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Autore: Milly_Sunshine    17/11/2023    1 recensioni
PARANORMAL ROMANCE - THRILLER /// Meredith è un'attrice teatrale di scarso successo, si è reinventata come cameriera in un locale malfamato e non può certo permettersi di sognare il principe azzurro: la sua esistenza è fatta di misteri torbidi e intrighi con cui le persone comuni non dovrebbero avere a che fare, non può permettersi di condividerla con qualcun altro. Brian è un detective privato e si occupa di smascherare sedicenti medium che truffano i loro clienti. Non ha mai avuto a che fare con il paranormale e nemmeno ci pensa. Quando incontra Meredith, è colpo di fulmine e sembra non esserci altro che lei. Non può sapere che proprio Meredith sta per trascinarlo in un mondo di cui ignora l'esistenza e che può rivelarsi molto pericoloso.
Genere: Erotico, Sovrannaturale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Incest, Non-con, Violenza | Contesto: Sovrannaturale
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L'incontro tanto agognato da Claire era stato fissato, Meredith aveva non solo acconsentito a prendervi parte, ma addirittura ricordato a Brian quell'intenzione, fino a quel momento caduta nel dimenticatoio. L'appuntamento fu fissato la domenica pomeriggio in un bar e Brian si presentò in anticipo, trovando una spiacevole sorpresa ad attenderlo: davanti all'entrata c'era Meredith in compagnia di Derek, il cameriere del Rifugio del Drago. Non aveva idea di cosa ci facesse lì, ma il solo vederlo lo fece innervosire.
Si avvicinò a passo spedito a Meredith e salutò con freddezza, per poi aggiungere, seccato: «Per caso ho interrotto qualcosa?»
«Brian! È un piacere rivederti» esclamò Meredith, con un radioso sorriso. «Interrompere qualcosa? Perché avresti dovuto?»
«Vedo che sei in buona compagnia.» Brian accennò a Derek. «Cosa ci fa qui il tuo amico?»
«Passavo» puntualizzò Derek. «Ho visto Meredith qui e mi sono detto "aspetta che mi fermo a salutarla, dato che è da sola". Non sapevo che fosse destinata a una pessima compagnia.»
Brian si rivolse a Meredith: «È un piacere anche per me rivederti. Per quanto riguarda il tuo amico, invece, non posso dire altrettanto.»
Meredith sentì la risata sprezzante di Derek.
«Come siete sdolcinati. Sembra che non vi vediate da una vita.»
«Bada ai fatti tuoi» ribatté Meredith. «Non hai niente da fare?»
«Sì, qualcosa da fare ce l'avrei» ammise Derek, «Ma impicciarmi negli affari tuoi è infinitamente più interessante. Hai detto che devi vedere altre persone. Chi sono i vostri amici?»
Meredith si affrettò a rispondere: «Non li conosco.» Abbassò lo sguardo, come se avesse qualcosa da nascondere. «Per favore, Derek, vai via e lasciaci in pace.»
«Ne sei così sicura?» ribatté Derek. «Tu sei abituata a dei veri uomini, non capisco perché vuoi trascorrere il pomeriggio in compagnia di questo rammollito.»
Prima che Brian potesse rispondere a quell'evidente provocazione, Meredith gli ordinò: «Stai zitto e vattene.»
Il suo tono era talmente tagliente che Derek si arrese: «Va bene, come vuoi, me ne vado.»
Brian annuì.
«Ottima idea.»
Derek fece per voltarsi, ma Meredith lo trattene.
«Chiedi scusa a Brian.»
«Neanche morto.»
Meredith gli scoccò un'occhiata di fuoco.
«Chiedi. Scusa. A. Brian.»
Derek sbuffò.
«Basta, Mer, non insistere.»
«Basta un cazzo!» sbottò Meredith. «Io e Brian stiamo insieme, che ti piaccia o no, e pretendo rispetto nei suoi confronti. E adesso vattene, prima di farmi incazzare sul serio.»
Brian non si aspettava che Derek fosse di nuovo arrendevole come poco prima, ma il collega di Meredith se ne andò senza aggiungere altro.
Rimasti da soli, entrarono nel bar. Brian avrebbe voluto porle tante domande su quanto appena accaduto, ma non ne ebbe il tempo. La porta si aprì.
Meredith gli indicò una donna dai capelli biondo miele.
«Quella è Claire?»
«Sì, è lei.»
Andò a raggiungerli, salutando Brian e rivolgendosi a Meredith in tono cordiale. Si sedette accanto a loro e osservò: «Dominick è un po' in ritardo, ma spero arrivi presto.»
Dominick.
Quel nome fece sussultare Brian.
Sapeva che era il nome del fratello di Meredith, ma ovviamente sperava si trattasse di un semplice caso di omoninia.
Poco dopo, rimase doppiamente spiazzato. L'uomo che si presentò nel bar diede segno di non conoscerla e, anzi, si presentò, soltanto con il nome.
«Io sono Dominick.»
«Piacere di conoscerti, Meredith.»
«Il piacere è tutto mio.» Dominick accennò un sorriso. «Mi sembra si averti già vista da qualche parte.»
Brian fissò Meredith. Era palesemente a disagio. Non ci volle molto per comprendere che il fidanzato di Claire fosse davvero suo fratello, ma capì anche di dovere fingere.
«Io sono un amico d’infanzia di Claire. Frequentavamo la stessa scuola, in passato, e i suoi risultati erano decisamente migliori dei miei.»
Dominick annuì.
«Posso immaginarlo. Comunque è un piacere conoscere anche te.»
«Anche per me è un piacere.»
Quella sera Meredith parlò meno del solito. Non che Brian l'avesse mai sentita parlare più di tanto, viste le poche occasioni in cui avevano avuto modo di interagire con altre persone, ma gli sembrava che, all'improvviso, fosse diventata molto più taciturna.
Fortunatamente ci pensava Claire a riempire il silenzio: era sempre stata molto espansiva e chiacchierona, ma per fortuna non aveva l'abitudine di fare domande imbarazzanti alle persone con cui aveva poca confidenza o con cui non ne aveva affatto.
Per quanto riguardava Dominick, lanciava strane occhiate a Meredith, convincendo Brian sempre di più del proprio pensiero.
A un tratto lo vide alzarsi in piedi.
«Scusate, arrivo subito.»
Claire lo guardò con gli occhi spalancati.
«Dove vai?»
«Non sono cazzi tuoi.»
Dominick le voltò le spalle e si allontanò.
Meredith intervenne, rivolgendosi a Claire: «Perché gli permetti di parlarti con quel tono? Non pensavo che ti facessi trattare come uno zerbino. Tu non sei quel genere di donna!»
Claire abbassò lo sguardo, prendendo a fissare con una certa insistenza il tavolo intorno al quale si erano seduti.
«Lascia perdere.»
«Non è normale» insisté Meredith. «Io, se il mio ragazzo si comportasse così, mi incazzerei parecchio.»
«Magari» osservò Brian, «Se tu lo conoscessi meglio Dominick, potresti fare un'idea migliore di lui. Oppure peggiore, perché no?»
Si pentì immediatamente di quelle parole, dato che Claire abbandonò la contemplazione del tavolo, alla quale si era dedicata negli ultimi istanti, e lo guardò con aria interrogativa.
«C'è qualcosa che dovrei sapere?»
«No, perché?»
«Ho avuto l’impressione» ammise Claire, «Che tu volessi dirmi qualcosa.»
Brian scosse la testa.
«Niente affatto.»
Anche Meredith si aggiunse al coro.
«Ne sei sicuro?»
Aveva già mentito una volta, poteva farlo di nuovo senza che né Meredith né Claire se ne accorgessero.
«Ovviamente sì.» Cercò di cambiare discorso e gliene venne in mente uno. «Harley mi ha detto di averti vista tempo fa in ospedale.»
«Già.»
«Resti tra noi, ma è rimasto impressionato da te.»
Claire accennò un sorriso.
«Mi ha detto che sto bene con i capelli biondo miele e che è il suo colore di capelli preferito. Mi ha stupito, perché una volta diceva sempre che gli piacevano soprattutto le ragazze con i capelli scuri.»
Brian rievocò un ricordo vago.
«Ricordo che gli piaceva un sacco una ragazza bionda, che doveva avere qualche anno più di noi.»
«AJ.»
«Come dici?»
«AJ, me la ricordo anch'io. Si faceva chiamare così.»
«Questo non me lo ricordo» ammise Brian, avvertendo tuttavia un campanello di allarme. Aveva già sentito quell'acronimo, anche se non ricordava dove. «È passato tanto tempo.»
«Il suo vero nome mi pare fosse Allison» continuò Claire. «Fece una brutta fine, qualche tempo dopo.»
A quelle parole, Meredith scostò indietro la sedia.
«Scusate un attimo.» Si alzò in piedi, proprio come aveva fatto Dominick pochi minuti prima. «Vado fuori a prendere una boccata d'aria.»
«Vuoi che ti accompagni?» le propose Brian.
Meredith rispose, con fermezzs: «No, preferisco andare da sola.»
Non aggiunse altro e se ne andò. Rimasta sola con Brian, Claire gli domandò: «Quei due hanno qualcosa in comune, vero?.»
«Qualcosa in comune?» ripeté Brian. «Cosa intendi dire?»
«Quei due si conoscono» rispose Claire, «Non ho dubbi.»
Brian preferì non condividere le proprie impressioni e, piuttosto, volle sapere: «Da quanto tempo frequenti quel tipo?»
«Dalla fine di gennaio.»
«E, scusami se sono indiscreto, che cosa ci trovi in lui?»
Claire obiettò: «Perché lo vuoi sapere?»
Brian si sforzò di sembrarle indifferente, mentre rispondeva: «Per curiosità.»
«È un tipo magnetico» gli spiegò Claire. «Penso di essere stata come calamitata verso di lui fin dal primo momento in cui l'ho conosciuto.»
Era più o meno la stessa sensazione che Brian aveva provato nei confronti di Meredith, quindi la rassicurò: «In un certo senso posso capirti.»
Claire lo accusò; «Eppure non sembri soddisfatto dall'idea che io ci stia insieme.»
Brian si affrettò a negare.
«È solo una tua impressione.»
«Va bene» convenne Claire, poco convinta, «È una mia impressione. Tu non hai mai incontrato Dominick prima di stasera, vero?»
Brian sorrise, sforzandosi di sembrare sincero.
«Proprio così.» Si alzò in piedi. «Vado un attimo in bagno.»
La toilette aveva un ampio antibagno sul quale si affacciavano sia quella maschile sia quella femminile. Brian rimase spiazzato nel riconoscere la voce di Derek. Non se n'era forse andato? Doveva essere entrato dalla porta che dava sul retro, senza farsi vedere. Brian sbirciò dentro e lo intravide, insieme a Dominick, davanti ai lavandini del bagno degli uomini.
Dalla posizione in cui si trovava, Brian poteva udire la sua voce: «Quello che stai facendo è assurdo. Coinvolgere anche una persona innocente in...»
Dominick lo interruppe: «Piano con le accuse: io non ho coinvolto Claire, è stata lei ad attaccarsi a me senza un motivo logico.»
Derek puntualizzò: «Ma tu non hai fatto niente per allontanarla.»
«Non ne avevo motivo. Sei tu che sei convinto che, qualunque cosa io faccia, abbia più importanza di quanta ne ha veramente.»
«Qualunque sia la ragione, qualunque cosa tu abbia in mente, dovresti lasciare in pace quella tizia... e anche tutte le altre! 
Si dice che tu abbia fatto delle avance molto spinte a Kay e che tu l'abbia spaventata. Lasciale perdere, quelle che non fanno parte del nostro mondo... e già che ci sei lascia vivere tua sorella. Devi smetterla di perseguitarla e, anzi, faresti bene a lasciare Acid Corn una volta per tutte. Meredith te ne sarebbe infinitamente grata.»
Quindi la supposizione di Brian sulla loro parentela era esatta.
«Non ho intenzione di andarmene proprio adesso che inizia il bello.» Dominick sembrava piuttosto divertito. «Quel Brian Connor...»
Derek lo ammonì: «Lascia in pace anche lui. Per sicurezza...»
Brian non poté udire altro.
«Cosa ci fai qui?» chiese una voce, alle sue spalle.
Era una voce che conosceva. Si girò e vide Harley.
«Cosa ci fai tu, piuttosto?»
«A quanto pare sono venuto nel posto sbagliato. Mi hai scoperto subito, nonostante cercassi di non farmi vedere da nessuno. Non sapevo che anche tu stessi per andare in bagno.»
Brian gli intimò di abbassare la voce e Harley lo guardò con aria interrogativa.
«Che succede?»
Brian gli indicò la toilette delle donne.
«Entra» sussurrò, «E te lo spiego.»
Harley accennò al bagno maschile.
«Forse sarebbe meglio andare da quella parte.»
Brian scosse la testa.
«Non in questo momento.»
S'infilò in gran fretta nel bagno delle donne, seguito dall'amico che, per fortuna, non sollevò ulteriori obiezioni.
«Stavo ascoltando un discorso tra due persone che non dovevano accorgersi di me» spiegò finalmente a Harley. «Uno di loro è un cameriere amico di Meredith, l'altro è il ragazzo della nostra Claire.»
«L'ho intravisto, prima.» Harley rise. «Ti confesso che sono venuto qui per questo.»
«Potevi risparmiartelo» replicò Brian. «Comunque la colpa è mia: sono stato io a dirti che ci avresti trovati qui.»
«E io sono venuto, rinunciando a un appuntamento galante» gli confidò Harley. «Spero che sia stata la scelta migliore.»
Brian spalancò gli occhi.
«Un appuntamento?»
Harley annuì.
«Una donna piuttosto carina che ho conosciuto ieri. È stata lei a venire a cercarmi, dopo avermi incrociato per strada.»
«Francamente mi sembra una storia molto strana.»
«Non dirlo a me.»
«Potevi incontrare lei, piuttosto che continuare a correre dietro a Claire» ammise Brian. «Non mi sembra molto felice con il suo attuale ragazzo, ma non credo che tu abbia speranze.»
«Tu ci hai parlato, con quel tipo» insisté Harley. «Com'è?»
Brian rispose, senza mezzi termini: «È uno stronzo.»
«Wow. Se te ne sei reso conto dopo nemmeno mezz'ora...»
Brian scosse la testa.
«Non è servita un'ora, mi è bastato vederlo: Dominick è il figlio di puttana che mi ha aggredito nel parcheggio.»
Harley azzardò: «Se è così, dovresti rivelare a Claire che...»
Brian, intuendo quale fosse il suggerimento di Harley, decise di interrompere quella proposta sul nascere.
«Nemmeno per sogno.»
«Ma Claire ha il diritto di sapere.»
«Se a Claire piace Dominick, io non posso farci niente» puntualizzò Brian. «Faccio già abbastanza fatica a gestire la mia vita sentimentale, figuriamoci se posso anche solo pensare di dare consigli agli altri.»
Harley sospirò.
«Quindi sei del parere che Claire possa trascorrere la propria vita insieme a un pazzo, se non sa che lo è.»
«Non è così semplice» replicò Brian. «Claire non apprezza chi si intromette. Non vedo perché dovrei farlo.»
«Perché merita un uomo migliore al suo fianco.»
«Lo so.»
«Non mi dire che stai pensando a Jonathan.»
«Se Claire stesse ancora insieme a Jonathan...»
Harley lo interruppe: «Sai bene che è inutile rivangare su storie vecchie che ormai sono concluse. Il futuro di Claire potrebbe essere con me.»
Brian sbuffò.
«Peccato che ancora non lo sappia.»
«Presto lo saprà.»
«Allora vai da lei» gli propose Brian, «E dimostrale che, anche se ha passato ventinove anni senza sentire il bisogno di averti intorno, il suo destino è stare con te.»
«Sarebbe una buona idea quella di trascorrere un po’ di tempo con voi, in effetti. Dici che qualcuno si offende, se mi siedo al vostro tavolo?»
Brian gli scoccò un'occhiataccia.
«Non ci pensare nemmeno.»
Harley replicò: «Cos’hai da perdere? Non mi sembra che la vostra uscita stia andando come te l’eri immaginata, se passi il tuo tempo in bagno a spiare il ragazzo di Claire.»
«Ho dovuto farlo.»
«Nessuno ti ha obbligato, è stata una tua scelta personale. Qualcosa deve avere fatto scattare una molla che ti ha portato qui.»
Brian annuì.
«Esatto. Sono venuto verso il bagno proprio perché non pensavo che ti avrei incontrato. Se l’avessi saputo, me ne sarei tenuto alla larga.»
Harley ammise:  «In effetti per colpa mia non hai sentito la parte più interessante della loro conversazione.»
«Che cosa ne sai che era proprio la più importante?»
«Intuito.»
«Se lo dici tu. Comunque è il caso che io torni al tavolo, prima che mi diano per disperso.»
«È una buona idea» convenne Harley. «Ci vediamo più tardi.»
«O magari» azzardò Brian, «Ci vediamo un’altra volta.»
Harley scosse la testa.
«Claire non si libererà di me tanto facilmente.»
«Ti prego, Harley, non...»
«Ti ho già detto che ho non intenzione di fare finta di nulla e di andarmene. Non tornerò sui miei passi, te lo assicuro.»
«Allora fai come ti pare» concluse Brian, voltandogli le spalle, «Ma poi non venirmi a dire che non ti avevo avvertito.»
Si sentì soddisfatto quando Harley non lo seguì. Passando davanti al bagno degli uomini, inoltre, notò che Derek e Dominick erano andati via.
Ritrovò quest'ultimo seduto al tavolo con Claire, mentre di Meredith non vi era traccia.
Claire lo accolse con un sorriso divertito.
«Ehi, Brian, credevo che fossi finito giù per il cesso!»
All’improvviso, anche Dominick si rivolse a lui: «Non mi hai ancora detto di cosa ti occupi. Cosa fai nella vita?»
Sicuro che lo sapesse benissimo, Brian preferì non dargli una risposta diretta: «Non sono il solo che non ha parlato di sé. Anche tu non ci hai parlato della professione che svolgi.»
Dominick stava per replicare, sotto lo sguardo attento di Claire, quando Harley comparve accanto al tavolo.
Brian gli lanciò un’occhiataccia, come a chiedergli: “Che cazzo vuoi, adesso?”
«Scusate il disturbo» disse Harley. «Vi ho visti qui e ho pensato di venire a salutarvi.»
Claire parve illuminarsi.
«Che piacere, Harley! A proposito, ti presento il mio ragazzo.»
Brian si sforzò di non ascoltare, mentre Claire descriveva Dominick Storm come una sorta di uomo perfetto.
Guardò verso la porta, attendendo invano che si aprisse.
“Che fine ha fatto Meredith?”
Infine la porta si aprì. Brian provò una profonda delusione nel vedere entrare un gruppo di perfetti sconosciuti. Di Meredith, purtroppo, sembrava non esserci traccia, proprio mentre Claire parlava di lei.
«Insieme a noi ci sarebbe anche la ragazza di Brian» stava comunicando a Harley, «Ma è uscita un attimo a fare quattro passi.»
«Probabilmente non tornerà» aggiunse Dominick. «Si sa come sono fatte le donne.»
«Vedo che stai generalizzando» osservò Harley, strappando a Brian un lieve sorriso. «È il tipico comportamento di chi con le donne non ci sa fare.»
Dominick parve spiazzato, ma durò soltanto un istante.
«Fino a prova contraria sei l’unico che è qui senza una donna.»
«Perché aspetto di trovare quella che fa per me.»
«Buona fortuna, allora.» Dominick si alzò in piedi. «Vado a vedere se Meredith è fuori. Magari vado ad avvertirla che ti sei aggiunto a noi. Sono curioso di vedere se anche tu la fai annoiare al punto tale da spingerla ad andarsene.»
Brian ripensò alle parole di Derek, che accusava Dominick di perseguitare Meredith. Quell’uomo era un pazzo. Non poteva permettergli di rimanere da solo con lei.
Si alzò a sua volta.
«Ci vado io, non disturbarti.»
Scattò verso la porta, facendo appena in tempo a notare gli occhi di Derek fissi su di lui. Gli sembrò che il suo sguardo fosse carico di approvazione.
Brian uscì e si guardò intorno, ma non vide Meredith. Soltanto dopo in un secondo momento riuscì finalmente a scorgerla, seduta su una panchina, dall’altro lato della strada.
Attraversò la via più in fretta che poté e la raggiunse.
«Ehi!»
Meredith, che sembrava non essersi accorta della sua presenza, alzò lo sguardo.
«Sei qui...»
Brian le si avvicinò.
«Ho visto che non tornavi.»
Meredith abbassò gli occhi.
«Mi dispiace. Temo di averti rovinato la giornata.»
Brian la rassicurò: «No. Questa giornata è rovinata, ma non certo per colpa tua.»
«Cosa vuoi dire?»
«Dominick, il ragazzo di Claire, non mi piace. Ho già...»
S’interruppe.
“Non ho alcun motivo per raccontarle dell’aggressione.”
Meredith guardò l’orologio.
«So che è presto, ma non mi sento molto bene. Preferirei andare a casa. Mi accompagneresti alla fermata della metropolitana?»
«Stai scherzando, spero.»
«No. Mi gira un po’ la testa e...»
«Non mi riferivo a questo» puntualizzò Brian. «Mi dispiace molto che tu non ti senta bene, ma, a maggior ragione, non mi permetterei mai di limitarmi a portarti alla fermata. Ti porto a casa io in macchina. Vado dentro a salutare Claire, poi andiamo.»
«No» lo pregò Meredith. «Se non hai lasciato niente dentro al bar, portami alla fermata della metro, poi torna indietro. Dì che sono andata via senza dire niente, mi inventerò qualcosa.»
«Con Dominick?»
«Con Dominick.»
«È tuo fratello, vero?»
«Complimenti per l'intuizione.»
«Perché hai fatto finta di non conoscerlo?»
Meredith sospirò.
«Quando sono con Dominick, devo fare quello che dice Dominick. Gli dirò che non stiamo più insieme. È meglio così.»
«Non capisco» replicò Brian. «Quando ci rivedremo?»
«Ti cerco io» gli assicurò Meredith. «Farò il possibile per rivederti presto.»
«E poi?»
«Poi un giorno andrà tutto come deve andare, o almeno così mi auguro.»

   
 
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