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Autore: Musical    09/09/2023    0 recensioni
Lucian venne arrestato e portato ad Azkaban, trasportato in una cella con un altro uomo, molto silenzioso.
Chi era?
Erano scappati e s'erano nascosti, per il momento erano al sicuro... Barty, Lucian aveva scoperto il suo nome, era ancora sotto l'effetto del Bacio del Dissennatore, ma presto si sarebbe risvegliato, il Lycan ne era certo.
Crossover Harry PotterxUnderworld
[Barty Crouch Jr./Lucian]
Genere: Dark, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Crack Pairing | Personaggi: Altro personaggio, Bartemius Crouch junior
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto, Contesto generale/vago
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L’imbrunire si stava facendo spazio nel cielo, regalandogli la possibilità di nascondersi, come un fedele mantello che l’accompagnava da quando aveva memoria. Lucian chiuse gli occhi, prendendo un profondo respiro. Tra le mani teneva l’indumento capace di rendere invisibili. Prima d’andare a questo fantomatico ospedale, San Mungo, che i dipinti gli avevano consigliato, voleva testare l’efficacia di questo mantello.

“Stai di guardia”, disse a Winky.

La piccola elfa si strinse un po’ di più sulle spalle. Non sembrava particolarmente a suo agio.

“E se dovesse succedere qualcosa a Padron Barty? Winky non se lo perdonerebbe mai.”

Il tono dell’elfa intenerì il cuore di Lucian, il quale si voltò e s’inginocchiò di fronte a Winky.

“Ascolta, non mi allontanerò tanto. Starò via massimo un’ora, non di più. Il tempo di vedere da me gli effetti di questo mantello.”

Winky annuì, asciugandosi il naso con il braccio.

“Deve fare attenzione, Signore. Lei e Padron Barty siete ricercati.”

Lucian le accarezzò la testa, sorridendole comprensivo. Una volta tornato in piedi fece un balzo, prendendo a correre verso il villaggio più vicino.

L’argento cominciò a bruciargli, scorrendo dentro le vene, ma il Lycan fece il possibile per non dargli peso. Se era riuscito a sopravvivere nonostante tutto, c’era un motivo. E lui voleva scoprirlo.

La falce di luna sbucò dalle nuvole per vedere che Lucian avvolgersi il mantello, facendo ben attenzione che tutto il corpo fosse coperto, una volta giunto in prossimità del villaggio. Appurato che era completamente nascosto, s’incamminò. Molto presto, si rese conto che il mantello serviva solo a rendere invisibili, poiché il cartello di un negozio, contro cui aveva urtato, aveva preso a cigolare.

Gli abitanti del villaggio, però, sembravano completamente ignari della sua presenza, e questo fu un punto a suo favore. Poteva dirigersi verso questo fantomatico ospedale senza farsi scoprire.

Un altro problema gli si presentò davanti, ostacolandogli il cammino. Dove si trovava l’Ospedale?
Lucian andò alla ricerca di una biblioteca, una piccola libreria, qualcosa che gli potesse dare le giuste indicazioni per raggiungerlo.

Dovette girovagare per il villaggio ancora qualche minuto, prima d’intravedere un piccolo edificio con un cartello affisso. ‘Biblioteca’. Ancora nascosto dal mantello, Lucian entrò, facendo credere alle poche persone ancora presenti che la porta si era aperta da sola.

Lesse tutti i titoli dei libri, ma nessuno di loro parlava di ospedali. Dopo un profondo respiro per mantenere la calma, Lucian fece un passo indietro, urtando accidentalmente contro qualcuno. Si voltò e vide un uomo che gli stava fissando gli occhi.

Appena vide che l’uomo stava alzando una mano per toccarlo, Lucian non fece in tempo a fermare l’istinto e strattonò via la mano, facendo allertare l’uomo.

“C’è qualcuno con un mantello invisibile!”

Lucian non ci pensò due volte e prese a correre, uscendo senza preoccuparsi di fare il minimo rumore, avvalorando la teoria di quell’uomo.

L’argento aveva ripreso a provocargli dolore per la corsa, tuttavia non poteva fermarsi, doveva continuare. Lucian spostò il mantello per non avere intralci, scoprendosi ulteriormente. Fu appena fuori dal villaggio che si ritrovò davanti tre uomini, ognuno di loro gli puntava una bacchetta contro.

“Non fare un altro passo.”

“Tu sei quello che è fuggito da Azkaban.”

“Che fine ha fatto il figlio di Crouch?”

Lucian non rispose, non ebbe tempo e modo, poiché uno dei tre pronunciò una parola a lui sconosciuta e l’ultima cosa che vide prima di essere scaraventato lontano fu uno spostamento d’aria, come se un proiettile sparato ad alta velocità l’avesse fenduta.

Lucian cadde a terra, lamentandosi per il dolore che l’argento gli stava provocando, doveva andare via il prima possibile da lì. Alzò lo sguardo, notando come i tre maghi lo stavano guardando impauriti.

“Perché non è svenuto?”

Lucian provò a rialzarsi, quando una fitta di dolore gli percorse tutto il corpo, come se fosse stato frustato da mille catene d’argento.

“Fermo! Vuoi che ci arrestino perché abbiamo usato una delle Maledizioni?”

“Quelli sono talmente impegnati a combattere… Tu sai chi, che non terranno conto se ho calcato un po’ la mano con quest’essere. Crucio!”

Lucian riprese ad urlare, non riuscendo più a distinguere il dolore dovuto all’argento che aveva in corpo oppure a quel dolore che stava provando. Aprì a malapena gli occhi e vide che uno di loro gli stava puntando contro quella bacchetta. Un’altra esclamazione di quell’uomo lo fece urlare dal dolore, mentre le immagini della sua vita gli passano davanti agli occhi.

Lo sguardo ceruleo della sua amata Sonja gli penetrava la mente, mentre il dolore fisico diventava sempre più insopportabile. Si sentiva le ossa come rompersi, la pelle squarciarsi, le tempie come premute da una morsa, più stretta della presa di un vampiro. Lucian si agitava e si dimenava, cominciando a versare qualche lacrima per il dolore. Il ricordo della voce vellutata di Sonja divennero flebili sussurri sovrastati dalle urla di Lucian, che divennero meno umane e più animalesche.

Il ricordo della morte di Sonja lo fece trasformare, sotto lo sguardo sbigottito ed impaurito dei tre uomini. Il suo basso ringhio gli rimbombò nel petto, mentre i suoi denti facevano bella mostra di sé.

“Ma… Oggi… Non c’è la luna piena.”

Lucian ringhiò. Nonostante l’argento gli stesse facendo male, riuscì ad evitare quei fasci di luce e spostamenti d’aria emanati da quelle bacchette, fino a trovarsi vicino i tre uomini. Lucian li guardò uno ad uno, fiutando il loro odore di paura.

La falce lunare assistette silenziosa al massacro di quei tre uomini per mano del Lycan. Una volta terminato, i loro corpi smembrati giacevano a terra. Lucian tornò essere umano e, guardando quelle tre bacchette, decise di prenderle, immaginando che Winky potesse dirgli qualcosa in merito.

Si rimise il mantello, guardando un’ultima volta il macabro spettacolo attorno a sé; pochi secondi dopo prese a camminare, tornando in quella dimora dove lo stavano aspettando.

“Il mantello funziona.”

Winky continuò a dare da mangiare a Barty.

“Il Signore dubitava delle parole di Winky?”

“No, solo che non mi era mai capitato di vedere simili dispositivi. Da dove vengo io, è tutto basato sulla tecnologia, anche i vampiri ne fanno uso.”

Winky si voltò, osservando Lucian con i suoi grandi occhi innocenti.

“Lei ha visto i vampiri?”

“Peggio,” il suo volto non poté trattenere una smorfia di rabbia mista ad orrore, “sono stato il loro schiavo per secoli”.

Solo il rumore degli spifferi cercava di dissipare il silenzio venutosi a creare tra i due.

“C’è uno strano modo di attaccare e difendersi, qui. Le persone non usano pistole o dispositivi tecnologici.”

“Il Signore proviene dal mondo dei babbani?”

“Come?”

“Gli esseri senza magia. Winky non ne ha mai visto uno, ma ne ha sentito parlare.”

Lucian rimase in silenzio per pochi istanti.

“Quindi, mi vorresti dire che qui tutto è magico?”

L’elfa annuì. “La magia compone il mondo. Poche sono le creature che non sanno usarla.”

“Tu sei una di quelle creature che sanno usarla, dico bene?”

Winky tentennò, dedicandosi a dare da mangiare a Barty.

“Puoi fare tutto con questa tua magia? Puoi curarmi dall’argento?”

L’elfa rimase in silenzio, sospirando profondamente.

“Purtroppo, non tutto può essere curato con semplici magie. Il Signore ha bisogno di incantesimi potenti, che Winky non può svolgere. E che solo al San Mungo sanno compiere. Come le hanno detto i quadri dei padroni.”

Lucian prese a guardare fuori dalla finestra, mordendosi le unghie e ringhiando silenziosamente. L’ultima trasformazione l’aveva indebolito più del previsto.

“Ho provato a cercare indicazioni, su dove trovarlo… Ma in quella biblioteca non c’era scritto niente.”

“Solo i maghi possono arrivarci.”

Lucian lanciò un’occhiata a Winky.

“Il tuo Padrone è un mago, vero?”

Winky si voltò titubante, per poi rigirarsi subito, rimanendo in silenzio, ma Lucian non demorse.

“Se è riuscito a svegliarsi una volta, è possibile che si risvegli ancora”, s’alzò dalla poltrona, dirigendosi verso il letto.

“Hai detto che non c’è possibilità per lui di svegliarsi, vero?”

“Il Bacio del Dissennatore è… Troppo potente, per essere spezzato.”

“Ma può essere indebolito. Come lo spiegheresti altrimenti quello che il tuo Padrone ha fatto una settimana fa?”

Winky abbassò la testa, sospirando.

“Winky non lo sa. Una persona, rimanere in vita dal Bacio del Dissennatore… Non è mai successo…”

“Vorresti che il tuo amato Padrone muoia?!”

Lucian vide gli occhi lucidi dell’elfa implorarlo con lo sguardo di non infierire, e il Lycan s’acquietò, domandando perdono per aver alzato il tono della voce. Prese a camminare avanti e indietro per la stanza, volendo trovare una soluzione per il suo problema, si sentiva come un animale in gabbia e la situazione del suo ex-compagno di cella non l’aiutava a rimanere calmo. Senza contare che aveva ucciso tre di quei maghi…
Non che fosse preoccupato dall’aver tolto dalla Terra tre anime, le sue mani erano intrise del sangue delle sue vittime, ma l’idea di ritornare in quella prigione sperduta, sorvegliata da quei fantasmi non l’allettava. Il Lycan sospirò, guardando il soffitto.

“Sembra di stare in un fottuto labirinto, senza via d’uscita.”

Dei mormorii provenienti dall’altra stanza attirarono la sua attenzione, e il Lycan camminò il più velocemente possibile verso la sua meta. I quadri potevano sapere come trovare questo ospedale.

“No! Assolutamente no! È inconcepibile pensare che noi, stimati maghi della famiglia Crouch, aiutiamo un Mangiamorte.”

“Mangiamorte che non sono.”

“Ma hai aiutato uno di loro ad evadere.”

“Non possiamo sorvolare su questo dettaglio.”

“Ma fa parte della vostra famiglia.”

“È un traditore! E i traditori devono essere trattati come tali!”

Lucian ringhiò sommessamente, addocchiando quei quadri come se fosse pronto a strappare le tele una ad una. L’ultimo quadro su cui i suoi occhi si soffermarono ritraeva una persona che non aveva ancora pronunciato parola.

“Lei, almeno, mi può dare una risposta?”

La Signora Crouch guardò Lucian dritto negli occhi, poi sospirò, vinta dall’amore materno che provava per suo figlio.

“Il San Mungo si può trovare solo grazie ad una magia. Un mago che ha la bacchetta può entrare e uscire da lì.”

Lucian fece un passo in avanti verso il ritratto della donna, non ponendo attenzione alle lamentele degli altri quadri.

“Basta un mago e una bacchetta, quindi.”

La donna sospirò e chinò la testa, ricevendo gli insulti dagli altri ritratti.

“C’è un modo per spezzare questo… Bacio del Dissennatore?”

I quadri inorridirono alla domanda, la maggior parte degli uomini ritratti s’alzarono e andarono via, lasciando il quadro con solo il paesaggio e una seduta vuota.

La donna negò col capo, alla domanda di Lucian.

“Sapere che mio figlio ha subìto una ‘sì crudele sentenza… Il mio bambino…”

Lucian sentì una morsa all’altezza del petto e decise di dare un po’ di sollievo a quella donna affranta.

“Suo figlio è vivo, in realtà… Ha… Ha reagito e… Ha provato ad attaccarmi… Winky si sta occupando di lui in questo—”

Un rumore metallico, proveniente dalla stanza di Barty, attirò l’attenzione di Lucian il quale, dopo essersi scusato con la donna, si precipitò in camera.

Con le mani poggiate sullo stipite della porta, Lucian vide come Barty si stesse agitando sul letto, tenendosi il braccio sinistro, mentre Winky tentava di avvicinarsi al giovane mago.

“Cos’è successo?”

L’elfa si voltò per guardare Lucian, implorando aiuto con lo sguardo.

“Ha… Padron Barty ha iniziato ad… Ad agitarsi… All’improvviso… Winky non… Winky non ha idea di cosa sia successo…”

“Va bene. Tranquilla. Ha qualche posata d’argento con sé?

“No.”

Lucian s’avvicinò al letto di Barty


NdA: E questa è la fine della storia… ho questo capitolo scritto fino a qui dal 17 luglio, dopo mesi (se non un paio di anni) che non riuscivo più ad aggiungere un capitolo… A grandi linee, vi racconterò quello che avevo in mente, a cominciare da qui: Lucian avrebbe notato il Marchio di Barty e non conoscendo alcuna magia, avrebbe fatto il possibile per tagliargli la pelle del braccio, con un Barty non proprio contento, eh:

“No... Tocca...... Re…”
“Non toccare? Ti sta facendo male!”

NdA: Anche perché, avrei raccontato che anche Lucian aveva un marchio che, per chi non conosce Underworld, simboleggiava la sua schiavitù.

Una risata cristallina l’avvolse, riscaldandogli il petto, mentre delle labbra rosee gli sfiorarono il volto. Lucian aprì gli occhi, il volto di Sonja era illuminato dalla luce della luna

NdA: Lucian avrebbe cominciato a delirare per la febbre, sognando la sua amata Sonja, dovuta dall'avvelenamento dell'argento, mentre Barty si sarebbe ripreso sempre un po' di più, nonostante i suoi sbalzi della memoria. Tuttavia, intuendo che non possedeva più la bacchetta, ormai ad Hogwarts, si sarebbe diretto da Olivander, avvolto dal mantello dell'invisibilità:

“Cosa ci fai tu qui?"
"È sempre un piacere far visita ai parenti, vero? Ti sono mancato, nonno?"

NdA: perché certe nozioni prese su Internet, mi avevano fatto immaginare che la mamma di Barty fosse stata la figlia di Olivander (leggasi anche come un modo per far riavere a Barty la bacchetta senza passare per Hogwarts xD) Dopo aver ottenuto la bacchetta e alcune peripezie (ossia tra perdite di coscienza, momentanee amnesie e stati confusionali, in cui crede di trovarsi ai tempi della scuola, o sotto le mentite spoglie di Moody), Barty sarebbe tornato a casa, felice e gioioso come solo un Magoscuro potrebbe essere, pronto per raggiungere nuovamente il suo Signore Oscuro, tuttavia Lucian sta ancora delirando a casa sua, quasi sul punto di morte.

"Dovresti andare al San Mungo per il tuo problema."
Lucian lo guardò, il respiro pesante... "Non ho nessun problema."
Barty si voltò verso di lui e a passi svelti lo raggiunse, prendendogli il braccio per fargli vedere le vene dilatate. "E di queste che mi dici, eh?!" urlò inuminendosi le labbra. "L'argento ti sta uccidendo da dentro, se non te ne fossi reso conto! E non ci vorrà tanto prima che tu esala il tuo ultimo respiro..."
Il Mago Oscuro s'avvicinò a Lucian, estraendo la bacchetta. "A meno che tu non voglia che io finisca il lavoro", propose sorridendo maniacale, i suoi occhi, illuminati da una luce verde che la bacchetta stava cominciando ad emanare, brillavano di pazzia, consapevoli di far rabbrividire chiunque, persino un verme come Bartemius Crouch Senior.
Tuttavia, il Lycan allontanò la bacchetta con noncuranza, e la luce verde cessò. "Non ci pensare nemmeno."
Barty si mise a ridere, leccandosi poco dopo le labbra. "Sarebbe un onore per--" non riuscì a finire la frase, che venne allontanato da Lucian con uno strattone.
"Ti ho detto di no!" mostrò le zanne, pronto ad usarle se necessario.
"Allora il San Mungo è l'unica soluzione per te... Sempre se non è troppo tardi."
"Cosa sarebbe?"
Barty si rialzò a fatica, gli arti cominciarono a tremare tanto che dovette divaricare un po' le gambe per mantenersi in piedi, mentre la vista si faceva sempre più appannata. "Il miglior ospedale dell'Inghilterra, non c'è malattia che non sappiano curare, lì... Tranne le malattie mentali", sogghignò, pensando ai coniugi Paciock.

NdA: Dopo altre peripezie, Barty riesce a trasportare Lucian al San Mungo e, con un Imperius di là, un Imperius di qua, qualche Crucio ogni tanto, avrebbe salvato la vita a Lucian. E i due sarebbero tornati a casa Crouch, iniziando a conoscersi meglio.

Non sei mio figlio, ricordava, hai ucciso tua madre per il tuo egoismo, non aveva chiesto nulla, se fosse stato per me, saresti morto ad Azkaban, la sensazione era reciproca. Bartemius Crouch Jr. guardò fuori dalla finestra, come se fosse tornato in quello stato di vuoto mentale, guardò in un'altra direzione solo quando sentì che la porta si stava aprendo.
"Ciao", disse Lucian, posando a terra ciò che era riuscito a raccogliere dagli abitanti del villaggio, "stai bene?".
Barty ridacchiò amaramente. "Lo chiedi come se fossi davvero preoccupato".
"Beh, lo sono, che tu ci creda o no", affermò il Lycan, mentre si sdraiava non lontano da Barty. "Eri come paralizzato, settimane fa. Essere preoccupati è l'unica cosa che posso fare".
"Racconta le tue insulse bugie a un qualcun altro, licantropo, non a me".
"Lycan! Per l'ultima volta, sono un Lycan!".
"Sempre lupo, non cambia molto".
Lucian gemette e guardò in alto. "Tuo padre si chiama Bartemius Crouch?".
"Smettila di farmi domande!", lo rimproverò, scompigliandosi i capelli castani.
Lucian rimase in silenzio per un momento, appoggiando la testa al muro.
"Frederick".
"Cosa?!"
"Mi sarebbe piaciuto chiamare mio figlio così".
Barty si voltò a guardarlo. "Hai un figlio?".
Lucian sorrise malinconicamente: "L'avrei avuto, o magari una figlia, ma hanno ucciso la madre prima che potesse darlo alla luce".
Barty era pronto a gridare che non gli importava, ma quando capì cosa era successo a Lucian, chiuse la bocca e distolse lo sguardo, mentre stringeva l'abbraccio.
"Non è poi così male", sussurrò ma Lucian lo sentì, "Frederick, per essere un cucciolo di lupo".
Il Licantropo sorrise, ringraziandolo sommessamente: "Era un ibrido tra Lycan e vampiro".
Barty si leccò le labbra. "Qualcosa di molto raro, sicuramente".
Lucian rise, seguito da Barty, la tensione tra i due si era allentata, il buio l'aveva aiutata.
"Credo che andrò a dormire. e tu?"
Barty annuì. "Non ancora".
"Dovresti. Beh... Buonanotte".
Il cuore del mago si strinse e il suo respiro si fermò mentre il licantropo si sdraiò per dormire, dopo un po' Barty girò la testa per guardarlo, gli occhi ancora spalancati.
No, scosse la testa, era solo un metodo per trarre vantaggio, quel mostro lo faceva solo per pietà, solo perché gli dispiaceva per Barty, non c'erano altre spiegazioni."

Nda: in una di queste chiacchierate, Lucian avrebbe raccontato la propria storia: era nato come schiavo, da due Licantropi, il primo della propria specie poiché riesce a trasformarsi in lupo a suo piacimento, senza dover attendere la luna piena. Avrebbe raccontato di Sonja, il suo più grande amore, una vampira, figlia del capo che tiene i licantropi schiavi. la situazione si sarebbe fatta sempre più pesante e pressante, perché Voldemort è vivo, Barty lo vuole raggiungere, ma ci sono i dissennatori che gli danno la caccia.

Lucian guardava fuori dalla finestra, il cielo era nuvoloso e un forte vento smuoveva le fronde degli alberi, creando un sibilo simile a quello dei vampiri; il Lycan chiuse gli occhi ed inspirò profondamente, concentrandosi solo su quel rumore, quando una mano si posò pesantemente sulla sua spalla, facendolo voltare di scatto per ritrovarsi il volto di quel mago dallo sguardo folle.
"Che c'è?"
Barty sembrò non apprezzare molto il tono usato da Lucian, tanto che gli lanciò un’occhiata di rimprovero, iniziò in seguito a provare ad articolare qualcosa, c'impiegò un paio di minuti.
"T... T-toooo... R... E... Tttooorrr... E. Torre."
Lucian annuì comprensivo e cominciò a seguire il padrone di casa verso le scale, notando quanto quell'uomo fosse ancora claudicante

NdA: con un incantesimo, i due avrebbero notato che i dissennatori di azkaban erano sopra le loro teste, incapaci di vederli per l'incantesimo dell'invisibilità che Crouch senior aveva lanciato sulla propria casa… tuttavia, quanto tempo sarebbe trascorso prima che qualche mago si fosse accorto del gruppo di dissennatori che vagava intorno al "nulla"? Così, Barty, Lucian e Winky (che si comporta in maniera strana) decidono di scappare da casa Crouch…

Barty vide l'uomo cadere ed essere circondato dai dissennatori, che gli stavano togliendo le forze per essere pronti a baciarlo; sapeva cosa significava e, per questo motivo, il mago tirò fuori la bacchetta rubata e la puntò contro i dissennatori. Non avrebbe mai immaginato di usarla, pensando a qualche pensiero felice, ricordando il primo incontro con Voldemort, il momento in cui aveva ucciso suo padre, quando stava per uccidere Harry Potter, e lanciò l'incantesimo.
"Expecto Patronum".
La bacchetta sprigionò un fascio di luce bianca e argentata che, come previsto, inizialmente non prese forma, ma con grande sorpresa di Barty l'incantesimo assunse la forma di un lupo umanoide e riuscì a scacciare i dissennatori da Lucian. I dissennatori fuggirono, mentre Lucian rialzava la testa molto lentamente per guardare il mago.
Affannato, le gambe non lo reggevano più e Bartemius cadde a terra. N-no, doveva essere diverso, perché il suo Patronus aveva assunto una forma del genere? Aveva sempre immaginato una forma di serpente, per essere più simile al suo Maestro. Per la barba di Merl—
"Stai bene?"
Barty spostò la vista per vedere quegli occhi azzurri che lo guardavano, era disgustato di essere il centro di quella pietà… non voleva assolutamente un trattamento del genere.
"Togli quell'espressione pietosa dal tuo viso".
Lucian sbuffò e si accasciò a terra, riprendendo fiato. "Sai? Era meglio quando eri inerme".
Barty rise leggermente, suo malgrado, prima che l'oscurità lo avvolgesse di nuovo.



Una mano gli afferrò il polso e Barty fu trascinato in un vicolo stretto e buio, ritrovandosi con la bocca coperta da una seconda mano e un corpo caldo, quasi bollente, che lo premeva contro il muro.
Il mago aprì gli occhi e aggrottò le sopracciglia scoprendo due pupille blu che guardavano la strada principale: che diavolo ci faceva lì? Con rabbia, Barty usò la mano libera per togliere quella di Lucian che gli chiudeva la bocca e cominciò a rimproverare il licantropo.
"Cosa ci fai qui, per la barba di Merlino!".
"Shhh!" Gli intimò Lucian, lanciandogli una rapida occhiata. "Stai zitto!"
Visibilmente irritato, Barty si avvicinò al volto di Lucian: "Non venire a dirmi cosa devo fare".
Lucian lo guardò di rimando, infastidito dal tono usato da Barty, anzi era straordinariamente colpito dal fatto che il mago non fosse intimidito da quella vicinanza.
"Allora evita di farti seguire la prossima volta".
Barty si bloccò, allargò gli occhi e gli si fermò il respiro: "Come fai a..."
"Quante volte devo ricordarti che sono un lican? Dovresti usare uno dei tuoi trucchi per far perdere le tue tracce".
Barty tornò a respirare e cominciò a frugare nelle tasche alla ricerca della bacchetta, ma il poco spazio rendeva le cose un po' difficili. "Spostati!"
"Non ho tanto spazio per muovermi, e se uscissi rischierei di essere sospettato!".
"Ok! Ok! Allora fermati e lascia andare il mio polso!".
Lucian obbedì, sentendo la mancanza di qualcosa da stringere, ma appoggiò le mani al muro continuando a guardare la strada principale, grida disumane si stavano avvicinando.
"Presto!"
Il mago fece un verso di frusta come risposta. "Si è incastrata!", appoggiò la fronte sulla spalla di Lucian mentre stringeva i denti e cercava di usare entrambe le mani per estrarre la bacchetta.
I sensi del licantropo erano in allarme, erano così vicini, così dannatamente vicini!
Barty, dopo vari tentativi, riuscì a estrarre la bacchetta, ma fu subito afferrato per la vita da un corpo peloso che lo issò sul muro, mentre quel mostro cercava di arrampicarsi tra quei due edifici con una zampa.
"Che diavolo stai facendo?".
Lucian emise un basso ringhio, dominato dal lamento di quei fantasmi. Il licantropo lanciò un'occhiata sotto di loro, prima di guardare Barty e annuire con la testa.
"Non credere che non avessi già intenzione di farlo", ringhiò di rimando, poi puntò la bacchetta verso il basso, aggrappandosi al mantello nero di Lucian, sorridendo sinistramente ai dissennatori.
"Prendete questo!", rise maniacalmente, leccandosi l'angolo della bocca come era solito fare.
"Expecto Patronum".
Per la seconda volta evocò quell'incantesimo, e ancora una volta prese la forma di un lupo umanoide. Barty, dopo essersi goduto i lamenti e la fuga di quei dissennatori, studiò la forma del suo Patronum, voltandosi alla sua sinistra per vedere il mostro che lo stava schiantando tra quel corpo massiccio e il muro... Gli occhi del mago si allargarono quando si rese conto che il suo Patronum era identico a quell'essere.
"Questa volta ci siamo persi ben poco...". Lucian respirò mentre abbassava lo sguardo, tornando normale ma non scendendo ancora, poi si girò alla sua sinistra, trovando Barty con un'espressione mista tra lo stupito, il sorpreso e il disgustato sul volto, mentre era ancora aggrappato al licantropo. "Qual è il problema?"
Il mago sbatté le palpebre un paio di volte, dopodiché tornò il solito irritabile che Lucian stava imparando a conoscere.
"Il problema è che tu non scendi! Potrebbero tornare in qualsiasi momento e tu—".
"Sì, sì, come desidera, signore".
Entrambi scesero, Barty fu il primo a uscire da quella strettoia, seguito poco dopo da Lucian.
"Non c'è di che".
"Non ti ho ringraziato".
"Dovresti."
"La prossima volta userò un Avada Kedavra per ringraziarti".

NdA: scappare per raggiungere Voldemort che era a conoscenza dell'arrivo di Barty (si sarebbe scoperto, infatti, che Winky era sotto incantesimo Imperius, controllata da Voldemort…) tuttavia, se Barty pensava ad un premio per essere stato il migliore Mangiamorte, in realtà gli aspetta la morte, poiché Voldemort era arrivato a sapere che Barty aveva provato ad uccidere Harry… il signore oscuro avrebbe colpito Lucian con un Imperius e Barty si sarebbe trovato a combattere con colui che ormai considerava un amico, un compagno, un… qualcosa… Battaglia atroce, in cui Barty cerca di mantenersi cosciente e vigile, sarebbe riuscito a liberare Lucian dall'Imperius, sarebbero fuggiti insieme a Winky (anche lei tornata libera), lasciando Voldemort al suo destino (quello canonico)... Barty sarebbe ricaduto in uno stato di coma, e Lucian avrebbe trovato un luogo, lontano da maghi, dissennatori, vampiri e licantropi, solo per loro tre… nonostante la preoccupazione per la salute di Barty, avrebbe continuato a prendersi cura di lui insieme a Winky, finché un giorno…

Passarono le settimane e Lucian rimase al fianco di Barty, in ogni caso, prendendosi cura di lui; il Lican sospettava che non fosse facile stare vicino all'ex Mangiamorte, ora che si trovava approssimativamente in uno stato semi-vegetativo: i suoi occhi marroni erano sempre diretti sul soffitto, o sul cielo, senza accorgersi di quanti giorni e notti fossero già passati. Lucian si ritrovò a parlare di più con Barty, anche se non poteva ascoltarlo o rispondergli, a toccargli le mani e a baciargli le labbra, pregando di avere di nuovo con sé quell'uomo strano che aveva iniziato a sopportare.
Dissero a Lucian che poteva essere impossibile, ma il licantropo credeva nei miracoli. Poi, un giorno, accadde.
"Ehi"
"Oh, ehi", Lucian non riusciva a guardare bene Barty, aveva la vista annebbiata, "Come stai?".
"Da… da quanto tempo so—".
Troppa voglia di rispondere, ma Lucian non disse nulla, accarezzò semplicemente la guancia del Mago: "Non importa, sei qui, sei tornato".
Barty sorrise, leccandosi le labbra con quel tic che aveva: "Avevi qualche dubbio?"

NdA: I tre avrebbero continuato a vivere tranquillamente, nascondendosi tra i babbani, sotto falsi nomi…
Questa era l'idea… tuttavia, la scrittura non è più dalla mia parte da tempo e, considerando che mi dispiace non poter dare un finale alla storia, ho preferito scrivere queste parole, alternandole ai pezzi che in questi anni avevo scritto… mi dispiace non potervi dire altro, mi dispiace lasciare questa storia senza un vero sviluppo… semplicemente mi dispiace…

   
 
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