XXV: Superhero!Au
(DaiSuga)
In attesa, Suga siede a gambe incrociate sul letto di Daichi.
La finestra si apre e lui si volta di scatto; subito il suo respiro si ferma al vedere il nuovo arrivato che, immobile, lo fissa in silenzio.
«Daichi».
A quel sussurro di Koushi, l’altro si irrigidisce, poi entra nella stanza, chiude le tapparelle e si toglie la maschera, rivelando la sua identità.
Si guardano senza parlare.
Suga si sente colpevole per avergli teso quel vile agguato, ma già da tempo sospettava che il misterioso supereroe fosse Daichi, il suo Daichi, e voleva una conferma, solo che, ottenutala, non sa cosa fare.
L’altro si appoggia al muro, circondandosi il busto con un braccio, e Koushi sgrana gli occhi.
«Daichi! Stai bene?»
Domanda, scattando in piedi, ma non fa in tempo a fare un paio di passi che Daichi lo immobilizza con un cenno di mano.
«P-perché, Suga? Perché?»
«Scusami, dovevo sapere. Voglio aiutarti Daichi».
Daichi tace e abbassa lo sguardo; dopo qualche istante Suga riprova ad avvicinarsi, chiamandolo con un sussurro in cui preoccupazione e tenerezza si mescolano.
A quel suono, l’eroe si stacca dalla parete e, barcollando, avanza quel che basta per posargli la fronte su una spalla.
Kosuhi sorride appena e con un braccio gli cinge la vita, mentre porta la mano libera tra i capelli della nuca del ragazzo che, sotto il suo tocco, trema appena.
«Ti prego, lascia che mi prenda cura di te».
Sussurra dolce Suga, stringendolo di più a sé, e Daichi annuisce piano contro la sua spalla.
In silenzio Koushi lo porta sul letto, lo aiuta a stendersi e poi gli carezza una guancia, prima di chinarsi in avanti per lasciargli un bacio veloce sulle labbra.
«Non ti preoccupare, ci sono io ora».
La finestra si apre e lui si volta di scatto; subito il suo respiro si ferma al vedere il nuovo arrivato che, immobile, lo fissa in silenzio.
«Daichi».
A quel sussurro di Koushi, l’altro si irrigidisce, poi entra nella stanza, chiude le tapparelle e si toglie la maschera, rivelando la sua identità.
Si guardano senza parlare.
Suga si sente colpevole per avergli teso quel vile agguato, ma già da tempo sospettava che il misterioso supereroe fosse Daichi, il suo Daichi, e voleva una conferma, solo che, ottenutala, non sa cosa fare.
L’altro si appoggia al muro, circondandosi il busto con un braccio, e Koushi sgrana gli occhi.
«Daichi! Stai bene?»
Domanda, scattando in piedi, ma non fa in tempo a fare un paio di passi che Daichi lo immobilizza con un cenno di mano.
«P-perché, Suga? Perché?»
«Scusami, dovevo sapere. Voglio aiutarti Daichi».
Daichi tace e abbassa lo sguardo; dopo qualche istante Suga riprova ad avvicinarsi, chiamandolo con un sussurro in cui preoccupazione e tenerezza si mescolano.
A quel suono, l’eroe si stacca dalla parete e, barcollando, avanza quel che basta per posargli la fronte su una spalla.
Kosuhi sorride appena e con un braccio gli cinge la vita, mentre porta la mano libera tra i capelli della nuca del ragazzo che, sotto il suo tocco, trema appena.
«Ti prego, lascia che mi prenda cura di te».
Sussurra dolce Suga, stringendolo di più a sé, e Daichi annuisce piano contro la sua spalla.
In silenzio Koushi lo porta sul letto, lo aiuta a stendersi e poi gli carezza una guancia, prima di chinarsi in avanti per lasciargli un bacio veloce sulle labbra.
«Non ti preoccupare, ci sono io ora».
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