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Autore: CyberNeoAvatar    31/10/2023    2 recensioni
Nell'immensa regione di un mondo fantastico nota come Proéyld, o ‘ Landa dell'Origine’ per via dei miti ad essa correlata, esiste un particolare potere chiamato Foundation, il quale prende le sue abilità basandosi su luoghi ed elementi di luoghi. Dopo la morte del sovrano di questa terra, però, i possessori di tale potere hanno preso a sparire uno dopo l'altro; questo fatto si intreccia con il viaggio di Evret, un giovane personaggio che sembra sapere chi ne è la possibile causa, e il cui passato sembrerebbe nascondere qualcosa legato all'accaduto...
Così verrà sancito l'inizio di un viaggio che porterà Evret e i suoi alleati attraverso la regione alla ricerca della verità sulla natura delle sparizioni, una verità che nasconde ben più di quanto possano immaginare.
Avvertenze:
Questa è una storia originale che viene consigliato immaginare come una versione scritta di un manga o di un anime per com'è sviluppata. I suoi contenuti sono stati sviluppati senza copiare nulla, di conseguenza ogni possibile somiglianza/uguaglianza tra questa e altre opere è solo frutto di coincidenze. Ogni eventuale disegno inserito al suo interno servirà soltanto per aiutare l'immaginazione, anche se non dovesse essere in qualche modo perfetto.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 10 – Verso Arcteve.

 

« SVEGLIA! EV, LIRA, DEROW, SVEGLIAAA!».

Ev si svegliò di soprassalto nel suo giaciglio, e non fu certo l’unica: Sein si era messo a chiamarli con fare allarmato nel bel mezzo del mattino.

« Che diavolo sono questi schiamazzi?» disse Derow, ancora un po’ assonnato.

« C-Che succede, Sein?» chiese in fretta la ragazza in incognito. « Proprio ora che stavo dormendo così bene...».

« Chi se ne frega!» esclamò agitato lui, con i Leokàmi lì intorno che lo guardavano malissimo a causa del baccano che aveva prodotto. « Cabel... è sparito!».

« Cosa?!» esclamò a sua volta Ev, guardandosi intorno. Accidenti, era vero... Cabel non si vedeva da nessuna parte, nella radura del rifugio di Derow.

« Ma... Ma non può essere sparito così!» fece Lira, visibilmente preoccupata. « Non hai qualche idea di dove possa essere andato?».

« No, assolutamente no. Qua intorno non c’è!» affermò Sein. « Per quanto ne so, potrebbe anche essere stato... trascinato via da un Leokàmi... e... ugh...» nel dirlo, rabbrividì.

« Non dire stupidaggini.» lo contraddisse Derow, di tutt’altro avviso. « Cabel se n’è andato sulle proprie gambe: ha abbandonato la foresta diverse ore fa.».

« COME?!» fece stupito Sein.

« Ma... perché?» chiese Ev, confusa.

« Non lo so... però io ho il sonno piuttosto leggero, e così mi sono accorto che se ne stava andando.» spiegò loro. « Naturalmente ho chiesto spiegazioni. Mi ha detto di comunicarvi che sarebbe stato via per un po’, ma che sarebbe tornato presto, quindi di non preoccuparvi per lui. Ah, ha anche detto di dire a te che prendeva in prestito la tua lancia.».

« Acc, è vero, la mia lancia è sparita!» notò Sein.

« Non capisco...» scosse il capo Lira, ancora perplessa. « Che facciamo, Sein?».

« AAAAAH, non lo so!» si tenne la testa tra le mani il fratello maggiore.

« Certo che andarsene così, nel cuore della notte...» si mise una mano sotto il mento Ev, pensierosa.

« Perché semplicemente non aspettate che torni?» socchiuse gli occhi Derow, nell’infilarsi i suoi stivali. « Magari lo rivedrete presto per davvero.».

« Almeno poteva essere più esauriente nel lasciar detto il motivo della sua partenza, altro che non preoccuparci per lui!» commentò Sein, irritato.

« Però... è di Cabel che parliamo...» fece notare sua sorella. « Lui non manca mai alla parola data... mai, da che ho memoria...».

« Quindi anche tu dici di aspettare che torni come ha detto?» le domandò Ev.

« Sì... anche se spero che non gli succeda niente...».

« Che cavolo...» sbuffò Sein. « Prima di aspettarlo, però, vorrei vedere se riesco a capire dov’è andato. Avrà pur lasciato qualche traccia del suo passaggio.».

« Va bene, andiamo a controllare, se ti può tranquillizzare...» lo assecondò il capobranco dei Leokàmi.

« Vengo anch’io!» si precipitò Ev, afferrando stivali e giacca.

« E io pure!» si accodò Lira.

Ma non fu così facile. Infatti, dopo aver percorso un tratto di bosco...

« Uffa... mi sa che Cabel ha fatto attenzione a non lasciare segni che ci facessero capire in che direzione si stava dirigendo.» disse Sein nel controllare dove finivano le prime tracce del passaggio della maggiore delle due guide.

« Allora mi sa che non voleva che lo seguissimo.» teorizzò Ev. « Altrimenti perché abbandonare il rifugio di Derow senza dirci niente e non lasciare niente che ci guidasse a lui?».

« La penso anch’io così.» ammise Derow.

« Ci capisco sempre meno... per quale ragione l’avrà fatto?» si chiese ancora Lira.

« Infatti è incomprensibile.» si lamentò Sein. Si rivolse quindi a Derow. « Ehi... perché non chiedi ai tuoi Leokàmi? Loro pattugliano la zona, magari hanno visto dove andava stanotte.».

« Posso far capire loro di guidarci fino all’ultimo punto dove l’hanno eventualmente notato, certo, ma non è detto che questo serva a qualcosa: i Leokàmi si fidano di Cabel, visto che sta con me come voialtri, non avevano bisogno di tenerlo granché d’occhio, specialmente se era diretto verso l’esterno del loro territorio. Inoltre, anche se ricordano con esattezza la posizione in cui l’hanno individuato in mezzo a quel buio, non so se siano in grado di farci intendere chiaramente da che parte fosse diretto.» disse Derow.

« Beh, tu fallo lo stesso.».

« Si dice ̔ per favore’.».

« Ehm... per favore.» aggiunse alla svelta Sein. La ragazza in incognito ebbe per un momento l’impressione che il selvaggio compagno ricordasse ancora come Sein gli avesse chiesto la cena il giorno prima – e allora egli si era pure chiesto se l’avesse scambiato per ̔ il suo servitore’.

Purtroppo, come previsto da Derow, i Leokàmi non diedero grande supporto per rintracciare la via intrapresa da Cabel, poiché, sebbene effettivamente l’avessero notato, l’ultimo punto dove l’avevano avvistato e dove li condussero era troppo generico per ricavarvi una direzione esatta, in mancanza di tracce su cui appoggiarsi.

Questo quindi li costrinse ad una sola soluzione, ossia alla forzata attesa della maggiore delle due guide. Però Ev si augurò vivamente che non stesse facendo qualche sciocchezza, anche se le era sempre sembrata una persona piuttosto assennata.

Le fasi della giornata trascorsero, ma Cabel non si vedeva. Dovendo passare il tempo, Ev si mise a chiacchierare con Lira di cose inerenti alla preparazione dei vestiti e, quando Sein e Derow non le ascoltavano, anche di altri argomenti sempre femminili.

« Ehi, di che parlate di bello?» chiese ad un punto Sein, vedendole così impegnate a parlare.

« Ehm... sempre di sartoria.» si affrettò a mentire la ragazza in incognito. In realtà erano altri i temi trattati in quell’istante, di quelli un po’ troppo relativi all’altro sesso.

« Ancora? Non ti stanchi a parlare così tanto di queste cose da femminucce?» sbuffò Sein, mettendole poi il braccio intorno al collo in maniera tale da farla avvampare. « Perché invece non parliamo un po’ noi due, eh? Magari, ora che siamo più comodi, potresti dirmi qualcosa in più sulla tua Foundation e su cosa sa fare.».

« M-Magari più tardi...» borbottò goffamente lei, spingendolo garbatamente via.

« Mah... ok...» disse allora il fratello di Lira, nel girare al largo lanciandole un’ultima occhiata.

« Dicevo...» si girò verso di lei Ev, riprendendo la conversazione.

Fu di nuovo notte. Di nuovo, tutti erano al falò.

« Non si vede ancora...» sussurrò Lira, in pensiero.

« Su, Lira...» le mise una mano sulla spalla Ev per farle forza. « Vedrai che non si farà attendere più del dovuto. Deve pur aver avuto le sue ragioni per andare, e se ha detto che tornava...».

« Eh. Anche se avrei voluto conoscere le sue ragioni, so bene anch’io che Cabel è uno responsabile. Più di me, comunque.» annuì Sein, sicuro di sé.

« Perché, tu non sei responsabile?» lo punzecchiò Derow.

« Non ho detto questo!» si irritò Sein.

« Perciò, porta pazienza... vedrai che andrà tutto bene.» le sorrise Ev.

« Uhm.» ricambiò quel sorriso la ragazza, apparendo un minimo rincuorata.

Più tardi, Ev decise di concedersi un altro bagno, vista la situazione. Stavolta però a malincuore dovette rinunciare alla compagnia di Lira, poiché senza Cabel c’era il rischio che Sein si facesse venire in mente qualche brillante idea – tipo gettarsi in acqua con lei ignorando la sua reale identità – perciò la sorella di quest’ultimo si era presa il compito di tenerlo d’occhio, per quanto possibile.

Neanche il mattino seguente Cabel si fece vedere. Poi, la sera successiva...

« Salve a tutti.» irruppe proprio Cabel, torcia alla mano, spuntando dalle frasche proprio quando avevano finito di cenare.

« CABEL?!» si alzò di scatto Sein, andandogli subito incontro. Ev e Lira fecero lo stesso, mentre Derow si limitò a guardare da dov’era posizionato.

« Dove sei stato, Cabel?!» esclamò Lira, dando sfogo alla preoccupazione maturata in quelle ore. « Andartene... così...».

« Ehi, ma...» disse Ev, a cui non sfuggirono due cose: il fodero della Misàchi di Cabel non era più vuoto, vi era quella che pareva proprio essere la sua arma... e tra le mani aveva le briglie di una Salamandra-Lupo ben familiare...

« Quelle sono...» cominciò a dire Sein, notando anche lui quei dettagli. Il passo per realizzare dove fosse stato fu breve. « N-Non mi dirai che... sei tornato...».

« … alla Piana dei Pilastri?!» completò con evidente stupore Ev.

« Esatto.» confermò senza problemi Cabel.

« COSAAAAA?!» fecero tutti e tre insieme i suoi interlocutori.

« M-MA SEI DIVENTATO SCEMO?!» lo indicò Sein, incredulo. « Sei tornato in quel posto DA SOLO dopo che siamo riusciti a sfuggire a Zaehr e scagnozzi con tanta fatica?!

« Sein ha ragione.» gli diede manforte Ev, anch’ella. « Voglio dire... non avevi detto che non potevamo tornarci senza un piano?!».

« Ovviamente non ci sono andato per commettere azioni suicide, se questo è ciò che pensate. Anzi, se mai è stato proprio per prevenirle.» disse con fare serio Cabel. « E se avrete la grazia di rimettervi a sedere intorno al fuoco, magari lasciando che mi prenda qualcosa da mangiare, vi spiegherò tutto quanto.».

« Umgrr... ok...» mormorò Sein, ancora arrabbiato.

Un paio di minuti, e Cabel si ritrovò seduto con gli altri intorno al falò, un grosso pezzo di carne secca presa dai bagagli trasportati dalla Salamandra-Lupo tra le mani, mentre la bestia da soma ritrovata era stata invece legata ad un albero. La presenza dei Leokàmi che l’avevano già spaventata a morte in passato rendeva l’animale incredibilmente nervoso, ma per fortuna ci pensò Derow a impedire ai suoi gattoni di saltarle addosso.

« Avanti, sputa il rospo, Cabel.» lo richiamò il fratello minore.

« Perché ci hai lasciati per così tanto tempo... facendoci quasi morire dalla preoccupazione?» gli chiese Lira.

« Anch’io sarei un po’ curioso...» confessò Derow.

« Calma, ora ve lo dico.» alzò una mano il fratello maggiore dei tre. « I propositi di questa mia decisione erano due. Il primo, recuperare la mia Misàchi: ci sono troppo affezionato, quasi quanto a Sein e a Lira. Il secondo... capire come si era evoluta la situazione a rifugio di Zaehr dopo che siamo scappati, e com’era effettivamente finita per i prigionieri che sono rimasti laggiù...».

Al ricordo dei prigionieri, l’espressione di Lira si dipinse di dolore. Ev la guardò con dispiacere.

« E... perché non ce l’hai detto?» domandò quest’ultima. « Anche a noi interessava sapere se...».

« Forse...» lo interruppe Cabel. « … perché era inutile rischiare che mandaste tutto all’aria.».

« Come?».

« Mi spiego meglio.» continuò la maggiore delle due guide. « Il desiderio di salvare quei prigionieri che ci hanno così faticosamente lasciati fuggire via vi ha coinvolti molto, specialmente a te e a Lira. Se ve l’avessi detto, avreste probabilmente preteso di accompagnarmi, e questo non lo volevo. Rivedendoli avreste potuto cercare di salvarli in maniera troppo precipitosa, con il possibile risultato di trascinarci un’altra volta contro tutto quell’accampamento. Ditemi, in cuor vostro pensate che non avreste potuto decidere di farlo?».

« Beh... ecco...» sussurrò Ev, guardando altrove.

« Forse forse...» ammise Sein.

« Comunque, era necessario che ci andassi.» tornò a parlare lui. « Abbiamo teorizzato che i prigionieri di Zaehr siano ancora vivi, ma se ci fossimo sbagliati? In quel caso, avremmo approntato un piano per salvarli per niente. Qualcuno doveva farsi un’idea della situazione, prima di rischiare il collo in una qualsiasi azione, e quel qualcuno dovevo essere io.».

« Ma sei stato troppo poco prudente a compiere un gesto di questo tipo, fratello mio.» disse Lira, alquanto seria. « Se ti avessero... catturato...».

« Contavo sul fatto che non si aspettassero che uno di noi tornasse tanto presto, anche se sapevo che dovevano essere più in guardia... inoltre, una persona sola al buio della notte passa più facilmente inosservata.» le sorrise Cabel. Le appoggiò una mano sulla testa. « Ti chiedo scusa se ti ho preoccupata...». Lira si limitò a chiudere gli occhi, ancora un po’ agitata.

« Quindi com’è andata?» chiese Derow.

« È andata che non avremo bisogno di tornare là.» ammise Cabel, alzando lo sguardo. « Zaehr e i suoi complici se ne sono andati.».

« Eh?!» fece Sein.

« Andati?» ripeté Ev. « No, aspetta, ma... l’accampamento...».

« Non c’è più. Hanno tolto tutto. Sia loro che i prigionieri sono spariti.».

« Quindi sarebbe andati via...» disse Derow. « Sei proprio sicuro di questo?».

« Pochi dubbi in merito... Sono stato nella grotta, e non vi ho trovato niente.» rispose Cabel. « Quando sono arrivato nei pressi del posto e mi sono avvicinato abbastanza, ho notato sul terreno le impronte di un gran numero di Salamandre-Lupo e di un carro che partivano dal fiume. Ho adottato ogni cautela per andare a verificare all’interno di quella grotta, e come vi ho detto non ci ho trovato niente... nemmeno una tenda. Devono aver smontato ogni cosa la sera del giorno in cui siamo fuggiti, per poi filarsela mentre ancora dovevo arrivare.».

« Ma... perché mai se ne saranno andati tanto di corsa?» si chiese la minore delle due guide, confusa.

« Che razza di domanda è?» gli chiese Derow, con uno sguardo che pareva dirgli ̔ ma sei scemo?’. « Perché noi sappiamo dove si trova quella caverna e come accedervi, ecco perché. Prima probabilmente nessuno sapeva della sua esistenza ed erano tranquilli per questo, ma ora rischiano che vi conduciamo le truppe di Tolriot, se è vero che non tutti i soldati di Proéyld sono implicati in questa storia, e in quel caso tutti in gattabuia con tanto di chiave buttata via. Zaehr e i suoi saranno anche tremendi, ma non credo che possano permettersi qualcosa del genere, o in primo luogo non si sarebbero scelti un posto così ben celato da usare come base dove portare la gente che rapiscono.».

« Derow dice bene...» osservò Cabel.

« Ok ok, ma in questo caso dove si sono diretti?» domandò Sein.

« Sfortunatamente non saprei dirvelo.».

« Ma hai detto che c’erano delle tracce.» gli fece notare Ev. « Avrai visto dove andavano... o no?».

« Solo all’inizio.» continuò Cabel. « Diversamente da Eief e i suoi compari, sembra che dopo un tratto questi abbiano deciso di coprire le tracce del loro passaggio, tanto bene che perfino io non sono più stato in grado di ritrovarne altre.».

« Sono riusciti a fregare addirittura te?» si sorprese Sein.

« Dovono esserci dei professionisti tra di loro in materia.» replicò il fratello maggiore. « Comunque, dai solchi del carro e dalle tracce lasciate dalle loro cavalcature sembra che sia il mezzo di trasporto che le Salamandre-Lupo fossero belle cariche... e visto che nella grotta non ho trovato alcun cadavere direi che è confermato il fatto che i prigionieri di Zaehr siano ancora vivi.».

« Siano ringraziati gli Stoinos...» sospirò Lira, sollevata dalla notizia. Tuttavia, ombre di grosse preoccupazioni le si leggevano ancora in faccia. « Però... se non possiamo seguirli... come faremo a trarli in salvo? Che ne sarà di loro?». Si tenne l’altra mano dal tremore dovuto all’angoscia. « Di questo passo... non potrebbero...?».

« Non dirlo nemmeno, Lira!» la interruppe Ev, sicura di sé. « Ti ho detto che li avremo salvati, e in un modo o nell’altro ci riusciremo.».

« Non farti dominare dalla paura, sorellina.» le si rivolse anche Cabel, con un tono un po’ più amabile del normale. « Non sappiamo ancora cos’hanno in serbo per loro, e visto che li volevano vivi esiste ancora speranza circa il fatto che lo rimangano.».

« Però bisogna riconoscere che non abbiamo più una via chiara da seguire.» fu costretto a far notare Sein.

« Già... il che ci lascia solo una pista da seguire...» disse Cabel, spostando lo sguardo verso Ev, « … la tua.».

« La mia?» si indicò Ev. Aveva già capito cosa intendesse. « Non vorrai dire... che vorresti venire con me ad Arcteve!».

« Sì, questa è la mia idea.» annuì la maggiore delle due guide. « Hai detto che il Governatore Reggente Count è implicato, no? Quindi, se è realmente così che stanno le cose, l’unico modo attualmente rimasto per liberare quei poveracci è domandare dove si trovano direttamente a lui.».

« Cos...? Ma Cabel!» esclamò Sein. « Vuoi DAVVERO rischiare di inimicarti un Governatore Reggente?!».

« Certo che sì.» socchiuse gli occhi Cabel. « Ero già in debito con quei prigionieri per essersi sacrificati per noialtri, ma lo sono anche con Ev per l’aiuto che ci ha prestato per soccorrere Lira: se non ricambiassi il favore che ha reso verso la nostra famiglia, sarebbe un disonore. Inoltre – e soprattutto, aggiungerei – c’è di mezzo la sparizione di tutte le persone dotate di Signs e Foundations degli ultimi anni, che non si può certo lasciar continuare... Sì, direi che ci sono davvero un sacco di buoni motivi per dare una mano ad Ev ad incontrare questo Count.».

« Oh...» sussurrò Ev, colpita.

« Meglio di così non avrei saputo dirlo.» commentò con una certa ammirazione Derow.

« Ma, naturalmente, se hai qualcosa in contrario ti ascolto, Sein.» incrociò le braccia Cabel, in attesa della sua protesta.

Inaspettatamente, Sein non protestò. Anzi, sorrise.

« Eheheh... in realtà stavo scherzando.» si mise una mano dietro la testa lui. « Io la penso esattamente come te. E poi Ev è nostro amico... magari nemmeno da una settimana, ma pur sempre un amico... e ho tutta l’intenzione di accompagnarlo anch’io da questo Governatore Reggente, quindi non osare fermarmi.».

« Lo immaginavo...» chiuse gli occhi Cabel, un lieve sorriso delineatosi sulle sue labbra. « E va bene...».

« Non occorre che lo facciate, posso andarci da solo senza che voi due rischiate di esporvi con me.» cercò di dissuaderli in fretta la ragazza in incognito. Confrontarsi con una delle massime cariche dello stato di Proéyld non era affatto uno scherzo.

« Troppo tardi!» gli batté una mano sulla schiena Sein.

« Ouch!».

« Tanto a me soldati e Governatori non mi sono mai stati particolarmente simpatici... sarà un piacere smascherarne uno, in caso della sua reale colpevolezza.» disse l’altro fratello. « Senza contare che, a prescindere dalle tue decisioni, vogliamo sempre salvare quei prigionieri, ragion per cui ci saremo andati comunque per conto nostro da Count. Tanto vale farlo tutti insieme. Ci sdebiteremo con te facendoti da guide, oltre che da aiuto in generale... senza che tu paghi un soldo per il servizio, si intende.».

« Uhm...» mormorò Ev. Parevano proprio determinati a venire con lei... dubitava che sarebbe riuscita a convincerli del contrario, anche se temeva che questo le avrebbe causato molti problemi nel tener loro nascosta la sua natura di ragazza... specialmente a Sein, visto che Cabel ci era praticamente già arrivato. Si mise perciò anch’ella la mano dietro la testa, dicendo ancora un po’ titubante:« Allora... grazie?».

« Affare fatto, dunque.» disse Cabel.

« EVVAI!» esclamò Sein, arrivando da Ev a stringerla come al solito. « Staremo insieme ancora per un pezzo, contento?!».

« AHIA, FAI PIANO!».

« Come ho detto, ti aiuteremo...» ricominciò a spiegare il fratello maggiore una volta che Sein la fece finita, « … ma, prima di partire per Arcteve, capirai che dobbiamo lasciare Lira in un posto sicuro...».

« Cabel, no!». A quella frase, Lira si era alzata in piedi. « Non voglio stare a casa, stavolta... voglio venire anch’io con voi ed Ev.».

« Come?» fece Cabel, guardandola con fare quasi incredulo.

« Ma... stai scherzando, sorellina?» le chiese Sein, altrettanto sorpreso. « Con tutta la fatica che abbiamo fatto per portarti via da quel manigoldo di Zaehr?».

« Sì... sembra un po’ avventato... ma stavolta voglio esserci.» insistette lei. « Almeno fino ad Arcteve... Voglio confrontarmi anch’io con colui che potrebbe essere la causa di ciò che è capitato a me e agli altri prigionieri, e scoprire se per loro c’è ancora speranza.».

« Ti rendi conto di cosa ci chiedi, Lira?» chiese il maggiore dei tre fratelli, estremamente serio. « Ci chiedi di esporti ancora a dei pericoli... Inoltre non sei mai stata con noi mentre guidavamo i nostri clienti... non hai abitudine nel marciare... e poi, non avevi deciso di non venire con noi proprio per non darci preoccupazioni nel costringerci a badare a te?».

« Era diverso, allora: allora non avevo un debito con delle persone che sono rimaste indietro a... a coprire la mia fuga... o con Ev.» gli ricordò Lira.

« Forse no, ma questo non cambia niente. Anzi, visto che Zaehr e compagnia ti avevano in custodia, dovremmo tenerti più d’occhio di prima. Vuoi rendere vani il sacrificio di quei prigionieri?».

« No... però voglio anch’io rendermi utile ad Ev, in qualche modo.». La ragazza, nel dirlo, guardò proprio Ev.

« Non se ne parla proprio, e di certo anche Ev la pensa così. Vero, Ev?» disse Cabel.

« Eh? Io? Beh...» mormorò Ev, con la mano dietro la testa: certo sarebbe stato brutto continuare il viaggio senza qualcuno che sapesse della sua vera identità, di come si sentisse, con cui parlare liberamente... ma il buon senso era tutto dalla parte di Cabel in quel caso.

« Ragion per cui, ti lasceremo in una delle cittadine nelle vicinanze e...» continuò la maggiore delle due guide.

« Ehm, meglio di no!» intervenne all’improvviso Ev.

« Come?» replicò freddamente Cabel.

« Non pensare male, Cabel, ma... se lasciamo Lira in una città presieduta dai soldati del regno, rischiamo che venga di nuovo rapita come la prima volta.» gli fece notare la ragazza dalla Foundation di pietra.

« Uhm... ammetto che a questo non ci avevo pensato.» osservò Cabel, incrociando le braccia. « Bene... se non è sicuro, troveremo qualche altro posto dove poterla...».

« Insomma, Cabel, l’hai capito o no che io non ho alcuna intenzione di rimanere in panchina?» protestò Lira.

« Non ti facevo così cocciuta, il che però non cambia niente.» continuò lui. « Non verrai con noi.».

« Dai ascolto a Cabel, Lira... ha ragione.» cercò di esortarla Sein.

« No, verrò anch’io!» ribadì lei.

« Ho detto di no.» riprese Cabel, irremovibile.

« Invece sì... altrimenti...» mormorò Lira, stringendo i pugni. « … altrimenti...» poi alzò la testa, affermando con forza:« … altrimenti ti odierò per sempre, Cabel!».

A quella frase, Cabel parve perdere l’uso della parola.

‟ L-L’ha detto?!” pensò Sein, alzando una mano con fare quasi spaventato.

Ev guardò la coppia: possibile che quella minaccia... fosse il punto debole di Cabel? Proprio un punto debole di Cabel?

« Dite qualcosa, sì o no?» ruppe il silenzio Derow, il quale sembrava godersi parecchio lo spettacolo.

« Ecco...» borbottò Cabel, guardando altrove. « P-Proprio non vuoi ripensarci?!».

« Assolutamente no.» scosse il capo Lira.

« Ok, se permettete dirò io qualcosa.» chiuse gli occhi Derow. « Per come la vedo io, forse far viaggiare con voi Lira non è un’idea totalmente sbagliata. Se i soldati del regno sono coinvolti, è possibile che nessun posto le garantisca di non finire di nuovo in gabbia, il che rende lo stare vicino a voi il posto più sicuro dove stare.».

« Beh...» iniziò a soppesare Sein.

« In effetti, Derow ha ragione su questo.» si intromise Ev. « Senza contare che Zaehr e i suoi scagnozzi la conoscono. Cosa succederebbe se per un motivo o per l’altro lui o uno dei suoi le capitasse vicino e la scoprisse?».

« La ricatturerebbero...» comprese Cabel.

« Sì... e poi i soldati pattugliano ogni dove della regione, è difficile trovare un nascondiglio sicuro per lei.» continuò la ragazza in incognito.

« Ecco, appunto.» disse Lira, contenta che stessero in pratica aiutandola a trovare degli appigli a cui attaccarsi. « Non vi preoccupate per me... vi assicuro che non vi darò troppi problemi. Me la caverò da sola. Almeno fino ad Arcteve... per cercare di capire cos’è succederà a quei poveretti... a cui devo tantissimo...».

Cabel, ascoltate le sue ultime parole e vista la grande volontà di voler essere d’aiuto per coloro per cui si era dannata tanto perché non si fossero salvati insieme a loro, e che ancora le permeava di tristezza la dolce voce, sospirò. Pochi istanti dopo, la sua decisione fu la seguente:« E va bene... hai vinto tu. Purché si prenda ogni singola precauzione per non farti correre rischi...».

« Ti prometto che sarò prudente.» annuì Lira. Si girò quindi verso Ev. « Va bene anche per te, giusto?».

« A questo punto direi di sì.» disse Ev, sorridendole. Quantomeno era sollevato che avrebbe avuto qualcuna con cui non dover tenere alcuni segreti solo per sé. Un po’ meno per il fatto che avrebbe dovuto affrontare un viaggio piuttosto duro insieme a loro.

« Direi che sarà il caso di partire domani.» sentenziò Cabel. « Prima ci rechiamo ad Arcteve a sbrigare questa faccenda, prima regoleremo i conti con Count... e meno probabilità ci saranno che la banda di Zaehr possa fare qualcosa di irreparabile ai propri prigionieri.».

Nessuno ebbe rimostranze su questo.

Passata la nottata, il gruppetto concluse i preparativi. Con l’aiuto di Derow si procurarono qualche provvista in più per il viaggio, visto che ora avrebbero dovuto viaggiare in più persone.

« Meno male che hai riportato indietro anche questa.» commentò Sein, accarezzando la Salamandra-Lupo ritrovata.

« Visto che ero in zona e con l’accampamento abbandonato, mi pareva sciocco non cercarla.» spiegò Cabel. « Ma devo ammettere che l’hai nascosta piuttosto bene: se non avessi avuto la certezza che doveva essere nei dintorni, dato il poco tempo che ci hai messo a nasconderla, avrei faticato molto di più a ritrovarla.».

« Grazie del complimento.» disse Sein, contento dell'elogio del fratello.

« Sarebbe anche potuta finire nella pancia dei miei Leokàmi, se non avessi fatto capire loro di farti passare nel caso ti avessero rincontrato nei paraggi.» gli disse Derow, avvicinandosi. « La prossima volta che ci vedremo sarà bene che stia attento a non separarti da animali come quello...».

« Non vieni con noi, Derow?» gli chiese Ev, capendo questo dalla sua ultima frase.

« Purtroppo no.» scosse il capo il capobranco dei Leokàmi.

« Pensavo che anche tu ci avresti accompagnato per salvare quella gente...» osservò Lira.

« Non posso... devo rimanere qui.».

« Perché?» domandò la sorella di Cabel e Sein, confusa. « Non sei più confuso dalla Foundation, non hai più motivo di stare qui.».

« Invece ce l’ho eccome.» la contraddisse lui. « Se mi allontano, i Leokàmi non avranno più qualcuno che possa tenerli sotto controllo, e potrebbero scatenarsi su coloro che girano per la foresta come prima. Non posso permetterlo.». Gettò un’occhiata ai membri del suo branco lì intorno. « Senza contare che è vero, quello che ho detto la prima volta che ci siamo incontrati... stare in mezzo a questi Leokàmi non mi dispiace affatto. Posso combattere finché mi pare quando ne ho voglia, e come ricorderete questi bestioni non sono avversari da niente.».

« A voglia se ce lo ricordiamo...» sussurrò Sein, più incupito al ricordo di quelle zanne che cercavano di superare la propria lancia per dilaniarlo.

« Quello che voglio dire è che, anche se ho un debito con quei disgraziati rimasti nelle grinfie di Zaehr, anche se mi piacerebbe un sacco riuscire a prendermi la rivincita con un avversario tanto mostruoso come lui, sono morte già un po’ di persone sia quando non ero alla testa dei Leokàmi sia in mia presenza. Pensate che sia disposto ad accollarmi il rischio che altri muoiano a causa della mia negligenza nel gestire questo problema?».

« Certo che no...» mormorò Ev, rabbuiandosi un po’. Era come lei, Derow... lei aveva ucciso, volontariamente o meno, degli uomini con il potere non controllato della sua Foundation, e non voleva ripetere quell’esperienza... e lui provava più o meno la stessa cosa.

« A saperlo prima, lasciavo qui con te mia sorella...» rimuginò a voce Cabel, seccato.

« Cabel, non ricominciare!» esclamò Lira.

« Stavolta sono d’accordo anch’io!» esclamò a sua volta anche Sein. « Chi si fida di lasciarla da sola con questo qua?!».

« Non eravamo amici...?» si chiese Derow. Poi, disse:« Ma è meglio così per vostra sorella. Con me i Leokàmi sono più mansueti, tuttavia non si può mai sapere cosa può frullargli nella testa.».

« Capisco...» sussurrò Cabel.

« In ogni caso...» disse Ev, alzando un braccio verso Derow, la mano tesa, « … qui le nostre strade si dividono, giusto? Quindi, anche se abbiamo avuto un inizio un po’ burrascoso... voglio ringraziarti per tutto l’aiuto che ci hai dato.».

« Tsé, figurati.» chiuse gli occhi Derow, stringendogliela senza problemi, per poi rivolgergli uno sguardo agguerrito. « Ma non dimenticare una cosa: noi due abbiamo ancora un conto in sospeso da regolare. Per stavolta ho lasciato perdere, essendoci situazioni più importanti a cui devi pensare, ma una volta finita la tua crociata contro il Governatore Reggente e quei tizi mi aspetto che tornerai a concedermi un altro scontro... stavolta in amicizia, ovviamente.».

« Se non è una sfida all’ultimo sangue, posso anche pensarci.» sorrise Ev.

« Non sarà facile: non picchi certo come una donna, potrei non riuscire a trattenermi.».

« Ahahah...» ridacchiò Ev. Quella risata era più per la contraddizione in essa insita, che per l’allusione volontaria di Derow al non trattenersi. « Comunque... buona fortuna con i Leokàmi.».

« Guarda che ve ne servirà di più a voi, di fortuna.» osservò il selvaggio abitante del bosco.

Finiti di congedarsi, Ev, Cabel, Sein, Lira e la loro Salamandra-Lupo abbandonarono il rifugio del loro amico. Gli sguardi dei Leokàmi li seguirono con attenzione, finché non furono eccessivamente lontani dalla loro vista.

« Anzitutto, se vogliamo dirigerci ad Arcteve, ci conviene tornare indietro fin prima di quando siamo scesi verso la Foresta Fronderoccia la prima volta.» disse Cabel, mentre procedevano lungo la strada piena d’alberi del bosco. « Poi procederemo lungo la strada che costeggia Lìnkas e da lì continueremo superando Sàvra e qualche altra cittadina, fino a giungere all’Atollo Iride. A partire da laggiù dovremo arrivare in fretta al territorio comandato dalla Capitale Cardinale Arcteve.».

« Quanto pensi che ci metteremo ad arrivarci?» chiese Sein.

« Non abbiamo lavorato dalle parti di Arcteve, quindi non posso dirlo con certezza... ma considerando che più o meno le Capitali Cardinali coprono una zona equa, stimo che potremmo metterci forse un mese o poco meno... sempre che non succeda qualcosa di poco carino.».

« Un mese...» mormorò Ev, un po’ tesa. Un mese, e avrebbe potuto trovarsi davanti il probabile colui che aveva la responsabilità di quanto le era accaduto...

« Direi che Lira può viaggiare sulla Salamandra-Lupo, a partire dall’uscita della foresta.» sentenziò la maggiore delle due guide. « L’abbiamo caricata un po’ di più, ma tu sei molto leggera e non dovresti dare fastidio all’animale.».

« Va bene.» disse la sorella.

Uscirono perciò dalla foresta. Avanzarono ancora a breve distanza del canyon che era stato superato giorni prima, per poi piegare verso est, la direzione che interessava loro.

La prima parte di strada, lì, risultò una continuazione della terra arida del canyon, in una sorta di replica dello scenario incontrato da Ev poco dopo che ella era uscita da Fìdi. Solo l’ombra di alcuni uccelli simili per estetica a condor ma con eleganti piume rosse, dei Tròs selvatici, forniva un po’ di compagnia in quella landa.

Poi, arrivarono in una zona un po’ più accogliente, con alcune pozze d’acqua e un po’ d’erba che cominciava a uscire dal terreno, con anche alcuni fiori blu che spuntavano dal suolo. Si sentiva lo strisciare di serpenti locali lì in mezzo alle poche zolle piene d’erba fitta che iniziavano a spuntare, il che suggerì loro di starci alla larga.

Ben presto, arrivarono molto vicini a Lìnkas.

« Ehi, Cabel... forse conviene chiedere qualche dritta per il viaggio laggiù, non ti pare?» suggerì Sein, nuovamente con la sacca da viaggio in spalla come Ev.

« Sì, è una buona idea.» disse Cabel. « Ma ci andrò da solo. Non abbiamo necessità di fermarci lì, e visto che ci sono anche i soldati di mezzo è il caso di non farsi notare troppo, anche se è da lì che venivano Lector e Juine. Comunque, devo andarci a comprare una cosa...».

« Ok, allora ti aspettiamo qui.» disse Ev.

« Non fare tardi, Cabel.» disse premurosamente Lira.

« Resto là giusto il tempo necessario.» li rassicurò lui, staccandosi dal gruppo e dirigendosi con decisione verso il posto.

Si risposarono con pazienza, e in capo ad un paio d’ore la maggiore delle due guide tornò dal resto dei suoi compagni di viaggio.

« Oh! Sei già qui!» si sorprese Ev.

« L’avevo detto che avrei fatto presto.» affermò Cabel.

« Com’è andata?» incalzò Sein.

« Beh, mi hanno all’incirca confermato ciò che già pensavamo sul viaggio, con l’aggiunta di alcuni dettagli che vi fornirò al momento opportuno.».

« E quelli?» domandò Ev. I suoi occhi avevano colto il fatto che avesse in mano un paio di stivaletti color mogano, attraversati fino alla punta da una robusta cucitura e con dei nastri in cima cingerne le circonferenze.

« Questi sono per Lira.» sorrise Cabel, quindi si allungò a porgerglieli. « Tieni.».

« Li hai presi... per me?» chiese lei, prendendoli e guardandoli, contenta. « Sono bellissimi...».

« Li aveva un venditore ad un prezzo molto vantaggioso... ho pagato poche stoike per averli.» spiegò il fratello più grande dei tre. « Non puoi certo viaggiare con noi con quelle scarpette da città... ti serve qualcosa di più robusto per il viaggio.».

« Sei un tesoro, Cabel.» lo lodò Lira, grata. Cabel abbozzò un sorriso compiaciuto.

Gli stivali calzarono perfettamente a Lira – Ev suppose che, essendo che aveva dovuto occuparsi di lì fin da piccola, Cabel banalmente sapesse a menadito le sue misure – pertanto il viaggio riprese immediatamente dopo.

Continuarono per un altro paio di giorni. Durante il tragitto, Ev e Lira non mancarono di sfruttare le loro doti sartoriali per risistemare eventuali danni rimasti addosso agli abiti dei loro compari durante le ultime vicende – il che fruttarono un sommesso quando divertente ̔ roba da femmine’ da parte di Sein nei confronti dello stesso Ev, e per il resto niente andò storto.

Il pomeriggio del secondo giorno arrivarono nei pressi di alcuni acquitrini. Il terreno era piuttosto molle lì intorno e, sebbene non si trattasse di una zona boschiva, l'umidità e le pianticelle che crescevano sul posto rendevano il posto adatto alla Salamandre-Lupo, che infatti trovarono intenti a nutrirsi.

« Perché non ne prendiamo un paio per...?» cominciò a proporre Sein, adocchiando un paio delle femmine ferme agli stagni.

« Lascia perdere: se serve è meglio comprarle, a meno che tu non abbia voglia di rischiare una craniata da parte dei maschi.» gli disse Cabel. « A volte trascuri dei dettagli importanti, fratellino...».

« Uffa...» sbuffò Sein.

« Ev... è da un po' che stavo pensando una cosa...» disse Lira, che stava marciando un po' con loro a piedi, guidando la loro Salamandra-Lupo.

« Cosa?» si girò verso di lei l'altra ragazza.

« Ricordi quel bracciale che mi avevano messo... il bracciale Restrictor?» le chiese lei. « Ecco... anche gli altri prigionieri ne indossavano uno per ciascuno... e se il materiale di cui è fatto è tanto raro, supponendo che li avrebbero fatti indossare ad altre persone... non è un'ulteriore conferma che siano davvero implicate personalità importanti con i soldati che erano d'accordo con Zaehr? Insomma, potrebbero averli presi da qualche prigione...».

« Ora che lo dici...» considerò la giovane in incognito.

« Buona osservazione, sorellina.» osservò Sein, udito il suo ragionamento.

« Non è così semplice.» chiuse gli occhi Cabel. « Sebbene i sospetti siano già ben direzionati verso il Governatore Reggente Count, potrebbero anche aver trovato una fonte da cui estrarre il materiale per costruirli.».

« Ehi, hai tu dei dubbi adesso?» gli chiese Sein.

« Sto solo tenendo in considerazione tutti i ' se', Sein.» ribatté bruscamente Cabel. « Non possiamo limitarci a puntare il dito finché non siamo sicuri al cento per cento.».

« Per me sta bene, questa linea di pensiero... anche se non credo che Count ne sia estraneo.» disse Ev.

« Oh... quella pianta non l'avevo mai vista!» disse all'improvviso Lira, alludendo ad una lunga parte verde piena di foglie che usciva dalle foglie, simile ad altre piante che uscivano dagli stagni. « Ne prendo qualche foglia, magari può essere utile per qualche vestito.». Si avvicinò alla pianta per staccarne qualcuna, ma quando ne afferrò una lanciò un gridolino sorpreso. « UO-OH!».

La pianta si era imprevedibilmente mossa con un movimento, facendola quasi cadere.

« Ma che...?» si chiese Ev.

« AHAHAHAH!» scoppiò a ridere Sein. « Mi dispiace, Lira, ma quella non è una pianta...».

« Eh?» fece Lira, guardando in direzione del punto da cui affiorava il vegetale.

Dal largo specchio d'acqua, un occhio a fessura ricambiò il suo sguardo stupefatto, e un dorso squamoso si sollevò piano dalla superficie. Era un grande anfibio simile ad un tritone, con una lunga striscia violacea che gli attraversava il dorso e una coda era ben più lunga del suo stesso corpo. Si spostò lentamente, posizionandosi su un altro lato dello specchio d'acqua in una disposizione simile a quella precedente.

« È un Dratià, un ' drago vegetale'.» spiegò Cabel. « Li trovi spesso, negli acquitrini della regione di Tolriot. Si immergono nell'acqua e fanno finta di essere una delle piante che emergono dal questo paesaggio...».

« Oh, davvero?» rimase sorpresa Ev. « Non ne avevo mai visto uno prima.».

« E... E sono pericolosi?» chiese Lira, girandosi.

« Assolutamente no, non sono aggressivi.» la rassicurò il maggiore dei tre fratelli.

« E come mai si fingono piante?» continuò la sorella.

« Beh... le loro code sono esce... Le usano per catturare i...» cominciò Cabel, quando il suo sguardo notò che dal terreno vicino allo stagno era appena sbucato scavando un'enorme cimice di terra grande almeno quaranta centimetri. Anche gli altri seguirono la scena, e videro l'insetto avvicinarsi alle false foglie del Dratià, forse con l'intento di nutrirsene: non appena questi vi salì sopra, la coda si ritirò di scatto trascinandolo via e, con un solo movimento repentino, l'anfibio azzannò l'insetto divorandolo all'istante. « Per l'appunto...».

« Devo dire che è stato davvero divertente vedere la tua faccia quando il Dratià si è infastidito, ahahah!» rise di gusto Sein.

« Che scherzo stupido, Sein...» gonfiò le guance la ragazza, imbronciata.

Chiusa quella parentesi, il cammino riprese. Verso sera, giunsero nei pressi di un altro centro abitato... Sàvra, dedicata alla Costellazione della Lucertola.

« Altra città, e sta per calare la notte.» disse Sein. « Che facciamo, evitiamo anche questa?».

« Ovviamente sì.» confermò Cabel.

« Non è proprio possibile fermarsi in città, per una volta?» disse Lira, con tono quasi supplichevole. « Non voglio sembrare una lamentona dopo pochi giorni che marciamo, ma diciamo che... dopo aver passato delle notti in una gabbia e in una foresta, e dopo le ultime serate all'addiaccio, mi piacerebbe poter dormire su un vero letto, almeno per una volta.».

« Ti ricordo che se i Cavalieri Salamandra vedono il tuo Sign c'è la possibilità che cerchino di rapirti di nuovo, Lira.» le rammentò il fratello maggiore.

« Senza contare che, se Zaehr dovesse aver fatto circolare ai suoi eventuali complici le nostre descrizioni, potrebbero riconoscerci con risultati poco piacevoli.» aggiunse Sein.

« E questa non è più Lìkas, dove potevamo ancora fidarci a circolare a causa del fatto che fosse da lì che provenivano Lector e Juine per poter chiedere qualche dritta per il viaggio.» incalzò Cabel.

« Ho capito...» sospirò Lira.

Fu lì però che Ev colse la palla al balzo, facendosi avanti.

« Eheheh... Credo tocchi a me risolvere il problema di turno, stavolta.» disse Ev.

« Come?» chiese Cabel.

« Se il problema principale è il Sign di Lira, allora ho io la soluzione che ci vuole.» si indicò la ragazza in incognito. « Guardate, vi faccio vedere...» e così dicendo si tolse la copertura chiara che portava al braccio sinistro, lo stesso dove doveva esserci impresso il suo Sign.

Solo che, sotto la copertura, il Sign non c'era.

« Dov'è il Sign?» disse infatti Sein, confuso.

« Ora lo vedrai.» lo rassicurò Ev, afferrando quella parte del braccio e tirandosela.

Da quell'arto scivolò fuori un pezzo della sua pelle, che staccatosi riportò alla luce il segno verde scuro sull'avambraccio.

« Ma COSA...?!» fece Sein. Lira si portò le mani alla bocca.

« Che diavolo è?» spalancò gli occhi Cabel, guardando la pelle ancora nella mano di Ev. Questa si muoveva piano... quasi fosse viva.

« Si tratta di una Dermae.» spiegò Ev. « Una sorta di... pelle vivente con la particolarità di stringersi autonomamente alla pelle, unendosi alla sua superficie in maniera totalmente perfetta e lasciando spuntare da sé eventuali peli del corpo, come se fosse davvero una seconda pelle. A occhio nudo è impossibile notarne la presenza, anche con gli strumenti in dotazione al nostro regno... e, cosa più importante, non permette di vedere i Signs.».

« Non ho mai visto una cosa del genere...» sussurrò Cabel, davvero impressionato.

« Sembra disgustosa...» ammise Sein. Gli doveva far senso, vedere quella specie di pelle fittizia agitarsi tra le dita dell'amica. « Quindi è con quella... pelle che hai superato il controllo di Liontarì?».

« Sì. Me l'ha data un mio amico di nome Girius, dicendomi che sarebbe stata utile a questo. Anche se non ho idea di dove se la sia procurata...» osservò la ragazza in incognito, facendosi pensosa. « Ad ogni modo, il fatto è che ne ho un'altra, conservata nella mia sacca da viaggio.».

« Vorresti far indossare uno di quegli affari a Lira?» gli chiese il fratello minore di Cabel.

« Pensavo di sì: se la mettiamo dove aveva il bracciale Restrictor prima, le guardie non dovrebbero rilevare il Sign ancora nascosto all'interno del braccio. Così può venire in città a dormire, se vuole.».

« Davvero?» disse Lira, contenta.

« Al tempo, al tempo. Che ne è stato del nostro discorso sulla sicurezza?» si intromise Cabel.

« Coff coff... non voglio sembrarti troppo ottimista, ma... riflettiamoci un secondo: Zaehr e i suoi magari hanno davvero lasciato istruzioni ad altri soldati infiltrati, ma visto che probabilmente andavano di fretta e ci hanno visti una volta sola potrebbero aver dato una descrizione affrettata di noi, no? Inoltre, loro saranno stati messi in guardia su un gruppo di cinque persone – contando anche Derow – con due membri con un Sign. Con il via vai di viandanti che vi è per le città, se non vedessero Signs a me e a Lira, e vedessero solo un paio di persone in arrivo, non dovrebbero essere in grado di identificarci, giusto?».

« Mmh... sì... ha una sua logica...» mormorò Cabel. « Il che potrebbe essere utile per i rifornimenti... con i prigionieri in custodia a Zaehr e i suoi, sarebbe più veloce procurarci provviste in città che dalla natura...». Alzò lo sguardo. « Mi hai convinto... facciamo un tentativo.».

« Grazie, fratello.» disse Lira.

« Prego. Però io non è il caso che vi segua.» ammise Cabel, toccandosi i segni della cicatrice dall'occhio destro. « Descrizione affrettata o meno, la mia ferita di caccia e la mia Misàchi mi rendono di gran lunga più identificabile rispetto a voialtri. Avrei già preferito non recarmi a Lìnkas, ma ci servivano informazioni per noi e stivali nuovi per Lira, e lì era sempre da dove erano venuti Lector e Juine...».

« Giusto...» ammise Lira, un po' amareggiata dal pensiero che il fratello maggiore non sarebbe rimasto con loro quella notte.

« Quindi, mi accamperò qua fuori Sàvra e aspetterò il vostro ritorno alle prime ore del mattino.» concluse Cabel.

« Beh, non ero esattamente di questa idea, ma visto che anch'io penso che Ev potrebbe aver ragione e che avete deciso così direi di non perdere altro tempo.» disse Sein. « Forza, preparatevi, così poi possiamo andar-!».

« Non così in fretta, Sein.» lo interruppe il fratello maggiore. « Sarà bene che tu sappia che rimarrai con me. Meglio non rimanere isolati, vista la nostra attuale situazione.».

« COSA? Ma volevo andare anch'io a dormire in un buon giaciglio, a questo punto!» protestò Sein.

« Però... poi Cabel passerebbe la notte in solitudine...» disse apprensivamente Lira.

« Se preferite, rimango io con Cabel.» si propose Ev.

« Eh, grazie, Ev!».

« No, stavolta rimane Sein.» disse Cabel, categorico. « Preferisco vada tu con Lira, stavolta.».

« Che cavolo... devo proprio, eh?» sussurrò Sein, malecelando un po' d'astiosità.

« Rilassati, la prossima volta verrai tu con me...» lo rassicurò la sorella.

Conclusa quella discussione, Ev procedette ad aiutare Lira ad ' indossare' la Dermae in più nel punto designato. Non parve molto contenta del contatto con quella cosa, e la ragazza con la Foundation di roccia la capiva bene: anche a lei non era mai piaciuto doversela avvolgere, ma era qualcosa di necessario. Dopodiché, con un'ultima rassicurazione sul fatto che sarebbero tornati immediatamente da loro nel caso fossero stati riconosciuti, si congedarono da Sein e Cabel, avanzando verso la vicina Sàvra.

« Uff... fossi in te non li avrei mandati insieme, Cabel.» sbuffò Sein, un po' sospettoso. « Voglio dire, vanno troppo d'accordo... è da quella sera che è andata a parlare con Ev al laghetto della Foresta Fronderoccia che Lira parla con lui ad ogni occasione. Secondo me, c'è qualcosa sotto...».

« Balle... sei solo geloso perché Ev non ti ha dedicato tanto tempo quanto ne ha dedicato a Lira.» osservò Cabel.

« Sì... CIOÈ, NO! Ma insomma, non hai paura anche tu che ci sia del tenero tra quei due?».

« Certo che no, non è certo quella la ragione del loro atteggiamento.».

« Non è...? Aspetta, ne sai qualcosa?!» lo additò Sein, cogliendo nel segno. « Non mi dire che... che siete tutti d'accordo e sono l'unico a non sapere di questa relazione?! Ecco, lo sapevo, sono sempre io quello escluso, accidenti!».

« Dovresti vergognarti a pensare così di qualcuno che ci ha aiutati a salvare nostra sorella senza alcun obbligo di farlo.» lo criticò freddamente Cabel. « In ogni caso, ho solo qualche sospetto non totalmente confermato, ma non è niente di questo genere... Adesso accantona il secchio delle accuse e andiamo ad accamparci dove stabilito, prima che ti ci lanci io.».

Intanto, Ev e Lira raggiunsero il prevedibile posto di blocco: infatti un piccolo drappello di Cavalieri Salamandra arrivò da loro non appena li ebbero visti.

« Scopritevi le braccia, per cortesia.» disse uno di quei soldati dagli stemmi con cerchi e strisce che li connettevano marroni. Sia Ev che Lira obbedirono all'ordine, la prima togliendosi le coperture sulle braccia come a Fìdi, la seconda alzandosi le maniche della giacca verde scura.

L'esame richiese poco tempo, ma ogni secondo era avvolto dalla tensione. In particolare per Lira, visto che se l'espediente adottato per non farla scoprire non avesse funzionato avrebbero poi corso potenziali rischi a causa sua. Tuttavia il giovane soldato che li esaminava alla fine non parve trovare nulla, limitandosi a liquidarli con un:« Potete andare. Divertitevi, nella nostra Sàvra.».

« Grazie.» rivolse loro un sorriso Ev, allontanandosi con l'amica e lasciandosi alle spalle le guardie della città.

Non c'era dubbio che la strada maestra di Sàvra fosse parecchio più movimentata rispetto a quella di Fìdi, nonostante ormai il sole fosse oramai sul punto di tramontare: alcuni cittadini erano intenti ad accendere torce lungo la strada, mentre un sacco di bambini correvano di qua e di là a giocare tra gli adulti che affollavano la via.

« Meno male...» sospirò d'un tratto Lira, appoggiandosi una mano sul petto. « Quando quel soldato ha guardato più vicino il braccio, ho avuto paura che avesse notato qualcosa...».

« Te l'avevo detto che non si sarebbero accorti di nulla.» disse piano Ev, mettendole una mano sulla spalla e tenendo nell'altra il proprio bagaglio. « Ho sempre eluso con successo i controlli dei Signs, grazie alla Dermae. Pensiamo piuttosto a raggiungere una qualche locanda o albergo dove riposare per questa notte: meglio non stare troppo in giro, con il rischio di essere riconosciuti.».

« Giusto.» concordò Lira.

Tre alberghi dopo...

« Wow, questa non me l'aspettavo!» si stupì Ev nell'uscire dall'ultimo di quegli edifici con la compagna. « L'avresti mai detto che ci fossero tanti viandanti a soggiornare a Sàvra? Non c'era manco un posto libero, in questi tre alberghi.».

« Prima di essere portata via da Zaehr, ho sentito dire da un'amica che vendono tanti oggetti di qualità da queste parti.» osservò Lira. « Anche alcune stoffe che usavamo il corso di sartoria le importavano da qui. Magari quelli che occupano le camere sono qui per affari, o gente interessata ad articoli di buona fattura.».

« Ehm... può essere. Sei proprio ben informata, tu.» ammise Ev.

« Eh, già.» disse Lira, guardando in basso.

« C'è Lamly! C'è Lamly!» esclamò all'improvviso un bambino vicino.

« Andiamo, andiamo!» fece eco un altro, correndo via insieme ad alcuni amichetti. Ev e Lira li seguirono con lo sguardo.

« Calma, bambini, calma: Lamly vi intratterrà anche questa sera, poco ma sicuro!». A parlare era stato un uomo vicino a cui si erano radunati tutti quei ragazzi che venivano dalle strade. Non poteva avere più di cinquant'anni, e indossava un abito sgualcito nero, sopra dei semplici pantaloni grigioscuri, dando l'idea di una persona non proprio benestante. Aveva occhi chiari e disordinati capelli scuri sulla testa. « Sedetevi tutt'intorno, così da poter vedere...».

« Chi sarà mai quel tipo?» si chiese Lira, incuriosita.

« Non ne ho idea...» ammise Ev. Abbandonando per un momento il piano iniziale di non rimanere tanto in giro a causa della curiosità, le due ragazze si avvicinarono al gruppetto di bambini oramai sedutisi a circondare il cosiddetto Lamly, come il pubblico di un teatro intenzionato a godersi uno spettacolo.

« Allora, ragazzi miei, cosa vi piacerebbe vedere stasera?» chiese lui, gentile.

« Una lucertola! Una lucertola!» chiamarono alcuni di loro.

« No, io voglio un fiore!» propose invece una ragazzina piuttosto carina.

« Un Grifoderma!» fece un altro. « Come quello di Nowk Freewing!»

« Non vi agitate, vi accontenterò tutti.» disse compiaciuto Lamly. « Allora, intanto, per iniziare...». In quel momento, dalla base del suo collo si liberò una luce verde chiara familiare...

« Ehi... ha una Foundation!» esclamò Ev, colto di sorpresa insieme alla sua amica. Sì, non l'aveva notato prima, ma sul colletto aperto dell'uomo si intravedeva un Sign... e l'aura verde derivata da esso porto alla formazione di particelle eteree che si riversarono tutte sulla mano destra dell'uomo, facendola brillare di una luce gialla quasi solare al termine del processo.

« Si era detto una lucertola, giusto?» domandò Lamly, e dalla sua mano aperta scivolarono fuori tanti puntini luminosi che si librarono nell'aria, disponendosi in una formazione precisa.

Dalla disposizione delle luci si formò il disegno di una lucertola a nove code. Da prima questa rimase immobile, finché le sue zampe non si mossero e non si librò per l'aria intorno ai bambini, i quali a bocca aperta la videro abbassarsi zampettando nell'etere fino a muoversi sulla terraferma, passando accanto ai giovani spettatori con un'agilità notevole.

« WOOOH!» esclamarono i ragazzini nel vedere le luci spostarsi a pochi centimetri da loro in quella forma.

« Incredibile...» sussurrò Ev. Lira vide che i suoi occhi brillavano impressionati.

« E poi...» disse Lamly, avvicinandosi alla bambina che voleva un fiore , « … per la signorina qui presente, ecco qua.» la Lucertola Multicoda raggiunse il signore, e i punti che la componevano cambiarono distanza e collocazione, facendola diventare una bellissima rosa dai tanti petali.

« È... È splendida, signor Lamly!» rimase affascinata la ragazzina.

« Grazie, grazie.» chiuse gli occhi l'intrattenitore. « E poi... un Grifoderma per il giovanotto!». Le luci parvero moltiplicarsi, cambiando ancora... stavolta assumendo la forma di un grande rapace dalle grandi orecchie alzate simili a quelle di un pipistrello, con un becco con punte sia nella parte inferiore che superiore che gli davano quasi la fattezza di una lama. Aveva ben quattro ali spalancate, dalla membrana anch'ella affine a quella dei pipistrelli ma con alcune piume più in rilievo e artigli in cima, lunghe zampe anteriori a tre dita, e ben due code formate da tre piume corte e una per ciascuna tanto lunga da finire più in basso delle zampe.

« È proprio un Grifoderma!» esclamò il ragazzo di prima.

« Non è grande come dovrebbe essere, ma sembra davvero quello del Capitano Freewing!» esultò un altro. I bambini si agitarono tutti dall'ammirazione.

« Oh... ma vedo che abbiamo anche un pubblico un po' più grande, stasera.» osservò Lamly, nel far svanire la copia del Grifoderma: finalmente aveva notato Ev e Lira. « Con permesso, ragazzi...». Si fece strada tra i ragazzini, piazzandosi di fronte alle ragazze. « Forestieri, vero? Io sono Lamly, artista di strada di questa umile cittadina. E, come piccolo gesto di benvenuto per la signorina...» porse la mano verso Lira, e le luci di prima si raggrupparono intorno a sé, disegnando una farfalla sulla sua mano che agitò piano le ali.

« Oooh...» sussurrò Lira, colpita da quella splendida apparizione.

« Hai proprio una bella Foundation, Lamly.» disse Ev, interessato. « Dove l'hai ottenuta?».

« Oh, è stato un caso: ci sono alcuni boschi, dalla parte opposta degli acquitrini, giravo spesso lì intorno quando ero ragazzo, ed ebbi occasione di assistere ad uno stupendo spettacolo naturale offerto da un gremito numero di lucciole. Ne rimasi talmente affascinato che il mio Sign nascosto reagì spontaneamente, donandomi questa Foundation luminosa.» spiegò Lamly.

« Capisco... Certo è che, comunque, è davvero interessante il modo in cui la usi.» sorrise la giovane con la Foundation.

« Tu dici?» replicò l'artista, un po' mesto. « Gli Stoinos mi hanno benedetto con un Sign, non lo nego, ma non è tutto questo granché: non ha alcuna forza in combattimento, mi aiuta giusto ad intrattenere le folle e ad aiutarmi ad ottenere qualche pasto caldo per tirare avanti. La Foundation ha catturato solo l'aspetto luminoso estetico delle lucciole, che va bene per i bambini...». Sospirò. « Se fosse stata qualcosa di più, avrei potuto metterla al servizio del nostro amato paese, ma così...».

« Io non la penso in questo modo.» lo interruppe Ev. « Non è per forza necessario che una Foundation debba essere usata in combattimento per essere utile alla società. Almeno non è pericolosa come altre più portate alla lotta.». Lira la guardò, a quella frase. Stava alludendo alla propria? « E poi, con quella capacità di disegnare figure, sono sicuro che prima o poi qualcuno si renderà conto che la tua Foundation vale più di quel che pensi, in un modo o nell'altro... magari nell'ambito di qualche spettacolo teatrale.».

Lamly rimase piuttosto stupito dal sentirsi dire queste cose da uno sconosciuto. Poi, la sua espressione parve addolcirsi.

« Ti ringrazio di queste tue parole, mio giovane amico.» disse, grato. « Ora, scusatemi, ma il mio giovane pubblico qua dietro mi sta aspettando. Vi auguro una buona serata.» quindi, tornò dai bambini, che già stavano mostrando segni d'impazienza. « Eccomi, eccomi! Allora, chi devo accontentare adesso?».

« È davvero un brav'uomo, quel tipo.» commentò Ev.

« Ma come fai, Ev?» le chiese Lira.

« Eh?» fece lei.

« Voglio dire...» sospirò lei, guardandosi intorno per essere sicura di non essere ascoltata, « … come fai a comportarti così, ad essere così tanto... forte. Dopo tutto quello che hai passato, intendo. Sapevo già che non eri debole, l'ho capito quando hai deciso di rivelarmi la tua identità e quanto ti è capitato, ma... relazionarti così naturalmente con gli altri... ridere, sorridere... non ti pesa, specie quando sei in mezzo a gente... normale... con me o altri? Riesci perfino a sorprenderti delle più piccole cose, quasi come se non ti fosse mai successo niente...». Spostò lo sguardo altrove. « Io, se fossi te... non riuscirei mai a trovare qualcosa che mi renda tanto spensierata...».

L'aria più allegra che aveva poco fa Ev sparì.

« Non stai sbagliando, Lira. Mi pesa un sacco, in realtà.» chiuse gli occhi Ev. « Ma devo agire in questo modo. Devo essere il più naturale possibile... evitare curiosità da parte della gente per ciò che mi tormenta, per non far venir a galla il mio passato... per il bene della gente di Kryòs. Anche se...».

« Anche se?» domandò Lira, cogliendo dell'esitazione nel suo tono di voce.

« Niente... pensavo a Zaehr.» disse Ev. « A quello che disse quando lo affrontammo... ricordi?

 

« In breve, ciò che voglio dire è... che solo chi ha la forza d’animo per ammettere le proprie effettive possibilità davanti alla situazione, chi non nasconde le proprie paure, trova quel qualcosa che gli permette di prevalere sulle difficoltà... mentre al contrario, nascondersi dietro frasi come ̔ non ho paura’ quando la paura è presente e vi è ragione di averne, come state facendo voi in questo istante, fa solo apparire tremendamente PATETICI!».

 

« Forse... il fatto che io stia nascondendo la mia identità e tutto quello che ne deriva al mondo mi rende più debole?». Strinse inconsciamente un pugno. « Se penso al fatto che celare la mia forza in determinate occasione ha rappresentato la differenza tra la vita e la morte...».

« Non lo pensare neppure!» affermò Lira, riportando su di sé la sua attenzione. « Avevi le tue buone ragioni, per comportati come ti sei comportato. Io... non penso che nascondersi sia sbagliato. Non quando significa la salvezza di qualcun altro. Quello che dice quel tizio non deve confonderti, Ev. Lui non è una brava persona, perciò prendere per buono ciò che dice è sbagliato in partenza... non ti pare?».

« Lira...» sussurrò Ev. Che sciocca... ripensare a quel discorso gli aveva fatto per un momento dimenticare l'importanza delle azioni che compiva. « Hai ragione tu. Scusami.».

« Non ti preoccupare.» annuì Lira. « Solo, non pensarci più, ok?»:

« Ok. In ogni caso... se agisco così quando nascondo le mie preoccupazioni, è anche perché ho ancora delle speranze.» sorrise appena. « Quando questa storia sarà finita, non voglio sembrare lo spettro di me stesso... non voglio dimenticare cosa significa vivere. Non posso lasciare che le mie preoccupazioni mi recludano il futuro. Ecco perché.».

« È questo il tuo punto di vista, allora...» sussurrò Lira. Poi, le scappò una risatina.« Pff...».

« Che c'è?» le chiese Ev.

« Niente, niente... è che, se tu pensavi a Zaehr... io pensavo a Sein.» ammise la ragazza. « È qualcosa che direbbe lui. ' Crucciarmi non serve a niente, tanto vale affrontare la cosa con il mio solito stato d'animo'.».

Ev la guardò un secondo... e poi anch'ella rise.

« Eheheh... in effetti, ha detto qualcosa del genere quando abbiamo iniziato a viaggiare insieme, non appena ho notato che si comportava in maniera più tranquilla rispetto a Cabel.» osservò lei.

« Comunque... sei davvero fortissima, Evy...» sussurrò piano la ragazza.

« Coff coff... forse è il caso di riprendere a cercare una sistemazione per stasera.» gli rammentò Ev. « Possiamo riprendere a parlare in una camera, prima di andare a dormire, se finalmente ne troviamo una disponibile.».

« Hai ragione, non ci stavo più pensando.» ammise l'amica. Perciò abbandonarono il tratto di strada in cui si stava esibendo Lamly e continuarono la loro ricerca.

 

Intanto, nella città di Scorpiòs, a pochi chilometri da Savrà...

« Quindi questi sarebbero gli ordini arrivatici?» domandò un soldato in armatura, leggendo una lettera che aveva tra le mani da dietro la propria scrivania. L'ambiente in cui si trovava era un ufficio piuttosto lustro, con la scrivania in questione affiancata da grandi stendardi appesi alle pareti su cui erano marcati gli stemmi pentagonali dai colori della Capitale Cardinale Tolriot.

« Sissignore, Capitano Pridon.» rispose disciplinatamente un Cavaliere Salamandra lì presente.

« Una ragazza con un Sign non emerso, un ragazzo con una lancia, un tizio più grande con una Misàchi... un tale con una Foundation a forma di artigli e un giovanotto con una Foundation di roccia...» considerò il Capitano, nello scorrere ancora lo scritto. « Beh, gli ordini sono ordini... e nient'altro conta di più che rispettare il proprio giuramento di soldato del regno.». Abbassò la lettera.

L'armatura del Capitano Pridon era diversa da quella dei normali Cavalieri Salamandra: le punte sui coprispalle erano più basse, e anche parte delle coperture metalliche tra di esse e il collo non c'erano. Normalmente, a protezione della giugulare quelle armature avevano una protezione con fessure simili a quelle di certi elmi, ma lì non era presente, esponendo invece un robusto colletto di metallo, con del tessuto nero uguale a quello visibile più in basso. Sia sugli avambracci che – al di sotto della scrivania – su sporgenze che partivano dagli stivali vi erano decorazioni raffiguranti l'immagine divisa a metà di un'ala e di una pinna congiunte su uno sfondo bianco e terra, la stessa che era sulla vesta del Governatore Reggente di Nawen quel giorno di otto anni prima. La placca a protezione delle parti basse non c'era più, lasciando più esposto il pantalone nero facente parte della ferrea uniforme, rimpiazzato da altre due che scendevano sui fianchi e su parte delle gambe.

Il suo volto, invece, era segnato da due fossette ai lati del naso, con occhi neri e capelli biondi che scendevano in parte sul collo, in mezzo ai quali c'era una sorta di copricapo differente dagli elmi soliti: era soprattutto allargato sulla fronte, con parti piccole e con quella superiore che cingevano il capo a chiudersi per rimanere indosso al suo indossatore, ricadendo verso il naso con un altro grosso pentagono rovesciato che occupava buona parte della copertura e con altri pezzi che scendevano lungo le sue guance, finendo quasi a contatto con le labbra.

« Se quei tizi sono ancora in questa zona di Tolriot, il nostro corpo cavalleresco di Scorpiòs li rintraccerà.» affermò Pridon. « Metti in campana gli uomini, partiamo in ricognizione domani stesso.».

« Sarà fatto, signor Capitano.» alzò l'avambraccio sinistro il sottoposto in segno di rispetto, uscendo quindi dalla sua tenda.

Pridon rimase a contemplare la lettera ancora un po'.

“ Due utilizzatori di Foundations...” pensò questi, piuttosto pensieroso. “ Sono proprio curioso di incontrarli, a questo punto...”.

 

-Nota dell'Autore-

 

EEEEEEEEE PER L'ENNESIMA VOLTA! Non sono morto! I liveeeeee!

Ma lo ammetto, ci ho messo davvero troppo tempo a sto giro. Un mese e ventidue giorni non sono normali, non per i miei tempi soliti quantomeno.

Ma ehi, come va amici?

Prima di dire quello che voglio dire, però, vorrei ringraziare apertamente i seguenti recensori:

 

-Total Nintendo Drama

 

-_Alcor

 

-TaliaAckerman

 

A questi tre recensori sono davvero molto grato: non erano obbligati a darmi il loro parere, ma l'hanno fatto e più di una volta, spingendomi avanti per quanto possibile. Quindi, davvero, grazie per avermi seguito fino a questo punto.

Ora...

 

IMPORTANTE!

 

Probabilmente mi ucciderete, specialmente visto che il finale del capitolo penso vi faccia capire che c'è un'altra lotta all'orizzonte, maaaaaa...

stoppo la Fanfiction fino a nuovo ordine.

Vi chiedete perché? Domanda legittima. Ebbene... avete visto che ci sto mettendo sempre di più a pubblicare capitoli, no? Temo che la mia voglia di scrivere questa storia, almeno temporaneamente, sia un po' andata in vacanza.

Non so se è per il fatto che ho iniziato la storia come un viaggio e di solito io sono più per l'azione immediata, o perché semplicemente non ci sto tantissimo a scrivere ogni dettaglio nuovo come dettagli ambientali/nuovi animali/ecc ecc in un mondo ancora parzialmente da costruire. Certo è che nonostante abbia la trama bene montata in testa, con tutti i punti cardine ben chiari, non riesco a scrivere tantissimo su questa.

E poiché sono dell'idea che forzare la vena creativa di uno scrittore sia una pessima mossa che può solo condurre a scelte frettolose, vorrei che cercaste di capirmi.

Ma ciò non significa che non scriverò nient'altro.

Premetto che questa nota è esclusivamente per chi è interessato alle storie a tema Yu-Gi-Oh! 5D's, il palcoscenico dove ho esordito e a cui sono molto legato, perciò se volete potete evitare di leggere quanto segue se siete qui solo per la sezione Fantasy.

Sicuramente qualcuno di voi – sì, sto parlando proprio di te che hai letto quella determinata storia – si ricorderà di ' Una Fanfiction da iniziare', la One Shot dal finale interattivo della Sezione 5D's. Ebbene, è momento che il ghiaccio prenda il sopravvento, giusto in tempo per i mesi più freddi dell'anno.

Il nome della storia è ancora da stabilire, ma in questi giorni cercherò di aggiustare bene la trama ( che ho ancora un po' di difficoltà a gestire, triste ma vero) e finalmente darò un corpo al tutto. Grazie ad un certo gioco molto famoso di cui sarà un Reload nei mesi a venire ho già raccolto un po' d'ispirazione, devo solo collegare tutti i puntini. Quindi aspettatevi novità, guys di quella sezione.

E niente. Ho finito.

Vi ringrazio ancora una volta di aver letto i miei sproloqui, se siete arrivati fin qui sappiate che mi ha fatto piacere scrivere su questa specifica sezione fino ad ora * inchino riverente*

Vi auguro buon proseguimento, a presto a tutti! Bye bye!

  
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