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Autore: Milly_Sunshine    29/10/2023    4 recensioni
PARODIA DEI GIALLI CLASSICI // Inghilterra, anni '50 - un vecchio bisbetico invita nella propria lussuosa dimora i parenti, tutti in attesa della sua dipartita per accaparrarsi l'eredità con la quale vivere di rendita per il resto dei loro giorni, con l'intenzione di comunicare loro di avere fatto testamento in favore della sua giovane moglie, recentemente sposata a loro insaputa. Quando Lord Pennington viene assassinato, Scotland Yard brancola nel buio, non riuscendo a comprendere il senso degli indizi abbondantemente sparsi sul luogo del delitto. Tutto sembra contradditorio, ma per fortuna interviene in loro soccorso Miss Crystal, la segretaria personale di Lord Pennington, che si cala nel ruolo di investigatrice per fare luce sul mistero.
Genere: Comico, Commedia, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un saluto alla mia lettrice Swan Song che ha recensito i due precedenti capitoli e che ha osservato che la pipa del titolo sarà importante! In questo capitolo farà il proprio ingresso trionfale la pipa.
Farà il proprio ingresso trionfale anche l'ispettore di Scotland Yard, un patito di misteri, paranormale, piramidi Egizie, piramidi Maya, alieni e quant'altro! Ma come tutti gli ispettori di Scotland Yard, ha ben presente che ogni volta in cui c'è un delitto, non ci sono di mezzo gli alieni, ma agenti segreti!



L'ispettore Jacob Roberts si riteneva un uomo di intelligenza superiore alla media. A differenza della maggior parte dei suoi colleghi di Scotland Yard, infatti, aveva compreso che la figura del maggiordomo era messa lì soltanto perché il Lord di turno non si sarebbe mai degnato né di aprire la porta né di trasferire il caffè dalla moka alla tazzina. Molti agenti vaneggiavano sui maggiordomi come autori di delitti, senza mai giungere a un'insindacabile verità: il Lord di turno pagava profumatamente il maggiordomo per aprire la porta e versare il caffè, pertanto il maggiordomo non aveva alcun interesse a sopprimerlo per perdere il posto di lavoro. Era palese che tutti i delitti, nessuno escluso, non erano commessi dal personale di servizio e, di conseguenza, perseguire quella teoria era una grossa perdita di tempo... e il tempo era prezioso, perché non si poteva passare tutta la vita a rincorrere assassini, quando la si poteva dedicare allo scrutare il cielo alla ricerca di dischi volanti, oppure a vagare nelle campagne nella speranza di avere l'apparizione da parte di qualche santo. In altentativa, per chi voleva una vita più avventurosa, c'era la possibilità di mettersi alla ricerca del Sacro Graal.
L'ispettore Roberts non aveva ancora deciso a quale attività dedicarsi una volta giunta l'età della pensione, ma quell'età era ancora piuttosto lontana, perciò si decise e, accompagnato dai suoi fedeli agenti, entrò nella stanza in cui era avvenuto il delitto.
Proprio in quel momento il campanello suonò. Certo che il maggiordomo avrebbe subito aperto la porta, l'ispettore Roberts esaminò il cadavere, dandogli una rapida occhiata. Il campanello trillò diverse altre volte: era palese che il personale di servizio al gran completo si fosse radunato nelle cucine a spettegolare a proposito dell'accaduto. Non vi era altro da fare che recarsi di persona alla porta.
Vi trovò una donna sui trentacinque anni. Portava un soprabito sotto al quale si intravedeva un completo grigio di tweed che le dava un'aria da zitella. Anche i capelli con già qualche striatura di grigio, raccolti in un cipollino, la qualificavano come zitella.
«Chi siete?» le chiese l'ispettore.
«No, chi siete voi?» ribatté la nuova arrivata. «Se non indossaste una divisa di Scotland Yard, penserei che foste un cameriere neoassunto, ma tutto lascia pensare che sia stato commesso un crimine in questa casa. Per caso è stata rubata l'argenteria di Lord Archibald?»
«No, signora.»
«Signorina, prego.»
«No, signorina. Lord Archibald è stato assassinato tre ore fa e tutti i suoi parenti sono sospettati. Il cuore mi ordina di chiedervi se per caso avete mai visto uno dei suoi parenti scendere da un disco volante e nascondersi le antenne sotto una bombetta - soluzione a mio parere decisamente più credibile - ma la mente mi impone di farvi una domanda molto più ragionevole: sapete per caso se Lord Archibald avesse mai ricevuto minacce di morte? Aveva dei nemici? O era per caso sulla lista nera dei servizi segreti di qualche paese balcanico?»
La donna, spiazzata, domandò: «Perché qualche paese balcanico?»
«Non focalizzatevi sui Balcani, potrebbe andare bene anche la Germania Est. Piuttosto, voi chi siete?»
«Miss Crystal, segretaria personale di Lord Archibald Pennington. E ora, per cortesia, ditemi com'è morto.»
«Venite con me» la esortò l'ispettore Roberts e, a tradimento, la condusse nel soggiorno, dove il vecchio bisbetico giaceva su una sedia con la testa sfondata. L'arma del delitto era un pezzo di legno che, insanguinato, era stato lasciato a terra.
L'ispettore si aspettava che Miss Crystal svenisse, per poi ricordarsi che non era una damigella del Settecento. Anzi, la signorina sembrava piuttosto interessata al cadavere e, in particolare, a un oggetto che sporgeva dal taschino dello smoking, oggetto di colore marrone, in tinta con la cravatta indossata dal defunto.
«Quella pipa» esclamò Miss Crystal, «Non appartiene a Lord Pennington!»
«Ne siete certa?»
«Eccome. Lord Archibald fumava solo raramente la pipa e sono sicura ne possedesse una soltanto. Quella non l'ho mai vista.»
L'ispettore Roberts la estrasse dalla tasca e, con attenzione, la scrutò più attentamente di quanto avesse fatto con la salma: a quella ci avrebbe pensato il medico legale, mentre alla pipa doveva pensarci Scotland Yard, quindi era opportuno prendere nota dell'incisione che la decorava, recante due lettere dell'alfabeto.
«C.P.» osservò l'ispettore. «Per caso conoscete qualcuno con queste iniziali?»
Miss Crystal annuì.
«All'incirca il novanta per cento delle persone invitate. Ma, a proposito, dove sono gli invitati? Cosa stanno facendo?»
«Sono stati tutti radunati nello studio di Lord Archibald, in attesa di comprendere cosa sia accaduto. Non può immaginare quanto sia straziante. Avevo pensato di trascorrere la serata alla stesura di un saggio sui Templari... e invece no, è capitata questa grana!»
«Sarò lieta di aiutarvi» rispose Miss Crystal. «Il tempo di trovare una cameriera che possa svuotare la mia valigia, poi sarò nello studio.»

Lord Colin Pennington camminava avanti e indietro per la stanza, con un brutto senso d'affanno. Suo zio Lord Archibald, dopo avergli fatto una predica di quaranta minuti per la sua scelleratezza nello sperperare denaro scommettendo sulle corse dei cavalli, aveva acconsentito a concedergli una piccola somma che sarebbe servita quantomeno a tenere buoni i creditori che aveva nel Regno di Sua Maestà Elisabetta II, quelli che al momento gli erano più vicini.
Il delitto, un vero toccasana per la famiglia Pennington, veniva a sconvolgere tuttavia quel piano così lineare: il vecchio bisbetico era morto prima di dargli un solo centesimo e il futuro di Lord Colin dipendeva dall'essere o non essere citato nel testamento. Il vecchio aveva annunciato di avere sposato una pezzente, la quale sarebbe divenuta sua erede universale, e ciò era inaccettabile! A meno che, ovviamente, la suddetta pezzente non accettasse di risposarsi con Lord Colin in persona, per condividere il patrimonio appena ereditato.
Sospirò, pensando a quanto fosse difficile avere cinquant'anni, mentre i giovani come suo figlio sembravano spassarsela. Lord Christopher, infatti, sorseggiava champagne insieme a Mademoiselle Pauline in un angolo della stanza. La ragazza stava fumando una sigaretta infilata in un lunghissimo bocchino d'argento, mentre Lord Christopher, con un fiammifero, stava accendendo un sigaro.
Vedere quella scena fece ricordare a Lord Colin che erano passati almeno venti minuti dall'ultima volta in cui aveva aspirato una sana boccata di fumo. La ragione del suo malessere, forse, poteva essere spiegata dalla crisi d'astinenza da nicotina. Si accese subito una sigaretta e si mise a guardarsi intorno nella speranza di trovare una cameriera che gli servisse subito un bicchiere di brandy.

Dopo essersi acceso il sigaro, Lord Christopher Pennington si sistemò bene sulla testa il cappello da cowboy e rimase imbambolato a guardare Mademoiselle Pauline Chevalier che alternava il portare alla bocca il bicchiere di champagne e il portarvi la sigaretta infilata nel lungo bocchino. Era una ragazza bellissima, ma che riassumeva in una sola persona tutte le perversioni dei Lord inglesi e delle cantanti francesi.
All'età di appena diciassette anni fumava come una ciminiera affermando che fosse normale per una Lady comportarsi come tutte le persone adulte, ma con ancora più sconsideratezza, nonostante fosse ben lontana dalla fatidica soglia del ventunesimo compleanno, beveva champagne senza che un solo individuo, in quella stanza, la esortasse a tornare sulla retta via.
Doveva pensarci Lord Christopher in persona, che le comunicò, optando per il voi in quanto, pur essendo parenti alla lontana, non si erano mai incontrati prima di quel giorno: «Quello che state facendo è immortale. Le mani di una diciassettenne non dovrebbero sorreggere un bicchiere con sostanze alcoliche, ma solo qualcosa di più adatto a una persona di quell'età, tipo un fucile d'assalto.»
«Mon Dieux, quelle connerie! Di grazia, cosa ci dovrei fare con un fucile d'assalto?» Mademoiselle Pauline scosse la testa. «Sparare a Lord Arscibald? Lasciate che ve lo dica, Monsieur Christophère, non avrei mai pensato di sparare au vieux grognon. Perché assassinarlo? Tanto l'avrebbe senz'altro fatto qualcun altro.»
Con la sua tremenda pronuncia francese sarebbe stata troppo sguaiata, in un ranch, ma soprattutto era inconcepibile che l'avesse declassato a semplice Monsieur, quando era nientemeno che un Lord, titolo al quale non avrebbe rinunciato, a meno di non riuscire a diventare un pistolero fuorilegge.

Lady Perla Chevalier non era affatto soddisfatta della piega che gli eventi avevano preso. Quando Lady Clarissa aveva proposto una partita a bridge, con anche un certo entusiasmo da parte della Badessa, non avevano considerato la difficoltà nel trovare un quarto giocatore. Lord Colin non dava alcuna soddisfazione e, anzi, andava avanti e indietro per la stanza come un ossesso, mentre i giovani sembravano non mostrare la giusta attenzione per le carte, concentrandosi soltanto sul fumo e sullo champagne.
Sia Lady Perla sia Lady Clarissa si accesero una sigaretta, mentre la Badessa declinò l'offerta.
«Ai tempi antichi, gli uomini sacrificavano vitelli, capre e pecore affinché le divinità potessero esalare i deliziosi fumi della loro cottura» spiegò. «La mia posizione mi costringe a considerarla una tradizione pagana. Fumare sarebbe la stessa cosa: sacrificare una preziosa sigaretta o un prezioso sigaro affinché arrivi all'Altissimo il delizioso odore del fumo. Prima di prendere i voti fumavo regolarmente, non solo sigarette, ma anche, come fossi un vero Lord anziché una Lady, occasionali sigari e qualche volta anche la pipa. Ora, tuttavia, le cose sono molto cambiate.»
Lady Perla ascoltò con ammirazione quelle parole.jj
«È tutto bellissimo, a parte il fatto che vi siate privata del fumo. Io stessa fumo sia il sigaro sia la pipa, quando capita.»
«Anch'io, anch'io» convenne Lady Clarissa, «E durante i miei viaggi missionari nella Turchia, ho iniziato a fumare anche il narghilè.»
«Anch'io fumai il narghilè in gioventù, mentre mi trovavo in viaggio nella Persia, di ritorno dalle Indie Orientali e in attesa di giungere in Costa Azzurra. Quando siete stata in Turchia?»
«Due anni orsono. Tornai a casa in piena estate partendo da Istanbul, periodo dell'anno scelto per evitare che una tempesta di neve mi cogliesse mentre mi trovavo all'altezza di Belgrado a bordo dell'Orient Express.»
Sul volto della Badessa comparve un radioso sorriso.
«Io non sono mai salita a bordo dell'Orient Express. Tuttavia, alcuni anni prima di prendere i voti, ho preso parte a una crociera sul Nilo, dopodiché sono andata a visitare le Piramidi.»
«Piramidi!» esclamò una voce, cogliendole tutte e tre di sorpresa. Quando era entrato, l'ispettore Roberts? Lo videro in compagnia di una donna sui trentacinque anni che doveva essere zitella, poi udirono la sua successiva invettiva: «Un giorno, mentre gli antichi Egizi si rigiravano i pollici, arrivarono degli strani dischi dal cielo. Ne discesero degli omini con la coda che, guardandosi intorno, notarono come il deserto si prestasse bene a delle costruzioni monumentali. I loro migliori architetti stilarono in gran fretta un progetto e poi, alzando gli occhi al cielo stellato, compresero che mancava ancora qualcosa. Così decisero di aggiungere anche la Sfinge. I lavori durarono alcuni mesi, dopodiché gli omini con la coda risalirono sulle loro navicelle e tornarono nella loro patria, un pianeta chiamato Nibiru. Pare che ritorneranno nel 2012, un anno molto lontano, nel quale tutti noi saremo già passati a miglior vita, ma non Sua Maestà la Regina, che ci seppellirà tutti e nel 2012 avrà ancora davanti un decennio da vivere. Ma vogliate scusarmi, sto divagando e pensando al tredicesimo baktun, quando dovrei informarvi del ritorno di Miss Crystal, la segretaria del defunto Lord Archibald.»
Lady Perla, Lady Clarissa e la Badessa esclamarono in coro: «La quarta giocatrice, per il bridge!»

   
 
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