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Autore: Scribbling_aloud    28/07/2023    2 recensioni
Siete anche voi dell'idea che un ragazzo come il nostro Harry Potter dopo: infanzia con gravi carenze di affetto e tutori abusivi, traumi pesanti in adolescenza con minacce di morte, perdite di affetti rilevanti nel corso della vita, non avrebbe mai potuto avere una vita troppo facile con una famiglia alla mulino bianco e soprattutto una mente equilibrata e serena?! Secondo me PTSD come se non ci fosse un domani. Questa è una trilogia molto poco magica che, in un crescendo, esplorerà la sua mente e la sua vita famigliare con i suoi mille problemi e difficoltà data da tormenti mai risolti, una popolarità cresciuta a dismisura che non lo fa vivere bene, fragili equilibri nelle sue relazioni che si frantumano. Partiamo diciannove anni dopo, esattamente dove ci ha lasciati la Rowling. Il Natale di quell'anno.
ATTENZIONE: comincia molto leggero, quasi frivolo, ma ci tengo a precisare che non è un testo per bambini. Da più o meno metà del primo libro e poi nel terzo, ci sono parecchi punti intensi, violenza e tratta temi delicati. Specie il terzo libro, dove ho raffinato un po' la mia scrittura quindi le immagini sono più vive.
E' una traduzione dall'inglese.
Genere: Drammatico, Hurt/Comfort, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione, Teddy/Victorie
Note: Traduzione | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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Molly

 
Sono così esausta che non riesco neanche più a piangere. È una settimana che non ho l’opportunità di fare più che qualche pisolino, e per gli altri è uguale. E so che neanche vogliono. Meglio tenersi occupati in qualche modo così non dobbiamo fermarci a pensare.
Riesco a vedere lo shock negli occhi di Albus e in James qualcosa di ancora peggio, selvatico e spaventoso.
Ho sempre saputo che la vita di Harry non poteva essere una vita facile. L’ho immaginato quando i suoi genitori sono stati uccisi, è stato confermato quando è andato ad Hogwarts, non è cambiato quando ha sconfitto Tu-sai-chi. Era assolutamente all’oscuro delle conseguenze. Ha vissuto con noi protetto senza cognizione dal mondo là fuori, all’oscuro di come la situazione stesse crescendo sproporzionalmente. Tutti discutevano la disfatta di Tu-sai-chi, tutti lo cercavano forsennatamente, non si parlava di nient’altro in nessun angolo del mondo, le sue foto pubblicate dappertutto, giorni commemorativi su giorni commemorativi venivano proclamati in suo onore. Anche il suo compleanno è diventato un giorno festivo! Il giorno di Harry Potter. Riesci a immaginarti cosa possa voler dire? Le persone stavano andando fuori di senno completamente. Dovevamo proteggerlo per il suo bene.
E lui era scosso, assolutamente non in grado di gestire una situazione del genere. Non riusciva a star fermo un secondo, saltando ad ogni movimento improvviso. Era fuori e dentro casa continuamente, camminando in giardino e poi tornando dentro, buttandosi sul divano per un minuto e poi di nuovo fuori. Mi pregava di dargli cose da fare e dormiva male. Più di una volta siamo stati svegliati di scatto dalle sue strilla notturne. Aveva degli incubi orrendi, povero caro. Io e Arthur eravamo molto indecisi se intervenire, ma abbiamo deciso di non farlo alla fine. Avevamo paura che si potesse sentire mortificato per qualcosa che non riusciva a controllare. Eravamo sicuri che a una semplice menzione si sarebbe sentito così un peso da valutare di andarsene. E quello doveva essere evitato a tutti i costi!
Ron lo seguiva nei suoi vagabondaggi, ma non sembrava aiutare.
È cresciuto con l’obbiettivo di sconfiggere Tu-sai-chi e trovandosene privo, era disorientato. Ho sempre pensato che è una persona che senza un obbiettivo non può funzionare. È stata McGonagall a dargliene uno nuovo. Ci veniva a trovare spesso per controllare come se la stesse cavando e per rafforzare gli incantesimi difensivi sulla casa contro gli intrusi. Lo ha consigliato sui passi da intraprendere se avesse voluto diventare un Auror; libri da studiare, allenamenti da seguire, incantesimi da imparare.
Lo sforzo fisico e mentale lo ha aiutato a calmarsi. Si svegliava all’alba per correre (Ron non si alzava mai dal letto prima delle dieci) e per mezzogiorno era così stanco che non aveva le energie di saltare qui e là come al solito e il pomeriggio era passato a studiare. Dormiva anche meglio.
Sapevo che si frequentava con Ginny. Sapevo che andava spesso a Hogsmead per incontrarla, ma non mi spiaceva. Ginny ha sempre avuto una cotta spaventosa per lui ed ero contenta per lei. Ma questo era quello che pensavo fosse. Una cotta adolescenziale, destinata a estinguersi molto presto. Quando Harry ci ha rivelato la sua intenzione di sposarla, eravamo esterrefatti. Il ragazzo aveva diciotto anni, Ginny diciassette! Erano così giovani, senza alcuna esperienza. Ovviamente abbiamo dato il nostro consenso immediatamente e voglio sottolineare che ho sempre considerato Harry come un figlio. Era un ragazzino dolcissimo, molto facile da voler bene, sempre così educato e umile. Mi piaceva l’idea di averlo in famiglia. Ma come il marito di mia figlia… Di quello non ero poi così sicura.
Abbiamo cercato Ginny per tanto tempo. Arthur voleva una femmina, io volevo una femmina.
Nonostante ciò, quando arrivò Bill, non siamo rimasti delusi. Avremmo desiderato una bambina, ma era il nostro primo figlio e non importava così tanto, e Bill è sempre stato perfetto sotto ogni aspetto, rendendoci orgogliosi ogni singolo giorno della sua vita e ci siamo sempre considerati molto fortunati nell’averlo avuto.
Quando arrivò Charlie, ancora non eravamo dispiaciuti, felici di dare un compagno di giochi a Bill.
Quando è arrivato Percy siamo rimasti delusi. Tre cominciava a essere intenso e non ero sicura di volerne ancora. Casa nostra non era così grande a quei tempi, e il salario di Arthur piuttosto magro. Io non potevo lavorare perché i ragazzi prendevano tutto il mio tempo. Ma il desiderio di una femminuccia si è rivelato più forte e abbiamo provato di nuovo.
Quando sono arrivati Fred e George volevo piangere. In un colpo solo ne abbiamo avuti due in più, in una casa che a malapena ne poteva contenere tre. Arthur è sempre stato dolcissimo però. Positivo e allegro trovava sempre una soluzione a tutto. Ha lavorato molto duro sulla casa aggiungendone pezzi qui e là e, nonostante fosse ben lontana dall’essere perfetta, a me piaceva perché ci aveva riversato così tanto amore.
Ed era così positivo e pieno di entusiasmo che quando mi ha chiesto di provare nuovamente, non ho saputo negarglielo. Voleva una bimba così tanto.
E arrivò Ron. Decisamente non una bambina e decisamente un’altra bocca da sfamare, un altro maschietto da controllare. Fino a Percy eravamo stati straordinariamente fortunati perché, nonostante tre, avevano tutti un carattere docile e obbediente. Ma Fred e George! Sono stati impegnativi fin da subito assorbendo le mie attenzioni ed energie dal primo giorno. Non ho avuto tempo di prendermi cura di Ron come avrei dovuto, ora mi rendo conto del danno che ho fatto a quel povero ragazzo. Sempre insicuro, mai soddisfatto. Sempre alla ricerca di qualcosa di più, destinato a non raggiungerlo mai. Sempre con la sensazione di vivere nell’ ombra di fratelli più grandi. Mi sono ripromessa che sarebbe stato l’ultimo. Eravamo sull’orlo di un collasso finanziario. Nessuno che ci aiutasse tranne zia Muriel che lo faceva controvoglia, minacciando di diseredarci ad ogni nuovo bambino.
E poi, totalmente per sbaglio, assolutamente non cercata, sono rimasta incinta di Ginny. Arthur ne è rimasto così sopraffatto che per le prime settimane non riusciva a staccarle gli occhi di dosso, scioccato dall’incredulità.
Tutti ce ne siamo presi cura con una devozione assoluta. Bill e Charlie erano deliziati dall’avere una sorellina e litigavano sempre per avere il privilegio di tenerla in braccio, coprendola di regali non appena grandi abbastanza da raccattare qualche spicciolo in estate. Ron aveva un compagno di giochi per riempire quel vuoto che io non avevo tempo di riempire, e lei ha ricevuto più amore di tutti noi messi insieme.
E Harry… Era dolcissimo e sapevo che l’avrebbe amata devotamente. Non avendo mai avuto nessuno da amare e abituato a non ricevere nessun tipo di affetto, bastava molto poco per conquistarsi la sua più completa devozione. Probabilmente, ogni ragazzina con un po’ di testa ci sarebbe riuscita, il che lo metteva in grande pericolo considerando la sua situazione, e spesso ci ho riflettuto con preoccupazione. Sarebbe stato facile per lui diventare la vittima di una donna senza scrupoli.
E Ginny, che sarebbe stata perfetta per chiunque, era specialmente perfetta per lui. Determinata, abituata ad avere a che fare con i maschi e intelligente, aveva tutte le caratteristiche per essergli una buona moglie.
Ma sapevo che chiunque l’avrebbe sposato non poteva sperare di avere una vita facile. La popolarità era così sproporzionata e incontrollata, la sua mente così fragile e costantemente sotto pressione, le cicatrici così tante…
Non ero sicura che fosse una buona scelta per lei.
Devo confessare che le ho parlato, ho provato a mostrarle quello che testardamente non voleva vedere ma senza risultato.
Era pazza di lui, accecata dalla luce che emanava. Stava sposando la persona più discussa di tutto il mondo, un eroe internazionale, vedeva solo lo splendore ma non vedeva l’ombra che proiettava.
Non ho insistito capendo che l’avrei solo spinta ulteriormente tra le sue braccia alienandola da noi. La situazione era così simile a quella che ho vissuto con la mia famiglia. Non volevano che sposassi Arthur. Lui era nessuno senza prospettive o conoscenze, potevo aspirare ad avere di meglio. Ma Arthur era tutto quello a cui aspiravo. Hanno insistito così tanto che una frattura ne è seguita, mai guarita fino a che non sono morti, poco dopo che è nata Ginevra.
Non volevo lo stesso per mia figlia.
Abbiamo deciso di lasciare che le cose seguissero il loro corso senza intervenire, limitandoci ad essere lì se mai ne avessero avuto bisogno.
Ma, nonostante le nostre preoccupazioni, si sono rivelati essere una bellissima coppia. La mente di lei sosteneva quella di lui dandogli stabilità e l’amore di lui ha contribuito a smussare il suo lato mascolino rendendola più donna e pronta a far fronte a tutte le inconvenienze che la popolarità ha portato alla coppia.
Ginny è cresciuta dall’essere una testarda e aggressiva adolescente, in una donna forte, sicura e premurosa. Siamo sempre stati orgogliosi di lei. Ha aiutato Harry costantemente senza vacillare guarendo le ferite della sua mente, anche quando Lily è morta e lui era distrutto dal dolore, lei ha saputo essere un sostegno sebbene non fosse meno toccata dall’evento. E lui l’ha ripagata con una completa devozione, mettendola sul piedistallo su cui merita di essere posta, cercando di farla felice in ogni piccola cosa. Un’altra donna avrebbe sicuro potuto trarne vantaggio ma non lei.
È stato un giorno fortunato per Harry quello in cui l’ha sposata. E non voglio dire che non lo è stato anche per lei… Ma vedendo com’è finita… Non lo so… È difficile… E non è giusto nei riguardi di Harry che ha sempre cercato di essere il miglior marito possibile… Ma… Forse… Non lo so… Sento le lacrime salire e non posso permettermi di piagnucolare. Non davanti ad Albus. Devo essere forte per il suo bene e quello di James.
Vado a controllare come sta Sunrise.
 

 
Sunrise sta molto meglio. Eravamo spaventati anche per lei; è sotto osservazione da giorni ormai.
I guaritori sono stati molto scrupolosi, e volevano essere sicuri che non ci fossero danni permanenti al cervello essendo così giovane, ma tutto sembra in ordine.
Stavamo dormendo profondamente alla Tana quando ha cominciato a urlare e piangere terrorizzata. Non riuscivamo a capire quale fosse il problema. Ginny ci ha parlato dei suoi incubi (che mi ha sempre colpito come strano da una bimba di due anni e mezzo), ma non tornava a dormire, e il terrore sembrava solamente aumentare. Non sapevamo cosa fare, ero molto preoccupata e Arthur ha suggerito di portarla al St. Mungo, ma non si porta una bambina all’ospedale solo per degli incubi. Solo dopo che, in un paio di ore, la situazione non era migliorata, ho cominciato a convincermi che forse avesse ragione. E quando stavo per chiamarlo per prepararci, tutto il suo corpo si è irrigidito, poi ha cominciato ad avere degli spasmi, a sussultare, poi le convulsioni sono diventate più forti. I suoi bulbi oculari hanno ruotato verso l’alto e una schiuma bianca ha cominciato a fiottare dalla bocca. Ci siamo allarmati subito e due minuti dopo eravamo in ospedale. La guaritrice è riuscita a fermare l’attacco ma ci è voluto molto tempo. Ero fuori di me dalla preoccupazione. Arthur ha provato a chiamare Ginny e Harry in Australia ma il fuoco sembrava bloccato. Ora sappiamo perché.
Sunrise si è addormentata profondamente subito dopo. La guaritrice ha detto che era un sonno normale dovuto alla fatica accumulata nel corpo, ma ho percepito un’ombra sul suo volto, ho insistito per una spiegazione, e lei ha ammesso parecchi spaventosi motivi per quest’attacco, non specificandone nessuno e affermando la necessità di fare dei test per chiarirne la ragione ed essere sicuri che tutto sarebbe andato per il meglio.
È stato in quel momento che è arrivata la chiamata del primo guaritore e tutto è cambiato.
Sunrise ha dormito per ventiquattro ore consecutive e giusto quando la guaritrice stava cominciando a temere che potesse entrare in un coma, si è svegliata, sonnolenta e confusa.
James e Albus erano già arrivati, e James, da quel momento, non ha lasciato la postazione di fianco lei neanche per un attimo, a malapena dorme e mangia. Non mi sono opposta, capisco che ha bisogno di tenersi occupato.
Ho spiegato ai ragazzi quello che è successo, ma ho cercato di schermarli dal raccapricciante, non c’è bisogno che lo sappiano. Quello che gli ho detto è stato più che sufficiente per far sì che non ne volessero sapere di più. Il problema comincerà quando torneranno ad Hogwarts, ma non se ne parla per il momento. Non ancora. Non nella situazione in cui siamo.
Anche se non è tanto facile neanche qui quando i giornali che riportano chiaramente l’accaduto sono dappertutto e le persone nei corridoi non parlano d’altro. Gli ho proibito di andare al bar o in nessun altro posto. Non voglio che vengano assaliti da curiosi. St Mungo ci ha gentilmente offerto un’ala privata tutta per noi con un fuoco per passare da qui alla Tana ma comunque tenerci isolati e protetti dalle persone è una fatica immane.
St. Mungo è stato assalito appena la notizia si è diffusa ed è ancora sotto assedio. La reception era gremita di curiosi. Hanno dovuto buttarli fuori e si sono aggregati di fronte all’entrata, attirando molta non voluta attenzione dai babbani. Streghe e stregoni dal mondo intero vanno e vengono lasciando fiori, regali lettere e un po’ di tutto. Immagino dovrebbe essere commovente ma, onestamente, così stanchi e scoraggiati come siamo, preferiremmo che se ne andassero tutti e ci lasciassero in pace.
La polizia sta facendo del suo meglio per disperderli ma sembra un lavoro impossibile.
Bill, Charlie e George fanno i turni per stare di guardia al corridoio e molte volte hanno dovuto scacciare persone che sono riuscite a passare la sicurezza in un modo o nell’altro. Percy è troppo occupato con la Gazzetta del Profeta, povero caro. Lavora giorno e notte. E Ron… Beh… Non si è ancora fatto vedere. Devo trovare il tempo di parlarci. Hermione ci ha provato ma senza successo. Ma lo farà con me. Sono sua madre dopotutto.
Sunrise mi dà il benvenuto con un sorriso e comincia a chiacchierare immediatamente. L’allegria su quel volto mi commuove più di quello che riesco a dire e devo subito darmi da fare a mettere in ordine i suoi vestiti puliti per nascondere le mie lacrime a James.
Povera bambina, non sa ancora niente. Chiede ogni giorno della mamma e del papà e siamo tutti d’accordo nel dirle che sono al mare a divertirsi. Tutte le volte che pronuncio questa frase non riesco a frenare le lacrime, forzo un sorriso però, per non allarmarla. Prima o poi dovremo dirle la verità ma meglio attendere.
Passo con lei qualche ora dando tempo a James per mangiare e fare un riposino, quelle ore sono come un balsamo per la mia mente esausta, riesco quasi a dimenticare cosa sta succedendo tenendola tra le braccia, ascoltando le sue chiacchiere e rispondendo alle sue domande. Vuole andare dalla mamma e dal papà al mare.
Io preferisco di no.
 
   
 
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