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Autore: fenris    19/08/2023    4 recensioni
Nella cupa oscurità del lontano futuro... c'è solo l'avventura! Centinaia di clan di esploratori e guerrieri si contendono la galassia tra tornei, missioni e guerre in miniatura. Sei ragazzi delle Isole del destino sognano di unirsi a loro, ma i loro sogni vengono infranti in una notte. Un di loro, Sora, si ritrova caricato con un'antica eredità che lo obbligherà ad addentrarsi negli angoli più oscuri della galassia e a scoprire il suo stesso limite.
*Crossover con Star Wars, Spectrobes e altre serie Disney con altri elementi da diversi giochi Square Enix*
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Kairi, Riku, Sora
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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La partita di Blitzball ove Vader fungeva da arbitro era al momento in perfetta parità. Entrambe le fazioni in campo stavano dando il loro meglio in una lotta senza esclusioni di colpi, mirando alle porti avversarie famelici di gol. Il pubblico aveva gridato ossessivamente per tutto il primo tempo.


 

Era il momento dell'intervallo, e Vader si era diretto ai bagni per contattare la Bad Batch ed Aaron. Era la toilette più isolata dello stadio, e non avvertiva nessuno in giro, quindi poteva parlare liberamente e fare anche altri piccoli servizi.


 

Davanti alla porta si trovava Jecht, capitano e allenatore della squadra degli Eclipse. Era un rude quanto muscoloso guerriero umano dalla pelle ambrata, e una delle persone più vicine al capoclan dopo i suoi luogotenenti. Erano infatti entrati nel clan nello stesso periodo, si erano allenati insieme innumerevoli volte ed entrambi avevano perso senza poter fare nulla molti dei loro cari durante il complotto che credevano essere stato ordito da Obi- Wan.


 

“ Come sta procedendo?”, chiese nell'auricolare mentre si toglieva le bende che in genere gli coprivano il volto rovinato. I suoi gesti erano lenti e metodici, a guardarlo sarebbero sembrati una conseguenza delle sue protesi, ma così come la sua tecnica di scherma e quella da pilota, erano una mera conseguenza di una semplice e lunghissima ripetizione nel corso degli anni.


 

Ogni tanto il lavoro di prendere le garze, ripulirle e rimetterle era fatto da Leila, Helga o assai raramente Rex, ma lui trovava un rilassamento quasi catartico in quell'abitudine. Di certo necessario in quel frangente.


 

“ Ci sono stati alcuni imprevisti, Kupò- rispose Tech, non sorprendendo il Sith, che si aspettava non tutto sarebbe andato come da piano- ma il piano procede come previsto, e uno di essi è abbastanza positivo, Kupò. Nella cella accanto a quella di Mando abbiamo trovato Della Duck, viva e in salute, Kupò.”.


“ Dici sul serio?”, esclamò il capoclan, sentendo l'ustionata mascella cadere.


 

Nella sua gioventù, Anakin aveva avuto due grandi rivali.


 

Terra era il suo maggior sfidante nell'uso del Keyblade e come combattente in generale. Tutt'oggi avrebbe ammesso che, da alcuni punti di vista, avrebbe voluto essere come lui. Possedere la sua stessa dignità e forza interiore anche nei momenti peggiori.


 

Della era... beh, per certi versi, la sorella che non aveva mai avuto. C'era un periodo in cui praticamente viveva per le loro gare e per le festicciole con cui le concludevano, qualsiasi fosse il risultato. Dopo aver ricevuto la dovuta punizione per aver distrutto intere fasce di asteroidi e simili, si intende.


 

“ Sì, anche se non fossimo arrivati lei e il pacchetto progettavano già di lasciare Tenebrae in qualche modo.”, ammise il mandaloriano con una risata.


 

“ Tipico di lei, è già un miracolo che sia stata trattenuta tanto a lungo. La sua sicurezza è ora una priorità pari a quella di Mando. Non deludetemi.”, disse Vader, rimettendosi dunque le bende pulite e uscendo dal bagno, dove trovò il capitano della sua squadra.


 

“ Che succede, capo?”, chiese Jecht, notando lo strano atteggiamento di Vader, che già lo aveva insospettivo quando lo aveva informato che avrebbe fatto da arbitro per la partita. Questi gli fece cenno di seguirlo.

“ Pensa alla partita, amico mio. Di altre faccende ne discuteremo dopo.”, disse secco il Sith, ripromettendosi che entro il giorno dopo, Della avrebbe rivisto i suoi figli.

                                                                                          *******

Il quindici di ogni mese tendeva a essere un giorno abbastanza pigro per il clan Stecker. La maggior parte dei membri di servizio su Tenebrae tendevano a radunarsi in sala mensa per qualche gioco con gli amici o in cerca di una missione dove il sole splendesse di più.


 

McLeah era impegnato in una partita a poker con tre colleghi: Alameda Slim, Cuordipietra Famedoro e Inquinator. Il primo era un robusto umano vestito da cowboy, con capelli e pizzetto rossicci. Era uno dei loro bardi di punta, capace di usare il proprio yodel tanto per scatenare potenti attacchi elementali che per confondere i rivali o rafforzare i compagni.


 

Il secondo era un robusto e basso papero vestito con una giacca blu e un gonnellino scozzese, con una folta barba grigia sotto il becco. Era il responsabile delle finanze degli Stecker, e un acerrimo rivale di Paperone si da quando erano giovani. Non era mai riuscito a superarlo né come affarista, né come combattente, ma Malefica non avrebbe voluto nessun’altro a gestire i loro affari da entrambi i lati della legge.


 

L'ultimo aveva l'aspetto di un condor estremamente trasandato, per non dire sudicio. Indossava infatti una tuta nera coperta di polvere e sporcizia varia, e tra le lorde piume spuntavano foruncoli o pustole. Nonostante l'aria malaticcia, restava comunque uno dei più subdoli e rapidi membri del clan.


 

Prima ancora di accorgersi di un solo attacco, un'avversario del re del marciume si sarebbe trovato a terra in preda a multipli e spiacevoli status negativi, praticamente indifeso.


 

“ Ok, come possiamo avere tutti dei poker d'assi?”, si lamentò Cuordipietra all'ennesima giocata, che aveva visto i quattro avventurieri giocare ognuno la più alta scala possibile.


 

Tendevano a dimenticarsi che anche cercando i posti migliori per nascondere carte extra, anche gli altri facevano lo stesso.


 

“ Un giorno dovremmo deciderci a giocare lealmente. Menomale che ci giochiamo solo gli snack, comunque.”, commentò Mcleah, prendendo una manciata di spiedini dal piatto ottenuto durante l'ultima vittoria.


 

“ E tradire ciò che il nostro clan rappresenta? Mai!”, si lamentò Alameda, battendo il pugno sul tavolo. Fu sul punto di riprendere il mazzo per mescolare, venendo però interrotto da un boato proveniente dall'altra parte della stanza. Tutti gli avventurieri presenti nella stanza si misero sull’attenti all’istante, evocando le armi e vedendo entrare dal foro appena apertosi nel muro due familiari Mandaloriani.


 

“ Guarda un po' quante belle prede per oggi.”, disse Wrecker, scrocchiando il collo e agitando le dita, pronto a menare le mani. Hunter, accanto a lui, evocò una coppia di vistosi artigli seghettati e un blaster sulla spalla.


 

Tutt'attorno gli Stecker presenti deglutirono. Più d'uno tra loro era già finito sotto i colpi della Bad Batch alle volte, un'esperienza che avrebbero preferito non ripetere.


 

Solo Mcleah e alcuni dei membri di rango più altro restarono apparentemente calmi, approcciando la coppia di guerrieri con cautela, certi che anche il resto della squadra non fosse troppo lontano.


 

“ Alameda, sai che fare?”, disse il bracconiere al collega, che prese un profondo respiro e mise mano alla chitarra, con l'intento di dare una generosa serie di buff ai colleghi. Non appena aprì bocca però, qualcosa volò dal corridoio, entrandogli in gola e spingendolo dritto a terra con un tonfo. Quando si rimise in piedi e riaprì la bocca, scoprì di avere l'interno completamente incollato da fili di qualche sostanza appiccicosa.


 

“ Grazie, Crosshair.”, sghignazzò Hunter mentre lo stesso destino capitava a molti altri incantatori e altre unità di supporto presenti in sala, venendo silenziati o paralizzati in altro modo, con orrore dei combattenti fisici.


 

“ Di nulla.”, rispose il cecchino, piazzato su una rupe a qualche chilometro di distanza dal castello, continuando a lanciare proiettili che entravano dalle finestre e rimbalzavano andando a colpire i bersagli scelti.


 


 

“ Dunque, chi vuole farsi avanti per primo senza un po' di supporto?”, chiese divertito Wrecker, tirando fuori una coppia di coltelli e puntandoli verso la folla infuriata per essere stati fregati in un modo così semplice nella loro stessa base.


 

“ Fanculo!”, esclamò Inquinator, prendendo una delle sue pistole a gas e dando inizio alla ressa che ne seguì.

 

Decine di guerrieri si buttarono su Wrecker e Hunter, che risposero in perfetta sincronia combinando potenti tecniche di arti marziali o all’arma bianca. McLeah, in sella a Joanna, provò a gettarsi contro Wrecker. L'enorme iguana aprì la bocca, caricando un fiotto di energia, venendo però vista dallo yeti, che continuando a occuparsi degli avversari davanti a lui, le gettò una granata in bocca. Lo stomaco dello Spectrobe si gonfiò all'improvviso e lei si ritrovò all'aria insieme al proprio compagno, costringendo Cuordipietra a saltare di lato per non venire travolto.

“ Non attaccate tutti insieme, razza di idioti, verrete solo sconfitti più in fretta!”, esclamò il papero, prima di indossare due guanti decorati con intricati cerchi alchemici. Battendo le mani a terra, generò numerose scariche di energia blu, creando al contempo numerosi spuntoni e colonni mobili che provò a usare per ostacolare i due intrusi.
 

Wrecker e Hunter si ritrovarono quindi intrappolati in uno spazio piccolissimo, bersagliati tanto  dai continui mutamenti della stanza che dagli attacchi degli Strecker. Inquinator in particolare cominciò a bersagliare con una raffica di incantesimi velenosi, sparando a ripetizione dalle mani palle di fango tossico.

 

‘ Avanti, devi resistere solo altri cinque minuti’, pensò Hunter, saltando sopra una delle colonne e bloccando gli attacchi del più sporco tra gli avventurieri col proprio blaster e bloccando una lama coi propri artigli.

 

“ Ho speso troppo in questo posto per lasciarlo distruggere a voi.”, ringhiò però Cuordipietra, mentre attornò a lui apparve un piccolo branco di squali fluttuanti, che ringhiarono minacciosi verso il leader della Bad Batch. Che fortunatamente ricevette un messaggio da Aaron.


 

“ Hunter, notizie dalla seconda squadra. Abbiamo tirato fuori Mando e.... Della Duck.”.


 

“ Dovevo aspettarmi Malefica c'entrasse qualcosa con la sua scomparsa. Wrecker, stiamo per smammare.”.


“ Ma avevo appena cominciato a divertirmi.”, si lamentò lo Yeti. Un ringhio del suo leader lo fece però cedere. Il Mandaloriano, seppur seccato, si sbarazzò quindi dei nemici che gli si erano aggrappati addosso e cominciò a roteare su sè stesso ad altissima velocità, fino a ricoprirsi di fiamme. Non appena si fermò, queste si espansero per tutta la sala mensa, prendendo la forma di copie infuocate di Wrecker, abbastanza numerose e forti non solo da scagliare via tutti i nemici ancora in piedi, ma anche al punto da creare un’altro buco che avrebbe portato all’esterno.
 

Con un rapido balzo, atterrarono dritti nel tetro cortile della base, dove li attendeva anche il resto del gruppo, più Stan. Il droide in realtà apparteneva infatti agli Eclipse, ma era stato nascosto in un lotto comprato dagli Strecken dopo avergli criptato la memoria per raccogliere informazioni sui piani di Malefica o aiutare in casi come questo. Aaron, già suo compagno fin dalla sua ammissione nel Clan, aveva provveduto a sistemargli i ricordi e ora contava di riportarlo alla base con sè.


 

“ Stai bene, Mando?”, domandò Hunter, avvicinandosi al loro obbiettivo, che gli strinse grato la mano.


 

“ Non posso lamentarmi. Permettetemi di presentarvi....”.


 

“ DELLA!”, lo bloccò però Wrecker, buttandosi di peso sulla papera e abbracciandola con forza. Lei ricambiò felicemente, stringendo le braccia attorno al collo dello Yeti.


 

“ Wrecker! Cazzo, sei sempre il solito bestione.”, disse tra le lacrime, felice di poter finalmente toccare qualcuno dopo anni di isolamento.
 

“ E' molto toccante, Kupò, ma ora dobbiamo correre al punto di estrazione, Kupò.”, dovette interromperla però Tech.


 


 

“ Non così in fretta!”, gridò all'improvviso una voce femminile, anticipando l'acrobatica entrata di quattro Stecker, che si pararono davanti ai fuggiaschi. Mando sentì mancargli un battito cardiaco, avendo temuto l'incontro coi quattro compagni di Garland, forse i più pericolosi tra gli Stecker dopo il cavaliere, Talon e la stessa Malefica.


 

Ash era un umano dalla pelle scura, estremamente alto e ben costruito. Sulle braccia portava due pesanti guantoni cibernetici, utilizzati per amplificare le sue già potenti tecniche da Monaco. Per qualche motivo si vestiva come il membro di una gang di colore del ventesimo secolo però, con jeans militari, canottiera bianca e una felpa legata ai fianchi.


 

Jed era un Ewok dalla pelliccia rosa, ma l'aria da peluche carino aveva già ingannato innumerevoli ingenui, che si erano trovati privi di soldi o con la gola tagliata.


 

Neon era una donna pianta armata di fioretto e staffa, capace come pochi di mescolare tecniche fisiche e incantesimi. Aveva un'esile ma atletico fisico, una pelle color giada pallido e capelli rosa intrecciati con petali di fiori.


 

Sophia era una Na'Vi, armata con ogni tipo di esplosivi e pistole, una delle quali tenuta sulla coda. Come i suoi simili era una longinea umanoide dalla pelle blu coperta di tatuaggi e lunghi capelli neri, e aveva perfezionato il loro stile acrobatico e stealth.



 

“ Uh, la Bad Batch. Non ci rivediamo da.... quand'è stato, quella corsa sulla Terra?”, commentò Neon, facendo volteggiare il suo bastone mentre sorrideva sadica verso il gruppo di intrusi ed ex prigionieri.


 

“ No, ci siamo rivisti poi al cimitero dei draghi. Quando vi abbiamo seppellito sotto qualche tonnellata di roccia.”, ribattè Hunter, ottenendo un'allegra risata dai vecchi rivali.


 

“ Ah, sì. Che ci avete fatto poi con quel teschio?”, chiese Sophia, facendo muovere minacciosamente la coda, con cui teneva una delle sue numerose armi da fuoco.


 

“ Una bella prua per la nostra astronave, con cannone incorporato. Potremmo testarla su di noi, se vi va.”, disse minaccioso Echo, evocando un bazooka mentre anche i compagni si mettevano in posizione di combattimento.


 

“ No, passo volentieri.”, disse Jed, lanciando una raffica di pugnali ai cinque mandaloriani. Wrecker lì assorbì tutti di petto, prima di lanciarsi all'attacco contro l'Ewok, che schivò facilmente mentre anche gli altri compagni partivano all'attacco.


Neon si diresse contro Mando, che sputò una raffica di fulmini, facilmente parata dai tirapugni del Monaco, cominciando un frenetico contrasto di calci e colpi di lancia. Sophia cominciò a lanciare le sue pozioni su Wrecker, inondandolo di esplosioni elementali da cui si difese senza particolari difficoltà. Jed sfuggì a Wrecker e si gettò su Della, con l'intento di rimetterla in catene, ma venne fortunatamente coperta in tempo da uno schermo protettivo evocato da Omega.

“ Ragazzi, con me!”, esclamò la papera, correndo via assieme ad alcuni dei suoi soccorritori.

 

“ Verso l’hangar? Non crederti tanto furba, Della!”, disse di rimando Jed, fiondandosi all'inseguimento.

 

 Allo stesso tempo il duello tra Sophia, Aaron e Hunter proseguiva sempre più frenetico. La driade si muoveva elegante e letale, mirando alle articolazioni nell'armatura in Beskar  col suo stocco o lanciando incantesimi per tenerlo a distanza.

Hunter dal canto suo restava sulla difensiva, intercettando quasi ogni affondo in attesa del momento per contrattaccare. Fu certo di averlo trovato quando l'avversaria Mirò al suo braccio, e avvolse gli artigli con un vistoso velo di Forza, venendo però spinto via da una freccia esplosiva, che gli fece inoltre saltare via l'elmo.

 

Dal buco che lui e Wrecker avevano aperto poco prima si erano infatti affacciati gli altri membri del Clan, ovviamente avidi di rivincita.

“ Facciamo vedere loro cosa succede a chi prova a fregare gli Stecker!”, grido Alameda, ora con la bocca libera, scendendo assieme ai compagni mentre Hunter si voltava verso di loro senza elmo.

 

A viso scoperto, il Mandaloriano era più simile a un feroce Spectrobe che a un avventuriero. Aveva una squamosa pelle bianca e blu, la mascella consisteva in due minacciose escrescenze appuntite davanti a un chiostro di denti seghettati. Dalla nuca, a completare quell'intimidatrice visione, cascava un' altra serie di protuberanze simili a dreadlock.

 

Con uno stridulo ruggito, il cacciatore saltò sugli avversari, pronto a tutto pur di completare la missione affidatagli.

 

                                                          *******

Della ansimò e cominciò a correre, cercando di dirigersi verso le astronavi. Il suo avversario saltava tra loro, sparandole a ripetizione e obbligandola a scivolare o saltare da un veicolo all'altro mentre Echo e Omega lo bersagliavano di pallottole e frecce.


“ Haste!”, gridò la Viera, avvolgendo sè stessa e i compagni con l’immagine traslucida di un orologio, che velocizzò di molto i loro movimenti.

 

“ Non sei l’unica a conoscere questo trucco!”, ribattè però Jed, utilizzando lo stesso incantesimo e partendo a scheggia verso Della, che schivò all’ultimo una daga avvolta da un’aura paralizzante.
 

“ Crosshair, prendi le munizioni pesanti!- ordinò Echo tramite l'auricolare, prima di sentire alcuni rumori di lotta- Crosshair, che succede?”, ripetè, sentendo rumori di lotta e strani versi.


 

“ Heartless, erano nascosti tra le rocce. Non potrò aiutarvi per un po'.”, rispose il cecchino, sparando a raffica contro il branco di Heartless che l’aveva circondato alcuni minuti prima.


 

“ Allora corri direttamente alla nave, faremo da soli. Della, lo stesso consiglio vale per te!”, fece Omega, schioccando le dita per intrappolare lei ed Echo assieme a Jed, cercando di tenerlo impegnato mentre Della cercava un’astronave con cui esprimere tutto il proprio potenziale.


 

“ Oh, sì, bellezza, sei perfetta.”, commentò soddisfatta la papera, concentrando la ritrovata energia dei suoi Midi-Chlorian. I suoi occhi si accesero con un bagliore turchese, imitato dalla nave che aveva addocchiato.


 

Il veicolo si alzò con un lieve rombo, prima di svanire nel nulla.


L’istinto salvò Jed da un laser proveniente alle sue spalle, ma non gli impedì di essere afferrato da una mano robotica, che lo sbattè quindi contro il muro più vicino. Ad averlo attaccato era stato un bellissimo robot dalla corazza oro e nera, sollevato di un paio di metri da terra grazie a un paio di reattori e dalla corazza abbastanza minuta, ma dall'aspetto comunque molto potente, grazie anche alle numerose bocche da fuoco. Prima che l'Ewok ladro potesse rialzarsi, venne colpito in pieno da un raggio proveniente dal petto del mecha, venendo quindi intrappolato in un campo gravitazionale.

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" E questa è fatta- disse soddisfatta Della, che aveva craccato ogni sistema di sicurezza del robot grazie ai propri poteri- salite, torniamo dagli altri.".


              *****

 

I pugni di Neon picchiavano senza pietà sulla corazza di Mando, che faceva più affidamento che mai sull’addestramento di Freya per non soccombere, sfruttando il proprio gioco di gambe e la portata della sua arma.

 

“ Lama del crepuscolo!”, esclamò roteando la lancia, generando da essa un’ampia spada di energia oscura  che abbassò rapidamente sulla spalla di Ash. Il supernero però afferrò la tecnica con due dita come fosse solida, per poi spezzarla con un ghigno.

 

“ Sai, Din, è un vero peccato tu non voglia entrare nel clan a tutti gli effetti. Con la guida della sola Malefica diventeresti uno dei più potenti Cavalieri oscuri  di questa generazione, per non contare poi le altre possibilità.”.

 

“ Della mi ha insegnato che razza di possibilità date alla gente. ‘ O lavori per noi o resti in catene finchè non cedi’, vero?”.

 

“ Proprio così…. non ti vergogni a lasciare Riku con cattivoni del nostro calibro?”.

Mando purtroppo cedette per la provocazione di Neon e, caricata la punta della lancia con una brillante energia cerulea, saltò diretto verso di lui. Il monaco saltò a propria volta e a mezz’aria afferrò il rivale da dietro, elevandosi assieme a lui sempre più in alto finchè non raggiunsero i tremila metri.

Il Dragone cominciò ad agitare le braccia, che presto presero fuoco per l'attrito con l'aria. Si divincolò il più possibile, ma la stretta del Monaco avrebbe fatto dato filo da torcere allo stesso Jormundungar.

‘ Mando- esclamò una voce nella sua mente, della cui origine era ben conscio- usa il mio potere, il tuo onore non sarà certo intaccato considerata la situazione.’

 

‘ No!- ribattè il guerriero nella propria testa- se non posso uscirne da solo allora non sono degno di brandire la Dark Saber, in primo luogo!’.

 

‘ Ah, voi Mandaloriani siete sempre i soliti testardi, ma è per questo che ho scelto di essere vostro patrono. Non deludermi.’, rispose dunque Zodiark, decidendo di restare a guardare l’operato del proprio guardiano.
 

' Come posso..... ma certo.', realizzò infine, prendendo un profondo respiro e avvolgendosi con un'aura color giada che entrò in sintonia con quella di Ash. Appena prima di colpire il terreno, l'energia del mercenario si espanse in quella di un potente drago ruggente, le cui ali si strinsero intorno ai due duellanti per passare a Mando parte dell'energia del rivale, che riuscì infine a spingerlo indietro dopo averlo indebolito abbastanza, raggiungendo il terreno con un piccolo tonfo, ma null’altro.


Ash era atterrato in ginocchio, ancora avvolto dai rimasugli dell’attacco di Mando.

“ Non mi aspettavo sopravvivessi. Che razza di trucco era?”, commentò quasi ammirato il monaco, scrocchiando il collo, un po' intontito dalla caduta. Conosceva bene la tecnica usata su di lui, il Dragoken, che consentiva di assorbire appunto una piccola parte delle energie fisiche e magiche altrui, ma era la prima volta che la vedeva applicata in un modo così inventivo.


 

“ Un consiglio.... mai farti aspettative in combattimento, agisci sempre d'istinto.”, disse Mando, prima di evocare un'alone dorato che infuse nella Darksaber, la cui energia si espanse fino ad assumere la forma di un drago nero rampante.


 

“ ZANNE DELL'OFIUCO!”, esclamò col tutto il fiato che aveva nei polmoni, sparendo per un istante prima di riapparire dietro l'avversario muovere in diagonale la Dark Saber, scagliando un fascio di energia che raggiunse l'atmosfera, scagliando Ash contro la catena montuosa che circondava la base Stecker, spaccando la base di una montagna con grande soddisfazione del Mandaloriano.


 

In quel momento Hunter e compagni tornarono. Lo Yatjua aveva gli artigli sporchi di sangue, ma aveva riportato una vistosa ferita sulla fronte, mentre Aaron aveva non pochi lividi. Wrecker…. era Wrecker si era goduto ogni singolo momento dello scontro con Sophia, aveva persino tentato di flirtare un pò, sebbene la Na’Vi non avesse gradito molto.


 

Sopra di loro si stagliava inoltre un bellissimo X- Wing nero e oro, ben più armato e grande dei tipici modelli, sulla punta il roveto verde e nero che fungeva da simbolo per gli Stecker. Alla guida si trovava Della, accompagnata da Omega ed Echo.


 

“ Saltate su prima che si riprendano, amici, è ora di lasciare Tenebrae.”, disse allegra la papera, felice di essersi presa come risarcimento per il decennio di prigionia un bel mecha trasformabile.  Ovviamente a casa l’avrebbe ulteriormente personalizzato.

La squadra di recupero e i due avventurieri appena soccorsi saltarono sull’X- Wing, che decollò davanti agli indignati occhi degli Strecken, per incontrarsi dopo qualche centinaio di metri con la nave della Bad Batch, pilotata da Emma.

“ Oh, mio dio, cos’è quel capolavoro?”, chiese l’armaiola, avvicinandosi per far salire sopra Aaron, Stan e la suddetta squadra.
 

“ Un nuovo prototipo degli scienziati di Malefica. Non vedo l’ora di usarlo contro di lei, però. Se vuoi poi ti faccio fare un giro.”, le offrì Della, attivando intanto l’accelerazione al massimo per raggiungere l’atmosfera. Nel frattempo Omega stava curando sè stessa e gli amici, lieta che tutto fosse andato per il meglio.

“ Duchessa, lord Vader, siamo lieti di avvertirvi che la missione è stata un successo.”, disse Hunter soddisfatto, facendo apparire sul suo Prizmod un’immagine della governatrice di Mandalore.


Freya posò le gambe arcuate sulla propria scrivania, sorridendo rilassata dopo giorni di tensione.

“ Eccellente, qui ci sono le cordinate per la vostra prossima destinazione. Riposerete qui qualche giorno, poi andremo sulla Terra. Tutto il nostro popolo vi deve molto….. e anche i Disney adesso.”.

 

 

******


 


 

Sora si stava esercitando nel manovrare il Keyblade con la mente, cosa allo stesso tempo più semplice e più complicata della mera telecinesi usata da altre classi.


 

Essendo la spada una vera e propria materializzazione del suo cuore, farla levitare era sostanzialmente come muovere uno dei suoi arti, ma la concentrazione era più fondamentale che mai e un semplice errore poteva far svanire la spada a forma di chiave con un certo dispendio di energie. Sarebbe stato inoltre fondamentale per imparare a usare il Keyblade Glider, un'ulteriore trasformazione dell'arma che consentiva di utilizzarla come improvvisato veicolo sia fuori che dentro da un'atmosfera planetaria.


Decisamente necessario se mai fosse naufragato su un pianeta senza possibilità di trovare un’altra astronave.

L'esercizio venne interrotto dall'arrivo di un ansimante Paperone nel parco dove maestro e padawan si stavano allenando.


 

“ Signor De Paperoni, che succede?”, domandò Ventus, andando verso il paonazzo ex capo clan. Le uniche volte in cui Paperone perdeva la calma riguardavano un affare inconcluso, ma in quelle occasioni si metteva a piangere o a sfogare l'ira su chi pensava fosse il responsabile, qua sembrava quasi felice per quanto ansioso.


 

“ Ho appena ricevuto una notizia importantissima. Corriamo al porto.”, ordinò, evocando un veicolo dal Prizmod. Non capendo oltre, i ragazzi decisero di seguirlo e corsero fino all'astroporto di Città Disney, dove trovarono Darth Vader, lady Freya e diverse altre visite inaspettate.


 

“ M- mamma?!”, esclamò stupito Qua, riconoscendo la stessa donna delle foto mostratele dagli zii. Della non era esattamente in forma, durante il viaggio era stata troppo nervosa anche per farsi un bagno e mostava ancora i segni della prigionia e della battaglia per fuggire.


 

La pilota si chinò davanti ai figli, guardandoli commossa con lacrime che le rigavano le piume.


 

“ Ho aspettanto tanti anni per rivedervi. Spero di averne molti di più per rimediare al tempo perso.”, disse con tono insperato, e prima di accorgersene i tre paperetti si fiondarono su di lei.


 

Grogu camminò lentamente e in silenzio verso Mando. Padre e figlio si scambiarono un rapido sguardo, poi il primo gli si inchinò davanti.


 

“ Ti sei mai tolto il casco?”, chiese con tono quasi piatto, sebbene sotto l’elmo entrambi si stessero trattenendo dallo scoppiare in lacrime.


 

“ No.”, rispose il piccolo alieno, ricevendo una mano sulla spalla.


 

“ L'hai mai fatto togliere ad altri?”, domandò ancora il guerriero più anziano.


 

“ No.”.


 

“ Questa è la via.”, concluse orgoglioso il Mandaloriano, prima di abbracciare Grogu più forte di quanto avesse mai fatto, alzandosi e tenendolo come quando era bambino. Paperone invece approcciò Vader, posando il bastone davanti a lui con espressione guardinga, sapendo che quel favore avrebbe avuto le sue conseguenze.


 

“ Quant'è grande il favore che ti dobbiamo?”, chiese il Geomante, incerto mentre guardava il potente Sith un tempo conosciuto come Anakin Skywalker. Quest’ultimo dal canto suo teneva lo sguardo su un nervoso Sora, analizzandolo attentamente da sotto la maschera.

Ora che lo incontrava di persona poteva decisamente dire che tra loro c’era una qualche forma di legame, per certi versi simile a quello che lo legava ai suoi stessi figli, anche se non sapeva dirne la natura esatta. Ovviamente intendeva rimediare presto a questa mancanza.
 

“ Consideralo un regalo. Ma non aspettartene altri.”, disse questi, girandosi e tornando verso l'astronave col mantello che sventolava, prima di essere paralizzato dalla proposta che seguì.


 

“ Sicuro di non volere neanche una delle torte di Elvira?”, chiese sarcastico Paperone, ben conoscendo il punto debole del vecchio amico.


 

Non che fosse difficile, la cucina della suocera tendeva a indebolire molti.


 


“ Questo è un colpo basso, Paperone- commentò secco Anakin, girandosi di nuovo verso la famiglia appena riunita- Accetterò, ma in cambio dovrai aiutarmi a organizzare un piccolissimo evento tra i nostri clan.”.


 

“ Di che genere?”.


 

“ Una bella battaglia simulata. Il pubblico impazzirà.”.


 

Paperone sorrise e strinse la mano del Sith, confermando a Sora che l’infinita lista dei suoi problemi continuava a crescere.



                                                      *************


Buonasera a tutti, spero di non avervi fatto attendere troppo e che il capitolo sia di vostro gusto, ho cercato di completarlo tra ieri e oggi. I prossimi due saranno dedicati appunto a una finta battaglia tra Disney ed Eclipse, guardata anche da molti personaggi sparsi nella galassia che userò per introdurre altre sottotrame. A presto.
P.S. Jecht è un personaggio di Final Fantasy X, Alameda viene da ' Mucche alla Riscossa', Inquinator fa parte della rogue gallery di Paperinik e i quattro compagni di Garland vengono da Stranger of Paradise, prologo del primo Final Fantasy.
  
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