ADRENALINE
Cap. 1: Adrenaline
It's all a blur, I'm colorblind
Two bodies moving, but just one mind
You cut me open from inside out
You lift me up and knock me down
You're hitting me harder than (hitting me harder)
A million goodbyes
And this isn't a heart attack, but I feel it inside
Like a shot straight through my heart
Adrenaline, adrenaline
Like a flashbang in the dark
Adrenaline, adrenaline
I take just one look at you
And I think I'm bulletproof
When you hold me in your arms
Adrenaline, adrenaline!
(“Adrenaline” – James Blunt)
C’erano state troppe morti, troppe perdite nella sua
vita, così Ahsoka Tano non poteva lasciare che, dopo aver inviato i piani della
Morte Nera alla nave spaziale della Principessa Leia, con coraggio e
abnegazione e a sprezzo delle loro vite, Jyn Erso e Cassian Andor fossero
spazzati via dai raggi della Morte Nera sul pianeta Scarif. I due giovani erano
ormai sfiniti e si erano arresi alla morte, ma Ahsoka aveva avvertito qualcosa
da Jyn, una chiamata, forse una richiesta di aiuto alla Forza*. Al tempo, lei era parte attiva della
Ribellione sotto il nome di “Fulcrum” insieme al Senatore Bail Organa e, con
l’aiuto del giovanissimo amico Jedi Ezra Bridger, era riuscita a raggiungere
Jyn e Cassian e a portarli al sicuro grazie ai passaggi tra i portali del Mondo
tra i Mondi**. E, negli anni
seguenti, Ahsoka, Jyn e Cassian avevano continuato a partecipare alle missioni
dei ribelli con Bail Organa prima e, dopo la sua morte sul pianeta Alderaan,
con Luke, Leia e Han Solo, fino alla caduta dell’Impero Galattico e alla morte
di Darth Vader per mano di Luke Skywalker. A quel punto, Ahsoka e Jyn avevano
deciso di seguire Luke nei suoi viaggi in lungo e in largo per la Galassia alla
ricerca di indizi, materiali e luoghi che gli permettessero di ricostruire
l’Ordine Jedi, mentre Cassian aveva seguito la Principessa Leia per sostenerla
durante i suoi impegni politici per la ricostruzione della Repubblica…
Ahsoka Tano si era lasciata andare ai ricordi
di dieci anni prima mentre si trovava a Hosnian Prime, in quel periodo capitale
della Nuova Repubblica, ospite della Senatrice Leia e di suo marito Han Solo.
L’occasione di recarsi là si era presentata per festeggiare il quinto
compleanno di Ben, il figlioletto di Han e Leia, ma la speranza della Senatrice
era quella di convincere Ahsoka a rimanere al suo fianco, così come era stata
per anni al fianco di sua madre Padme Amidala, della quale era stata grande
amica. Con Ahsoka era giunta anche Jyn ed era previsto che anche Luke tornasse
dai suoi infiniti viaggi per festeggiare il nipote, mentre Cassian ormai da
tempo abitava con la Senatrice e la sua famiglia.
La grande novità era che Jyn aveva seguito
una sorta di addestramento Jedi con Ahsoka e Luke durante i loro viaggi.
Ovviamente era ormai troppo grande per poter ricevere un addestramento adeguato
e diventare una vera Jedi come la sua amica Ahsoka, tuttavia stava sviluppando
un contatto sempre più intenso con la Forza e aveva appreso alcune delle
tecniche di combattimento Jedi. Si poteva dire, dunque, che era stata la prima quasi Jedi dopo tanti anni e, sia per
Ahsoka che per Luke, questa era fonte di grande speranza per il futuro
dell’Ordine Jedi.
In effetti Luke Skywalker arrivò a Hosnian
Prime due giorni dopo, come Leia si augurava, ma… non era solo. Con lui c’erano
due, diciamo, ospiti inaspettati: un
Mandaloriano e un piccolo della stessa specie aliena del Maestro Jedi Yoda.
Leia e Han apparvero perplessi, specialmente per la presenza del Mandaloriano,
ma Ahsoka ruppe gli indugi e andò dritta verso i tre, che la accolsero con
affetto.
“Luke, allora sei riuscito a trovare Grogu,
come sono contenta!” esclamò, stringendo la mano all’amico e sorridendo al
piccolo. “Come potrai vedere da solo, Grogu è già molto potente e potrebbe
diventare uno dei Jedi più forti. Però… Mando, non ci siamo capiti? Ti avevo
detto di consegnare Grogu a un Jedi,
non di accompagnarlo. L’attaccamento che lui ha per te è già troppo intenso e
potrebbe corrompere il suo legame con la Forza!”
“Non sono venuto per restare” replicò il
Mandaloriano, “volevo solo conoscere le persone con cui Grogu vivrà d’ora in
poi e rendermi conto dell’ambiente. Vedo che è un bel posto e c’è anche una
famiglia con un bambino, questo mi tranquillizza molto, ora so che Grogu si
ambienterà bene e che sarà felice.”
Alla conversazione avevano assistito non solo
Han e Leia (Ben era a giocare da qualche parte, prima o poi sarebbe sbucato
fuori!), ma anche Jyn e Cassian e il Cancelliere Supremo della Nuova
Repubblica, Mon Mothma. E tutti erano rimasti abbastanza allibiti, anzi, le
parole di Ahsoka avevano contribuito a creare anche maggiori perplessità. Il
primo a ritrovare l’uso della parola, e fin troppo, fu Han Solo.
“Cosa sarebbero tutti questi discorsi?” si
intromise, già piuttosto innervosito. “Qui abitiamo io, Leia e Ben e quindi voi
siete nostri ospiti, perciò potreste anche presentarvi e spiegare cosa ci fate
qui, invece di parlottare tra voi, mi sembrerebbe il minimo tra persone
civili.”
Leia alzò gli occhi al cielo per la reazione
del marito, però non poteva negare che in questo caso avesse ragione anche se
avrebbe pure potuto esprimere la sua opinione in un modo più garbato…
Ma probabilmente anche Luke e l’ospite
misterioso si sentivano vagamente in difetto perché interruppero la discussione
con Ahsoka e andarono verso Han, Leia e gli altri per presentarsi e spiegare
che cosa stava succedendo.
“Questo piccolo è della stessa specie del
Maestro Yoda, come vedete, e qualche giorno fa ho avvertito il suo richiamo
all’interno della Forza” iniziò a dire Luke, mostrando Grogu. “Ho scoperto che
era stato rapito dagli imperiali di Moff Gideon per fare degli esperimenti e
sono accorso in suo aiuto. Fino ad ora è stato questo Mandaloriano a occuparsi
di lui, ma Grogu è molto potente nella Forza e ha bisogno dell’addestramento di
un Jedi, così l’ho portato qui.”
“È esatto, io ho protetto il piccolo da tutti
coloro che volevano fargli del male e finalmente sono riuscito a consegnarlo a
un Jedi che lo terrà al sicuro e lo addestrerà affinché diventi ciò che è
destinato a diventare” continuò il Mandaloriano.
“Quindi vuoi iniziare con lui quella tua
famosa Accademia Jedi a Coruscant o in qualunque altro accidenti di pianeta in
cui progetti di portare anche il mio Ben?”
domandò Han a Luke. Chiaramente quella era una questione che provocava attriti,
disaccordi e discussioni già da tempo.
Luke scambiò una veloce occhiata d’intesa con
la sorella Leia.
“No, io e Leia ne abbiamo parlato e così ho
deciso che la mia prima Accademia Jedi sarà costituita proprio qui” rispose
poi, “e io vi addestrerò Grogu e, tra qualche anno, Ben. Ahsoka e Jyn, nel
frattempo, viaggeranno per la galassia in cerca di altri piccoli sensibili alla
Forza e, quando avremo altri allievi, aprirò altre Accademie nei pianeti più
importanti.”
Han sembrava molto sollevato all’idea di non
doversi separare dal figlioletto.
“Adesso finalmente ragioniamo, bravo Luke!”
esclamò, dandogli una pacca sulla spalla. “Allora, ora che siamo tutti
d’accordo, possiamo anche andare a cena e iniziare i festeggiamenti per il
compleanno di Ben!”
Tutto sembrava risolto, così il gruppo si
avviò verso il salone dove era stato allestito il banchetto. Prima che tutti si
mettessero a tavola, però, Han sollevò un’altra questione piuttosto delicata.
“Scusami, eh, ma io non posso festeggiare con
qualcuno che non vedo nemmeno in faccia. Mi sembrerebbe di avere alla mia
tavola uno di quei brutti ceffi dei soldati imperiali, che sono sempre
mascherati” osservò.
Ahsoka e Jyn sembrarono turbate.
“A dire il vero, i Mandaloriani non possono
mostrare il loro volto, è una regola del loro Credo e…” cominciò Ahsoka.
Han sembrava averne veramente abbastanza di
tutte queste regole cretine, quelli non potevano affezionarsi alle persone,
quegli altri non potevano togliersi il casco, ma insomma, qualcuno normale no?
Stava già per protestare, ma fu proprio il Mandaloriano a risolvere la
situazione. Si era già tolto il casco davanti a tutti sulla nave spaziale di
Moff Gideon per rassicurare Grogu e convincerlo ad andare con Luke, quindi per
lui la regola in questione era già caduta in prescrizione.
“Hai ragione, non è educato da parte mia. In
realtà, come mi è stato detto qualche tempo fa, la regola di non mostrare il
volto non è seguita da tutti i Mandaloriani e ci sono diverse vie” disse,
togliendosi il casco. “A questo punto posso scegliere la mia strada e, per
ringraziarti della tua ospitalità, non indosserò il casco fin quando mi troverò
qui.”
Così tutto parve sistemato e Han, Leia e il
piccolo Ben poterono festeggiare con familiari e amici. Fu una serata piacevole
e Ben e Grogu trovarono presto il modo di fare amicizia. Più tardi, quando i
due bambini giocavano insieme, Luke riportò il discorso sull’importanza di
addestrare i Jedi e, soprattutto, sul fatto che, purtroppo, gli imperiali erano
molti di più di quanto pensassero ed erano anche ben armati e organizzati. Si
profilavano nuove battaglie all’orizzonte e la Nuova Repubblica doveva tenersi
pronta. A quanto pareva, tuttavia, questi discorsi non piacevano a Mon Mothma
che, dopo aver ringraziato Han e Leia per la bella serata e aver fatto ancora
una volta gli auguri di buon compleanno al piccolo Ben, salutò tutti e se ne
andò, adducendo come scusa che il giorno dopo avrebbe avuto molti impegni e che
preferiva ritirarsi.
Quando la donna se ne fu andata, Leia apparve
innervosita.
“Non vuole parlare di queste cose, è sempre
così” commentò. “Secondo lei non ci sono più veri pericoli da parte degli
imperiali, ma la verità è che non vuole vedere, non vuole sapere, preferisce
pensare che vada tutto bene. Certo, anch’io desidererei che ci fosse un periodo
di pace e tranquillità, ma non possiamo nasconderci dietro una pace fittizia
mentre, in segreto, i seguaci dell’Impero si riorganizzano!”
“Non credevo nemmeno io che le cose andassero
tanto male” replicò Cassian. “Da quello che ci ha raccontato Luke, gli
imperiali non si stanno solo riorganizzando, stanno anche creando nuove armi e
Mon Mothma non può continuare a fingere che non sia vero. Maledizione, quei soldati oscuri sono dei droidi molto
pericolosi e sarebbe troppo bello sperare che Luke li abbia distrutti tutti. Se
il Cancelliere non vuole darsi da fare dovremo muoverci per conto nostro, e in
fretta!”
“Purtroppo temo che sia proprio così”
concordò Luke. “Anche per questo ritengo che sia importante ripristinare al più
presto l’Ordine Jedi.”
“Sì, ma non potremo certo combattere mandando
in prima linea bambini come questo piccoletto o il nostro Ben!” obiettò Han.
“Certo che no, loro sono la nostra speranza
per il futuro e perciò dovremo tenerli più al sicuro possibile mentre li
addestro. Proprio per questo ho abbandonato il progetto di creare un’Accademia
su un altro pianeta, qui è più sicuro” disse Luke.
“Sentite, questa è stata una bella giornata e
non voglio rovinarla pensando alle prossime battaglie” sospirò Leia. “Porto Ben
a dormire e poi andrò a letto anch’io. Per Grogu ho fatto preparare una piccola
camera accanto a quella di Ben, penso che si troverà bene lì.”
Il piccolo Grogu si avvicinò al Mandaloriano,
che lo prese in braccio e gli augurò la buonanotte, poi lo rimise giù. Grogu e
Ben si presero per la manina e seguirono Leia che li guardava incantata e
commossa: era tenerissimo vedere come i due piccoli fossero già diventati buoni
amici!
“Sono adorabili” mormorò Jyn, intenerita.
“Vedi, Mando? Non dovevi preoccuparti tanto,
Grogu se la caverà benissimo anche senza di te” disse Ahsoka, rivolta al
Mandaloriano. “Si è già fatto un nuovo amico ed è un bene che, pian piano,
perda quell’attaccamento eccessivo che ha nei tuoi confronti.”
“Sì, penso che tu abbia ragione e mi fa
piacere vedere che si è già ambientato bene” replicò lui, ma il suo sguardo
continuava a rimanere fisso sulla porta che si era richiusa dopo il passaggio
di Leia, Ben e Grogu e la sua espressione sembrava triste.
Cassian non poté fare a meno di notarlo, poi
si chiese perché avesse notato proprio quella cosa, e poi ancora si disse che
avrebbe dovuto parlare con quel Mandaloriano… A dirla tutta, non aveva fatto
altro che tenergli gli occhi puntati addosso, dal primo momento in cui era
arrivato, ma non capiva perché e di
certo non è che cercava una scusa per parlarci, proprio no. E perché mai
avrebbe dovuto?
Il gruppo restò a parlare ancora qualche
minuto, ma la conversazione languiva. Han volle raggiungere la moglie e quindi
tutti decisero che era ora di andare a dormire, sarebbero stati ospiti di Han e
Leia. Del resto, quando erano su Hosnian Prime, Ahsoka, Jyn e Luke erano sempre
loro ospiti, mentre Cassian viveva con loro da tempo, come una sorta di fratello aggiunto. C’erano a
disposizione stanze per tutti gli ospiti.
Fine capitolo primo
* Il regista di Rogue One ha detto che Jyn Erso non era una potenziale Jedi, perché
credeva nella Forza ma non era in grado di padroneggiarla o di entrarvi in
contatto. Tuttavia, in questo caso, potrebbe aver lanciato una sorta di
“preghiera” che l’ha messa in contatto con Ahsoka.
** Questa può sembrare una bischerata ma non me la sono
inventata io: nella serie animata Star
Wars Rebels questo giovanissimo Jedi riesce a salvare la stessa Ahsoka
Tano, uccisa due anni prima in un combattimento contro Darth Vader, tornando
addirittura indietro nel tempo.