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Autore: Sia_    02/07/2023    6 recensioni
“Professoressa Granger, Professor Weasley, vi stavo aspettando. Entrate pure.”
“Ugh!” Hermione nasconde il viso sotto il palmo della mano.
Fred fa schioccare la lingua contro il palato. “Speravo che questa cosa ti fosse passata, è da mesi che reagisci così ogni volta che qualcuno ti ricorda che sono un professore.”
“Ti prego smettila.”
“Non è per niente professionale da parte tua” le sussurra all’orecchio, abbassando il capo per entrare meglio nella stanza.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Famiglia Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Lee Jordan, Minerva McGranitt | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger, Harry/Ginny, Lavanda/Ron
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da Epilogo alternativo
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- Questa storia fa parte della serie 'Fred/Hermione ❤'
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Prologo

 

Sono sempre state piume di Ippogrifo? 

Hermione sta cercando disperatamente di smorzare la noia dell’attesa. Avrebbe voluto passare quell’ultimo giorno di libertà in Biblioteca così da imparare a memoria la disposizione dei libri sugli scaffali. Poi, se fosse avanzato dell’altro tempo, avrebbe preso la via verso il grande salone con la fontana, due svolte a destra e tre a sinistra e sarebbe arrivata nelle cucine per fare quattro chiacchiere con gli elfi. 

Invece è in piedi davanti alla porta della sala dei trofei che aspetta. Se c’è una cosa in cui è peggiorata drasticamente nel tempo, è la pazienza. Ed è per questo che, quando Fred la raggiunge, la scopre con il naso a due centimetri dalla carta da parati. 

“Trovato qualcosa di interessante?” 

Hermione si ridesta, fa un paio di passi per allontanarsi dal muro e osserva il mago: se ne sta con una mano appoggiata al corrimano di pietra e ha un largo sorriso stampato sul volto. Come fa a essere sempre di buon umore? Riesce a sorridere anche quando sono stati convocati nell’ufficio del Preside. Non che lei sia tesa, non ne ha motivo: sa che è solo una formalità. Le piacerebbe però arrivare in orario per le formalità. “Sono sempre state piume di Ippogrifo?” gli domanda ad alta voce, passando l’indice sul disegno della carta. “Per tutti questi anni ho dato per scontato che fossero foglie di malva.” 

“Mh.” Fred si gratta il collo e le si fa vicino. Le suole dei suoi stivaletti sul pavimento riempiono il corridoio di un rumore nuovo. “Per quanto possa essere incredibile, credo che tu abbia frequentato quest’ala del castello molto più di me” le dice, ma non è ancora la sua risposta definitiva, perché Hermione lo guarda scrutare la decorazione con attenzione. Sono divisi da appena qualche centimetro e le narici della strega si riempiono del profumo di erba tagliata e di schiuma da barba. 

“Non ne ho idea.” Conclude Fred, facendosi più dritto. “Però è interessante.” 

“Sei in ritardo.” 

“Lo so, mi sono perso.” 

Hermione prende un respiro a pieni polmoni. “Come hai fatto a perderti?”

Fred non fa in tempo ad ascoltare tutta la domanda, che lei ha già preso a camminare lungo il corridoio. La segue spedito – ha imparato a prendere la sua velocità –, “Te l’ho detto, non ho mai girato molto in questa zona del castello. Non penso sia poi così furbo mettersi a vendere prodotti illegali a due passi dall’ufficio del Preside.” 

Hermione si gira a guardarlo – è stupita di non doversi impegnare tanto per trovare il suo volto, perché le è quasi a fianco – e alza un sopracciglio, sorpresa. “Illegali?” 

Lui scuote le spalle. “Mi sono accorto che dai troppa importanza agli aggettivi che scelgo di usare.” 

“Se li scegli di usare è perché vuoi che gli dia importanza.” Prende la strada verso sinistra, imboccando le scale a chiocciola. “Normalmente le conversazioni funzionano così.” 

Da quando Hermione è diventata esperta anche in quello? Fred appoggia le dita al corrimano e, mentre sta cercando qualcosa da dirle, focalizza la sua attenzione sui riccioli che le ricadono sulla schiena: ha l’impressione che siano molto più elastici del solito. “Hai fatto qualcosa ai capelli?” 

Hermione si ferma a tre scalini di distanza. “Normalmente le conversazioni presumono anche un botta risposta con un nesso logico.” 

Era da un po’ che non si guardavano da quella prospettiva, perché è Fred quello alto tra i due: è una sensazione strana, piacevole. Infila la mano libera nella tasca dei pantaloni a scacchi e sorride. “Perché vuoi sempre avere ragione?” 

“Perché non vuoi mai darmi ragione? O, se me la dai, perché deve sempre essere così di corsa e di sfuggita?” Hermione alza un sopracciglio e incrocia le braccia al petto. 

Fred si mette a ridere e scrolla il capo: è incredibile come lei sia in grado di tenergli testa. Fa scivolare le mani sul legno, lentamente, come lentamente sale gli ultimi scalini che li separano. “Ho detto che penso sia stupido vendere prodotti illegali a due passi dall’ufficio del Preside, . Ma continuo a credere che non sia stupido vendere prodotti che qualcuno ha deciso essere illegali.” 

Hermione si mordicchia il labbro inferiore, sembra rifletterci su per qualche secondo. Deve riempire la mente con qualcosa che non sia il pensiero delle dita di Fred sul corrimano o il rumore dei tacchetti sugli scalini. “La prendo comunque come una vittoria.” Sentenzia, prima di tornare a salire. 

Fred alza gli occhi al cielo, ma le è subito a fianco. “Cos’hai fatto ai capelli?” 

“Ho usato una pozione arricciante, dovrebbe renderli più definiti del solito” dice pratica, spostando una ciocca dietro l’orecchio. “Volevo che fossero un po’ in ordine per, beh, lo sai… il nuovo anno.” 

Il gemello annuisce, per quanto si chieda cosa ci sia di male nei capelli che ha asciugato al sole quell’estate alla Tana o che tira su in una crocchia la mattina quando fa colazione. “Sei in ansia?” Gli piacerebbe riempire il silenzio con qualcosa tipo ‘Hermione, vai benissimo così come sei’, ma aspetta troppo e ha la sensazione di essersi mangiato il momento giusto.

Le sopracciglia di Hermione si corrugano e lei sospira. “Sai quanto è importante la prima impressione? Lo so che sono preparata, ma non posso passare un intero anno qui sapendo che…” Sta pensando che ha passato tre settimane a leggere sull’argomento, dopo aver trovato dei saldi estremamente convenienti in una libreria babbana di Londra, e sta pensando che uno dei modi in cui aveva deciso che non ci avrebbe pensato sarebbe stato andare in Biblioteca e poi dagli elfi. Forse è per quello che non si accorge che sono finite le scale. 

Fred la prende per un braccio e l’aiuta a scansare la statua del corridoio. “Cerchiamo almeno di arrivare al momento della prima impressione, che dici, Hermione?” Le appoggia una mano sulla spalla e la scorta fino al Gargoyle. 

Zuccotto di zucca” dice lei, chiudendo le palpebre e focalizzandosi sul rumore delle scale di pietra che appaiono a fianco grazie alle parole magiche. “Sono in ansia” confessa, aprendo gli occhi.  

Fred sorride ed è lui a prendere l’iniziativa di procedere verso l’ufficio del Preside. “Andiamo in Biblioteca dopo che abbiamo finito qui?” Le allunga la mano. 

“Fred, tu odi andare in andare in Biblioteca.” Le manca il coraggio di dire di sì.

Il gemello la lascia andare quando arrivano davanti alla porta di legno, si prende un momento per pulire la manica della camicia che è andata a sbattere nella salita contro il muro di pietra. “Lo so, ma non pensi che dovrei almeno provarci visto che sono…” 

Non riesce a finire la frase, perché il viso della Preside McGranitt è comparso sulla soglia dell’ufficio. “Professoressa Granger, Professor Weasley, vi stavo aspettando. Entrate pure.” 

Ugh!” Hermione nasconde il viso sotto il palmo della mano. 

Fred fa schioccare la lingua contro il palato. “Speravo che questa cosa ti fosse passata, è da due mesi che reagisci così ogni volta che qualcuno ti ricorda che sono un professore.” 

Ti prego smettila.” 

“Non è per niente professionale da parte tua” le sussurra all’orecchio, abbassando il capo per entrare meglio nella stanza. Parlando di prime impressioni, non crede che farebbe una bella figura se si presentasse in aula con un bernoccolo sulla fronte. 

“Mi devo solo abituare.” 

Minerva si è accomodata alla scrivania e da sotto i suoi occhialini sta squadrando i due: passa lo sguardo prima su uno e poi sull'altro e, per quanto si sforzi, non riesce a nascondere il sorriso che fa capolino sul suo volto. Le sembra di essere tornata al giorno in cui Albus Silente aveva deciso di proclamare Caposcuola James Potter e Lily Evans. 

“Sono mesi che cerchi di abituarti.” Fred Weasley sta ridendo, una fossetta si è fatta spazio sulla sua guancia sinistra. Minerva si è certamente chiesta se quella fosse la soluzione più giusta, se l’è chiesto quando ha preso in mano il pomello dei Tiri Vispi Weasley, se l’è chiesto quando la porta le si è chiusa alle spalle, se l’è chiesto nel suo letto, se lo chiede ora. Ogni volta che se lo chiede, non riesce a pensare a nessun altro adatto a prendere in mano la cattedra di Pozioni per un solo anno.

Hermione lancia a Fred uno sguardo di fuoco e poi si gira verso la cattedra. “Professoressa McGranitt, voleva vederci?” 

 


Piccola nota: in questa stanza siamo tutti consapevoli [e per questa, intendo il mio salotto dove ci sono solo io] che le piume di Ippogrifo e le foglie di malva non sono assolutamente simili. Oltre che essere una piccola licenza che mi sono crudelmente presa, è anche un gioco di trama che svelerò più avanti. Pls, non odiatemi. 

Buonsalve!
È arrivato il momento di farmi coraggio e dare vita a questo nuovo progetto. Era da qualche tempo che questa storia mi frullava in testa e con l'esate e qualche ora in più di libertà, mi sono decisa a metterla giù. Credo di avere una specie di ossessione per Fred che fa qualsiasi lavoro tranne il suo, poverino. In fondo, sono esattamente come Molly. Scherzo. Giuro, scherzo. 
Piume di Ipprogrifo e foglie di malva è un progetto che mi sta riempiendo le giornate e mi sta facendo divertire: immagino che questo sia il bello delle cose che ci piace fare. Ancora una volta, chiedo a Fred e Hermione di portami con loro, di farmi vedere cosa c'è dietro le loro maschere, di farmi sbagliare e di farmi battere il cuore.
Ho già pronto qualche capitolo, ho già la forza di alcuni angoli e lati, spero che presto saranno tutti messi su carta. Mi sono anche accorta, e con questo concludo, che lanciarmi è uno dei pochi modi che mi spronano a continuare: voglio dire addio a questo blocco dello scrittore maledetto. 
Vi ringrazio per essere arrivati qui per vedere l'inizio di un balzo. Grazie per chi ha letto il prologo, spero che vi abbia incuriosito. 
Un abbraccio, 
Sia 

   
 
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