Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Milly_Sunshine    18/11/2023    1 recensioni
PARANORMAL ROMANCE - THRILLER /// Meredith è un'attrice teatrale di scarso successo, si è reinventata come cameriera in un locale malfamato e non può certo permettersi di sognare il principe azzurro: la sua esistenza è fatta di misteri torbidi e intrighi con cui le persone comuni non dovrebbero avere a che fare, non può permettersi di condividerla con qualcun altro. Brian è un detective privato e si occupa di smascherare sedicenti medium che truffano i loro clienti. Non ha mai avuto a che fare con il paranormale e nemmeno ci pensa. Quando incontra Meredith, è colpo di fulmine e sembra non esserci altro che lei. Non può sapere che proprio Meredith sta per trascinarlo in un mondo di cui ignora l'esistenza e che può rivelarsi molto pericoloso.
Genere: Erotico, Sovrannaturale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Incest, Non-con, Violenza | Contesto: Sovrannaturale
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

AJ tremava per il freddo, ma non per il terrore. Aveva fatto l’errore di fidarsi, ma adesso sapeva chi aveva davanti. Se ne parlava soltanto sottovoce, e non tutti lo facevano, ma il colore rosa fluorescente degli occhi non lasciava spazio ai dubbi.
«Te l’avevo detto di fare attenzione, ragazzina.» La donna dagli occhi rosa sorrideva, con aria compiaciuta. «Sei tu l’artefice del tuo destino. Vederti qui, totalmente inerme, è la cosa migliore che mi sia mai accaduta.»
AJ non rispose.
«Ti sei divertita, vero?» insisté quindi la donna. «Adesso sarò io a divertirmi... e naturalmente non sarò la sola.»
«No...» mormorò AJ, fingendosi spaventata.
Quelle creature non uccidevano, a meno che non si rivelasse necessario. AJ sapeva che la sua vita sarebbe continuata, ne aveva la certezza. Avere amato uno di loro l’avrebbe salvata.
«Già, non sarai la sola.»
Non era stata la voce della donna.
AJ avvertì un brivido più intenso. Anche il metallo delle catene che le bloccavano i polsi adesso sembrava gelido.
Colui che aveva amato era accanto alla donna, in quello scantinato.
«Sei solo una ragazzina» sibilò. «Ti sei messa tra di noi e adesso pagherai per quello che hai fatto.»
«Sii gentile con lei, mi raccomando» lo pregò la donna, ironica. «La piccola Allison ti ama, così mi ha ripetuto mentre la trascinavo quaggiù.»
«I suoi sentimenti non m’interessano» ribatté l'uomo. «Non posso certo commuovermi per ogni liceale che non riesce a resistere al mio fascino.»
La donna dagli occhi rosa fosforescenti gli si avvicinò.
«Che ne dici, accendiamo la luce?»
«Perché dovremmo?» si sorprese l’uomo.
«Ma come? Non pensi che sia il caso di mostrare a questa scolaretta che io e te siamo una cosa sola?»
«Non è necessario.»
Aveva ragione, non era necessario.
AJ si sentiva ingannata. La loro relazione, che le era apparsa impossibile in apparenza, ma stupenda alla luce di ciò che li legava, era stata soltanto finzione. Si era detta che l’avrebbe salvata, che avrebbe impedito alla sua simile di farle del male... ma non era così, non poteva essere così.
Sentì la risata della donna, che subito dopo si rivolse a lei.
«Per caso inizi finalmente ad avere paura, ragazzina?»
AJ non proferì parola. Sapeva che, se avesse risposto, tentando di mentire, si sarebbe tradita da sola. Si limitò a sperare che, nel cumulo di falsità che era stata costretta a sentire nelle ultime settimane, si nascondesse almeno una verità, quella più importante.
Ne aveva sentito i segnali, sapeva di fare parte del loro mondo. Non doveva avere paura, si disse. Erano quei due, piuttosto, che dovevano temerla.
«Hai ragione» disse la donna, «Ma forse dovremmo spiegarle chi siamo. Non credo che le scolarette conoscano la nostra natura.»
AJ si fece coraggio e replicò: «So benissimo chi siete. Siete angeli della morte, anche se non vi piace questo nome.»
«Risposta sbagliata» ribatté la donna, «Ma del resto non vi è ragione per cui una sprovveduta come te debba sapere. È pur vero che le Anime Nere vengono associate, nell'immaginario collettivo, al concetto di angeli della morte, ma noi non siamo Anime Nere. Tu non potresti vedere le Anime Nere, che non fanno parte del mondo umano, ma lo sorvegliano con attenzione, per portarsi via coloro che giungono alla fine dei loro giorni.»
Gli occhi rossi dell'uomo scintillarono, mentre puntualizzava: «La piccola Ally non ha bisogno di queste spiegazioni. Non se ne farà più niente, quando sarà morta.» Le si avvicinò, allungando una mano per sfiorarle i capelli. «Mi dispiace, piccola, ma hai visto troppe cose. Se ti fossi limitata ad aprire le gambe e a preoccuparti dei soli aspetti carnali, non mi avresti costretta ad arrivare a questo punto. È destino che i miei nemici non vivano a lungo.»
AJ avvertì dentro di sé una sensazione forte, che faticava a descrivere. Era come una scossa elettrica, forse, anche se non era mai stata folgorata, per potere fare quel confronto.
«Sei un'Anima Grigia» dichiarò. «Hai salvato una persona dalla morte rendendola un'Anima Bianca e sei entrato a far parte del mondo umano. La tua Anima Bianca sarà totalmente soggetta ai tuoi ordini e potrà pagare con la vita ogni tentativo di ribellione. Ci sono Anime Grigie che uccidono le loro Anime Bianche soltanto per diletto, possono farlo, restando ciò che sono a condizione di avere una nuova Anima Bianca prima che scocchi la mezzanotte. Per averla, feriscono a morte la loro vittima e poi la salvano rendendola a sua volta un'Anima Bianca. Come vedi, so molte più cose di quanto tu possa immaginare e non sono la sola. Qualcuno verrà a cercarmi. I vostri sporchi segreti non dureranno più a lungo.»
L'uomo dagli occhi rossi e la donna dagli occhi rosa - la sua Anima Bianca? - rimasero interdetti. Dovevano chiedersi perché fosse così sicura di sé, senza avere una risposta.
AJ sentiva di averla. Distinse chiaramente la lama, pronta a trafiggerla. Fu l'ennesimo segnale, iniziava già a vedere nel buio. Arrivò un'altra scossa, molto più forte della precedente.
Nel momento stesso in cui spiegava le ali, la porta dello scantinato si aprì. AJ spalancò gli occhi e lanciò un grido di stupore. Non si aspettava che Eddie facesse irruzione in quella cantina. Non se lo aspettava nemmeno l'uomo con gli occhi rossi, che però teneva in mano il suo coltello.
La lama trafisse il petto del nuovo venuto, una ferita da morte istantanea. AJ comprese immediatamente ciò che doveva fare. A seguire, in quello scantinato, due Anime Grigie e due Anime Bianche definivano il loro accordo per una convivenza pacifica tra le Anime di Acid Corn. 

*** 

Dopo avere salutato Brian, Meredith aveva preso la metropolitana, ma non per recarsi a casa. Aveva approfittato del fatto che Dominick non potesse controllarla, in quel momento, per dirigersi verso la zona della città nella quale risiedeva Alicia. La ragazza bionda che lavorava in un negozio di biancheria intima, le aveva rivelato una vicina di casa intenta a spazzare il cortile, non si faceva vedere ormai da alcuni giorni.
«Non sa dirmi dove posso trovarla?» l’aveva implorata Meredith.
L’altra aveva continuato, imperterrita, a trafficare con la scopa, senza degnarla di una risposta.
«E Amberlee Ferguson?» aveva chiesto Meredith, a quel punto. «Dov’è adesso?»
Amberlee, era venuta a sapere, era impegnata a riordinare il garage, quindi le sarebbe bastato recarsi sul retro della palazzina per vederla, sempre ammesso che non avesse già chiuso il portone.
Il portone era chiuso e Meredith aveva atteso a lungo, riflettendo sul da farsi. Si stava ancora interrogando su come fosse opportuno comportarsi, quando questo si aprì. Allora si avvicinò.
Amberlee non si accorse della sua presenza, almeno per qualche istante, poi alzò gli occhi e domandò, secca: «Cosa vuoi?»
«Cercavo Alicia.»
«E la cerchi qui? In garage?»
«In realtà no.»
«Prova a suonare il campanello. Magari è tornata.»
Meredith scosse la testa.
«Prima non c’era.»
«Oh.»
Amberlee sembrava di poche parole, quel pomeriggio.
Meredith le domandò: «Hai un’idea, anche solo vaga, di che fine possa avere fatto? La vostra vicina non lo sa.»
«Immagino che tu stia parlando del gazzettino ufficiale di Acid Corn» ribatté Amberlee, sorprendendola per l’approfondita risposta. «Quella donna sta tutto il giorno in cortile a spazzare o a spostare vasi di fiori, ma è solo una scusa per stare in mezzo alla gente e intromettersi negli affari di tutti.»
«Peccato che non sappia niente di Alicia, allora.»
Amberlee puntualizzò: «Nessuno sa dove sia Alicia.»
Meredith azzardò: «E non la state cercando?»
Amberlee abbassò lo sguardo.
«Non hai mai pensato che non voglia essere trovata?»
«Pensavo che foste amiche» obiettò Meredith. «È capitato altre volte che sia sparita nel nulla senza avvertire nemmeno te?»
«Non è mai successo, anche se la conosco solo da pochi mesi» ammise Amberlee, «Comunque non siamo - o forse dovrei dire eravamo - solo amiche.»
Meredith spalancò gli occhi.
«Pochi mesi e ti ha già rivelato la verità su se stessa?»
«Come lo sai?»
«So tante cose. Sono la sorella di Dominick Storm che, molto stranamente, non sembra preoccuparsi del fatto che Alicia non faccia mistero di essere un'Anima Bianca.»
Amberlee annuì.
«Lo so, infatti io stessa le ho sempre raccomandato di sforzarsi di essere un po’ più attenta, sulle questioni delicate.»
«Questo ti fa onore.»
«Beh, il mio sogno d’infanzia è sempre stato quello di aiutare una creatura soprannaturale a nascondersi!»
Meredith spalancò gli occhi.
«Dici sul serio?»
Amber replicò, sprezzante: «Certo che no! Avrei preferito mille volte avere una ragazza normale.»
«Alicia si comporta come tale o come Anima Bianca? Ti fa pesare le vostre differenze?»
«Questo no, ma mi ha catapultata in un mondo strano. Quando cammino per strada non posso più fare a meno di chiedermi se gli sconosciuti che passano abbiano qualcosa da nascondere anche loro: se tra loro ci sia qualche Anima Grigia, qualche Anima Bianca...»
«Ti capisco perfettamente» le assicurò Meredith. «Cerca di capire, però, che per Alicia deve essere molto peggio.»
«Non direi» obiettò Amberlee, secca, «Dato che viene sempre a casa - veniva sempre a casa, prima di sparire nel nulla - portando con sé dei regali fatti da qualcuno della sua specie che cerca di sedurla: abiti firmati, gioielli... tutto quello che io ho sempre desiderato e non mi sono mai potuta permettere.»
Quel dettaglio era molto interessante.
«Non tutti quelli della sua specie» confidò ad Amberlee, «Si possono permettere di regalare a una ragazza oggetti di lusso.»
«Meglio così, allora» ribatté l’altra. «Se non altro mi sentirò un po’ meno a disagio, nei prossimi giorni. Mi limiterò a pensare che Alicia sia stata fortunata e che sia riuscita a sedurre un uomo ricco, nonostante le sue chiacchiere a proposito del fatto che gli uomini non le interessano.»
«A proposito» volle sapere Meredith, «Chi è?»
«Chi?»
«Quello che le fa i regali.»
«Non lo so.»
Meredith sbuffò.
«Non me la bevo.»
Amberlee la guardò con aria innocente.
«Perché non dovresti?»
«Sei la sua confidente» le ricordò Meredith. «Sei una delle poche persone a cui racconta veramente tutto.»
Amberlee la corresse: «Mi racconta quello che le fa comodo.»
«E io sono convinta» insisté Meredith, «Che le faccia comodo anche raccontarti di questo misterioso individuo.»
Amberlee sospirò.
«Come vuoi. È un certo Eddie Woods, ma non so altro.»
Eddie. Alicia. Eddie e Alicia. Era una strana combinazione, tanto che Meredith non riuscì a trattenersi: «Molto interessante.»
«Perché?» replicò l’altra. «Lo conosci?»
«Può darsi.»
Amberlee rise.
«Adesso sei tu quella che si lascia avvolgere da un alone di mistero.»
«Io e te non siamo amiche, ci siamo viste due volte in totale» le ricordò Meredith. «Non ci sono motivi per cui dovrei raccontare a una perfetta sconosciuta perché ho a che fare con lui.»
«Se ti può consolare, nemmeno Alicia me lo racconta.»
«Sono due Anime Bianche. Hanno qualcosa di importante in comune, non credi?»
Amberlee scosse la testa.
«Una volta, Alicia mi ha detto che hanno in comune qualcosa di ancora più importante.»
«Cosa?»
«Non ne ho idea.»
Amberlee sembrava davvero non conoscere alcun retroscena, ma Meredith decise di insistere: «Davvero Alicia non ti ha mai spiegato, nemmeno a grandi linee, che tipo di legame ci sia tra Eddie e Alicia?»
Amberlee rimase ferma sulla propria posizione.
«Non mi ha mai voluto dire nulla.»
«E non te ne sei sorpresa?»
«Sinceramente no.»
Non era una risposta così inattesa.
«Tu non ci capisci nulla di queste cose, no?» dedusse Meredith. «In realtà avresti preferito anche non sapere mai la verità su Alicia?»
«Vedo che riesci a comprendere il mio punto di vista.»
«Meglio di quanto tu creda.»
«Stare dalla parte dove state voi non deve essere semplice» osservò Amberlee. «Prima o poi dovete iniziare a sentirvi in pericolo.»
«Spesso» confermò Meredith. «E poi, non appena ci leghiamo a qualcuno, dobbiamo andarcene.»
«Non deve essere bello.»
«Per niente.»
«Alicia, però, non ha mai avuto eccessivi problemi ad accettare la sua situazione» osservò Amberlee, «Quasi come se essere un'Anima Bianca fosse appagante.»
Meredith s'irrigidì.
«Non lo credo possibile.»
«Credimi, è così.»
«Allora deve essere cambiata molto, rispetto a un tempo.»
Alicia si era alleata con Dominick, contro di Meredith, perché le aveva promesso di lasciarla libera. Era stata Alicia a suggerirgli la terribile proposta - Meredith sotto il suo completo controllo per tanti lunghi anni, in cambio della libertà di Alicia e della promessa di non uccidere - e l'aveva fatto senza rimorsi.
«Può darsi» concesse Amberlee. «In fondo io la conosco da poco.»
Meredith rifletté.
«Non credo che il tempo possa rimarginare le ferite interiori di un'Anima Bianca.»
Amberlee aggrottò la fronte.
«E quindi?»
«Quindi Alicia è cambiata davvero» ammise Meredith, «E deve esserci un motivo se, diversamente da chi è come lei, non vive con costante rimpianto.»
«Vuoi dire che tutti vorrebbero tornare ad essere quelli che erano?»
Meredith annuì.
«Le Anime Grigie nascono per diventare Anime Grigie. Le Anime Bianche vengono costrette a diventarlo, indipendentemente dalla loro volontà.»
«Tutte?»
«Un buon novanta per cento» rispose Meredith. «Deve esserci anche qualche pazzo che, in cambio delle belle prospettive, accetta di sottostare alle volontà di un'Anima Grigia, un'Anima Grigia delle peggiori, tra l'altro.»
Amberlee azzardò: «Quelle che uccidono?»
«Sì.»
«Che poi, in realtà, non uccidono...»
«Sì che lo fanno» replicò Meredith. «Dovranno pur liberarsi dell'Anima Bianca precedente!»
«Non c'è altro modo in cui potrebbero perderla?»
Meredith scosse la testa.
«Nel novanta per cento dei casi, assolutamente no.»
«E nel restante dieci per cento?»
«Nei casi rimanenti» la informò Meredith, «c'è sempre e comunque una morte violenta.»
«Però potrebbe averla causata qualcun altro» puntualizzò Amberlee. «Non ho mai sentito Alicia parlare male della sua Anima Grigia.»
«Ne sei sicura?»
«Sì.»
«Nemmeno qualche accenno?»
«Cerca di non parlarne quasi mai, ma è raro che dica qualcosa di negativo su di lui.»
«Davvero interessante. Mi stai aprendo la mente, Amberlee.»
L'altra sorrise, senza dire nulla. Meredith ebbe l'impressione che non riuscisse a capire.
«Ti ringrazio tanto, davvero» le disse. «Forse un giorno potrai comprendere quanto mi sei stata d'aiuto.»
Amberlee abbassò lo sguardo.
«Non credo.»
Si sentiva esclusa, era evidente. Sentiva di non avere mai conosciuto davvero Alicia. Meredith realizzò che era davvero così. Guardò l'orologio e finse di avere da fare, quindi si congedò: «Credo che, a questo punto, sia meglio se me ne vado.»
Amberlee le domandò: «Devo riferire qualcosa ad Alicia, se torna?»
«No.» Meredith si apprestò a uscire, ma si fermò un istante. «Anzi, sì, se non ti dispiace. Salutala da parte mia e dille che ogni tanto ripenso ai bei giorni che abbiamo trascorso insieme, molto tempo fa.»
Amberlee appariva spiazzata, ma Meredith non se ne curò. Aveva ben altro di cui occuparsi, figurarsi se aveva tempo da dedicare alle turbe interiori di chi aveva commesso l'errore di innamorarsi di Alicia. Quest'ultima, da parte sua, non doveva avere mai ricambiato i suoi sentimenti. Era sempre stata pronta a tutto e non vi erano dubbi sul fatto che avesse scelto Amberlee per una ragione ben precisa. Meredith faticava a intuire perché le avesse confidato la propria vera natura, ma al contempo iniziava proprio a dubitare della sua natura stessa. Alicia era sempre ststa considerata chi aveva detto di essere, ma nessuno poteva provare altre verità.
Si diresse alla fermata della metropolitana pensando e ripensando a ciò che Amberlee le aveva riferito: qualcuno le faceva regali di un certo livello e non doveva essere Eddie. Meredith non ce lo vedeva proprio a fare regali a una donna, specie a una che lo prendeva a malapena in considerazione. Era solo la versione dei fatti di Alicia, dopotutto, ancora una volta non vi erano prove che quanto da lei affermato corrispondesse a verità. Inoltre non era detto che non potesse esserci un semplice umano dietro a quei regali costosi.
Meredith rifletté sul da farsi mentre era seduta in metropolitana e quando giunse a casa scelse l'unica alternativa che aveva.
Dominick era già rientrato e, quando aprì la porta, lo trovò ad attenderla con un'espressione torva.
«Dov'eri, puttanella da quattro soldi? Speravo che permetterti di incontrare quel sacco di merda di Connor ti avrebbe spinta, almeno per oggi, a non fare la ribelle a tutti i costi. Invece niente, fai quello che ti pare, senza alcun rispetto nei miei confronti. Dimmi dov'eri, voglio la verità!»
Meredith richiuse la porta. Non si curò delle accuse del fratello e replicò: «Sono io che voglio la verità. Parlami del rapimento di quella "piccola sprovveduta", come la chiamavi. La versione ufficiale è che tu ti sia sbarazzato della tua Anima Bianca precedente per sostituirla con lei. Però non è così e avete preso per il culo tutti per anni e anni. Sbaglio?»
«Non sei nella posizione di fare domande, Meredith. Smettila, altrimenti Brian Connor potrebbe fare una brutta fine» le intimò Dominick, «Il tutto senza mai venire a sapere chi sei veramente... perché è proprio un coglione, non ha la più pallida idea di chi tu sia veramente.»
«Forse non mi hai capita, sei tu che rischi di fare una brutta fine, ed è giusto che tu lo sappia» puntualizzò Meredith. «Ho parlato con una persona che ha conosciuto bene Alicia e mi ha detto alcune cose molto interessanti, per esempio che qualcuno la sta riempiendo di regali e forse anche di soldi. Se Alicia fosse la tua Anima Bianca, però, non avrebbe senso cercare di corromperla, perché non fare niente. Tu sai chi è Alicia davvero, e immagino tu sappia cosa potrebbe fare per Stefan Craven. È lui che le fa regali.»
Dominick scattò verso di lei e la afferrò per il collo, sbattendola violentemente contro la porta.
«Stai fuori da questa storia!» sibilò. «Bada ai cazzi tuoi, è stato un errore permetterti di uscire, oggi.» Si guardò intorno, afferrò un vaso di porcellana e glielo lanciò addosso. «Non osare metterti in mezzo.»
Meredith si ritrovò sommersa di cocci, con diverse ferite sanguinanti che bruciavano. Si sarebbero rimarginate in fretta, ma le ferite interiori sarebbero rimaste.
Avrebbe voluto ribattere, ma non ne ebbe la forza.
«Da stasera tornerai a rimanertene al tuo posto, chiusa in camera mentre sono al lavoro» la informò. «Devi stare lontana da Alicia, lontana da tutti e fare quello che ti dico. Poi devi ringraziare la tua natura, altrimenti ti avrei già tagliato la gola da molto tempo, se servisse a qualcosa. Sarei già ricorso alle fiamme, se non fosse più bello vederti soffrire. Però prima o poi farai quella fine, dopo che avrò ammazzato tutti quelli che ti stanno intorno. È tutto quello che ti meriti.» La afferrò per un braccio e, strattonandola, le ordinò: «Vieni con me. Sei feccia e non meriti di vivere, ma voglio farti capire che, comunque sia, ci tengo a te. Io to ho sempre amata, anche quando eri una stupida ragazzina spaventata da quello che c'era tra noi, quando mi dicevi che era sbagliato. Sei tu che sei sbagliata, ho sempre avuto ragione io.»
Meredith si maledisse per non essere in grado di opporgli resistenza.
Dominick le abbassò le spalline del vestito e le mise le mani sui fianchi, mentre l’abito scivolava a terra. Come sempre, Meredith non ebbe il coraggio di fermarlo. Poi Dominick la sollevò, entrò in cucina e la fece sedere sul tavolo.
«Comportati bene» le ordinò, alzandole la sottoveste fino a scoprirle le cosce. «Se lo farai, non accadrà nulla di male alle persone a cui tieni.»
Sapeva che cosa volesse dire Dominick.
Si comportò bene. Simulò gemiti di piacere, durante il rapporto, e Dominick ne fu compiaciuto, incrementando la sua sensazione di disgusto e di disprezzo per se stessa.
Più tardi, la rinchiuse nella sua stanza, senza telefono e senza alcun mezzo per mettersi in contatto con qualcuno. Sapeva di non potere vincere, in uno scontro diretto contro Dominick. Si affacciò alla finestra, guardando le luci artificiali della città, e si convinse: doveva combattere in maniera subdola, senza dare nell'occhio. Quella sera, per la prima volta dopo tanti anni, sarebbe andata contro i propri principi. Aveva solo un modo per eludere la sorveglianza di Dominick e doveva farlo, era la sua ultima carta da giocare.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Milly_Sunshine