Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: martyvax    18/09/2023    0 recensioni
Se Sesshomaru avesse provato dei sentimenti per una demone straniera e per troppo orgoglio l'avesse ferita e allontanata il giorno in cui è nato Inuyasha?
Lei si batterà per proteggere il piccolo ancora in fasce fino a creare con lui un forte legame, crescendolo.
Richiamata dal suo clan sarà costretta a lasciarlo da solo, ormai adulto.
Nel momento del ritorno in Giappone riuscirà Sesshomaru a riconquistare la sua fiducia e farla innamorare di sé?
Cap 3:
«Tutto ciò che vuoi, ma non morire!» Si guardava freneticamente attorno, con le lacrime che le rigavano ampiamente il viso. Aveva perso l'uomo più vicino a un padre che avesse mai avuto e ora anche lei, Izayoi, la sua unica amica.[...]
«Proteggi il mio bambino, sì forte. Dovete... vivere!»
Cap. 32:
«Mi pare evidente. Quei due testoni sono fatti per stare insieme, hanno già praticamente una figlia insieme. Per non parlare del fatto che nessuno desidera una Principessa dell’Ovest diversa da Kuria. Con il pessimo gusto che ha chissà che scelte potrebbe fare quella lastra di ghiaccio.»
Eventi dalla 4° stagione in poi, buona lettura!
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Nuovo personaggio, Sesshoumaru, Signora Madre | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Orgoglio smisurato

Le due compagnie furono letteralmente costrette ad accamparsi insieme. Questo perché al primo tentativo di Kuria di allontanarsi con Inuyasha e Isidorus, per poter elaborare al meglio una strategia di attacco verso il nemico, quella che a tutti gli effetti era sua figlia adottiva pianse e strepitò. Allo stesso tempo Rin non voleva assolutamente separarsi dal suo signor Sesshomaru, quindi divenne un’inconsapevole collante.

Incredibilmente Sesshomaru non proferì parola davanti a quegli urli, ma in realtà di rado la sgridava. Kagura tentò di blandirla dicendole che non poteva intralciare entrambi i demoni, che dovevano adempiere ognuno ai propri doveri.

Hikari si dovette trattenere dallo spaccarle il viso a suon di tessen. Ventaglio contro ventaglio. Conosceva fin troppo bene il reale obiettivo del discorso della demone, ovvero l’allontanamento di Kuria dal Principe. Decise quindi di intervenire.

«Sorella, non ti devi preoccupare. Resta con la tua giovane Erede, io e Isidorus pattuglieremo questa zona per tutto il giorno! Questa notte invece potrebbero andare Inuyasha e Miroku. Domani mattina elaboreremo un piano di azione, vedrai! Vieni Isidorus! Andiamo!» Prese sottobraccio il sorpresissimo demone con una risatina allegra e lo spinse lontano da sua sorella.

«Principe, siate carino, accompagnate Rin e mia sorella a fare una passeggiata solo tra di voi! Alla piccola farà bene, ve lo assicuro!» E detto ciò costrinse al decollo anche Isidorus.

Due al prezzo di uno, che fine giocatrice sono, si disse da sola gongolando per la sua idea. Da tempo sapeva di essersi innamorata di Isidorus, forse già dalla prima volta in cui i loro occhi si erano incrociati. Peccato che lui pensasse solo a sua sorella. Da ciò che l’era stato raccontato se il Generale non fosse mai giunto probabilmente lui l’avrebbe perfino chiesta in sposa.

“Temevo di non rivederlo mai più, ma ora che è qui la pacificazione e unione tra mia sorella e Sesshomaru diventa più impellente. Quella maledetta demone delle iridi rosse, ogni volta che la incontro fa gli occhi languidi al Principe. Spero che Kuria si infuri.”

Il resto della enorme compagnia rimase alquanto allibito.

«Penso che la soluzione di Hikari sia l’ideale, Kuria. Per me non c’è problema a fare una ronda notturna. Tu, Inuyasha?» Il monaco si voltò verso il mezzo-demone che si limitò ad alzare le spalle. La ronda lo lasciava completamente indifferente, ma ciò che stava iniziando a intuire no.

In tutto quel delirio Kuria era rimasta con gli occhi sgranati, senza sapere bene come muoversi.

Ammetteva di essersi infastidita sentendo Kagura parlare con quel tono a sua figlia, per quanto ciò che diceva fosse giusto non era lei la madre della bambina. Stava al massimo a sé, o a Sesshomaru eventualmente, il compito di ammonirla.

La reazione di sua sorella era stata ancor più sorprendente. Una passeggiata con Sesshomaru? Come veniva in mente a quella pazza di farli passeggiare da soli? Per quale astruso motivo, poi? In quel turbinio di domande non si accorse che Rin tentava di salirle in braccio, ne assecondò il desiderio restando sovrappensiero. Pochi istanti dopo il suo corpo volava distaccato da terra senza che avesse aperto le ali.

«Eh?» Sobbalzò stringendo meglio Rin per non farla cadere in terra.

«Padrone! Dovete andate?» Jacken gracchiava a terra disperato mentre Sesshomaru si allontanava con Kuria e Rin da solo.

«Sesshomaru, maledetto!» Inuyasha fece per estrarre Tessaiga e inseguirli, certo che lui stesse rapendo la sorella in un momento di distrazione. Cambiò idea e si immobilizzò dopo che il maggiore girò leggermente la testa per fulminarlo con lo sguardo.

«Credo… che abbia seguito il consiglio di Hikari.» Gli sussurrò allora Kagome.

«Poteva allontanarsi a piedi, come tutti. Eh! Lui e il suo maledetto orgoglio.» Piegò le labbra in una smorfia di stizza e acidità.

«Sei un ingrato Inuyasha! Devi portare più rispetto a tuo fratello, il mio padrone è sempre troppo indulgente con- ahi!» Il kappa si ritrovò pieno di pugni in testa e lì si concluse la sua arringa. Pochi attimi dopo anche Kagura si sollevò alta in cielo sulla sua piuma.

***

Sesshomaru planò delicatamente su un prato fiorito, un luogo già visitato nelle esplorazioni delle settimane passate e quindi più sicuro per lasciare Rin libera di scorrazzare.

Perché avesse seguito di colpo il consiglio di Hikari neanche lo sapeva, non si era interrogato a lungo sul da farsi. Forse voleva allontanarsi da Kagura. Per lei nutriva principalmente una sorta di pietà, per la condizione alla quale era stata ridotta da Naraku, perché era quasi morta per i miasmi pur di essere libera. Gli aveva ricordato ancora una volta Kuria, ma allo stesso tempo si dimostrava estremamente diversa. Il loro rapporto era diverso!

Come quando erano stati costretti a passeggiare insieme a palazzo rimasero entrambi a lungo in silenzio. Solo il suono degli uccellini e di Rin che giocava faceva da sottofondo musicale.

«Quindi non sei fuggita da me.»

«Come?» La demone mezza aquila si girò verso di lui, inclinando la testa per cercare di comprendere.

«Me lo hai detto tu, non sei fuggita e hai i tuoi motivi per non sposarmi.»

«T-tu come fai a sapere di questa conversazione?» Sesshomaru la osservò diventare paonazza e boccheggiare. Lasciò che ci arrivasse da sola all’ovvia conclusione che entrambi erano stati preda della magia di Badma e si erano davvero incontrati in un mondo onirico.

«Oh Dei!»

Lui si divertì a vederla scomposta per la prima volta da quando era tornata. Kuria si appoggiò al tronco di un albero e si massaggiò le tempie, non sentiva alcuna voglia di continuare quel discorso.

«Te lo chiedo ancora una volta, quali sarebbero questi buoni motivi?» Le si parò davanti, ancora molto calmo, mentre la scrutava con viso inespressivo. Kuria lo sorprese, perché invece di arrabbiarsi sospirò, mise una sorta di broncio e voltò lo sguardo incrociando le braccia.

«Arrivaci da solo.» Borbottò senza offenderlo, evento ancor più strano. Non voleva combattere con lui? La paura di lei nei suoi confronti non c’era mai stata all’apparenza, vero, ma il desiderio di difendersi attaccandolo per prima la smascherava sempre.

Erano a uno stallo, se l’aggrediva per primo dimostrava soltanto di esserle estremamente legato, o così lei avrebbe pensato.

«Peggio per te! Non ti darò una seconda opportunità quando manterrai le tue promesse, sappilo.»

Ebbe il piacere di vederla sobbalzare, dovette trattenersi dal ghignare contento. Bastava che lei non sapesse della contrarietà di sua Madre alla situazione, a quel punto vuotato il sacco, lui, Sesshomaru sarebbe riuscito a convincerla a tornare con sé, vincendo anche quella sfida. Perché di quello si trattava, no? Di sconfiggere le resistenze nemiche e conquistare.

Lei sarebbe divenuta la sua consorte, gli avrebbe dato dei figli, seguendo il tracciato paterno ma soprattutto dimostrando a tutti che era lui, Sesshomaru, a tenere in mano le redini delle vite altrui. Nulla di più o di meno, no? Tutto legale e legittimo.

«Guarda che nelle mie promesse non ho mai detto che ti avrei sposato.» La replica giunse quasi beffarda, leggermente alterata e piccata, ma niente a confronto con l’ira che la pervadeva un tempo. Perché? Forse la presenza di Rin? Sì, poteva essere.

«Era implicito. Non che mi sorprenda la tua manca di arguzia.» Questo di sicuro le avrebbe mandato i nervi a fior di pelle, ma quel duello verbale si rivelò più arduo del previsto. Kuria roteò gli occhi e a momenti sbuffò annoiata.

«Si può sapere perché cerchi di irritarmi? Per di più con Rin qui vicino.»

In realtà un po’ di paura la provava, a suo tempo delle promesse le fece per davvero. La prima poi, quella in cui Inuyasha era nato, effettivamente si riferiva al tornare con lui come sua compagna o qualcosa del genere. La seconda era più un tornare a vivere a palazzo molto generico, ma anche lì ovviamente Sesshomaru si riferiva al vivere insieme. Lo sapeva perfino lei di star cavillando.

“Prendere tempo, devo solo prendere tempo. Probabilmente sta solo cercando di farmi arrabbiare per qualche suo sadico motivo e usa questo espediente. Ha detto chiaramente che del nostro matrimonio non gliene importa nulla.”

Lui non le rispose e neanche l’attaccò, stettero a fissarsi per un lungo periodo di tempo.

«Signor Sesshomaru! Kuria! Ho fame!» La bimba saltellò loro intorno, mettendo una tregua allo scambio di occhiate. Prese dolcemente le mani di entrambi stando nel mezzo. I due demoni la portarono al fiume, Kuria accese il fuoco per Rin e l’aiutò ad arrostire pesciolini e funghetti commestibili.

Dopo il pasto la bambina si rannicchiò sulle gambe della demone e dormicchiò serenamente.

«Sappi che non mi piace come quella Kagura la rimprovera.» Esordì dal niente Kuria verso Sesshomaru.

«Potevi intervenire tu stessa, in tal caso. Sei la madre, adesso, no?»

La sentì incassare il colpo con un mugugno e attese la raffica, che non giunse. Si voltò leggermente con la testa per capire che diamine stesse facendo di tanto interessante per distrarla dal litigare con lui. Accarezzava la testolina mora della piccola con sguardo amorevole.

«Sì, sono sua madre.» Sussurrò dolcemente mentre la cullava e lo faceva con una maestria invidiabile. Rimase allibito. Eppure era sicuro non avesse figli! O forse sì? Per una cinquantina d’anni era tornata in patria e tra lei e quel Isidorus sembrava esserci un’enorme confidenza!

Kuria nuovamente si sentì investita da una fortissima carica di astio e alzò di scatto gli occhi verso Sesshomaru. Non leggendo nel pensiero e considerando la situazione, il grande legame tra lui e la bambina visto che le aveva donato una nuova vita, travisò.

«Tranquillo Sesshomaru. Tieni.» Con leggiadria e velocità si spostò e le mise sulle ginocchia Rin, contro il petto. Gliela consegnò con un enorme sorriso.

«Ti adora, lo sai.»

Per la prima volta si sentì completamente disarmato. Passarono altrettanto tempo con lui seduto con Rin sulle gambe e lei in piedi poco davanti a lui.

«Il tuo dono si è ultimato?» Ebbe il piacere di vederla girarsi stupita e annuire lentamente.

«Sono passati quasi tre anni, credo di essere riuscita solo a passarle l’immortalità e qualche vago potere. Suppongo che lo scopriremo con il tempo.»

«Scopriremo?»

«Sì. I poteri non si manifestano mai di colpo tutti insieme neanche per i demoni, lo sai.»

In realtà la domanda di Sesshomaru voleva essere un’altra, lei stava usando il plurale. Lui non si sarebbe separato facilmente da Rin e viceversa, quindi Kuria sarebbe rimasta al suo fianco? Era davvero così semplice?

«Quanto è diventato potente Naraku mentre sono stata via?»

«Ah! Considerando come si nasconde direi non tanto. È solo molto scaltro, ma rimane un insulso mezzo-demone anche lui.»

La sentì sospirare e scuotere la testa. Quello sguardo che significava? Non sarà mica stata aria di sufficienza?

«Sì, Sesshomaru, lo so quali sono i tuoi pensieri sulle creature a metà, ho capito. Sei diventato ripetitivo. Ho. Capito.» Il tono di voce restava basso e controllato, ma lui riuscì a percepire un moto d’astio.

«Non rivolgerti a me con questa mancanza di rispetto.» La vide prendere un profondo respiro per controllare la propria aura demoniaca e la rabbia.

«Tu invece puoi insultare chi ti pare a quanto capisco. Anche la tua-» Si interruppe in tempo e perché Rin si svegliò tutta allegra proprio nell’istante in cui stava per fregarsi con le sue stesse mani. Sperava non avesse capito. Sì, stava per dire fidanzata, ma poteva anche essere famiglia.

Il demone albino rimase in silenzio. Per quanto l’ultima parola potesse essere famiglia, tutti e due sapevano che non era mai riuscito completamente ad accettare l’esistenza di Inuyasha. Quindi sicuramente la risposta doveva essere fidanzata, ma esclusi alcuni epiteti che assegnava più o meno a tutti, non si ricordava di averla mai insultata.

Gli sarebbe piaciuto molto farle il terzo grado per comprendere quali pensieri passassero in quella bella testolina mora ma dovette rimandare, perché tra il risveglio di Rin e l’arrivo inaspettato di Kagura non esisteva possibilità di solitudine. Un interrogatorio richiedeva invece tempo e un luogo appartato.

«Non pensi dovremmo cercare le tracce di Naraku, Sesshomaru? Se restiamo qui troppo a lungo di sicuro le perderemo.» Suggerì Kagura, conscia di dover allontanare il demone della ex compagna se desiderava anche solo minimamente prenderne il posto.

“Oh, ma quanta familiarità che le concedi. Se un discorso del genere l’avessi fatto io ti saresti già infuriato.” Kuria gli scoccò un’occhiata meno omicida rispetto a quelle ricevute, ma solo perché non desiderava farsi scoprire. Allo stesso tempo Rin appena sveglia era scesa dalle gambe del demone e ora le si appendeva a un braccio.

«Saresti venuta fin qui solo per dirmi questo, Kagura? Ricordati che io Sesshomaru non prendo ordini da nessuno*. Se ci tieni tanto inizia ad avviarti, le tracce di Naraku le puoi cercare anche da sola.»

Percepì di essere riuscito nel suo intento, perché la figlia ‘ribelle’ di Naraku se ne andò di colpo senza proferire parola.

«Ormai è il crepuscolo, effettivamente. Forse anche a noi conviene tornare. Tra poco Isidorus rientrerà con qualche informazione.»

Il Principe dell’Ovest socchiuse gli occhi, trattenendo l’istinto rabbioso che quel nome gli suscitava. Non disse niente, semplicemente si limitò ad avvicinarla per sollevarla.

«Uh? S-Sesshomaru, che fai?» La vide indietreggiare di scatto, con le guance che si chiazzavano di rosso per l’imbarazzo.

«Hai chiesto tu di tornare.»

«So volare! Ho le ali!» Le scrollò a dimostrazione di un fatto che lui già ben doveva conoscere.

«Le tue ali non sono paragonabili con la mia velocità.»

Rin seguiva il discorso cercando di capire. Il signor Sesshomaru sembrava per lo più apatico e annoiato da quel battibecco, Kuria offesa. Eppure lei, anche se era solo una bambina, sentiva altro. Le parve di vedere un sorrisino da parte del demone mentre la spuntava e le sollevava entrambe e una strana remissività nella controparte femminile.

Contro il petto di Kuria sollevata e avvolta da Sesshomaru, Rin si sentì completamente al sicuro.

***

«CHE COSA VUOI CHE FACCIA?»

Qualche uccellino fuggì spaventato all’urlo di Inuyasha verso Hikari. La demone invece sospirò rassegnata.

«Si sente che ti ha cresciuto mia sorella.» Borbottò massaggiandosi le orecchie demoniache. Poco prima che iniziasse il tramonto con una scusa era riuscita ad anticipare il suo rientro allo spiazzo, lasciando indietro Isidorus.

«Sei pazza? Dovrei inventarmi qualche rocambolesco modo per unire mia sorella e Sesshomaru?»

«Non mi aspetto che te lo inventi tu. So perfettamente che non sei capace!» Lo stuzzicò piccata, dandogli sottilmente del tonto.

Le serviva l’appoggio della squadra di Inuyasha se voleva davvero riunire quei due testoni!

«Perché ci chiedi questo Hikari?» Per fortuna Kagome si aggiunse alla conversazione prima che i due potessero affettarsi a vicenda.

«Mi pare evidente. Quei due testoni sono fatti per stare insieme, hanno già praticamente una figlia insieme. Per non parlare del fatto che nessuno desidera una Principessa dell’Ovest diversa da Kuria. Con il pessimo gusto che ha chissà che scelte potrebbe fare quella lastra di ghiaccio.»

«Queste sono motivazioni egoiste! Non costringerò in alcun modo mia sorella a una scelta del genere. Se le volessi bene sapresti che ha sofferto immensamente per questo legame combinato. Lei non vuole stare con Sesshomaru!»

«Sei proprio un fratellino scemo, non c’è che dire!» Gli soffiò contro la biondina, pronta al pestaggio.

«Inuyasha, temo che tu stia sbagliando.» Si frappose Sango, che generalmente cercava di non entrare in quel tipo di beghe familiari. Per fortuna il mezzo-demone parve intenzionato ad ascoltarla.

«In parte sai la capisco Kuria. Temo che lei sia davvero innamorata di tuo fratello, ma che desiderasse maggiore considerazione e stima da parte sua. – Miroku sentendosi preso in causa si grattò la nuca e fece qualche passo sul posto. – Ho letto molta tristezza nei suoi occhi il giorno in cui ci ha raccontato dell’annullamento. Serenità e tristezza. Rassegnazione.»

«Sì, lo so, non sono cieco nonostante ciò che credete su di me e neanche tonto. – Qui guardò male Hikari, che voltò la testa in direzione opposta a braccia conserte. – So anche, però, che difficilmente quello scemo che mi ritrovo per fratello cambierà modi e idee. Ha sofferto per tutta la vita, la mia sorellina. Quando ero un bambino e credeva dormissi a volte la vedevo piangere disperata, anche se non emetteva un singolo suono. Esattamente come… mia madre. Credevo fosse la nostalgia verso mio padre per entrambe, ma con l’età ho capito meglio. Quindi no, non asseconderò un piano simile!»

«Inuyasha…» Kagome emise un sussurro quasi commosso, raramente lui si apriva tanto sul suo passato.

«Dovrà fare tutto da solo, se la desidera davvero. Non sarò d’aiuto, ma se proprio ci tieni non interferirò.»

Hikari si accontentò di quella mezza vittoria, in ogni caso non era intenzionata a smettere di provare a unirli. Per fortuna di tutti loro Jacken e Kagura non si trovavano nei paraggi e il trio composto da Sesshomaru, Kuria e Rin sarebbe giunto solo qualche momento dopo, seguito dalla successiva comparsa di Isidorus.

Angolo autrice:

*Io Sesshomaru è una formula molto usata nel doppiaggio originale. E' tipico a quanto sembra di certe personalità importanti e antiche riferirsi a sé stesse in questa maniera. Me ne sono resa conto paragonando il doppiaggio inglese con quello originale e ho pensato fosse carico riportarlo qui :)

Per quanto riguarda il resto: Il capitolo è abbastanza di dialogo e introspezione, non ci siamo ancora ricollegati alla trama e ci vorrà un po'. Desidero mostrare i cambiamenti di carattere di Kuria principalmente, ma anche Sesshomaru e come Kagura si sia integrata in questa realtà alternativa in cui è stata precocemente salvata.
 
Inuyasha è normale che non desideri tantissimo vedere suo fratello biologico con sua sorella adottiva, visti i trascorsi. Staremo a vedere cosa combinerà! XD
Hikari farà il diavolo a quattro. Vuole diventare Cupido della situazione.

Ora scappo a lavoro :)

Martyvax

  
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