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Autore: Milly_Sunshine    05/11/2023    4 recensioni
PARODIA DEI GIALLI CLASSICI // Inghilterra, anni '50 - un vecchio bisbetico invita nella propria lussuosa dimora i parenti, tutti in attesa della sua dipartita per accaparrarsi l'eredità con la quale vivere di rendita per il resto dei loro giorni, con l'intenzione di comunicare loro di avere fatto testamento in favore della sua giovane moglie, recentemente sposata a loro insaputa. Quando Lord Pennington viene assassinato, Scotland Yard brancola nel buio, non riuscendo a comprendere il senso degli indizi abbondantemente sparsi sul luogo del delitto. Tutto sembra contradditorio, ma per fortuna interviene in loro soccorso Miss Crystal, la segretaria personale di Lord Pennington, che si cala nel ruolo di investigatrice per fare luce sul mistero.
Genere: Comico, Commedia, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Carissimi lettori, vi do una comunicazione di servizio. Salvo variazioni dell'ultima ora, con tutta probabilità ci saranno in totale dodici capitoli, quindi altri due dopo di questo. Ciò significa che, indicativamente, verso metà settimana il racconto dovrebbe essere concluso, anche se ovviamente sarà più difficile aggiornare così frequentemente come oggi, con due diversi capitoli.
Ringrazio Swan Song per avere letto e recensito i capitoli precedenti e mi auguro che anche altri lettori possano fare altrettanto prossimamente.



La cameriera Tiffany non riusciva a credere che, oltre a Gloria, perfino Virginia fosse riuscita a riferire dettagli insignificanti a Miss Crystal guadagnandosi qualche minuto di popolarità, nonostante fossero state in due ad accogliere quell'uomo dall'aria insignificante che era il primo lattaio. Nonostante fosse ormai l'orario della breve pausa in cui, invece di andare a bere il tè come facevano le altre domestiche, si recava in uno sgabuzzino in compagnia di un giardiniere piuttosto volgare, ma che sapeva bene dove metterle le mani, decise di dirigersi verso la stanza di Lady Katherine, nella speranza di trovare qualcosa che potesse essere riferito all'investigatrice dilettante.
Si mise quindi a frugare nei cassetti, finché non vide qualcosa di incredibile: una piccola spilla d'oro con un'iniziale, una C. Come mai una C, quando la signora si chiamava Katherine con la K? Potevano esserci mille spiegazioni e Tiffany era perfettamente consapevole che quella spilla poteva essere stata ereditata da una parente oppure anche rubata, ma avere qualcosa da riferire a Miss Crystal era più importante di tutto.
Con una scusa andò quindi a introdursi nello studio e, ben memore della predica che si era sorbita quella mattina, chiese scusa alla signorina per non averle prestato la dovuta attenzione qualche ora prima.
Dal momento che Tiffany aveva ventidue anni, Miss Crystal utilizzò il "voi" per rivolgersi a lei: «Dovete dirmi qualcosa?»
Tiffany si sentì eccitata. Non quel tipo di eccitazione che provava quando il giardiniere le sollevava la gonna e le sue mani salivano fino al reggicalze, ma un'altra bella sensazione, dettata dall'essere finalmente degnata di considerazione da chi di solito sedeva davanti alla macchina da scrivere invece di preparare il tè o di spolverare i mobili.
Le riferì per filo e per segno ciò che aveva scoperto e sperò che Miss Crystal le facesse domande. Miss Crystal, tuttavia, le chiese di preparare il tè e di portarglielo di lì a mezz'ora e di mandare al suo cospetto la signorina Kimberly Jones.

Miss Crystal invitò l'americana a sedersi e la informò: «Ho le idee sempre più chiare su come si siano svolti i fatti e, dal momento che non vi ho ancora sentita, mi piacerebbe sapere da voi cosa sia accaduto. Come siete arrivata qua?»
Miss Jones raccontò tutto in maniera chiara e lineare. Si trovava in Inghilterra per un breve soggiorno quadrimestrale presso la dimora di una Lady conosciuta un decennio prima durante un viaggio a Singapore, quando le era stata recapitata una lettera che la invitava in un certo giorno e a una certa ora presso la dimora di Lord Pennington. Aveva quindi prenotato il treno, scoprendo tuttavia che ogni carrozza per i fumatori era già stata occupata. Aveva quindi accettato di viaggiare in quella dedicata ai non fumatori, pensando che fosse bello rivedere Lord Archibald dopo innumerevoli anni.
«Era un uomo bisbetico, ma dotato di un notevole patrimonio» osservò Miss Jones. «Pensavo che magari avesse deciso di ricordarsi di me per un lascito testamentario e non potevo lasciar perdere una simile occasione. Per questo sono venuta, non mi aspettavo che l'avrei trovato morto assassinato.»
«Conoscevate altre persone, oltre a lui, tra i presenti in questa casa?»
«Solo la Badessa, che avevo conosciuto in Costa Azzurra.»
«Che idea vi siete fatta sull'invito?»
«Non mi sono fatta idee. Come vi ho già spiegato, non apprezzo chi passa il proprio tempo a discutere di faccende di cui non è al corrente. Preferisco rimanere ancorata alla realtà e occuparmi di questioni più facilmente comprensibili. Per esempio, ieri sera ho mangiato dei pasticcini deliziosi, credete che il cuoco abbia in mente di cucinarne degli altri?»
Miss Crystal le assicurò che avrebbe mandato una cameriera in cucina a informarsi, poi le chiese di mandarle, per cortesia, il signor Patrick Callahan, perché aveva intenzione di fare qualche domanda anche a lui.
«Certamente» confermò Miss Jones. «Ve lo mando subito. A proposito, ho notato il modo in cui il signor Callahan vi guardava. Secondo me gli piacete.»
Miss Crystal avvampò. Era fermamente convinta che rimanere nubile fosse la migliore alternativa possibile, ma la notizia non la lasciava indifferente.
Si apprestò quindi ad accogliere Callahan, il quale, interpellato su come avesse ricevuto l'invito a recarsi presso la dimora di Lord Archibald, le riferì una storia del tutto analoga a quella di Miss Jones, prenotazione del treno compresa, con la sola variante di avere ricevuto la lettera presso l'indirizzo del suo negozio di giornali.
«Come mai avete accettato?» domandò Miss Crystal. «Mi è parso di comprendere che non conoscevate i Pennington.»
«Confermo che non li conoscevo» rispose Callahan, «Ma pensavo non fosse gentile rinunciare a un simile invito.»
«Ritenete forse sia un dovere di tutti i sudditi della Regina accettare ogni invito ricevuto?»
«Penso sia una cosa che vada oltre. Sapete, io vivo da molti anni in Inghilterra, ma sono nato a Dublino, quindi non sono un suddito della Regina. Tuttavia vi sono obblighi ai quali non può astenersi nemmeno chi nasce nell'Irlanda repubblicana.»
«Comprendo pienamente. Cos'avete pensato quando avete scoperto che Lord Archibald era stato assassinato? Ne siete stato sorpreso?»
«Sorpreso è una parola grossa. Tutti non fanno altro che ripetere che la sua morte sia stata una liberazione. Posso dire che non sia stato così tanto sorprendente.»
«Comprendo il vostro ragionamento.» Miss Crystal gli fece un cenno. «Potete andare, mi avete già illuminata.»
Lo guardò dirigersi verso la porta e solo mentre stava per mettere la mano sulla maniglia lo trattenne.
«Aspettate.»
«Ditemi.»
«Vi chiamate Patrick Callahan, giusto?»
«Esatto.»
«Per caso la pipa con le iniziali C.P. appartiene a voi?»
Callahan scosse la testa.
«Non fumo la pipa, solo qualche sigaretta ogni tanto. E poi, come avrebbe potuto Lord Archibald avere in tasca una pipa di mia proprietà, se mai ci eravamo visti prima?»
«Giusta osservazione» convenne Miss Crystal. «Ora un'ultima domanda. È vero che Lady Katherine vi si è rivolta in tono scortese, ieri sera, quando siete arrivato?»
«È vero» ammise Callahan, «Ma io e Lady Katherine ci siamo opportunamente chiariti poco dopo. È una povera vedova. Anzi, è una ricca vedova. Non mi sembra elegante farmi una cattiva opinione di lei per la sua reazione nel vedermi.»

Lady Clarissa attendeva pazientemente che arrivasse il proprio turno. Purtroppo si era perso tempo per ascoltare non solo Kimberly Jones e Patrick Callahan, ma perfino una cameriera dal basso quoziente intellettivo che trascorreva le proprie giornate a origliare e intromettersi nei fatti dei Lord per i quali lavorava. Sarebbe stato proprio bello vivere senza personale di servizio, solo che purtroppo sarebbe stato necessario non solo cucinare, pulire casa, rifare i letti e lavare, ma perfino aprire la porta e rispondere al telefono. E addirittura, senza gli autisti, mettersi alla guida di quelle agghiaccianti cose metalliche che avevano soppiantato le carrozze trainate dai cavalli.
La sua deposizione slittò dopo il pranzo e senza nemmeno il tempo di avere bere consueto amaro dopo avere sorseggiato il caffè corretto. Senza replicare, tuttavia, Lady Clarissa si diresse verso lo studio e si sedette di fronte a Miss Crystal. Non aveva nulla da nascondere all'investigatrice dilettante, né una pipa dalle iniziali imbarazzanti né una relazione con qualcuno che gliene avesse regalata una.
Quando Miss Crystal glielo chiese, fu categorica: «Dopo essere rimasta vedova, ho deciso che mai, per nessuna ragione al mondo, avrei mai intrapreso relazioni con altri uomini. Già mio marito mi fece credere di essere ricco sfondato, invece si faceva dare del denaro da suo fratello Lord Archibald per vivere nel lusso. Non voglio correre il rischio che un qualsiasi Lord decaduto ostenti ricchezza che non possiede, ritrovandomi truffata. Se ricevessi una pipa come regalo da uno spasimante, state pure certa che quella pipa tornerebbe immediatamente indietro al mittente.»
«Per caso Lord Archibald vi aveva regalato una pipa che gli avete restituito?»
«Capisco dove vogliate arrivare. Lasciatemi quindi chiarire le mie precedenti affermazioni: se Lord Archibald mi avesse chiesta in moglie e nominata sua erede universale, avrei accettato immediatamente e insistito affinché il matrimonio venisse celebrato l'indomani stesso. Ero al corrente dei suoi possedimenti. Quello che intendevo è che non mi lascerei mai ingannare da chi non possiede altrettanta ricchezza.»
«Lord Archibald non vi ha mai chiesto di sposarlo?»
«No, figuratevi. Ho sessantadue anni, potrei essere la madre di Lady Katherine. Perché avrebbe dovuto essere attratto da me? Certo, l'idea di sposarsi con una cameriera è sicuramente debilitante per un Lord ricchissimo, ma devo ammettere che Lady Katherine è una bella signora.»
«Lord Archibald amava le belle signore?»
«Lord Archibald amava i soldi. Se le belle signore non contrastavano con la sua passione per il denaro, allora poteva accettare nella sua vita anche le belle signore. Non mi stupisce, in fondo, che quel vecchio avaro abbia sposato proprio una domestica: per quelle pezzenti, perfino possedere un abito di buon taglio oppure un paio di orecchini d'oro, corrisponde a vivere nel lusso. Lord Archibald poteva permettersi di spendere somme per lui modeste, pur di compiacere la sua giovane moglie. Se avesse sposato una nobile, avrebbe dovuto pagarle anche costose vacanze e magari perfino case in località di villeggiatura.»
Miss Crystal sorrise.
«Vi ringrazio per la vostra disponibilità, Lady Clarissa, e vi chiedo la cortesia di mandare da me la Badessa.»

La Badessa si sedette di fronte a Miss Crystal senza dare alcun segno di preoccupazione. Solo, non sembrava convinta della ragione per cui dovessero parlare di nuovo.
«State chiedendo a tutti della pipa. Non penso mi abbiate convocata per porre anche a me una simile domanda.»
«In realtà no» ammise Miss Crystal. «Voglio piuttosto farvi una domanda che poco ha a che vedere con la pipa. Quando Lord Archibald organizzò questo incontro con i suoi parenti, vi confesso che cercò educatamente di dimenticarsi di voi. C'è qualche ragione, se eravate in contatto e, per vostra ammissione, gli scrivevate per chiedergli denaro per il convinto?»
«Brutti ricordi, immagino» osservò la Badessa. «Come ben sapete, mi aveva chiesto di sposarlo, ma io lo rifiutai. In più, frequentavo due giovani ben più piacenti e interessanti di Lord Archibald.»
«Lord Mohamed e Lord Boris» confermò Miss Crystal. «Chi intendevate sposare, tra i due?»
«Nessuno. Li amavo entrambi allo stesso modo. Sposarmi avrebbe significato fare una scelta e non volevo rinunciare a nessuno dei due.»
«Quindi foste voi la causa del duello?»
«No, affatto. A entrambi stava bene quella situazione, ma erano ambedue in condizioni di imminenti ristrettezze economiche. Avrebbero desiderato sposarmi per il mio patrimonio. Furono loro stessi la causa del duello.»
«E anche della loro morte?»
La Badessa rimase in silenzio per qualche istante, prima di affermare: «State cercando di farmi sbilanciare.»
Miss Crystal le ricordò: «Vi ho già detto che vi trovo una persona molto perspicace. Quindi, senz'altro, diversamente dalla signorina Jones, avrete avuto modo di riflettere su quanto accaduto quella mattina in Costa Azzurra.»
La Badessa puntualizzò: «Il passato è molto lontano, ormai. Mi dispiace per il triste destino a cui andarono incontro Lord Mohamed e Lord Boris, ma tutto ciò che mi riguarda al momento è il preservare il convento di Keyboard Hill dal degrado e dal declino. Immagino fosse questa una delle ragioni per cui Lord Archibald voleva evitarmi: spendere dei soldi per la ristrutturazione di un convento non era nel suo stile. Avrebbe preferito pagare le vacanze di tutti gli altri parenti, piuttosto che darmi quel denaro.»
«Però siete venuta qui ugualmente, come se vi fosse la possibilità di cambiare idea.»
«Solo gli stolti non cambiano mai idea e, per quanto fossi convintissima che Lord Archibald fosse uno stolto, non mi rassegnavo all'idea.»
Miss Crystal la ringraziò per avere accettato di rispondere alle sue domande e, quando la suora ebbe lasciato lo studio, iniziò a stilare un elenco dei punti da chiarire:
- lo sciroppo per la tosse della cameriera Gloria;
- l'ortolano sconosciuto venuto quando la bottega era chiusa per malattia;
- il duello tra i due sedicenti Lord avvenuto nel 1947;
- la lettera minatoria ricevuta da Lord Archibald;
- il lattaio sconosciuto;
- il fatto che Lady Clarissa fosse l'unica invitata a vivere in Inghilterra;
- l'invito a Patrick Callahan;
- l'invito a Kimberly Jones;
- la spilla con la lettera C;
- la pipa con le iniziali P.C. donata come pegno d'amore.
Miss Crystal si sentì estasiata: sapeva dare una spiegazione a tutto. Infine aggiunse un ultimo punto, ugualmente intuitivo da spiegare: il cerchio nel prato scoperto dall'ispettore Roberts.

   
 
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