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Autore: killian44peeta    17/10/2023    0 recensioni
Sequel di
-Gli Elementi 1
-Gli Elementi OS- L'esterno (1.1)
-Gli Elementi 2
-Gli Elementi OS- L'interno (2.1)
"La debolezza deve essere eliminata. Devi farla fuori. Se la manterrai viva sarai... umano"
Il battito cardiaco accelerò e rallentò così tante volte che pareva quasi il tempo fosse impazzito, sbattendogli nel petto e nelle tempie come non mai, dapprima velocizzandosi, poi cristallizzandosi, con i secondi che gli scorrevano addosso, pesanti come massi che crollavano sulla sua schiena già piegata, con i respiri che gli uscivano dalle labbra in un totale disordine, il sudore che gli percorreva la fronte e le mani.
Sentiva che l'arma poteva scivolargli dalle dita per quanto i suoi palmi si stavano bagnando, bollenti a dir poco rispetto alla superficie gelida e perfetta di quella sottospecie di spada.
"Uccidila. O ora o mai più"
Vide la ragazza aprire le braccia, mostrando a pieno il petto, pronta a ricevere il colpo, guardandolo, con le lacrime del biondo che le crollavano addosso, ma senza spostarsi affatto, senza cercare di asciugarle con la mano.
Semplicemente lo guardava ed aspettava, silenziosa, con la tranquillità inscritta in ogni movimento e ogni cenno del suo corpo.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Gli Elementi- saga'
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Pandora

"Perché improvvisamente il clima tra quei sei é così peggiorato?" Pensai, trovandomi a lanciare uno sguardo verso gli Elementi che se ne stavano quasi appartati, stretti tra loro come se fosse stata questione di vita o di morte.

Certo, con il fatto che quasi ogni singolo membro nella Montagna sembrasse aver preso di mira il Buio... in parte mi appariva naturale questa reazione, ma allo stesso tempo non lo era, semplicemente per il fatto che lo avevano già preso in considerazione in precedenza, ma non avevano mai avuto un atteggiamento del genere.

Aggrottai lievemente la fronte, notando gli sguardi circospetti che lanciavano a chiunque, perfino a me nel mentre che passavo, quasi fosse impossibile potersi fidare, quasi fossero contro all'umanità intera e non si permettessero più il lusso di affidarsi alle persone che avevano attorno a loro senza sospettare di qualsiasi parola o gesto svolto almeno dieci volte di più.

Vedevo benissimo poi le loro espressioni: non erano esattamente molto allegri, diciamo... se avessi dovuto dare un voto al loro umore, poco ma sicuro sarebbe stato un quattro scarso, se non meno.

Sospirando, tornai a cacciarmi nelle cucine, come al mio solito, cercando di non sentirmi preoccupata per loro: quei ragazzi avevano un gran peso da portare sulle spalle, forse era ovvio che reagissero in questa maniera, ma mi dispiaceva trovarli in questo stato.

Ero entrata principalmente per assistere ai procedimenti, provando a vedere lo stato del cibo da portare, trovando un gran baccano per via di due ragazze, Pepper e Amaranto, che litigavano fastidiosamente con le loro vocette acute, accompagnate da del fumo nero che usciva dal forno senza che le due lo notassero minimamente.

"Dove cavolo è Debbie ?" pensai tra me e me, alzando gli occhi al cielo e portando la mano alla testa "Che abbia chiesto un cambio di turno? Beh, potrebbe anche essere"

-Avresti dovuto controllare meglio!- asserì una delle due ragazze, interrompendo i miei pensieri, esibendo particolarmente la propria R moscia e schioccando la lingua contro il palato.

-Ma come, vuoi dire che sia colpa mia?- ribatté con particolare irritazione l'altra, ravvivandosi la stoffa della maglia con un rapido gesto di mano.

-Ovvio! Io dovevo controllare le uova! Tu hai bruciato i pancake e... oh mio dio, il forno!- la prima sgranò gli occhi grigi, finalmente accorgendosene e girandosi, facendo per avvicinarsi ad esso, ma venendo fermata dal tono provocatorio dell'altra.

-Aaah! Dovevi tenerlo d'occhio, stupida!- la rimproverò quella, innalzando la testa come se le fosse superiore di chissà quanti gradini, spostandosi una ciocca di capelli argentati dietro all'orecchio.

-Ma che fesserie vai dicendo?-

Alzai il sopracciglio, interrompendo già da subito un discorso che sicuramente sarebbe continuato così per un eternità, pari pari, forse per la testardaggine delle due, forse perché le gemelle erano costantemente in questo stato -Cosa diamine sta accadendo?- feci, interpellandole a gran voce, facendo sussultare quasi impercettibilmente le due che cominciarono all'istante a balbettare e a borbottare scuse in cui si insultavano a vicenda, di nuovo dandosi la colpa, ma prendendo subito il cibo bruciato e mal ridotto dalla fonte di cottura.

-Questo è lo strudel più brutto che abbia mai visto in tutti questi anni- dissi ridendo appena, osservandolo con attenzione, soprattutto nella parte dove la crosta nerastra prendeva cenni di colore abbastanza inquietante, portando il silenzio tra le due, che subito arrossirono, indicandosi a vicenda un ennesima volta con vaga insistenza.

Lo presi comunque, appoggiandolo su un piatto e tagliandone una fetta rapidamente, cercando di captarne l'odore, ma senza risultati, forse per via del bruciato che lo attenuava, per poi assaggiarla.

"Non è neppure così male" pensai, gustando il sapore lievemente amarognolo dovuto al bruciato e per certi versi alla tonalità strana che probabilmente proveniva dallo scambio involontario dello zucchero e del sale.

-Guardate, questa non la servo neanche morta ai ragazzi- dissi, facendo una smorfia al solo immaginare di servirla - Quindi me la mangio io solo per il semplice fatto che non si spreca il cibo. Ve ne prego, non rovinate altro buon lavoro con i vostri battibecchi. - commentai con tono fintamente irritato prima di zittirmi di colpo, sentendo qualcosa di strano che mi bloccò istantaneamente il respiro.

Era stata una sensazione di vago malessere, che mi si scatenò lungo lo stomaco insieme ad un sudare freddo istantaneo e fulmineo, come se ci fosse stato qualcosa che decisamente non andava, portandomi ad inghiottire la saliva a fatica.

Le due gemelle mi guardarono preoccupate, ma rapidamente falsificai un sorriso per allentare la loro improvvisa tensione.

"Deve essere solo una sensazione... mi passerà" mi dissi tra me e me, rapidamente "Mah. Sarà per stanchezza, dopotutto ho anche dormito poco stanotte"

Ignorai dunque la sensazione aspra in quattro e quattr'otto, limitandomi a metterla da parte -Capito? Niente cibo bruciato, grazie, se a pranzo ne trovo altro, vi impedirò di entrare in cucina per un mese. Uhm... e fate attenzione a non scambiare il sale e lo zucchero-

Le due si guardarono in silenzio, per poi annuire, anche se in maniera un po' strana, come se non avessero compreso l'ultimo dettaglio, cosa che mi lasciò indecisa se mettermi ad indagare o lasciar perdere.

Optai per la seconda soltanto per via di mancanza di completa salute: non mi sentivo completamente disposta a mettermi a studiare attentamente ogni dettaglio, cosa in cui generalmente ero abbastanza abituata

-A che punto è il primo generale?- domandai dopo un paio di secondi in cui le scrutai silenziosamente, vedendole indicare una pentola sul fuoco, con dentro una zuppa di un bellissimo verde che avrebbe fatto venire l'acquolina a chiunque -Beh, almeno questo non lo avete rovinato. Quanto manca?-

-Cinque minuti, direi- asserì Pepper, ovvero la prima, schioccando nuovamente la lingua contro il palato, un tic che aveva da quando la avevo conosciuta la prima volta

-Io direi sette. Non cinque- puntualizzò Amaranto, facendo fare una smorfia all'altra che mi portò a guardarle storto entrambe in ammonimento, zittendole ancora prima che potesse nascere una discussione per l'ennesima volta.

-Dategliene sei allora e vi andate incontro- conclusi, girandomi rapidamente ed uscendo dalla cucina con un grande, grosso sospiro amaro.

"Quelle non cambiano proprio mai, eh?" pensai, sorridendo leggermente, forse per via dei ricordi generali che salivano a galla, portandomi la mano non occupata dal piatto alla pancia.

Diciamo che per me non era difficile fare amicizia con le persone, ero abbastanza socievole, ma questo solo in un contesto fuori dal lavoro che si ripeteva ogni giorno, costringendomi a prendere posizioni che odiavo.

Dare ordini a destra e manca; non era esattamente la mia passione più grande, nonostante vi provassi un lieve cenno di soddisfazione se una persona o più cercava di rompere la quiete mattiniera con idee stupide, finendo soltanto con il ricevere una bella lavata di capo, assolutamente dovuta e meritata, per poi essere rimessa in riga con la facilità di respirare.

Farlo, a volte, lo detestavo, anche perché riuscivo solo ad ottenere magari il loro disprezzo e la loro paura nei miei confronti, non la vera e propria amicizia che avrei invece voluto cercare, come quella che vi era tra me e Debbie, dovuta ad un infanzia passata insieme.

Con la mia amica, avevo sempre dimostrato il mio desiderare una libertà che il mio lavoro non mi permetteva di avere: mia madre non me lo avrebbe mai permesso... uscire da qui per una motivazione che non fosse acquistare provviste, nuovi mobili o abiti? Neanche per idea, a parere suo ero troppo 'piccola' per essere in grado di fare qualsiasi cosa che circondasse l'argomento 'viaggio'.

In realtà ero quasi sicura che, semplicemente, non mi volesse lasciar andare solo per paura che la potessi abbandonare.

Non sapevo perché lo credesse in questa maniera, non ne avevo idea, ma ero più che sicura che c'entrasse con mio padre, anche se purtroppo non sapevo nulla di lui.

Cancellai dunque il pensiero, prendendo a dirigermi verso Luxor, ovviamente dopo aver sempre prelevato il libro dalla biblioteca, vedendolo che quasi mi aspettava, con un cenno di nervosismo che apprezzai a metà.

In parte mi piaceva che, per certi versi, volesse che continuassi a leggere per lui, ma in parte mi dispiaceva per lui: era in una posizione parecchio scomoda così legato, tanto che mi chiedevo cos'avrei fatto io al suo posto.

Forse mi sarei comportata anche io come una sbruffona per occultare i miei problemi ed i miei punti deboli, non potevo saperlo nè tanto meno essere sicura di un risultato con me stessa.

C'era anche la probabilità, molto verosimile, che mi mettessi a studiare ogni tipo di cosa e di persona, come facevo già da libera.

Gli sorrisi immediatamente, gesto che gli fece alzare gli occhi al cielo, per poi osservare, turbato, il piatto che tenevo in mano, come se si chiedesse se era per lui oppure no, dettaglio che aumentò solo e soltanto il mio sorridere.

Vicino a lui, cosa che mi sorprese a dir poco, vi era poi già parte del gruppo Elementare, gruppo che doveva essersi spostato per chissà quali motivi a me sconosciuti: avrebbero potuto stare lì per fare domande al biondo, ma non gliene stavano ponendo e... da Debbie.

Non potei evitare di aggrottare la fronte al vederla lì, non me lo sarei davvero mai aspettato, se dovevo dirla tutta.

-Cosa diavolo ci fai qui?- chiesi a lei con tono scherzoso, a metà strada , attirando pienamente la sua attenzione.

Debbie alzò leggermente le spalle come risposta iniziale, scostandosi un ciuffo dei capelli ricci dall'occhio con una buffa smorfia che le piegava il volto, avvicinandosi rapidamente e così raggiungendomi.

-Volevo sapere come era esattamente colui che attirava la tua attenzione.- fece, sospirando appena - Lo dipingevi molto meglio di come è veramente, tu. A me non ha cagato di striscio se non per guardarmi male, non degnandomi neppure di una parola decente- borbottò al mio orecchio, cercando di non farsi sentire da nessun altro che non fossi io.

Trattenni una risata a fatica, sogghignando appena e rispondendole, però non ad altezza orecchio come quando lei mi aveva posto la domanda, dicendo ciò che io pensavo apertamente -Solo perché ti giudica una sconosciuta e vi sono anche gli altri Elementi. Sai, soprattutto se ci sono tutti, diventa scontroso come non mai, quasi fosse un gallo che vuole mostrare di aver la cresta più alta di tutte le altre-

Notai le espressioni perplesse dei tre Elementi che erano lì, come per fare la guardia, ma soprattutto vidi Luxor fare un espressione particolarmente buffa che diceva un -Guarda che ti sento- da tutti i punti di vista in cui potevo guardarlo, cosa che mi faceva ancora più ridere, lasciandola dunque uscire senza troppi fronzoli.

Era davvero buffo come tipetto, soprattutto nel suo cercare di nascondere il fatto che una delle cose di cui aveva più bisogno pareva essere l'affetto, altro che la vendetta, come insinuava lui stesso e credeva insistentemente che fosse.

Certo, quel 'buffo tipetto' aveva una carica decisamente negativa, per il momento, ma non vedevo l'ora di vederlo per quello che nascondeva perfino a se stesso, non mi importava se sarebbero servite settimane o anni; ero pronta ad aspettare tutto il tempo di cui aveva bisogno per vederlo spaccare quella corazza gelida di strafottenza.

-Uhm... cos'è quell'obbrobrio che è su quel piatto?- chiese all'improvviso Debbie, guardando lo strudel con un che di perplesso e turbato, inclinando la testa.

Le spiegai rapidamente cos'era successo, motivando frettolosamente il fatto che ero decisa a smangiucchiarlo un po' durante la lettura all'Elemento legato tra una pausa e l'altra, cercando ovviamente di non sporcare il libro, assicurandomi che non accadesse.

-L'ho assaggiato, non è poi così male, quindi posso mangiarlo tranquillamente- asserii poi, concludendo il discorso, sorridendole e guardando il piatto con il dolce già tagliato.

"Dovrò tornare in cucina a prendere dei tovaglioli" pensai tra me e me con decisione, immaginandomi la serie di avanti e indietro che mi sarei presto trovata a fare

-No, Pandora, è fuori questione! Non puoi mangiare quello schifo!- asserì tutta preoccupata la riccia, facendo scoppiare la bolla di immaginazione che mi aveva precedentemente circondata, sbiancando leggermente alla conclusione del discorso che avevo fatto -Cioè, scherzi vero?- aggiunse, tutta trafelata.

-Perchè tutte queste storie? Non ti sembra di esagerare, magari un pochino?- feci una pausa, guardandola leggermente confusa, vedendola agitarsi su sé stessa.

"Ha qualcosa che non mi convince" mi ritrovai a formulare ancora prima che aprisse bocca "Sbaglio o si sta aggredendo le mani tra di loro? E sta respirando in maniera davvero strana... Mi sembra un po' troppo per la semplice bruciatura di un dolce"

-Semplicemente non voglio che ti ritiri sempre a mangiare queste diavolerie rovinate!- fece lei, chiudendo gli occhi e strizzandoli -Perché devi sempre rimetterci tu e nutrirti con cibo che degli stupidi ospiti non vogliono? Potresti darlo al Ghiaccio stesso...o perfino ai Pegasi se proprio non vuoi sprecare nulla- quasi urlò con voce strozzata.

-Stai scherzando tu, vero? Dare della roba simile a degli ospiti? Non mi sembra molto appropriato, anzi, non ha senso, tutti valgono alla stessa maniera, qui, solo perché io decido di gettarmi in un fosso, perché anche loro dovrebbero venire lanciati?- dissi, guardandola ancora ed ancora, cercando di contenere una lieve irritazione e allo stesso tempo tentando di captare la motivazione precisa per cui stava dicendo simili parole.

"Mi sta nascondendo qualcosa" mi dissi, sempre più determinata a cavarglielo di bocca e sopratutto a comprendere perché tutte quelle bugie inutili.

"Non eri proprio tu a dire che sembravo conoscere tutto di tutti? Cosa cerchi di seppellire con una inutile maschera? Cosa hai combinato?"

-Apri gli occhi- le ordinai di colpo, assottigliando lo sguardo e gelando il tono di voce, vedendo il lieve velo di sudore che prendeva a bagnarle la fronte.

Parve boccheggiare, come un pesce fuori dall'acqua, cercava difatti un appiglio a cui attaccarsi per non finire in un precipizio.

Mi trovai a stringere leggermente i pugni, ripetendo l'ordine con ancora maggiore dominio nelle parole, tanto che la vidi smettere letteralmente di respirare, aprendo leggermente gli occhi, i quali erano coperti di lacrime.

-Mi dici perché stai piangendo?- domandai, sentendo quasi un pugno allo stomaco mentre singhiozzava spasmodicamente, cercando di asciugarsi le guance che continuamente venivano bagnate da quelle gocce frettolose.

La vidi tremare e subito mi saltò al collo, continuando a non rispondere alla mia domanda, stringendomi con del disperato che aumentava man mano la mia ansia.

-Ohi...- le accarezzai appena la testa riccioluta, provando ad addolcire il tono di voce, sentendo però un ennesimo crampo alla pancia che mi lasciò immobile e totalmente senza fiato per la seconda volta nel giro di una giornata.

"Questa... questa non era solo una sensazione dovuta alla stanchezza... no, era al bordo dello stomaco e..."

Un accenno di nausea mi percorse la gola, costringendomi ad inghiottire la saliva per non vomitare.

-Mi dispiace- singhiozzò ancora - Mi aveva detto di farlo, ma non doveva arrivare a te!... M-Ma in qualche ora dovrebbe passare, non ne hai mangiato così tanto, giusto?- disse con tono disperato, tirandomi la manica della maglia senza tregua, piangendo ancora contro l'incavo del mio collo.

"Cosa... cosa ci hai messo dentro? E chi ti ha chiesto di fare una cosa simile?"

Mi trovai a staccarmi e a piegarmi in due, facendo cadere il piatto a terra, sentendo la più totale mancanza di respiro nei polmoni e udendo il rompersi della ceramica contro il suolo.

I tre, Task, Nemes e Will, accorsero a loro volta, cosa che percepii dalle loro voci, improvvisamente vicine, le quali mi chiamavano per nome.

Guardai a fatica la ragazza che era al mio fianco, sentendola borbottare dei -Non era per te!- che si ripetevano in continuazione con tono lievemente soffocato, ancora nascosto da vari singhiozzi.

Non riuscivo ad aprire bocca, neppure per tentare di rassicurare la ragazza con il fatto che non stavo poi così male, ma non potevo dirlo affatto, anche perché ero quasi sicura che se ci avessi provato, avrei vomitato seriamente.

Cercai di alzarmi, ma sentivo le gambe tremarmi e la testa girare decisamente troppo per rendere facile il tornare indietro.

L'unica cosa che sentivo di poter fare era respirare lentamente e farmi aiutare, poi magari, raggiungendo il bagno, avrei potuto anche rigettare tutta l'anima, pur di tirare fuori dalla mia bocca il cibo che mi stava solo dando problemi.

Riuscimmo a raggiungere uno dei bagni appena in tempo, pochi secondi prima che un getto mi uscisse dalla bocca, inondandomi di una sensazione orribile, acre, mentre qualcuno mi sorreggeva stento, tirandomi indietro i capelli.

***

-Tutto... tutto a posto- mi ritrovai a dire, alzando una mano in direzione di coloro che, fuori dalla porta, aspettavano che uscissi, probabilmente avendo o assistito o udito quello che era successo.

-Non è stato nulla di che, davvero! Sono stata peggio altre volte- insistetti, sorridendo leggermente e falsificando una normalità che copriva soltanto una certa preoccupazione -Su, tornate ai vostri lavori mattinieri, hop-hop!-

La leggera folla prese a a sciamare, proprio come richiesto, prendendo a trafficare qui e là come tante formiche operaie.

Rimasero solo i tre Elementi, di cui Nemes era stata quella ad aiutarmi e Debbie, ancora in lacrime, con la testa nascosta tra le gambe, dondolandosi leggermente avanti e all'indietro.

Borbottava parole quasi incomprensibili, dette talmente tanto rapidamente ed in maniera così sconnessa da non permettermi proprio di captarne parti sensate così messa.

Mi costrinsi ad avanzare in sua direzione, ignorando la sensazione di debolezza alle stelle che decisamente non aiutava.

Avevo decisamente bisogno di un po' di spiegazioni da parte sua... partendo dal "chi è stato a chiederti di farlo" a "a chi era davvero destinato" e ancora "perchè hai seguito un ordine del genere"

Ero quasi sicura, dopo un paio di ragionamenti, che quello che era stato cucinato fosse in realtà cibo avariato, il cui intero consumo avrebbe decisamente portato più di una parziale intossicazione.

Ero anche quasi sicura di sapere che la vera destinazione sarebbero stati gli Elementi stessi, probabilmente il Buio, anche perché, insomma, prima mangiavano loro e poi generalmente, più tardi, avremmo mangiato anche noi, ma volevo la sua conferma.

"Non saranno mica state Jessica e le altre, spero...Mi sembrava di essere stata abbastanza chiara nei loro confronti... però non avrebbe senso, anche perché loro non hanno influenza su di lei. Per quale motivo dovrebbe aver seguito i loro ordini?"

-Chi ti ha detto di farlo, Debbie?- chiesi con voce stanca, guardandola con grosso nodo allo stomaco, aspettando che smettesse di piangere.

La castana riccia alzò leggermente la testa, tirando su col naso e strofinandosi le mani sulle palpebre.

Mi guardò per diversi secondi, per poi abbassare lo sguardo, come scottata od impaurita dalla reazione che avrei potuto avere.

Tacque a lungo, poi la sua risposta uscì in un lieve sussurro, un sussurro che mi fece salire letteralmente un brivido gelato lungo la pelle.

-Tua madre-
 

  
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