sapore decisamente stantio di una bottiglietta trovata sotto il sedile.
Sapeva che la fretta non è mai una buona consigliera quando si va a caccia, lo aveva imparato a sue spese durante un appostamento con papà in un bosco del Montana, ma restare in panchina per tutto quel tempo stava iniziando ad innervosirlo. Recuperò il cellulare dal cruscotto e per l’ennesima volta trovò il display desolatamente vuoto. Ovviamente non si aspettava un resoconto dettagliato, Dean non poteva farsi buttare fuori, ma almeno un messaggio avrebbe potuto inviarglielo, no? Almeno un “sto bene”, niente di più, prima del tempo limite.
Aveva acconsentito controvoglia alla disposizione del fratello di non entrare a cercarlo prima che fossero passate quattro ore, ma altri sessanta minuti ostaggio dell’Impala gli sembrarono davvero troppi.
Sam sospirò, poi si stiracchiò sul sedile per scaricare un pò la tensione, ma, data la sua stazza, urtò il vano portaoggetti con un ginocchio. Il colpo lo fece spalancare e il giovane si sporse per chiuderlo, poi un po’ per noia, un po’ per curiosità, iniziò a rovistare al suo interno. Non intercettò niente di particolarmente interessante: scatola di preservativi, tesserini delle varie agenzie governative rigorosamente fasulli, poi ad un certo punto tirò indietro la mano dopo aver toccato qualcosa di appiccicoso.
“ Ma che diavolo…”
Si sporse di più per vedere meglio e sul fondo del vano notò un involucro giallo molto familiare, al cui interno campeggiavano tracce evidenti di cioccolato.
Sam sorrise, suo fratello poteva atteggiarsi a macho, ma le M&M’s erano la sua kriptonite sin da bambino. Gli era capitato anche di farne indigestione nel corso degli anni, ma poi era tornato puntualmente a sgranocchiarle al posto di guida.
Il cacciatore tirò fuori il sacchetto vuoto e lo appoggiò sul cruscotto ripromettendosi di buttarlo, poi rivolse di nuovo lo sguardo all’ingresso. C'era qualcosa che non andava, se lo sentiva, ma temeva la reazione di Dean se si fosse presentato come il settimo cavalleggeri senza che ce ne fosse bisogno.
Pensò di accendere la radio, ma non gli andava di ascoltare nulla, e occupare il telefono era fuori discussione perché Dean avrebbe potuto chiamare. Chiuse gli occhi e sentì improvvisamente di essere molto stanco.
Dormiva male da quando Jess era morta, anzi si poteva dire che non lo faceva quasi per nulla, soprattutto nei motel. Non lo aveva confessato a suo fratello, ma il soffitto delle stanze lo opprimeva, continuava a rivedere la morte della sua ragazza, così spesso e volentieri preferiva alzarsi e uscire all’aperto. L’unico posto in cui si lasciava andare era l’Impala, forse perché si sentiva al sicuro, o più razionalmente perché era esausto, e forse anche in quel momento la stanchezza avrebbe vinto il braccio di ferro con la sua volontà se un rumore sul finestrino non lo avesse riportato in modalità cacciatore. Guardò attraverso il vetro e vide dall'altra parte del vetro una guardia giurata, che gli fece segno di tirarlo giù.
Sam lo fece non prima di aver appoggiato la mano sulla pistola e con finto distacco chiese:
“Posso aiutarla?”
“Veramente può aiutare il suo collega, agente, credo che gli serva una mano per tornare alla base. Mi aveva detto che era rimasto in albergo, ma ho riconosciuto subito l’auto e ho pensato di venirla a chiamare”
Com’è che lo aveva chiamato? Agente?
L’uomo lo aveva forse notato durante la precedente visita allo Stardust? Non si ricordava di lui, eppure normalmente…
Aspetta, che cosa aveva detto? Il suo collega ha bisogno di aiuto?
Dean…
Il cacciatore deglutì e chiese:
“Ha alzato troppo il gomito?”
“Direi di sì, abbiamo dovuto allontanarlo dal tavolo. Se non si trattasse di un agente, lo avrei sbattuto fuori a calci in culo, ma immagino che sia meglio che nessuno sappia dell’incidente. E’ talmente sbronzo che non si regge in piedi”
“La ringrazio, vengo a recuperarlo. Sapevo che si sarebbe precipitato qui non appena ha lasciato la stanza, per questo l’ho pedinato”- commentò Sam uscendo dall’Impala e iniziando a seguire l’uomo in uniforme.
“Sa del suo problema?”
“Sì, ma è il mio collega da sempre, non posso tradirlo e denunciarlo. Mi aveva promesso di aver smesso, ma temevo molto questo caso, proprio perché si trattava di venire a Las Vegas”
“Rientriamo da una porta laterale”
“Grazie per la discrezione”
“Di nulla, tra colleghi ci si da una mano”
Sam sorrise, ma, non appena l’uomo si voltò per usare le sue chiavi, la sua espressione cambiò e iniziò a valutare la situazione: ipotesi A, Dean si era davvero calato troppo nel personaggio e doveva solo recuperarlo, ipotesi B, Dean non si era ubriacato e quell’uomo gli stava raccontando un mondo di balle per portarlo all’interno del casinò.
«Se ci sono due o più modi di fare una cosa, e uno di questi modi può condurre a una catastrofe, allora qualcuno la farà in quel modo.»
Caro, vecchio Murphy, quella era la regola numero uno dei Winchester, quindi Sam si preparò a difendersi da un eventuale attacco.
“Dov’è il mio collega?”-chiese mentre continuava a seguire la guardia.
“L’ho lasciato seduto sul pavimento del bagno di servizio”
Il secondo campanello d’allarme cominciò a suonare perché, per quanto alzasse il gomito, Dean non crollava mai in quel modo e soprattutto non in così poco tempo. Quella storia diventava sempre più fastidiosa e Sam sentì il cuore andargli più forte.
“Siamo arrivati”
L’uomo si fermò sull’uscio della porta tenendolo aperto per farlo entrare e il giovane avrebbe dovuto essere prudente e non voltargli le spalle, ma, quando vide suo fratello a terra privo di sensi, abbandonò ogni prudenza. Si avvicinò a lui velocemente per valutare le sue condizioni e si accovacciò per sentirgli il battito. Il tempo di allungare la mano e sentì dire:
“Avevo detto che era crollato e adesso, caro il mio Sam Winchester, lo seguirai nel mondo dei sogni”
Un colpo secco alla nuca e si ritrovò a sua volta sulle mattonelle del pavimento. Capì subito che stava perdendo i sensi, ma, prima di soccombere, la voce parlò ancora:
“Vi avrei tagliato la gola, ma abbiamo altri ordini”
Da quel momento a quando il ragazzo si ritrovò legato saldamente ad una sedia passò circa un’ora e come ogni volta che aveva perso i sensi in modo non naturale, Sam ci mise un po' per tornare cosciente. Non ricordava molto all’inizio, poi l’immagine di Dean a terra lo travolse e sbarrò gli occhi. Fu nell’attimo in cui , per puro istinto, cercò di mettersi in piedi che capì di essere bloccato e si guardò intorno alla ricerca di suo fratello. Non lo vide e in pratica non vide proprio nulla perché la stanza era totalmente al buio.
Non era un bambino e razionalmente non avrebbe dovuto averne paura, ma era una situazione che lo agitava sempre molto. Suo padre ci aveva provato con le buone e anche con le cattive ad insegnargli a gestire le sue paure, eppure eccolo lì, con il cuore in gola, alla ricerca di un minimo spiraglio di luce.
Sentì la voce di John attraversargli il cervello e cercò di riprendere il controllo del suo respiro accelerato, ma, se la porta non si fosse improvvisamente aperta squarciando le tenebre, non sarebbe finita bene.
“Il nostro ospite è sveglio, bentornato tra noi”
Sam riconobbe subito la voce dell’agente ed ebbe la conferma che si erano fatti fottere come due principianti.
“Dov’è mio fratello? Che cosa gli hai fatto?”-urlò mentre combatteva contro la corda che gli teneva stretti i polsi.
“Ah, finalmente Sam Winchester ha deciso di smettere di dire le bugie”
“Dov’è Dean?”
“Tranquillo, non gli è successo niente, ancora”
“Che vuoi dire e che cosa vuoi da noi?”
“Quante domande, ragazzino! Non ti hanno insegnato la buona educazione?”
L’agente si abbassò a livello di Sam e gli mostrò i suoi occhi scuri.
“Fottuto demone”
Il cacciatore gli diede una forte testata e lo mandò al tappeto. Dopo i primi momenti di incredulità, l’essere tornò in piedi e gli avrebbe di certo ricambiato la gentilezza se non fosse stato fermato da un’altra voce.
“Stai calmo, è una merce rara”
Nella stanza entrò un altro uomo, che Sam non riconobbe, ma non ci voleva di certo un genio per capire che il numero dei demoni era salito a due. Era più grosso dell’altro e indossava un completo bianco, che lo rendeva simile al direttore di Fantasy Island. Lo fissò, poi il nuovo arrivato scoppiò in una risata fragorosa.
“Di che cazzo stai parlando?”
“Ti facevo più intelligente, Winchester, ancora non hai capito come stanno le cose?”
“Illuminami”
“Vi volevamo qui, te e quello spaccone di tuo fratello”
“Perché? E che cosa c’entra Theo Walkins?”
“Quell’ameba? Praticamente niente, ma ci serviva uno specchietto per le allodole”
“Non capisco…la Santa Muerte, la donna al casinò”
“Tutta scena! Siamo stati bravi, no?”
“Lo avete ucciso?”
“Diciamo che ha visto giorni migliori, ma non è lui il tuo problema adesso. Qualcuno è molto, molto ansioso di vederti”
L’uomo corpulento aggirò la sedia di Sam, poi afferrò la spalliera e la lasciò con sole due gambe sul pavimento.
Non era un peso piuma, eppure il demone iniziò a trascinarlo come se fosse un fuscello verso l’esterno della stanza e anche se la situazione non prometteva nulla di buono, il cacciatore volle trovare comunque il lato positivo: uscendo di lì avrebbe avuto più chances di trovare Dean.
Lo scomodo trasporto fu scortato dalla guardia, o meglio dal demone che lo possedeva, ed istintivamente Sam provò pena per lui, ma adesso aveva altre priorità. Si guardò intorno e concluse che probabilmente non erano più allo Stardust.
“Dove siamo e dov’è Dean?”
“Adesso mi hai stancato, parli troppo! Non dobbiamo rovinarti, ma nessuno ci ha chiesto di non farti chiudere la bocca”
Il demone n. 2 si fermò, poi, senza nemmeno abbassare la sedia sul pavimento, mise un braccio intorno al collo del cacciatore e gli fece perdere di nuovo conoscenza.
“Pensi che il capo si incazzerà?”
“Ma no, in fondo la missione è compiuta, due Winchester al prezzo di uno. Devo ammettere che il piano ha funzionato, non avevo dato molto credito a quell’umano”
“A volte sono utili e in fondo non gli conveniva mentire, o il capo non gli avrebbe fatto quel piccolo favore”
“Pensi davvero che lo scioglierà dal patto? Non è mai successo nella storia e non credo che voglia creare un precedente”
“Andrà all’inferno allora?”
“Lui e Dean Winchester, mentre questo qui…Lui è tutta un’altra storia! Andiamo adesso, al capo non piace aspettare, lo sai”
La testa di Sam ciondolò in avanti e i due ripresero la marcia.
 
 
 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: luvsam